Momokuri
Ogni tanto devo ammettere di essere incappato in serie rom-com nella solita ambientazione scolastica a proposito di cui, dopo averle terminate, mi chiedo il motivo per cui sia arrivato fino in fondo. Sicuramente sarebbe semplice sparare a zero su una serie come quella in recensione. Ma non sarebbe corretto, e pertanto provo a scrivere qualche considerazione.
"Momokuri" (l'abbreviazione e unione delle prime quattro lettere dei cognomi dei protagonisti Shin'ya Momotsuki e Yuki Kurihara, che come naming convention ricorda il successivo e anche più bello "Horimiya") presenta al solito una premessa neanche poi tanto originale, per sviluppare una serie di mini-episodi della durata della metà della lunghezza canonica (dodici minuti) che non portano assolutamente ad alcun sviluppo particolarmente eclatante, nella miglior tradizione nipponica di questo genere di opere che sembrano una serie di prototipi seriali e ripetitivi delle anime factory giapponesi (ora neanche più in esclusiva), fatti per intrattenere giusto quell'attimo in cui vengono pubblicati, come meteore che sfrecciano nel firmamento.
La premessa di "Momokuri" che ho anticipato potrebbe essere ritenuta strana: Yuki Kurihara, studentessa del secondo anno, "perseguita" Shinya Momotsuki, studente del primo anno della stessa scuola di Yuki, scattando foto di nascosto e rubando gli oggetti che Shinya ha utilizzato anche una sola volta e gettato, il tutto ovviamente in gran segreto. Alludo non solo a penne, gomme, ma anche fazzoletti, contenitori di cibo, cannucce, bicchieri, ecc. Insomma, si sconfina vagamente nel cosiddetto "fetish" e nella "ossessione".
Di certo, la fissa di Yuki non si potrebbe definire raccapricciante, in quanto la sua sbadataggine e ingenuità, unita ai suoi modi molto gentili, carini, 'pucciosi'... insomma, tipicamente "moe", la rendono tanto carina da invogliare lo spettatore a indulgere sui suoi comportamenti e in un certo senso a comprendere le modalità in cui si esplica la sua "passione".
Giusto per fare un paragone con un'altra serie che ammetto di aver visionato e a cui a breve dedicherò del tempo per recensirla, "Nazo no Kanojo X" - "Mysterious Girlfriend X", si inserisce un elemento di "eccesso" come "premessa" o come "conseguenza", per attribuire un minimo di originalità alla serie che altrimenti non si distinguerebbe dalle migliaia di altre disponibili, rendendo le rom-com scolastiche come una serie anonima di replicanti.
Temo che dopo aver "svelato" la premessa, non resta molto altro da recensire, se non scrivere che "Momokuri" è una serie anime di cui si può apprezzare il suo approccio dolce, leggero, romantico e latamente comico. Sotto quest'ultimo punto di vista contribuisce (e non poco, fortunatamente) l'amica di Yuki, Norika Mizuyama, che, con le sue battute folgoranti che fluttuano dall'ironico al sarcastico prima sulla fissazione di Yuki e poi sulla coppia un po' bizzarra tra Yuki e Shin'ya, mi ha ricordato molto Misuzu Gundō della serie "Tomo-chan is a Girl". Stiamo sempre scrivendo di una comicità semplice, politically correct, tenera, ingenua e un po' puerile... d'altro canto non si può pretendere dalla solita rom-com fondata sui soliti equivoci (e in particolare quello del segreto di Yuki) chissà cosa.
Se si possa definire come tale, il punto di forza della serie è il modo in cui sviluppa la relazione tra i due protagonisti: la loro interazione è costellata di momenti dolci e imbarazzanti, che dovrebbero strappare qualche sorriso allo spettatore, soprattutto perché fino al termine Momo non riesce ad accorgersi della fissazione nei suoi confronti di Yuki.
Dal punto di vista tecnico, "Momokuri" ha un chara-design moe, pulito, semplice e con colori tenui e non molto dettagliati. Nulla di che il world building, mentre le animazioni son tutto sommato fluide. Anche le sigle non resteranno nella storia dell'animazione e della musica.
Si tratta di una serie da consigliare? A mio avviso, avendo anche il pregio di essere "corta" per via della durata degli episodi, va vista se si è in cerca di qualcosa di estremamente leggero che dovrebbe far riflettere (e sorridere, sdrammatizzando) in modo spensierato sulle ossessioni adolescenziali e sulle difficoltà ad essere ed essere accettati per quello che si è. Se vista con un approccio senza pretese, credo che solo in questo modo "Momokuri" possa essere valutata come appena sufficiente.
"Momokuri" (l'abbreviazione e unione delle prime quattro lettere dei cognomi dei protagonisti Shin'ya Momotsuki e Yuki Kurihara, che come naming convention ricorda il successivo e anche più bello "Horimiya") presenta al solito una premessa neanche poi tanto originale, per sviluppare una serie di mini-episodi della durata della metà della lunghezza canonica (dodici minuti) che non portano assolutamente ad alcun sviluppo particolarmente eclatante, nella miglior tradizione nipponica di questo genere di opere che sembrano una serie di prototipi seriali e ripetitivi delle anime factory giapponesi (ora neanche più in esclusiva), fatti per intrattenere giusto quell'attimo in cui vengono pubblicati, come meteore che sfrecciano nel firmamento.
La premessa di "Momokuri" che ho anticipato potrebbe essere ritenuta strana: Yuki Kurihara, studentessa del secondo anno, "perseguita" Shinya Momotsuki, studente del primo anno della stessa scuola di Yuki, scattando foto di nascosto e rubando gli oggetti che Shinya ha utilizzato anche una sola volta e gettato, il tutto ovviamente in gran segreto. Alludo non solo a penne, gomme, ma anche fazzoletti, contenitori di cibo, cannucce, bicchieri, ecc. Insomma, si sconfina vagamente nel cosiddetto "fetish" e nella "ossessione".
Di certo, la fissa di Yuki non si potrebbe definire raccapricciante, in quanto la sua sbadataggine e ingenuità, unita ai suoi modi molto gentili, carini, 'pucciosi'... insomma, tipicamente "moe", la rendono tanto carina da invogliare lo spettatore a indulgere sui suoi comportamenti e in un certo senso a comprendere le modalità in cui si esplica la sua "passione".
Giusto per fare un paragone con un'altra serie che ammetto di aver visionato e a cui a breve dedicherò del tempo per recensirla, "Nazo no Kanojo X" - "Mysterious Girlfriend X", si inserisce un elemento di "eccesso" come "premessa" o come "conseguenza", per attribuire un minimo di originalità alla serie che altrimenti non si distinguerebbe dalle migliaia di altre disponibili, rendendo le rom-com scolastiche come una serie anonima di replicanti.
Temo che dopo aver "svelato" la premessa, non resta molto altro da recensire, se non scrivere che "Momokuri" è una serie anime di cui si può apprezzare il suo approccio dolce, leggero, romantico e latamente comico. Sotto quest'ultimo punto di vista contribuisce (e non poco, fortunatamente) l'amica di Yuki, Norika Mizuyama, che, con le sue battute folgoranti che fluttuano dall'ironico al sarcastico prima sulla fissazione di Yuki e poi sulla coppia un po' bizzarra tra Yuki e Shin'ya, mi ha ricordato molto Misuzu Gundō della serie "Tomo-chan is a Girl". Stiamo sempre scrivendo di una comicità semplice, politically correct, tenera, ingenua e un po' puerile... d'altro canto non si può pretendere dalla solita rom-com fondata sui soliti equivoci (e in particolare quello del segreto di Yuki) chissà cosa.
Se si possa definire come tale, il punto di forza della serie è il modo in cui sviluppa la relazione tra i due protagonisti: la loro interazione è costellata di momenti dolci e imbarazzanti, che dovrebbero strappare qualche sorriso allo spettatore, soprattutto perché fino al termine Momo non riesce ad accorgersi della fissazione nei suoi confronti di Yuki.
Dal punto di vista tecnico, "Momokuri" ha un chara-design moe, pulito, semplice e con colori tenui e non molto dettagliati. Nulla di che il world building, mentre le animazioni son tutto sommato fluide. Anche le sigle non resteranno nella storia dell'animazione e della musica.
Si tratta di una serie da consigliare? A mio avviso, avendo anche il pregio di essere "corta" per via della durata degli episodi, va vista se si è in cerca di qualcosa di estremamente leggero che dovrebbe far riflettere (e sorridere, sdrammatizzando) in modo spensierato sulle ossessioni adolescenziali e sulle difficoltà ad essere ed essere accettati per quello che si è. Se vista con un approccio senza pretese, credo che solo in questo modo "Momokuri" possa essere valutata come appena sufficiente.