Ciao, io sono Michael
Correva l'anno 199x: una mattina resto a casa da scuola perché malato, e chiaramente mi metto a guardare la TV per passare un po' il tempo. Niente di meglio di Junior TV, ovviamente, perché all'epoca c'erano cartoni animati ('fighi') in onda per tutta la mattina o quasi. Tra i vari cartoni animati ne scorgo uno nuovo, si tratta proprio di "What's Michael?": all'epoca non compravo ancora manga, ma di anime ne vedevo in quantità sui vari canali privati. Non avendolo mai visto prima, questo anime mi incuriosì parecchio: c'erano infatti scenette in cui Michael rendeva la vita impossibile ai suoi padroni, altre scene in cui il gatto Michael e i suoi amici diventavano antropomorfi (forse la parte più debole di quest'anime). In generale si trattava di brevi storie autoconclusive, piuttosto divertenti e leggere. In seguito, dopo quel giorno, non sono riuscito più a trovare questo anime in onda, pareva completamente sparito dalla circolazione: alcuni anni dopo lessi alcuni episodi del manga sul glorioso Kappa Magazine, e molto più tardi recuperai l'unico volumetto pubblicato in Italia (purtroppo). Solo di recente sono riuscito a recuperare una trentina-quarantina di episodi di questa serie, e non posso che confermare l'impressione di una ventina di anni fa: tecnicamente è una serie di trent'anni fa, e se li porta tutti sul groppone, non ci sono infatti animazioni sconvolgenti; del resto, essendo una serie comica, non è necessario che ci siano. I disegni sono gradevoli e il character design richiama molto da vicino quello dell'autore Makoto Kobayashi. La localizzazione italiana è discreta: come accadeva con molti anime in quel periodo, sono stati cambiati tutti i nomi giapponesi e sostituiti con nomi italiani o inglesi, forse per rendere anche la vita più facile ai doppiatori nostrani. A proposito di doppiatori, quello del gatto Michael (ebbene sì, un gatto che parla come ai tempi del più noto "Kiss Me Licia") è niente di meno che Pietro Ubaldi, una delle voci più note nel panorama del doppiaggio italiano (nel bene e nel male, si intende!).
Un vero peccato che non sia mai stata pubblicata in home video: per quanto non una di quelle serie imperdibili nel vero senso della parola, è comunque una di quelle serie che meriterebbe la visione da parte degli anime fan più giovani, o anche semplicemente da parte di tutti gli amanti dei gatti.
Un vero peccato che non sia mai stata pubblicata in home video: per quanto non una di quelle serie imperdibili nel vero senso della parola, è comunque una di quelle serie che meriterebbe la visione da parte degli anime fan più giovani, o anche semplicemente da parte di tutti gli amanti dei gatti.