Is the order a Rabbit??
E rieccomi qui a parlare di conigli, bar e caffè. Ma che centrano questi tre elementi in un anime?
Be è semplice: sono gli elementi di "Gochuumon wa Usagi Desu Ka?" (Tradotto "L'ordine è un coniglio?"), simpatica serie animata slice of life che, incredibilmente, ha potuto godere di questo seguito, dove i punti interrogativi sono due.
Ritroveremo le cinque protagoniste, ovvero la simpatica ma a volte sbadata e con il complesso della sorella Cocoa, la seria e pacata Chino, la tenace esperta del mondo militare Rize, la fantasiosa e dolce Chiya e la timida Syaro, nella loro vita di tutti i giorni; ovvero studentesse delle superiori, mentre Chino invece va alle medie, e lavoratrici part-time nei loro rispettivi bar, ovvero la Rabbit House, per Cocoa, dove viene ospitata, Chino, di cui è anche casa, e Rize, l'Ama Usa An per Chiya, che è di famiglia, e il Fleur de Lapin per Syaro.
Ovviamente, ritroveremo gli altri personaggi: ovvero il Papà di Chino, Takahiro, e il coniglietto Tippy, che ospita l'anima del nonno di Chino, le amiche, nonché compagne di scuola, di Chino, Maya e Megumi, la scrittrice Midori, e, per due puntate, una new entry: Mocha, la sorella maggiore di Cocoa, il cui carattere si abbatterà come un tifone sullo scenario e ha contribuito a formare il forte complesso della sorella di Cocoa.
Be, diciamo che questo seguito scende un po' di livello rispetto all'originale, nonostante la divertente fucina di gag che andranno a movimentare lo scenario molto europeo della serie proprio per il carattere dei personaggi.
Per il resto, grafica molto curata, OST adatte per ogni occasione, e opening ed ending molto orecchiabili.
E ho detto tutto.
Be è semplice: sono gli elementi di "Gochuumon wa Usagi Desu Ka?" (Tradotto "L'ordine è un coniglio?"), simpatica serie animata slice of life che, incredibilmente, ha potuto godere di questo seguito, dove i punti interrogativi sono due.
Ritroveremo le cinque protagoniste, ovvero la simpatica ma a volte sbadata e con il complesso della sorella Cocoa, la seria e pacata Chino, la tenace esperta del mondo militare Rize, la fantasiosa e dolce Chiya e la timida Syaro, nella loro vita di tutti i giorni; ovvero studentesse delle superiori, mentre Chino invece va alle medie, e lavoratrici part-time nei loro rispettivi bar, ovvero la Rabbit House, per Cocoa, dove viene ospitata, Chino, di cui è anche casa, e Rize, l'Ama Usa An per Chiya, che è di famiglia, e il Fleur de Lapin per Syaro.
Ovviamente, ritroveremo gli altri personaggi: ovvero il Papà di Chino, Takahiro, e il coniglietto Tippy, che ospita l'anima del nonno di Chino, le amiche, nonché compagne di scuola, di Chino, Maya e Megumi, la scrittrice Midori, e, per due puntate, una new entry: Mocha, la sorella maggiore di Cocoa, il cui carattere si abbatterà come un tifone sullo scenario e ha contribuito a formare il forte complesso della sorella di Cocoa.
Be, diciamo che questo seguito scende un po' di livello rispetto all'originale, nonostante la divertente fucina di gag che andranno a movimentare lo scenario molto europeo della serie proprio per il carattere dei personaggi.
Per il resto, grafica molto curata, OST adatte per ogni occasione, e opening ed ending molto orecchiabili.
E ho detto tutto.
Nel 2015 lo studio White Fox, in collaborazione con Kinema Citrus, dà alla luce la seconda serie dedicata alle cinque cameriere con i nomi ispirati a tè e caffè, intitolata “Gochuumon wa usagi desu ka??” (questa volta con due punti interrogativi).
La trama, se così la vogliamo chiamare, è rimasta pressoché invariata. Assistiamo infatti al prosieguo delle vicende della prima stagione, senza novità o aggiunte eclatanti. Le nostre protagoniste, dunque, continuano a lavorare sodo, a divertirsi e far divertire noi: in effetti, l’unica marcia in più di questa seconda serie è sicuramente la mole di scene e battute esilaranti, che è aumentata di un bel po’ rispetto alla precedente. Tuttavia, c’è da dire che si è notato di più il piccolo difetto che l’opera aveva, ovvero quello di alternare scene e situazioni alquanto originali ad altre già viste: come negli anime abbiamo già visto a bizzeffe campeggi o cacce al tesoro, allo stesso modo singolari lezioni di danza classica o scene in cui si fa il bucato costituiscono qualcosa di nuovo e interessante. Va di pari passo, inoltre, la tendenza di Gochiusa a propinarci ora momenti buffi e divertenti, capaci di catturare l’attenzione dello spettatore, ora momenti più lenti, che diventano, a volte, quasi soporiferi.
Per come la penso io, se si vuole produrre una seconda stagione di successo, bisognerebbe aggiungere qualcosa di fresco e innovativo alla storia principale, soprattutto per una serie come questa che non ha una trama vera e propria. Introdurre un nuovo personaggio, cioè la sorella di Cocoa, è stato un buon tentativo, tuttavia non del tutto riuscito, dato che ci hanno deliziato della sua presenza solo per due episodi contati. Non sarebbe stato male neanche qualche sviluppo sulla vicenda del nonno di Chino, che purtroppo non c’è stato.
Sul fronte personaggi non c’è stata nessuna amara delusione, ma neppure qualche importante innovazione. Come nella prima stagione, sia quelli principali che quelli secondari hanno avuto il proprio spazio, senza, ovviamente, un approfondimento mirato su nessuno di essi. In un anime del genere di Gochiusa, infatti, i personaggi hanno il solo scopo di divertirci e a questo loro compito adempiono egregiamente. A tutti, inoltre, ci si affeziona facilmente, anche se, a dir la verità, Cocoa sta diventando un tantino irritante a causa della faccenda “Sorella maggiore e sorelline”, reiterata ancora e ancora nel corso della serie pur non essendone il fulcro principale.
Il comparto visivo è come sempre una gioia per gli occhi: bei colori, belle animazioni ma soprattutto stupendi fondali – del resto, la cosa che più amo di Gochiusa è il paesino in cui è ambientato. Character design non sempre perfetto ma comunque carino, OST non proprio memorabili e sigle con vocine troppo kawaii per i miei gusti.
Tirando le somme, la seconda serie di “Gochuumon wa usagi desu ka?” mantiene intatti i pregi e difetti della prima, senza aggiungere nuovi elementi che avrebbero potuto renderla superiore o, almeno, di pari livello. Sempre le stesse vicende autoconclusive, nessuno sviluppo della “trama nascosta”, il tutto farcito con qualche risata e, naturalmente, tanto, tanto moe. Voto: 6,5.
La trama, se così la vogliamo chiamare, è rimasta pressoché invariata. Assistiamo infatti al prosieguo delle vicende della prima stagione, senza novità o aggiunte eclatanti. Le nostre protagoniste, dunque, continuano a lavorare sodo, a divertirsi e far divertire noi: in effetti, l’unica marcia in più di questa seconda serie è sicuramente la mole di scene e battute esilaranti, che è aumentata di un bel po’ rispetto alla precedente. Tuttavia, c’è da dire che si è notato di più il piccolo difetto che l’opera aveva, ovvero quello di alternare scene e situazioni alquanto originali ad altre già viste: come negli anime abbiamo già visto a bizzeffe campeggi o cacce al tesoro, allo stesso modo singolari lezioni di danza classica o scene in cui si fa il bucato costituiscono qualcosa di nuovo e interessante. Va di pari passo, inoltre, la tendenza di Gochiusa a propinarci ora momenti buffi e divertenti, capaci di catturare l’attenzione dello spettatore, ora momenti più lenti, che diventano, a volte, quasi soporiferi.
Per come la penso io, se si vuole produrre una seconda stagione di successo, bisognerebbe aggiungere qualcosa di fresco e innovativo alla storia principale, soprattutto per una serie come questa che non ha una trama vera e propria. Introdurre un nuovo personaggio, cioè la sorella di Cocoa, è stato un buon tentativo, tuttavia non del tutto riuscito, dato che ci hanno deliziato della sua presenza solo per due episodi contati. Non sarebbe stato male neanche qualche sviluppo sulla vicenda del nonno di Chino, che purtroppo non c’è stato.
Sul fronte personaggi non c’è stata nessuna amara delusione, ma neppure qualche importante innovazione. Come nella prima stagione, sia quelli principali che quelli secondari hanno avuto il proprio spazio, senza, ovviamente, un approfondimento mirato su nessuno di essi. In un anime del genere di Gochiusa, infatti, i personaggi hanno il solo scopo di divertirci e a questo loro compito adempiono egregiamente. A tutti, inoltre, ci si affeziona facilmente, anche se, a dir la verità, Cocoa sta diventando un tantino irritante a causa della faccenda “Sorella maggiore e sorelline”, reiterata ancora e ancora nel corso della serie pur non essendone il fulcro principale.
Il comparto visivo è come sempre una gioia per gli occhi: bei colori, belle animazioni ma soprattutto stupendi fondali – del resto, la cosa che più amo di Gochiusa è il paesino in cui è ambientato. Character design non sempre perfetto ma comunque carino, OST non proprio memorabili e sigle con vocine troppo kawaii per i miei gusti.
Tirando le somme, la seconda serie di “Gochuumon wa usagi desu ka?” mantiene intatti i pregi e difetti della prima, senza aggiungere nuovi elementi che avrebbero potuto renderla superiore o, almeno, di pari livello. Sempre le stesse vicende autoconclusive, nessuno sviluppo della “trama nascosta”, il tutto farcito con qualche risata e, naturalmente, tanto, tanto moe. Voto: 6,5.