Sherlock the untold stories
La storia non ha quasi nulla dello Sherlock classico, se non le trasposizioni vagamente simili dei nomi e dei ruoli dei vari protagonisti principali. Non sarebbe il male, se ci fossero suspense, mistero, almeno un po' di sano umorismo. Invece, niente. Già il format "un caso a puntata leva il medico di torno" è quanto di meno entusiasmante si potrebbe pensare, ma se poi ci si aggiungono lentezza e assoluta mancanza di tensione, condite da una recitazione spesso sopra le righe da parte dei personaggi di spalla, si cade nell'umorismo involontario.
I casi presentati nelle prime 4 puntate sono poco interessanti, noiosi. Arrivata al quarto, complice la recitazione dei personaggi secondari, mi sono chiesta chi mi obbligasse a sorbirmi questo pastiche. E, rendendomi conto che la risposta era "nessuno", mi sono precipitata con sollievo a chiudere immediatamente l'esperienza.
Parlavamo degli attori. Se la coppia principale, bene o male, si lascia guardare, molti degli interpreti dei personaggi specifici di ogni episodio sono poco convincenti, spesso legnosi o eccessivi. Insomma, alla fine Dean Fujioka è più o meno l'unico veramente guardabile, e solo perché il suo personaggio "è" una caricatura, e lui la interpreta bene.
I personaggi sono in gran parte sgradevoli. L'ispettore è inguardabile, la macchietta di una macchietta, la sua assistente sembra un palo della luce, lo stesso simil-Watson è poco convincente nelle sue motivazioni già a partire dal primo episodio, e così via. Simpatico e ben recitato l'Irregolare di Baker Street in chiave nipponica. Shishio? Guardabile ma, appunto, caricaturale. Mi si dirà che è il suo personaggio. Sarà anche vero, ma arriva piatto. E irrita. Almeno, non si droga.
Si salva la musica. Carine le canzoni e il commento musicale, ma è un po' poco per convincermi a rimanere in questo mondo.
Difatti, saluto e me ne vado. Lascio la sufficienza solo perché non ho terminato la visione.
I casi presentati nelle prime 4 puntate sono poco interessanti, noiosi. Arrivata al quarto, complice la recitazione dei personaggi secondari, mi sono chiesta chi mi obbligasse a sorbirmi questo pastiche. E, rendendomi conto che la risposta era "nessuno", mi sono precipitata con sollievo a chiudere immediatamente l'esperienza.
Parlavamo degli attori. Se la coppia principale, bene o male, si lascia guardare, molti degli interpreti dei personaggi specifici di ogni episodio sono poco convincenti, spesso legnosi o eccessivi. Insomma, alla fine Dean Fujioka è più o meno l'unico veramente guardabile, e solo perché il suo personaggio "è" una caricatura, e lui la interpreta bene.
I personaggi sono in gran parte sgradevoli. L'ispettore è inguardabile, la macchietta di una macchietta, la sua assistente sembra un palo della luce, lo stesso simil-Watson è poco convincente nelle sue motivazioni già a partire dal primo episodio, e così via. Simpatico e ben recitato l'Irregolare di Baker Street in chiave nipponica. Shishio? Guardabile ma, appunto, caricaturale. Mi si dirà che è il suo personaggio. Sarà anche vero, ma arriva piatto. E irrita. Almeno, non si droga.
Si salva la musica. Carine le canzoni e il commento musicale, ma è un po' poco per convincermi a rimanere in questo mondo.
Difatti, saluto e me ne vado. Lascio la sufficienza solo perché non ho terminato la visione.