Play Ball
Per riuscire a vederlo sono letteralmente diventato pazzo e alla fine ho potuto solo vedere i primi tre episodi, non immaginate la fatica che ho fatto per trovarlo. Fatica che a mio avviso e stata ripagata nel migliore dei modi, anche se dopo aver visto solo tre episodi, gli unici disponibili che ho trovato, non posso dare un giudizio chiaro e completo a questa serie. La trama segue le vicende di Takao Taniguchi, che dopo una grave frattura al dito durante le scuole medie non riesce più a giocare nel ruolo di lanciatore. Si iscrive cosi alla Sumitani High School dove ogni giorno si ferma a guardare gli allenamenti del club di baseball. Il nostro protagonista cattura l'attenzione del capitano del club di calcio e nell'attesa, ancora volenteroso di voler unirsi al club di baseball, decide di unirsi a quest'ultimo club. Ma il nostro protagonista ha ancora voglia di baseball e in segreto comincia a giocare qualche partitella, la cosa giunge all'orecchio del capitano del club di calcio che convince Takao a lasciare il club del calcio, vedendo che non fa proprio per lui nonostante la sua buona volontà, e di unirsi al club di baseball. Il club purtroppo non è dei migliori e sembra esserci molto da fare per migliorarlo, ma con l'arrivo di Takao in squadra però le cose cominciano a cambiare. Questo è solo l'inizio della storia, ovviamente è anche ciò che ho potuto visionare in prima persona.
I personaggi di per sé mi sembrano interessanti, ovvio che avendoli visti all'opera solo nei primi atti della storia non posso ancora dire come si svilupperanno, ma da Takao al "rotondo" ricevitore Todakoro, sembra che i personaggi siano stati ben curati e già dopo queste prime visioni ci si può affezionare a qualcuno di loro. I disegni non sembrano essere questo granché, ma lo stile fa subito capire che Play Ball è opera del mangaka Akio Chiba, già autore di Captain, che presenta un design dei personaggi molto simile, se non identico.
Le varie musichette di sotto fondo, o OST che dir si voglia, sono orecchiabili anche se alcune non proprio ispirate, ma dopo poco viene voglia di canticchiarle. Come sigla di testa abbiamo Kimi wa Nanika ga Dekiru, già usata in uno special anime dedicato al manga di Captain, che risulta essere una buona musica di testa e che si va ad adattare perfettamente all'anime. Anche la sigla di chiusura e, dal mio punto di vista, molto buona, purtroppo di quest'ultima non conosco il titolo. Il doppiaggio originale è ben gradito e riesce a dare a mio avviso un pizzico di personalità in più ai personaggi di questa serie.
Non posso spingermi troppo oltre in questa recensione purtroppo, visto che ho potuto visionare solo i primi tre episodi della serie che, a quanto ne so, godrebbe pure di un seguito sempre basato sull'omonimo manga. Ciò che mi ha incuriosito era che la serie animata e stata prodotta ben 25 anni dopo l'uscita del manga, avvenuta per la prima volta nel 1974. Un'altra curiosità che ho scovato è che questo Play Ball sembra essere il seguito indiretto di Captain, e di fatto nello stesso manga c'è una citazione ad una delle quattro storie proposte da Captain. Come detto, avendo visto solo tre episodi, non posso giudicarlo molto questo anime, ma se amate il baseball questo è senza dubbio un anime che potrebbe piacervi. Cosi come il baseball stesso, questo Play Ball per essere compreso va visto di persona. Il mio voto è 7 anche perché non mi andava di dare solo 6, visto che solo tre episodi non bastano per giudicare per intero un anime, ma sembra davvero possedere una trama interessante.
I personaggi di per sé mi sembrano interessanti, ovvio che avendoli visti all'opera solo nei primi atti della storia non posso ancora dire come si svilupperanno, ma da Takao al "rotondo" ricevitore Todakoro, sembra che i personaggi siano stati ben curati e già dopo queste prime visioni ci si può affezionare a qualcuno di loro. I disegni non sembrano essere questo granché, ma lo stile fa subito capire che Play Ball è opera del mangaka Akio Chiba, già autore di Captain, che presenta un design dei personaggi molto simile, se non identico.
Le varie musichette di sotto fondo, o OST che dir si voglia, sono orecchiabili anche se alcune non proprio ispirate, ma dopo poco viene voglia di canticchiarle. Come sigla di testa abbiamo Kimi wa Nanika ga Dekiru, già usata in uno special anime dedicato al manga di Captain, che risulta essere una buona musica di testa e che si va ad adattare perfettamente all'anime. Anche la sigla di chiusura e, dal mio punto di vista, molto buona, purtroppo di quest'ultima non conosco il titolo. Il doppiaggio originale è ben gradito e riesce a dare a mio avviso un pizzico di personalità in più ai personaggi di questa serie.
Non posso spingermi troppo oltre in questa recensione purtroppo, visto che ho potuto visionare solo i primi tre episodi della serie che, a quanto ne so, godrebbe pure di un seguito sempre basato sull'omonimo manga. Ciò che mi ha incuriosito era che la serie animata e stata prodotta ben 25 anni dopo l'uscita del manga, avvenuta per la prima volta nel 1974. Un'altra curiosità che ho scovato è che questo Play Ball sembra essere il seguito indiretto di Captain, e di fatto nello stesso manga c'è una citazione ad una delle quattro storie proposte da Captain. Come detto, avendo visto solo tre episodi, non posso giudicarlo molto questo anime, ma se amate il baseball questo è senza dubbio un anime che potrebbe piacervi. Cosi come il baseball stesso, questo Play Ball per essere compreso va visto di persona. Il mio voto è 7 anche perché non mi andava di dare solo 6, visto che solo tre episodi non bastano per giudicare per intero un anime, ma sembra davvero possedere una trama interessante.