DanMachi: Sword Oratoria
Anime ben fatto, che segue le stesse vicende dell'anime principale, ma dal punto di vista di Ais Wallenstein; ma nonostante questo si scopriranno nuove cose sul mondo e l'ambientazione di questa serie, oltre che a venire a conoscenza di fatti secondari di cui siamo all'oscuro o ignoriamo la causa nella serie principale. Inutile dire che l'ho apprezzata tanto quanto la serie principale, e nonostante inizialmente ero un po' scettico, devo dire che l'idea di fare uno spin off è stata davvero buona. Grazie a quest'opera infatti riusciamo a conoscere meglio i personaggi che nella serie principale erano considerati secondari, scoprendone il fascino ed i molti lati positivi.
Passabile.
[Spin-off che segue le avventure di Ais Wallenstein, riproponendo alcuni eventi della trama principale dal suo punto di vista]
Adattamento mediocre che soffre degli stessi difetti dell'opera "principale": luoghi comuni come se piovessero, stereotipi, fan-service a bestia e *finale inconcludente*. Straordinaria l'abilità di lasciarti a bocca asciutta.
Se vi piace il genere - fantasy/rpg - può anche intrattenere (personalmente con me l'ha fatto), consiglio prima di vedere l'anime "principale" però.
[Spin-off che segue le avventure di Ais Wallenstein, riproponendo alcuni eventi della trama principale dal suo punto di vista]
Adattamento mediocre che soffre degli stessi difetti dell'opera "principale": luoghi comuni come se piovessero, stereotipi, fan-service a bestia e *finale inconcludente*. Straordinaria l'abilità di lasciarti a bocca asciutta.
Se vi piace il genere - fantasy/rpg - può anche intrattenere (personalmente con me l'ha fatto), consiglio prima di vedere l'anime "principale" però.
"DanMachi Gaiden: Sword Oratoria" è una serie parallela alla storia principale che si incentra principalmente su Aiz Wallenstein, "la principessa della spada". I personaggi e la storia sono sempre quelli, visti però da un'altra angolazione, ovvero quella di questa eroina che nella prima serie rimane un po' nell'ombra, e di lei si sa davvero poco o niente. Onestamente ho apprezzato molto di più la serie principale, comunque questa seconda parte dà a chi la guarda una panoramica a 360 gradi su tutti i personaggi che nella prima erano stati lasciati un po' al caso.
Questa serie viene definita spin-off e questo mi ha tratto in inganno; in realtà questa serie è la storia in parallelo a quello che succede nella prima bella serie TV e che non abbiamo potuto vedere nell'altra.
Temporalmente si ricollega agli eventi successi nella prima serie, e si vedono anche i momenti più belli del protagonista; e per fortuna ci spiega molte cose che prima erano rimaste in sospeso, il tutto visto dalla prospettiva della bellissima Ais.
I disegni sono ottimi come la prima serie, ottime le scene, i combattimenti e le ambientazioni (se piacciono i generi fantasy/MMRPG).
Per le musiche di sottofondo hanno mantenuto quelle originali, per fortuna, in quanto sempre della serie principale si tratta. Quando il protagonista ci mostra quanto è bello vedere uno che si impegna con le proprie forze senza imbrogliare, scalda il cuore per quanto è da ammirare una persona che resta fedele anche nei momenti difficili alla propria Dea. Ovviamente hanno variato le sigle di apertura e chiusura, sono carine, ma nulla da ricordare.
Questa serie è da vedere se si è apprezzata la prima, in quanto la completa. La prima serie per me è stata da 9, e a questa assegno volentieri un 8 nella speranza esca anche una serie continuativa per quanto riguarda la storia.
Temporalmente si ricollega agli eventi successi nella prima serie, e si vedono anche i momenti più belli del protagonista; e per fortuna ci spiega molte cose che prima erano rimaste in sospeso, il tutto visto dalla prospettiva della bellissima Ais.
I disegni sono ottimi come la prima serie, ottime le scene, i combattimenti e le ambientazioni (se piacciono i generi fantasy/MMRPG).
Per le musiche di sottofondo hanno mantenuto quelle originali, per fortuna, in quanto sempre della serie principale si tratta. Quando il protagonista ci mostra quanto è bello vedere uno che si impegna con le proprie forze senza imbrogliare, scalda il cuore per quanto è da ammirare una persona che resta fedele anche nei momenti difficili alla propria Dea. Ovviamente hanno variato le sigle di apertura e chiusura, sono carine, ma nulla da ricordare.
Questa serie è da vedere se si è apprezzata la prima, in quanto la completa. La prima serie per me è stata da 9, e a questa assegno volentieri un 8 nella speranza esca anche una serie continuativa per quanto riguarda la storia.
Ho finito "Danmachi: Sword Oratoria", solo pochi giorni fa e sinceramente non ne sono rimasto soddisfatto.
L'anime si presume sia ispirato all'omonima novel di Fujino Ōmori. Si presume, appunto. Ciò che ho visto infatti erano tagli, tagli e tagli che hanno reso il tutto un insieme di niente. I problemi principali di questo anime sono: la mancanza di trama; la mancanza totale di caratterizzazione dei personaggi, eccezion fatta per Lefiya (che a mio parere talvolta è addirittura insopportabile), unico personaggio di cui si nota una certa crescita; la mancanza di scene fondamentali che avrebbero reso il tutto molto più amalgamato e più comprensibile; la parte sentimentale trattata con molta attenzione nell'opera scritta, nell'anime viene completamente ignorata; le battaglie forse sono state un po trascurate, poche varietà di mostri (neanche animati con gran cura) e combattimenti non troppo soddisfacenti.
A mio parere J.C. Staff poteva fare di meglio e ciò è quel che mi auguro per le prossime stagione.
L'anime si presume sia ispirato all'omonima novel di Fujino Ōmori. Si presume, appunto. Ciò che ho visto infatti erano tagli, tagli e tagli che hanno reso il tutto un insieme di niente. I problemi principali di questo anime sono: la mancanza di trama; la mancanza totale di caratterizzazione dei personaggi, eccezion fatta per Lefiya (che a mio parere talvolta è addirittura insopportabile), unico personaggio di cui si nota una certa crescita; la mancanza di scene fondamentali che avrebbero reso il tutto molto più amalgamato e più comprensibile; la parte sentimentale trattata con molta attenzione nell'opera scritta, nell'anime viene completamente ignorata; le battaglie forse sono state un po trascurate, poche varietà di mostri (neanche animati con gran cura) e combattimenti non troppo soddisfacenti.
A mio parere J.C. Staff poteva fare di meglio e ciò è quel che mi auguro per le prossime stagione.
"DanMachi Gaiden: Sword Oratoria" è uno spin-off di dodici episodi della serie di "DanMachi", ma al posto di Bell Cranel, qui come protagonista abbiamo la bellissima Aiz Wallenstein, almeno così dicono...
Dico così perché la protagonista di questa serie a mio avviso non è Aiz, ma Lefiya, sembra strano detto così, ma l'unica ad avere un vero è proprio cambiamento durante la serie è proprio Lefiya, che pur essendo un personaggio che ho trovato abbastanza irritante, è apparsa maggiormente rispetto a tutti gli altri ed è l'unica che ha cercato di migliorarsi per uno scopo o almeno è quella che ha dimostrato un po' d'impegno. Aiz, invece, anche lei subisce un miglioramento, un "level up" dopo mezzo episodio passato ad allenarsi da sola nel dungeon (ok bastava poco allora...) e in alcuni episodi subisce un cambio comportamentale veramente fuori luogo ed insolito; non ho capito come mai nei primi episodi ci viene mostrata come personaggio privo di carattere, in due episodi centrali poi diventa la tipica ragazza che arrossisce e che in realtà è dolce, e ancora più in avanti torna ad essere una ragazza priva di carattere... questa cosa sinceramente non l'ho capita, sembrava quasi che in quei due episodi volessero creare una nuova waifu.
Comunque stavo parlando di Lefiya, trovo che sia un personaggio molto irritante, ho sempre odiato i personaggi che si credono inferiori agli altri e che aspirano a starli accanto ma non a superarli e infine penso che sia troppo infantile e stupida con quella sua voce odiosa e stridula, non capisco perché abbia avuto così tanto spazio, addirittura più della protagonista.
Sugli altri personaggi invece non avrei nulla da dire, essendo tutti una manica di scemi, ovunque siano, qualunque cosa facciano: personaggi come Tiona, Tione e Loki pensano solo alle tette, per tutta la durata della serie, ci siamo dovuti sorbire le solite gag sulle tette con Tiona e Tione, che litigano perché Tiona è poco dotata, e le gag con Loki che vuole palpare tutte le ragazze della sua famiglia.
Gli altri personaggi sono Bell e Hestia che fanno da comparse, poi c'è il bambino maturo, il barbaro, la maga elfa intelligente e il tipo scorbutico con le orecchie da lupo, personaggi piattissimi e inutili oserei dire.
Dopo aver parlato dei personaggi, parlerei anche un po' dell'apparato tecnico. Se in "DanMachi" i combattimenti erano abbastanza carini da vedere, qui gli scontri invece sono abbastanza brutti, i nemici molto spesso sono fatti in CG di bassa qualità e sono anche brutti esteticamente, in pratica sono piante e bruchi giganti, quindi c'è anche poca varietà per quanto concerne i nemici.
Oltre a questo, aggiungiamoci pure che in alcuni scontri si nota tanto la mancanza di alcuni frame e nel finale anche uno scontro riciclato dalla prima serie, quindi è carente anche nelle animazioni.
Se le animazioni e i nemici sono pessimi, il chara design tuttavia non è male, anzi l'ho trovato abbastanza appagante, da questo punto di vista non ci si può proprio lamentare, bei colori e bei personaggi.
Piccola parentesi anche per le musiche, che per quanto mi riguarda le ho trovate abbastanza carine, ma non ottime, infatti la sigla d'apertura e la sigla di chiusura dopo i primi due ascolti le ho sempre saltate, non sono nulla di che, così come le OST insomma, sono state posizionate nelle scene giuste, ma non sono indimenticabili.
Tiriamo le somme: sono rimasto abbastanza deluso, la serie principale mi era abbastanza piaciuta, aveva un'ottima trama e non è andata a scadere nel banale come le ultime serie fantasy; al contrario "Sword Oratoria" non so nemmeno se ce l'abbia una trama, nei primi tre episodi ho visto gente che andava a fare shopping e uno scontro iniziale abbastanza blando, più in avanti è partita un pizzico di trama, ma poi si è persa subito dopo due/tre episodi con una conclusione abbastanza banale, uno scontro pessimo e dei nemici che si sono solo presentati ma che alla fine non hanno fatto niente. É una serie che sinceramente mi ha lasciato l'amaro in bocca, sono molto deluso.
Quindi ricapitolando, la trama è inesistente, personaggi sono irritanti e stereotipati, le musiche abbastanza dimenticabili, le animazioni e la CG sono di bassa qualità, e il chara design appagante, quindi più di quattro non posso dare.
Dico così perché la protagonista di questa serie a mio avviso non è Aiz, ma Lefiya, sembra strano detto così, ma l'unica ad avere un vero è proprio cambiamento durante la serie è proprio Lefiya, che pur essendo un personaggio che ho trovato abbastanza irritante, è apparsa maggiormente rispetto a tutti gli altri ed è l'unica che ha cercato di migliorarsi per uno scopo o almeno è quella che ha dimostrato un po' d'impegno. Aiz, invece, anche lei subisce un miglioramento, un "level up" dopo mezzo episodio passato ad allenarsi da sola nel dungeon (ok bastava poco allora...) e in alcuni episodi subisce un cambio comportamentale veramente fuori luogo ed insolito; non ho capito come mai nei primi episodi ci viene mostrata come personaggio privo di carattere, in due episodi centrali poi diventa la tipica ragazza che arrossisce e che in realtà è dolce, e ancora più in avanti torna ad essere una ragazza priva di carattere... questa cosa sinceramente non l'ho capita, sembrava quasi che in quei due episodi volessero creare una nuova waifu.
Comunque stavo parlando di Lefiya, trovo che sia un personaggio molto irritante, ho sempre odiato i personaggi che si credono inferiori agli altri e che aspirano a starli accanto ma non a superarli e infine penso che sia troppo infantile e stupida con quella sua voce odiosa e stridula, non capisco perché abbia avuto così tanto spazio, addirittura più della protagonista.
Sugli altri personaggi invece non avrei nulla da dire, essendo tutti una manica di scemi, ovunque siano, qualunque cosa facciano: personaggi come Tiona, Tione e Loki pensano solo alle tette, per tutta la durata della serie, ci siamo dovuti sorbire le solite gag sulle tette con Tiona e Tione, che litigano perché Tiona è poco dotata, e le gag con Loki che vuole palpare tutte le ragazze della sua famiglia.
Gli altri personaggi sono Bell e Hestia che fanno da comparse, poi c'è il bambino maturo, il barbaro, la maga elfa intelligente e il tipo scorbutico con le orecchie da lupo, personaggi piattissimi e inutili oserei dire.
Dopo aver parlato dei personaggi, parlerei anche un po' dell'apparato tecnico. Se in "DanMachi" i combattimenti erano abbastanza carini da vedere, qui gli scontri invece sono abbastanza brutti, i nemici molto spesso sono fatti in CG di bassa qualità e sono anche brutti esteticamente, in pratica sono piante e bruchi giganti, quindi c'è anche poca varietà per quanto concerne i nemici.
Oltre a questo, aggiungiamoci pure che in alcuni scontri si nota tanto la mancanza di alcuni frame e nel finale anche uno scontro riciclato dalla prima serie, quindi è carente anche nelle animazioni.
Se le animazioni e i nemici sono pessimi, il chara design tuttavia non è male, anzi l'ho trovato abbastanza appagante, da questo punto di vista non ci si può proprio lamentare, bei colori e bei personaggi.
Piccola parentesi anche per le musiche, che per quanto mi riguarda le ho trovate abbastanza carine, ma non ottime, infatti la sigla d'apertura e la sigla di chiusura dopo i primi due ascolti le ho sempre saltate, non sono nulla di che, così come le OST insomma, sono state posizionate nelle scene giuste, ma non sono indimenticabili.
Tiriamo le somme: sono rimasto abbastanza deluso, la serie principale mi era abbastanza piaciuta, aveva un'ottima trama e non è andata a scadere nel banale come le ultime serie fantasy; al contrario "Sword Oratoria" non so nemmeno se ce l'abbia una trama, nei primi tre episodi ho visto gente che andava a fare shopping e uno scontro iniziale abbastanza blando, più in avanti è partita un pizzico di trama, ma poi si è persa subito dopo due/tre episodi con una conclusione abbastanza banale, uno scontro pessimo e dei nemici che si sono solo presentati ma che alla fine non hanno fatto niente. É una serie che sinceramente mi ha lasciato l'amaro in bocca, sono molto deluso.
Quindi ricapitolando, la trama è inesistente, personaggi sono irritanti e stereotipati, le musiche abbastanza dimenticabili, le animazioni e la CG sono di bassa qualità, e il chara design appagante, quindi più di quattro non posso dare.
“Dungeon ni Deai o Motomeru no wa Michigatte Iru Darouka Gaiden: Sword Oratoria” (abbreviato in “DanMachi: Sword Oratoria”) è una serie d’animazione giapponese del 2017 costituita da dodici episodi di durata canonica, prodotta da J.C.Staff e distribuita in Italia da Yamato Video. E’ tratta dalla light novel omonima, spin-off di “DanMachi” incentrato principalmente sulla famiglia Loki e su Aiz Wallenstein, la Principessa della Spada.
Nel prodotto convivono simultaneamente due anime dissonanti, che contribuiscono a spezzare il ritmo della narrazione e a ridurre la godibilità delle puntate: da un lato, abbiamo un inquietante complotto che sembra coinvolgere divinità, eroi e mostri, e minaccia di scuotere le vere fondamenta della città di Orario e del mondo intero, turbando allo stesso tempo l’impassibile Aiz, tormentata dal suo etereo passato; dall’altro, si è costretti ad assistere alla crescita interiore della maga elfica Lefiya, praticamente una ripetizione di quanto già visto con Bell Cranel nell’opera originale, solo che questa volta gli eventi mostrati sono ancora più stereotipati, banali e inconsistenti.
Lefiya, tutta pizzi e vestitini rosa, si vergogna della propria codardia e della sua totale dipendenza dai compagni di squadra, ma non viene mai esplorato il perché di questa sua caratteristica, incompatibile con il suo livello di avventuriera, troppo elevato per qualcuno incapace di muovere un passo nel Dungeon senza inciampare in preda a tremiti di terrore. Il suo cammino è un susseguirsi di pianti, rossori d’imbarazzo, fantasie romantiche che la vedono protagonista insieme ad Aiz (l’oggetto della sua ammirazione/infatuazione), gelosie, bontà zuccherosa e tanta determinazione. Sebbene non manchino le scene discretamente avvincenti e anche alcune sequenze comiche divertenti, il focus sull’elfa è generalmente noioso e letteralmente priva la serie di minuti preziosi che sarebbero stati utili per sviluppare meglio la trama principale.
Aiz Wallenstein, d’altro canto, è un personaggio molto più arduo da scrivere e rendere coinvolgente (soprattutto come figura centrale di una serie a lei dedicata), a causa del suo volto inespressivo e del suo comportamento che così poco si discosta da rodati e inoffensivi luoghi comuni. Nonostante qualche flashback onirico e brevi spunti che suggeriscono una certa profondità in agguato sotto una superficie tanto piatta, la Principessa della Spada resta una giovane donna ingenua e altruista con un passato oscuro che la spinge a diventare sempre più forte, ma niente di più.
I personaggi secondari, sia buoni che antagonisti, sono tristemente meno complessi di quelli primari e, più che per le loro personalità (quasi esclusivamente legate a uno o due tratti principali), sono facilmente identificabili in base al loro aspetto estetico (ragazza prosperosa, ragazza piatta, ragazza piatta pervertita, ragazzo-cane, ecc.). Sono tendenzialmente sfruttati per fornire al pubblico convenienti e intempestive spiegazioni relative a particolari avvenimenti, persone, luoghi e poteri.
Il comparto tecnico è qualitativamente altalenante.
Il character design è curato, proporzionato e molto gradevole, arricchito da una certa attenzione per i dettagli relativi ad armi, armature e capi d’abbigliamento vari. Buone anche le ambientazioni, anche se buona parte del tempo è passata nel Dungeon, in compagnia di formazioni rocciose non sempre intriganti. Anche se non troppo originale, il design dei mostri, specialmente quelli floreali, è piuttosto straniante e interessante. Com’era accaduto per il suo predecessore, anche “Sword Oratoria” convince per una buona dose di violenza e sangue e per gli effetti visivi. L’unica vera pecca grafica è un filtro vagamente affettato che rende i colori opachi e spenti.
Le animazioni sono abbastanza fluide, ma le fiacche e ripetitive coreografie dei combattimenti, quasi tutti ridotti a grida di incoraggiamento, balzi infiniti e qualche stoccata, non rendono loro giustizia, così come le numerose incongruenze nel posizionamento dei personaggi, spesso radicalmente diverso in inquadrature consequenziali. Non aiuta di certo il fatto che la migliore battaglia dell’anime resti quella di Bell contro il minotauro.
La colonna sonora non presenta brani di rilievo: non stona, ma non esalta. Sia l’opening che l’ending sono due brani orecchiabili ma leziosi, che ben rappresentano lo spirito di una serie che ha prestato troppo tempo a situazioni superflue. Il doppiaggio originale è sempre molto espressivo e calzante, anche se a tratti irritante. Sorprendenti sono invece alcuni effetti sonori di grande impatto.
In conclusione, “DanMachi: Sword Oratoria” è una serie perfettamente evitabile e praticamente inutile. Riesce ad espandere leggermente il mondo in cui si svolge la vicenda mostrando nuovi dei, implicando una storia brutale e tragica, una politica subdola e manipolatrice e la presenza di fazioni in cerca di una apocalisse che spazzi via ogni forma di vita dalla superficie. Tuttavia, la trama, anche considerata come arco narrativo introduttivo, è priva di una risoluzione, seppur parziale, e non fa che aumentare i dubbi dello spettatore circa le intenzioni delle figure coinvolte. Potrebbe risultare più soddisfacente se accompagnata da un sequel, ma, in quanto opera a sé stante, manca delle fondamenta necessarie per reggersi da sola senza fare ricorso a continui richiami a “DanMachi”, a cui aggiunge poco e da cui non eredita la spontaneità e la rinfrescante linearità.
E questo è un peccato, considerando che la storia centrale, grazie a toni più cupi, creature raccapriccianti e antagonisti autentici e spietati, si prestava ad essere portata su schermo e a risultare ben più appassionante e grandiosa delle avventure di Bell Cranel, le quali impallidiscono al cospetto dei conflitti che ruotano attorno alla famiglia Loki, nonostante la condivisione di alcuni concetti basilari.
Consigliata a chi è in cerca di intrattenimento generico e poco impegnativo o ai fan della serie madre.
Nel prodotto convivono simultaneamente due anime dissonanti, che contribuiscono a spezzare il ritmo della narrazione e a ridurre la godibilità delle puntate: da un lato, abbiamo un inquietante complotto che sembra coinvolgere divinità, eroi e mostri, e minaccia di scuotere le vere fondamenta della città di Orario e del mondo intero, turbando allo stesso tempo l’impassibile Aiz, tormentata dal suo etereo passato; dall’altro, si è costretti ad assistere alla crescita interiore della maga elfica Lefiya, praticamente una ripetizione di quanto già visto con Bell Cranel nell’opera originale, solo che questa volta gli eventi mostrati sono ancora più stereotipati, banali e inconsistenti.
Lefiya, tutta pizzi e vestitini rosa, si vergogna della propria codardia e della sua totale dipendenza dai compagni di squadra, ma non viene mai esplorato il perché di questa sua caratteristica, incompatibile con il suo livello di avventuriera, troppo elevato per qualcuno incapace di muovere un passo nel Dungeon senza inciampare in preda a tremiti di terrore. Il suo cammino è un susseguirsi di pianti, rossori d’imbarazzo, fantasie romantiche che la vedono protagonista insieme ad Aiz (l’oggetto della sua ammirazione/infatuazione), gelosie, bontà zuccherosa e tanta determinazione. Sebbene non manchino le scene discretamente avvincenti e anche alcune sequenze comiche divertenti, il focus sull’elfa è generalmente noioso e letteralmente priva la serie di minuti preziosi che sarebbero stati utili per sviluppare meglio la trama principale.
Aiz Wallenstein, d’altro canto, è un personaggio molto più arduo da scrivere e rendere coinvolgente (soprattutto come figura centrale di una serie a lei dedicata), a causa del suo volto inespressivo e del suo comportamento che così poco si discosta da rodati e inoffensivi luoghi comuni. Nonostante qualche flashback onirico e brevi spunti che suggeriscono una certa profondità in agguato sotto una superficie tanto piatta, la Principessa della Spada resta una giovane donna ingenua e altruista con un passato oscuro che la spinge a diventare sempre più forte, ma niente di più.
I personaggi secondari, sia buoni che antagonisti, sono tristemente meno complessi di quelli primari e, più che per le loro personalità (quasi esclusivamente legate a uno o due tratti principali), sono facilmente identificabili in base al loro aspetto estetico (ragazza prosperosa, ragazza piatta, ragazza piatta pervertita, ragazzo-cane, ecc.). Sono tendenzialmente sfruttati per fornire al pubblico convenienti e intempestive spiegazioni relative a particolari avvenimenti, persone, luoghi e poteri.
Il comparto tecnico è qualitativamente altalenante.
Il character design è curato, proporzionato e molto gradevole, arricchito da una certa attenzione per i dettagli relativi ad armi, armature e capi d’abbigliamento vari. Buone anche le ambientazioni, anche se buona parte del tempo è passata nel Dungeon, in compagnia di formazioni rocciose non sempre intriganti. Anche se non troppo originale, il design dei mostri, specialmente quelli floreali, è piuttosto straniante e interessante. Com’era accaduto per il suo predecessore, anche “Sword Oratoria” convince per una buona dose di violenza e sangue e per gli effetti visivi. L’unica vera pecca grafica è un filtro vagamente affettato che rende i colori opachi e spenti.
Le animazioni sono abbastanza fluide, ma le fiacche e ripetitive coreografie dei combattimenti, quasi tutti ridotti a grida di incoraggiamento, balzi infiniti e qualche stoccata, non rendono loro giustizia, così come le numerose incongruenze nel posizionamento dei personaggi, spesso radicalmente diverso in inquadrature consequenziali. Non aiuta di certo il fatto che la migliore battaglia dell’anime resti quella di Bell contro il minotauro.
La colonna sonora non presenta brani di rilievo: non stona, ma non esalta. Sia l’opening che l’ending sono due brani orecchiabili ma leziosi, che ben rappresentano lo spirito di una serie che ha prestato troppo tempo a situazioni superflue. Il doppiaggio originale è sempre molto espressivo e calzante, anche se a tratti irritante. Sorprendenti sono invece alcuni effetti sonori di grande impatto.
In conclusione, “DanMachi: Sword Oratoria” è una serie perfettamente evitabile e praticamente inutile. Riesce ad espandere leggermente il mondo in cui si svolge la vicenda mostrando nuovi dei, implicando una storia brutale e tragica, una politica subdola e manipolatrice e la presenza di fazioni in cerca di una apocalisse che spazzi via ogni forma di vita dalla superficie. Tuttavia, la trama, anche considerata come arco narrativo introduttivo, è priva di una risoluzione, seppur parziale, e non fa che aumentare i dubbi dello spettatore circa le intenzioni delle figure coinvolte. Potrebbe risultare più soddisfacente se accompagnata da un sequel, ma, in quanto opera a sé stante, manca delle fondamenta necessarie per reggersi da sola senza fare ricorso a continui richiami a “DanMachi”, a cui aggiunge poco e da cui non eredita la spontaneità e la rinfrescante linearità.
E questo è un peccato, considerando che la storia centrale, grazie a toni più cupi, creature raccapriccianti e antagonisti autentici e spietati, si prestava ad essere portata su schermo e a risultare ben più appassionante e grandiosa delle avventure di Bell Cranel, le quali impallidiscono al cospetto dei conflitti che ruotano attorno alla famiglia Loki, nonostante la condivisione di alcuni concetti basilari.
Consigliata a chi è in cerca di intrattenimento generico e poco impegnativo o ai fan della serie madre.
Poco importa se non era centrato sulle avventure di Bell Cranel, quello che questa serie doveva far conoscere a tutti gli appassionati di Danmachi era proprio Aiz, la principessa della spada bellissima quanto enigmatica, strana, misteriosa... Invece no, non c'è stato nulla di tutto ciò, ed ecco che il problema centrale di questo spin-off esce allo scoperto subito dai primi episodi: il non avere un protagonista, che rovina ciò che c'era di buono e vedremo il perché.
Pochissime volte assisteremo ai pensieri di Aiz, molte volte sarà preso in considerazione tutto il gruppo di avventure della famiglia Loki (non che mi dispiaccia vedere spazio assegnato ad altri personaggi, ma uno di riferimento ci vuole), mentre, guardando episodio dopo episodio, il protagonista non viene mai messo in luce. A volte lo cerchi in Aiz, altre volte ti fanno credere che sia l'elfa Lefiya, che non piace proprio a nessuno per il suo essere così stereotipata (anche se sul finale forse si salva), in altre situazioni Bell continua ad essere il protagonista a distanza, sai che c'è ma effettivamente non c'è.
Quindi, di Aiz cosa abbiamo scoperto effettivamente? Ben poco purtroppo, tranne alcuni flashback e alcune frasi (che non sto a riportare per non fare spoiler di alcun genere). Tutto questo mi ha spinto a controllare la relativa novel, e tristemente ho scoperto che li la principessa si fa conoscere molto ma molto meglio, i suoi pensieri, le sue paure e le preoccupazioni sono spesso mostrate ai lettori, ma allora perché nell'anime no?!
Continuando a guardare la serie, ho sperato che si distaccasse dalla principale con una trama tutta sua, e per un attimo c'era riuscita, ponendo delle buone basi, ma poi personalmente mi è risultata abbastanza banale e sapeva molto di già visto.
Per concludere, devo ammettere che sono molto amareggiato. "DanMachi" mi era piaciuto tantissimo, tutto il contesto della storia è affascinante e speravo davvero in questa nuova serie, speranza che è stata distrutta piano piano, episodio dopo episodio (solo pensare alla frettolosità con cui sono state fatte le cose, soprattutto nell'ultimo episodio, è una delusione per l'intera serie).
Ora non voglio che mi fraintendiate, qualcosa di buono c'è, come le colonne sonore, gli scontri, tutta la grafica in generale, ecco perché comunque sia la visione è fortemente consigliata (se siete molto interessati a "Danmachi", ovviamente), però assolutamente non aspettatevi grandi cose.
Ora non mi resta altro che sperare nel continuo animato della serie principale, che mostra la crescita esponenziale del protagonista Bell, la quale ha appassionato veramente tutti.
Pochissime volte assisteremo ai pensieri di Aiz, molte volte sarà preso in considerazione tutto il gruppo di avventure della famiglia Loki (non che mi dispiaccia vedere spazio assegnato ad altri personaggi, ma uno di riferimento ci vuole), mentre, guardando episodio dopo episodio, il protagonista non viene mai messo in luce. A volte lo cerchi in Aiz, altre volte ti fanno credere che sia l'elfa Lefiya, che non piace proprio a nessuno per il suo essere così stereotipata (anche se sul finale forse si salva), in altre situazioni Bell continua ad essere il protagonista a distanza, sai che c'è ma effettivamente non c'è.
Quindi, di Aiz cosa abbiamo scoperto effettivamente? Ben poco purtroppo, tranne alcuni flashback e alcune frasi (che non sto a riportare per non fare spoiler di alcun genere). Tutto questo mi ha spinto a controllare la relativa novel, e tristemente ho scoperto che li la principessa si fa conoscere molto ma molto meglio, i suoi pensieri, le sue paure e le preoccupazioni sono spesso mostrate ai lettori, ma allora perché nell'anime no?!
Continuando a guardare la serie, ho sperato che si distaccasse dalla principale con una trama tutta sua, e per un attimo c'era riuscita, ponendo delle buone basi, ma poi personalmente mi è risultata abbastanza banale e sapeva molto di già visto.
Per concludere, devo ammettere che sono molto amareggiato. "DanMachi" mi era piaciuto tantissimo, tutto il contesto della storia è affascinante e speravo davvero in questa nuova serie, speranza che è stata distrutta piano piano, episodio dopo episodio (solo pensare alla frettolosità con cui sono state fatte le cose, soprattutto nell'ultimo episodio, è una delusione per l'intera serie).
Ora non voglio che mi fraintendiate, qualcosa di buono c'è, come le colonne sonore, gli scontri, tutta la grafica in generale, ecco perché comunque sia la visione è fortemente consigliata (se siete molto interessati a "Danmachi", ovviamente), però assolutamente non aspettatevi grandi cose.
Ora non mi resta altro che sperare nel continuo animato della serie principale, che mostra la crescita esponenziale del protagonista Bell, la quale ha appassionato veramente tutti.