DanMachi
Questo anime parla di un ragazzo di nome Bell Cranel. Questo ragazzo decide di fare l'avventuriero e per questo l'unica Dea che lo potrà reclutare, siccome è molto scarso, sarà Hestia. Bell sarà l'unico membro della sua famiglia inizialmente, perchè a quanto pare l'unica cosa che ha questa Dea è un grande seno, senza aver nessun potere come le altre Dee. L' obbiettivo di questi avventurieri è fare dei piani di un dungeon, più il piano è alto e più il coefficiente di difficoltà sale. Durante la serie scopriremo che Bell si innamorerà di una ragazza eccessivamente forte e che sarà portatore di un potere che gli farà fare la differenza.
La storia non è per niente male! In alcuni tratti mi ha veramente divertito e devo dire che le animazioni sono veramente ben fatte. In alcune scene di combattimento mi aspettavo qualcosa in più, ma perdonabile visto che il genere azione è secondario. La personalità data ai personaggi è veramente eccellente come non succede spesso. I dialoghi si seguono bene, come la storia scorre in maniera liscia e pulita. Consiglio di guardarlo visto che è intrigante e abbastanza strambo. Almeno non è stata la solita noia dove si vedono solo ragazze che ci provano col protagonista.
La storia non è per niente male! In alcuni tratti mi ha veramente divertito e devo dire che le animazioni sono veramente ben fatte. In alcune scene di combattimento mi aspettavo qualcosa in più, ma perdonabile visto che il genere azione è secondario. La personalità data ai personaggi è veramente eccellente come non succede spesso. I dialoghi si seguono bene, come la storia scorre in maniera liscia e pulita. Consiglio di guardarlo visto che è intrigante e abbastanza strambo. Almeno non è stata la solita noia dove si vedono solo ragazze che ci provano col protagonista.
Avventure in dungeon pericolosi, esplorati in compagnia di ragazze erogene, sono l'arma definitiva con cui invitare un pubblico maschile a guardare un anime, "DanMachi" rispecchia fedelmente il genere, dunque apprezziamo lo stile del disegno che risulta gradevole e l'idea di partenza della trama, che può nascondere un grande potenziale, ma levando l'harem e la lettura delle linee guida che ci introdurranno la struttura di questo ennesimo mondo fantasy, cosa rimane? Non molto, forse addirittura nulla, non ci sono colpi di scena, meriti registici, innovazioni, né tanto meno una storia! Ma semplicemente una breve saga piena di corpi mozzafiato e scenette comiche, senza una reale evoluzione, dove il susseguirsi degli eventi manca del tutto o se c'è, non è assolutamente coinvolgente; dove manca una morale più profonda ed è facile intuire lo scopo ultimo dell'anime stesso, vendere mettendo insieme elementi di successo.
Una volta sbrogliata la matassa, dopo esserci messi il cuore in pace sul fatto che non siamo di fronte a un capolavoro, di positivo c'è che nulla fa storcere il naso, personaggi passabili, la comicità abbastanza piacevole, i combattimenti non sono assolutamente nulla di speciale, ma nemmeno inguardabili, disegni come già detto buoni; in conclusione un anime a cui non si possono attribuire particolare demeriti, ma che mai potrà essere scambiato, nemmeno per sbaglio, per una pietra miliare, pochi episodi che non portano a nulla e che presto verranno dimenticati, sufficiente.
Una volta sbrogliata la matassa, dopo esserci messi il cuore in pace sul fatto che non siamo di fronte a un capolavoro, di positivo c'è che nulla fa storcere il naso, personaggi passabili, la comicità abbastanza piacevole, i combattimenti non sono assolutamente nulla di speciale, ma nemmeno inguardabili, disegni come già detto buoni; in conclusione un anime a cui non si possono attribuire particolare demeriti, ma che mai potrà essere scambiato, nemmeno per sbaglio, per una pietra miliare, pochi episodi che non portano a nulla e che presto verranno dimenticati, sufficiente.
In breve, il pantheon divino, composto da esponenti di varie culture ed epoche (ellenica, norrena, nipponica ecc), era geloso di come se la spassavano gli umani, quindi, invece di mandargli piaghe, guerre o pretendere sacrifici orribili, hanno preferito rinunciare a parte dei loro poteri e privilegi, per poter scendere sulla terra a complicargli direttamente la vita, continuando a farsi adorare, ma come sacri capigilda, o meglio, capi-familia, necessari sia per dare poteri che per farli evolvere, dopo aver accumulato esperienza nella immensa torre infestata della città.
Tratto dall'ennesimo romanzetto di stampo fantastico, "DanMachi", già nel suo sottotitolo "É sbagliato rimorchiar pilu nelle prigioni sotterranee?", fa capire come l'autore della storia, Fujino Omori, sia di poche pretese. Ci troveremo a seguire la storia di Bell Crane, un ragazzetto dall'animo più candido dei suoi capelli, che, mentre zappava mostriciattoli da bravo niubbetto, si è ritrovato all'improvviso inseguito da un bestione di un piano intermedio, finito li perché un gruppo di deficienti di medio-alto livello, se lo era lasciato scappare. Per sua fortuna viene salvato, a pelo, da Aiz Wallenstein, un ghiacciolo coi capelli biondi, facente parte proprio di quel gruppo. Bell, ovviamente, invece di coprirla coi peggio improperi, ringrazia, scappa e se ne invaghisce perdutamente, decidendo di farsi il mazzo per diventare forte abbastanza da essere degno di lei. Da bravo protagonista raccomandato, guarda caso, come prima abilità ne sblocca una sgravissima che, come nei peggiori Mmorpg piratati, gli da circa un X4 all'esperienza. Ne consegue che i progressi che di norma si farebbero in un anno di trincia-mostri, lui riesca a farli in un mese o poco meno. Ah già, questo bonus lo ha, forse, solo se combatte pienamente motivato, ma lui mette il cuore in ogni cosa che fa, da bravo tizio shonen, quindi... Level-UP!
In pratica, questa prima stagione si basa fondamentalmente sul passaggio di Bell dal primo al secondo livello della classe avventuriero, e sul suo trovare compagni fidati. Ma come, direte voi, solo il secondo livello? Si, anche se di norma i primi sono facili e veloci da realizzare, in questo mondo alternativo sono di base molto lenti da far salire, basti pensare che la musa ispiratrice di Bell, che è arrivata discretamente lontanta nell'attraversamento del dungeon, è un apparentemente misero, ma in realtà eccezionale, Livello 6. Ovviamente, sarebbe problematico poter spendere i punti guadagnati così di rado, quindi le abilità potranno comunque essere migliorate e acquisite senza un passaggio netto al livello successivo, che sottolineerà piuttosto l'efficacia, molto maggiorata, di ciò che si è appreso. Anche le statistiche sono separate e con valutazione differente. In pratica, se ogni livello comprende, come sembra, 9 livelli invisibili da superare, viene spontaneo pensare che il livello massimo sia il 10 e che, salvo qualche leggenda antica, ci sarà solo uno di nostra conoscenza che riuscirà ad arrivarci... prima di essere afflitto dall'osteoporosi.
Le prime cose che saltano all'occhio con "DanMachi", sono tre; primo, l'aspetto sozzetto di Hestia, personaggio basato sulla Estia greca protettrice del focolare, e qui involuta in una simpatica tappetta formosa, con codini da lolita, minigonna da prediciottesimo ed antipatia per le scarpe. Secondo, i mostri sono vittime che per quanto aggressive, fondamentalmente si fanno i fatti loro se non li disturbi, ma vengono tagliuzzate e accecate senza remore e nella maniera più dolorosa, il tutto per le tipiche gemme magiche da scambiare con valuta reale, ottenibile, volendo, anche in altri modi. Terzo, per quanto non si possa parlare pienamente di Harem, per il momento vi è il ripetersi della formula "chi ha il pane non ha i denti". In pratica, Bell, tanto penserà solo alla sua abilissima biondina impassibile, tanto piacerà a tutti gli altri elementi femminili di passaggio, siano esse dee, mezzelfe, locandiere, impiegate, avventuriere o mezze-cobolde. Manco lo menano o urlano a dovere quando sconfina, per sbaglio, in un bagno termale femminile.... dentro al dungeon.
Col tempo si uniranno a lui altri due elementi, di cui non è stata ben specificata, almeno nella serie tv, l'entrata ufficiale, o meno, nella familia di Hestia. La prima ad essere incontrata sarà Liliruca, una bimba kemonomini dal classico, triste passato da, "Piccola fiammiferaia" incattivita col mondo intero ("Ragnarok" docet), e che, oltre a portar bagagli e lanciare qualche dardo in caso di necessità, avrà l'arma più potente di tutte, l'elemento Moe attira-spettatori. Il secondo membro sarà invece Welf Crozzo, un giovane fabbro di nobili origini, che non vuole forgiare armi magiche, benché molto richieste, fondamentalmente... perché gli girano che dopo tanto lavoro si rompano al primo colpo, peggio delle armi di "Zelda - Breath of the Wild". Comprensibile!
La prima stagione di "Danmachi" è fondamentalmente un prodotto nella media, in cui però non riesco a trovare nemmeno un briciolo di originalità, oltre al voler cambiare, senza un motivo apparente, il sesso ad alcune figure divine, tipo Efesto o peggio... Loki, che pare più un travestito che una donna. Per il resto, "Danmachi" è solo un accumulo di roba già vista e masticata; dalle razze, alle magie, alle regole Gdr, fino agli elementi mitologici e religiosi. Non mancano nemmeno alcuni stereotipi. Persino gli avventurieri si distinguono facilmente. I buoni sono tutti giovani, forti e bellini, mentre le canaglie son per lo più brutte, scarse, attempate e barbariche. La storia ha giustificazioni pigre, la narrazione è facilona, il mondo è tratteggiato in modo grossolano e la nemica segreta è squallida, in quanto pare avere come unica motivazione una ninfomania deviata. Tutto ruoterà attorno a Bell, che ha ogni sgravo possibile; dall'abilità passiva, all'aiuto fortuito nel momento di bisogno, dal beccarsi oggetti utili e rari come il grimorio (sta cosa puzza un po') ad altro ancora. Addirittura, nello scontro finale di questa stagione, pur trattandosi di una battaglia corale, tra alleati, benché gli stessi compagni di Bell abbiano qualcosa da dire, alla fine i riflettori saranno sempre e solo puntati su di lui, che per risaltare contro un avversario troppo superiore, sarà praticamente dotato dell'infame "plot-armor".
Ma quindi... non vi è nulla che eleva la serie dalla mediocrità? Si, a parte un comparto visivo decente, la cura nei mostri e qualche mammella spalmata a dovere sul volto di Bell, forse due cose ci sono; il ritratto della bassezza umana, capace di violenza e mancanza di scrupoli per pura invidia e avidità ed i combattimenti, discretamente resi a livello fisico. Sadici, sobri e al tempo stesso epici al punto giusto, senza strafare né a livello sonoro né magico-sbrilluccicoso.
"DanMachi" è una serie che intrattiene bene nella componente d'azione. La torre infestata ha fascino, in quanto sembra a tratti un essere vivente e ci si aspetta qualcosa di grosso alla fine dei piani. Per quanto riguarda i personaggi, fortunatamente nessuno si farà realmente odiare, nemmeno il mezzo canide amico di Aiz. Per il resto, Bell, poveretto, farà involontariamente il possibile per essere un personaggio poco interessante e per impedire agli altri di rubargli la scena. In definitiva... c'è di meglio, ma non dispiace.
Tratto dall'ennesimo romanzetto di stampo fantastico, "DanMachi", già nel suo sottotitolo "É sbagliato rimorchiar pilu nelle prigioni sotterranee?", fa capire come l'autore della storia, Fujino Omori, sia di poche pretese. Ci troveremo a seguire la storia di Bell Crane, un ragazzetto dall'animo più candido dei suoi capelli, che, mentre zappava mostriciattoli da bravo niubbetto, si è ritrovato all'improvviso inseguito da un bestione di un piano intermedio, finito li perché un gruppo di deficienti di medio-alto livello, se lo era lasciato scappare. Per sua fortuna viene salvato, a pelo, da Aiz Wallenstein, un ghiacciolo coi capelli biondi, facente parte proprio di quel gruppo. Bell, ovviamente, invece di coprirla coi peggio improperi, ringrazia, scappa e se ne invaghisce perdutamente, decidendo di farsi il mazzo per diventare forte abbastanza da essere degno di lei. Da bravo protagonista raccomandato, guarda caso, come prima abilità ne sblocca una sgravissima che, come nei peggiori Mmorpg piratati, gli da circa un X4 all'esperienza. Ne consegue che i progressi che di norma si farebbero in un anno di trincia-mostri, lui riesca a farli in un mese o poco meno. Ah già, questo bonus lo ha, forse, solo se combatte pienamente motivato, ma lui mette il cuore in ogni cosa che fa, da bravo tizio shonen, quindi... Level-UP!
In pratica, questa prima stagione si basa fondamentalmente sul passaggio di Bell dal primo al secondo livello della classe avventuriero, e sul suo trovare compagni fidati. Ma come, direte voi, solo il secondo livello? Si, anche se di norma i primi sono facili e veloci da realizzare, in questo mondo alternativo sono di base molto lenti da far salire, basti pensare che la musa ispiratrice di Bell, che è arrivata discretamente lontanta nell'attraversamento del dungeon, è un apparentemente misero, ma in realtà eccezionale, Livello 6. Ovviamente, sarebbe problematico poter spendere i punti guadagnati così di rado, quindi le abilità potranno comunque essere migliorate e acquisite senza un passaggio netto al livello successivo, che sottolineerà piuttosto l'efficacia, molto maggiorata, di ciò che si è appreso. Anche le statistiche sono separate e con valutazione differente. In pratica, se ogni livello comprende, come sembra, 9 livelli invisibili da superare, viene spontaneo pensare che il livello massimo sia il 10 e che, salvo qualche leggenda antica, ci sarà solo uno di nostra conoscenza che riuscirà ad arrivarci... prima di essere afflitto dall'osteoporosi.
Le prime cose che saltano all'occhio con "DanMachi", sono tre; primo, l'aspetto sozzetto di Hestia, personaggio basato sulla Estia greca protettrice del focolare, e qui involuta in una simpatica tappetta formosa, con codini da lolita, minigonna da prediciottesimo ed antipatia per le scarpe. Secondo, i mostri sono vittime che per quanto aggressive, fondamentalmente si fanno i fatti loro se non li disturbi, ma vengono tagliuzzate e accecate senza remore e nella maniera più dolorosa, il tutto per le tipiche gemme magiche da scambiare con valuta reale, ottenibile, volendo, anche in altri modi. Terzo, per quanto non si possa parlare pienamente di Harem, per il momento vi è il ripetersi della formula "chi ha il pane non ha i denti". In pratica, Bell, tanto penserà solo alla sua abilissima biondina impassibile, tanto piacerà a tutti gli altri elementi femminili di passaggio, siano esse dee, mezzelfe, locandiere, impiegate, avventuriere o mezze-cobolde. Manco lo menano o urlano a dovere quando sconfina, per sbaglio, in un bagno termale femminile.... dentro al dungeon.
Col tempo si uniranno a lui altri due elementi, di cui non è stata ben specificata, almeno nella serie tv, l'entrata ufficiale, o meno, nella familia di Hestia. La prima ad essere incontrata sarà Liliruca, una bimba kemonomini dal classico, triste passato da, "Piccola fiammiferaia" incattivita col mondo intero ("Ragnarok" docet), e che, oltre a portar bagagli e lanciare qualche dardo in caso di necessità, avrà l'arma più potente di tutte, l'elemento Moe attira-spettatori. Il secondo membro sarà invece Welf Crozzo, un giovane fabbro di nobili origini, che non vuole forgiare armi magiche, benché molto richieste, fondamentalmente... perché gli girano che dopo tanto lavoro si rompano al primo colpo, peggio delle armi di "Zelda - Breath of the Wild". Comprensibile!
La prima stagione di "Danmachi" è fondamentalmente un prodotto nella media, in cui però non riesco a trovare nemmeno un briciolo di originalità, oltre al voler cambiare, senza un motivo apparente, il sesso ad alcune figure divine, tipo Efesto o peggio... Loki, che pare più un travestito che una donna. Per il resto, "Danmachi" è solo un accumulo di roba già vista e masticata; dalle razze, alle magie, alle regole Gdr, fino agli elementi mitologici e religiosi. Non mancano nemmeno alcuni stereotipi. Persino gli avventurieri si distinguono facilmente. I buoni sono tutti giovani, forti e bellini, mentre le canaglie son per lo più brutte, scarse, attempate e barbariche. La storia ha giustificazioni pigre, la narrazione è facilona, il mondo è tratteggiato in modo grossolano e la nemica segreta è squallida, in quanto pare avere come unica motivazione una ninfomania deviata. Tutto ruoterà attorno a Bell, che ha ogni sgravo possibile; dall'abilità passiva, all'aiuto fortuito nel momento di bisogno, dal beccarsi oggetti utili e rari come il grimorio (sta cosa puzza un po') ad altro ancora. Addirittura, nello scontro finale di questa stagione, pur trattandosi di una battaglia corale, tra alleati, benché gli stessi compagni di Bell abbiano qualcosa da dire, alla fine i riflettori saranno sempre e solo puntati su di lui, che per risaltare contro un avversario troppo superiore, sarà praticamente dotato dell'infame "plot-armor".
Ma quindi... non vi è nulla che eleva la serie dalla mediocrità? Si, a parte un comparto visivo decente, la cura nei mostri e qualche mammella spalmata a dovere sul volto di Bell, forse due cose ci sono; il ritratto della bassezza umana, capace di violenza e mancanza di scrupoli per pura invidia e avidità ed i combattimenti, discretamente resi a livello fisico. Sadici, sobri e al tempo stesso epici al punto giusto, senza strafare né a livello sonoro né magico-sbrilluccicoso.
"DanMachi" è una serie che intrattiene bene nella componente d'azione. La torre infestata ha fascino, in quanto sembra a tratti un essere vivente e ci si aspetta qualcosa di grosso alla fine dei piani. Per quanto riguarda i personaggi, fortunatamente nessuno si farà realmente odiare, nemmeno il mezzo canide amico di Aiz. Per il resto, Bell, poveretto, farà involontariamente il possibile per essere un personaggio poco interessante e per impedire agli altri di rubargli la scena. In definitiva... c'è di meglio, ma non dispiace.
Anime davvero ben fatto e molto divertente, in cui non mancano momenti divertenti che faranno morire dal ridere, così come non mancherà l'azione e l'avventura. La trama è davvero coinvolgente ed interessante, e allo stesso tempo lo sono anche i personaggi e le animazioni. Non mancheranno scene ecchi, che sono comunque leggere, quindi adatte a tutti. Uno dei migliori anime fantasy che abbia mai visto. Da non perdere! Intanto non resta che aspettare la seconda stagione che uscirà molto a breve per fortuna!
"DanMachi" è stata davvero una bellissima scoperta. E' un anime incentrato su un RPG, ha davvero tutto quello che può chiedere chi, come me, è innamorato di questo genere di videogiochi e di anime avventurosifantasy: salite di livello, equipaggiamenti, armi, guerrieri di diverso genere e soprattutto lei, il personaggio che ho di più amato della serie, la Dea Hestia! Non è la solita storia con solo combattimenti e lame, qui c'è anche comicità e drammaticità, perché la storia offre anche una trama molto profonda e intrigante che sa tenerti incollato allo schermo.
Attenzione: la recensione contiene lievi spoiler
"Danjon ni Deai o Motomeru no wa Machigatteiru Darō ka", abbreviato in "Danmachi", è una serie di light novel di 12 volumi scritta da Fujino Ōmori. Il protagonista è Bell Cranel, un avventuriero solitario di livello uno che inizialmente è l'unico membro della Familia Estia. Le familie sono dei gruppi guidati da un dio o una dea che possono essere formati da centinaia di membri, così come da uno solo. Lo scopo di Bell è di diventare più forte per far colpo su Ais Wallenstein, anch'essa un avventuriera di livello 6 nota a tutti con il soprannome di "principessa della spada". Per diventare più forte bisogna inoltrarsi nei dungeon, una specie di mob spawner, dove puntualmente nascono vari mostri, che una volta uccisi rilasciano esperienza e vari oggetti. Bell inizialmente appare come un personaggio molto debole ma nonostante ciò, con i continui combattimenti nei dungeon, riesce man mano ad aumentare le sue statistiche in maniera sbalorditiva riuscendo a raggiungere il livello due in un solo mese e mezzo, stabilendo dunque un nuovo record e ottenendo il soprannome di Little Rookie. Il mese successivo raggiunge il livello tre e nel giro di altri due mesi il quattro, occasione in cui gli viene attribuito il nuovo soprannome di Rabbit Foot.
In "Danmachi" si può apprezzare la crescita del personaggio sia dal punto di vista delle abilità di combattimento che a livello sentimentale. Bell è il classico bravo ragazzo (molto sveglio), dove tutte si innamorano per la sua gentilezza e ingenuità, un classico delle commedie giapponesi. L'obbiettivo di crescere sempre di più per raggiungere Ais lo porta ad aumentare coraggio e determinazione, due elementi essenziali per un avventuriero. Estia è la classica loli tettona innamorata di Bell e mostra gelosia appena una ragazza gli si avvicina, inutile dire che non trova mai il coraggio di rivelargli i suoi sentimenti. I vantaggi di "Danmachi" sono vari, la grafica si presenta in maniera molto luminosa, il dungeon è ben dettagliato e le ambientazioni sono ottime, la morte dei mostri è esaltata dagli effetti speciali accompagnati dai vari suoni. La visione degli episodi è piacevole e divertente, come staff per il doppiaggio troviamo:Yoshitsugu Matsuoka nel ruolo di Bell Cranel, Inori Minase nel ruolo di Estia, Maaya Uchida nel ruolo di Liliruca Arde e Yoshimasa Hosoya nel ruolo di Welf Crozzo, dove ognuno di loro doppia perfettamente i propri personaggi.
L'amore per l'avventura, la rivelante fedeltà verso i propri Dei e il "non arrendersi mai" rende "Danmachi" un anime degno per la visione.
Voto finale 10 .
"Danjon ni Deai o Motomeru no wa Machigatteiru Darō ka", abbreviato in "Danmachi", è una serie di light novel di 12 volumi scritta da Fujino Ōmori. Il protagonista è Bell Cranel, un avventuriero solitario di livello uno che inizialmente è l'unico membro della Familia Estia. Le familie sono dei gruppi guidati da un dio o una dea che possono essere formati da centinaia di membri, così come da uno solo. Lo scopo di Bell è di diventare più forte per far colpo su Ais Wallenstein, anch'essa un avventuriera di livello 6 nota a tutti con il soprannome di "principessa della spada". Per diventare più forte bisogna inoltrarsi nei dungeon, una specie di mob spawner, dove puntualmente nascono vari mostri, che una volta uccisi rilasciano esperienza e vari oggetti. Bell inizialmente appare come un personaggio molto debole ma nonostante ciò, con i continui combattimenti nei dungeon, riesce man mano ad aumentare le sue statistiche in maniera sbalorditiva riuscendo a raggiungere il livello due in un solo mese e mezzo, stabilendo dunque un nuovo record e ottenendo il soprannome di Little Rookie. Il mese successivo raggiunge il livello tre e nel giro di altri due mesi il quattro, occasione in cui gli viene attribuito il nuovo soprannome di Rabbit Foot.
In "Danmachi" si può apprezzare la crescita del personaggio sia dal punto di vista delle abilità di combattimento che a livello sentimentale. Bell è il classico bravo ragazzo (molto sveglio), dove tutte si innamorano per la sua gentilezza e ingenuità, un classico delle commedie giapponesi. L'obbiettivo di crescere sempre di più per raggiungere Ais lo porta ad aumentare coraggio e determinazione, due elementi essenziali per un avventuriero. Estia è la classica loli tettona innamorata di Bell e mostra gelosia appena una ragazza gli si avvicina, inutile dire che non trova mai il coraggio di rivelargli i suoi sentimenti. I vantaggi di "Danmachi" sono vari, la grafica si presenta in maniera molto luminosa, il dungeon è ben dettagliato e le ambientazioni sono ottime, la morte dei mostri è esaltata dagli effetti speciali accompagnati dai vari suoni. La visione degli episodi è piacevole e divertente, come staff per il doppiaggio troviamo:Yoshitsugu Matsuoka nel ruolo di Bell Cranel, Inori Minase nel ruolo di Estia, Maaya Uchida nel ruolo di Liliruca Arde e Yoshimasa Hosoya nel ruolo di Welf Crozzo, dove ognuno di loro doppia perfettamente i propri personaggi.
L'amore per l'avventura, la rivelante fedeltà verso i propri Dei e il "non arrendersi mai" rende "Danmachi" un anime degno per la visione.
Voto finale 10 .
"DanMachi" (meno male che esistono le abbreviazioni) è un anime del 2015 di tredici episodi, tratto da una light novel e appartenente al filone degli anime RPG, anche se ormai è più giusto dire 'genere', come il majokko o il mecha.
Le divinità hanno deciso di vivere fra i mortali sigillando i proprio poteri, la luce divina, per condividere gioie e dolori della vita. Unico tratto divino che mantengono è la possibilità di donare ai mortali la grazia, una sorta di benedizione, e renderli parte della propria familia. Il protagonista è Bell Cranel, avventuriero dilettante e unico membro della famiglia Hestia, dea del focolare, che mentre si trova nel dungeon si imbatte in Aiz Wallenstein. L'incontro spronerà il ragazzo a diventare sempre più forte.
I personaggi non sono particolarmente approfonditi, ma risultano piacevoli e simpatici, ognuno con la sua storia da raccontare. C'è una forte predominanza femminile, con sporadico fan-service, fra cui spicca Hestia, il personaggio meglio riuscito di tutta l' opera (quel nastro blu andrebbe brevettato). Bell é il classico ingenuo, timido di buon cuore sempre pronto a perdonare tutto; caratterialmente non cambia, anche perché le vicende narrate si svolgono in circa un mese. Le sue capacità cambiano, invece, e anche tanto. Bell diventerà sempre più forte, affrontando mostri e rischiando la vita in combattimenti davvero avvincenti. Proprio come in un gioco, ogni volta Hestia aggiornerà la grazia conferendogli un aumento delle statistiche.
Vero punto di forza dell' opera è l' ambientazione: la città di Orario è variegata; divisa tra feste, gilde, loschi avventurieri e divinità capricciose. Il dungeon invece è strutturato in piani, ciascuno con propri mostri generati dal dungeon stesso, che sembra possedere una sua volontà.
La storia di "DanMachi è semplice", a tratti quasi banale, sul finale e in alcune parti diventa un po' approssimativa, ma resta comunque godibile.
"DanMachi" va visto se si cerca un' opera leggere e senza pretese, adatta a tutti.
Personalmente parlando, "DanMachi" rappresenta come dovrebbero essere tutti gli anime RPG: delle storie d'avventura come quelle che tutti leggevamo, proprio come Bell, da bambini.
Le divinità hanno deciso di vivere fra i mortali sigillando i proprio poteri, la luce divina, per condividere gioie e dolori della vita. Unico tratto divino che mantengono è la possibilità di donare ai mortali la grazia, una sorta di benedizione, e renderli parte della propria familia. Il protagonista è Bell Cranel, avventuriero dilettante e unico membro della famiglia Hestia, dea del focolare, che mentre si trova nel dungeon si imbatte in Aiz Wallenstein. L'incontro spronerà il ragazzo a diventare sempre più forte.
I personaggi non sono particolarmente approfonditi, ma risultano piacevoli e simpatici, ognuno con la sua storia da raccontare. C'è una forte predominanza femminile, con sporadico fan-service, fra cui spicca Hestia, il personaggio meglio riuscito di tutta l' opera (quel nastro blu andrebbe brevettato). Bell é il classico ingenuo, timido di buon cuore sempre pronto a perdonare tutto; caratterialmente non cambia, anche perché le vicende narrate si svolgono in circa un mese. Le sue capacità cambiano, invece, e anche tanto. Bell diventerà sempre più forte, affrontando mostri e rischiando la vita in combattimenti davvero avvincenti. Proprio come in un gioco, ogni volta Hestia aggiornerà la grazia conferendogli un aumento delle statistiche.
Vero punto di forza dell' opera è l' ambientazione: la città di Orario è variegata; divisa tra feste, gilde, loschi avventurieri e divinità capricciose. Il dungeon invece è strutturato in piani, ciascuno con propri mostri generati dal dungeon stesso, che sembra possedere una sua volontà.
La storia di "DanMachi è semplice", a tratti quasi banale, sul finale e in alcune parti diventa un po' approssimativa, ma resta comunque godibile.
"DanMachi" va visto se si cerca un' opera leggere e senza pretese, adatta a tutti.
Personalmente parlando, "DanMachi" rappresenta come dovrebbero essere tutti gli anime RPG: delle storie d'avventura come quelle che tutti leggevamo, proprio come Bell, da bambini.
Probabilmente i giapponesi in questo periodo sono fissati con i mmorpg. Basta vedere tutti gli anime sul tema che stanno uscendo. La trama classica di queste serie basate sui mmorpg è: un ragazzo o un gruppo di ragazzi si trova intrappolato in questo mondo virtuale videoludico ed è costretto a sconfiggere mostri, boss, salire di livello eccetera per sopravvivere.
In DanMachi la trama cambia di un particolare, il nostro protagonista (Bell Cranel) non rimane intrappolato in tale mondo virtuale, è proprio il mondo fantasy in cui si muove che è organizzato in dungeon, livelli da salire, boss da sconfiggere eccetera. Figa come cosa vero? No, per niente. Penso che quando hanno scelto d farlo in questo modo gli autori dell'anime si sono detti: beh, l'idea di ragazzi che vengono intrappolati in un mondo virtuale con le regole di un mmorpg è già stata ampiamente utilizzata, allora sai che facciamo? Semplice, la storia si svolge proprio in un mondo fantasy con le regole di un mmorpg. Peccato che tale tipologia di videogioco funziona proprio perché sei tu a giocare. Dover vedere in una serie animata un ragazzino che va in un dungeon (che sono lunghissime grotte orribili), combattere mostri generici, salire di livello, insomma, è abbastanza noioso. Gli autori probabilmente l'hanno capito e per rimediare hanno dovuto creare una serie di storielle d'amore per il protagonista. Ma soprattutto un personaggio femminile clamoroso come Hestia, una divinità ragazzina dal carattere forte e travolgente ed esteticamente bellissima, considerando pure gli abiti che indossa. Quando uscì l'anime il fandom esplose letteralmente per Hestia. E diciamo che la sua sola presenza oscura tutti gli altri personaggi, sia in termini di bellezza che di caratterizzazione.
In conclusione quindi che dire? Un bel 10 pieno per Hestia ma un misero 5 per DanMachi che a conti fatti è noiosetto e scontato.
In DanMachi la trama cambia di un particolare, il nostro protagonista (Bell Cranel) non rimane intrappolato in tale mondo virtuale, è proprio il mondo fantasy in cui si muove che è organizzato in dungeon, livelli da salire, boss da sconfiggere eccetera. Figa come cosa vero? No, per niente. Penso che quando hanno scelto d farlo in questo modo gli autori dell'anime si sono detti: beh, l'idea di ragazzi che vengono intrappolati in un mondo virtuale con le regole di un mmorpg è già stata ampiamente utilizzata, allora sai che facciamo? Semplice, la storia si svolge proprio in un mondo fantasy con le regole di un mmorpg. Peccato che tale tipologia di videogioco funziona proprio perché sei tu a giocare. Dover vedere in una serie animata un ragazzino che va in un dungeon (che sono lunghissime grotte orribili), combattere mostri generici, salire di livello, insomma, è abbastanza noioso. Gli autori probabilmente l'hanno capito e per rimediare hanno dovuto creare una serie di storielle d'amore per il protagonista. Ma soprattutto un personaggio femminile clamoroso come Hestia, una divinità ragazzina dal carattere forte e travolgente ed esteticamente bellissima, considerando pure gli abiti che indossa. Quando uscì l'anime il fandom esplose letteralmente per Hestia. E diciamo che la sua sola presenza oscura tutti gli altri personaggi, sia in termini di bellezza che di caratterizzazione.
In conclusione quindi che dire? Un bel 10 pieno per Hestia ma un misero 5 per DanMachi che a conti fatti è noiosetto e scontato.
Siete in cerca di avventura e di qualcosa che vi faccia ridere? Questo è l'anime per voi. Incentrato su Bell Cranel, avventuriero inesperto che si reca quotidianamente nel Dungeon della propria città. La sua vita però avrà veramente una svolta solo nel momento in cui sarà costretto a combattere un mostro che non è al suo livello. Bell verrà salvato dalla nostra eroina Aiz Wallenstein di cui lui si prende una cotta e che cercherà d'ora in poi di raggiungere.
Nonostante ad un primo impatto possa risultare strano data l'assoluta impostazione come RPG col passare delle puntate vi abituerete a questo mondo e non ci farete più caso. Generalmente la storia ha un buon ritmo, non ci saranno momenti in cui non succede nulla o momenti in cui succede troppo, ogni puntata avrà un valore e dentro ognuna succederanno cose che vi diranno di più, sia sul mondo in cui vive Bell e sia su quello che è realmente il nostro protagonista. La storia evolverà non sempre in maniera prevedibile e alla fine potrete godervi un ottimo finale che, spero, vi soddisferà a pieno. Per finire non potevo non accennarvi della colonna sonora che personalmente ho amato e di cui non potevo proprio non parlare.
Nonostante ad un primo impatto possa risultare strano data l'assoluta impostazione come RPG col passare delle puntate vi abituerete a questo mondo e non ci farete più caso. Generalmente la storia ha un buon ritmo, non ci saranno momenti in cui non succede nulla o momenti in cui succede troppo, ogni puntata avrà un valore e dentro ognuna succederanno cose che vi diranno di più, sia sul mondo in cui vive Bell e sia su quello che è realmente il nostro protagonista. La storia evolverà non sempre in maniera prevedibile e alla fine potrete godervi un ottimo finale che, spero, vi soddisferà a pieno. Per finire non potevo non accennarvi della colonna sonora che personalmente ho amato e di cui non potevo proprio non parlare.
Credo che basti il titolo italiano per capire a che genere appartiene questo fantasy, tuttavia, per buona parte, la serie risulta sorprendentemente ben realizzata e piacevole, nonostante non sia il tipo che ami quando il fanservice, in questo caso le tette, mi vengono ripetutamente fatte sventolare in faccia. E se di queste ce ne sono in abbondanza, c'è anche altro, a partire da un protagonista che incarna il classico stereotipo del bravo ragazzo a tutti i costi, con un concetto di amore ingenuo e idealizzato, che nonostante possa sembrare sfigato, fa braccia nel cuore di tutte le ragazze carine che conosce appunto per la sua purezza, lealtà e determinazione. Aggiungendo stereotipo a stereotipo, la sua Dea, perché ogni avventuriero in questa ambientazione è al servizio di una divinità che gli dona la sua benevolenza, è una loli che ha un (piacevolissimo) difetto fisico che fa sì che le sue tette siano del tutto sproporzionate rispetto al resto del suo piccolo ed esilissimo corpo.
Le trama poi si può riassumere in: Bell, questo ragazzo apparentemente sfigato, che ha intenzione di diventare un avventuriero più forte, ergo salire di livello, affrontando nemici più potenti ed esplorando territori sempre più impervi, ergo scendere sempre più livelli nel dungeon. Riceve un boost nelle sue già forti motivazioni da un ragazza che gli salva la vita e di cui si innamora, e da quel momento farà di tutto per diventare forte e degno di lei. La determinazione che acquisisce è tale che gli attiva una abilità rarissima che gli fa bruciare le tappe, migliorando giorno dopo giorno come forse mai si è visto prima.
Da qui arrivano altri personaggi, in genere femminili e prosperosi, qualche intrigo e dispetto tra divinità, un po' di azione nei dungeon e sorprendentemente qualche scontro davvero ben realizzato in cui Bell riesce, con la sorpresa di tutti, ad affrontare e battere nemici apparentemente impossibili per le sue capacità. La fase di crescita delle sue statistiche e della sua considerazione da parte degli altri avventurieri è molto piacevole e ben resa, alla fine è facile immedesimarsi e il tutto scorre come in un RPG, con Bell come il vostro personaggio. Anche l'ambientazione non è male, si tratta della ricostruzione di un dungeon crawler e la rispettiva città base, in modo semplice e base, senza molti fronzoli o presunto realismo. Il che, per i fini proposti, va benissimo. Più attenzione è rivolta al dungeon, proposto come un ecosistema vivo e mutevole, esattamente come in un videogioco.
Le note che mi hanno fatto storcere il naso non mancano, come un 'cazzeggio' che a volte è eccessivo e in cui si abbonda soprattutto nella parte finale, quando mi sarei aspettato, se non un avere fine che mi ero già messo via di non trovare, almeno un crescendo di pathos e uno scontro di fine serie adeguato, che c'è stato solo in parte. Insomma, di tredici puntate, sopratutto nella seconda parte, ve ne sono almeno tre quasi del tutto buttate in cui si potevano sviluppare un po' meglio gli intrighi proposti. Ma, in una serie che fa del fanservice e delle tette dei personaggi femminili uno dei suoi punti di forza, è sicuramente chiedere troppo e anzi, mi stupisco di avere trovato una decina di episodi che mi siano veramente piaciuti.
Alla fine, "DanMachi" si lascia vedere con piacere, è un po' debole nel finale, ma è piaciuto ad uno che non ama troppo il genere harem. Se vi piace e un po' di fanservice non vi infastidisce, credo che dobbiate assolutamente vederlo, nelle speranza che ci sarà una seconda stagione.
Le trama poi si può riassumere in: Bell, questo ragazzo apparentemente sfigato, che ha intenzione di diventare un avventuriero più forte, ergo salire di livello, affrontando nemici più potenti ed esplorando territori sempre più impervi, ergo scendere sempre più livelli nel dungeon. Riceve un boost nelle sue già forti motivazioni da un ragazza che gli salva la vita e di cui si innamora, e da quel momento farà di tutto per diventare forte e degno di lei. La determinazione che acquisisce è tale che gli attiva una abilità rarissima che gli fa bruciare le tappe, migliorando giorno dopo giorno come forse mai si è visto prima.
Da qui arrivano altri personaggi, in genere femminili e prosperosi, qualche intrigo e dispetto tra divinità, un po' di azione nei dungeon e sorprendentemente qualche scontro davvero ben realizzato in cui Bell riesce, con la sorpresa di tutti, ad affrontare e battere nemici apparentemente impossibili per le sue capacità. La fase di crescita delle sue statistiche e della sua considerazione da parte degli altri avventurieri è molto piacevole e ben resa, alla fine è facile immedesimarsi e il tutto scorre come in un RPG, con Bell come il vostro personaggio. Anche l'ambientazione non è male, si tratta della ricostruzione di un dungeon crawler e la rispettiva città base, in modo semplice e base, senza molti fronzoli o presunto realismo. Il che, per i fini proposti, va benissimo. Più attenzione è rivolta al dungeon, proposto come un ecosistema vivo e mutevole, esattamente come in un videogioco.
Le note che mi hanno fatto storcere il naso non mancano, come un 'cazzeggio' che a volte è eccessivo e in cui si abbonda soprattutto nella parte finale, quando mi sarei aspettato, se non un avere fine che mi ero già messo via di non trovare, almeno un crescendo di pathos e uno scontro di fine serie adeguato, che c'è stato solo in parte. Insomma, di tredici puntate, sopratutto nella seconda parte, ve ne sono almeno tre quasi del tutto buttate in cui si potevano sviluppare un po' meglio gli intrighi proposti. Ma, in una serie che fa del fanservice e delle tette dei personaggi femminili uno dei suoi punti di forza, è sicuramente chiedere troppo e anzi, mi stupisco di avere trovato una decina di episodi che mi siano veramente piaciuti.
Alla fine, "DanMachi" si lascia vedere con piacere, è un po' debole nel finale, ma è piaciuto ad uno che non ama troppo il genere harem. Se vi piace e un po' di fanservice non vi infastidisce, credo che dobbiate assolutamente vederlo, nelle speranza che ci sarà una seconda stagione.
E' sbagliato cercare ragazze in un dungeon? Per il protagonista non è sbagliato e ve lo dimostrerà nel corso di questa serie. Forse molte recensioni sono state troppo buone o forse la mia sarà troppo cattiva, ma non penso che quest'anime merita di più anche se, in effetti, se non fosse stato per quelle poche qualità che i miei occhi hanno visto, il voto sarebbe stato più basso.
La trama è concentrata su Bell Cranel, un ragazzino che dopo aver perso suo nonno decide di andare all'avventura nel dungeon, un posto dove gli uomini bramosi si avventurano per ricchezza e fama, andando comunque verso tanti pericoli, tra cui la morte. Bell-san si introdurrà per guadagnare esperienza e forza ma durante uno scontro, perso in partenza, viene salvato da Aiz Wallenstein, una ragazza molto forte e famosa, di cui Bell si prende una bella cotta; questo spaventoso evento lo fa riflettere così da portarlo alla conclusione, ovvero diventare sempre più forte così da non essere più salvato da lei e finalmente raggiungerla in parità.
Il dungeon è diviso in piani in cui si presentano mostri da uccidere e raccoglierne i diamanti come merce di scambio per aver soldi, più si sale di livello e più mostri pericolosi ci sono, tra cui i boss che sono la sfida finale prima di attraversare un livello; ci sono anche tipi, come il protagonista, che non puntano alla fama o alla ricchezza ma solo all'avventura, guadagnando esperienza e forza. Gli umani prima di entrare nel dungeon devono entrare in una famiglia, guidati da un dio o una dea, che possono avere un numero casuale, ad esempio il protagonista è l'unico della famiglia sotto la guida della dea Hestia.
Dunque, l'anime presenta alcuni vantaggi subito visibili come la grafica, molto caratteristica e luminosa, così come i mostri nel dungeon sono disegnati benissimo, esaltando gli effetti speciali al momento della loro morte; il sonoro è accettabile, carine le sigle. L'ambientazione è il punto forte dell'anime, il dungeon così come la città dove risiede Bell sono posti pericolosi dove vige la regola del più forte.
Quello che non ho apprezzato è l'introduzione di alcuni personaggi, ad esempio Lili, inutile nel combattimento e sostanzialmente una nulla facente che mette nei guai il protagonista per poi mettere in risalto la gentilezza di Bell, inutile. Forse l'unico che ha senso è Crozzo, visto che comunque è colui che costruisce le armature e un arma per il protagonista. L'obiettivo del protagonista è raggiungere la principessa della spada Aiz, dopo il suo salvataggio nel dungeon con a seguire la cotta, ma nel finale non c'è una vera conclusione che porta soddisfazione tra i due, ma c'è solo tanta azione e una conclusione scontata e inutile. Per riassumere lo sviluppo della trama è positiva ma nel finale ha un blocco, come se non fosse un vero finale adatto a questa storia, come se avevano fretta di concludere l'anime e hanno dato una forza incredibile e scontata al protagonista. Inutile.
La trama è concentrata su Bell Cranel, un ragazzino che dopo aver perso suo nonno decide di andare all'avventura nel dungeon, un posto dove gli uomini bramosi si avventurano per ricchezza e fama, andando comunque verso tanti pericoli, tra cui la morte. Bell-san si introdurrà per guadagnare esperienza e forza ma durante uno scontro, perso in partenza, viene salvato da Aiz Wallenstein, una ragazza molto forte e famosa, di cui Bell si prende una bella cotta; questo spaventoso evento lo fa riflettere così da portarlo alla conclusione, ovvero diventare sempre più forte così da non essere più salvato da lei e finalmente raggiungerla in parità.
Il dungeon è diviso in piani in cui si presentano mostri da uccidere e raccoglierne i diamanti come merce di scambio per aver soldi, più si sale di livello e più mostri pericolosi ci sono, tra cui i boss che sono la sfida finale prima di attraversare un livello; ci sono anche tipi, come il protagonista, che non puntano alla fama o alla ricchezza ma solo all'avventura, guadagnando esperienza e forza. Gli umani prima di entrare nel dungeon devono entrare in una famiglia, guidati da un dio o una dea, che possono avere un numero casuale, ad esempio il protagonista è l'unico della famiglia sotto la guida della dea Hestia.
Dunque, l'anime presenta alcuni vantaggi subito visibili come la grafica, molto caratteristica e luminosa, così come i mostri nel dungeon sono disegnati benissimo, esaltando gli effetti speciali al momento della loro morte; il sonoro è accettabile, carine le sigle. L'ambientazione è il punto forte dell'anime, il dungeon così come la città dove risiede Bell sono posti pericolosi dove vige la regola del più forte.
Quello che non ho apprezzato è l'introduzione di alcuni personaggi, ad esempio Lili, inutile nel combattimento e sostanzialmente una nulla facente che mette nei guai il protagonista per poi mettere in risalto la gentilezza di Bell, inutile. Forse l'unico che ha senso è Crozzo, visto che comunque è colui che costruisce le armature e un arma per il protagonista. L'obiettivo del protagonista è raggiungere la principessa della spada Aiz, dopo il suo salvataggio nel dungeon con a seguire la cotta, ma nel finale non c'è una vera conclusione che porta soddisfazione tra i due, ma c'è solo tanta azione e una conclusione scontata e inutile. Per riassumere lo sviluppo della trama è positiva ma nel finale ha un blocco, come se non fosse un vero finale adatto a questa storia, come se avevano fretta di concludere l'anime e hanno dato una forza incredibile e scontata al protagonista. Inutile.
"Dungeon ni Deai wo Motomeru no wa Machigatte Iru Darou ka?" ("Is It Wrong to Try to Pick Up Girls in a Dungeon?"), abbreviato per comodità in "DanMachi", è un anime del 2015 costituito da tredici episodi di durata canonica, tratto da un'omonima serie di light novel tuttora in corso, scritta da Fujino Ōmori e illustrata da Suzuhito Yasuda.
La multietnica città di Orario, popolata da umani, elfi, nani e numerose altre razze, è il luogo in cui si radunano gli avventurieri, uomini e donne di svariate età e origini che, in cerca di fama e ricchezze, si inoltrano nel Dungeon, un labirintico sistema di cunicoli, corridoi e oscure caverne, disposti su più livelli sotterranei e infestati da una miriade di creature alquanto pericolose.
Tali avventurieri sono riuniti in Famiglie, ognuna delle quali gode della benedizione di un dio o di una dea. La vicenda si concentra, in particolare, su Bell Cranel, giovanissimo avventuriero alle prime armi e unico membro, escludendo l'omonima dea, dell'indigente Famiglia Hestia. In seguito a un incidente nel Dungeon, in cui viene salvato dall'algida Aiz Wallenstein, riconosciuta all'unanimità come una dei migliori avventurieri in circolazione, Bell si innamora di quest'ultima, ripromettendosi di migliorare sempre di più e sempre più in fretta, per dimostrarsi degno del proprio interesse amoroso.
La prima cosa che colpisce in "DanMachi" è senz'altro la forte ispirazione tratta dal mondo degli RPG: equipaggiamenti e armi di diverse qualità, oggetti recuperati dopo l'uccisione di mostri nel Dungeon, membri di un party che si supportano a vicenda, abilità che progrediscono insieme alla crescita dell'avventuriero e molto altro ancora.
Si tratta di elementi fondamentali all'interno della storia, che risultano nostalgici e familiari per chiunque si sia cimentato, almeno una volta nella propria vita, con questa tipologia di giochi e che, seppur non sufficienti a descrivere in modo davvero meticoloso l'universo in cui si svolge la vicenda, riescono comunque a dipingere un mondo ricco di magia e fascino.
La trama e i personaggi mancano certamente di originalità e complessità, ma, nella loro semplicità, si rivelano poco pretenziosi e più che adatti a dar vita a una serie estremamente scorrevole e godibile, che si lascia guardare con piacere per tutta la propria durata.
Bell Cranel è quanto di più shounen sia reperibile sul mercato: ingenuo e incline al perdono a livelli quasi nauseanti, il nostro protagonista è dotato di una determinazione incrollabile, che lo spinge a infrangere qualsiasi limite, pur di raggiungere i propri obiettivi, sorprendendo coloro che lo circondano e, a volte, anche gli spettatori. In quanto figura centrale di un anime basato su azione e crescita interiore, è l'unico personaggio a subire un'autentica maturazione, che lo porterà dall'essere un puerile e abbastanza fifone sprovveduto a diventare un puerile ma ardito sprovveduto.
Il cast di supporto, sebbene non venga coinvolto nello stesso processo di sviluppo, è indubbiamente importante nell'assecondarlo e alimentarlo, fornendo a Bell nemici, amici, punti di riferimento, sostegno morale e/o economico e, non meno rilevanti, spasimanti. Le caratterizzazioni dei personaggi, principali e secondari, sono spesso banali e molto nette, utili ad evidenziare alcuni tratti distintivi. Nondimeno, alcuni di essi nascondono retroscena molto interessanti, non di rado drammatici e degni di approfondimento.
La componente romantica è probabilmente l'elemento più goffo di tutto "DanMachi": se i sentimenti della dea Hestia sono comprensibili, dati lo stretto rapporto di fiducia e il costante contatto con il protagonista, molto meno lo è l'attrazione che quest'ultimo provoca in quasi tutte le ragazze che incontra sul proprio cammino e che gli correranno dietro per svariati episodi in maniera più o meno seria, per essere ciclicamente scacciate senza pietà da Hestia stessa, esempio consolidato di loli possessiva, prosperosa, con la voce acuta, le codine e un temperamento esplosivo.
Graficamente parlando, l'anime è caratterizzato da tonalità cromatiche molto luminose e una buona attenzione per i dettagli delle ambientazioni, sufficientemente varie per un prodotto così breve e dalla natura monotona, e dei personaggi, valorizzati da un design molto piacevole. Ottimi gli effetti speciali, soprattutto per quanto riguarda la resa dei mostri presenti del Dungeon e delle loro morti, mentre la CG presente qua e là non brilla per discrezione.
Le animazioni sono fluide e ben realizzate e rendono al meglio soprattutto nei numerosi combattimenti distribuiti nel corso del vari episodi, i quali, nonostante abbiano un esito scontato, sono comunque incredibilmente avvincenti e appassionanti; ad essi, inoltre, non manca un quantitativo di brutalità e sangue notevole, considerandone l'inserimento in una serie apparentemente rivolta a un pubblico adolescenziale.
La colonna sonora, per quanto non mi sia rimasta particolarmente impressa, risulta, in ogni caso, calzante e orecchiabile, con opening ed ending allegre e gradevoli.
In conclusione, "Dungeon ni Deai wo Motomeru no wa Machigatte Iru Darou ka?" è un anime che si è rivelato una visione non impegnata ma nemmeno priva di emozioni, divertente e, sebbene abbondino i momenti di puro fanservice che esaltano personaggi femminili dalla spiccata sensualità, questi ultimi non sono così indisponenti e aggressivi da distogliere l'attenzione dal filone centrale della trama e dal percorso di crescita del protagonista. Questi tredici episodi si configurano come una accurata presentazione del cast principale, in vista di una probabile seconda stagione, poiché il cammino di Bell per diventare un vero eroe e uno stimato avventuriero si prospetta ancora lungo.
Sinceramente consigliato per svagarsi, assistendo a una storia sì prevedibile, ma anche lineare e priva di fronzoli.
La multietnica città di Orario, popolata da umani, elfi, nani e numerose altre razze, è il luogo in cui si radunano gli avventurieri, uomini e donne di svariate età e origini che, in cerca di fama e ricchezze, si inoltrano nel Dungeon, un labirintico sistema di cunicoli, corridoi e oscure caverne, disposti su più livelli sotterranei e infestati da una miriade di creature alquanto pericolose.
Tali avventurieri sono riuniti in Famiglie, ognuna delle quali gode della benedizione di un dio o di una dea. La vicenda si concentra, in particolare, su Bell Cranel, giovanissimo avventuriero alle prime armi e unico membro, escludendo l'omonima dea, dell'indigente Famiglia Hestia. In seguito a un incidente nel Dungeon, in cui viene salvato dall'algida Aiz Wallenstein, riconosciuta all'unanimità come una dei migliori avventurieri in circolazione, Bell si innamora di quest'ultima, ripromettendosi di migliorare sempre di più e sempre più in fretta, per dimostrarsi degno del proprio interesse amoroso.
La prima cosa che colpisce in "DanMachi" è senz'altro la forte ispirazione tratta dal mondo degli RPG: equipaggiamenti e armi di diverse qualità, oggetti recuperati dopo l'uccisione di mostri nel Dungeon, membri di un party che si supportano a vicenda, abilità che progrediscono insieme alla crescita dell'avventuriero e molto altro ancora.
Si tratta di elementi fondamentali all'interno della storia, che risultano nostalgici e familiari per chiunque si sia cimentato, almeno una volta nella propria vita, con questa tipologia di giochi e che, seppur non sufficienti a descrivere in modo davvero meticoloso l'universo in cui si svolge la vicenda, riescono comunque a dipingere un mondo ricco di magia e fascino.
La trama e i personaggi mancano certamente di originalità e complessità, ma, nella loro semplicità, si rivelano poco pretenziosi e più che adatti a dar vita a una serie estremamente scorrevole e godibile, che si lascia guardare con piacere per tutta la propria durata.
Bell Cranel è quanto di più shounen sia reperibile sul mercato: ingenuo e incline al perdono a livelli quasi nauseanti, il nostro protagonista è dotato di una determinazione incrollabile, che lo spinge a infrangere qualsiasi limite, pur di raggiungere i propri obiettivi, sorprendendo coloro che lo circondano e, a volte, anche gli spettatori. In quanto figura centrale di un anime basato su azione e crescita interiore, è l'unico personaggio a subire un'autentica maturazione, che lo porterà dall'essere un puerile e abbastanza fifone sprovveduto a diventare un puerile ma ardito sprovveduto.
Il cast di supporto, sebbene non venga coinvolto nello stesso processo di sviluppo, è indubbiamente importante nell'assecondarlo e alimentarlo, fornendo a Bell nemici, amici, punti di riferimento, sostegno morale e/o economico e, non meno rilevanti, spasimanti. Le caratterizzazioni dei personaggi, principali e secondari, sono spesso banali e molto nette, utili ad evidenziare alcuni tratti distintivi. Nondimeno, alcuni di essi nascondono retroscena molto interessanti, non di rado drammatici e degni di approfondimento.
La componente romantica è probabilmente l'elemento più goffo di tutto "DanMachi": se i sentimenti della dea Hestia sono comprensibili, dati lo stretto rapporto di fiducia e il costante contatto con il protagonista, molto meno lo è l'attrazione che quest'ultimo provoca in quasi tutte le ragazze che incontra sul proprio cammino e che gli correranno dietro per svariati episodi in maniera più o meno seria, per essere ciclicamente scacciate senza pietà da Hestia stessa, esempio consolidato di loli possessiva, prosperosa, con la voce acuta, le codine e un temperamento esplosivo.
Graficamente parlando, l'anime è caratterizzato da tonalità cromatiche molto luminose e una buona attenzione per i dettagli delle ambientazioni, sufficientemente varie per un prodotto così breve e dalla natura monotona, e dei personaggi, valorizzati da un design molto piacevole. Ottimi gli effetti speciali, soprattutto per quanto riguarda la resa dei mostri presenti del Dungeon e delle loro morti, mentre la CG presente qua e là non brilla per discrezione.
Le animazioni sono fluide e ben realizzate e rendono al meglio soprattutto nei numerosi combattimenti distribuiti nel corso del vari episodi, i quali, nonostante abbiano un esito scontato, sono comunque incredibilmente avvincenti e appassionanti; ad essi, inoltre, non manca un quantitativo di brutalità e sangue notevole, considerandone l'inserimento in una serie apparentemente rivolta a un pubblico adolescenziale.
La colonna sonora, per quanto non mi sia rimasta particolarmente impressa, risulta, in ogni caso, calzante e orecchiabile, con opening ed ending allegre e gradevoli.
In conclusione, "Dungeon ni Deai wo Motomeru no wa Machigatte Iru Darou ka?" è un anime che si è rivelato una visione non impegnata ma nemmeno priva di emozioni, divertente e, sebbene abbondino i momenti di puro fanservice che esaltano personaggi femminili dalla spiccata sensualità, questi ultimi non sono così indisponenti e aggressivi da distogliere l'attenzione dal filone centrale della trama e dal percorso di crescita del protagonista. Questi tredici episodi si configurano come una accurata presentazione del cast principale, in vista di una probabile seconda stagione, poiché il cammino di Bell per diventare un vero eroe e uno stimato avventuriero si prospetta ancora lungo.
Sinceramente consigliato per svagarsi, assistendo a una storia sì prevedibile, ma anche lineare e priva di fronzoli.
Orario. Una città fantastica, cosmopolita e brulicante di vita al cui centro si erge una titanica torre senza apparente limite alle sue dimensioni, né verso il cielo, né verso il profondo della Terra, direzione in cui sviluppa un dungeon presumibilmente infinito, ma sicuramente ancora in larga parte inesplorato.
Già ricca di una folta e variegata umanità di ogni razza (umani, elfi, parum, nani…), Orario attira verso di se soprattutto avventurieri, pronti a fiondarsi dentro al dungeon per affrontarne i mostri e a ricavarne tesori che poi alimentano l'economia della superficie. Ci sono anche gli dei che, un po' (e non a caso…) come nei miti dell'antica Grecia, vivono allegramente insieme agli altri abitanti portando avanti le loro attività e formando spesso attorno a loro dei gruppi di fedeli persone, le cosiddette "famiglie".
Onde esplorare questo mondo del fantastico ci poniamo, noi spettatori, dal punto di vista di Bell Cranel, un giovane avventuriero in erba giunto dalla campagna in cerca di avventure e quasi subito divenuto unico membro della famiglia di Hestia, una "giovane" ed adorabile dea, anch'essa a muovere le sue prime attività nel mondo degli umani.
Nel frattempo però a Bell capita la malaugurata disavventura di venire aggredito all'interno del dungeon da un minotauro errante, mostro forte contro il quale non era assolutamente preparato. Morte certa avrebbe colto Bell senza l'intervento della bella (insomma…) avventuriera di prima classe Aiz Wallenstein, meglio nota come "Principessa della spada". Bell, manco a dirlo, se ne infatua e si pone l'obbiettivo di arrivare alla sua altezza (per poi dichiararsi…).
Nato come adattamento di una light novel di discreto successo scritta da Fujino Oomori e illustrata da Suzuhito Yasuda, DanMachi, sintesi del titolo completo Dungeon ni Denai wo Motomeru no wa Machigatteiru darou ka? (che in italiano diviene "È sbagliato cercare di incontrare delle ragazze in un Dungeon?"), assurge rapidamente ad anime del momento durante la stagione primaverile di quest'anno, facendo anche spingere le vendite della novel al livello dei best sellers. Inizialmente ciò si dovette all'irruzione del personaggio di Hestia, adorabilmente moe nell'aspetto e negli atteggiamenti ed anche visivamente impattante con il ben famoso nastro blu che porta nel suo abito tipico a sorreggere le sue "oppai" di livello discretamente alto.
Ma a prescindere dalla bella presenza di Hestia, anche ben interpretata nel doppiaggio di Inori Minase, che cosa ha da offrire allo spettatore questo DanMachi? Considerato il titolo, il target di riferimento della novel, ed osservate le avventurose vicende di Bell, ne possiamo concludere che, pur incastonata in un mondo fantasy in cui sono state importate anche alcune meccaniche dei moderni videogiochi di ruolo (RPG), la storia di DanMachi altro non sia che la trasposizione della vita ideale di un'adolescente, specie se questo è smanioso di scoprire cose nuove, conoscere il mondo e magari scoprire "l'altra metà del cielo". Da qui la fissa di Bell per l'irraggiungibile Aiz, primo ingranaggio che muove le sue azioni, gioia e dolore del suo avventuroso pane quotidiano.
DanMachi prosegue così a seguire le spedizioni di Bell, intrattenendo lo spettatore sfruttando a dovere cliché ed elementi classici del genere. Gli stessi compagni che pian piano lo accompagneranno sono figure più o meno già viste in passato: la piccola "discriminata-mal pagata-sfruttata" trasporta equipaggiamenti Lli; il fabbro "talentuoso ma con scheletri nell'armadio" Crozzo; l'avventuriera fuorilegge Ryuu. Ma proprio perché già quasi li conosciamo da prima, probabilmente riuscirà più semplice affezionarcisi ed entrare in empatia con loro.
Va un po' presa da parte la famigerata Aiz. Anche lei incarna una figura già vista, quella della tipa bella, silenziosa e un po' algida (…) però dall'inizio alla fine della serie di lei non sapremo quasi nulla. Un po' poco per uno dei personaggi che spinge più di tutti il protagonista (anche più di Hestia, a conti fatti…). Probabilmente per raccontarla meglio è nata la novel spin-off Sword Oratoria, che racconta le sue avventure all'interno della famiglia Loki.
J.C. Staff realizza con questa sua ultima produzione un lavoro piuttosto soddisfacente in cui il livello qualitativo si mantiene in genere su un livello più che discreto con picchi qualitativi che si raggiungono nelle scene d'azione più incalzanti. Un appunto più critico sarebbe dovuto alle ambientazioni: sicuramente Orario e dintorni sono ben rappresentati, ma è anche vero che la varietà di ambienti, e relativi stili e paesaggi è assai poca, e difatti saremo quasi sempre o nel contesto cittadino, alla distanza monotono, o nel sinistro Dungeon, quasi sempre una buia caverna con la sola eccezione del 18° piano nella parte finale.
Suoni e musiche fanno però la loro parte accompagnando lo spettatore. Meritevole assai il doppiaggio, garantito nel risultato dalla presenza di vari professionisti nipponici del settore, dalla ormai superstar Yoshitsugu Matsuoka (Bell), all'ottima prova della già citata Inori Minase, fino alla sempre vivace e simpatica Maaya Uchida (Lily), e i vari Yoshimasa Hosoya (Crozzo), Haruka Tomatsu, Saori Hayami (Ryuu), Yoko Hikasa.
DanMachi indubbiamente intrattiene a dovere lo spettatore e magari lo fa divertire anche abbastanza, tra simpatiche combriccole, fantastiche avventure e battaglie che da piccole si fan grandi culminando in uno scontro del tutto simile a una raid quest di un qualche popolare MMORPG.
Tuttavia nel venire animato, DanMachi consuma anche grande parte del materiale a disposizione dalle novel cartacee, per cui molti spunti e domande che la serie può fare emergere resteranno in sospeso: cosa si nasconde nelle più basse profondità del dungeon, perché questo è quasi considerato come vivo, perché vari dei si interessano a Bell, e se questi riuscirà un giorno a raggiungere Aiz, sono domande che avranno risposte, forse, solo in futuro (e magari non in animazione visto il poco materiale da prendere ancora e il botto che hanno fatto le novel di recente).
Si potrebbe quindi considerarlo come un prologo a una storia più grande, ma sarebbe anche un problema relativo, meglio godersi semplicemente la serie. Del resto "Non ci serve una mappa per sognare".
Già ricca di una folta e variegata umanità di ogni razza (umani, elfi, parum, nani…), Orario attira verso di se soprattutto avventurieri, pronti a fiondarsi dentro al dungeon per affrontarne i mostri e a ricavarne tesori che poi alimentano l'economia della superficie. Ci sono anche gli dei che, un po' (e non a caso…) come nei miti dell'antica Grecia, vivono allegramente insieme agli altri abitanti portando avanti le loro attività e formando spesso attorno a loro dei gruppi di fedeli persone, le cosiddette "famiglie".
Onde esplorare questo mondo del fantastico ci poniamo, noi spettatori, dal punto di vista di Bell Cranel, un giovane avventuriero in erba giunto dalla campagna in cerca di avventure e quasi subito divenuto unico membro della famiglia di Hestia, una "giovane" ed adorabile dea, anch'essa a muovere le sue prime attività nel mondo degli umani.
Nel frattempo però a Bell capita la malaugurata disavventura di venire aggredito all'interno del dungeon da un minotauro errante, mostro forte contro il quale non era assolutamente preparato. Morte certa avrebbe colto Bell senza l'intervento della bella (insomma…) avventuriera di prima classe Aiz Wallenstein, meglio nota come "Principessa della spada". Bell, manco a dirlo, se ne infatua e si pone l'obbiettivo di arrivare alla sua altezza (per poi dichiararsi…).
Nato come adattamento di una light novel di discreto successo scritta da Fujino Oomori e illustrata da Suzuhito Yasuda, DanMachi, sintesi del titolo completo Dungeon ni Denai wo Motomeru no wa Machigatteiru darou ka? (che in italiano diviene "È sbagliato cercare di incontrare delle ragazze in un Dungeon?"), assurge rapidamente ad anime del momento durante la stagione primaverile di quest'anno, facendo anche spingere le vendite della novel al livello dei best sellers. Inizialmente ciò si dovette all'irruzione del personaggio di Hestia, adorabilmente moe nell'aspetto e negli atteggiamenti ed anche visivamente impattante con il ben famoso nastro blu che porta nel suo abito tipico a sorreggere le sue "oppai" di livello discretamente alto.
Ma a prescindere dalla bella presenza di Hestia, anche ben interpretata nel doppiaggio di Inori Minase, che cosa ha da offrire allo spettatore questo DanMachi? Considerato il titolo, il target di riferimento della novel, ed osservate le avventurose vicende di Bell, ne possiamo concludere che, pur incastonata in un mondo fantasy in cui sono state importate anche alcune meccaniche dei moderni videogiochi di ruolo (RPG), la storia di DanMachi altro non sia che la trasposizione della vita ideale di un'adolescente, specie se questo è smanioso di scoprire cose nuove, conoscere il mondo e magari scoprire "l'altra metà del cielo". Da qui la fissa di Bell per l'irraggiungibile Aiz, primo ingranaggio che muove le sue azioni, gioia e dolore del suo avventuroso pane quotidiano.
DanMachi prosegue così a seguire le spedizioni di Bell, intrattenendo lo spettatore sfruttando a dovere cliché ed elementi classici del genere. Gli stessi compagni che pian piano lo accompagneranno sono figure più o meno già viste in passato: la piccola "discriminata-mal pagata-sfruttata" trasporta equipaggiamenti Lli; il fabbro "talentuoso ma con scheletri nell'armadio" Crozzo; l'avventuriera fuorilegge Ryuu. Ma proprio perché già quasi li conosciamo da prima, probabilmente riuscirà più semplice affezionarcisi ed entrare in empatia con loro.
Va un po' presa da parte la famigerata Aiz. Anche lei incarna una figura già vista, quella della tipa bella, silenziosa e un po' algida (…) però dall'inizio alla fine della serie di lei non sapremo quasi nulla. Un po' poco per uno dei personaggi che spinge più di tutti il protagonista (anche più di Hestia, a conti fatti…). Probabilmente per raccontarla meglio è nata la novel spin-off Sword Oratoria, che racconta le sue avventure all'interno della famiglia Loki.
J.C. Staff realizza con questa sua ultima produzione un lavoro piuttosto soddisfacente in cui il livello qualitativo si mantiene in genere su un livello più che discreto con picchi qualitativi che si raggiungono nelle scene d'azione più incalzanti. Un appunto più critico sarebbe dovuto alle ambientazioni: sicuramente Orario e dintorni sono ben rappresentati, ma è anche vero che la varietà di ambienti, e relativi stili e paesaggi è assai poca, e difatti saremo quasi sempre o nel contesto cittadino, alla distanza monotono, o nel sinistro Dungeon, quasi sempre una buia caverna con la sola eccezione del 18° piano nella parte finale.
Suoni e musiche fanno però la loro parte accompagnando lo spettatore. Meritevole assai il doppiaggio, garantito nel risultato dalla presenza di vari professionisti nipponici del settore, dalla ormai superstar Yoshitsugu Matsuoka (Bell), all'ottima prova della già citata Inori Minase, fino alla sempre vivace e simpatica Maaya Uchida (Lily), e i vari Yoshimasa Hosoya (Crozzo), Haruka Tomatsu, Saori Hayami (Ryuu), Yoko Hikasa.
DanMachi indubbiamente intrattiene a dovere lo spettatore e magari lo fa divertire anche abbastanza, tra simpatiche combriccole, fantastiche avventure e battaglie che da piccole si fan grandi culminando in uno scontro del tutto simile a una raid quest di un qualche popolare MMORPG.
Tuttavia nel venire animato, DanMachi consuma anche grande parte del materiale a disposizione dalle novel cartacee, per cui molti spunti e domande che la serie può fare emergere resteranno in sospeso: cosa si nasconde nelle più basse profondità del dungeon, perché questo è quasi considerato come vivo, perché vari dei si interessano a Bell, e se questi riuscirà un giorno a raggiungere Aiz, sono domande che avranno risposte, forse, solo in futuro (e magari non in animazione visto il poco materiale da prendere ancora e il botto che hanno fatto le novel di recente).
Si potrebbe quindi considerarlo come un prologo a una storia più grande, ma sarebbe anche un problema relativo, meglio godersi semplicemente la serie. Del resto "Non ci serve una mappa per sognare".
Nel panorama degli anime, qualcuno, di solito, riesce a spuntarla, distinguendosi dalla massa per semplicità, limpidezza e freschezza. Non c'è bisogno di trame complicate o storie originali, con il rischio di cadere nell'assurdo. Alle volte basta un pizzico di brio per riuscire a splendere veramente.
Questo, a mio avviso, è il caso di "DanMachi". Un anime del 2015, di sole 13 puntate, caratterizzato da molto fantasy/avventura e con una dose cospicua di ragazze, che lo rendono un bell'harem.
Ma, al di là dei piccoli dettagli sopra citati, è bene andare subito ad approfondire la trama. Una storia che incomincia in maniera esaltante: un Minotauro e un eroe (più o meno). Quest'ultimo inseguito dal primo, che, a quanto sembra, ha tutte le intenzioni di ucciderlo. Messo alle strette, il giovane eroe, altresì chiamato Bell Cranel, non può far altro che piangere e pregare l'aiuto di qualcuno.
E quando tutto pareva destinato a finir male, ecco che giunge in suo soccorso la bella Aiz Wallenstein, che lo salva dalle grinfie del Minotauro. Bell si innamora subito della fanciulla, ma, intimorito dalla sua forza e per la propria debolezza, scappa a casa. Qui trova la simpatica Estia, una delle tante divinità scese sulla terra, che, come le altre, concede una Grazia agli eroi desiderosi di affrontare le perigliose prove del Dungeon.
Estia, però, possiede come unico familiare il giovane Bell che, ahimè, ha incominciato la propria carriera d'avventuriero da meno di un mese. Un inizio turbolento, ma un futuro abbastanza promettente. Il ragazzo, infatti, innamoratosi di Aiz, vuole raggiungerla a tutti i costi. Ma, per farlo, ha bisogno di molto allenamento, pratica costante e un'immensa forza di volontà. Ce la farà? La strada sembra in salita, molto in salita, ma lo sguardo scarlatto di Bell sembra promettere bene.
Tanto per incominciare, l'idea di rendere come dea principale Estia, dea della casa nella mitologia greca, non può che rendere felici. Niente Atena o altre divinità più famose, bensì una piccola dea che, (qui prendo direttamente dalla mitologia) sebbene facesse parte dei primi 12 dei dell'Olimpo, ha ceduto il suo posto a Dioniso.
Fatta questa piccola premessa storica, vado subito ad analizzare il personaggio di Estia. Una figura non solo simpatica, ma anche completa dal punto di vista psicologico. Niente tsundere, kuudere o dandere, ma una ragazza "vera", che prova un immenso amore per Bell. Quest'ultimo, d'altro canto, appare fin da subito un giovane inesperto, pauroso e debole (cosa che è, effettivamente). L'idea, a mio avviso, è quella di mostrare come Bell riesca, durante tutte le sue disavventure, a crescere e migliorarsi, non solo per la bravura nel combattimento, ma anche come uomo.
In "DanMachi" è interessante proprio questo sviluppo dei protagonisti. Non vi sono figure immutabili, ma, anzi, personaggi plasmabili a seconda delle circostanze e costantemente in crescita (o decrescita). Le ragazze abbondano, com'è doveroso per un harem, ma nessuna di questa si abbandona completamente ai classici clichè.
Certo, Aiz è la ragazza silenziosa, dallo sguardo pacato (come l'elfa Ryuu), ma anch'essa mostra un processo di "disgelo" nel corso della serie.
Tra tutte, mi ha subito attirato la figura di Eine, un mezz'elfa, incaricata di seguire i progressi di Bell nel Dungeon, che, nonostante l'apparente disinvoltura, sembra molto vicina all'eroe.
Distaccandoci dal tema "personaggi" e andando invece ad analizzare la storia e, in particolare, il l'argomento "Dungeon", tipico dei videogiochi MMORPG. Questo, a differenza di un "Sword Art Online", viene trattata in maniera molto più realistica. Nonostante si parli di esperienza, statistiche, livelli e altro, non siamo dentro a un gioco. La morte è reale, in primis, ma, ancor più importante, non siamo in nessuna realtà virtuale.
La funzione dei Dungeon non è ancora chiara, ma la divisione in gilde per merito degli dei fa assumere a tutta la storia un nota molto videoludica. Questo, però, non deve essere preso come una critica.
La grafica è molto bella, ma, almeno per quanto mi riguarda, non sono sorpreso. La J.C. Staff ha riservato sempre opere interessanti dal punto di vista dei disegni. Da riscontrare, però, una lieve somiglianza con quelli di Sword Art Online, soprattutto nella realizzazione del personaggio principale, Bell. Questo, proprio come Kirito, veste con abiti scuri (tolta l'armatura argentata), ama destreggiarsi con due pugnali (uno nero proprio come Elucidator, la spada di Kirito), e, per giunta, è stato chiamato pure lo stesso doppiatore, Yoshitsugu Matsuoka. Una voce che amo, a cui avrei affidato io stesso questo nuovo incarico, ma che fa riflettere.
Le musiche sono veramente belle, cariche e dense di adrenalina. Accompagnano in maniera eccellente le varie scene della serie, e in particolari i combattimenti. Questi mostrano movimenti fluidi, per nulla forzati, ed estremamente spettacolari. Le capacità di Bell crescono con il passare delle puntate e anche il suo modo di affrontare lo scontro si evolve.
"DanMachi" è senz'altro un'opera degna di nota, che meriterebbe una seconda stagione. Uno dei pochi demeriti, a mio avviso, è quello di non aver saputo aspettare un po' di più, al fine di sfruttare maggior materiale per una serie da 24 episodi. Non proprio una mancanza, quanto piuttosto un rammarico per una serie fin troppo corta per la bellezza insita in essa.
Se i paragoni con Sword Art Online fanno nascere qualche sorriso (il mio è di approvazione), ho notato un altro anime del passato che, per certi versi, si avvicina molto a "DanMachi". Anzi, sarebbe meglio capovolgere il paragone. "Tower of Druaga", un'opera di minor caratura, che ripresenta il modello torre-dungeon (come, per altro, avviene nella prima fase di "Magi- The Labyrinth of Magic).
Insomma, tanti paragoni per dire che, in fin dei conti, si può creare qualcosa di veramente bello, partendo da un'idea già sfruttata in passato. L'originalità c'è, e si vede, ma non deve prevalere su tutto il resto, trasformarsi in un caotico susseguirsi di avvicendamenti.
Voto finale: 8… e mezzo!
Questo, a mio avviso, è il caso di "DanMachi". Un anime del 2015, di sole 13 puntate, caratterizzato da molto fantasy/avventura e con una dose cospicua di ragazze, che lo rendono un bell'harem.
Ma, al di là dei piccoli dettagli sopra citati, è bene andare subito ad approfondire la trama. Una storia che incomincia in maniera esaltante: un Minotauro e un eroe (più o meno). Quest'ultimo inseguito dal primo, che, a quanto sembra, ha tutte le intenzioni di ucciderlo. Messo alle strette, il giovane eroe, altresì chiamato Bell Cranel, non può far altro che piangere e pregare l'aiuto di qualcuno.
E quando tutto pareva destinato a finir male, ecco che giunge in suo soccorso la bella Aiz Wallenstein, che lo salva dalle grinfie del Minotauro. Bell si innamora subito della fanciulla, ma, intimorito dalla sua forza e per la propria debolezza, scappa a casa. Qui trova la simpatica Estia, una delle tante divinità scese sulla terra, che, come le altre, concede una Grazia agli eroi desiderosi di affrontare le perigliose prove del Dungeon.
Estia, però, possiede come unico familiare il giovane Bell che, ahimè, ha incominciato la propria carriera d'avventuriero da meno di un mese. Un inizio turbolento, ma un futuro abbastanza promettente. Il ragazzo, infatti, innamoratosi di Aiz, vuole raggiungerla a tutti i costi. Ma, per farlo, ha bisogno di molto allenamento, pratica costante e un'immensa forza di volontà. Ce la farà? La strada sembra in salita, molto in salita, ma lo sguardo scarlatto di Bell sembra promettere bene.
Tanto per incominciare, l'idea di rendere come dea principale Estia, dea della casa nella mitologia greca, non può che rendere felici. Niente Atena o altre divinità più famose, bensì una piccola dea che, (qui prendo direttamente dalla mitologia) sebbene facesse parte dei primi 12 dei dell'Olimpo, ha ceduto il suo posto a Dioniso.
Fatta questa piccola premessa storica, vado subito ad analizzare il personaggio di Estia. Una figura non solo simpatica, ma anche completa dal punto di vista psicologico. Niente tsundere, kuudere o dandere, ma una ragazza "vera", che prova un immenso amore per Bell. Quest'ultimo, d'altro canto, appare fin da subito un giovane inesperto, pauroso e debole (cosa che è, effettivamente). L'idea, a mio avviso, è quella di mostrare come Bell riesca, durante tutte le sue disavventure, a crescere e migliorarsi, non solo per la bravura nel combattimento, ma anche come uomo.
In "DanMachi" è interessante proprio questo sviluppo dei protagonisti. Non vi sono figure immutabili, ma, anzi, personaggi plasmabili a seconda delle circostanze e costantemente in crescita (o decrescita). Le ragazze abbondano, com'è doveroso per un harem, ma nessuna di questa si abbandona completamente ai classici clichè.
Certo, Aiz è la ragazza silenziosa, dallo sguardo pacato (come l'elfa Ryuu), ma anch'essa mostra un processo di "disgelo" nel corso della serie.
Tra tutte, mi ha subito attirato la figura di Eine, un mezz'elfa, incaricata di seguire i progressi di Bell nel Dungeon, che, nonostante l'apparente disinvoltura, sembra molto vicina all'eroe.
Distaccandoci dal tema "personaggi" e andando invece ad analizzare la storia e, in particolare, il l'argomento "Dungeon", tipico dei videogiochi MMORPG. Questo, a differenza di un "Sword Art Online", viene trattata in maniera molto più realistica. Nonostante si parli di esperienza, statistiche, livelli e altro, non siamo dentro a un gioco. La morte è reale, in primis, ma, ancor più importante, non siamo in nessuna realtà virtuale.
La funzione dei Dungeon non è ancora chiara, ma la divisione in gilde per merito degli dei fa assumere a tutta la storia un nota molto videoludica. Questo, però, non deve essere preso come una critica.
La grafica è molto bella, ma, almeno per quanto mi riguarda, non sono sorpreso. La J.C. Staff ha riservato sempre opere interessanti dal punto di vista dei disegni. Da riscontrare, però, una lieve somiglianza con quelli di Sword Art Online, soprattutto nella realizzazione del personaggio principale, Bell. Questo, proprio come Kirito, veste con abiti scuri (tolta l'armatura argentata), ama destreggiarsi con due pugnali (uno nero proprio come Elucidator, la spada di Kirito), e, per giunta, è stato chiamato pure lo stesso doppiatore, Yoshitsugu Matsuoka. Una voce che amo, a cui avrei affidato io stesso questo nuovo incarico, ma che fa riflettere.
Le musiche sono veramente belle, cariche e dense di adrenalina. Accompagnano in maniera eccellente le varie scene della serie, e in particolari i combattimenti. Questi mostrano movimenti fluidi, per nulla forzati, ed estremamente spettacolari. Le capacità di Bell crescono con il passare delle puntate e anche il suo modo di affrontare lo scontro si evolve.
"DanMachi" è senz'altro un'opera degna di nota, che meriterebbe una seconda stagione. Uno dei pochi demeriti, a mio avviso, è quello di non aver saputo aspettare un po' di più, al fine di sfruttare maggior materiale per una serie da 24 episodi. Non proprio una mancanza, quanto piuttosto un rammarico per una serie fin troppo corta per la bellezza insita in essa.
Se i paragoni con Sword Art Online fanno nascere qualche sorriso (il mio è di approvazione), ho notato un altro anime del passato che, per certi versi, si avvicina molto a "DanMachi". Anzi, sarebbe meglio capovolgere il paragone. "Tower of Druaga", un'opera di minor caratura, che ripresenta il modello torre-dungeon (come, per altro, avviene nella prima fase di "Magi- The Labyrinth of Magic).
Insomma, tanti paragoni per dire che, in fin dei conti, si può creare qualcosa di veramente bello, partendo da un'idea già sfruttata in passato. L'originalità c'è, e si vede, ma non deve prevalere su tutto il resto, trasformarsi in un caotico susseguirsi di avvicendamenti.
Voto finale: 8… e mezzo!
Ciò che salta subito all'occhio è l'ambientazione: un mondo in cui le dinamiche di un gioco di ruolo fantasy quali livello, statistiche, skill, mostri, dungeon, ecc. sono reali: si va quindi un po' contro la più o meno attuale tendenza lanciata da "Sword Art Online" della realtà virtuale in cui si rimane bloccati e si è costretti a combattere per eseguire il log out.
La caratterizzazione dei personaggi tutto sommato è buona in confronto alla brevità della serie: si tratta di una serie con la tag "harem" quindi abbiamo per il comparto femminile la tipica caratterizzazione a stereotipi (tsundere, kuudere, ecc.).
Il lato comico della serie non è dei migliori: diciamo che non vedrei questa serie se cercassi esclusivamente di farmi due risate; si tratta di delle solite gag in cui il protagonista è conteso da più ragazze gelose.
Il ritmo della narrazione in ogni caso è buono e la trama non è mai pesante.
Le animazioni sono buone, soprattutto nei combattimenti, i quali, in più di un caso, vi strapperanno un "wow, che figata!"; punto a sfavore è che forse la crescita del personaggio è troppo rapida, ma ciò è dovuto sia a motivazioni di trama che di lunghezza della serie. Ad alcuni tuttavia il protagonista potrebbe risultare noioso in quanto troppo "over power".
Degno di nota anche il concetto di "Famiglia" (The Familia Myth è infatti il sottotitolo di questa serie): ogni avventuriero appartiene ad una famiglia, che è una sorta di gilda, capeggiata da un divinità con cui vive a stretto contatto. Si hanno richiami da miti e religioni di tutto il mondo.
Il finale è aperto e, dato che a questo titolo sono dedicate diverse novel, spero in un seguito: nell'ultimo episodio viene fatta una rivelazione che a parer mio permetterebbe un sequel.
Appassionatevi con le avventure di Bell Cranel!
La caratterizzazione dei personaggi tutto sommato è buona in confronto alla brevità della serie: si tratta di una serie con la tag "harem" quindi abbiamo per il comparto femminile la tipica caratterizzazione a stereotipi (tsundere, kuudere, ecc.).
Il lato comico della serie non è dei migliori: diciamo che non vedrei questa serie se cercassi esclusivamente di farmi due risate; si tratta di delle solite gag in cui il protagonista è conteso da più ragazze gelose.
Il ritmo della narrazione in ogni caso è buono e la trama non è mai pesante.
Le animazioni sono buone, soprattutto nei combattimenti, i quali, in più di un caso, vi strapperanno un "wow, che figata!"; punto a sfavore è che forse la crescita del personaggio è troppo rapida, ma ciò è dovuto sia a motivazioni di trama che di lunghezza della serie. Ad alcuni tuttavia il protagonista potrebbe risultare noioso in quanto troppo "over power".
Degno di nota anche il concetto di "Famiglia" (The Familia Myth è infatti il sottotitolo di questa serie): ogni avventuriero appartiene ad una famiglia, che è una sorta di gilda, capeggiata da un divinità con cui vive a stretto contatto. Si hanno richiami da miti e religioni di tutto il mondo.
Il finale è aperto e, dato che a questo titolo sono dedicate diverse novel, spero in un seguito: nell'ultimo episodio viene fatta una rivelazione che a parer mio permetterebbe un sequel.
Appassionatevi con le avventure di Bell Cranel!
Come ormai sanno anche i sassi, dopo l'uscita di Sword art online nel mondo degli anime è nato un nuovo genere: la rappresentazione animata di un Mmorpg. Già diversi titoli di questo tipo hanno visto la luce e probabilmente in futuro ne vedremo molti altri.
Se si pensa bene l'idea è geniale: se è vero che chi guarda anime è spessissimo anche un videogiocatore perchè non combinare le due passioni e creare delle opere ambientate proprio nel mondo dei videogiochi? E perchè non prendere come modello quello dei Mmorpg dato il grande successo che essi hanno ottenuto negli ultimi anni?
Posto che anch'io sono stato per diverso tempo un cultore di questi giochi, ho accolto con grande entusiasmo l'idea; in particolare ho apprezzato moltissimo la prima parte della prima stagione di SAO in quanto a mio avviso riusciva a coniugare una storia avvincente con le principali caratteristiche dei Mmorpg; ho apprezzato molto meno quello che è venuto dopo, anzi direi che tutto quello che ho visto successivamente in materia si è rivelato piuttosto deludente. Per questo motivo mi sono avvicinato a questo DanMachi con grande scetticismo nonostante le buone recensioni che aveva ricevuto; fortunatamente mi son dovuto ricredere piuttosto rapidamente in quanto sin da subito si è creato un grandissimo feeling fra me e quest'opera.
DanMachi è ambientato in un mondo in cui le divinità vivono in mezzo agli uomini e svolgono la stessa funzione che in un Mmrorpg svolgono le gilde: attorno a loro cioè, si raccolgono i vari avventurieri. E qui vengono raccontate raccontate le gesta di Bell, un avventuriero di livello uno, unico appartenente della famiglia della dea Hestia. Inseguito da un minotauro, un mostro la cui forza andava ben oltre le sue capacità, viene salvato da una bellissima ragazza dai capelli biondi, tale Aiz Wallenstein. Da quel momento egli si prodigherà per diventare più forte e avvicinarsi al livello della ragazza di cui, ovviamente, si è innamorato.
Cominciamo col dire che DanMachi presenta diverse varianti rispetto alle altre opere dello stesso genere: non si parla, infatti, di giocatori reali intrappolati in un videogioco ma solo di un mondo reale che segue le stesse regole dei Mmorpg. Questa si è rivelata una scelta importante in quanto elimina dalla scena il problema dell'evasione dal gioco; un problema che a mio avviso è stato uno dei tanti punti deboli di Log Horizon, in cui i personaggi erano rimasti intrappolati nel mondo virtuale ma non si ponevano mai il problema di "come uscirne". In questo modo DanMachi consente allo spettatore di concentrarsi esclusivamente sul lato fantasy dell'opera senza farsi altri problemi di ordine pratico. Peccato che dopo aver avuto quest'idea azzeccatissima non si sia passati anche a rispondere alla domanda che ne scaturisce in automatico: se questo non è un videogioco, che senso ha tutto questo? Perchè dovrebbe esistere un mondo che segue le regole dei Mmorpg? Qual è il fine ultimo degli avventurieri? Speriamo che nelle prossime stagioni si colmi anche questa evidente lacuna nella narrazione.
Altra importante differenza è che qui l'autore non si impunta a seguire rigidamente gli schemi classici dei videogiochi: ad esempio non si fa la classica distinzione fra tank, dps e curatori tanto cara agli amanti del genere. In questo modo si lascia più libertà di movimento ai personaggi con effetti che possono piacere o no a seconda che si sia integralisti o meno su quest'argomento.
La sceneggiatura è ottima, con personaggi a cui ci si lega subito e verso i quali si riversa quello stupido tifo proprio di chi sa già benissimo come andrà a finire ma fa il tifo lo stesso. In più, per ora, il cast è stato ristretto a un numero non troppo alto di personaggi veramente importanti: anche questo aspetto trova la mia approvazione in quanto, in questo modo, i pochi introdotti vengono valorizzati molto meglio e restano nella memoria dello spettatore.
La parte harem è gradevole e, per una volta, anche abbastanza realistica: si sa che gli eroi in genere rimorchiano più facilmente specie se sono pure di bell'aspetto.
Nulla da ridire sulla componente grafica; anche la colonna sonora è più che decente.
Infine credo di aver condiviso la scelta di una prima serie composta da dodici episodi piuttosto che da ventiquattro; come impatto è più forte e non crea quei momenti di noia che inevitabilmente affliggono serie più lunghe. Speriamo, però, che non ci voglia troppo tempo per produrre una nuova stagione!
Come si è certamente capito DanMachi m'è piaciuto davvero moltissimo e lo straconsiglio a tutti: è un titolo che sa essere appassionante, rilassante e divertente allo stesso tempo.
Credo possa diventare un titolo di primissimo livello: per ora ha dimostrato di averne la possibilità, il tempo ci dirà poi se sarà davvero così.
Se si pensa bene l'idea è geniale: se è vero che chi guarda anime è spessissimo anche un videogiocatore perchè non combinare le due passioni e creare delle opere ambientate proprio nel mondo dei videogiochi? E perchè non prendere come modello quello dei Mmorpg dato il grande successo che essi hanno ottenuto negli ultimi anni?
Posto che anch'io sono stato per diverso tempo un cultore di questi giochi, ho accolto con grande entusiasmo l'idea; in particolare ho apprezzato moltissimo la prima parte della prima stagione di SAO in quanto a mio avviso riusciva a coniugare una storia avvincente con le principali caratteristiche dei Mmorpg; ho apprezzato molto meno quello che è venuto dopo, anzi direi che tutto quello che ho visto successivamente in materia si è rivelato piuttosto deludente. Per questo motivo mi sono avvicinato a questo DanMachi con grande scetticismo nonostante le buone recensioni che aveva ricevuto; fortunatamente mi son dovuto ricredere piuttosto rapidamente in quanto sin da subito si è creato un grandissimo feeling fra me e quest'opera.
DanMachi è ambientato in un mondo in cui le divinità vivono in mezzo agli uomini e svolgono la stessa funzione che in un Mmrorpg svolgono le gilde: attorno a loro cioè, si raccolgono i vari avventurieri. E qui vengono raccontate raccontate le gesta di Bell, un avventuriero di livello uno, unico appartenente della famiglia della dea Hestia. Inseguito da un minotauro, un mostro la cui forza andava ben oltre le sue capacità, viene salvato da una bellissima ragazza dai capelli biondi, tale Aiz Wallenstein. Da quel momento egli si prodigherà per diventare più forte e avvicinarsi al livello della ragazza di cui, ovviamente, si è innamorato.
Cominciamo col dire che DanMachi presenta diverse varianti rispetto alle altre opere dello stesso genere: non si parla, infatti, di giocatori reali intrappolati in un videogioco ma solo di un mondo reale che segue le stesse regole dei Mmorpg. Questa si è rivelata una scelta importante in quanto elimina dalla scena il problema dell'evasione dal gioco; un problema che a mio avviso è stato uno dei tanti punti deboli di Log Horizon, in cui i personaggi erano rimasti intrappolati nel mondo virtuale ma non si ponevano mai il problema di "come uscirne". In questo modo DanMachi consente allo spettatore di concentrarsi esclusivamente sul lato fantasy dell'opera senza farsi altri problemi di ordine pratico. Peccato che dopo aver avuto quest'idea azzeccatissima non si sia passati anche a rispondere alla domanda che ne scaturisce in automatico: se questo non è un videogioco, che senso ha tutto questo? Perchè dovrebbe esistere un mondo che segue le regole dei Mmorpg? Qual è il fine ultimo degli avventurieri? Speriamo che nelle prossime stagioni si colmi anche questa evidente lacuna nella narrazione.
Altra importante differenza è che qui l'autore non si impunta a seguire rigidamente gli schemi classici dei videogiochi: ad esempio non si fa la classica distinzione fra tank, dps e curatori tanto cara agli amanti del genere. In questo modo si lascia più libertà di movimento ai personaggi con effetti che possono piacere o no a seconda che si sia integralisti o meno su quest'argomento.
La sceneggiatura è ottima, con personaggi a cui ci si lega subito e verso i quali si riversa quello stupido tifo proprio di chi sa già benissimo come andrà a finire ma fa il tifo lo stesso. In più, per ora, il cast è stato ristretto a un numero non troppo alto di personaggi veramente importanti: anche questo aspetto trova la mia approvazione in quanto, in questo modo, i pochi introdotti vengono valorizzati molto meglio e restano nella memoria dello spettatore.
La parte harem è gradevole e, per una volta, anche abbastanza realistica: si sa che gli eroi in genere rimorchiano più facilmente specie se sono pure di bell'aspetto.
Nulla da ridire sulla componente grafica; anche la colonna sonora è più che decente.
Infine credo di aver condiviso la scelta di una prima serie composta da dodici episodi piuttosto che da ventiquattro; come impatto è più forte e non crea quei momenti di noia che inevitabilmente affliggono serie più lunghe. Speriamo, però, che non ci voglia troppo tempo per produrre una nuova stagione!
Come si è certamente capito DanMachi m'è piaciuto davvero moltissimo e lo straconsiglio a tutti: è un titolo che sa essere appassionante, rilassante e divertente allo stesso tempo.
Credo possa diventare un titolo di primissimo livello: per ora ha dimostrato di averne la possibilità, il tempo ci dirà poi se sarà davvero così.
Ecco un anime che riesce a fare quello che deve fare, non ha chissà quali pretese, eppure appassiona episodio dopo episodio.
A partire dalla trama che secondo me è una genialata, presenta personaggi abbastanza stereotipati, ma nel complesso mai noiosi e con un preciso passato alle spalle, da cui ne deriva un obiettivo.
Altro punto a favore è che la storia scorre veloce, in un episodio succedono parecchie cose evitando la noia di cui molti anime sono afflitti.
Per quanto riguarda il protagonista, vi affezionerete subito a Bell, il classico ragazzo perfetto ma che stavolta è abbastanza onesto riguardo i suoi sentimenti per la "Principessa della Spada", infatti è innamorato perdutamente di questa sexy-guerriera, e ammetterà parecchie volte che è uno dei motivi principali per cui si spinge a migliorare così tanto e così velocemente nel combattimento.
Il comparto tecnico è molto moderno, si potrebbe dire un piacere per gli occhi, e le musiche calzano a pennello sull'ambientazione RPG.
Il formato da 13 episodi è per così dire un esperimento, se riscuote successo avremo sicuramente la seconda stagione (dato che la light novel è ancora in corso).
Mi sento obbligato quindi a dargli un 8 pieno, e a consigliarlo a tutti, difficilmente ve ne pentirete.
A partire dalla trama che secondo me è una genialata, presenta personaggi abbastanza stereotipati, ma nel complesso mai noiosi e con un preciso passato alle spalle, da cui ne deriva un obiettivo.
Altro punto a favore è che la storia scorre veloce, in un episodio succedono parecchie cose evitando la noia di cui molti anime sono afflitti.
Per quanto riguarda il protagonista, vi affezionerete subito a Bell, il classico ragazzo perfetto ma che stavolta è abbastanza onesto riguardo i suoi sentimenti per la "Principessa della Spada", infatti è innamorato perdutamente di questa sexy-guerriera, e ammetterà parecchie volte che è uno dei motivi principali per cui si spinge a migliorare così tanto e così velocemente nel combattimento.
Il comparto tecnico è molto moderno, si potrebbe dire un piacere per gli occhi, e le musiche calzano a pennello sull'ambientazione RPG.
Il formato da 13 episodi è per così dire un esperimento, se riscuote successo avremo sicuramente la seconda stagione (dato che la light novel è ancora in corso).
Mi sento obbligato quindi a dargli un 8 pieno, e a consigliarlo a tutti, difficilmente ve ne pentirete.
Non penso di essere l'unico di aver passato l'adolescenza essenzialmente in due modi: in giro con gli amici a fare casino, o chiuso a casa (con gli stessi amici) a giocare agli MMORPG o GDR perdendo ore di studio e di sonno. DanMachi traspone in serie animata molto delle sensazioni e del mondo che può essere un gioco fantasy di massa, riprendendo tantissime cose tipici di questi titoli: dall'exp al passaggio di livello, dalla "farm" agli item e ai party. Tutto per creare un mondo che ci ricordi in tutto e per tutto quello dei videogiochi che tanto abbiamo amato e che ancora amiamo.
DanMachi è un titolo semplice, nato per intrattenere lo spettatore senza pretese. La trama è di una semplicità sconvolgente: Bell vuole diventare un avventuriero e come in ogni gioco che si rispetti deve affrontare battaglie ogni giorno, sotto la guida amorevole (anche troppo) di Hestia, la sua dea protettrice.
Per quello che si prefigge DanMachi è un titolo davvero ottimo. Dalla prima all'ultima puntata intrattiene, fa ridere, fa sorridere (con tutti i ricordi che mi ha suscitato) e non disegna un Ecchi ben fatto, ma non troppo spinto. Un connubio ben organizzato, efficace episodio dopo episodio, senza mai abbassare il livello della narrazione.
I personaggi, come la trama, sono semplici. Non hanno una caratterizzazione speciale o una complessità psicologica particolarmente intrigante, ma non scadono mai nel fastidioso, anzi risultano tutti credibili nella loro "essenzialità" e vaga banalità. Non c'è un personaggio che rallenti la narrazione o che stia particolarmente antipatico. Anzi, qualche personaggio è anche particolarmente carino, giusto per citarne una, Ryu è abbastanza figa e spero che nella seconda stagione abbia un ruolo più centrale nella trama.
Il livello tecnico è davvero ottimo. Dalla grafica alle animazioni, tutto scorre liscio ed è particolarmente piacevole alla vista. La cura dei dettagli nel design di personaggi e luoghi è nettamente al di sopra della media, rendendo la visione sempre fluida e mai macchinosa. Voglio battere soprattutto sul design dei personaggi (femminili soprattutto), originale, ben pensato e incredibilmente efficace. I pg non si somigliano tra loro, sono molti esplicativi del loro "ruolo" all'interno dell'anime e belli da vedere. Insomma sono di qualità.
Detto questo, consiglio vivamente la visione a tutti, in particolare a coloro che hanno speso belle ore della propria vita in giochi come WOW, Metin o 4story (giusto per citare alcuni titoli tra i più famosi), perché è uno dei migliori titoli di intrattenimento nel quale mi sia imbattuto. E' sicuramente uno degli 8 più pieni che mi sia mai ritrovato a dare.
DanMachi è un titolo semplice, nato per intrattenere lo spettatore senza pretese. La trama è di una semplicità sconvolgente: Bell vuole diventare un avventuriero e come in ogni gioco che si rispetti deve affrontare battaglie ogni giorno, sotto la guida amorevole (anche troppo) di Hestia, la sua dea protettrice.
Per quello che si prefigge DanMachi è un titolo davvero ottimo. Dalla prima all'ultima puntata intrattiene, fa ridere, fa sorridere (con tutti i ricordi che mi ha suscitato) e non disegna un Ecchi ben fatto, ma non troppo spinto. Un connubio ben organizzato, efficace episodio dopo episodio, senza mai abbassare il livello della narrazione.
I personaggi, come la trama, sono semplici. Non hanno una caratterizzazione speciale o una complessità psicologica particolarmente intrigante, ma non scadono mai nel fastidioso, anzi risultano tutti credibili nella loro "essenzialità" e vaga banalità. Non c'è un personaggio che rallenti la narrazione o che stia particolarmente antipatico. Anzi, qualche personaggio è anche particolarmente carino, giusto per citarne una, Ryu è abbastanza figa e spero che nella seconda stagione abbia un ruolo più centrale nella trama.
Il livello tecnico è davvero ottimo. Dalla grafica alle animazioni, tutto scorre liscio ed è particolarmente piacevole alla vista. La cura dei dettagli nel design di personaggi e luoghi è nettamente al di sopra della media, rendendo la visione sempre fluida e mai macchinosa. Voglio battere soprattutto sul design dei personaggi (femminili soprattutto), originale, ben pensato e incredibilmente efficace. I pg non si somigliano tra loro, sono molti esplicativi del loro "ruolo" all'interno dell'anime e belli da vedere. Insomma sono di qualità.
Detto questo, consiglio vivamente la visione a tutti, in particolare a coloro che hanno speso belle ore della propria vita in giochi come WOW, Metin o 4story (giusto per citare alcuni titoli tra i più famosi), perché è uno dei migliori titoli di intrattenimento nel quale mi sia imbattuto. E' sicuramente uno degli 8 più pieni che mi sia mai ritrovato a dare.
"Dungeon ni Deai wo Motomeru no wa Machigatte Iru Darou ka?, tradotto letteralmente "È sbagliato cercare di incontrare ragazze in un dungeon?", e probabilmente meglio conosciuto come "DanMachi", è una serie della stagione primaverile 2015 composta da tredici episodi di durata canonica, tratta dall'omonima light novel scritta da Fujino Omori e disegnata da Suzuhito Yasuda.
Ogni guerriero che si rispetti è alla ricerca di fama, gloria e ricchezza; per ottenerle, il metodo più immediato è recarsi nella città di Orario ed avventurarsi nel dungeon, un luogo suddiviso in vari livelli, famoso per ospitare le più pericolose creature esistenti, come orchi giganti, draghi, minotauri, e chi più ne ha, più ne metta.
Per accrescere il proprio potere, ogni guerriero prende parte ad un famiglia comandata da una divinità; più questa è potente, più la famiglia sarà numerosa e conosciuta. Bell Cranel, unico membro della famiglia della dea Hestia, è un giovane ed inesperto avventuriero, che con tutte le proprie forze cerca di donare alla propria divinità una vita dignitosa, ma con scarsi risultati. Un giorno, all'interno del dungeon, viene salvato da Aiz Wallenstein, bella e micidiale guerriera dai lunghi capelli biondi. Deciso a raggiungere il suo livello per conquistarla, Bell inizierà ad allenarsi sempre più duramente, compiendo dei rapidi progressi.
La trama si sviluppa ottimamente sin dalla prima puntata, alternando sapientemente combattimenti, scene comiche, e momenti di analisi dei personaggi. L'idea di base non è certamente il massimo dell'originalità, tuttavia la storia si lascia seguire piacevolmente e non rischia mai di annoiare, grazie soprattutto a dei ritmi elevati e frenetici.
I personaggi che popolano il mondo di "DanMachi" sono simpatici e riescono a coinvolgere lo spettatore, nonostante caratterialmente siano ampiamente stereotipati. Bell è il classico protagonista incapace, dotato di un forte senso della giustizia e di una capacità di apprendimento fuori dalla norma, mentre Hestia la tipica ragazza gelosa ed incapace di esprimere i propri sentimenti, che verrà puntualmente snobbata.
A differenza delle loro singole caratteristiche, il rapporto fra i due, e più in generale anche quello che si viene a creare fra i vari personaggi, è curato ottimamente e procede in maniera lineare ed ordinata.
Di fanservice, ovviamente ve n'è a volontà, ma in questo caso non risulta invasivo o eccessivo e non compromette la qualità della serie; al contrario, gran parte delle gag meglio riuscite nascono proprio da esso.
Tecnicamente un bel lavoro sotto ogni punto di vista. Graficamente un ottimo design dei personaggi, delle ambientazioni varie e dettagliate. Le animazioni sono molto fluide, i combattimenti sono veloci, dinamici, riescono a catturare lo spettatore e non sono mai scontati; anche gli effetti speciali sono stati realizzati ottimamente.
Si difende bene anche il comparto sonoro, proponendo delle ottime OST, un'altrettanto ottima opening e un doppiaggio più che adeguato.
Il finale non conclude nulla ovviamente, la light novel dalla quale è tratta la serie è ancora in corso anche in patria, e le possibilità per un sequel sono piuttosto alte, vista la popolarità raggiunta e l'apprezzamento riscosso.
In conclusione "DanMachi" si è rivelata essere un'ottima serie da guardare a cuor leggero e senza troppe pretese, perfetta se siete alla ricerca di azione condita con un po' di divertimento e con un'ambientazione che rispecchia il più classico del fantasy. Consiglio vivamente la visione
Ogni guerriero che si rispetti è alla ricerca di fama, gloria e ricchezza; per ottenerle, il metodo più immediato è recarsi nella città di Orario ed avventurarsi nel dungeon, un luogo suddiviso in vari livelli, famoso per ospitare le più pericolose creature esistenti, come orchi giganti, draghi, minotauri, e chi più ne ha, più ne metta.
Per accrescere il proprio potere, ogni guerriero prende parte ad un famiglia comandata da una divinità; più questa è potente, più la famiglia sarà numerosa e conosciuta. Bell Cranel, unico membro della famiglia della dea Hestia, è un giovane ed inesperto avventuriero, che con tutte le proprie forze cerca di donare alla propria divinità una vita dignitosa, ma con scarsi risultati. Un giorno, all'interno del dungeon, viene salvato da Aiz Wallenstein, bella e micidiale guerriera dai lunghi capelli biondi. Deciso a raggiungere il suo livello per conquistarla, Bell inizierà ad allenarsi sempre più duramente, compiendo dei rapidi progressi.
La trama si sviluppa ottimamente sin dalla prima puntata, alternando sapientemente combattimenti, scene comiche, e momenti di analisi dei personaggi. L'idea di base non è certamente il massimo dell'originalità, tuttavia la storia si lascia seguire piacevolmente e non rischia mai di annoiare, grazie soprattutto a dei ritmi elevati e frenetici.
I personaggi che popolano il mondo di "DanMachi" sono simpatici e riescono a coinvolgere lo spettatore, nonostante caratterialmente siano ampiamente stereotipati. Bell è il classico protagonista incapace, dotato di un forte senso della giustizia e di una capacità di apprendimento fuori dalla norma, mentre Hestia la tipica ragazza gelosa ed incapace di esprimere i propri sentimenti, che verrà puntualmente snobbata.
A differenza delle loro singole caratteristiche, il rapporto fra i due, e più in generale anche quello che si viene a creare fra i vari personaggi, è curato ottimamente e procede in maniera lineare ed ordinata.
Di fanservice, ovviamente ve n'è a volontà, ma in questo caso non risulta invasivo o eccessivo e non compromette la qualità della serie; al contrario, gran parte delle gag meglio riuscite nascono proprio da esso.
Tecnicamente un bel lavoro sotto ogni punto di vista. Graficamente un ottimo design dei personaggi, delle ambientazioni varie e dettagliate. Le animazioni sono molto fluide, i combattimenti sono veloci, dinamici, riescono a catturare lo spettatore e non sono mai scontati; anche gli effetti speciali sono stati realizzati ottimamente.
Si difende bene anche il comparto sonoro, proponendo delle ottime OST, un'altrettanto ottima opening e un doppiaggio più che adeguato.
Il finale non conclude nulla ovviamente, la light novel dalla quale è tratta la serie è ancora in corso anche in patria, e le possibilità per un sequel sono piuttosto alte, vista la popolarità raggiunta e l'apprezzamento riscosso.
In conclusione "DanMachi" si è rivelata essere un'ottima serie da guardare a cuor leggero e senza troppe pretese, perfetta se siete alla ricerca di azione condita con un po' di divertimento e con un'ambientazione che rispecchia il più classico del fantasy. Consiglio vivamente la visione
Sono rimasto piacevolmente sorpreso da questo anime. La trama parte fin dal principio con un ritmo accattivante nonostante si mantiene per tutti i suoi episodi leggero e piacevole da seguire. La storia è ambientata nella città di Orario, nella quale è presente il dangeon, un luogo dove gli avventurieri tentano di accrescere la propria reputazione e ricchezza. Qua facciamo la conoscenza dei due personaggi principali, Bell e Estia, i quali accompagneranno lo spettatore con siparietti a dir poco esilaranti. La storia non manca ovviamente di altri personaggi, a mio avviso tutti ben caratterizzati, tra cui principalmente Aiz Wallenstein, l'affascinante guerriera di cui Bell si innamora perdutamente già dal primo episodio. L'animazione l'ho trovata ottima; buone le scene di combattimento che risultano quasi sempre avvincenti, personaggi e ambientazioni ben curati. Il sonoro è molto buono e si abbina perfettamente alla trama. Infine lo raccomando a tutti coloro che amano il GDR: dopotutto l'ambientazione principale rimane pur sempre il dungeon!