Flying Witch
Anime che, fin dall'inizio, non mi ha proprio convinto, non perché fosse una brutta storia, ma per i ritmi troppo lenti, che mi hanno portato ad annoiarmi per quasi tutta la serie.
Va bene non aspettarsi molto da uno slice of life, però credo che qui si sia superato un po' il limite, per quasi tutte le dodici puntate non succede mai praticamente nulla, o meglio accadono sempre le stesse identiche cose. Inoltre mi aspettavo un po più di azione, dato che la storia sulla carta doveva coinvolgere la magia, che esclusi gli ultimi due episodi, fa praticamente solo da contorno alle varie vicende narrate, preferendo a quest'ultima continue scene legate alla cucina, che a mio avviso rendono il tutto ancora meno interessante e più scontato.
I personaggi sono, chi più chi meno, caratterizzati decentemente, anche se i due protagonisti principali li ho trovati abbastanza anonimi rispetto ai secondari, sono proprio loro che alzano un po' il livello, di fatto risultando la parte migliore dell'intera opera.
Anime che personalmente non ho molto apprezzato, indubbiamente ha diversi aspetti positivi, ma nel mio caso quelli negativi sono la maggioranza.
Voto finale: 5
Va bene non aspettarsi molto da uno slice of life, però credo che qui si sia superato un po' il limite, per quasi tutte le dodici puntate non succede mai praticamente nulla, o meglio accadono sempre le stesse identiche cose. Inoltre mi aspettavo un po più di azione, dato che la storia sulla carta doveva coinvolgere la magia, che esclusi gli ultimi due episodi, fa praticamente solo da contorno alle varie vicende narrate, preferendo a quest'ultima continue scene legate alla cucina, che a mio avviso rendono il tutto ancora meno interessante e più scontato.
I personaggi sono, chi più chi meno, caratterizzati decentemente, anche se i due protagonisti principali li ho trovati abbastanza anonimi rispetto ai secondari, sono proprio loro che alzano un po' il livello, di fatto risultando la parte migliore dell'intera opera.
Anime che personalmente non ho molto apprezzato, indubbiamente ha diversi aspetti positivi, ma nel mio caso quelli negativi sono la maggioranza.
Voto finale: 5
"Flying Witch" è una serie slice of life del 2016 che consta di dodici episodi prodotti dalla J.C.Staff.
La serie segue le vicende quotidiane di una strega adolescente, Makoto, che si trasferisce insieme al suo gatto Chito da alcuni parenti nella quasi sperduta e minuscola Aomori.
Qui sono introdotti inizialmente i due cugini Kei e Chinatsu, l'imbranata sorella di Makoto, Akane, sempre accompagnata dal suo fidato famiglio Kenny, ed altri personaggi che saranno mostrati soltanto nel corso della serie e faranno apparizioni saltuarie.
Non mi sono mai piaciuti gli slice of life poiché a livello di trama non offrono nulla di interessante e questa serie non è stata diversa sotto questo punto di vista, il che era prevedibile.
La serie è lenta e tranquilla. Fin troppo lenta e tranquilla. Essendo basata sulla vita quotidiana di una strega, ci si aspettano cose interessanti come incantesimi, creature bizzarre e formule varie per la maggior parte degli episodi, invece qui ci sono per lo più puntate su come imparare a cucinare, raccogliere i frutti, cucire e diverse puntate ordinarie che alla lunga possono stancare (soprattutto se ripetute più e più volte!).
Se da un lato abbiamo una storia lenta, tranquilla, talvolta noiosa, dall'altro lato abbiamo dei personaggi ben caratterizzati e ben assortiti. In particolar modo mi riferisco a quel genio di Akane che ne combina di tutti i colori, Inukai, che, nonostante le esigue comparse, è un personaggio abbastanza divertente, e Chinatsu che alterna stati di "voglio essere una strega ninja" a stati di "mi diverto un mondo anche così".
Questi personaggi si contrappongono alle personalità piuttosto piatte di Makoto che, pur essendo la protagonista, non riesce ad emergere del tutto, e Kei, apatico ed evidentemente asessuato alla massima potenza!
Il finale è riuscito a farmi cambiare in parte idea sulla serie inserendo la tanto attesa componente "magica" di cui la serie aveva bisogno, vista la vita ordinaria trascorsa dalla protagonista per la maggior parte della serie. Infatti penso che la prima parte dell'episodio undici e l'ultima parte dell'episodio dodici siano riuscite lì dove invece i precedenti episodi non sono riusciti a dare, probabilmente perché mancava sempre qualcosa, il che ha anche modificato, non di molto, il voto.
Dal punto di vista grafico, non è stato male il disegno con l'utilizzo di toni chiari per accentuare i paesaggi suggestivi e rilassanti. Nulla da dire nemmeno sul chara design.
Sul comparto musicale, la opening è decisamente la migliore e la più adatta alla serie, capace di donare quella spensieratezza tipica di questo slice of life. La ending, molto dolce e rilassante, non mi ha molto convinta, ma non la butterei.
Nel complesso, credo che la serie abbia raggiunto la sufficienza.
Voto: 6
La serie segue le vicende quotidiane di una strega adolescente, Makoto, che si trasferisce insieme al suo gatto Chito da alcuni parenti nella quasi sperduta e minuscola Aomori.
Qui sono introdotti inizialmente i due cugini Kei e Chinatsu, l'imbranata sorella di Makoto, Akane, sempre accompagnata dal suo fidato famiglio Kenny, ed altri personaggi che saranno mostrati soltanto nel corso della serie e faranno apparizioni saltuarie.
Non mi sono mai piaciuti gli slice of life poiché a livello di trama non offrono nulla di interessante e questa serie non è stata diversa sotto questo punto di vista, il che era prevedibile.
La serie è lenta e tranquilla. Fin troppo lenta e tranquilla. Essendo basata sulla vita quotidiana di una strega, ci si aspettano cose interessanti come incantesimi, creature bizzarre e formule varie per la maggior parte degli episodi, invece qui ci sono per lo più puntate su come imparare a cucinare, raccogliere i frutti, cucire e diverse puntate ordinarie che alla lunga possono stancare (soprattutto se ripetute più e più volte!).
Se da un lato abbiamo una storia lenta, tranquilla, talvolta noiosa, dall'altro lato abbiamo dei personaggi ben caratterizzati e ben assortiti. In particolar modo mi riferisco a quel genio di Akane che ne combina di tutti i colori, Inukai, che, nonostante le esigue comparse, è un personaggio abbastanza divertente, e Chinatsu che alterna stati di "voglio essere una strega ninja" a stati di "mi diverto un mondo anche così".
Questi personaggi si contrappongono alle personalità piuttosto piatte di Makoto che, pur essendo la protagonista, non riesce ad emergere del tutto, e Kei, apatico ed evidentemente asessuato alla massima potenza!
Il finale è riuscito a farmi cambiare in parte idea sulla serie inserendo la tanto attesa componente "magica" di cui la serie aveva bisogno, vista la vita ordinaria trascorsa dalla protagonista per la maggior parte della serie. Infatti penso che la prima parte dell'episodio undici e l'ultima parte dell'episodio dodici siano riuscite lì dove invece i precedenti episodi non sono riusciti a dare, probabilmente perché mancava sempre qualcosa, il che ha anche modificato, non di molto, il voto.
Dal punto di vista grafico, non è stato male il disegno con l'utilizzo di toni chiari per accentuare i paesaggi suggestivi e rilassanti. Nulla da dire nemmeno sul chara design.
Sul comparto musicale, la opening è decisamente la migliore e la più adatta alla serie, capace di donare quella spensieratezza tipica di questo slice of life. La ending, molto dolce e rilassante, non mi ha molto convinta, ma non la butterei.
Nel complesso, credo che la serie abbia raggiunto la sufficienza.
Voto: 6
Prendete una giovane ragazza, un po' imbranata e impacciata, che riesce a perdersi anche restando ferma, un villaggio sperduto in campagna e aggiungete un pizzico di magia: ecco a voi "Flying Witch", la serie anime di questa stagione primaverile tratta dall'omonimo manga del 2012.
L’incipit di questa storia ricorda molto "Kiki - Consegne a domicilio", e proprio questo ha fatto ben sperare la sottoscritta, avendo adorato il film dello Studio Ghibli: come infatti si può ben dedurre dal titolo, Makoto Kowata, la nostra protagonista, è una strega un po’ alle prime armi che ha deciso di andare a vivere lontano da casa per qualche tempo per migliorare le proprie abilità magiche. Ad accompagnarla, il suo famiglio Chito, una tenerissima gattina nera che saprà aiutare la maghetta quando si troverà nei guai.
Makoto si trasferisce in casa dei suoi cugini umani, Kei e Chinatsu Kuramoto, per dedicare le sue giornate all'approfondimento delle proprie arti magiche.
Ovviamente non mancheranno le nuove conoscenze, ma se si dice che è la prima impressione quella che conta, Makoto ha ancora tanta strada da fare: simpatico e assurdo è infatti il suo primo incontro con Nao, amica di Kei… Non tutti sarebbero rimasti impassibili di fronte a una persona che svolazza in sella a una scopa!
"Flying Witch" è anche questo, riesce a strappare un sorriso anche con le situazioni più ordinarie.
A tal proposito, devo ammettere che avrei preferito una presenza meno sporadica del personaggio di Nao durante la serie, ma bisogna farsi bastare quei pochi episodi in cui appare.
La trama dell'anime è, quindi, molto semplice; trattandosi di uno slice of life, veniamo catapultati nelle avventure di Makoto che, nella nuova cittadina, verrà a conoscenza dell'esistenza di strani spiriti che popolano il mondo magico, come ad esempio l’Araldo della primavera, che di primo acchito potrebbe risultare essere un po’ spaventoso, o le vere fattezze di una dolcissima volpe dal verso particolare, o ancora una gigantesca balena fluttuante.
A farla da padrone sono i personaggi, alcuni ben caratterizzati e altri un po' meno. Con l'entrata in scena poi di Akane Kowata, la sorella di Makoto, si verranno a creare situazioni assurde ed esilaranti; idem con la comparsa di un’amica, Inukai, una povera ragazza che a causa di un sortilegio (sta a voi scoprire quale) è stata trasformata per metà in cane.
O ancora, tra le altre vicende, Makoto, Kei e Chinatsu scopriranno l'esistenza di un misterioso caffè, cui si può accedere solo con un rito particolare.
Un altro punto a favore della serie è l’attenzione ai particolari per quanto riguarda l’ambientazione, e ciò è palese nell'episodio in cui Chito gironzola scrutando ogni angolo della cittadina, passando per stradine e mostrando entrate di templi e varie abitazioni realmente esistenti.
Una serie di questo tipo, per essere bella, deve anche essere gradevole alla vista: i ruscelli che scorrono, i ciliegi in fiore, le goccioline sul vetro del treno in corsa riescono a creare un'atmosfera rilassata e pacata in linea con la trama; gli sfondi chiari e colorati rendono ancora più suggestiva la visione, mentre le animazioni sono abbastanza buone.
"Flying Witch", come detto, è nella sostanza un semplice slice of life, con tutti i pregi e i (potenziali) difetti del caso: se cercate stregonerie mozzafiato, colpi di scena, effetti speciali e azione frenetica, è probabile semmai che un certo disinteresse subentri con l'avanzare degli episodi. Se invece gradite assaporare i ritmi lenti, i bei contesti "bucolici", i particolari e i piccoli gesti che caratterizzano personaggi amabili, "Flying Witch" è uno di quei titoli perfetti per voi, in grado di rasserenarvi con semplicità le giornate.
Una piccola perla della stagione primaverile, un anime che sa trasmettere dolcezza e serenità come poche opere sanno fare e con una opening che vi metterà il buon umore solo ad ascoltarla! Shan ran raaaan ♪
L’incipit di questa storia ricorda molto "Kiki - Consegne a domicilio", e proprio questo ha fatto ben sperare la sottoscritta, avendo adorato il film dello Studio Ghibli: come infatti si può ben dedurre dal titolo, Makoto Kowata, la nostra protagonista, è una strega un po’ alle prime armi che ha deciso di andare a vivere lontano da casa per qualche tempo per migliorare le proprie abilità magiche. Ad accompagnarla, il suo famiglio Chito, una tenerissima gattina nera che saprà aiutare la maghetta quando si troverà nei guai.
Makoto si trasferisce in casa dei suoi cugini umani, Kei e Chinatsu Kuramoto, per dedicare le sue giornate all'approfondimento delle proprie arti magiche.
Ovviamente non mancheranno le nuove conoscenze, ma se si dice che è la prima impressione quella che conta, Makoto ha ancora tanta strada da fare: simpatico e assurdo è infatti il suo primo incontro con Nao, amica di Kei… Non tutti sarebbero rimasti impassibili di fronte a una persona che svolazza in sella a una scopa!
"Flying Witch" è anche questo, riesce a strappare un sorriso anche con le situazioni più ordinarie.
A tal proposito, devo ammettere che avrei preferito una presenza meno sporadica del personaggio di Nao durante la serie, ma bisogna farsi bastare quei pochi episodi in cui appare.
La trama dell'anime è, quindi, molto semplice; trattandosi di uno slice of life, veniamo catapultati nelle avventure di Makoto che, nella nuova cittadina, verrà a conoscenza dell'esistenza di strani spiriti che popolano il mondo magico, come ad esempio l’Araldo della primavera, che di primo acchito potrebbe risultare essere un po’ spaventoso, o le vere fattezze di una dolcissima volpe dal verso particolare, o ancora una gigantesca balena fluttuante.
A farla da padrone sono i personaggi, alcuni ben caratterizzati e altri un po' meno. Con l'entrata in scena poi di Akane Kowata, la sorella di Makoto, si verranno a creare situazioni assurde ed esilaranti; idem con la comparsa di un’amica, Inukai, una povera ragazza che a causa di un sortilegio (sta a voi scoprire quale) è stata trasformata per metà in cane.
O ancora, tra le altre vicende, Makoto, Kei e Chinatsu scopriranno l'esistenza di un misterioso caffè, cui si può accedere solo con un rito particolare.
Un altro punto a favore della serie è l’attenzione ai particolari per quanto riguarda l’ambientazione, e ciò è palese nell'episodio in cui Chito gironzola scrutando ogni angolo della cittadina, passando per stradine e mostrando entrate di templi e varie abitazioni realmente esistenti.
Una serie di questo tipo, per essere bella, deve anche essere gradevole alla vista: i ruscelli che scorrono, i ciliegi in fiore, le goccioline sul vetro del treno in corsa riescono a creare un'atmosfera rilassata e pacata in linea con la trama; gli sfondi chiari e colorati rendono ancora più suggestiva la visione, mentre le animazioni sono abbastanza buone.
"Flying Witch", come detto, è nella sostanza un semplice slice of life, con tutti i pregi e i (potenziali) difetti del caso: se cercate stregonerie mozzafiato, colpi di scena, effetti speciali e azione frenetica, è probabile semmai che un certo disinteresse subentri con l'avanzare degli episodi. Se invece gradite assaporare i ritmi lenti, i bei contesti "bucolici", i particolari e i piccoli gesti che caratterizzano personaggi amabili, "Flying Witch" è uno di quei titoli perfetti per voi, in grado di rasserenarvi con semplicità le giornate.
Una piccola perla della stagione primaverile, un anime che sa trasmettere dolcezza e serenità come poche opere sanno fare e con una opening che vi metterà il buon umore solo ad ascoltarla! Shan ran raaaan ♪
"Flying Witch" è stata sicuramente una delle sorprese della stagione primaverile 2016, almeno per me, un piccolo gioiellino che mi appresto a recensire molto volentieri.
Lo slice of life non è mai stato tra i miei preferiti, tuttavia non mi dispiace e quando un'opera di questo genere è fatta bene la guardo senza problemi. Questo è proprio il caso di "Flying Witch", anime tratto dallo shonen manga di Chihiro Ishizuka iniziato nel 2012 ed ancora in corso, al quale credo proprio che farei un pensierino nel caso qualche editore italiano lo portasse da noi.
Come già detto nell'unica altra recensione presente (nel momento in cui scrivo), il punto di forza dell'anime è senza alcun dubbio la sua semplicità. "Flying Witch" è uno slice of life purissimo, che racconta delle peripezie e disavventure quotidiane della sua svampita protagonista Makoto e di tutta la combriccola di personaggi che la accompagna. Fine, nessuna trama di fondo. C'è però il tema principale: Makoto è una strega, e come tale può volare su una scopa, fare incantesimi, ha una gatta come famiglio,... Insomma è come se stessimo vedendo "Kiki - Consegne a Domicilio" aggiornato al XXI secolo. La prima cosa che mi ha colpito è la naturalezza con cui questo contesto "magico" è calato nel quotidiano. Non viene data infatti nessuna spiegazione sul perché esistano le streghe (in realtà qualcosa viene detto, ma poca roba), senza che questo però si traduca in un'effettiva mancanza. La loro presenza è accettata da tutti, come se fosse un dato di fatto. Questo secondo me è già un primo punto a favore dell'opera.
Come dicevo però, il bello di "Flying Witch", almeno per me, è il modo in cui riesce a coinvolgere lo spettatore nella quotidianità della protagonista, fatta di disavventure scolastiche, gite fuori porta, esercizi per migliorare le proprie abilità da strega e così via. Raramente infatti un'opera di questo genere è riuscita a catturarmi così profondamente. I dodici episodi dell'anime scorrono che è una meraviglia nonostante il ritmo molto lento e dilatato e rappresentano un vero e proprio inno al relax, al prendersela comoda e ai piccoli piaceri della vita quotidiana, dai quali purtroppo ci stiamo sempre di più allontanando a causa della frenesia contemporanea. Sarà che avevo bisogno di una visione del genere per via dello stress lavorativo, ma me li sono proprio goduti!
Non sarebbe però uno slice of life senza una componente fondamentale, ovvero dei bei personaggi. E "Flying Witch" ci offre una sfilza di personaggi variegati, ben caratterizzati e immediatamente riconoscibili. Certo, sono tutti stereotipatissimi e nessuno di loro viene approfondito, ma secondo me non ce n'era assolutamente bisogno e la loro naturalezza non ne viene inficiata. Abbiamo la protagonista Makoto, svampita ma adorabile strega apprendista con uno scarso senso dell'orientamento e con la passione per le mandragole; Chinatsu, la sorella minore kawaii e curiosa che tutti vorremmo avere; la burlona Akane, sorella maggiore della protagonista (devo ancora capire come questo sia possibile, visto il loro aspetto) nonché mia preferita, responsabile dei momenti più ilari dell'anime; più tutta una serie di personaggi di contorno che (a parte qualche eccezione) si ripetono nel corso degli episodi. Forse Kei, il cugino di Makoto presso cui lei va a vivere, è l'unico davvero anonimo fra tutti.
Qualche parola sul comparto tecnico. L'anime è stato prodotto da J.C. Staff, studio che ci ha sempre abituato a buoni se non ottimi risultati, e anche questo non fa eccezione. I disegni sono sempre puliti, precisi e le animazioni fluide e senza cali, nulla di eccezionale ma non è un problema dato che non vi sono scene particolarmente movimentate. Siamo comunque ben sopra la media. Stupiscono in particolare gli ottimi fondali, tutti ispirati a luoghi realmente esistenti. Da questo punto di vista, l'anime è una vera e propria pubblicità alla prefettura di Aomori, luogo dove le vicende sono ambientate. Colonna sonora minimale, che fa il suo dovere sottolineando i momenti più comici da una parte e rilassati dall'altra, opening ed ending molto carine che mettono il buon umore, soprattutto la prima.
In conclusione, "Flying Witch" è un'opera che consiglio davvero se state cercando uno slice of life leggero, rilassante e senza pretese. Ha i suoi difetti e non reinventa nulla, ma da questo punto di vista svolge perfettamente il suo lavoro. Statene alla larga solo se odiate il genere. A mio parere, ne dovrebbero produrre di più di opere come questa!
Lo slice of life non è mai stato tra i miei preferiti, tuttavia non mi dispiace e quando un'opera di questo genere è fatta bene la guardo senza problemi. Questo è proprio il caso di "Flying Witch", anime tratto dallo shonen manga di Chihiro Ishizuka iniziato nel 2012 ed ancora in corso, al quale credo proprio che farei un pensierino nel caso qualche editore italiano lo portasse da noi.
Come già detto nell'unica altra recensione presente (nel momento in cui scrivo), il punto di forza dell'anime è senza alcun dubbio la sua semplicità. "Flying Witch" è uno slice of life purissimo, che racconta delle peripezie e disavventure quotidiane della sua svampita protagonista Makoto e di tutta la combriccola di personaggi che la accompagna. Fine, nessuna trama di fondo. C'è però il tema principale: Makoto è una strega, e come tale può volare su una scopa, fare incantesimi, ha una gatta come famiglio,... Insomma è come se stessimo vedendo "Kiki - Consegne a Domicilio" aggiornato al XXI secolo. La prima cosa che mi ha colpito è la naturalezza con cui questo contesto "magico" è calato nel quotidiano. Non viene data infatti nessuna spiegazione sul perché esistano le streghe (in realtà qualcosa viene detto, ma poca roba), senza che questo però si traduca in un'effettiva mancanza. La loro presenza è accettata da tutti, come se fosse un dato di fatto. Questo secondo me è già un primo punto a favore dell'opera.
Come dicevo però, il bello di "Flying Witch", almeno per me, è il modo in cui riesce a coinvolgere lo spettatore nella quotidianità della protagonista, fatta di disavventure scolastiche, gite fuori porta, esercizi per migliorare le proprie abilità da strega e così via. Raramente infatti un'opera di questo genere è riuscita a catturarmi così profondamente. I dodici episodi dell'anime scorrono che è una meraviglia nonostante il ritmo molto lento e dilatato e rappresentano un vero e proprio inno al relax, al prendersela comoda e ai piccoli piaceri della vita quotidiana, dai quali purtroppo ci stiamo sempre di più allontanando a causa della frenesia contemporanea. Sarà che avevo bisogno di una visione del genere per via dello stress lavorativo, ma me li sono proprio goduti!
Non sarebbe però uno slice of life senza una componente fondamentale, ovvero dei bei personaggi. E "Flying Witch" ci offre una sfilza di personaggi variegati, ben caratterizzati e immediatamente riconoscibili. Certo, sono tutti stereotipatissimi e nessuno di loro viene approfondito, ma secondo me non ce n'era assolutamente bisogno e la loro naturalezza non ne viene inficiata. Abbiamo la protagonista Makoto, svampita ma adorabile strega apprendista con uno scarso senso dell'orientamento e con la passione per le mandragole; Chinatsu, la sorella minore kawaii e curiosa che tutti vorremmo avere; la burlona Akane, sorella maggiore della protagonista (devo ancora capire come questo sia possibile, visto il loro aspetto) nonché mia preferita, responsabile dei momenti più ilari dell'anime; più tutta una serie di personaggi di contorno che (a parte qualche eccezione) si ripetono nel corso degli episodi. Forse Kei, il cugino di Makoto presso cui lei va a vivere, è l'unico davvero anonimo fra tutti.
Qualche parola sul comparto tecnico. L'anime è stato prodotto da J.C. Staff, studio che ci ha sempre abituato a buoni se non ottimi risultati, e anche questo non fa eccezione. I disegni sono sempre puliti, precisi e le animazioni fluide e senza cali, nulla di eccezionale ma non è un problema dato che non vi sono scene particolarmente movimentate. Siamo comunque ben sopra la media. Stupiscono in particolare gli ottimi fondali, tutti ispirati a luoghi realmente esistenti. Da questo punto di vista, l'anime è una vera e propria pubblicità alla prefettura di Aomori, luogo dove le vicende sono ambientate. Colonna sonora minimale, che fa il suo dovere sottolineando i momenti più comici da una parte e rilassati dall'altra, opening ed ending molto carine che mettono il buon umore, soprattutto la prima.
In conclusione, "Flying Witch" è un'opera che consiglio davvero se state cercando uno slice of life leggero, rilassante e senza pretese. Ha i suoi difetti e non reinventa nulla, ma da questo punto di vista svolge perfettamente il suo lavoro. Statene alla larga solo se odiate il genere. A mio parere, ne dovrebbero produrre di più di opere come questa!
Un anime dal tenue sapore primaverile. Ecco come descrivere in poche parole “Flying Witch”, una serie della stagione primaverile 2016, composta da dodici episodi e classificabile come commedia slice of life. Una storia che racconta di una strega, presentandoci la magia come qualcosa di assolutamente normale e quotidiano. Toni quieti e tranquilli, che accolgono lo spettatore fin da subito e lo fanno sentire a casa.
Makoto Kowata è appena diventata una strega “adulta” e, come tradizione, queste devono lasciare la propria famiglia e andare a vivere da sole. Tuttavia, Makoto è ancora piuttosto inaffidabile e inesperta; per lei il mondo è qualcosa di sconosciuto. Ecco allora che i suoi genitori la mandano da un suo cugino di secondo grado, Kei Kuramoto, e dalla sua famiglia, che la ospiteranno fino a che non si diplomerà alle superiori (quelle dei comuni esseri umani) e non imparerà a cavarsela per conto suo.
Ma immaginiamoci una streghetta un po’ svampita, con uno scarso senso dell’orientamento e un carattere tanto ingenuo quanto solare… Riuscirà facilmente ad ambientarsi in questa nuova esperienza? Chissà, ma una cosa è certa: le risate sono assicurate.
“Flying Witch” è un anime che mi ha colpito profondamente. Non possiede qualità particolari, e la storia non mostra nemmeno una trama chissà quanto spettacolare. E' il semplice racconto della vita quotidiana di un strega, laddove la magia si fonde alla perfezione con i semplici problemi di una quindicenne.
I vari personaggi presentati possiedono caratteristiche basilari e lineari, che ci permettono subito di classificarli e apprezzarli. C’è Kei, il ragazzo tranquillo (fin troppo, alle volte) e pacato; la sorellina di quest’ultimo, Chinatsu, che sprizza energia e allegria da tutti i pori; la simpatica Nao, compagna di classe di Kei e Makoto; la sorellona della protagonista, ovvero quella mina vagante di Akane; e molti altri. Pian piano compaiono tutti, senza fretta o frenesia. Li conosceremo solamente con il passare degli episodi, anche se, è bene dirlo, non offrono poi chissà quale evoluzione o maturazione (non ce n’è bisogno).
Alle volte gli slice of life possono annoiare, lo ammetto. Possiedono delle caratteristiche che definirei “vaporose”. Toni soffusi, lenti, quasi melensi se non vengono sviluppati in maniera adeguata. Tuttavia, almeno in questo caso, si è riusciti a creare un racconto omogeneo, che unisce la tranquillità di un paesino di montagna con la presenza di Makoto, strega novella. Due elementi quasi in contrasto tra loro, che si autoalimentano e compensano i difetti reciproci.
Molto buona la grafica. La J.C. Staff, d’altra parte, ha sempre dimostrato buone qualità e nemmeno questa volta si smentisce. I colori assumono tratti quasi acquarellati, su cui risaltano molto i vari protagonisti. Toni candidi e tranquilli, i quali esprimono alla perfezione la vera essenza di tale serie.
Molto belle anche le musiche. Una colonna sonora sempre adeguata alla situazione, che non rovina, anzi, migliora la partecipazione emotiva dello spettatore nei confronti delle scene narrate. Ma, in generale, il comparto audio ha provato la sua efficienza nel corso di tutti e dodici gli episodi. Ottima la scelta dei doppiatori, tra cui spicca quello di Kei. Il suo timbro pacato e sempre controllato, quasi sensuale alle volte, è a mio avviso l’emblema di “Flying Witch”.
In conclusione, non posso che consigliare a tutti questa serie. Una storia semplice (e preciso di aver utilizzato volutamente questo termine così tante volte nel corso della recensione), che colpisce proprio per la sua semplicità e freschezza. Quando si guarda “Flying Witch” non si può che rilassarsi e godere di quegli attimi così tranquilli e rasserenanti.
Forse ad alcuni potrebbe annoiare, ma credo che le varie gag riescano a colmare alla perfezione il possibile “fattore noia” dato dallo svolgimento lento e tranquillo. Sarò un po’ vecchietto anche io, ma non ho potuto che lasciarmi andare, mentre mi immaginavo su una sedia a dondolo, sospinta dalla brezza primaverile, a osservare i ciliegi in fiore.
Voto finale: 7… E mezzo!
Makoto Kowata è appena diventata una strega “adulta” e, come tradizione, queste devono lasciare la propria famiglia e andare a vivere da sole. Tuttavia, Makoto è ancora piuttosto inaffidabile e inesperta; per lei il mondo è qualcosa di sconosciuto. Ecco allora che i suoi genitori la mandano da un suo cugino di secondo grado, Kei Kuramoto, e dalla sua famiglia, che la ospiteranno fino a che non si diplomerà alle superiori (quelle dei comuni esseri umani) e non imparerà a cavarsela per conto suo.
Ma immaginiamoci una streghetta un po’ svampita, con uno scarso senso dell’orientamento e un carattere tanto ingenuo quanto solare… Riuscirà facilmente ad ambientarsi in questa nuova esperienza? Chissà, ma una cosa è certa: le risate sono assicurate.
“Flying Witch” è un anime che mi ha colpito profondamente. Non possiede qualità particolari, e la storia non mostra nemmeno una trama chissà quanto spettacolare. E' il semplice racconto della vita quotidiana di un strega, laddove la magia si fonde alla perfezione con i semplici problemi di una quindicenne.
I vari personaggi presentati possiedono caratteristiche basilari e lineari, che ci permettono subito di classificarli e apprezzarli. C’è Kei, il ragazzo tranquillo (fin troppo, alle volte) e pacato; la sorellina di quest’ultimo, Chinatsu, che sprizza energia e allegria da tutti i pori; la simpatica Nao, compagna di classe di Kei e Makoto; la sorellona della protagonista, ovvero quella mina vagante di Akane; e molti altri. Pian piano compaiono tutti, senza fretta o frenesia. Li conosceremo solamente con il passare degli episodi, anche se, è bene dirlo, non offrono poi chissà quale evoluzione o maturazione (non ce n’è bisogno).
Alle volte gli slice of life possono annoiare, lo ammetto. Possiedono delle caratteristiche che definirei “vaporose”. Toni soffusi, lenti, quasi melensi se non vengono sviluppati in maniera adeguata. Tuttavia, almeno in questo caso, si è riusciti a creare un racconto omogeneo, che unisce la tranquillità di un paesino di montagna con la presenza di Makoto, strega novella. Due elementi quasi in contrasto tra loro, che si autoalimentano e compensano i difetti reciproci.
Molto buona la grafica. La J.C. Staff, d’altra parte, ha sempre dimostrato buone qualità e nemmeno questa volta si smentisce. I colori assumono tratti quasi acquarellati, su cui risaltano molto i vari protagonisti. Toni candidi e tranquilli, i quali esprimono alla perfezione la vera essenza di tale serie.
Molto belle anche le musiche. Una colonna sonora sempre adeguata alla situazione, che non rovina, anzi, migliora la partecipazione emotiva dello spettatore nei confronti delle scene narrate. Ma, in generale, il comparto audio ha provato la sua efficienza nel corso di tutti e dodici gli episodi. Ottima la scelta dei doppiatori, tra cui spicca quello di Kei. Il suo timbro pacato e sempre controllato, quasi sensuale alle volte, è a mio avviso l’emblema di “Flying Witch”.
In conclusione, non posso che consigliare a tutti questa serie. Una storia semplice (e preciso di aver utilizzato volutamente questo termine così tante volte nel corso della recensione), che colpisce proprio per la sua semplicità e freschezza. Quando si guarda “Flying Witch” non si può che rilassarsi e godere di quegli attimi così tranquilli e rasserenanti.
Forse ad alcuni potrebbe annoiare, ma credo che le varie gag riescano a colmare alla perfezione il possibile “fattore noia” dato dallo svolgimento lento e tranquillo. Sarò un po’ vecchietto anche io, ma non ho potuto che lasciarmi andare, mentre mi immaginavo su una sedia a dondolo, sospinta dalla brezza primaverile, a osservare i ciliegi in fiore.
Voto finale: 7… E mezzo!