Kimi ni Todoke live-action
Come spesso accade per quelle serie che hanno riscosso un discreto successo di pubblico anche per Kimi ni Todoke è stato realizzato un live action della durata di un paio d'ore circa. L'obiettivo non è, e non può essere, certamente quello di ricostruire nel dettaglio i tratti fondamentali che hanno portato al successo l'anime, ma semplicemente quello di riprodurre un fac-simile ad uso e consumo dei fans e cercare di ottenerne un buon volume di vendite. Va premesso che non sono contrario a questo tipo di politica, né che in genere prevedo automaticamente disastri quando la trasposizione viene posta in essere; ciò che voglio dire è che il motore di tutta l'operazione è fare soldi per cui è inutile scandalizzarsi di fronte a lavori che riproducono l'originale in modo osceno.
Dal mio punto di vista, anzi, le due versioni andrebbero valutate quasi separatamente: "quasi" perchè almeno un minimo di somiglianza deve per forza esserci, sennò tanto vale cambiare il titolo; "separatamente" perchè magari il film non regge il paragone con l'originale ma si dimostra essere comunque qualcosa di accettabile se non viene messo a confronto.
Per chi basa la sua analisi sul confronto la bocciatura è quasi automatica: il live action potrà essere considerato o come un qualcosa di carino ma molto lontano da quanto ci si aspettava per i meno esigenti, o come un disastro da cancellare e dimenticare per i più radicali. In entrambi i casi, comunque, c'è la percezione di un prodotto da non prendere come esempio di trasposizione di anime in film.
Se invece non ci basiamo sul confronto, ma valutiamo questo film separatamente dalla sua controparte animata, allora Kimi ni Todoke non è tutto questo disastro. E' un film capace comunque di intrattenere lo spettatore regalandogli momenti d'intrattenimento e strappandogli qualche sorriso. Personalmente, però, l'ho trovato di una lentezza mostruosa ed alcuni personaggi sono un po' troppo "fuori traccia".
Riassumendo un titolo che mi sentirei di consigliare, ad amanti dell'anime e non, purchè si sia consapevoli che non ci troviamo di fronte ad un capolavoro del genere ma solo di fronte ad un film carino da guardare e poco più. Personalmente gli assegno una sufficienza, che credo sia la sintesi più giusta di tutto il discorso fatto finora.
Dal mio punto di vista, anzi, le due versioni andrebbero valutate quasi separatamente: "quasi" perchè almeno un minimo di somiglianza deve per forza esserci, sennò tanto vale cambiare il titolo; "separatamente" perchè magari il film non regge il paragone con l'originale ma si dimostra essere comunque qualcosa di accettabile se non viene messo a confronto.
Per chi basa la sua analisi sul confronto la bocciatura è quasi automatica: il live action potrà essere considerato o come un qualcosa di carino ma molto lontano da quanto ci si aspettava per i meno esigenti, o come un disastro da cancellare e dimenticare per i più radicali. In entrambi i casi, comunque, c'è la percezione di un prodotto da non prendere come esempio di trasposizione di anime in film.
Se invece non ci basiamo sul confronto, ma valutiamo questo film separatamente dalla sua controparte animata, allora Kimi ni Todoke non è tutto questo disastro. E' un film capace comunque di intrattenere lo spettatore regalandogli momenti d'intrattenimento e strappandogli qualche sorriso. Personalmente, però, l'ho trovato di una lentezza mostruosa ed alcuni personaggi sono un po' troppo "fuori traccia".
Riassumendo un titolo che mi sentirei di consigliare, ad amanti dell'anime e non, purchè si sia consapevoli che non ci troviamo di fronte ad un capolavoro del genere ma solo di fronte ad un film carino da guardare e poco più. Personalmente gli assegno una sufficienza, che credo sia la sintesi più giusta di tutto il discorso fatto finora.
Quando incappi nel live di un titolo che in versione animata non hai avuto cuore di proseguire oltre i primi cinque episodi, probabilmente le alternative sono due. Essendo il film della durata di sole due ore - che non sono poche, ma pur sempre meno di una ventina di episodi - è quindi probabile che si siano eliminate le scene noiose e infinitamente lente di cui era condita la storia. Allora, o dai occasione a questo film di stupirti, oppure lo sfidi ad ammorbarti nuovamente, in una nuova salsa, e ad annebbiarti la mente della personalità assurda di una protagonista che non merita d'esser definita atipica. Perché purtroppo si sta spargendo a macchia d'olio la moda dell'incantevole ragazza svampita, nascosta dietro a un involucro di insicurezze, al cui interno cova sentimenti chiari e cristallini, che non conoscono la malizia né tanto meno l'autostima.
Eppure, nonostante le mie ferme idee su "Kimi ni Todoke" ("Arrivare a te"), ne consiglio il live action a chi cerca una storia romantica, molto lineare, dalle note dolci e pure. Sono fiera d'aver coraggiosamente insistito, spinta anche dalla noia pomeridiana e dalla ricerca di una scusa plausibile per non dover affaccendarmi in qualcosa di più producente.
La trama ruota attorno a Sawako, una ragazza ingenua e gentile, che ha la sventura di avere un nome e un viso molto simili alla protagonista di un noto film horror internazionale, Sadako di "The ring". Negli anni in cui il film riscuote successo ed è visto da grandi e piccini, l'innocua Sawako è allontanata da tutti. In realtà, oltre all'aspetto, la ragazza ha un tratto ben poco felice, e non riesce ad approcciare con i suoi coetanei. Ciò avviene fin quando non riuscirà a entrare in contatto con due compagne di classe, anche loro vittime dell'etichetta sociale. Oltre ai sentimenti di amicizia, che le sono incredibilmente poco chiari, Sawako imparerà a riconoscere i sentimenti d'amore, che anche ai più sfuggono e si confondono con gli affetti amichevoli. E, se la strada che la nostra protagonista percorre non è così semplice, ancor meno lo è per Shota, il primo a innamorarsi. Credo di esprimere il pensiero di tutti quando dico che questo personaggio ha tutta la nostra solidarietà. E' un ragazzo onesto e paziente, ed è il perno della coppia. "Kimi ni todoke" è una storia che inizia con il descrivere la vita di Sawako, nel farne conoscere la purezza dei sentimenti, oltre che delle azioni. In seguito invece, a un occhio attento, non sarà certo sfuggito che il personaggio degno di nota non è certo lei, ma lui!
Infatti, questo compagno di scuola bellissimo e popolare - interpretato da Haruma Miura, già noto per aver vestito in maniera eccellente i panni di Hiro in "Koizora" - dimostra quanto siano profondi i suoi sentimenti. Sawako non afferrerà le sue intenzioni? E lui sorride amabilmente. Sawako non capisce che l'invito a uscire era diretto solo a lei? E lui ci riprova. Sawako passa agli altri i biglietti indirizzati a lei? E lui specifica il destinatario - e a me cadono le braccia.
Il titolo di quest'opera è un palese rinvio ai sentimenti di Shota, che non riescono a raggiungere l'inesperta Sawako. E' un costante avvicinarsi per poi rimanere al punto di partenza. Sawako stessa trova difficoltà a dare un nome a ciò che le si addensa dentro, e che non trova la sicurezza necessaria per emergere.
Al di là della prevedibile psicologia dei personaggi, il film risulta piacevole grazie a una serie di gesti e situazioni che costruiscono questa semplice love story: Shota che scorge il sorriso spensierato che una ragazza rivolge alla primavera; Aoyama che, sapendo che l'amica ha il morale a pezzi, l'aspetta nel suo posto preferito; insomma, tanti piccoli istanti che arricchiscono il racconto su dei liceali divisi fra le incomprensioni e i primi amori. La recitazione è stata abbastanza convincente e meno enfatica di quanto ci si possa aspettare, visti i pregiudizi frequenti sui live action. In linea generale, mi sembra che sia stato tratto il meglio dalla prima parte dell'omonimo manga di Karuho Shiina. Il live di "Kimi ni Todoke" è una storia narrata in modo efficace, con un comparto tecnico luminoso e gradevole; ottimo per intrattenersi un paio d'ore in maniera spensierata.
Eppure, nonostante le mie ferme idee su "Kimi ni Todoke" ("Arrivare a te"), ne consiglio il live action a chi cerca una storia romantica, molto lineare, dalle note dolci e pure. Sono fiera d'aver coraggiosamente insistito, spinta anche dalla noia pomeridiana e dalla ricerca di una scusa plausibile per non dover affaccendarmi in qualcosa di più producente.
La trama ruota attorno a Sawako, una ragazza ingenua e gentile, che ha la sventura di avere un nome e un viso molto simili alla protagonista di un noto film horror internazionale, Sadako di "The ring". Negli anni in cui il film riscuote successo ed è visto da grandi e piccini, l'innocua Sawako è allontanata da tutti. In realtà, oltre all'aspetto, la ragazza ha un tratto ben poco felice, e non riesce ad approcciare con i suoi coetanei. Ciò avviene fin quando non riuscirà a entrare in contatto con due compagne di classe, anche loro vittime dell'etichetta sociale. Oltre ai sentimenti di amicizia, che le sono incredibilmente poco chiari, Sawako imparerà a riconoscere i sentimenti d'amore, che anche ai più sfuggono e si confondono con gli affetti amichevoli. E, se la strada che la nostra protagonista percorre non è così semplice, ancor meno lo è per Shota, il primo a innamorarsi. Credo di esprimere il pensiero di tutti quando dico che questo personaggio ha tutta la nostra solidarietà. E' un ragazzo onesto e paziente, ed è il perno della coppia. "Kimi ni todoke" è una storia che inizia con il descrivere la vita di Sawako, nel farne conoscere la purezza dei sentimenti, oltre che delle azioni. In seguito invece, a un occhio attento, non sarà certo sfuggito che il personaggio degno di nota non è certo lei, ma lui!
Infatti, questo compagno di scuola bellissimo e popolare - interpretato da Haruma Miura, già noto per aver vestito in maniera eccellente i panni di Hiro in "Koizora" - dimostra quanto siano profondi i suoi sentimenti. Sawako non afferrerà le sue intenzioni? E lui sorride amabilmente. Sawako non capisce che l'invito a uscire era diretto solo a lei? E lui ci riprova. Sawako passa agli altri i biglietti indirizzati a lei? E lui specifica il destinatario - e a me cadono le braccia.
Il titolo di quest'opera è un palese rinvio ai sentimenti di Shota, che non riescono a raggiungere l'inesperta Sawako. E' un costante avvicinarsi per poi rimanere al punto di partenza. Sawako stessa trova difficoltà a dare un nome a ciò che le si addensa dentro, e che non trova la sicurezza necessaria per emergere.
Al di là della prevedibile psicologia dei personaggi, il film risulta piacevole grazie a una serie di gesti e situazioni che costruiscono questa semplice love story: Shota che scorge il sorriso spensierato che una ragazza rivolge alla primavera; Aoyama che, sapendo che l'amica ha il morale a pezzi, l'aspetta nel suo posto preferito; insomma, tanti piccoli istanti che arricchiscono il racconto su dei liceali divisi fra le incomprensioni e i primi amori. La recitazione è stata abbastanza convincente e meno enfatica di quanto ci si possa aspettare, visti i pregiudizi frequenti sui live action. In linea generale, mi sembra che sia stato tratto il meglio dalla prima parte dell'omonimo manga di Karuho Shiina. Il live di "Kimi ni Todoke" è una storia narrata in modo efficace, con un comparto tecnico luminoso e gradevole; ottimo per intrattenersi un paio d'ore in maniera spensierata.
Dopo aver visto entrambe le stagioni di "Kimi ni Todoke", considerato che nel complesso la serie mi era piaciuta, ho deciso di dare uno sguardo al film. Non mi sono fatto scoraggiare dal fatto che dura ben due ore e me lo sono visto dall'inizio alla fine.
Nel complesso devo confessare che la trasposizione cinematografica risulta essere un po' pesante, perché mancano del tutto gli aspetti comico-demenziali che c'erano soprattutto nella prima stagione dell'anime. Sono rimasti, quindi, solo gli aspetti drammatici, se così si può dire, cioè si segue la storia dell'integrazione di Sawako con gli altri e la storia d'amore con Kazehaya con piglio troppo serioso, oserei dire con ritmi e trama da soap opera. L'aspetto positivo, che poi porta alla sufficienza del voto generale, sta nel fatto che gli attori sono incredibilmente uguali ai personaggi dell'anime, un aspetto incredibile e oserei dire quasi raccapricciante, tanto da far sorgere il dubbio che i disegni siano stati fatti basandosi sugli attori. L'unica che forse è poco somigliante alla sua omologa disegnata è proprio Sawako, poiché l'attrice che la impersona sembra un po' più bassa e ha le gambe e la faccia un po' cicciottelle rispetto alla Sawako disegnata che al contrario è magrissima in ogni suo aspetto.
Menzione d'onore per l'attrice che impersona Ayane Yano: è davvero brava e identica al personaggio disegnato, dalle labbra, al trucco, ai vestiti, impressionante. Confermo ciò che già sapevo e cioè che le ragazze (in questo caso attrici) giapponesi sono le più belle che esistano e concludo, inevitabilmente, consigliando la visione solo a chi ha visto, e apprezzato, le due serie di anime.
Nel complesso devo confessare che la trasposizione cinematografica risulta essere un po' pesante, perché mancano del tutto gli aspetti comico-demenziali che c'erano soprattutto nella prima stagione dell'anime. Sono rimasti, quindi, solo gli aspetti drammatici, se così si può dire, cioè si segue la storia dell'integrazione di Sawako con gli altri e la storia d'amore con Kazehaya con piglio troppo serioso, oserei dire con ritmi e trama da soap opera. L'aspetto positivo, che poi porta alla sufficienza del voto generale, sta nel fatto che gli attori sono incredibilmente uguali ai personaggi dell'anime, un aspetto incredibile e oserei dire quasi raccapricciante, tanto da far sorgere il dubbio che i disegni siano stati fatti basandosi sugli attori. L'unica che forse è poco somigliante alla sua omologa disegnata è proprio Sawako, poiché l'attrice che la impersona sembra un po' più bassa e ha le gambe e la faccia un po' cicciottelle rispetto alla Sawako disegnata che al contrario è magrissima in ogni suo aspetto.
Menzione d'onore per l'attrice che impersona Ayane Yano: è davvero brava e identica al personaggio disegnato, dalle labbra, al trucco, ai vestiti, impressionante. Confermo ciò che già sapevo e cioè che le ragazze (in questo caso attrici) giapponesi sono le più belle che esistano e concludo, inevitabilmente, consigliando la visione solo a chi ha visto, e apprezzato, le due serie di anime.