Beautiful Bones
Osso, osso delle mie brame, chi è la più felice di vederti nel reame? Ma Sakurako, naturalmente!
Quest'anime si trascina penosamente per dodici lunghi episodi di labile collegamento, anche se sono tutti casi investigativi autoconclusivi.
Sakurako, diretta, senza mezzi termini, provocatoria fino all'odioso, sarà affiancata nelle sue investigazioni da Shotaro, che in un flashback che arriva tardi e male a livello narrativo ricorda l'attrazione carismatica che lei ha esercitato su di lui i primissimi incontri. Il ragazzo è solare, aperto e ingenuo, ad ogni piè sospinto cerca di stemperare i modi bruschi di Sakurako, tanto più che, il 99% delle volte le ha chiesto lui aiuto o la presenza. Lei stessa sarà sempre là, o invocata da chicchessia o per caso, sulla scena dell'omicidio a salvare capra e cavoli. Ho capito che l'anime la vede protagonista, ma la legge qui è veramente poco presente (e pure il villain, se dobbiamo metter i puntini sulle i).
Viene raccontata la vicenda simil-“Sherlock Holmes e Watson versus Moriarty” in maniera annacquata e inconcludente. In ogni episodio c’è un osso, meglio se più di uno. E se si tollera il fatto per il bene stesso della trama, alla lunga si cade in una goliardia da ridarella.
Ci sono, però, tre episodi senza osso, uno tutto maledetto (tipo “The Ring”... tra sette giorni morirai...) e uno a base di ave, nonne, insomma, giusto per tirare fuori un po’ di sano sentimentalismo facile. Altro episodio è quello dell'anello, un balletto insopportabile che poteva essere gestito in modo migliore. Ma le ossa ci sono, camuffate!
A onor del vero, i primi cinque episodi sono davvero ben fatti. Sakurako, in essi, è un felice connubio tra umanità e scientificità. Struggenti sono l'episodio della nonna e quello della bimba.
Purtroppo, poi, avviene il disastro. Non si rivela nulla se non a pochi spizzichi e bocconi, mentre si attendono ossa che appaiono dopo momenti di morta (scusate il gioco di parole) incredibili, in cui non è chiaro fino in fondo cosa leghi 'sto ragazzo aperto, socievole e con una famiglia a posto a una creatura bella, ombrosa e dal carattere forte come Sakurako.
Non è tutto mal fatto: la parte scientifica legata alle ossa, al loro linguaggio e alla decomposizione del corpo ci sta benissimo. Purtroppo, il contesto narrativo è inqualificabile: quando aveva ben ingranato, dal quinto episodio in poi, è cominciata una drammatica caduta libera, scomposta.
E se non è Shotaro o la polizia (indegnamente rappresentata da un poliziotto incompetente, incapace, troppo emotivo) ad invocare santa Sakurako, ci pensa il professore cinico con la mania di farsi la malattia per i cavoli dei suoi studenti. Ho capito che l'insegnante giapponese si sente molto responsabile, ma arrivare a riempire casa di piante grasse (di cui Sakurako spiega pure come ci si dà l'età, la tuttologa!) per una faccenda vecchia di anni... a fine carriera o viene ricoverato per burning out o è morto dentro con la casa piena di piante grasse (o arriva a mangiarsele).
Si succedono episodi di pura retorica, chiacchierati e telefonati, come la storia delle ossa affidate, due episodi di minestrone che potevano essere gestiti molto meglio, vista la trama carina, ma solo sulla carta. Però mi viene da pensare: in Giappone c’è un affido così “libero” delle ossa altrui?
Il finale è aperto, perché i misteri permangono, si accusa un cattivo visto poco, vissuto troppo labilmente come villain. Lo si presenta poi come la bestia nera, così, con accuse convinte ma non motivate. Cosa fastidiosa, Sakurako spara informazioni, tutte quelle che fin dall’inizio non aveva allineato, in un gesto di auto-assolvimento della trama, mentre tutti, assassini compresi, la ascoltano senza mai interromperla. Come detective ha un pubblico attento e una buona parlantina, cosa che nella vita reale mi sa non succede.
Abbiamo poi la scena dell'accoltellamento, che Sakurako meritava, vista la sua spocchia e la sua mancanza di previsione (chi mostrerebbe così la schiena a una persona in quello stato d'agitazione?), finita in modo insensato, visto che uno dei protagonisti dichiarava di saperne di karate.
La stessa Sakurako, a mo’ del celebre detective Conan, sa tutto di tutto, e in spiegazioni stringenti, prima professionali, poi acide e provocatorie, farà luce su tutto, ma tutto, anche sull'impossibile, facendo coincidere ogni tassello. Una tal scienza non è plausibile e nei polizieschi si ha questo vizio di spiegare e far coincidere ogni cosa, in modo forzato. Sì, lo accetti, ma, quando vittoriosamente un anime fa incastri del genere e se ne bea, allora non va più bene e sospendi il giudizio e accetti quanto ti viene propinato o cominci a non dare più peso e credibilità al prodotto. A me è successa la seconda casistica, soprattutto dopo aver visto un tale finale che pretendeva di tirare le somme sul beneamato quasi nulla.
Sakurako è un'eroina potente: ha un suo carattere forte, un approccio freddo e razionale, quasi insensibile agli altri, va pazza per le ossa (non per nulla fa l’osteologa, ovvero monta scheletri) e adora la musica metal. È una bella donna con carattere e manie tutte sue. Ha pure un fidanzato (ma forse è solo uno scheletro che si sbianca da qualche parte o e già bello scheletrito e montato nel suo armadio...) e una vita passata di sofferenze. Di questa veniamo a sapere o la storia dei gatti, non così tanto non plausibile, e del fratellino (la cui vita, morte e miracoli non è dato sapere, ma c’è, dicono...).
Agisce in maniera decisa e non convenzionale: senza chiamare la polizia, tocca ossa, sposta reperti, a volte in modo troppo improprio con un sorriso da pazza in faccia... e tocca a Shotaro, se non è là come un cretino a pendere dalle sue labbra, chiamare gli agenti.
Il sapere a 360 gradi di Sakurako è disumano: s’intende di piante grasse, ha una conoscenza più che profonda delle ossa (ci sta, è il suo lavoro), ha nozioni spicce di psicologia, tanto da far parlare testimoni reticenti, e alla fine della fiera è capace di far coincidere ogni tessera (impossibile...). Ciò che la rende ostica, comportamento a parte, è l’aura di mistero tragico che non si dissolve mai e che la circonda, rendendola odiosamente distaccata pure nei suoi moti sofferti.
Shotaro è un ragazzo solare che ha subito il fascino di Sakurako e la segue con la volontà del cucciolo cresciutello. Ci sono momenti di rossore da parte di lui, è normale, è un giovanotto con gli ormoni, e momenti "materni" di lei, che il 99% delle volte taglia fuori Shotaro dalla sua vita, dandogli solo le briciole, di cui il ragazzino fa tesoro. Il rapporto tra i due è sbilanciato per troppo tempo in maniera inspiegabile e, a parte lui che si autoproclama tutore di lei (che è così eccentrica da girare senza cellulare), non ci sono grandi passi diretti di Sakurako verso Shotaro, un po’ per la natura fredda di lei, un po’ per un mostruoso e struggente passato che la incatena (e che non è mai dato sapersi, signori).
Fa riflettere, più che altro, la motivazione di lei ad avere un tale calabrone che le ronza intorno. Forse le serviva una mascotte.
La polizia stessa, poi (che dovrebbe essere la controparte legale del detective), è mal rappresentata da tizio senza acume, capace di farsi accoltellare o di agire senza riflessione alcuna, invocando lei come consulente esterno per una delicata faccenda, legata a un amico assai malmesso.
Altro personaggio maltratto dalla trama è la coetanea di Shotaro, Yuriko, che si prende un episodio intero, ma la sua innocente profondità la farà sparire nello sfondo, rendendola un personaggio incapace di gareggiare con Sakurako. A parte le sue riflessioni sulla nonna, diventa solo un personaggio di contorno (quale ragazzo non ha almeno una timida spasimante coetanea?).
Ultimo personaggio da citare è il celeberrimo zio di Sakurako, uomo non in gambissima, citato tipo il convitato di pietra, ma mai presentato completamente.
A livello grafico è un anime eccezionale, con fondali favolosi e una protagonista davvero bella. In generale il chara design è ottimo, Sakurako stessa è splendida, seppur penalizzata da un abbigliamento sempre identico. I maschi sono graficamente meno belli.
L’opening è orecchiabile, con una grafica stupenda. Rende l’anime appetibile, ma mostra più di quel che è. L’ending è semplice e intensa.
Concludendo, quest’anime era partito bene, ma si è perso nell’autoproclamazione della bellezza maledetta di Sakurako, mettendo sul piedistallo sempre e comunque, a discapito di tutto e tutti, questo “splendido”, onnisciente e provocatorio (ma con una grande ferita dentro d’origine misteriosa) personaggio, surclassando pure il villain che fa la figura dell’ombra minacciosa e basta, poveraccio. L’accoppiata Shotaro-Sakurako zoppica per tutto il tempo in una narrazione che si auto-assolve negli ultimi episodi, senza poi trovare una conclusione di nessun tipo. Quest’opera è pura sofferenza, prometteva un approccio originale al poliziesco (partendo dalle ossa, senza cadaveri freschi, quindi concentrandosi sulle dinamiche post-mortem) e scade in un protagonismo della protagonista (scusate il gioco di parole), pure mal fatto (tanto che alla fine dei giochi sappiamo ancora poco o niente delle infinite sofferenze di Sakurako), soffocante e inutile.
L’unica cosa che mi permette di non dare l'insufficienza a quest’opera è la grafica stupenda.
Quest'anime si trascina penosamente per dodici lunghi episodi di labile collegamento, anche se sono tutti casi investigativi autoconclusivi.
Sakurako, diretta, senza mezzi termini, provocatoria fino all'odioso, sarà affiancata nelle sue investigazioni da Shotaro, che in un flashback che arriva tardi e male a livello narrativo ricorda l'attrazione carismatica che lei ha esercitato su di lui i primissimi incontri. Il ragazzo è solare, aperto e ingenuo, ad ogni piè sospinto cerca di stemperare i modi bruschi di Sakurako, tanto più che, il 99% delle volte le ha chiesto lui aiuto o la presenza. Lei stessa sarà sempre là, o invocata da chicchessia o per caso, sulla scena dell'omicidio a salvare capra e cavoli. Ho capito che l'anime la vede protagonista, ma la legge qui è veramente poco presente (e pure il villain, se dobbiamo metter i puntini sulle i).
Viene raccontata la vicenda simil-“Sherlock Holmes e Watson versus Moriarty” in maniera annacquata e inconcludente. In ogni episodio c’è un osso, meglio se più di uno. E se si tollera il fatto per il bene stesso della trama, alla lunga si cade in una goliardia da ridarella.
Ci sono, però, tre episodi senza osso, uno tutto maledetto (tipo “The Ring”... tra sette giorni morirai...) e uno a base di ave, nonne, insomma, giusto per tirare fuori un po’ di sano sentimentalismo facile. Altro episodio è quello dell'anello, un balletto insopportabile che poteva essere gestito in modo migliore. Ma le ossa ci sono, camuffate!
A onor del vero, i primi cinque episodi sono davvero ben fatti. Sakurako, in essi, è un felice connubio tra umanità e scientificità. Struggenti sono l'episodio della nonna e quello della bimba.
Purtroppo, poi, avviene il disastro. Non si rivela nulla se non a pochi spizzichi e bocconi, mentre si attendono ossa che appaiono dopo momenti di morta (scusate il gioco di parole) incredibili, in cui non è chiaro fino in fondo cosa leghi 'sto ragazzo aperto, socievole e con una famiglia a posto a una creatura bella, ombrosa e dal carattere forte come Sakurako.
Non è tutto mal fatto: la parte scientifica legata alle ossa, al loro linguaggio e alla decomposizione del corpo ci sta benissimo. Purtroppo, il contesto narrativo è inqualificabile: quando aveva ben ingranato, dal quinto episodio in poi, è cominciata una drammatica caduta libera, scomposta.
E se non è Shotaro o la polizia (indegnamente rappresentata da un poliziotto incompetente, incapace, troppo emotivo) ad invocare santa Sakurako, ci pensa il professore cinico con la mania di farsi la malattia per i cavoli dei suoi studenti. Ho capito che l'insegnante giapponese si sente molto responsabile, ma arrivare a riempire casa di piante grasse (di cui Sakurako spiega pure come ci si dà l'età, la tuttologa!) per una faccenda vecchia di anni... a fine carriera o viene ricoverato per burning out o è morto dentro con la casa piena di piante grasse (o arriva a mangiarsele).
Si succedono episodi di pura retorica, chiacchierati e telefonati, come la storia delle ossa affidate, due episodi di minestrone che potevano essere gestiti molto meglio, vista la trama carina, ma solo sulla carta. Però mi viene da pensare: in Giappone c’è un affido così “libero” delle ossa altrui?
Il finale è aperto, perché i misteri permangono, si accusa un cattivo visto poco, vissuto troppo labilmente come villain. Lo si presenta poi come la bestia nera, così, con accuse convinte ma non motivate. Cosa fastidiosa, Sakurako spara informazioni, tutte quelle che fin dall’inizio non aveva allineato, in un gesto di auto-assolvimento della trama, mentre tutti, assassini compresi, la ascoltano senza mai interromperla. Come detective ha un pubblico attento e una buona parlantina, cosa che nella vita reale mi sa non succede.
Abbiamo poi la scena dell'accoltellamento, che Sakurako meritava, vista la sua spocchia e la sua mancanza di previsione (chi mostrerebbe così la schiena a una persona in quello stato d'agitazione?), finita in modo insensato, visto che uno dei protagonisti dichiarava di saperne di karate.
La stessa Sakurako, a mo’ del celebre detective Conan, sa tutto di tutto, e in spiegazioni stringenti, prima professionali, poi acide e provocatorie, farà luce su tutto, ma tutto, anche sull'impossibile, facendo coincidere ogni tassello. Una tal scienza non è plausibile e nei polizieschi si ha questo vizio di spiegare e far coincidere ogni cosa, in modo forzato. Sì, lo accetti, ma, quando vittoriosamente un anime fa incastri del genere e se ne bea, allora non va più bene e sospendi il giudizio e accetti quanto ti viene propinato o cominci a non dare più peso e credibilità al prodotto. A me è successa la seconda casistica, soprattutto dopo aver visto un tale finale che pretendeva di tirare le somme sul beneamato quasi nulla.
Sakurako è un'eroina potente: ha un suo carattere forte, un approccio freddo e razionale, quasi insensibile agli altri, va pazza per le ossa (non per nulla fa l’osteologa, ovvero monta scheletri) e adora la musica metal. È una bella donna con carattere e manie tutte sue. Ha pure un fidanzato (ma forse è solo uno scheletro che si sbianca da qualche parte o e già bello scheletrito e montato nel suo armadio...) e una vita passata di sofferenze. Di questa veniamo a sapere o la storia dei gatti, non così tanto non plausibile, e del fratellino (la cui vita, morte e miracoli non è dato sapere, ma c’è, dicono...).
Agisce in maniera decisa e non convenzionale: senza chiamare la polizia, tocca ossa, sposta reperti, a volte in modo troppo improprio con un sorriso da pazza in faccia... e tocca a Shotaro, se non è là come un cretino a pendere dalle sue labbra, chiamare gli agenti.
Il sapere a 360 gradi di Sakurako è disumano: s’intende di piante grasse, ha una conoscenza più che profonda delle ossa (ci sta, è il suo lavoro), ha nozioni spicce di psicologia, tanto da far parlare testimoni reticenti, e alla fine della fiera è capace di far coincidere ogni tessera (impossibile...). Ciò che la rende ostica, comportamento a parte, è l’aura di mistero tragico che non si dissolve mai e che la circonda, rendendola odiosamente distaccata pure nei suoi moti sofferti.
Shotaro è un ragazzo solare che ha subito il fascino di Sakurako e la segue con la volontà del cucciolo cresciutello. Ci sono momenti di rossore da parte di lui, è normale, è un giovanotto con gli ormoni, e momenti "materni" di lei, che il 99% delle volte taglia fuori Shotaro dalla sua vita, dandogli solo le briciole, di cui il ragazzino fa tesoro. Il rapporto tra i due è sbilanciato per troppo tempo in maniera inspiegabile e, a parte lui che si autoproclama tutore di lei (che è così eccentrica da girare senza cellulare), non ci sono grandi passi diretti di Sakurako verso Shotaro, un po’ per la natura fredda di lei, un po’ per un mostruoso e struggente passato che la incatena (e che non è mai dato sapersi, signori).
Fa riflettere, più che altro, la motivazione di lei ad avere un tale calabrone che le ronza intorno. Forse le serviva una mascotte.
La polizia stessa, poi (che dovrebbe essere la controparte legale del detective), è mal rappresentata da tizio senza acume, capace di farsi accoltellare o di agire senza riflessione alcuna, invocando lei come consulente esterno per una delicata faccenda, legata a un amico assai malmesso.
Altro personaggio maltratto dalla trama è la coetanea di Shotaro, Yuriko, che si prende un episodio intero, ma la sua innocente profondità la farà sparire nello sfondo, rendendola un personaggio incapace di gareggiare con Sakurako. A parte le sue riflessioni sulla nonna, diventa solo un personaggio di contorno (quale ragazzo non ha almeno una timida spasimante coetanea?).
Ultimo personaggio da citare è il celeberrimo zio di Sakurako, uomo non in gambissima, citato tipo il convitato di pietra, ma mai presentato completamente.
A livello grafico è un anime eccezionale, con fondali favolosi e una protagonista davvero bella. In generale il chara design è ottimo, Sakurako stessa è splendida, seppur penalizzata da un abbigliamento sempre identico. I maschi sono graficamente meno belli.
L’opening è orecchiabile, con una grafica stupenda. Rende l’anime appetibile, ma mostra più di quel che è. L’ending è semplice e intensa.
Concludendo, quest’anime era partito bene, ma si è perso nell’autoproclamazione della bellezza maledetta di Sakurako, mettendo sul piedistallo sempre e comunque, a discapito di tutto e tutti, questo “splendido”, onnisciente e provocatorio (ma con una grande ferita dentro d’origine misteriosa) personaggio, surclassando pure il villain che fa la figura dell’ombra minacciosa e basta, poveraccio. L’accoppiata Shotaro-Sakurako zoppica per tutto il tempo in una narrazione che si auto-assolve negli ultimi episodi, senza poi trovare una conclusione di nessun tipo. Quest’opera è pura sofferenza, prometteva un approccio originale al poliziesco (partendo dalle ossa, senza cadaveri freschi, quindi concentrandosi sulle dinamiche post-mortem) e scade in un protagonismo della protagonista (scusate il gioco di parole), pure mal fatto (tanto che alla fine dei giochi sappiamo ancora poco o niente delle infinite sofferenze di Sakurako), soffocante e inutile.
L’unica cosa che mi permette di non dare l'insufficienza a quest’opera è la grafica stupenda.
Da fan di "Detective Conan" non potevo non provare a seguire questa serie, complice la sua brevità.
E' la storia di Sakurako, una bella e ricca e giovane osteopata, e del suo giovane assistente, il liceale Tatewaki. Insieme i due si dedicano alla ricerca di ossa di ogni tipo, dato che la dottoressa è davvero innamorata di esse. Ma, come da titolo, "Un cadavere è sepolto sotto i piedi di Sakurako", i due finiscono sempre con l'imbattersi in cadaveri. Grazie alla sua mente brillante Sakurako si rivelerà migliore degli stessi poliziotti, ma, dato il suo amore folle per le ossa, sarà compito di Tatewaki farle da balia e impedire che le rubi. La ragazza, del resto, rivela spesso e volentieri un brutto carattere, chiuso, misantropo, asociale e inadatto alla vita quotidiana e, in aggiunta, incredibilmente goloso di dolci e avido di ossa umane; il povero ragazzo dovrà abbandonarle i panni del Dottor Watson per fare la parte dell'adulto.
Le puntate si riveleranno all'inizio slegate, ma, col prosieguo della trama, capiremo come siano incredibilmente unite, fino alla comparsa di un rivale peggiore del professor Moriarty. Già, Moriarty. Se Holmes diceva: "Un uomo intelligente che si dà alla delinquenza. E' questo il più grande dei misteri", a maggior ragione il nemico di Sakurako si rivela un enigma, in quanto è un serial killer che uccide in maniera subdola, fino a far pensare alle sue vittime di essere un angelo. Giustamente, Sakurako cercherà di cacciare Tatewaki da questa pericolosa situazione, sostenendo che: "Se guardi troppo a fondo nell'abisso, esso inizierà a guardare te". E' chiaro quindi come questa sia una storia ben matura e profonda.
Grafica e regia sono ottime, le sigle valide, ma il tallone d'Achille è il finale che, come capita sempre agli anime tratti da light novel ancora in corso, è aperto, per non dire inesistente. Speriamo che ci sia una continuazione.
Voto: 8
E' la storia di Sakurako, una bella e ricca e giovane osteopata, e del suo giovane assistente, il liceale Tatewaki. Insieme i due si dedicano alla ricerca di ossa di ogni tipo, dato che la dottoressa è davvero innamorata di esse. Ma, come da titolo, "Un cadavere è sepolto sotto i piedi di Sakurako", i due finiscono sempre con l'imbattersi in cadaveri. Grazie alla sua mente brillante Sakurako si rivelerà migliore degli stessi poliziotti, ma, dato il suo amore folle per le ossa, sarà compito di Tatewaki farle da balia e impedire che le rubi. La ragazza, del resto, rivela spesso e volentieri un brutto carattere, chiuso, misantropo, asociale e inadatto alla vita quotidiana e, in aggiunta, incredibilmente goloso di dolci e avido di ossa umane; il povero ragazzo dovrà abbandonarle i panni del Dottor Watson per fare la parte dell'adulto.
Le puntate si riveleranno all'inizio slegate, ma, col prosieguo della trama, capiremo come siano incredibilmente unite, fino alla comparsa di un rivale peggiore del professor Moriarty. Già, Moriarty. Se Holmes diceva: "Un uomo intelligente che si dà alla delinquenza. E' questo il più grande dei misteri", a maggior ragione il nemico di Sakurako si rivela un enigma, in quanto è un serial killer che uccide in maniera subdola, fino a far pensare alle sue vittime di essere un angelo. Giustamente, Sakurako cercherà di cacciare Tatewaki da questa pericolosa situazione, sostenendo che: "Se guardi troppo a fondo nell'abisso, esso inizierà a guardare te". E' chiaro quindi come questa sia una storia ben matura e profonda.
Grafica e regia sono ottime, le sigle valide, ma il tallone d'Achille è il finale che, come capita sempre agli anime tratti da light novel ancora in corso, è aperto, per non dire inesistente. Speriamo che ci sia una continuazione.
Voto: 8
Ho fatto da poco un re-wach del'anime e devo dire che mi è piaciuto (sicuramente più della prima volta), sottolineando il "bones" dell'opera sicuramente si apprezza l'idea poco sfruttata della bella osteologa che ha il vezzo di parlare della vita ammirando la morte.
La storia ha come filo conduttore le vicende della "spalla" (osteologa in questione) del protagonista che si trova a cimentarsi in casi che iniziano sempre con l'annuncio di una presunta morte con l'atteso arrivo di un cadavere.
I comprimari hanno un bellissimo background e senza strafare danno quella sfumatura di colore a questo purtroppo breve racconto in bianco e nero.
La trama si sviluppa senza alcun colpo di scena eclatante in maniera semplice ma molto dinamica, azzeccati anche i piccoli flashback che sono come una guarnizione su una bella torta. Peccato che il carattere psicologico dell'anime non sia stato approfondito alla fine risulta come un bel dolce al quale manca quell'ingrediente per essere eccezionale…
Il lato tecnico è fatto bene, funzionale, la colorazioni e le animazioni sono a mio avviso di poco sopra la norma.
In conclusione, và visto perché sicuramente è sopra la media ma il richiamo al giallo e al mistero potrebbe tradire l'aspettativa…
La storia ha come filo conduttore le vicende della "spalla" (osteologa in questione) del protagonista che si trova a cimentarsi in casi che iniziano sempre con l'annuncio di una presunta morte con l'atteso arrivo di un cadavere.
I comprimari hanno un bellissimo background e senza strafare danno quella sfumatura di colore a questo purtroppo breve racconto in bianco e nero.
La trama si sviluppa senza alcun colpo di scena eclatante in maniera semplice ma molto dinamica, azzeccati anche i piccoli flashback che sono come una guarnizione su una bella torta. Peccato che il carattere psicologico dell'anime non sia stato approfondito alla fine risulta come un bel dolce al quale manca quell'ingrediente per essere eccezionale…
Il lato tecnico è fatto bene, funzionale, la colorazioni e le animazioni sono a mio avviso di poco sopra la norma.
In conclusione, và visto perché sicuramente è sopra la media ma il richiamo al giallo e al mistero potrebbe tradire l'aspettativa…
"Sakurako-san no ashimoto ni wa shitai ga umatteiru" è una serie dell'ottima stagione autunnale 2015, composta da dodici episodi e tratta dalla serie di light novel scritte da Shiori Ōta e pubblicata in Giappone da Kadokawa Shoten. Incuriosito dalle forti vendite delle light novel, ho deciso di seguire questa serie, partendo però con molti pregiudizi visto che la trama mi sembrava 'copiata' da molte altre serie animate che ormai suppongo conosciamo tutti.
Trama:
Shotaro Tatewaki è un normale studente delle superiori che assiste Sakurako Kujou nella sua ricerca di ossa animali, anche se alla fine finiscono sempre col trovare resti umani. Infatti, Sakurako è un osteologa appassionata di ossa..... Anzi, sarebbe meglio dire che ha una passione morbosa per ogni genere di scheletro. Infatti, nella sua casa abbiamo resti di ogni tipo di animale, ma tutto questo non sembra in alcun modo spaventare Shotaro. Come possiamo facilmente immaginare, ogni qualvolta che i nostri protagonisti troveranno dei resti umani, risolveranno insieme il caso. Nonostante possa sembrare una trama abbastanza scontata , vi posso assicurare che non è cosi. Infatti, anche se i primi episodi sono abbastanza ripetitivi e i colpi di scena sono praticamente assenti, già dalle puntate successive ci renderemo conto che tutti gli omicidi sono collegati tra di loro...
Inoltre, durante i dodici episodi, un'altra cosa che attira l'attenzione dello spettatore è il particolare rapporto tra Shotaro e l'attraente protagonista, che, soprattutto nella puntate finali, sarà il motivo principale d'interesse della trama.
Comparto tecnico:
Il comparto tecnico è curato sotto ogni aspetto. I colori lucidi, le animazioni fluide e spettacolari e i particolari giochi di ombre ci faranno letteralmente rimanere affascinati dal lavoro svolto dagli animatori. Il comparto sonoro è anch'esso eccellente, con un'opening orecchiabile e adatta al contesto e musiche che sono in grado di farci immergere nelle avventure dei protagonisti.
"Sakurako-san no ashimoto ni wa shitai ga umatteiru" è una serie molto interessante che consiglio caldamente a tutti. Anche se non abbiamo un vero e proprio finale, la serie di light novel in Giappone sta continuando e le vendite sono più che ottime, quindi sono fiducioso in una seconda stagione che continui la trama principale e che riesca a far appassionare esattamente come la prima.
Trama:
Shotaro Tatewaki è un normale studente delle superiori che assiste Sakurako Kujou nella sua ricerca di ossa animali, anche se alla fine finiscono sempre col trovare resti umani. Infatti, Sakurako è un osteologa appassionata di ossa..... Anzi, sarebbe meglio dire che ha una passione morbosa per ogni genere di scheletro. Infatti, nella sua casa abbiamo resti di ogni tipo di animale, ma tutto questo non sembra in alcun modo spaventare Shotaro. Come possiamo facilmente immaginare, ogni qualvolta che i nostri protagonisti troveranno dei resti umani, risolveranno insieme il caso. Nonostante possa sembrare una trama abbastanza scontata , vi posso assicurare che non è cosi. Infatti, anche se i primi episodi sono abbastanza ripetitivi e i colpi di scena sono praticamente assenti, già dalle puntate successive ci renderemo conto che tutti gli omicidi sono collegati tra di loro...
Inoltre, durante i dodici episodi, un'altra cosa che attira l'attenzione dello spettatore è il particolare rapporto tra Shotaro e l'attraente protagonista, che, soprattutto nella puntate finali, sarà il motivo principale d'interesse della trama.
Comparto tecnico:
Il comparto tecnico è curato sotto ogni aspetto. I colori lucidi, le animazioni fluide e spettacolari e i particolari giochi di ombre ci faranno letteralmente rimanere affascinati dal lavoro svolto dagli animatori. Il comparto sonoro è anch'esso eccellente, con un'opening orecchiabile e adatta al contesto e musiche che sono in grado di farci immergere nelle avventure dei protagonisti.
"Sakurako-san no ashimoto ni wa shitai ga umatteiru" è una serie molto interessante che consiglio caldamente a tutti. Anche se non abbiamo un vero e proprio finale, la serie di light novel in Giappone sta continuando e le vendite sono più che ottime, quindi sono fiducioso in una seconda stagione che continui la trama principale e che riesca a far appassionare esattamente come la prima.
Una delle osservazioni più famose che circolano su internet su certi personaggi dei racconti gialli recita: "ovunque vado muore gente". E' dai tempi della signora Fletcher che questa può essere considerata come la critica più calzante rivolta a questo genere, e non nego che se uno di questi soggetti dovesse pararmi di fronte non esiterei a toccare ferro e a fare altri gesti che non è il caso di raccontare in questa sede.
Questa caratteristica può essere riscontrata anche in "Beautiful Bones"? Nonostante l'aura di sfiga che circonda Sakurako, la protagonista, secondo me, almeno in questo caso, la risposta è no. Questo per due motivi: in primo luogo, perché molte volte non muore nessuno; in secondo luogo, perché le altre volte la ragazza si limita a trovare a ad analizzare le ossa di persone già morte da tempo.
Come si può intuire dal titolo, infatti, Sakurako è un'osteologa, ossia una studiosa delle ossa; però, questa per lei non rappresenta solo una professione, ma la passione della sua vita: entrando in casa sua si notano sparsi un po' ovunque scheletri ricomposti appartenenti alle più svariate razze animali. Grazie alla sua apparentemente illimitata conoscenza in materia e ad un intuito superiore alla media, la ragazza ha la capacità di risalire alla causa della morte di un individuo solo guardandone le ossa; ma anche in assenza di scheletri il suo contributo alla risoluzione di casi più o meno complessi risulta fondamentale.
Affascinato dalla sua grande bellezza ed intelligenza, il giovane Shotarou svolgerà mansioni di amico-assistente alle indagini; il particolare rapporto che si è instaurato nel tempo fra i due rappresenterà l'altro motivo d'interesse della trama.
"Beautiful Bones" è uno di quegli anime che si interrompe proprio quando comincia a diventare interessante e, per questo motivo, esprimere un giudizio in merito è piuttosto complicato. I primi episodi, obiettivamente, non sono un granché: i casi affrontati sono molto semplici, ma questo non è necessariamente un male; spesso, però, sono anche poco interessanti e, in alcuni casi, addirittura irritanti. Quando però si comincia a fare sul serio e a svelare l'esistenza di un collegamento tra alcuni episodi, improvvisamente la qualità della storia fa un deciso balzo in avanti e cattura l'interesse dello spettatore. Peccato però che, come detto prima, l'anime si interrompa bruscamente lì.
L'apparato grafico è molto buono: personalmente, ho deciso di cominciare la visione di questo anime proprio perché attirato dalla bellezza dei disegni e dei colori. Anche opening ed ending non sono male, anche se in giro si può trovare decisamente di meglio.
In conclusione, propendo per assegnare la sufficienza a questo "Beautiful Bones", con l'auspicio che una seconda serie (se mai ci sarà) venga prodotta in tempi brevissimi: in caso contrario credo proprio che finirei per dimenticare completamente la sua esistenza...
Questa caratteristica può essere riscontrata anche in "Beautiful Bones"? Nonostante l'aura di sfiga che circonda Sakurako, la protagonista, secondo me, almeno in questo caso, la risposta è no. Questo per due motivi: in primo luogo, perché molte volte non muore nessuno; in secondo luogo, perché le altre volte la ragazza si limita a trovare a ad analizzare le ossa di persone già morte da tempo.
Come si può intuire dal titolo, infatti, Sakurako è un'osteologa, ossia una studiosa delle ossa; però, questa per lei non rappresenta solo una professione, ma la passione della sua vita: entrando in casa sua si notano sparsi un po' ovunque scheletri ricomposti appartenenti alle più svariate razze animali. Grazie alla sua apparentemente illimitata conoscenza in materia e ad un intuito superiore alla media, la ragazza ha la capacità di risalire alla causa della morte di un individuo solo guardandone le ossa; ma anche in assenza di scheletri il suo contributo alla risoluzione di casi più o meno complessi risulta fondamentale.
Affascinato dalla sua grande bellezza ed intelligenza, il giovane Shotarou svolgerà mansioni di amico-assistente alle indagini; il particolare rapporto che si è instaurato nel tempo fra i due rappresenterà l'altro motivo d'interesse della trama.
"Beautiful Bones" è uno di quegli anime che si interrompe proprio quando comincia a diventare interessante e, per questo motivo, esprimere un giudizio in merito è piuttosto complicato. I primi episodi, obiettivamente, non sono un granché: i casi affrontati sono molto semplici, ma questo non è necessariamente un male; spesso, però, sono anche poco interessanti e, in alcuni casi, addirittura irritanti. Quando però si comincia a fare sul serio e a svelare l'esistenza di un collegamento tra alcuni episodi, improvvisamente la qualità della storia fa un deciso balzo in avanti e cattura l'interesse dello spettatore. Peccato però che, come detto prima, l'anime si interrompa bruscamente lì.
L'apparato grafico è molto buono: personalmente, ho deciso di cominciare la visione di questo anime proprio perché attirato dalla bellezza dei disegni e dei colori. Anche opening ed ending non sono male, anche se in giro si può trovare decisamente di meglio.
In conclusione, propendo per assegnare la sufficienza a questo "Beautiful Bones", con l'auspicio che una seconda serie (se mai ci sarà) venga prodotta in tempi brevissimi: in caso contrario credo proprio che finirei per dimenticare completamente la sua esistenza...
"Sakurako-san no Ashimoto ni wa Shitai ga Umatteiru", che per semplicità chiameremo "Beautiful Bones", secondo la traduzione inglese abbreviata, è una di quelle serie che ti lascia perplesso dall'inizio alla fine, indeciso su come valutarla. Composta da 12 episodi, uscita nel 2015, può rientrare comodamente tra il genere giallo, mistero, scolastico e poliziesco.
Una storia dai tratti cupi ed esoterici, ma che, in fin dei conti, non includono niente di stravagante o sovrannaturale.
Tutto incomincia con Shoutarou Tatewaki, un ragazzo delle superiori che, in un modo o nell'altro, fa amicizia con l'affascinante Sakurako Kujou. Questa è una donna più grande di lui che, come lavoro, studia le ossa e le ricompone. Una passione smodata, che la porta a vivere in un mondo tutto suo, completamente estraneo ai normali esseri viventi.
Sakurako, oltre che amante delle ossa (hobby già di per sé piuttosto macabro), possiede anche un incredibile abilità osservativa, una capacità logica degna di pregio e una morale tutta particolare. Tutto ciò le sarà utile quando, insieme al suo fido Shoutarou, incorrerà in qualche sorta di mistero od omicidio.
Per tutta la serie ho cercato di capire fino a che punto tale storia poteva evolversi e svilupparsi. I personaggi appaiono fin da subito piuttosto intriganti, ma, con il passare degli episodi, incominciano inevitabilmente a perdere qualcosa, cadendo nella ripetitività e nella mancanza di una crescita effettiva.
La coppia principale, Shoutarou-Sakurako, aleggia nel vago e nell'indeterminato. Il giovane sembra provare qualcosa per l'affascinante donna, ma questa lo tratta più che altro come un ragazzino. Tale relazione andrà avanti così per un tempo fin troppo lungo, escludendo del tutto gli altri personaggi. La forte presenza di Sakurako oscura tutti coloro che cercano di introdursi nella serie, come ad esempio la timida Yuriko Kougami, coetanea di Shoutarou.
Un altro particolare che non mi ha colpito in maniera particolarmente positiva, è questo costante ripetizione di "casi". Comprendo il fascino del mistero e il bello dell'omicidio, ma mostrarne uno dopo l'altro senza neanche una pausa o uno stacco appesantisce leggermente l'opera. Le varie puntate paiono scollegate tra loro e, solo con il tempo, si riesce a identificare il debole filo rosso del destino che le tiene legate insieme. Sakurako, chissà per quale motivo, pare più abile di Sherlock Holmes in persona, con una straordinaria bravura nel trovare assassini dal nulla, quasi piovessero dal cielo. Il fattore "giallo" è intrigante, ma, a essere onesti, gli indizi spuntano fin troppo facilmente.
Ciò su cui si punta maggiormente, invece, è la grafica: questa infatti affascina con gli incredibili giochi di luci e ombre, che danzano attorno ai protagonisti, portandoli così in evidenza o meno. I toni appaiono pallidi e smorti, un'atmosfera soporifera che si sveglia improvvisamente con fasci di luce più caldi e vivaci.
Il doppiaggio è molto buono, e anche le voci sembrano essere state accoppiate ai relativi personaggi con maestria e diligenza. Le musiche sono un capolavoro, elettrizzando le varie puntate con ritmi sibillini, quasi magici. L'effetto finale è impressionante, in quanto, nonostante i vari difetti della serie, non si finisce mai con l'annoiarsi.
Ed eccoci allora giunti alla conclusione senza aver raggiunto un vero e proprio obiettivo: è un anime bello o meno? Non lo reputo brutto, ma, sinceramente, mi sarei aspettato qualcosa di più. Nelle ultime puntate, come già ricordato, incomincia finalmente a intravedersi qualcosa di concreto, ma forse è troppo tardi. "Beautiful Bones" ci lascia con il rimpianto di non essere stato in grado di approfittarsi dell'ottimo materiale a disposizione.
Voto finale: 6… e mezzo!
Una storia dai tratti cupi ed esoterici, ma che, in fin dei conti, non includono niente di stravagante o sovrannaturale.
Tutto incomincia con Shoutarou Tatewaki, un ragazzo delle superiori che, in un modo o nell'altro, fa amicizia con l'affascinante Sakurako Kujou. Questa è una donna più grande di lui che, come lavoro, studia le ossa e le ricompone. Una passione smodata, che la porta a vivere in un mondo tutto suo, completamente estraneo ai normali esseri viventi.
Sakurako, oltre che amante delle ossa (hobby già di per sé piuttosto macabro), possiede anche un incredibile abilità osservativa, una capacità logica degna di pregio e una morale tutta particolare. Tutto ciò le sarà utile quando, insieme al suo fido Shoutarou, incorrerà in qualche sorta di mistero od omicidio.
Per tutta la serie ho cercato di capire fino a che punto tale storia poteva evolversi e svilupparsi. I personaggi appaiono fin da subito piuttosto intriganti, ma, con il passare degli episodi, incominciano inevitabilmente a perdere qualcosa, cadendo nella ripetitività e nella mancanza di una crescita effettiva.
La coppia principale, Shoutarou-Sakurako, aleggia nel vago e nell'indeterminato. Il giovane sembra provare qualcosa per l'affascinante donna, ma questa lo tratta più che altro come un ragazzino. Tale relazione andrà avanti così per un tempo fin troppo lungo, escludendo del tutto gli altri personaggi. La forte presenza di Sakurako oscura tutti coloro che cercano di introdursi nella serie, come ad esempio la timida Yuriko Kougami, coetanea di Shoutarou.
Un altro particolare che non mi ha colpito in maniera particolarmente positiva, è questo costante ripetizione di "casi". Comprendo il fascino del mistero e il bello dell'omicidio, ma mostrarne uno dopo l'altro senza neanche una pausa o uno stacco appesantisce leggermente l'opera. Le varie puntate paiono scollegate tra loro e, solo con il tempo, si riesce a identificare il debole filo rosso del destino che le tiene legate insieme. Sakurako, chissà per quale motivo, pare più abile di Sherlock Holmes in persona, con una straordinaria bravura nel trovare assassini dal nulla, quasi piovessero dal cielo. Il fattore "giallo" è intrigante, ma, a essere onesti, gli indizi spuntano fin troppo facilmente.
Ciò su cui si punta maggiormente, invece, è la grafica: questa infatti affascina con gli incredibili giochi di luci e ombre, che danzano attorno ai protagonisti, portandoli così in evidenza o meno. I toni appaiono pallidi e smorti, un'atmosfera soporifera che si sveglia improvvisamente con fasci di luce più caldi e vivaci.
Il doppiaggio è molto buono, e anche le voci sembrano essere state accoppiate ai relativi personaggi con maestria e diligenza. Le musiche sono un capolavoro, elettrizzando le varie puntate con ritmi sibillini, quasi magici. L'effetto finale è impressionante, in quanto, nonostante i vari difetti della serie, non si finisce mai con l'annoiarsi.
Ed eccoci allora giunti alla conclusione senza aver raggiunto un vero e proprio obiettivo: è un anime bello o meno? Non lo reputo brutto, ma, sinceramente, mi sarei aspettato qualcosa di più. Nelle ultime puntate, come già ricordato, incomincia finalmente a intravedersi qualcosa di concreto, ma forse è troppo tardi. "Beautiful Bones" ci lascia con il rimpianto di non essere stato in grado di approfittarsi dell'ottimo materiale a disposizione.
Voto finale: 6… e mezzo!
"Sakurako-san no ashimoto ni wa shitai ga umatteiru", letteralmente tradotto "Un cadavere è sepolto sotto i piedi di Sakurako", è una serie della stagione autunnale 2015 composta da dodici episodi di durata canonica, tratta dall'omonima Light Novel scritta da Shiori Ōta e illustrate da Tetsuo.
Shōtarō Tatewaki è un giovane studente delle superiori che trascorre il tempo libero in compagnia di Sakurako, una bella donna di qualche anno più grande, proveniente da una famiglia ricca, e con una strana passione, o forse sarebbe meglio dire "ossessione", per le ossa. Sakurako, oltre a possedere carattere ed interessi particolari, è anche dotata di uno spiccato sesto senso e di una grande capacità logica, abilità che le permetteranno di risolvere brillantemente in numerosi casi in cui si imbatterà insieme a Shōtarō.
La storia alla base è piuttosto semplice, ma in realtà l'opera si compone di tanti e brevi archi narrativi nei quali i protagonisti dovranno volta per volta risolvere un caso differente, e quindi completamente slegati gli uni dagli altri. E' difficile quindi identificare un vero e proprio filo conduttore, se non l'evolversi del misterioso e complesso rapporto che lega i due personaggi principali.
I misteri che Sakurako verrà puntualmente chiamata a risolvere non sono banali, ma si basano principalmente su ragionamenti e speculazioni piuttosto che su prove vere e tangibili, ragion per cui perdono un po' di credibilità, pur rimanendo sempre interessanti e piacevoli da seguire.
I personaggi presentati non sono molti ma godono di una discreta caratterizzazione. Maggiore spazio viene lasciato alla coppia principale, ed in particolare risalta la singolare personalità della figura femminile, che definire introversa e remissiva è poco.
Dal punto di vista tecnico un lavoro con i fiocchi sotto ogni aspetto. Graficamente uno dei prodotti più validi della stagione, gradevole il character design, fluide le animazioni,spettacolari e suggestivi i fondali, oltre che ricchi di dettagli. Il comparto sonoro propone un doppiaggio più che adeguato, delle ottime musiche e un'opening melodiosa.
Il finale non dona una vera e propria conclusione all'opera, la Light Novel di riferimento è tutt'ora in corso anche in patria, e le possibilità per una seconda stagione non sono completamente da escludere.
In conclusione, "Sakurako-san no ashimoto ni wa shitai ga umatteiru" è una serie interessante ed estremamente piacevole da seguire, che riesce ad intrattenere e ad incuriosire lo spettatore soprattutto grazie ad una protagonista carismatica e dal passato misterioso. Un'opera da guardare senza troppe pretese, caldamente consigliata.
Shōtarō Tatewaki è un giovane studente delle superiori che trascorre il tempo libero in compagnia di Sakurako, una bella donna di qualche anno più grande, proveniente da una famiglia ricca, e con una strana passione, o forse sarebbe meglio dire "ossessione", per le ossa. Sakurako, oltre a possedere carattere ed interessi particolari, è anche dotata di uno spiccato sesto senso e di una grande capacità logica, abilità che le permetteranno di risolvere brillantemente in numerosi casi in cui si imbatterà insieme a Shōtarō.
La storia alla base è piuttosto semplice, ma in realtà l'opera si compone di tanti e brevi archi narrativi nei quali i protagonisti dovranno volta per volta risolvere un caso differente, e quindi completamente slegati gli uni dagli altri. E' difficile quindi identificare un vero e proprio filo conduttore, se non l'evolversi del misterioso e complesso rapporto che lega i due personaggi principali.
I misteri che Sakurako verrà puntualmente chiamata a risolvere non sono banali, ma si basano principalmente su ragionamenti e speculazioni piuttosto che su prove vere e tangibili, ragion per cui perdono un po' di credibilità, pur rimanendo sempre interessanti e piacevoli da seguire.
I personaggi presentati non sono molti ma godono di una discreta caratterizzazione. Maggiore spazio viene lasciato alla coppia principale, ed in particolare risalta la singolare personalità della figura femminile, che definire introversa e remissiva è poco.
Dal punto di vista tecnico un lavoro con i fiocchi sotto ogni aspetto. Graficamente uno dei prodotti più validi della stagione, gradevole il character design, fluide le animazioni,spettacolari e suggestivi i fondali, oltre che ricchi di dettagli. Il comparto sonoro propone un doppiaggio più che adeguato, delle ottime musiche e un'opening melodiosa.
Il finale non dona una vera e propria conclusione all'opera, la Light Novel di riferimento è tutt'ora in corso anche in patria, e le possibilità per una seconda stagione non sono completamente da escludere.
In conclusione, "Sakurako-san no ashimoto ni wa shitai ga umatteiru" è una serie interessante ed estremamente piacevole da seguire, che riesce ad intrattenere e ad incuriosire lo spettatore soprattutto grazie ad una protagonista carismatica e dal passato misterioso. Un'opera da guardare senza troppe pretese, caldamente consigliata.