Risky - Fukushuu wa Tsumi no Aji
Le sorelle Hirose Hinata e Hirose Kanata sono le vere protagoniste di questo drama, incentrato sulla vendetta personale. Un drama che parte in maniera estremamente fuorviante: fuorvianti sono il titolo, la sinossi, la cover, che conferiscono all'opera un'atmosfera dark e intrigante, dando quasi l'impressione che si tratti di un thriller a sfondo mafioso.
Si tratta invece di una storia di vendetta che si svolge tra persone del tutto comuni: comuni impiegati sono Mika e Asai; Toru, per quanto gli si prospettino possibilità di carriera, è anch'egli nient'altro che un semplice dipendente; Hinata e Kanata sono ragazze che conducono una vita perfettamente normale. Anche le situazioni che si creano tra i protagonisti e che sono all'origine del desiderio di vendetta oggetto del racconto sono vicende di vita quotidiana, per quanto si tratti di invidie profonde, delitti e rimpianti. Tornerò su questo punto per analizzare come la cosa costituisca a mio parere il vero pregio dell'opera, e non un difetto.
Non vi sono, a dire la verità, nemmeno molti segreti da svelare, fatta eccezione per quello che costituisce il cardine del colpo di scena. Quasi tutti i misteri sono svelati nel momento in cui vengono presentati; siamo inoltre a conoscenza fin quasi dall'inizio dell'identità dello stalker di Mika, così come è facile intuire, poco dopo la sua entrata in scena, il ruolo che gioca in questo scenario Asai. Ciò che spinge a proseguire nella visione dell'opera non è tanto il disvelamento di questi segreti, ma la curiosità nel vedere fino a che punto ha intenzione di spingersi la protagonista nel portare a termine il suo piano, e quanto può essere profonda la "discesa all'inferno" dei personaggi di cui ha intenzione di vendicarsi.
Ciò nonostante, con queste premesse, la storia si preannuncia dall'inizio abbastanza scontata e prevedibile. Ciò che mi ha spinto a proseguire nella visione (lo confesso) è stato l'essermi anticipata il colpo di scena. Colpo di scena che getta una luce completamente nuova su quanto avvenuto fino a quel momento e che fornisce, insieme a una serie di approfondimenti psicologici sui personaggi, una visione complessa e articolata della realtà umana che essi si trovano a vivere. Anche coloro di cui ci siamo costruiti un'opinione negativa vengono visti sotto una nuova luce, il manicheismo che ha contraddistinto i primi episodi viene sovvertito e le colpe vengono distribuite, seppur certamente non in egual misura, tra tutti i protagonisti.
Splendido il finale riservato a Mika e Toru, che esprime appieno il desiderio di mostrare una realtà con diverse sfumature e piani di lettura in cui tutti, anche i più distorti, hanno una propria dignità, storia e complessità di sentimenti da riconoscere e rispettare. Il personaggio più debole e meno approfondito è probabilmente Asai, riguardo al quale viene da domandarsi, alla fine della vicenda, se fosse davvero necessario se non per il ruolo strumentale da lui giocato.
In generale una bella serie, che ha molto da offrire dal punto di vista umano nelle ultime puntate. Purtroppo però alle ultime puntate è necessario arrivare, e ciò è reso difficile da un inizio fiacco, in cui i colpi di scena sono mal gestiti, e dall'atmosfera generale che la regia ha scelto di dare alla serie. Viene infatti posto fin da subito tutto il focus sui piani i vendetta della protagonista, dando l'impressione che si tratti di un thriller dalle tinte horror; quando nel finale risulta evidente come lo scopo ultimo di tale thriller fosse condurre a una catarsi imbevuta di riflessioni sulle debolezze e sulla redenzione umani. Uno scopo che inizia ad emergere all'incirca dalla quinta puntata; troppo tardi per uno spettatore che, annoiato dalla scontatezza della trama lineare, ha probabilmente già abbandonato la visione a partire dal secondo episodio, pensando che non avesse più nulla da offrire.
In conclusione siamo davanti a una profonda riflessione sulla complessità dell'animo umano, che non vi deluderà... se siete alla ricerca di questo. Se questo è il caso, dunque, il consiglio è di non abbandonare la serie, anche nel caso ne foste tentati.
Se è il mistero che cercate, probabilmente vi conviene invece cercare altrove.
Si tratta invece di una storia di vendetta che si svolge tra persone del tutto comuni: comuni impiegati sono Mika e Asai; Toru, per quanto gli si prospettino possibilità di carriera, è anch'egli nient'altro che un semplice dipendente; Hinata e Kanata sono ragazze che conducono una vita perfettamente normale. Anche le situazioni che si creano tra i protagonisti e che sono all'origine del desiderio di vendetta oggetto del racconto sono vicende di vita quotidiana, per quanto si tratti di invidie profonde, delitti e rimpianti. Tornerò su questo punto per analizzare come la cosa costituisca a mio parere il vero pregio dell'opera, e non un difetto.
Non vi sono, a dire la verità, nemmeno molti segreti da svelare, fatta eccezione per quello che costituisce il cardine del colpo di scena. Quasi tutti i misteri sono svelati nel momento in cui vengono presentati; siamo inoltre a conoscenza fin quasi dall'inizio dell'identità dello stalker di Mika, così come è facile intuire, poco dopo la sua entrata in scena, il ruolo che gioca in questo scenario Asai. Ciò che spinge a proseguire nella visione dell'opera non è tanto il disvelamento di questi segreti, ma la curiosità nel vedere fino a che punto ha intenzione di spingersi la protagonista nel portare a termine il suo piano, e quanto può essere profonda la "discesa all'inferno" dei personaggi di cui ha intenzione di vendicarsi.
Ciò nonostante, con queste premesse, la storia si preannuncia dall'inizio abbastanza scontata e prevedibile. Ciò che mi ha spinto a proseguire nella visione (lo confesso) è stato l'essermi anticipata il colpo di scena. Colpo di scena che getta una luce completamente nuova su quanto avvenuto fino a quel momento e che fornisce, insieme a una serie di approfondimenti psicologici sui personaggi, una visione complessa e articolata della realtà umana che essi si trovano a vivere. Anche coloro di cui ci siamo costruiti un'opinione negativa vengono visti sotto una nuova luce, il manicheismo che ha contraddistinto i primi episodi viene sovvertito e le colpe vengono distribuite, seppur certamente non in egual misura, tra tutti i protagonisti.
Splendido il finale riservato a Mika e Toru, che esprime appieno il desiderio di mostrare una realtà con diverse sfumature e piani di lettura in cui tutti, anche i più distorti, hanno una propria dignità, storia e complessità di sentimenti da riconoscere e rispettare. Il personaggio più debole e meno approfondito è probabilmente Asai, riguardo al quale viene da domandarsi, alla fine della vicenda, se fosse davvero necessario se non per il ruolo strumentale da lui giocato.
In generale una bella serie, che ha molto da offrire dal punto di vista umano nelle ultime puntate. Purtroppo però alle ultime puntate è necessario arrivare, e ciò è reso difficile da un inizio fiacco, in cui i colpi di scena sono mal gestiti, e dall'atmosfera generale che la regia ha scelto di dare alla serie. Viene infatti posto fin da subito tutto il focus sui piani i vendetta della protagonista, dando l'impressione che si tratti di un thriller dalle tinte horror; quando nel finale risulta evidente come lo scopo ultimo di tale thriller fosse condurre a una catarsi imbevuta di riflessioni sulle debolezze e sulla redenzione umani. Uno scopo che inizia ad emergere all'incirca dalla quinta puntata; troppo tardi per uno spettatore che, annoiato dalla scontatezza della trama lineare, ha probabilmente già abbandonato la visione a partire dal secondo episodio, pensando che non avesse più nulla da offrire.
In conclusione siamo davanti a una profonda riflessione sulla complessità dell'animo umano, che non vi deluderà... se siete alla ricerca di questo. Se questo è il caso, dunque, il consiglio è di non abbandonare la serie, anche nel caso ne foste tentati.
Se è il mistero che cercate, probabilmente vi conviene invece cercare altrove.