Juuou Mujin no Fafnir
Attenzione: la recensione contiene spoiler
E' una serie anime di dodici episodi di durata canonica.
Trama: la vicenda si svolge venticinque anni dopo che i draghi, apparsi dal nulla, incominciano a seminare distruzione e terrore sulla Terra. Il nostro protagonista è Mononobe Yuu, agente del NIFL che viene traslocato su Misdgar, isola dispersa nel nulla, in cui vengono radunati i cosiddetti D, persone che possiedono poteri simili a quello dei draghi: sono solo ragazze, che sono state isolate lì perché vengono addestrate per combattere contro i draghi. Ebbene, il nostro Yuu è l'unico maschio al mondo ad essere un D (che fortuna, eh!), e sbarcando sull'isola incontra una ragazza completamente senza veli... potete immaginare cosa avviene dopo. Comunque, dopo questo fatto viene portato nella sua nuova classe, dove conoscerà le sue future colleghe negli scontri coi draghi.
Quello a cui assistiamo sono tre saghe, dove sono protagoniste due delle ragazze del gruppo, in cui assistiamo allo scontro contro i draghi e alla loro eliminazione. Si scopre che Yuu è in grado di materializzare un'arma antidrago che gli viene concessa da un misterioso essere, che rimane tale per tutta la serie, perché non viene minimamente approfondito.
Comunque, oltre ai draghi i nostri se la dovranno vedere contro il cattivo di turno, che è in grado di polverizzare le persone senza neanche toccarle: sinceramente è fatto tremendamente bene, e sarebbe stata una serie molto più bella se fosse entrato in gioco prima, ma invece sì e no fa due apparizioni, in cui fa un pandemonio e sembra invincibile, ma nell'episodio finale viene battuto in un nanosecondo dal nostro protagonista, il tutto nel modo più banale possibile. Il finale è uno di quelli che lascia tante questioni in sospeso, come la maggior parte degli anime che sperano in una seconda stagione, ma che sarà molto improbabile per questa serie, visto che non è nulla di eccezionale.
Guardando i pregi della serie, si può dire che i vari episodi ti prendono e non ti fanno annoiare più del dovuto, anche se in alcuni aspetti è un po' banale; alcuni personaggi vengono approfonditi, e quindi capiamo meglio perché si comportano in un certo modo, inoltre i personaggi non mi sono sembrati eccessivamente stereotipati. Inoltre la serie, tra una saga e l'altra, inserisce degli avvenimenti in cui il gruppo si avvicina sempre più, mettendo in risalto quanto sia importante l'amicizia e la famiglia.
Altro punto a favore è il villain, fatto veramente bene, cattivo e perfido al punto giusto: sembra inizialmente imbattibile e non si fa scrupoli per niente e per nessuno, se vuole prendere qualcosa, e credo che, se fosse stato sfruttato meglio, la serie ne avrebbe guadagnato, e di molto anche.
Però la serie ha dimostrato anche dei difetti. Uno di questi si ritrova nel comparto grafico: in un episodio, durante lo spostamento di un'inquadratura, una persona che copriva un quarto della visuale da un frame a un altro scompare magicamente. Anche il reparto sonoro non è da meno: in due episodi, in scene identiche, durante un fermo immagine in un primo piano tra Yuu e sua sorella, si sentono rumori di passi quando tutti stanno fermi. Anche se non sono un esperto, questi errori si devono evitare, soprattutto a certi livelli.
Il difetto più grande, purtroppo, l'ho trovato nel modo in cui è stato sfruttato il cattivo. Risulta invincibile, intoccabile, e nell'ultimo episodio cosa succede? Viene sconfitto da Yuu in tre secondi, in un combattimento al limite del ridicolo: cioè, non è stato sconfitto da nessuno fino ad ora, ma arriva bello bellino il nostro Yuu, balza sul cattivo e lo sconfigge... ma va' via, vai! Tutto questo perché hanno aspettato fino all'ultimo episodio a fare questo scontro, e hanno voluto privilegiare lo scontro con quelle lucertole giganti.
Comunque, a parte tutto, la serie è abbastanza godibile, se cerchiamo di essere il meno fiscali possibile. Quindi, consiglio di vedere la serie a chi non ha troppe pretese, ma, a parte ciò, la serie risulta non troppo stereotipata e una storia c'è, la trama c'è, ma non viene sfruttata al massimo; peccato, davvero un peccato.
Il voto finale è un 6,75, però preferisco arrotondare per difetto e dargli 6,5; non me la sento di dargli 7, perché sarebbe un regolo immeritato. Una serie senza lode né infamia.
E' una serie anime di dodici episodi di durata canonica.
Trama: la vicenda si svolge venticinque anni dopo che i draghi, apparsi dal nulla, incominciano a seminare distruzione e terrore sulla Terra. Il nostro protagonista è Mononobe Yuu, agente del NIFL che viene traslocato su Misdgar, isola dispersa nel nulla, in cui vengono radunati i cosiddetti D, persone che possiedono poteri simili a quello dei draghi: sono solo ragazze, che sono state isolate lì perché vengono addestrate per combattere contro i draghi. Ebbene, il nostro Yuu è l'unico maschio al mondo ad essere un D (che fortuna, eh!), e sbarcando sull'isola incontra una ragazza completamente senza veli... potete immaginare cosa avviene dopo. Comunque, dopo questo fatto viene portato nella sua nuova classe, dove conoscerà le sue future colleghe negli scontri coi draghi.
Quello a cui assistiamo sono tre saghe, dove sono protagoniste due delle ragazze del gruppo, in cui assistiamo allo scontro contro i draghi e alla loro eliminazione. Si scopre che Yuu è in grado di materializzare un'arma antidrago che gli viene concessa da un misterioso essere, che rimane tale per tutta la serie, perché non viene minimamente approfondito.
Comunque, oltre ai draghi i nostri se la dovranno vedere contro il cattivo di turno, che è in grado di polverizzare le persone senza neanche toccarle: sinceramente è fatto tremendamente bene, e sarebbe stata una serie molto più bella se fosse entrato in gioco prima, ma invece sì e no fa due apparizioni, in cui fa un pandemonio e sembra invincibile, ma nell'episodio finale viene battuto in un nanosecondo dal nostro protagonista, il tutto nel modo più banale possibile. Il finale è uno di quelli che lascia tante questioni in sospeso, come la maggior parte degli anime che sperano in una seconda stagione, ma che sarà molto improbabile per questa serie, visto che non è nulla di eccezionale.
Guardando i pregi della serie, si può dire che i vari episodi ti prendono e non ti fanno annoiare più del dovuto, anche se in alcuni aspetti è un po' banale; alcuni personaggi vengono approfonditi, e quindi capiamo meglio perché si comportano in un certo modo, inoltre i personaggi non mi sono sembrati eccessivamente stereotipati. Inoltre la serie, tra una saga e l'altra, inserisce degli avvenimenti in cui il gruppo si avvicina sempre più, mettendo in risalto quanto sia importante l'amicizia e la famiglia.
Altro punto a favore è il villain, fatto veramente bene, cattivo e perfido al punto giusto: sembra inizialmente imbattibile e non si fa scrupoli per niente e per nessuno, se vuole prendere qualcosa, e credo che, se fosse stato sfruttato meglio, la serie ne avrebbe guadagnato, e di molto anche.
Però la serie ha dimostrato anche dei difetti. Uno di questi si ritrova nel comparto grafico: in un episodio, durante lo spostamento di un'inquadratura, una persona che copriva un quarto della visuale da un frame a un altro scompare magicamente. Anche il reparto sonoro non è da meno: in due episodi, in scene identiche, durante un fermo immagine in un primo piano tra Yuu e sua sorella, si sentono rumori di passi quando tutti stanno fermi. Anche se non sono un esperto, questi errori si devono evitare, soprattutto a certi livelli.
Il difetto più grande, purtroppo, l'ho trovato nel modo in cui è stato sfruttato il cattivo. Risulta invincibile, intoccabile, e nell'ultimo episodio cosa succede? Viene sconfitto da Yuu in tre secondi, in un combattimento al limite del ridicolo: cioè, non è stato sconfitto da nessuno fino ad ora, ma arriva bello bellino il nostro Yuu, balza sul cattivo e lo sconfigge... ma va' via, vai! Tutto questo perché hanno aspettato fino all'ultimo episodio a fare questo scontro, e hanno voluto privilegiare lo scontro con quelle lucertole giganti.
Comunque, a parte tutto, la serie è abbastanza godibile, se cerchiamo di essere il meno fiscali possibile. Quindi, consiglio di vedere la serie a chi non ha troppe pretese, ma, a parte ciò, la serie risulta non troppo stereotipata e una storia c'è, la trama c'è, ma non viene sfruttata al massimo; peccato, davvero un peccato.
Il voto finale è un 6,75, però preferisco arrotondare per difetto e dargli 6,5; non me la sento di dargli 7, perché sarebbe un regolo immeritato. Una serie senza lode né infamia.
E' l'ennesimo cartone animato tratto da una light novel e ambientato in una scuola militare, con il protagonista circondato da tantissime donne. Sì, la solita storia... o forse no, ma andiamo con ordine.
Venticinque anni fa apparvero dei mostri misteriosi, chiamati draghi, che distruggevano tutto al loro passaggio. Nacquero, nello stesso tempo, delle bambine con uno strato tatuaggio e... magia, si rivelarono dotate di misteriosi poteri, analoghi a quelli dei draghi, e vennero chiamate D. Manco a dirlo, furono radunate e rinchiuse in un carcere di massima sicurezza come nemiche dell'umanità, dato che i draghi erano alla loro ricerca e, se la fanciulla veniva raggiunta dal drago a lei destinato, si trasformava anch'essa in un mostro di quella razza. Da nemiche dell'umanità le D divennero ben presto le sue salvatrici, perché i loro poteri erano in grado di fermare il nemico, così il carcere si trasformò in una scuola d'élite. Mononobe Yuu, protagonista della storia, è l'unico D maschio, e viene inviato dall'esercito, in cui milita come ufficiale dei servizi segreti, per studiare all'accademia. Inizia così il suo periodo di studio e di lotta con il nemico, di conquista della fiducia delle ragazze membri del consiglio studentesco.
Dato l'incipit ci si aspetta una storia piena d'azione e dai toni cupi, e la cosa in parte riesce. Ma in larga parte non sarà così. Avremo molti episodi leggeri, di tipica vita scolastica, e anche l'harem, elemento focale di questo tipo di serie, sarà molto limitato e sfuocato, con il protagonista che sarà affezionato a tutte ma non avrà veri sentimenti per nessuna, e resterà impermeabile anche alle avances della sorellina manco a dirlo innamorata di lui. Anche il classico incontro-scontro con una ragazza non proprio vestita nel primo episodio non porterà a gravi conseguenze ma... no spoiler!
La novità della serie è data dall'elemento "dark". I draghi non ricordano gli angeli di "Neon Genesis Evangelion"? E il fatto che vi sia un'organizzazione segreta dell'esercito per cui lavora Yuu che vuole sconfiggere i draghi con sistemi più tradizionali, anche a costo di porsi in rotta di collisione con la scuola? I molti segreti di Yuu, le tante domande riguardo ai mostri, e non solo, che restano senza risposta, e i poteri di questi misteriosi "children" non sono forse tanti elementi di una trama che vuole rendere omaggio a "Neon Genesis Evangelion" e magari tentare di fonderlo nel tipo di storia in voga vent'anni dopo? Purtroppo in dodici episodi non si riesce a concludere nulla e tutto resta senza risposta. Questo, unito alla psicologia scarsa di quasi tutte le ragazze - solo tre si salvano -, farebbe concludere che siamo in presenza di una serie fallimentare. Invece non è così, anzi, il fascino di "Juuou Mujin no Fafnir" è dato proprio dall'aver aperto tanti elementi e di non averne concluso nessuno. So che in altre recensioni ho trovato la cosa negativa, ma in questo caso trovo che negativa non lo sia affatto e che renda l'anime unico.
Regia nella norma, grafica buona, con i colori scuri, sul blu, che contribuisce a rendere l'atmosfera di mistero. L'estetica moe dei personaggi, in stile "Absolute Duo", si rivela una scelta azzeccata. Buona la colonna sonora e le sigle.
E' un anime che merita la sufficienza e meriterebbe anche una seconda stagione per approfondire la storia, che lo farebbe uscire dalla mediocrità in cui è caduto dopo l'ottimo incipit, anche se, come capita spesso e volentieri negli anime tratti da light novel in corso, dubito che ci sarà.
Voto: 6
Venticinque anni fa apparvero dei mostri misteriosi, chiamati draghi, che distruggevano tutto al loro passaggio. Nacquero, nello stesso tempo, delle bambine con uno strato tatuaggio e... magia, si rivelarono dotate di misteriosi poteri, analoghi a quelli dei draghi, e vennero chiamate D. Manco a dirlo, furono radunate e rinchiuse in un carcere di massima sicurezza come nemiche dell'umanità, dato che i draghi erano alla loro ricerca e, se la fanciulla veniva raggiunta dal drago a lei destinato, si trasformava anch'essa in un mostro di quella razza. Da nemiche dell'umanità le D divennero ben presto le sue salvatrici, perché i loro poteri erano in grado di fermare il nemico, così il carcere si trasformò in una scuola d'élite. Mononobe Yuu, protagonista della storia, è l'unico D maschio, e viene inviato dall'esercito, in cui milita come ufficiale dei servizi segreti, per studiare all'accademia. Inizia così il suo periodo di studio e di lotta con il nemico, di conquista della fiducia delle ragazze membri del consiglio studentesco.
Dato l'incipit ci si aspetta una storia piena d'azione e dai toni cupi, e la cosa in parte riesce. Ma in larga parte non sarà così. Avremo molti episodi leggeri, di tipica vita scolastica, e anche l'harem, elemento focale di questo tipo di serie, sarà molto limitato e sfuocato, con il protagonista che sarà affezionato a tutte ma non avrà veri sentimenti per nessuna, e resterà impermeabile anche alle avances della sorellina manco a dirlo innamorata di lui. Anche il classico incontro-scontro con una ragazza non proprio vestita nel primo episodio non porterà a gravi conseguenze ma... no spoiler!
La novità della serie è data dall'elemento "dark". I draghi non ricordano gli angeli di "Neon Genesis Evangelion"? E il fatto che vi sia un'organizzazione segreta dell'esercito per cui lavora Yuu che vuole sconfiggere i draghi con sistemi più tradizionali, anche a costo di porsi in rotta di collisione con la scuola? I molti segreti di Yuu, le tante domande riguardo ai mostri, e non solo, che restano senza risposta, e i poteri di questi misteriosi "children" non sono forse tanti elementi di una trama che vuole rendere omaggio a "Neon Genesis Evangelion" e magari tentare di fonderlo nel tipo di storia in voga vent'anni dopo? Purtroppo in dodici episodi non si riesce a concludere nulla e tutto resta senza risposta. Questo, unito alla psicologia scarsa di quasi tutte le ragazze - solo tre si salvano -, farebbe concludere che siamo in presenza di una serie fallimentare. Invece non è così, anzi, il fascino di "Juuou Mujin no Fafnir" è dato proprio dall'aver aperto tanti elementi e di non averne concluso nessuno. So che in altre recensioni ho trovato la cosa negativa, ma in questo caso trovo che negativa non lo sia affatto e che renda l'anime unico.
Regia nella norma, grafica buona, con i colori scuri, sul blu, che contribuisce a rendere l'atmosfera di mistero. L'estetica moe dei personaggi, in stile "Absolute Duo", si rivela una scelta azzeccata. Buona la colonna sonora e le sigle.
E' un anime che merita la sufficienza e meriterebbe anche una seconda stagione per approfondire la storia, che lo farebbe uscire dalla mediocrità in cui è caduto dopo l'ottimo incipit, anche se, come capita spesso e volentieri negli anime tratti da light novel in corso, dubito che ci sarà.
Voto: 6
Il collaudato, ma anche un po' inflazionato, schema narrativo, che vede un baldo giovine inserirsi in un accademia particolare ed essere poi attorniato da un certo numero di belle colleghe studentesse con generale contorno di poteri speciali ed elementi fantasy vari, è stato piuttosto presente negli anime della stagione invernale 2015. E fa parte di questo gruppo proprio il presente Juuou Mujin no Fafnir* (Il Fafnir senza limiti), che ci presenza una realtà in cui enormi mostri (i Draghi) quasi invincibili scorrazzano impuniti, un'accademia che riunisce ragazze dotate di poteri simili a quelli dei suddetti mostri per farne una linea di difesa, e infine Yuu Mononobe, unico maschio dotato dei poteri, che è portato nell'accademia ma non con il solo scopo didattico...
Ben collocato nel suo schema funzionale, dalle prime battute, però, Fafnir pare avere un qualcosa di diverso dai suoi omologhi. Dietro alla rassicurante location dell'accademia Midgar, collocata su una ridente isola, e a un design grazioso e molto "moe" (affianchiamolo pure idealmente al primo Nanoha), si nasconde però una certa dose di oscurità: la minaccia dei Dragon è sì incombente, e non mancherà di manifestarsi, ma è soprattutto la parte degli umani a diffondere la tenebra. Si scoprirà presto che il Mononobe è giunto in realtà sull'isola per eliminare fisicamente le ragazze che rischiano di essere rapite dai Dragon e moltiplicare così la loro specie, ed egli vive tale compito con una certa difficoltà esistenziale. Nondimeno anche le compagne di Yuu, alcune almeno, hanno qualche scheletro nell'armadio, e ciò si aggiunge all'ansia di stare in prima linea a combattere i mostri.
Anche lo stile generale della serie aiuta a consolidare questo quadro d'insieme, grazie a una cromatica fredda e a relativi toni che prediligono il blu, generando insieme un effetto "notturno" non molto rassicurante. Per contro certe scene sono di una bianca, abbacinante luminosità, quasi a far media. Il quadro è infine chiuso da opportune musiche che mai troppo cedono all'allegro, e dalle due sigle "Flying Fafnir" e "Ray of Bullet", emblematiche delle atmosfere della serie.
Va registrato però che il tema "dark" dell'anime si ammorbidisce un po' passati i primi episodi, e infatti già giunti alla metà della serie il tono è più leggero e ci si concede anche qualche momento fanservice (con le immancabili terme) e altri più scemi con la preside loli che ha un debole per le loli. Nondimeno non mancano dei tempi morti e qualche passaggio noioso, e in generale, oltre alla saga di "Mononobe all'accademia", pare che la serie non abbia da raccontare un qualcosa di più grande, anche se essa viene tratta da una light novel ancora in corso.
I personaggi sono abbastanza numerosi e vari nel tipo, ma, come per la serie in sé, a tutti manca "quel qualcosa in più". Alcuni stanno lì giusto per fare presenza o poco più, altri sono anche dannosi (Tear, nevvero?). Stante il limitato numero di episodi c'è giusto il tempo di dire qualcosa su Mononobe, la sua sorellina Mitsuki e sulla bionda Lisa (che fa pure da mamma a Tear, dev'essere una santa).
Danno loro voce con buona prova vari esponenti della scena seiyuu contemporanea, dal navigato Matsuoka sul protagonista, passando per Kana Hanazawa e arrivando a Marina Inoue, che ci offre un'insidiosissima Kili (personaggio purtroppo poco sfruttato).
Affascinante forse più visivamente che narrativamente, Juuou Mujin no Fafnir non si porterà magari in fascia alta, ma non mancherà di interessare coloro che prediligono questo tipo di produzioni.
P.S. Il * indica tale nota sul Fafnir, drago della mitologia nordica. In origine un principe, uccise padre e familiari per impossessarsi del tesoro reale, ma, per via di una maledizione posta sullo stesso oro da Odino, fu tramutato in bestia e condannato a custodire il tesoro, finché, un giorno, venne affrontato e ucciso dall'eroe Sigurd...
Ben collocato nel suo schema funzionale, dalle prime battute, però, Fafnir pare avere un qualcosa di diverso dai suoi omologhi. Dietro alla rassicurante location dell'accademia Midgar, collocata su una ridente isola, e a un design grazioso e molto "moe" (affianchiamolo pure idealmente al primo Nanoha), si nasconde però una certa dose di oscurità: la minaccia dei Dragon è sì incombente, e non mancherà di manifestarsi, ma è soprattutto la parte degli umani a diffondere la tenebra. Si scoprirà presto che il Mononobe è giunto in realtà sull'isola per eliminare fisicamente le ragazze che rischiano di essere rapite dai Dragon e moltiplicare così la loro specie, ed egli vive tale compito con una certa difficoltà esistenziale. Nondimeno anche le compagne di Yuu, alcune almeno, hanno qualche scheletro nell'armadio, e ciò si aggiunge all'ansia di stare in prima linea a combattere i mostri.
Anche lo stile generale della serie aiuta a consolidare questo quadro d'insieme, grazie a una cromatica fredda e a relativi toni che prediligono il blu, generando insieme un effetto "notturno" non molto rassicurante. Per contro certe scene sono di una bianca, abbacinante luminosità, quasi a far media. Il quadro è infine chiuso da opportune musiche che mai troppo cedono all'allegro, e dalle due sigle "Flying Fafnir" e "Ray of Bullet", emblematiche delle atmosfere della serie.
Va registrato però che il tema "dark" dell'anime si ammorbidisce un po' passati i primi episodi, e infatti già giunti alla metà della serie il tono è più leggero e ci si concede anche qualche momento fanservice (con le immancabili terme) e altri più scemi con la preside loli che ha un debole per le loli. Nondimeno non mancano dei tempi morti e qualche passaggio noioso, e in generale, oltre alla saga di "Mononobe all'accademia", pare che la serie non abbia da raccontare un qualcosa di più grande, anche se essa viene tratta da una light novel ancora in corso.
I personaggi sono abbastanza numerosi e vari nel tipo, ma, come per la serie in sé, a tutti manca "quel qualcosa in più". Alcuni stanno lì giusto per fare presenza o poco più, altri sono anche dannosi (Tear, nevvero?). Stante il limitato numero di episodi c'è giusto il tempo di dire qualcosa su Mononobe, la sua sorellina Mitsuki e sulla bionda Lisa (che fa pure da mamma a Tear, dev'essere una santa).
Danno loro voce con buona prova vari esponenti della scena seiyuu contemporanea, dal navigato Matsuoka sul protagonista, passando per Kana Hanazawa e arrivando a Marina Inoue, che ci offre un'insidiosissima Kili (personaggio purtroppo poco sfruttato).
Affascinante forse più visivamente che narrativamente, Juuou Mujin no Fafnir non si porterà magari in fascia alta, ma non mancherà di interessare coloro che prediligono questo tipo di produzioni.
P.S. Il * indica tale nota sul Fafnir, drago della mitologia nordica. In origine un principe, uccise padre e familiari per impossessarsi del tesoro reale, ma, per via di una maledizione posta sullo stesso oro da Odino, fu tramutato in bestia e condannato a custodire il tesoro, finché, un giorno, venne affrontato e ucciso dall'eroe Sigurd...
Di anime ce ne sono più che in abbondanza, ma è alquanto logico pensare che la maggior parte di essi finiscano ben presto nel dimenticatoio, abbandonati allo scorrere del tempo. E' molto difficile ergersi al di sopra della massa, così da poter essere ricordati nella storia... e "Juuou Mujin no Fafnir", a mio avviso, non ci riesce.
Dodici puntate interessanti, che trattano i generi fantasy e scolastico. Tuttavia, se proprio devo essere sincero, non riuscirei a trovargli un collocamento effettivo. Non tanto perché si discosta dai generi canonici, quanto piuttosto per il fatto che non riesce a concretizzarne veramente uno. Ma questo lo vedremo in seguito.
La storia si preannuncia interessante: Yuu Mononobe è un ragazzo di circa quindici anni, che lascia l'esercito per entrare in una scuola composta da sole donne. In questo istituto particolare vengono istruiti i D, ragazze dotate di strani poteri, che hanno il compito di combattere i draghi che, da venticinque anni, assediano la Terra. Questi esseri mostruosi sembrano comparsi dal nulla, enormi e potenti. L'uomo nulla poté contro di loro, ma, improvvisamente, incominciarono a nascere delle bambini con poteri simili a queste creature. Vennero così segregate in una scuola apposita, con lo scopo di proteggerle, istruirle, ma anche allontanarle dalla società.
Ecco, Yuu approda sull'isola in cui si trova tale scuola e subito fa un incontro estremamente interessante: una bella ragazza nuda, che emerge dalle onde del mare, sventolando lunghi capelli argentati. Il suo nome Iris, anche lei un D. I due si parlano e in tale occasione Yuu rivela di essere l'unico D maschio esistente sul pianeta. Una strana incongruenza, che sembra presagire oscuri segreti. Nella scuola vi è pure la sorella di Yuu, Mitsuki Mononobe, che subito mostra un certo affetto nei confronti del ragazzo. Un sentimento che sembra scontrarsi contro la passione emergente tra il nostro caro protagonista e la bella Yuu. Come andranno a finire le cose, soprattutto se includiamo continui attacchi da parte di draghi?
Effettivamente penso di aver calcato troppo la mano sulle questioni sentimentali, ma ciò è spiegabile dal fatto che il sottoscritto si era aspettato almeno un accenno di romanticismo. Non che sia stato del tutto assente (per certi versi sarebbe stato meglio), ma non è riuscito ad acquisire contorni definiti. Yuu sembra provare qualcosa per Iris, che subito si rivelerà la classica tontolona; ma non ci sarà mai nulla di concreto o di dichiarato. Anche la passione di Mitsuki alleggia nel nulla, incapace di trovare un proprio posto nella storia.
Le altre ragazze mostrano caratteri abbastanza "passivi", con le uniche eccezioni di Lisa e Firill, che le relegano a personaggi di secondo/terzo piano. Quello che doveva trasformarsi in un harem, o così sembrava essere, diventa una sorta di organismo non identificato, che si muove in maniera scomposta. I vari protagonisti dell'anime non hanno alcuno spessore caratteriale, se non fosse, qualche volta, per Yuu, l'unico che nasconde qualcosa di più dietro quel velo di apparente semplicità.
Quasi paradossalmente, il personaggio che più mi ha attirato è Kiri, la donna che combatterà contro i giovani D. Il suo comportamento enigmatico e i suoi modi di fare mostrano un accenno di quella scintilla che tanto manca agli altri. Peccato che, anche in questo caso, non si arriverà mai a una vera resa dei conti.
La storia potrebbe essere anche interessante, e per certi versi attira. Tuttavia si riassume in un continuo attacco di draghi, uno di seguito all'altro, che non porterà da nessuna parte. Forse dodici episodi erano troppo pochi, ma, d'altra parte, bisogna dare una valutazione in base al materiale a nostra disposizione.
La grafica è piuttosto buona, anche se non eccezionale. Anche se, in alcune occasioni, ho notato una sorta di calo della luminosità (soprattutto durante la proclamazione delle varie "mosse magiche"), che potrebbe far arricciare un pochino il naso. I personaggi rispecchiano molto i cliché tipici dell'animazione giapponese, non solo in quanto a carattere, ma anche per le peculiarità fisiche. Ma, in fin dei conti, quest'ultimo punto non è poi così negativo.
Molto bene invece le musiche, in grado di dare la carica durante le battaglie ed enfatizzare i momenti più rilassanti o riflessivi.
Concludo affermando ancora una volta che "Juuou Mujin no Fafnir" non è affatto un anime da deprecare, anzi... Le dodici puntate, sebbene troppo poche per riuscire a creare una storia con un certo corpo, si vedono con piacere. Non ci sono momenti noiosi e mai, durante la visione della serie, ho pensato di abbandonarla. Detto ciò, però, è ancora più grande il rammarico per un'occasione sprecata. Avrebbe potuto essere un'opera davvero interessante, ma ha finito con il cadere nel pentolone della mediocrità. Poteva essere una storia accattivante, ma si è spenta troppo presto, e una seconda stagione, per ora, appare veramente improbabile.
Poteva essere veramente bella, ma si fermata a "carina". Senza contare che assomiglia molto a "Infinite Stratos", da un lato, e "Cross Ange" per quanto riguarda la lotta ai draghi e la spaventevole rassomiglianza tra i D e i Norma.
Voto finale: 7
Dodici puntate interessanti, che trattano i generi fantasy e scolastico. Tuttavia, se proprio devo essere sincero, non riuscirei a trovargli un collocamento effettivo. Non tanto perché si discosta dai generi canonici, quanto piuttosto per il fatto che non riesce a concretizzarne veramente uno. Ma questo lo vedremo in seguito.
La storia si preannuncia interessante: Yuu Mononobe è un ragazzo di circa quindici anni, che lascia l'esercito per entrare in una scuola composta da sole donne. In questo istituto particolare vengono istruiti i D, ragazze dotate di strani poteri, che hanno il compito di combattere i draghi che, da venticinque anni, assediano la Terra. Questi esseri mostruosi sembrano comparsi dal nulla, enormi e potenti. L'uomo nulla poté contro di loro, ma, improvvisamente, incominciarono a nascere delle bambini con poteri simili a queste creature. Vennero così segregate in una scuola apposita, con lo scopo di proteggerle, istruirle, ma anche allontanarle dalla società.
Ecco, Yuu approda sull'isola in cui si trova tale scuola e subito fa un incontro estremamente interessante: una bella ragazza nuda, che emerge dalle onde del mare, sventolando lunghi capelli argentati. Il suo nome Iris, anche lei un D. I due si parlano e in tale occasione Yuu rivela di essere l'unico D maschio esistente sul pianeta. Una strana incongruenza, che sembra presagire oscuri segreti. Nella scuola vi è pure la sorella di Yuu, Mitsuki Mononobe, che subito mostra un certo affetto nei confronti del ragazzo. Un sentimento che sembra scontrarsi contro la passione emergente tra il nostro caro protagonista e la bella Yuu. Come andranno a finire le cose, soprattutto se includiamo continui attacchi da parte di draghi?
Effettivamente penso di aver calcato troppo la mano sulle questioni sentimentali, ma ciò è spiegabile dal fatto che il sottoscritto si era aspettato almeno un accenno di romanticismo. Non che sia stato del tutto assente (per certi versi sarebbe stato meglio), ma non è riuscito ad acquisire contorni definiti. Yuu sembra provare qualcosa per Iris, che subito si rivelerà la classica tontolona; ma non ci sarà mai nulla di concreto o di dichiarato. Anche la passione di Mitsuki alleggia nel nulla, incapace di trovare un proprio posto nella storia.
Le altre ragazze mostrano caratteri abbastanza "passivi", con le uniche eccezioni di Lisa e Firill, che le relegano a personaggi di secondo/terzo piano. Quello che doveva trasformarsi in un harem, o così sembrava essere, diventa una sorta di organismo non identificato, che si muove in maniera scomposta. I vari protagonisti dell'anime non hanno alcuno spessore caratteriale, se non fosse, qualche volta, per Yuu, l'unico che nasconde qualcosa di più dietro quel velo di apparente semplicità.
Quasi paradossalmente, il personaggio che più mi ha attirato è Kiri, la donna che combatterà contro i giovani D. Il suo comportamento enigmatico e i suoi modi di fare mostrano un accenno di quella scintilla che tanto manca agli altri. Peccato che, anche in questo caso, non si arriverà mai a una vera resa dei conti.
La storia potrebbe essere anche interessante, e per certi versi attira. Tuttavia si riassume in un continuo attacco di draghi, uno di seguito all'altro, che non porterà da nessuna parte. Forse dodici episodi erano troppo pochi, ma, d'altra parte, bisogna dare una valutazione in base al materiale a nostra disposizione.
La grafica è piuttosto buona, anche se non eccezionale. Anche se, in alcune occasioni, ho notato una sorta di calo della luminosità (soprattutto durante la proclamazione delle varie "mosse magiche"), che potrebbe far arricciare un pochino il naso. I personaggi rispecchiano molto i cliché tipici dell'animazione giapponese, non solo in quanto a carattere, ma anche per le peculiarità fisiche. Ma, in fin dei conti, quest'ultimo punto non è poi così negativo.
Molto bene invece le musiche, in grado di dare la carica durante le battaglie ed enfatizzare i momenti più rilassanti o riflessivi.
Concludo affermando ancora una volta che "Juuou Mujin no Fafnir" non è affatto un anime da deprecare, anzi... Le dodici puntate, sebbene troppo poche per riuscire a creare una storia con un certo corpo, si vedono con piacere. Non ci sono momenti noiosi e mai, durante la visione della serie, ho pensato di abbandonarla. Detto ciò, però, è ancora più grande il rammarico per un'occasione sprecata. Avrebbe potuto essere un'opera davvero interessante, ma ha finito con il cadere nel pentolone della mediocrità. Poteva essere una storia accattivante, ma si è spenta troppo presto, e una seconda stagione, per ora, appare veramente improbabile.
Poteva essere veramente bella, ma si fermata a "carina". Senza contare che assomiglia molto a "Infinite Stratos", da un lato, e "Cross Ange" per quanto riguarda la lotta ai draghi e la spaventevole rassomiglianza tra i D e i Norma.
Voto finale: 7
"Juuou Mujin no Fafnir" è una serie della stagione invernale 2015 composta da dodici puntate di durata canonica, tratta dall'omonima light novel scritta da Tsukasa e disegnata da Riko Korie.
La storia è ambientata in un mondo dove sono apparse delle gigantesche creature, chiamate draghi, che minacciano la popolazione; le armi in possesso del genere umano sono risultate inefficaci e non sufficienti per tenere testa a questi colossi. Fortunatamente insieme ad essi sono nati anche dei soggetti chiamati "D", ovvero esseri umani di sesso femminile in possesso di poteri paragonabili a quelli dei draghi. La storia inizia quando Mononobe Yuu, unico "D" di sesso maschile, viene mandato all'accademia Midgar, struttura specializzata per l'addestramento dei "D".
La trama è molto semplice e, anche se non particolarmente originale, riesce a catturare l'attenzione dello spettatore sin dalla prima puntata. I personaggi, seppur ampiamente stereotipati, sono simpatici e riescono a farsi apprezzare. Il ritmo è sempre elevato e, anche se viene lasciato spazio ad alcune scene slice of life e ad altre dove vengono approfonditi i rapporti fra i vari protagonisti, la battaglia è sempre dietro l'angolo. Siamo nel 2015 e ovviamente il fanservice non può mancare, ma fortunatamente in questo caso non risulta pesante o eccessivo, fa solo un po' da contorno e a tratti è anche divertente.
Graficamente i personaggi sono stati disegnati in stile più moe che mai, con occhi grandi mezza faccia e capelli di ogni colore, forma e dimensione; a contrastare la semplicità dei tratti utilizzati per illustrare i personaggi, troviamo delle bellissime e iper-dettagliate ambientazioni, e un design insolito e originale per quanto riguarda i draghi antagonisti. I combattimenti non sono il massimo della dinamicità, ma si mantengono su livelli sufficienti, proponendoci inoltre un considerevole e azzeccato uso di effetti speciali.
Il comparto sonoro ha svolto veramente un ottimo lavoro sotto ogni aspetto: opening ed ending energiche e melodiche, bellissime OST e un doppiaggio più che adeguato.
"Juuou Mujin no Fafnir" si è rivelata essere un'ottima serie, leggera, divertente e ricolma di azione; la light novel da cui è tratta non è ancora conclusa, ragion per cui non troviamo un vero e proprio finale al termine della visione, ma la possibilità di una futura seconda stagione.
Se cercate qualcosa di poco impegnativo e vi piace il genere fantasy, consiglio vivamente la visione.
La storia è ambientata in un mondo dove sono apparse delle gigantesche creature, chiamate draghi, che minacciano la popolazione; le armi in possesso del genere umano sono risultate inefficaci e non sufficienti per tenere testa a questi colossi. Fortunatamente insieme ad essi sono nati anche dei soggetti chiamati "D", ovvero esseri umani di sesso femminile in possesso di poteri paragonabili a quelli dei draghi. La storia inizia quando Mononobe Yuu, unico "D" di sesso maschile, viene mandato all'accademia Midgar, struttura specializzata per l'addestramento dei "D".
La trama è molto semplice e, anche se non particolarmente originale, riesce a catturare l'attenzione dello spettatore sin dalla prima puntata. I personaggi, seppur ampiamente stereotipati, sono simpatici e riescono a farsi apprezzare. Il ritmo è sempre elevato e, anche se viene lasciato spazio ad alcune scene slice of life e ad altre dove vengono approfonditi i rapporti fra i vari protagonisti, la battaglia è sempre dietro l'angolo. Siamo nel 2015 e ovviamente il fanservice non può mancare, ma fortunatamente in questo caso non risulta pesante o eccessivo, fa solo un po' da contorno e a tratti è anche divertente.
Graficamente i personaggi sono stati disegnati in stile più moe che mai, con occhi grandi mezza faccia e capelli di ogni colore, forma e dimensione; a contrastare la semplicità dei tratti utilizzati per illustrare i personaggi, troviamo delle bellissime e iper-dettagliate ambientazioni, e un design insolito e originale per quanto riguarda i draghi antagonisti. I combattimenti non sono il massimo della dinamicità, ma si mantengono su livelli sufficienti, proponendoci inoltre un considerevole e azzeccato uso di effetti speciali.
Il comparto sonoro ha svolto veramente un ottimo lavoro sotto ogni aspetto: opening ed ending energiche e melodiche, bellissime OST e un doppiaggio più che adeguato.
"Juuou Mujin no Fafnir" si è rivelata essere un'ottima serie, leggera, divertente e ricolma di azione; la light novel da cui è tratta non è ancora conclusa, ragion per cui non troviamo un vero e proprio finale al termine della visione, ma la possibilità di una futura seconda stagione.
Se cercate qualcosa di poco impegnativo e vi piace il genere fantasy, consiglio vivamente la visione.