Robin Hood
Un classico dell'animazione unico, dal ritmo ora lento, cupo, ora veloce e vivace. Una satira o pamphlet sul potere decisamente gioiosa, burlona, scherzosa, ma anche seria, casta. Questo è "Robin Hood", tratto dall'omonimo romanzo di Alexandre Dumas, ma che in questo caso è una sorta di parodia, commedia sul potere e sull'obbligo di liberarsi nei confronti di chi lo esercita arbitrariamente senza alcun riguardo per il prossimo. Questa versione Disney, ovviamente, punta sulla comicità come punto di forza per riuscire a trasmettere tale idea, e punta quindi sulla ridicolizzazione dell'antagonista attraverso il ritratto dello stesso come di un essere puerile e lunatico, e dei suoi scagnozzi come maldestri e incapaci nell'eseguire gli ordini che egli impartisce, così come sull'astuzia del protagonista, la fiducia del suo amico e le speranze dei loro amici.
La grafica è sempre a colori a pastello, e quindi a matita o ad acquarello, vero tratto distintivo che ci riporta molto indietro e fa dimenticare un attimo la computer grafica ormai quasi "onnipresente", e ci fa immergere in questo mondo naturale e spontaneo. Le musiche sono ben impostate e incastrate per meglio descrivere le scene ora contenute, lente e intime, ora vivaci, allegre e scherzose, che ci permettono meglio immedesimarci nei personaggi stessi, visto che sono anche spontanei. A conferma di ciò, si deve dire che i dialoghi, nella loro semplicità, descrivono stati d'animo, mentali, spirituali ed emotivi potenti ed enormi che coinvolgono lo spettatore con la loro spontaneità e genuinità di altri tempi, e lo fanno sentire partecipe della vicenda. I camuffamenti utilizzati dai personaggi sono una trovata originale che va ad arricchire narrativamente e psicologicamente la storia ivi raccontata. La narrazione del Cantagallo che fa narratore onnisciente con tanto di canzoni da cantautore aggiunge un notevole tocco in più alla vicenda, che così ne risulta enfatizzata (consiglio di vedere anche la versione originale inglese con Roger Miller come doppiatore dello stesso Cantagallo).
Un piccolo capolavoro di spontaneità, ilarità, gioia ma anche con grandi messaggi universali da non scordare mai. Voto: 9
La grafica è sempre a colori a pastello, e quindi a matita o ad acquarello, vero tratto distintivo che ci riporta molto indietro e fa dimenticare un attimo la computer grafica ormai quasi "onnipresente", e ci fa immergere in questo mondo naturale e spontaneo. Le musiche sono ben impostate e incastrate per meglio descrivere le scene ora contenute, lente e intime, ora vivaci, allegre e scherzose, che ci permettono meglio immedesimarci nei personaggi stessi, visto che sono anche spontanei. A conferma di ciò, si deve dire che i dialoghi, nella loro semplicità, descrivono stati d'animo, mentali, spirituali ed emotivi potenti ed enormi che coinvolgono lo spettatore con la loro spontaneità e genuinità di altri tempi, e lo fanno sentire partecipe della vicenda. I camuffamenti utilizzati dai personaggi sono una trovata originale che va ad arricchire narrativamente e psicologicamente la storia ivi raccontata. La narrazione del Cantagallo che fa narratore onnisciente con tanto di canzoni da cantautore aggiunge un notevole tocco in più alla vicenda, che così ne risulta enfatizzata (consiglio di vedere anche la versione originale inglese con Roger Miller come doppiatore dello stesso Cantagallo).
Un piccolo capolavoro di spontaneità, ilarità, gioia ma anche con grandi messaggi universali da non scordare mai. Voto: 9
<b>Attenzione: la recensione contiene spoiler</b>
Quella che mi accingo a recensire è la mia opera Disney preferita.
Ventunesimo classico Disney, "Robin Hood" è il primo lungometraggio realizzato dopo la morte di Walt, il quale non ha partecipato in alcun modo alla sua realizzazione, e ci presenta, tramite una stupenda banda di animali antropomorfizzati, la leggenda del famoso fuorilegge che ruba ai ricchi per dare ai poveri.
Nel regno animale, come ci racconta fin dall'inizio il menestrello Cantagallo, la città di Nottingham, un tempo ricca e fiorente, è ora tetra e oppressa a causa del regime imposto dal Principe Giovanni (basato sul reale personaggio di Giovanni Senzaterra), leone avido e infantile, fratello del buon Re Riccardo, che riesce a usurpare la corona grazie all'aiuto del suo consigliere Sir Biss, un serpente dotato di poteri ipnotici che convincerà Riccardo a partire per una crociata grazie ai suoi trucchetti. Loro fedele amico è anche lo Sceriffo, un lupo che ama particolarmente il suo mestiere di esattore delle tasse.
I cittadini, resi più che mai poveri dai continui versamenti in denaro che si trovano costretti a pagare al Principe Giovanni, vedono nell'astuta volpe Robin Hood un gentiluomo fuorilegge che, come cita il famoso detto, ruba ai ricchi per dare ai poveri, e nel fedele amico Little John, un orso, l'unica speranza per tirare avanti. Robin Hood è anche innamorato di Lady Marian, una volpe nipote di Re Riccardo, sua fidanzatina quand'erano bambini e che aveva promesso di sposare. Purtroppo la sua bella è stata per anni distante da lui, a Londra, e teme che i suoi sentimenti si siano affievoliti col tempo. Quel che il nostro eroe non sa è che anche Lady Marian non ha mai smesso di amarlo e condivide gli stessi timori. I due si rivedranno in una sfida di tiro con l'arco architettata da Giovanni per smascherare l'odiato nemico, e si innamoreranno di nuovo.
I continui scontri tra Giovanni e Robin Hood raggiungono l'apice quando, la sera dello svolgimento della gara, i cittadini si ritrovano nella Foresta di Sherwood e intonano una canzonetta offensiva nei confronti del Principe. Esasperato dalle continue calunnie e sconfitte, il sovrano ordinerà allo Sceriffo di triplicare le tasse, riducendo in povertà estrema tutti i cittadini e facendo imprigionare coloro che non hanno denaro a sufficienza per pagare. La situazione si fa talmente tesa che, di fronte all'ennesima tirannia da parte dello Sceriffo, Fra' Tack, il frate buon amico di Robin Hood, Little John e tutta la popolazione, perde le staffe e attacca lo Sceriffo, venendo condannato a morte per impiccagione. Questo offre a Giovanni una nuova occasione per attirare Robin Hood allo scoperto, ma lui e l'amico riusciranno a vincere ancora una volta, salvando Fra' Tuck e gli altri cittadini e rubando a Giovanni tutto l'oro che aveva sottratto.
Infine, Re Riccardo torna dalla sua crociata, perdona Robin Hood e fa cadere ogni accusa su di lui, e gli consente di sposare Lady Marian. Sir Biss, lo Sceriffo e il Principe Giovanni dovranno invece pagare le loro colpe facendo lavori forzati.
A mio parere, il punto forte di Robin Hood è costituito dai suoi personaggi, soprattutto tra i cattivi. Come sempre, mentre i cosiddetti buoni rischiano di risultare poco credibili nei loro ruoli di eroi senza macchia e senza paura, pronti a battersi per la giustizia a costo della vita, anche in questo caso è tra i malvagi che troviamo i personaggi meglio riusciti.
Innanzitutto, è giusto sottolineare che, tra il Principe Giovanni e lo Sceriffo, è difficile trovare il vero antagonista principale. Giovanni è pavido ma pieno di risentimento nei confronti del fratello e ossessionato dalle tasse. Ad animarlo non è però una vera cattiveria, ma l'invidia verso Re Riccardo, l'amore per la defunta madre che ha sempre preferito il fratello a lui (dolore che sfoga succhiandosi un pollice mentre si stringe un orecchio) e il desiderio di vendetta verso Robin Hood, che più volte si è preso gioco di lui coi suoi abili trucchetti. Lo Sceriffo invece, nonostante alla fine non faccia altro che svolgere il suo compito, per quanto l'esattore delle tasse non sia propriamente una figura amata dai cittadini, si dimostra borioso, spavaldo e manifesta un vero e proprio godimento nell'appropriarsi del denaro altrui, soprattutto quando riesce a mettere le mani su qualche risparmio gelosamente custodito. Anche Sir Biss fa la parte del malvagio, ma sarebbe più credibile come vittima dei soprusi di Giovanni, che sfoga su di lui la rabbia per i propri fallimenti. Inoltre, sebben all'inizio si scopre che è stato lui a usare l'ipnosi su Riccardo, è sempre più evidente, verso la fine, una certa perplessità a proposito dei compiti che gli assegna il suo padrone, che non si fa scrupoli a umiliarlo e maltrattarlo.
Tra le file dei buoni, i personaggi che mi hanno sempre divertito di più sono Lady Cocca, la grassa gallina dama di compagnia di Lady Marian che, nonostante sia una signora altolocata, non perde occasione di prendere parte ad ogni tipo di divertimento e litigio, e il menestrello Cantagallo, narratore e personaggio indimenticabile, soprattutto grazie alle canzoni da lui interpretate (soprattutto nella versione originale, dove a doppiarlo è il cantante western Roger Miller). Si difendono bene anche Robin Hood e tutta la sua banda, ma, come espresso in precedenza, faccio fatica ad affezionarmi più di tanto a personaggi privi di ogni negatività.
Altri punti forti del film sono il doppiaggio e la colonna sonora.
Non solo Cantagallo è appunto originariamente doppiato dal cantante country Roger Miller, ma per tanti personaggi sono stati selezionati attori caratteristi americani, perlopiù artisti veterani provenienti da film e programmi televisivi a tema western. Ogni canzone risulta estremamente gradevole e orecchiabile. La maggior parte sono interpretate da Cantagallo (Roger Miller). Con "Whistle-Stop" vengono simpaticamente introdotti tutti i personaggi, con la famosissima "Oo de lally", invece, in particolare Robin Hood e Little John e il loro rapporto con lo Sceriffo di Nottingham. Infine, la triste "Not in Nottingham" descrive malinconicamente la condizione di povertà e la tristezza degli abitanti chiusi nella prigione perché impossibilitati a pagare.
La canzone di Lady Marian (Nancy Adams), dal testo davvero toccante e dal semplice titolo "Love", valse al film una nomination all'Oscar alla migliore canzone, anche se perse a favore di "The Way We Were" dal film "Come eravamo". Infine, "The Phony King of England", la sempiterna canzone con la quale Little John (Phil Harris) diverte i cittadini prendendo in giro Giovanni e scatenando successivamente le sue ire, va ad aggiungersi al gruppo delle canzoni Disney più famose e amate.
Davvero valida anche la ricostruzione del mondo medievale che, pur sempre mantenendo un livello di violenza e crudeltà molto basso, essendo i classici Disney destinati ad essere un prodotto per famiglie, ci fa immergere ottimamente nel mondo medievale, dove non mancano castelli, dame, eroi e torture.
Unica nota dolente è che, essendo stato il film prodotto con un budget ridotto, sono state riutilizzate scene da precedenti classici Dinsey ("Il libro della Giungla", "Gli aristogatti", "Biancaneve e i sette nani", "La bella addormentata nel bosco" e "Cenerentola") ed è un peccato per chi, come me, conosce a memoria praticamente tutte le opere e si imbatte nuovamente in scene già viste. Fortunatamente, il film ebbe un grande successo fin dalla sua uscita iniziale.
Consigliatissima la versione Blu-Ray, che presenta extra molto interessanti come un finale alternativo e una scena che alla fine è stata scartata, dove Giovanni scrive a Lady Marian una lettera d'amore firmandosi col nome di Robin Hood per tendere una trappola ai due innamorati.
So che potrei risultare imparziale nel mio consigliare questo classico, amandolo così tanto, ma per me "Robin Hood" è un film completo, che regala emozioni, divertimento, canzoni che restano a lungo nella memoria e personaggi davvero adorabili!
Se proprio voglio essere pignola, posso dire che avrei preferito veder caratterizzati i meglio i fratelli leone. Giovanni Senzaterra è stato un sovrano criticato anche nella storia reale, ma con un carattere difficile e complesso che non trova ragione di esistere nel film e, soprattutto, se la popolazione di Nottingham era in realtà messa in ginocchio, non era a causa di Giovanni, ma proprio per ordine di Re Riccardo Cuor di Leone, che imponeva ai suoi cittadini ingenti tasse al fine di finanziarsi le crociate. Nel film ovviamente si rivela essere una figura unicamente positiva.
Per quanto mi riguarda, è un classico da avere assolutamente nella collezione!
E, se lo avete amato, non posso fare a meno di consigliarvi di continuare l'esperienza deliziandovi con la serie TV omonima della BBC, che ci offre una visione della situazione più completa, tra risate e momenti drammatici.
Quella che mi accingo a recensire è la mia opera Disney preferita.
Ventunesimo classico Disney, "Robin Hood" è il primo lungometraggio realizzato dopo la morte di Walt, il quale non ha partecipato in alcun modo alla sua realizzazione, e ci presenta, tramite una stupenda banda di animali antropomorfizzati, la leggenda del famoso fuorilegge che ruba ai ricchi per dare ai poveri.
Nel regno animale, come ci racconta fin dall'inizio il menestrello Cantagallo, la città di Nottingham, un tempo ricca e fiorente, è ora tetra e oppressa a causa del regime imposto dal Principe Giovanni (basato sul reale personaggio di Giovanni Senzaterra), leone avido e infantile, fratello del buon Re Riccardo, che riesce a usurpare la corona grazie all'aiuto del suo consigliere Sir Biss, un serpente dotato di poteri ipnotici che convincerà Riccardo a partire per una crociata grazie ai suoi trucchetti. Loro fedele amico è anche lo Sceriffo, un lupo che ama particolarmente il suo mestiere di esattore delle tasse.
I cittadini, resi più che mai poveri dai continui versamenti in denaro che si trovano costretti a pagare al Principe Giovanni, vedono nell'astuta volpe Robin Hood un gentiluomo fuorilegge che, come cita il famoso detto, ruba ai ricchi per dare ai poveri, e nel fedele amico Little John, un orso, l'unica speranza per tirare avanti. Robin Hood è anche innamorato di Lady Marian, una volpe nipote di Re Riccardo, sua fidanzatina quand'erano bambini e che aveva promesso di sposare. Purtroppo la sua bella è stata per anni distante da lui, a Londra, e teme che i suoi sentimenti si siano affievoliti col tempo. Quel che il nostro eroe non sa è che anche Lady Marian non ha mai smesso di amarlo e condivide gli stessi timori. I due si rivedranno in una sfida di tiro con l'arco architettata da Giovanni per smascherare l'odiato nemico, e si innamoreranno di nuovo.
I continui scontri tra Giovanni e Robin Hood raggiungono l'apice quando, la sera dello svolgimento della gara, i cittadini si ritrovano nella Foresta di Sherwood e intonano una canzonetta offensiva nei confronti del Principe. Esasperato dalle continue calunnie e sconfitte, il sovrano ordinerà allo Sceriffo di triplicare le tasse, riducendo in povertà estrema tutti i cittadini e facendo imprigionare coloro che non hanno denaro a sufficienza per pagare. La situazione si fa talmente tesa che, di fronte all'ennesima tirannia da parte dello Sceriffo, Fra' Tack, il frate buon amico di Robin Hood, Little John e tutta la popolazione, perde le staffe e attacca lo Sceriffo, venendo condannato a morte per impiccagione. Questo offre a Giovanni una nuova occasione per attirare Robin Hood allo scoperto, ma lui e l'amico riusciranno a vincere ancora una volta, salvando Fra' Tuck e gli altri cittadini e rubando a Giovanni tutto l'oro che aveva sottratto.
Infine, Re Riccardo torna dalla sua crociata, perdona Robin Hood e fa cadere ogni accusa su di lui, e gli consente di sposare Lady Marian. Sir Biss, lo Sceriffo e il Principe Giovanni dovranno invece pagare le loro colpe facendo lavori forzati.
A mio parere, il punto forte di Robin Hood è costituito dai suoi personaggi, soprattutto tra i cattivi. Come sempre, mentre i cosiddetti buoni rischiano di risultare poco credibili nei loro ruoli di eroi senza macchia e senza paura, pronti a battersi per la giustizia a costo della vita, anche in questo caso è tra i malvagi che troviamo i personaggi meglio riusciti.
Innanzitutto, è giusto sottolineare che, tra il Principe Giovanni e lo Sceriffo, è difficile trovare il vero antagonista principale. Giovanni è pavido ma pieno di risentimento nei confronti del fratello e ossessionato dalle tasse. Ad animarlo non è però una vera cattiveria, ma l'invidia verso Re Riccardo, l'amore per la defunta madre che ha sempre preferito il fratello a lui (dolore che sfoga succhiandosi un pollice mentre si stringe un orecchio) e il desiderio di vendetta verso Robin Hood, che più volte si è preso gioco di lui coi suoi abili trucchetti. Lo Sceriffo invece, nonostante alla fine non faccia altro che svolgere il suo compito, per quanto l'esattore delle tasse non sia propriamente una figura amata dai cittadini, si dimostra borioso, spavaldo e manifesta un vero e proprio godimento nell'appropriarsi del denaro altrui, soprattutto quando riesce a mettere le mani su qualche risparmio gelosamente custodito. Anche Sir Biss fa la parte del malvagio, ma sarebbe più credibile come vittima dei soprusi di Giovanni, che sfoga su di lui la rabbia per i propri fallimenti. Inoltre, sebben all'inizio si scopre che è stato lui a usare l'ipnosi su Riccardo, è sempre più evidente, verso la fine, una certa perplessità a proposito dei compiti che gli assegna il suo padrone, che non si fa scrupoli a umiliarlo e maltrattarlo.
Tra le file dei buoni, i personaggi che mi hanno sempre divertito di più sono Lady Cocca, la grassa gallina dama di compagnia di Lady Marian che, nonostante sia una signora altolocata, non perde occasione di prendere parte ad ogni tipo di divertimento e litigio, e il menestrello Cantagallo, narratore e personaggio indimenticabile, soprattutto grazie alle canzoni da lui interpretate (soprattutto nella versione originale, dove a doppiarlo è il cantante western Roger Miller). Si difendono bene anche Robin Hood e tutta la sua banda, ma, come espresso in precedenza, faccio fatica ad affezionarmi più di tanto a personaggi privi di ogni negatività.
Altri punti forti del film sono il doppiaggio e la colonna sonora.
Non solo Cantagallo è appunto originariamente doppiato dal cantante country Roger Miller, ma per tanti personaggi sono stati selezionati attori caratteristi americani, perlopiù artisti veterani provenienti da film e programmi televisivi a tema western. Ogni canzone risulta estremamente gradevole e orecchiabile. La maggior parte sono interpretate da Cantagallo (Roger Miller). Con "Whistle-Stop" vengono simpaticamente introdotti tutti i personaggi, con la famosissima "Oo de lally", invece, in particolare Robin Hood e Little John e il loro rapporto con lo Sceriffo di Nottingham. Infine, la triste "Not in Nottingham" descrive malinconicamente la condizione di povertà e la tristezza degli abitanti chiusi nella prigione perché impossibilitati a pagare.
La canzone di Lady Marian (Nancy Adams), dal testo davvero toccante e dal semplice titolo "Love", valse al film una nomination all'Oscar alla migliore canzone, anche se perse a favore di "The Way We Were" dal film "Come eravamo". Infine, "The Phony King of England", la sempiterna canzone con la quale Little John (Phil Harris) diverte i cittadini prendendo in giro Giovanni e scatenando successivamente le sue ire, va ad aggiungersi al gruppo delle canzoni Disney più famose e amate.
Davvero valida anche la ricostruzione del mondo medievale che, pur sempre mantenendo un livello di violenza e crudeltà molto basso, essendo i classici Disney destinati ad essere un prodotto per famiglie, ci fa immergere ottimamente nel mondo medievale, dove non mancano castelli, dame, eroi e torture.
Unica nota dolente è che, essendo stato il film prodotto con un budget ridotto, sono state riutilizzate scene da precedenti classici Dinsey ("Il libro della Giungla", "Gli aristogatti", "Biancaneve e i sette nani", "La bella addormentata nel bosco" e "Cenerentola") ed è un peccato per chi, come me, conosce a memoria praticamente tutte le opere e si imbatte nuovamente in scene già viste. Fortunatamente, il film ebbe un grande successo fin dalla sua uscita iniziale.
Consigliatissima la versione Blu-Ray, che presenta extra molto interessanti come un finale alternativo e una scena che alla fine è stata scartata, dove Giovanni scrive a Lady Marian una lettera d'amore firmandosi col nome di Robin Hood per tendere una trappola ai due innamorati.
So che potrei risultare imparziale nel mio consigliare questo classico, amandolo così tanto, ma per me "Robin Hood" è un film completo, che regala emozioni, divertimento, canzoni che restano a lungo nella memoria e personaggi davvero adorabili!
Se proprio voglio essere pignola, posso dire che avrei preferito veder caratterizzati i meglio i fratelli leone. Giovanni Senzaterra è stato un sovrano criticato anche nella storia reale, ma con un carattere difficile e complesso che non trova ragione di esistere nel film e, soprattutto, se la popolazione di Nottingham era in realtà messa in ginocchio, non era a causa di Giovanni, ma proprio per ordine di Re Riccardo Cuor di Leone, che imponeva ai suoi cittadini ingenti tasse al fine di finanziarsi le crociate. Nel film ovviamente si rivela essere una figura unicamente positiva.
Per quanto mi riguarda, è un classico da avere assolutamente nella collezione!
E, se lo avete amato, non posso fare a meno di consigliarvi di continuare l'esperienza deliziandovi con la serie TV omonima della BBC, che ci offre una visione della situazione più completa, tra risate e momenti drammatici.