Nazca
«Nazca» è un anime a cura dello studio di animazione Radix, con suggestive ambientazioni, con un comparto audio eccezionale e una storia originale, che fornirà molti spunti allo spettatore da approfondire.
La storia narra di alcuni ragazzi giapponesi che vivono normalmente la loro vita, sino a quando scoprono di essere stati antichi guerrieri in passato. Mantenendo i ricordi della precedente vita, essi si sono reincarnati nel presente, per terminare quanto avevano lasciato in sospeso. Saranno due fazioni, l'una contro l'altra.
I temi trattati e i luoghi dove si svolgono le vicende sono molto particolari e interessanti: da una parte abbiamo la pianura di Nazca, con le sue celebri linee, quei famosi geoglifi che tanto hanno fatto sognare - quante ipotesi assurde sono state fatte al riguardo e, anche se a conti fatti sarà solo un contorno alla storia narrata, è incantevole; dall'altra i personaggi provengono dalla civiltà Inca, all'epoca delle lotte interne fra il sovrano Huáscar e il fratellastro Atahuallpa (entrambi realmente esistiti), un'antica civiltà con abilità misteriose; infine, fulcro della storia è il concetto filosofico della reincarnazione, della rinascita dell'anima in un altro corpo fisico, con fattezze simili al precedente quando trascorre un lasso di tempo, sia che esso sia breve o lungo.
Sono tutte caratteristiche affascinanti, ma ci si può perdere, se il tutto non risultasse ben amalgamato, e infatti, per quanto si tenda a dare una spiegazione anche all'utilizzo dei geoglifi, il tutto risulterà poco convincente, come se stessimo di fronte a una forzatura voluta, un peccato.
Una delle problematiche maggiori è proprio in alcune forzature volute: lo spettatore assisterà (in questo caso "subirà", sarebbe più indovinato) ad alcune scene, senza comprendere il motivo per cui si è giunti a tal contesto: belle da vedere, ma slegate dal contesto, quasi immotivate.
Fra i vari personaggi il simpatico Miura Kyoji, il carismatico Tate Masanari e i sin troppo umani Hiroshi Daimon e Kiritake Yuka, con le loro controparti del passato, forniranno un buon intreccio, a cui si aggiungono altri personaggi in realtà poco più che comparse, che avrebbero voluto avere maggior risalto nella storia, quasi avessero litigato con la produzione.
L'agire di Yuka è comprensibile, genuino, debole e forte al tempo stesso, una vera donna che avrebbe più bisogno di un vero adulto piuttosto che un ragazzino. «Nazca» è anche questo, varie storie d'amore la cui principale non è affatto scontata nell'evolversi e nell'epilogo, e non solo saranno storie d'amore ma anche di affetto, di amicizia, di stima. L'amore che va contro le regole, ai doveri, che in un mondo di guerrieri è tutto.
Ci sono poi notevoli differenze rispetto alla vita precedente, dovute a un completamente diverso passato trascorso insieme; l'assenza di guerre nel Giappone moderno ha facilitato il rafforzarsi di alcuni legami, che meno erano forti nel passato. Peccato che i personaggi secondari risultino poco più che abbozzati, in quanto le loro storie, le loro motivazioni potevano aggiungere molto alla storia principale. I dialoghi sono molto curati, di impatto, reali e affascinanti, l'azione dell'anime è soprattutto in questi scontri verbali molto tesi. Ottime le interpretazioni dei vari doppiatori sia nella versione italiana che in quella originale.
Le musiche utilizzate sono molto interessanti e particolari, l'opening "Ai no Fuuga" è eseguita da The Eccentric Opera ed è spettacolare nell'esecuzione, mentre la ending "Il condor passa", cantata da Nami Sagara, è piacevole all'ascolto. Le OST sono notevoli, alcune di forte impatto.
Le animazioni, a cura dello studio, ormai defunto, Radix, risultano abbastanza fluide, soprattutto in alcune scene di combattimento, mentre la qualità dei disegni varia fra i vari episodi, non risultando costante, venendo per la maggior parte dei casi rappresentati in maniera realistica corpi e volti dei vari protagonisti. Non vi saranno scene disturbanti o scabrose.
In definitiva, un anime che mescola ottime idee in maniera non sempre convinta, talvolta disorientando lo spettatore, dove dialoghi e sentimenti sapranno superare l'azione che comunque non mancherà.
Consigliato a chi cerca nell'originalità di un'opera l'essere spronati ad approfondire le tematiche espresse.
La storia narra di alcuni ragazzi giapponesi che vivono normalmente la loro vita, sino a quando scoprono di essere stati antichi guerrieri in passato. Mantenendo i ricordi della precedente vita, essi si sono reincarnati nel presente, per terminare quanto avevano lasciato in sospeso. Saranno due fazioni, l'una contro l'altra.
I temi trattati e i luoghi dove si svolgono le vicende sono molto particolari e interessanti: da una parte abbiamo la pianura di Nazca, con le sue celebri linee, quei famosi geoglifi che tanto hanno fatto sognare - quante ipotesi assurde sono state fatte al riguardo e, anche se a conti fatti sarà solo un contorno alla storia narrata, è incantevole; dall'altra i personaggi provengono dalla civiltà Inca, all'epoca delle lotte interne fra il sovrano Huáscar e il fratellastro Atahuallpa (entrambi realmente esistiti), un'antica civiltà con abilità misteriose; infine, fulcro della storia è il concetto filosofico della reincarnazione, della rinascita dell'anima in un altro corpo fisico, con fattezze simili al precedente quando trascorre un lasso di tempo, sia che esso sia breve o lungo.
Sono tutte caratteristiche affascinanti, ma ci si può perdere, se il tutto non risultasse ben amalgamato, e infatti, per quanto si tenda a dare una spiegazione anche all'utilizzo dei geoglifi, il tutto risulterà poco convincente, come se stessimo di fronte a una forzatura voluta, un peccato.
Una delle problematiche maggiori è proprio in alcune forzature volute: lo spettatore assisterà (in questo caso "subirà", sarebbe più indovinato) ad alcune scene, senza comprendere il motivo per cui si è giunti a tal contesto: belle da vedere, ma slegate dal contesto, quasi immotivate.
Fra i vari personaggi il simpatico Miura Kyoji, il carismatico Tate Masanari e i sin troppo umani Hiroshi Daimon e Kiritake Yuka, con le loro controparti del passato, forniranno un buon intreccio, a cui si aggiungono altri personaggi in realtà poco più che comparse, che avrebbero voluto avere maggior risalto nella storia, quasi avessero litigato con la produzione.
L'agire di Yuka è comprensibile, genuino, debole e forte al tempo stesso, una vera donna che avrebbe più bisogno di un vero adulto piuttosto che un ragazzino. «Nazca» è anche questo, varie storie d'amore la cui principale non è affatto scontata nell'evolversi e nell'epilogo, e non solo saranno storie d'amore ma anche di affetto, di amicizia, di stima. L'amore che va contro le regole, ai doveri, che in un mondo di guerrieri è tutto.
Ci sono poi notevoli differenze rispetto alla vita precedente, dovute a un completamente diverso passato trascorso insieme; l'assenza di guerre nel Giappone moderno ha facilitato il rafforzarsi di alcuni legami, che meno erano forti nel passato. Peccato che i personaggi secondari risultino poco più che abbozzati, in quanto le loro storie, le loro motivazioni potevano aggiungere molto alla storia principale. I dialoghi sono molto curati, di impatto, reali e affascinanti, l'azione dell'anime è soprattutto in questi scontri verbali molto tesi. Ottime le interpretazioni dei vari doppiatori sia nella versione italiana che in quella originale.
Le musiche utilizzate sono molto interessanti e particolari, l'opening "Ai no Fuuga" è eseguita da The Eccentric Opera ed è spettacolare nell'esecuzione, mentre la ending "Il condor passa", cantata da Nami Sagara, è piacevole all'ascolto. Le OST sono notevoli, alcune di forte impatto.
Le animazioni, a cura dello studio, ormai defunto, Radix, risultano abbastanza fluide, soprattutto in alcune scene di combattimento, mentre la qualità dei disegni varia fra i vari episodi, non risultando costante, venendo per la maggior parte dei casi rappresentati in maniera realistica corpi e volti dei vari protagonisti. Non vi saranno scene disturbanti o scabrose.
In definitiva, un anime che mescola ottime idee in maniera non sempre convinta, talvolta disorientando lo spettatore, dove dialoghi e sentimenti sapranno superare l'azione che comunque non mancherà.
Consigliato a chi cerca nell'originalità di un'opera l'essere spronati ad approfondire le tematiche espresse.
"Nazca" è la storia di un gruppo di ragazzi, ovviamente giapponesi, esperti di kendo e non solo. All'apparenza tutto è normale, ma ben presto scopriranno di essere la reincarnazione di guerrieri Inca, vissuti cinquecento anni prima. Ma la vita precedente non si limiterà a semplici flashback e a giustificare le loro attuali capacità, come avviene spesso negli anime di questo tipo. Al contrario le vecchie personalità tenderanno a prendere il sopravvento sulle nuove e a spingerli a combattere di nuovo la guerra civile di cinquecento anni prima. Scopo della guerra sarà aprire i cancelli dell'Ilyatesse, immensa fonte di potere non certo benigno, che potrebbe portare alla distruzione della stessa umanità.
Se l'incipit è ancora accettabile, la trattazione è semplicemente deprimente. Una storia banale, con personaggi piatti e poco carismatici, come se gli autori avessero lavorato al risparmio, convinti che lo scenario andino e la relativa mitologia sarebbero bastati a rendere valido l'anime. Nemici così intelligenti da voler aprire i cancelli pur ricordando gli antichi disastri provocati da quelle maligne energie...
Il titolo è accattivante, perché strizza l'occhio alle celebri linee tanto amate dagli ufologi, invece è un'opera mediocre in tutti i sensi, comprese grafica e regia. La colonna sonora, invece, è da dieci e lode, ma, dato che odio le scatole belle ma vuote, è riuscita solo a farmelo sentire più odioso.
Voto: 3
Se l'incipit è ancora accettabile, la trattazione è semplicemente deprimente. Una storia banale, con personaggi piatti e poco carismatici, come se gli autori avessero lavorato al risparmio, convinti che lo scenario andino e la relativa mitologia sarebbero bastati a rendere valido l'anime. Nemici così intelligenti da voler aprire i cancelli pur ricordando gli antichi disastri provocati da quelle maligne energie...
Il titolo è accattivante, perché strizza l'occhio alle celebri linee tanto amate dagli ufologi, invece è un'opera mediocre in tutti i sensi, comprese grafica e regia. La colonna sonora, invece, è da dieci e lode, ma, dato che odio le scatole belle ma vuote, è riuscita solo a farmelo sentire più odioso.
Voto: 3
Il titolo dell'anime in questione, trasmesso in Giappone nel '98 e portato in Italia dalla Dynit, si riferisce a un'antica popolazione del Sud America conosciuta soprattutto per le cosiddette 'linee', chilometrici disegni tracciati nel terreno, che a distanza di secoli destano interesse immutato, e che ritroviamo appunto in quest'opera. Nazca potrebbe, e sottolineo 'potrebbe' beneficiare della potenziale attrattiva della sua ambientazione, come di uno spunto iniziale non certo da buttare, ma invece fallisce quasi totalmente. 'Quasi', poiché a liberarsi dall'anonimato e a mantenere integro quel minimo d'atmosfera che uno scenario simile avrebbe potuto garantire è soltanto la colonna sonora, mista di soluzioni classiche e tradizionali. Di tutto il resto non si salva granché: i personaggi sono disegnati in modo elegante, ma impersonale, di pari passo con la loro caratterizzazione psicologica; le animazioni soffrono di rigidezza e gli effetti adoperati sono rudimentali; e per ultima, in tutti i sensi, c'è una trama che oltre ad avere poco da dire - almeno in dieci episodi su dodici non si sentono che le medesime chiacchiere sui 'cancelli dell'Ilyatesse' - nonché risvolti prevedibili, pecca di alcune incertezze relative alla cronologia degli avvenimenti e alla sovrapposizione tra mondo moderno e precolombiano.
Una piccola curiosità che ha poco a che vedere con la recensione: ricordate gli spezzoni animati della sigla d'apertura del telefilm Malcolm? Sì, appartengono a quest'anime.
Una piccola curiosità che ha poco a che vedere con la recensione: ricordate gli spezzoni animati della sigla d'apertura del telefilm Malcolm? Sì, appartengono a quest'anime.
Lento, sciocco, banale, inconsistente. Peccato, devo dirlo mi aspettavo molto di più, il tema poteva essere strutturato in modo sicuramente più interessante e accattivante e invece. Tutto accade troppo in fretta, e le cose che invece dovrebbero scorrere di più sono lente e noiose.
La grafica non è nulla di particolare, c'è di meglio in giro. Le musiche sono fatte bene... molto; Il 4 più che per la serie è per la delusione della trama, fatta con mille lire date ad un 12enne. Ripeto peccato.
La grafica non è nulla di particolare, c'è di meglio in giro. Le musiche sono fatte bene... molto; Il 4 più che per la serie è per la delusione della trama, fatta con mille lire date ad un 12enne. Ripeto peccato.
La storia, per farla breve, è quella del "risveglio" di alcuni guerrieri inca reincarnatisi in alcuni personaggi che ruotano intorno a una scuola di kendo. Le relazioni tra loro vengono sconvolte dal lento ritorno alla memoria di antichi odi e amori... e soprattutto dal ricordo di un'insanabile lotta tra due fazioni.
La storia ha indubbiamente molti punti di originalità, anche se non può competere con un capolavoro come "Proteggi la mia terra". Originale è l'ambientazione latinoamericana, anche se nutro perplessità sul fatto che i virili guerrieri incas girassero vestiti di calzamaglie e piume :-) Bello il chara, semplice ma capace di alcune espressioni - soprattutto di occhi e bocca - molto realistiche.
L'anime meriterebbe un 6,5 ma alzo per la musica, che meriterebbe... mmm... 9 o 10, fate voi: tra l'apertura (Omnia sol) e la conclusione (El condor pasa), è un intrecciarsi di voci liriche, cori gregoriani, sintetizzatori, flauti andini. Eccellente e non scontata la scelta di brani di musica classica (da Schubert al Requiem di Faurè) come sottofondo. Ho scaricato la colonna sonora e sono settanta minuti di musica di grande fascino e qualità, che non si ripete *mai*. E' incredibile che abbiano investito così tanto per questa serie; si scopre con gioia che non esistono solo la Kanno e Mizoguchi, che pure amo.
Veniamo ai limiti. Le animazioni mancano di scioltezza ma soprattutto... la trama. Oibò, era partito tanto bene e poi diventa un anime normale, senza infamia e senza lode: lotte perché il "cattivo" vuole distruggere il mondo per purificarlo, sacrificio finale che lo redime, ecc. ecc. Alcuni personaggi sono sbozzati, altri francamente inutili (i due amici di Kioji rispondono perfettamente allo standard del gigante buono e del bambino).
Ergo: guardate il primo episodio e soprattutto procuratevi la colonna sonora!
La storia ha indubbiamente molti punti di originalità, anche se non può competere con un capolavoro come "Proteggi la mia terra". Originale è l'ambientazione latinoamericana, anche se nutro perplessità sul fatto che i virili guerrieri incas girassero vestiti di calzamaglie e piume :-) Bello il chara, semplice ma capace di alcune espressioni - soprattutto di occhi e bocca - molto realistiche.
L'anime meriterebbe un 6,5 ma alzo per la musica, che meriterebbe... mmm... 9 o 10, fate voi: tra l'apertura (Omnia sol) e la conclusione (El condor pasa), è un intrecciarsi di voci liriche, cori gregoriani, sintetizzatori, flauti andini. Eccellente e non scontata la scelta di brani di musica classica (da Schubert al Requiem di Faurè) come sottofondo. Ho scaricato la colonna sonora e sono settanta minuti di musica di grande fascino e qualità, che non si ripete *mai*. E' incredibile che abbiano investito così tanto per questa serie; si scopre con gioia che non esistono solo la Kanno e Mizoguchi, che pure amo.
Veniamo ai limiti. Le animazioni mancano di scioltezza ma soprattutto... la trama. Oibò, era partito tanto bene e poi diventa un anime normale, senza infamia e senza lode: lotte perché il "cattivo" vuole distruggere il mondo per purificarlo, sacrificio finale che lo redime, ecc. ecc. Alcuni personaggi sono sbozzati, altri francamente inutili (i due amici di Kioji rispondono perfettamente allo standard del gigante buono e del bambino).
Ergo: guardate il primo episodio e soprattutto procuratevi la colonna sonora!