logo AnimeClick.it


Tutte 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10


 1
Godaime Hokage

Episodi visti: 10/10 --- Voto 8,5
Dopo aver concluso la visione di "Dearest" posso affermare che si tratta di una serie crime/thriller molto interessante e coinvolgente. La vicenda si snoda secondo due piani temporali, il 2006, dove tutto ebbe inizio, ed il 2021. Il passato ed il presente si intrecciano strettamente; ciò che sembra ormai morto e sepolto riemerge e complica la vita dei personaggi, in un intrigo fatto di ricordi perduti e ritrovati, crimini plurimi, sentimenti soppressi e riemersi.
La vicenda inizia in campagna, dove Asamiya Rio si prepara all'esame di ammissione all'università a Tokyo. Il suo sogno è diventare una farmacologa perché vuole creare una medicina per curare la malattia del fratello minore, Yu. Yu soffre infatti di vuoti di memoria, dovuti ad un trauma cranico occorsogli alcuni anni prima e che si manifestano quando si trova in situazioni di stress profondo. Rio aiuta il padre nella gestione di suo fratello, della casa e del dormitorio della squadra di atletica dell'università locale, di cui fa parte Miyazaki Daiki, stella della squadra ed innamorato, ricambiato, di Rio. I suoi progetti sono trasferirsi per lavorare a Tokyo, così da stare vicino alla ragazza. Tutto sembra indirizzato su binari prestabiliti, ma accade qualcosa che cambia tutto.
Una notte, mentre Daiki è tornato a casa per assistere al matrimonio della sorella e il padre di Rio, Asamiya Tatsuo, è fuori, un ex membro della squadra, Watanabe Kosuke, si presenta al dormitorio, portando alcolici (cosa proibita), per un festino a base di droga, alcol e ragazze (il cui ingresso nel dormitorio è vietato). Rio sta studiando per l'esame di ammissione e viene importunata da Kosuke, che la droga. L'uomo si è reso responsabile di più stupri, utilizzando la droga, e tenta di fare lo stesso con Rio, che dopo aver perso i sensi si ritrova nel suo fuuton, senza sapere come ci sia finita. Non ricorda nulla o quasi della notte precedente. Kosuke intanto risulta scomparso ed il padre, Watanabe Akira, lo cerca disperatamente importunando tutti i membri dl club. Rio supera gli esami di ammissione per l'università ma quando torna a casa trova suo padre morto per un'emorragia cerebrale. Nel contempo scoppia uno scandalo nel club di atletica perché un membro viene scoperto a far uso di stupefacenti. Quindi la vita di Rio e di Daiki viene sconvolta da questo tifone. Rio parte per Tokyo, dove viene accolta dalla famiglia della madre, Sanada Azusa, capo del Sanada Group. Yu resta con la nonna, Daiki si vede revocata l'offerta di lavoro a Tokyo a seguito dello scandalo del club.
Dopo un salto temporale di ben 15 anni, Rio è diventata AD del Sanada Group ed ha avviato il ramo farmaceutico dell'azienda. Il suo obiettivo è sempre quello di trovare una cura per Yu. Ma il ragazzo, nel frattempo venuto a stare con lei a Tokyo a casa Sanada, alcuni anni prima è andato via e da allora si limita a mandarle una cartolina al mese per dirle che sta bene. Rio è aiutata nel suo lavoro dall'avvocato Kase Kenichiro, fedelissimo all'azienda ed in primis alla famiglia Sanada. Kase è il cane da guardia dei Sanada, ma anche qualcosa di più. Considera la famiglia Sanada la sua famiglia e farebbe di tutto per proteggerla, più di tutti darebbe la vita per Rio.
Tutto sembra procedere al meglio per Rio, la sperimentazione del suo farmaco sta per giungere ad una fase cruciale, quando di nuovo la sorte ci mette lo zampino.
Dai boschi della sua città natale riemerge il corpo ormai ridotto a scheletro di Watanabe Kosuke; alcuni giorni dopo Watanabe Akira, che più volte ha molestato Rio negli ultimi tempi, viene trovato morto in un lago. Il direttore esecutivo del Sanada Group, Goto Shinsuke, cerca di sabotare Rio in tutti i modi, ricorrendo anche ai servigi di una giornalista freelance, Tachibana Shiori, e di un ragazzo misterioso (che si rivelerà poi essere Yu). Nel frattempo Daiki, diventato poliziotto, indaga sulla morte di Akira. Da questo punto prende piede l'intricata vicenda, dove omicidi, truffe, ricatti, sabotaggi si susseguono.
Tutto ciò che ho scritto sinora viene messo sul piatto nella prima puntata. Ad ogni episodio emergono particolari importanti, ma allo stesso tempo nuovi misteri affiorano. Bene e male si confondono, amici nemici si cambiano di posto.
Il centro di tutto è uno solo: Sanada Rio.
Personalmente sono stata molto coinvolta da questa storia, sia perché ho trovato l'intreccio coinvolgente, ricco di suspense, sia perché mi è piaciuta l'interpretazione data dagli attori. Alcuni di loro li conoscevo già:
Matsushita Kōhei, che interpreta Daiki, era a me noto come Sugo Hayato, comprimario in Atom: a caccia di videogiochi;
Yakushimaru Hiroko, che interpreta Sanada Azusa, ha recitato anche in Lost man found (interpreta il capo del protagonista) ed in Unnatural (interpreta la zia/madre adottiva della protagonista);
Iura Arata, che interpreta Kase Kenichiro, ha lavorato anch'egli in Unnatural, dove interpreta il medico legale Nakado Kai (a mio parere questa una grande interpretazione).
Apprezzo molto tutti e tre e di conseguenza una parte del mio gradimento per questa serie è dovuta anche alla loro presenza.
Tra tutti in generale, ritengo che Arata Iura sia il fulcro della storia; il suo personaggio è fondamentale e lo ritengo il vero protagonista, perché a volte le azioni di Kase, sebbene possano sembrare di poca importanza e restino quasi nell'ombra, sono in realtà quelle che indirizzano la storia. E' l'uomo che risolve la situazione, per quanto essa sembri intricata a priva di sbocchi; è colui che protegge Rio e Yu, che ha come unico scopo soltanto vederli felici, anche se non ha alcun tornaconto, sebbene chiaramente si evince che sia innamorato della donna; lo dicono i piccoli gesti di affetto che le riserva, il modo in cui la guarda o la sfiora, sempre con rispetto.
Rio è il personaggio al centro della vicenda, ma è sempre in balìa degli eventi e da sola non riuscirebbe a ad uscirne indenne; se non fosse per Kase in primis, e per Daiki, verrebbe travolta dai detrattori e dalle accuse. La vedo come un delicato fiore incapace di resistere al tifone, ma protetto dalle sue folate da due alberi che si immolano per lei.
Daiki è molto combattuto tra il suo essere poliziotto ed i sentimenti per Rio. Finisce per rimetterci il lavoro per aver cercato di aiutare la donna, sebbene le sue azioni siano del tutto lecite ed improntate al voler scoprire comunque la verità.
Un piccolo accenno a Goto, colui che trama nell'ombra contro Rio, perché mira al posto di AD. Davvero un'ottima interpretazione: uomo tutto d'un pezzo, che non perde la calma quando le cose sembrano mettersi male per lui. Sembra (ed in parte lo è eccome) un gran bastardo, ma in fondo anche lui ha una dedizione profonda per il Sanada Group, in sostanza è un personaggi più complesso di quello che sembri.
Venendo alle conclusioni, mi sento di consigliare questa serie agli amanti del genere crime e thriller, perché non resteranno delusi.
Voto 8,5.


 1
esseci

Episodi visti: 10/10 --- Voto 8
"Dearest" è una serie thriller-drammatica giapponese rilasciata nel 2021 e che è stata resa disponibile su una nota piattaforma streaming da febbraio 2023.
Al termine della sua visione, anticipo subito la mia impressione generale: mi è sembrato che si tratti di un prodotto molto interessante e avvincente.
La serie consta di 10 episodi della durata variabile tra 45 minuti e 1 ora che mixa diversi generi con uno stile narrativo tipico delle produzioni giapponesi.
Inizia come una sorta di slice of life con una sottotraccia romantica ambientato in una piccola cittadina di campagna del Giappone, per poi virare decisamente sul thiriller poliziesco (mantenendo sempre un minimo di rom-com), alternando in modo piuttosto ordinato e chiaro passato e presente in modo molto sapiente (flashback e flashforward sempre preannunciato da una schermata che indica l'anno e l'ambientazione, a prova di chi ogni tanto si distrae come me...) in un arco temporale piuttosto ampio (15 anni, tra il 2006 e il 2021).
Il punto di forza della serie è quello che è in grado di attirare l'attenzione dello spettatore non tanto e solo con la storia "sentimentale" dei protagonisti, ma anche e soprattutto con il mistero delle azioni criminali e gli intrighi di potere.
La serie è diretta da Ayuko Tsukahara, scritta da Satoko Okudera e Yukako Shimizu, ed è interpretata da un discreto numero di attori poiché i personaggi della serie sono numerosi e più o meno a vario titolo tutti determinanti per lo svolgimento della trama.
Prodotta e trasmessa da TBS Television ha vinto nello scorso mese di ottobre 2022 il Grand Prix per le serie drammatiche ai Tokyo Drama Awards dell'International Drama Festival di Tokyo.
Tra i tanti attori emergono per importanza e capacità recitative:
Yuriko Yoshitaka (interpreta Rio Asamiya/Sanada e attrice con già una lunga e pluripremiata carriera cinematografica e TV Drama nonché vincitrice del premio miglior attrice proprio per la serie "Dearest" nel 2022); Kouhei Matsushita (Daiki Miyazaki); Arata Iura (Kenichiro Kase) che emergono tra gli altri sia per presenza nell'opera come protagonisti, sia per la capacità interpretativa.
Ma cosa narra "Dearest"?

Attenzione: lieve presenza di spoiler...

La serie inizia a narrare i fatti accaduti nel 2006 in un cittadina di provincia del Giappone rurale in cui in una piccola comunità si verifica una misteriosa scomparsa di un giovane dai trascorsi non propriamente cristallini. Il padre di quest'ultimo non si da pace e per molti anni continua a cercare in ogni modo il figlio riuscendo ad intuire che le ultime persone ad averlo visto sono Rio Sanada e la sua famiglia, composta dal Fratellino Yuu (affetto da una particolare amnesia da trauma patito in tenera età) e dal padre, gestore di un dormitorio per ragazzi e studenti.
Rio è una ragazza solare, responsabile e altruista e nutre più di una simpatia (poi corrisposta) per Daiki Miyazaki, studente e buon corridore da staffetta.
La morte del padre di Rio, determina nella ex moglie la proposta di trasferire Rio a Tokyo presso di lei per introdurla nelle attività delle grandi società in campo medico e della cura delle persone, visto che Rio (che si ritiene responsabile del trauma patito dal fratellino Yuu) vuole frequentare la facoltà di medicina/farmacia per trovare una cura alla malattia del fratello.
In un crescendo di situazioni piuttosto articolate e ben congegnate (sono pochi i momenti palesemente "forzati") la trama passa dal 2006 al 2021 quando il padre dello scomparso viene trovato morto nei pressi dell'azienda dove Rio è divenuta AD di una delle società della famiglia della madre dopo averlo incontrato.
Ma chi sarà ad indagare sul caso? Proprio il detective Daiki Miyazaki della prima sezione della polizia di Tokyo, ovviamente, e da questo punto parte il lungo arco narrativo con la preponderanza della componente thriller/poliziesco su quella più romance che comunque resta presente in sordina, salvo riemergere ogniqualvolta si pone il tema della possibile incompatibilità di Daiki ad indagare sul caso in virtù della pregressa conoscenza di Rio e soprattutto quando le vicissitudini di Rio e della sua famiglia lo porteranno ad avvicinarsi molto di più a lei, rinvigorendo i sentimenti del passato con tutte le conseguenze del caso per la sua carriera di poliziotto.
La serie è piuttosto coinvolgente con tutti gli elementi tipici di un thriller poliziesco (suspense, mistero, dramma, psicologia, intrighi e misteri) cui si aggiunge il c.d. "amore proibito" (meglio "causa di incompatibilità professionale") tra la sospettata di omicidio e chi indaga su di lei e rappresentano i "temi" principali di "Dearest".
La trama è ben costruita e articolata: con un sapiente dosaggio delle "verità" sottese ai fatti che vengono rappresentati, "Dearest" riesce a tenere incollati e attenti gli spettatori, lasciando al termine di ogni episodio qualche "bait" (anche fuorviante o meglio "non risolutiva") che non permette allo spettatore di intuire da subito tutti i misteri e le questioni irrisolte. Aggiungo che sono apprezzabili anche i flashback al passato, inseriti nella storyboard in modo appropriato e non eccessivo che consentono allo spettatore di osservare e capire come si erano realmente svolti alcuni fatti cruciali nel passato.
Il "passato" è un tema caro a questa serie non solo per spiegare in modo dettagliato come si sono realmente svolti i fatti ma anche, in senso lato, come ricordo del tempo trasformato che consente ad alcuni dei suoi personaggi (in particolare Rio e Yuu) di rinarrare e ripercorrere la loro storia, di risvegliare i ricordi e riviverli con la mente del presente.
Spesso, e nella serie c'è una prova tangibile ed evidente di quanto sto per scrivere, ripercorrere la propria storia o rivivere il passato è di fondamentale importanza per l’esistenza dell'uomo.
Molti "disagi" psicologici nascono nella storia dell’individuo, nei suoi rapporti con le figure cui è affezionato, nelle sue prime esperienze, relazioni, affetti, avventure, ma anche traumi, violenze, paure, insuccessi.
Un passato che può pesare sulla storia presente in quanto non "elaborato", confuso, con immagini che si sovrappongono e che non appaiono nitide; questo passato non ricostruito rimane la fonte principale del disagio, un peso che l’individuo può portare con sé per tutta la vita.
In questo senso i problemi di Rio e Yuu sono "evidenti" e il loro senso di insicurezza e inadeguatezza a livello personale e affettivo ha le proprie radici nel passato "doloroso" e segnato da accadimenti che hanno semplicemente riposto in un meandro remoto del proprio io che non considerano più, pena la sofferenza più acuta e l'incapacità di godere appieno delle relazioni umane e affettive con le persone cui sono affezionati. Yuu non a caso afferma piangendo che non voleva più scappare dal proprio passato...
Questa serie, anche se in modo piuttosto "cinematografico", rende abbastanza bene l'idea di come i due fratelli affrontino, da un certo punto in poi della serie, un percorso di "redde rationem", molto doloroso per certi aspetti, ma anche rigeneratore e fonte di redenzione e riequilibrio.
Molto significativo l'episodio in cui Rio e Yuu ritornano alla città natia e al dormitorio per recuperare la memoria e affrontare in modo definitivo le "questioni" irrisolte con la scena ricca di pathos in cui rivedono il messaggio video del padre e l'azione di Daiki a tutela di Rio e Yuu che successivamente pagherà cara.
Emerge in modo chiaro dalla serie il messaggio che narrare la propria storia serve a riprendere la consapevolezza del proprio essere, a rileggere la propria storia attribuendo un significato emotivo e cognitivo ben preciso, a ricollocare nella mente e nella giusta dimensione anche i ricordi più brutti, quelli che ci hanno ferito affinché possano essi stessi diventare fonte di serenità.
Per raggiungere la dimensione del "perdono": in primis verso se stessi e poi, di conseguenza, verso gli altri.
Tornando alla trama, ogni episodio presenta alcuni indizi e rivelazioni e il ritmo dell'opera, pur non essendo super "serrato", è comunque continuo e fluido, tanto da non annoiare o avere dei punti "morti"... Di sicuro ho potuto apprezzare per la prima volta una serie thiriller/poliziesca orientale che, rispetto ad altre a cui ero abituato, non presenta eccessi di "action" tipici dei prodotti occidentali: nessun inseguimento o particolari abilità dei personaggi con armi o arti marziali. Di violenza ce n'è poca o quasi nulla, ridotta allo stretto necessario per far capire gli accadimenti nè tantomeno scene di inseguimenti folli o combattimenti all'ultimo sangue...
Tutto molto pacato, riflessivo in cui le scene con molti indugi sui primi piani degli attori rende onore e giustizia alle capacità di recitazione degli stessi... sarò ripetitivo, ma l'impostazione di fondo di questo Drama (al pari di dei pochi che ho avuto modo di visionare) è sempre quello di mettere in risalto più "il non detto", le emozioni, le impressioni piuttosto che l'esternazione "sguaiata" dei sentimenti dei personaggi... poi non tutti sono sembrati particolarmente all'altezza, ma di sicuro il modo "nipponico" di impostare le relazioni e le interazioni tra le persone in modo così "composto" ed "educato" (definirlo solo formale sarebbe riduttivo) mi affascina e intriga proprio per la comunicazione essenziale e poco verbale, esaltata dalla regia che indugia sulle espressioni, posture del corpo, movimenti degli arti, ecc.
Con queste premesse, Yuriko Yoshitaka (Sanada Rio), Kohei Matsushita (Miyazaki Daiki), Arata Lura (Kenichiro Kase) hanno svolto un lavoro molto significativo nel dare le proprie interpretazioni ai personaggi. In particolare, Yuriko Yoshitaka ha interpretato il ruolo di Rio Sanada e ha saputo esprimere le emozioni del personaggio in modo così interessante da renderla credibile. Ma anche Kohei Matsushita, che ha interpretato il ruolo di Miyazaki Daiki, a mio avviso ha eseguito una performance di pregio, mostrare non solo il lato "cool" di Miyazaki, ma anche la sua profonda umanità ed equilibrio nei confronti di tutto e tutti.
Il lato romance è rimasto un po' in secondo piano, ma sempre presente ai fini dello svolgimento della trama.
Per coloro che cercano principalmente una storia romantica, "Dearest" (a dispetto del titolo) non è un'opera che darà profonde soddisfazioni e palpiti e batticuori. Come due "magneti", Rio e Daiki si attraggono e si respingono in un gioco "formale" di ruolo delle parti senza mai eccedere nella parte più "fisica" delle interazioni tra loro... tuttavia ci sono dei gesti di profondo affetto che culminano in abbracci più di profonda solidarietà umana che di attrazione erotica. Nonostante le apparenze sembrano in taluni momenti più una coppia già stabile e dalla profonda complicità, condivisione e comprensione più che due adulti nella fase dell'innamoramento. Probabilmente sembreranno freddi e composti, ma personalmente li ho apprezzati maggiormente proprio per il profondo legame di affetto che li sembra unire "against all odds".
Ma anche altri personaggi non sono da meno: "uber alles" mi ha colpito Kenichiro Kase, interpretato da Arata Iura. Senza spoilerare troppo è il vero e proprio "deus ex machina" della serie, ossia il personaggio come "persona che risolve inaspettatamente situazioni molto intricate o agisce in modo da condurle a buon fine".
Una sorte di regista occulto o di "angelo custode" che protegge il "tutto" (inteso in senso aziendale): persone, cose, azienda e, in senso lato, famiglia... E soprattutto sviluppa un legame profondissimo con Rio e poi Yuu che non ha nulla di "romantico" ma solo di grande stima, rispetto e generosità per una persona di cui riconosce il grande status morale e di rettitudine. L'attore, Arata Iura, a mio avviso lo rende benissimo: un personaggio silenzioso, da "dietro le quinte" e quindi allergico alle luci della ribalta, ma di una affidabilità pressocché assoluta al limite del sacrificio "personale" con uno spiccato senso del dovere e di giustizia che tuttavia non lo fanno diventare un paladino delle cause perse, alternando anche momenti meno evidenti in cui non disdegna il c.d. lavoro "sporco" pur di proteggere quello cui tiene...
Proprio il personaggio di Kase è a mio avviso quello reso meglio: poliedrico, sfaccettato e controverso (per come si vedrà nel finale), per nulla scontato e banale... quasi un eroe romantico o un cavaliere senza macchia (in realtà qualche scheletro nell'armadio lo avrebbe)....
Ma la serie presenta un'altra peculiarità: la giustizia e la sete di verità non porterà ad un finale completamente soddisfacente da questo punto di vista. Dopo aver illuso più volte lo spettatore di aver individuato il colpevole si arriva ad un finale agro-dolce in cui sembra che gli autori abbiano voluto "giustificare" chi si è macchiato di determinati delitti mostrando la "verità" in cui chi ha agito o lo ha fatto a scopo del bene di coloro che erano a loro volta vittime di soprusi, ricatti, inganni o certi accadimenti sono avvenuti per pura causalità e non per una volontà precisa di arrecare danno alla vittima...
Quindi un messaggio in cui la giustizia non è un valore assoluto, una scelta tra una parte completamente "bianca o nera", e per la quale non vale la pena porre in essere una battaglia di "principio": la verità come sempre è ricca di sfumature e nessuno è cattivissimo o buonissimo e giusto. E come sempre, vale più il messaggio di comprensione e perdono su quello del disvalore delle azioni compiute o subite...
Se devo essere onesto, il finale un po' "aperto" e un tantino "frettoloso" (happy ending non molto esplicito) non mi ha proprio entusiasmato... ma è una mi opinione personale che tuttavia non intacca il buon impianto della serie e l'interpretazione convincente di alcuni attori.
"Dearest" resta una serie thriller e poliziesca che tuttavia non si focalizza solo su troppi elementi di mistero bilanciando la suspence con lo sviluppo dei personaggi. La trama si mantiene equilibrata in tutti gli episodi. Nel complesso, pertanto, è una serie soddisfacente da guardare con un mix apprezzabile di slice of life, temi familiari, crimine/thriller e romanticismo. In fondo, "in medio stat virtus"...