Transformers 4 - L'era dell'estinzione
Ed alla fine anche la saga dei Transfomers comincia ad essere stanca, nonostante i tentativi di svecchiarla. Infatti in teoria la trama cerca di cambiare rispetto ai film precedenti: vengono introdotti dei cattivi umani che hanno uno spazio maggiore rispetto ai classici Decepticons e avrebbero anche un certo background (ad esempio il secondo cattivo principale, Savoy, vuole vendicare la sorella morta nella battaglia finale del precedente film). Si cerca poi di aumentare la suspense rendendo gli Autobots dei reietti, cacciati dalle stesse autorità umane con cui collaboravano, e il nuovo personaggio positivo di Cade Yeager, anch'esso un reietto della società eppure immune alla disperazione, diventa un segno di speranza per un demotivato Optimus Prime. Insomma il film tenta di acquisire una certa profondità con contenuti di stampo umanista, mostrando un degradante panorama umano pieno di avidità (il primo cattivo principale, Attinger), arroganza e rancore, che viene punito dalle azioni di Galvatron e saranno le azioni del coraggioso Cade l’esempio di quello che l'umanità può e dovrebbe essere.
Il problema però è che tutto questo rimane molto, troppo in superficie, provoca scarso coinvolgimento e i personaggi cattivi alla fine sono le solite macchiette: d'accordo che dal cinema fracassone di Micheal Bay non bisogna aspettarsi chissà quali riflessioni, ma la superficialità su certi temi va bene quando sono contorno dell'elemento principale, ossia l'azione, e non quando in teoria dovrebbero essere importanti quanto l'azione, perché allora un minimo di profondità è richiesta.
Non aiuta poi il fatto che pure sul piano dell'azione Bay comincia ad essere stanco, perché anche se riesce ad evitare la noia e ci sono un sacco di combattimenti frenetici (l'inseguimento in strada tra Optimus e Galvatron con l'apparizione di Lockdown è per me la sequenza migliore) la fantasia visiva ormai latita, la spettacolarità c’è ma si cade nel già visto. Persino le scene epiche con Optimus sono in tono minore rispetto agli episodi precedenti, anche se si fa comunque attenzione a non cadere nel principale errore del primo film (dove gli umani erano talmente in gamba contro gli alieni cattivi che la presenza degli Autobots sembrava superflua). Inoltre la battaglia finale ad Hong Kong non è troppo lunga, quindi sfibrante, come era invece quella del secondo film, tuttavia appare molto scontata nello svolgimento.
Poco altro da aggiungere, con le solite stranezze della trama, il fan service (con Tessa, la bella figlia di Cade) e l'umorismo tamarro che secondo questo regista è tanto divertente.
Concludendo, pure se il film si lascia ancora guardare la strada verso il basso è ormai imboccata, come dimostrerà il successivo e deludente L'ultimo Cavaliere.
Il problema però è che tutto questo rimane molto, troppo in superficie, provoca scarso coinvolgimento e i personaggi cattivi alla fine sono le solite macchiette: d'accordo che dal cinema fracassone di Micheal Bay non bisogna aspettarsi chissà quali riflessioni, ma la superficialità su certi temi va bene quando sono contorno dell'elemento principale, ossia l'azione, e non quando in teoria dovrebbero essere importanti quanto l'azione, perché allora un minimo di profondità è richiesta.
Non aiuta poi il fatto che pure sul piano dell'azione Bay comincia ad essere stanco, perché anche se riesce ad evitare la noia e ci sono un sacco di combattimenti frenetici (l'inseguimento in strada tra Optimus e Galvatron con l'apparizione di Lockdown è per me la sequenza migliore) la fantasia visiva ormai latita, la spettacolarità c’è ma si cade nel già visto. Persino le scene epiche con Optimus sono in tono minore rispetto agli episodi precedenti, anche se si fa comunque attenzione a non cadere nel principale errore del primo film (dove gli umani erano talmente in gamba contro gli alieni cattivi che la presenza degli Autobots sembrava superflua). Inoltre la battaglia finale ad Hong Kong non è troppo lunga, quindi sfibrante, come era invece quella del secondo film, tuttavia appare molto scontata nello svolgimento.
Poco altro da aggiungere, con le solite stranezze della trama, il fan service (con Tessa, la bella figlia di Cade) e l'umorismo tamarro che secondo questo regista è tanto divertente.
Concludendo, pure se il film si lascia ancora guardare la strada verso il basso è ormai imboccata, come dimostrerà il successivo e deludente L'ultimo Cavaliere.
Il quarto capitolo della serie live action "Transformers" è uscito nel 2014. Gli eventi rappresentati si svolgono cinque anni dopo "Transformers 3", il film è in effetti non solo un seguito, ma anche un reboot parziale, con un cast umano completamente rinnovato.
Una spedizione geologica per conto dell'azienda dell'hi-tech KSI (il cui leader Joshua Joycs, interpretato da Stanley Tucci, è chiaramente ispirato a Steve Jobs) trova una grossa quantità del metallo di cui sono costituiti Autobot e Decepticon, che viene chiamato "transformium". Questo è stato il responsabile dell'estinzione dei dinosauri, 65 milioni di anni fa, e potrebbe provocare una nuova estinzione di massa se fosse fatto detonare un "seme" per produrne in quantità: proprio quello che intende fare, in condizioni controllate, la KSI, che ha creato nuovi Transformer con i quali intende monopolizzare il mercato della robotica; ma uno di questi, chiamato Galvatron e costruito su ispirazione dei resti di Megatron, si ribella ai suoi costruttori umani e vuole impadronirsi del seme per cancellare ogni traccia di vita organica dalla Terra.
Nel frattempo, Optimus Prime viene ritrovato, sotto forma di un camion piuttosto malconcio, da Cade Yeager (Mark Wahlberg), un recuperatore di rottami in cattive condizioni economiche. Cade è un giovane vedovo, gelosissimo della figlia diciassettenne Tessa (Nicola Peltz), che vorrebbe mandare all'università. Ma quando Cade scopre che il camion che ha comprato non è un semplice autoarticolato, il suo socio chiama un'agenzia speciale per la sicurezza nazionale, il cui capo sostiene ufficialmente che tutti i robot alieni debbano stare alla larga dalla Terra ma che è in realtà in segreta combutta con uno di questi, anch'esso alla ricerca di Optimus.
Gli autobot superstiti, quando sono in forma "umanoide", assumono un aspetto molto più simile a quello di guerrieri umani: Optimus ricorda l'armatura di un cavaliere medievale, Hound sembra un guerrigliero barbuto, Drift un samurai e Crosshairs sembra indossare un lungo cappotto di metallo. D'altronde, all'inizio Optimus in forma di camion ricorda molto la sua controparte della serie animata classica e solo successivamente ritorna com'era nei primi tre film dal vivo. C'è posto anche per i Dinobot, alleati degli Autobot nella battaglia finale contro Galvatron, ma non è chiara la loro origine: se siano stati creati su ispirazione dei dinosauri che popolavano la Terra oppure se fossero in orgine dei veri dinosauri trasformati in creature meccaniche.
Per quanto riguarda il cast, il più azzeccato è probabilmente Mark Wahlberg. Jack Reynor, che interpreta il ragazzo segreto di Tessa nonché pilota di rally, è messo un po' in ombra da lui; in effetti entrambi hanno dei ruoli d'azione. Il personaggio di Stanley Tucci ricorda un po' il ruolo di quello di John Turturro nei primi tre film della serie: prima è un antagonista, ma poi aiuta i "nostri" a vincere. Tra le controparti femminili, quella con maggiore personalità appare Su Yueming, la collaboratrice cinese di Joshua (ed ex poliziotta) portata sullo schermo da Li Bingbing.
Il finale è aperto; ci si aspetta di sapere di più sui fantomatici "creatori" di Autobot e Decepticon nel capitolo successivo, la cui uscita è prevista in Italia per il 22 giugno 2017.
Una spedizione geologica per conto dell'azienda dell'hi-tech KSI (il cui leader Joshua Joycs, interpretato da Stanley Tucci, è chiaramente ispirato a Steve Jobs) trova una grossa quantità del metallo di cui sono costituiti Autobot e Decepticon, che viene chiamato "transformium". Questo è stato il responsabile dell'estinzione dei dinosauri, 65 milioni di anni fa, e potrebbe provocare una nuova estinzione di massa se fosse fatto detonare un "seme" per produrne in quantità: proprio quello che intende fare, in condizioni controllate, la KSI, che ha creato nuovi Transformer con i quali intende monopolizzare il mercato della robotica; ma uno di questi, chiamato Galvatron e costruito su ispirazione dei resti di Megatron, si ribella ai suoi costruttori umani e vuole impadronirsi del seme per cancellare ogni traccia di vita organica dalla Terra.
Nel frattempo, Optimus Prime viene ritrovato, sotto forma di un camion piuttosto malconcio, da Cade Yeager (Mark Wahlberg), un recuperatore di rottami in cattive condizioni economiche. Cade è un giovane vedovo, gelosissimo della figlia diciassettenne Tessa (Nicola Peltz), che vorrebbe mandare all'università. Ma quando Cade scopre che il camion che ha comprato non è un semplice autoarticolato, il suo socio chiama un'agenzia speciale per la sicurezza nazionale, il cui capo sostiene ufficialmente che tutti i robot alieni debbano stare alla larga dalla Terra ma che è in realtà in segreta combutta con uno di questi, anch'esso alla ricerca di Optimus.
Gli autobot superstiti, quando sono in forma "umanoide", assumono un aspetto molto più simile a quello di guerrieri umani: Optimus ricorda l'armatura di un cavaliere medievale, Hound sembra un guerrigliero barbuto, Drift un samurai e Crosshairs sembra indossare un lungo cappotto di metallo. D'altronde, all'inizio Optimus in forma di camion ricorda molto la sua controparte della serie animata classica e solo successivamente ritorna com'era nei primi tre film dal vivo. C'è posto anche per i Dinobot, alleati degli Autobot nella battaglia finale contro Galvatron, ma non è chiara la loro origine: se siano stati creati su ispirazione dei dinosauri che popolavano la Terra oppure se fossero in orgine dei veri dinosauri trasformati in creature meccaniche.
Per quanto riguarda il cast, il più azzeccato è probabilmente Mark Wahlberg. Jack Reynor, che interpreta il ragazzo segreto di Tessa nonché pilota di rally, è messo un po' in ombra da lui; in effetti entrambi hanno dei ruoli d'azione. Il personaggio di Stanley Tucci ricorda un po' il ruolo di quello di John Turturro nei primi tre film della serie: prima è un antagonista, ma poi aiuta i "nostri" a vincere. Tra le controparti femminili, quella con maggiore personalità appare Su Yueming, la collaboratrice cinese di Joshua (ed ex poliziotta) portata sullo schermo da Li Bingbing.
Il finale è aperto; ci si aspetta di sapere di più sui fantomatici "creatori" di Autobot e Decepticon nel capitolo successivo, la cui uscita è prevista in Italia per il 22 giugno 2017.
A volte c'è seriamente da chiedersi se uno sceneggiatore, dopo aver ultimato la sceneggiatura di un film, la rilegga. E se il regista allo stesso modo la legga prima di girare il film, o se lo faccia man mano che gira, a volte dimenticandosi dei passaggi precedenti. E questo è senza dubbio uno di questi casi. Sì, perché altrimenti non si spiegano i buchi, anzi le voragini presenti nella trama, nonché i dialoghi e le situazioni dove le contraddizioni regnano sovrane. Tutte cose che rovinano quello che, tra i film prodotti fino ad ora, aveva la storia più solida e più interessante.
Per fortuna, non siamo ai catastrofici livelli del secondo film, ma ci siamo vicini in modo molto pericoloso. E se Bay non si doterà al più presto di uno sceneggiatore decente, il rischio che i film futuri escano ancora peggio è terribilmente concreto.
Di buono c'è il messaggio globale, nonché il fatto che il film (superata la solita mezz'ora iniziale soporifera) si lasci guardare tranquillamente fino alla fine (mentre il terzo, giunti a un certo punto, diventava davvero troppo estenuante), ma i difetti e le incongruenze sono troppo preponderanti, e solo chi non si limiterà a spegnere il cervello, ma proprio a metterlo in freezer, potrà davvero godersi questa ennesima "roba" di Bay.
Per fortuna, non siamo ai catastrofici livelli del secondo film, ma ci siamo vicini in modo molto pericoloso. E se Bay non si doterà al più presto di uno sceneggiatore decente, il rischio che i film futuri escano ancora peggio è terribilmente concreto.
Di buono c'è il messaggio globale, nonché il fatto che il film (superata la solita mezz'ora iniziale soporifera) si lasci guardare tranquillamente fino alla fine (mentre il terzo, giunti a un certo punto, diventava davvero troppo estenuante), ma i difetti e le incongruenze sono troppo preponderanti, e solo chi non si limiterà a spegnere il cervello, ma proprio a metterlo in freezer, potrà davvero godersi questa ennesima "roba" di Bay.