logo AnimeClick.it


Tutte 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10


 0
bob71

Episodi visti: 0/1 --- Voto 7
A cavallo tra i ‘70 e gli ‘80, Obayashi incarnò quella che sarebbe diventata una tendenza sempre più popolare in Giappone: i giovani cantanti e attori (idol) diventarono la forza trainante dell’industria dello spettacolo. Spesso quest’industria in espansione utilizzò gli stessi metodi promozionali inaugurati da Nobuhiko Obayashi, come la saturazione mediatica e il marketing a piattaforme incrociate. Gli idol venivano scelti con cura e preparati ad hoc per diventare dei modelli ideali di giovani giapponesi. Anche le tradizionali case cinematografiche formavano i loro divi del cinema ma gli idol erano diversi, le loro canzoni e i loro film venivano confezionati appositamente per i fan. Kadokawa Haruki cavalcò il fenomeno degli idol movies producendo vagonate di film su misura per i vari attori/attrici di turno. Fu naturale per lui rivolgersi ad Obayashi per i titoli di punta, dopo che il suo House aveva aperto la strada ai film lolicon (complesso di Lolita) in cui le ragazzine venivano spesso rappresentate in modo provocatorio e sessualizzato.

Il primo idol movie fu School in the Crosshairs (Nerawareta Gakuen, 1981), trasposizione di un best seller di fantascienza con la famosa idol Yakushimaru Hiroko, stella della Kadokawa che negli anni a venire sarebbe diventata l’attrice simbolo degli idol movies, interpretando Sailor Suit and Machine Gun (Sera-fuku to Kikanju, 1981) di Somai Shinji, Legend of Eight Samurai (Satomi Hakken-den, 1983) di Fukasaku Kinji, e W's Tragedy (W no Higeki, 1984), di Sawai Shinichiro, tutti fra i maggiori successi degli anni ‘80.

In School in the Crosshairs, Yakushimaru veste i panni di Yuko, liceale che deve proteggere la scuola da un attacco extraterrestre sotto forma di una nuova studentessa che usa i suoi poteri psichici per trasformare il liceo in una base operativa conformista, ai limiti del fascismo, al fine di conquistare la terra. Il film è un fantasy infarcito di trucchi cinematografici ed effetti speciali in stile Obayashi, che stavolta sono supportati da un impianto narrativo più strutturato e da un personaggio centrale ben caratterizzato. La battaglia finale riesce a superare House nella sua sfrenata e allucinante inverosimiglianza. Fra le righe si può anche intravedere una critica al conformismo e una riflessione sulla libertà di pensiero, indirizzata soprattutto alla società nipponica e alla sua industria culturale. Nel film compare anche il figlio di Osamu Tezuka, Macoto (in seguito diventato a sua volta regista), nel ruolo del vendicativo nerd della classe.