Durarara!!×2 Ketsu
Con questi dodici episodi si chiude il sipario su “Durarara!!” e sulla Ikebukuro ricca di (tanti) personaggi che hanno avuto parti, piccole o rilevanti, in questa serie.
Anche se tecnicamente non è impeccabile (inferiore alla prima stagione che a livello di cura degli sfondi e delle animazioni è la migliore), questa quarta serie non delude e si guarda con piacere.
Ancora una volta tutte le storie si intrecciano e i nodi fra l'una e l'altra sono ben gestiti da un gioco accurato di regia, che salta da un narratore all'altro, mostra più volte gli stessi avvenimenti porgendoci i diversi punti di vista e affianca dialoghi di persona e in chat.
Sia il doppiaggio che l’OST sono ben fatti e regalano emozioni.
Un sottotitolo potrebbe essere l'aforisma “Visto da vicino, nessuno è normale”: se c’è un qualcosa che accomuna i personaggi di “Durarara!!”, infatti, è che nessuno di loro è banale, che siano simpatici o antipatici, forti o deboli, brillanti o no. Ognuno di loro è peculiare e nessuno è anodino, compiono azioni fuori dal comune, ma ognuno è coerente con se stesso (e, visto il gran numero di personaggi in gioco, non era scontato che fosse così).
I personaggi sono talmente tanti che è difficile dire chi siano i protagonisti: forse il trio Izaya - Shizuo - Celty o quello dei ragazzini, Mikado - Masaomi - Anri. Sono talmente convincenti che è difficile non trovarli simpatici (quasi) tutti: mostri e criminali non fanno eccezione, anche un medico clandestino che lavora per la Yakuza riesce ad essere adorabile, al pari dell’assassina russa dalla cultura enciclopedica.
Ad ogni stagione si sono aggiunti nuovi personaggi e altri ci sono stati descritti più nel dettaglio: ad esempio Mika Harima diventa un personaggio decisamente più interessante di quanto paresse all’inizio, altri rimangono forse un po’ sullo sfondo, magari assenti per molte puntate ma ognuno ha i suoi “quindici minuti” di scena e le sorprese non mancano.
La conclusione non scioglie tutti gli interrogativi, non risolve tutti i problemi, ma in un’opera così corale non disturba: le storie continuano ad intrecciarsi, che noi siamo lì a guardare o meno.
Anche se tecnicamente non è impeccabile (inferiore alla prima stagione che a livello di cura degli sfondi e delle animazioni è la migliore), questa quarta serie non delude e si guarda con piacere.
Ancora una volta tutte le storie si intrecciano e i nodi fra l'una e l'altra sono ben gestiti da un gioco accurato di regia, che salta da un narratore all'altro, mostra più volte gli stessi avvenimenti porgendoci i diversi punti di vista e affianca dialoghi di persona e in chat.
Sia il doppiaggio che l’OST sono ben fatti e regalano emozioni.
Un sottotitolo potrebbe essere l'aforisma “Visto da vicino, nessuno è normale”: se c’è un qualcosa che accomuna i personaggi di “Durarara!!”, infatti, è che nessuno di loro è banale, che siano simpatici o antipatici, forti o deboli, brillanti o no. Ognuno di loro è peculiare e nessuno è anodino, compiono azioni fuori dal comune, ma ognuno è coerente con se stesso (e, visto il gran numero di personaggi in gioco, non era scontato che fosse così).
I personaggi sono talmente tanti che è difficile dire chi siano i protagonisti: forse il trio Izaya - Shizuo - Celty o quello dei ragazzini, Mikado - Masaomi - Anri. Sono talmente convincenti che è difficile non trovarli simpatici (quasi) tutti: mostri e criminali non fanno eccezione, anche un medico clandestino che lavora per la Yakuza riesce ad essere adorabile, al pari dell’assassina russa dalla cultura enciclopedica.
Ad ogni stagione si sono aggiunti nuovi personaggi e altri ci sono stati descritti più nel dettaglio: ad esempio Mika Harima diventa un personaggio decisamente più interessante di quanto paresse all’inizio, altri rimangono forse un po’ sullo sfondo, magari assenti per molte puntate ma ognuno ha i suoi “quindici minuti” di scena e le sorprese non mancano.
La conclusione non scioglie tutti gli interrogativi, non risolve tutti i problemi, ma in un’opera così corale non disturba: le storie continuano ad intrecciarsi, che noi siamo lì a guardare o meno.
Sono passati sei anni dalla prima serie, quando tutto aveva avuto inizio. Da allora, “Durarara!!” ci ha fatto vivere infinite avventure, fino a questa quarta stagione, nonché l’ultima. 2016, dodici puntate e un mondo ancora tutto da scoprire. Perché, in fin dei conti, i personaggi presentati nel corso delle precedenti esperienze non hanno fatto che aumentare, rendendo Ikebukuro, la città dove è ambientata la vicenda, un articolato intreccio di strade differenti, parallele e perpendicolari. Una rete complicata, ma allo stesso tempo emozionante ed entusiasmante.
“Durarara!!” coinvolge per la sua stravaganza e una costruzione alternativa, che rendono l’opera una perla di originalità in mezzo a tutto il panorama dell’animazione giapponese. Un genere classificabile come d’azione/crimine, dove gang giovanili si scontrato nel cuore della città, in mezzo a pericolosi esponenti della Yakuza e misteriosi personaggi che rasentano il sovrannaturale (o vi si immergono del tutto).
Se dovessi veramente raccontare la trama di questa serie, mi troverei sicuramente in difficoltà. E proprio per questo motivo, scelgo saggiamente di evitare tale avventura. In fin dei conti, “Durarara!!” non ha una vera e propria trama, o meglio, questa non appare in alcun modo come il solito elaborato standard. Si evolve in maniera veloce, quasi caotica, facendo continui salti nel tempo e raccontando le numerose vicende diverse da altrettanti punti di vista differenti.
Il mondo non è certo una grande e uniforme storia, e tale opera cerca di comunicare questo messaggio: non esiste un vero protagonista, ma lo siamo tutti. Ognuno, nel suo piccolo, ha la possibilità di cambiare il corso degli eventi, anche se, apparentemente, c'entra poco con gli sviluppi principali.
Il caotico quartiere di Ikebukuro è perfetto per ospitare questa storia, che vive di quotidianità e di piccoli passi. Non ci sono nemici formidabili da sconfiggere e nemmeno un obiettivo finale da raggiungere. E allora cosa si fa? Essenzialmente tutto e niente.
I personaggi sono incredibilmente tanti, un numero quasi esagerato per i miei gusti. Ogni serie presenta nuovi protagonisti, che si intrecciano e coabitano con quelli vecchi. Tutti, o quasi, dimostrano però di possedere una caratura loro personale, dotata di forza e originalità. Si attengono, per certi versi, a semplici binari guida, ma allo stesso tempo se ne disinteressano. Imprevedibili oltre ogni dire, e, se si parla di imprevedibilità, non si può non citare Izaya Orihara. E’ lui il cuore pulsante dell’intera vicenda, la mente malata che ha messo tutto quanto in moto per il semplice piacere di osservare gli “umani” (come se lui non ne facesse parte) destreggiarsi in mezzo alle difficoltà. Non è un cattivo, nemmeno un buono… Forse è semplicemente un folle. Ma la sua follia ha reso tale vicenda ancora più emozionante.
Altri due protagonisti che mi hanno saputo appassionare in modo considerevole, sono Celty, il misterioso centauro senza testa, e Mikado Ryuugamine, il semplice ragazzo di campagna che è riuscito a scombussolare tutti con i suoi Dollars. Per il resto, il caos più totale, un piacevole senso di disordine e di disinteresse per gli schemi, che colpisce e disorienta lo spettatore.
Buona la grafica, anche se non cambia molto rispetto a quella mostrata nelle serie precedenti, con l’unica eccezione per la prima. Piuttosto semplice e pulita, ma forse indispensabile per non rendere l’anime ancora più complicato e confuso. I toni si mantengono piuttosto cupi, con interessanti esplosioni di colore e vivacità, concentrate soprattutto nelle caratteristiche di determinati personaggi. Gli occhi rossi di Saya risplendono nella notte come piccoli rubini.
Sicuramente positivo il doppiaggio e le musiche di sottofondo, le quali contribuiscono a rendere l’atmosfera generale ancora più bizzarra. Per quanto riguarda la regia, d’altra parte, rinnovo per l’ennesima volta i miei complimenti. Secondo il mio parere, penso che “Durarara!!” sia una delle opere più difficili da gestire. Innanzitutto, il numero elevato di personaggi, ma, soprattutto, la tendenza a cambiare continuamente punto di vista. Non credo sia così facile gestire tutte queste angolazioni senza perdere di vista l’oggetto principale, o, ancora peggio, sfigurarlo e deformarlo.
L’unica pecca risiede forse nel finale dell’intera storia. Difficilmente una conclusione piace appieno, in quanto questa deve rappresentare e contenere i sogni e le aspettative che lo spettatore si è formato nel corso dell’intera visione. E in tal ci sono ben quattro serie sul groppone…
Devo essere onesto: mi sarei immaginato qualcosa di più esplosivo. All'improvviso la miccia viene accesa, tutto fa pensare a un’imminente catastrofe, ma ecco che, all'ultimo secondo, la fiammella viene spenta, lasciando tutti un pochino spaesati. Tipico di “Durarara!!”, potrete pensare, ma anche lievemente irritante. Se da un lato si deve constatare il mantenimento dello stile generale, dall'altro non si può che storcere il naso per non aver potuto ammirare il grande spettacolo pirotecnico.
Pazienza, si tratta di piccoli dettagli che non oscurano certamente la qualità di quest’opera immensa. “Durarara!!” divide il pubblico in base ai gusti personali, ma proprio questo è un motivo di maggior pregio.
Voto finale: 8… E mezzo!
“Durarara!!” coinvolge per la sua stravaganza e una costruzione alternativa, che rendono l’opera una perla di originalità in mezzo a tutto il panorama dell’animazione giapponese. Un genere classificabile come d’azione/crimine, dove gang giovanili si scontrato nel cuore della città, in mezzo a pericolosi esponenti della Yakuza e misteriosi personaggi che rasentano il sovrannaturale (o vi si immergono del tutto).
Se dovessi veramente raccontare la trama di questa serie, mi troverei sicuramente in difficoltà. E proprio per questo motivo, scelgo saggiamente di evitare tale avventura. In fin dei conti, “Durarara!!” non ha una vera e propria trama, o meglio, questa non appare in alcun modo come il solito elaborato standard. Si evolve in maniera veloce, quasi caotica, facendo continui salti nel tempo e raccontando le numerose vicende diverse da altrettanti punti di vista differenti.
Il mondo non è certo una grande e uniforme storia, e tale opera cerca di comunicare questo messaggio: non esiste un vero protagonista, ma lo siamo tutti. Ognuno, nel suo piccolo, ha la possibilità di cambiare il corso degli eventi, anche se, apparentemente, c'entra poco con gli sviluppi principali.
Il caotico quartiere di Ikebukuro è perfetto per ospitare questa storia, che vive di quotidianità e di piccoli passi. Non ci sono nemici formidabili da sconfiggere e nemmeno un obiettivo finale da raggiungere. E allora cosa si fa? Essenzialmente tutto e niente.
I personaggi sono incredibilmente tanti, un numero quasi esagerato per i miei gusti. Ogni serie presenta nuovi protagonisti, che si intrecciano e coabitano con quelli vecchi. Tutti, o quasi, dimostrano però di possedere una caratura loro personale, dotata di forza e originalità. Si attengono, per certi versi, a semplici binari guida, ma allo stesso tempo se ne disinteressano. Imprevedibili oltre ogni dire, e, se si parla di imprevedibilità, non si può non citare Izaya Orihara. E’ lui il cuore pulsante dell’intera vicenda, la mente malata che ha messo tutto quanto in moto per il semplice piacere di osservare gli “umani” (come se lui non ne facesse parte) destreggiarsi in mezzo alle difficoltà. Non è un cattivo, nemmeno un buono… Forse è semplicemente un folle. Ma la sua follia ha reso tale vicenda ancora più emozionante.
Altri due protagonisti che mi hanno saputo appassionare in modo considerevole, sono Celty, il misterioso centauro senza testa, e Mikado Ryuugamine, il semplice ragazzo di campagna che è riuscito a scombussolare tutti con i suoi Dollars. Per il resto, il caos più totale, un piacevole senso di disordine e di disinteresse per gli schemi, che colpisce e disorienta lo spettatore.
Buona la grafica, anche se non cambia molto rispetto a quella mostrata nelle serie precedenti, con l’unica eccezione per la prima. Piuttosto semplice e pulita, ma forse indispensabile per non rendere l’anime ancora più complicato e confuso. I toni si mantengono piuttosto cupi, con interessanti esplosioni di colore e vivacità, concentrate soprattutto nelle caratteristiche di determinati personaggi. Gli occhi rossi di Saya risplendono nella notte come piccoli rubini.
Sicuramente positivo il doppiaggio e le musiche di sottofondo, le quali contribuiscono a rendere l’atmosfera generale ancora più bizzarra. Per quanto riguarda la regia, d’altra parte, rinnovo per l’ennesima volta i miei complimenti. Secondo il mio parere, penso che “Durarara!!” sia una delle opere più difficili da gestire. Innanzitutto, il numero elevato di personaggi, ma, soprattutto, la tendenza a cambiare continuamente punto di vista. Non credo sia così facile gestire tutte queste angolazioni senza perdere di vista l’oggetto principale, o, ancora peggio, sfigurarlo e deformarlo.
L’unica pecca risiede forse nel finale dell’intera storia. Difficilmente una conclusione piace appieno, in quanto questa deve rappresentare e contenere i sogni e le aspettative che lo spettatore si è formato nel corso dell’intera visione. E in tal ci sono ben quattro serie sul groppone…
Devo essere onesto: mi sarei immaginato qualcosa di più esplosivo. All'improvviso la miccia viene accesa, tutto fa pensare a un’imminente catastrofe, ma ecco che, all'ultimo secondo, la fiammella viene spenta, lasciando tutti un pochino spaesati. Tipico di “Durarara!!”, potrete pensare, ma anche lievemente irritante. Se da un lato si deve constatare il mantenimento dello stile generale, dall'altro non si può che storcere il naso per non aver potuto ammirare il grande spettacolo pirotecnico.
Pazienza, si tratta di piccoli dettagli che non oscurano certamente la qualità di quest’opera immensa. “Durarara!!” divide il pubblico in base ai gusti personali, ma proprio questo è un motivo di maggior pregio.
Voto finale: 8… E mezzo!