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esseci

Episodi visti: 0/8 --- Voto 7,5
Il titolo e l'oggetto dell'opera mi avevano incuriosito sia per conoscere la storia di Toru Muranishi sia per capire come la società giapponese abbia affrontato il tema della rappresentazione "artistica" del sesso senza censura in un periodo in cui le regole in Giappone erano piuttosto restrittive (e credo che possano essere anche oggi) nel campo della pornografia.
In più, per chi come me ha vissuto l'adolescenza negli anni '80, è stato anche un tuffo in quell'epoca che con il precedente degli anni '70 è stato un periodo che vede la transizione dalle battaglie sociali e ideologiche di massa ad un nuovo decennio che viene ormai ricordato e percepito come contraddistinto da uno stile di vita più materialistico e frivolo.
Un decennio contraddittorio, caratterizzato da materialismo, consumismo, esibizionismo, in una parola il raggiungimento della affermazione e della felicità individuale su quella collettiva in cui neoliberismo e conservatorismo hanno fatto da contraltare alle spinte "estremistiche" che avevano mosso gli anni '70 e che si sono man mano affievolite nel corso degli anni per far posto al mero consumismo dove la gente voleva una cosa sola: divertirsi.
Quindi il tutto ispirato alla voglia di rispondere alle ristrettezze economiche del decennio precedente con una spinta emotiva completamente differente, incentrata sulla spensieratezza ed il benessere individuale.
Ma il tessuto sociale dell’epoca era ancora fortemente permeato dal bigottismo, l'ipocrisia, il maschilismo, il classismo e il razzismo e ritengo che con queste premesse si possa anche capire un po' meglio la serie in recensione che, sebbene ambientata in Giappone, risulta essere un "prodotto" ispirato alle idee e valutazioni di quell'epoca per tutto il mondo occidentale... e la pornografia era una sorta di valvola di sfogo di alcuni "temi" della società, che poi si scatenò senza regolamentazione in dinamiche latenti, ma già esistenti, verso la cultura edonistica dell’immagine.
"Il regista nudo" ("Zenra kantoku" - in inglese "The Naked Director") è una serie televisiva giapponese basata sul libro biografico “Il regista nudo – La vita di Tōru Muranishi” ("Zenra kantoku – Muranishi Tōru den") dello scrittore e critico Nobuhiro Motohashi.
Masaharu Take ha fornito la regia della serie cui ha partecipato anche Eiji Uchida. La serie è costituita da otto episodi di lunghezza compresa tra i 40 e i 50 minuti.
Questa serie, oltre a cogliere in salsa nipponica i temi già scritti che hanno caratterizzato gli eighties, diventa a suo modo la rappresentazione di uno spaccato della società giapponese dell'epoca con le sue contraddizioni e ipocrisie. Lo fa con uno stile scanzonato, un misto di commedia/comicità e dramma molto originale che riesce ad alleggerire alcuni aspetti e temi che altrimenti sarebbero stati difficili da trattare e far digerire agli spettatori.
Di sicuro viene trattato il tema della sessualità in Giappone, e lo affronta anche in modo esplicito (senza sconfinare tuttavia nell'anatomia medica): non mancano scene di sesso ma diventano solo lo strumento per rappresentare in modo anche intelligente l'ipocrisia della società giapponese non solo in tema di sesso, ma di comunità familiare, mondo del lavoro, vita di comunità, istituzioni, conformismo e ipocrisia del sistema.
Sotto questo aspetto, ho percepito la solita critica al sistema giapponese inteso come società e sistema di gestione del potere che imponendo l’idea di imporre a tutti l’ordine basato su regole che invadono anche la sfera privata fin dalla più tenera età con un sistema scolastico che sembra una caserma e che si sostituisce all'istituzione familiare, finiscono per diventare un modo per distruggere senza pietà chiunque non si adegui.
Dove sta il messaggio rivoluzionario di Toru Muranishi? Credo che sia un po' un epigono della filosofia anni '80 sopra descritta.
Muranishi, facendo tesoro delle esperienze negative personali e familiari elabora una visione della sessualità e del proprio modo di essere ispirati al gioco, alla libertà e alla leggerezza piuttosto che alla concezione stereotipata che c'era all’epoca basata sui ruoli in cui le donne in particolare erano poco più di uno strumento che attrici protagoniste della vita intima e di coppia in generale.
Tale concezione emerge già dal suo stile registico in cui le donne a vario titolo assumono un ruolo meno fittizio e piatto e più realistico e sensuale in cui riescono ad esprimersi liberamente senza simulare orgasmi ma provandoli attraverso il sesso vero senza simulazioni e artifizi per ottemperare alle rigide regole legali e culturali giapponesi.
Quindi le vicende di Muranishi acquisiscono maggior valore se calate nel contesto storico, culturale e sociale del Paese del Sol Levante da intendersi come rivoluzione a tutto tondo e non solo nei gusti relativi al sesso: il passaggio dalla pornografia cartacea e censurata (paradigmatiche le scene dei primi ep in cui chi acquistava riviste per adulti cercava di togliere in modo infantile la censura delle immagini) a quella in filmati per videocassette home video (favorendo la diffusione dei videoregistratori casalinghi); l'elevazione della qualità recitativa nei film per adulti per i quali Muranishi dimostra una sensibilità artistica più curata dei produttori di video per adulti contemporanei, con la spasmodica ricerca del vero e del vissuto rispetto alle produzioni artificiose e false che andavano per la maggiore (andando ad influenzare il mercato obbligandosi ad adattare le produzioni sul suo stile); la libertà di essere se stessi, costi quel che costi. Questo è forse l'aspetto più dirompente: il mostrarsi nudo come attore e regista e la sua filosofia ispiratrice, sebbene un po' puerile e ingenua, contiene invece la sua forza ed efficacia. Il voler realizzare i suoi sogni e aspirazioni mettendo a rischio anche la propria incolumità credo che sia il messaggio di critica più forte alla cultura e sistema giapponese dell'epoca: la sfida continua a polizia, buon costume, produttori affermati, regole e consuetudini. Anche il personaggio col nome d'arte di Kuroki, giovane attrice che vuole essere se stessa nella professione di attrice di film hard, è in piccolo l'alter ego di Muranishi.
A livello recitativo, devo riconoscere che nel cast spiccano Takayuki Yamada (Muranishi) e Ryo Ishibashi (il rivale produttore di prodotti per adulti Ikezawa) cui si aggiungono Shinnosuke Mitsushima, Jun Kunimura e Lily Franky.
A mio avviso devono ricevere una menzione particolare Misato Morita (nella serie Megumi, in arte Kaoru Kuroki) la studentessa universitaria che, a causa anche del rapporto conflittuale e oppressivo con la madre, intuisce di avere una inclinazione speciale per il sesso e la ribellione tanto da voler diventare attrice di film per adulti, assumendo di fatto nel corso della serie il ruolo di vera e propria musa ispiratrice di Muranishi, una sorta di Moana Pozzi per Riccardo Schicchi...
La sua recitazione colpisce nel segno, riuscendo a far emergere bene la contraddizione tra la sua immagine di ragazza giovane, bella e innocente (l'archetipo della ragazza per bene giapponese), con la sua natura "hentai" (per i canoni dell'epoca) e tremendamente magnetica e libera da ogni costrizione. La sua recitazione nella scena di sesso con Muranishi a mio avviso è notevole per quanto carica di passione... senza parlare della sua fissa per i peli ascellari...
Menzione anche per il boss della yakuza Furuya interpretato da Jun Kunimura e per Lily Franky (il poliziotto corrotto di Tokyo). Entrambi riescono a caratterizzare alla grande i rispettivi personaggi facendo capire quanto in Giappone la Yakuza sia compenetrata nel sistema tanto da influenzarlo con la collaborazione delle istituzioni...
"Il regista nudo" è una serie valida cui posso muovere qualche critica nell'essere eccessivamente "rushato" in alcuni frangenti e spesso troppo caricaturale, surreale, grottesco e demenziale, diversamente da altre opere nipponiche che ho potuto visionare.
Di certo non è una tipica opera esistenzialista, ma in tutta franchezza per l'argomento trattato non credo che potesse essere impostata in altro modo in quanto, come ha affermato Muranishi nei suoi vaneggiamenti visionari, "Con il porno si guadagna più che con le anfetamine"...


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Hachi194

Episodi visti: 8/8 --- Voto 8,5
"Sono nato nudo e morirò nudo"

Il nome di Toru Muranishi probabilmente qui in Italia sarà sconosciuto ai più, ma in Giappone è quello di una leggenda vivente. Negli anni '80, quelli dell'edonismo più sfrenato e della bolla economica, quest'uomo ha saputo rivoluzionare il mondo della pornografia nipponica. Definito in un articolo del Tokyo Journal del 1992 come "il più sporco dei vecchi sporcaccioni del settore", meglio conosciuto in patria come "Imperatore del porno", è stato il simbolo di un'epoca.
In "Il Regista Nudo" serie TV composta da 8 episodi disponibile su Netflix, possiamo scoprire anche noi la vita di Toru Muranishi e come e perché sia diventato tanto popolare.

Basata sul libro biografico "Zenra kantoku - Muranishi Tōru den", la serie è stata ideata da Masaharu Take, il regista del film di successo "100 Yen Love".
Si badi bene: non è un documentario ma una serie TV in tutto e per tutto. Pur avendo mantenuto i fatti salienti della vita di Toru Muranishi e le sue peculiarità caratteriali, la storia è stata romanzata anche con il benestare del protagonista.
In un'intervista al Japan Times, Masaharu Take ha infatti dichiarato che la storia è un mix tra ciò che è realmente accaduto e ciò che è stato inventato, ma ha affermato anche che Muranishi ha confermato che non gli importava, che lo staff poteva prendersi tutte le libertà che riteneva opportune; la cosa essenziale era che il tutto risultasse interessante per lo spettatore.

Il risultato è un prodotto di ottimo livello che, pur essendo molto giapponese, ha anche tutte le carte in regola per piacere ad un pubblico internazionale. Gli episodi scorrono velocemente, grazie ad un ritmo serrato, ad inseguimenti, colpi di scena e gag davvero azzeccate. I colori sono scintillanti e saturi, grazie ad una fotografia che rende brillanti e sgargianti le atmosfere tipiche degli anni '80.
Ma non c'è solo intrattenimento puro e semplice. Le emozioni si alternano rapide e ad una risata fragorosa può seguire una commozione intensa. Dietro le mille luci di Kabuki-cho, dietro i sorrisi delle Mama-san, c'è un'umanità sola e dolente, che ha bisogno unicamente di un po' di calore umano.

Fondamentali per la riuscita dell'opera sono gli attori, scelti davvero con cura e tutti molto bravi. Partendo dai comprimari, come non amare Junko, interpretata da Sairi Ito, la truccatrice delle attrici che cerca di dare loro l'aspetto migliore e più adatto, trattandole come persone e non come pezzi di carne?
E poi Rugby (Takenori Goto) e Mitamura (Tokio Emoto) che danno vita ad una coppia comica irresistibile. E ancora Kawada, interpretato da Tetsuji Tamayama, che vede in Muranishi un rivoluzionario e che cerca anche però di frenarne a tutti i costi l'incoscienza e la follia dei progetti (anche se alla fine lo accontenta sempre...).

Ma su tutti spiccano i tre protagonisti, davvero in stato di grazia a mio parere.
Toshi Arai, interpretato da Shinnosuke Mitsushima, è un'anima dolente. Sbruffone, allegro e impertinente, con i suoi maglioncini assurdi, fa scoprire a Muranishi il business dell'industria pornografica. Ma attraversa il confine, si lega alla yakuza e sprofonderà nelle viscere del quartiere del piacere in una spirale che porterà ad una delle scene più toccanti ed emozionanti dell'intera serie.

Megumi Sahara / Kaoru Kuroki, interpretata da Misato Morita è una vera rivelazione. L'attrice è quasi un'esordiente, ha al suo attivo pochissime interpretazioni, ma è riuscita a dare vita ad una Kaoru Kuroki vitale, bellissima, passionale ed incredibilmente somigliante all'originale.
Il regista stesso è rimasto sbalordito: "Non le somigliava, ma la sua voce è diventata esattamente la stessa. Non le avevo detto di farlo, ma a poco a poco è arrivata ad assomigliarle tantissimo, sorprendendomi non poco." In questa clip potete vedere la vera Kuroki in alcune apparizioni televisive: se le confronterete con la serie TV, resterete sbalorditi anche voi.

Kuroki è un personaggio complesso, ma soprattutto dirompente. Una donna che faceva video per adulti per sua scelta, per poter essere sé stessa, che non si vergognava ma anzi non aveva scrupoli a pubblicizzare il suo lavoro: per l'epoca era davvero qualcosa di mai visto. Ha difeso la sua libertà di espressione e il diritto per tutte le donne di avere desideri sessuali e poterli dire ad alta voce. Le sue ascelle non depilate erano diventate il suo marchio di fabbrica, di cui si vantava e che metteva in mostra ogni volta che poteva, per affermare così la sua personalità.

Tōru Muranishi, interpretato da Takayuki Yamada, è il vero motore della storia. L'attore ha partecipato al progetto sin dall'inizio e probabilmente lo ha reso anche in parte possibile. Lo vediamo prendere per mano Muranishi e trasformare un timido venditore di enciclopedie di inglese nell'Imperatore del porno. Pur non essendo un santo, con arresti multipli che hanno costellato la sua vita, l'uomo è stato comunque un visionario.
Voleva rappresentare la realtà, anche quella sessuale, così com'era, senza filtri e censure. È stato lui ad inventare l'idea del regista che appare nei video, con in mano la telecamera, rivolgendosi alle sue attrici in giapponese formale (anche mentre faceva sesso con loro) e trattandole con estremo rispetto finite le riprese. Yamada è fenomenale nel rendere credibile tutto questo. Non c'è una sbavatura, né una "gigioneria" nella sua recitazione, eppur sarebbe stato decisamente facile visto l'argomento.

Infine il sesso: "Il Regista Nudo" è una serie su un regista di film per adulti. Parla dell'industria pornografica. Il sesso c'è e si vede, e sarebbe stato assurdo ritenere il contrario. Ci sono molte scene di sesso esplicito, anche se i genitali sia maschili che femminili non vengano mai inquadrati direttamente; per questo la serie è vietata ai minori di 18 anni.
Nella serie, tuttavia, non c'è né volgarità, né morbosità. C'è passione, amore, erotismo e divertimento. Riesce ad essere addirittura comica quando sul set del film porno (un campo da baseball) arrivano dei ragazzini e Muranishi intima loro di restare per imparare qualcosa. Ma c'è anche dolcezza e poesia: in una delle scene più belle della serie, Muranishi guarda dei video amatoriali in cui marito e moglie stanno facendo l'amore. Sono immagini seppiate, sgranate dagli anni, senza audio. Eppure esprimono tutto l'amore che la giovane coppia prova l'uno per l'altro.
Quanto di più lontano possa esserci dall'idea comune di pornografia.

"Il regista nudo" è una serie breve ma intensa. Per il Giappone quell'epoca è stata un periodo folle, estremo ed interessante. Muranishi ne fu un degno rappresentante e contribuì a scardinare vecchi preconcetti, cavalcando la voglia di vivere, l'edonismo e la potenza di un paese in pieno boom economico.
Ben recitato, ben montato, con una colonna sonora internazionale e azzeccata, è un ottimo prodotto per chi cerca qualcosa di diverso dal solito. E poi "Voi guardate i porno, no?" (cit.)