ThamePo Heart That Skips a Beat
Cosa succede quando un idol si innamora?
E se quella persona non fa parte del mondo dello spettacolo e per di più è un ragazzo?
“ThamePo” non è di certo il primo progetto che parla di questo argomento, ma per qualche motivo mi ha particolarmente colpito.
Formata da 13 episodi da circa 45 minuti, questa serie non è giunta in Italia su piattaforme ufficiali, ma possiamo comunque guardarla facilmente grazie a diversi fansub amatoriali che hanno tradotte le varie puntate, settimana dopo settimana.
Il protagonista di questa storia è Po, un ragazzo che si è completamente azzerato per far in modo che il suo fidanzato, Earn, raggiunga il successo desiderato: lascia il suo lavoro da regista per cui ha studiato e lo aiuta ad aprire e avviare la sua attività. Solo che, quando le cose sembrano andare per il verso giusto, Earn decidere di lasciare Po.
Con il cuore a pezzi, Po si rimbocca le maniche e cerca di fare più colloqui possibili per trovare un lavoro, ma inutilmente: tutti vanno a ribattere sullo stesso punto, ovvero il buco di tre anni in cui Po non ha lavorato.
In suo aiuto giunge Baifern, migliore amica di Po, nonché fan accanita del gruppo T-pop Mars, famosissimo in tutta la Thailandia: lei mette una buona parola per lui in modo che abbia un colloquio con la casa di produzione dei Mars; infatti, lei non è una semplice fan, ma la fondatrice del fan-club del gruppo.
Po vince il suo scetticismo e ottiene il lavoro, ma ben presto scopre che il video di cui si dovrà occupare non è una semplice clip che verrà trasmessa al prossimo evento dei Mars, bensì un video di addio che i membri dovranno girare e che sarà proiettato al loro ultimo concerto.
I Mars si stanno sciogliendo: i membri non vanno più d’accordo e il leader, Thame, ha deciso di firmare un contratto da solista in Corea, quindi presto si dovrà trasferire.
Il primo incontro fra Po e Thame non è dei migliori.
Po rivede nell’egoismo di Thame, che abbandona gli altri membri appena ha raggiunto il suo obiettivo, quello del suo ex.
Thame è convinto che Po sia un sasaeng (un fan tossico) che ha accettato il lavoro solo per scoprire qualche novità suoi vari membri del gruppo.
Dal loro scontro si crea, per fortuna, un dialogo che fa capire a Thame che Po non è un fan accanito, anzi non è proprio un loro fan, conoscendo i Mars solo di rimando grazie a Fen; Po riflette sulle parole di Thame e arriva alla conclusione che anche chi va avanti e lascia qualcuno indietro soffre e non sempre lo fa per un suo volere.
Da cosa nasce cosa e arrivano ad una decisione, ovvero riunire i Mars.
L’obiettivo imposto non è semplice visto che hanno una casa discografica contro, il cui interesse è solamente quello di far soldi e la loro gallina dalle uova d’oro è proprio Thame, ma come solista.
Gli episodi risultano scorrevoli e ben bilanciati tra storia d’amore e focus sul gruppo.
Piano piano vengono presentati i vari membri dei Mars: il distaccato e attaccabrighe, almeno in apparenza, Jun; il freddo e arrabbiato Dyaln; il più piccolo e confuso, ballerino del gruppo Nano; il maturo Pepper che nasconde, però, un segreto.
La recitazione forse è il tallone d’Achille di questa serie poiché non sempre splende: ma è tutto giustificato dal fatto che nessuno dei protagonisti nasce come attore.
Po è interpretato da Est che ha già avuto qualche ruolo come attore secondario in qualche serie, ma non dimentichiamoci che lui è principalmente un nuotatore che fa parte della nazionale thailandese e che ha vinto diverse medaglie.
Nonostante questo, Est dà vita a un Po calmo e riflessivo, dal grande cuore, pronto ad aiutare gli altri, ma che non ha nessuna fiducia in se stesso e nelle proprie capacità.
Anche William è stato un protagonista bravissimo: all’apparenza distaccato e irruento, si rivela poi tutto l’opposto, grazie anche a sguardi dolcissimi e preoccupati verso Po e verso i suoi compagni.
I cinque ragazzi che interpretano i membri dei Mars sono un gruppo T-pop vero e proprio, i LYNK. William, Nut, Hong, Nano e Tui sono i finalisti del programma Project Alpha del 2023 in cui si sono dovuti sfidare con gli altri concorrenti a suon di canzoni e balli per conquistare l’occasione di poter debuttare. La recitazione, quindi, non era nelle prove che hanno dovuto superare, ma hanno dato comunque dimostrazione di essere bravi, con qualche miglioramento, anche in quello.
Forse con questo si spiega anche un altro punto che non mi è piaciuto di questa serie, ossia come sono stati truccati i personaggi.
Non nego che all’inizio avevo bypassato la visione di “ThamePo” perché non attratta dalle visual dei protagonisti, troppo truccati e troppo artificiosi, con abiti improbabile, cominciando a vedere la serie solo dopo aver letto pareri positivi.
È un difetto che rimane durante le puntate, ma è un look molto simile a quello che hanno i LYKN sul palco. Certo che sotto i riflettori è un conto, in un drama che dovrebbe rappresentare la vita reale è un altro, considerando anche che questi ragazzi sono bellissimi acqua e sapone.
Sicuramente il fatto di aver usato un gruppo già esistente per creare un gruppo fittizio ha agevolato molti fattori: nella serie più volte possiamo notare spezzoni di MV o immagini reali del gruppo LYKN.
Per l’uscita di “ThamePo” sono state realizzate, inoltre, delle canzoni apposite, rilasciate via via con gli episodi e che i ragazzi, come LYKN, continuano a cantare ai propri concerti.
La loro sinergia e energia, sul “finto” palco e dietro le telecamere risulta ben visibile e naturale, probabilmente dovuto al fatto che i membri si conoscono già da tempo e hanno padronanza del mondo dello spettacolo.
Non è solo la linea sottile che divide i Mars dai LYKN ad essere un fattore che ha aiutato nella promozione della serie. I produttori hanno usato anche un altro piccolo escamotage che ha fatto breccia sul cuore di molti: Est ha partecipato a quasi tutti gli ultimi concerti dei LYKN al grido dei fans che hanno così pensato “Thame e Po sono davvero reali!”
Non che ci fosse bisogno di così tanta pubblicità. In questo drama non manca niente: buona musica (personalmente ho sbloccato un nuovo livello, dopo il J-pop e il K-pop, è arrivato il T-pop), amicizia, sacrifici e duro lavoro, voglia di stare insieme e anche una tenera storia d’amore.
Il focus è ovviamente sullo stress che devono affrontare i ragazzi dovuto soprattutto alle aspettative, spesso egoistiche, da parte dell’agenzia, dei giornalisti e dei fans; riguardo quest’ultimi abbiamo una grande portavoce, Baifern, di cui più volte abbiamo modo di ascoltare il punto di vista.
Non è tutto oro ciò che luccica e anche in questo caso è così. I ragazzi devono spesso rinunciare a se stessi, a ciò che vorrebbero fare veramente, ai loro rapporti, per poter continuare la loro ascesa al successo.
Perché, quando sei un idol, non esiste differenza fra la vita privata e quella sotto i riflettori.
I Mars cercano di affrontare tutto questo insieme. Dopotutto, si sono allontanati già una volta e non vogliono che risucceda. Lo capiamo benissimo dai primi piani presenti che raffigurano forti abbracci e membri che si tengono per mano.
Non sono solo gli idol, però, a dover intraprendere una strada verso la crescita personale.
Po dovrà affrontare una grossa sfida e prendere una decisione difficile.
Insicuro sul proprio potenziale, forse perché non riconosciuto dal suo ex nel momento di maggior successo, Po si domanda se è meglio realizzare i propri sogni o essere fedeli ai propri principi, perché, a volte, la vita ci porta a una scelta fra i due.
In una società dove l’apparire è la cosa fondamentale, Po si chiede se sia giusto arrivare al successo ed essere lodato, ma non essere più se stesso o se è meglio non essere nessuno, ma apprezzato dalle persone che contano davvero.
Chi aiuta a districare la nebbia di dubbi di Po è proprio suo zio, figura sempre presente per il nipote, che ammette di non aver mai avuto un sogno, eppure è cresciuto e invecchiato bene lo stesso.
E non solo lui, ma anche gli altri protagonisti faranno capire a Po che l’importante non è essere luminosi, ma brillare per le persone che abbiamo accanto.
E se quella persona non fa parte del mondo dello spettacolo e per di più è un ragazzo?
“ThamePo” non è di certo il primo progetto che parla di questo argomento, ma per qualche motivo mi ha particolarmente colpito.
Formata da 13 episodi da circa 45 minuti, questa serie non è giunta in Italia su piattaforme ufficiali, ma possiamo comunque guardarla facilmente grazie a diversi fansub amatoriali che hanno tradotte le varie puntate, settimana dopo settimana.
Il protagonista di questa storia è Po, un ragazzo che si è completamente azzerato per far in modo che il suo fidanzato, Earn, raggiunga il successo desiderato: lascia il suo lavoro da regista per cui ha studiato e lo aiuta ad aprire e avviare la sua attività. Solo che, quando le cose sembrano andare per il verso giusto, Earn decidere di lasciare Po.
Con il cuore a pezzi, Po si rimbocca le maniche e cerca di fare più colloqui possibili per trovare un lavoro, ma inutilmente: tutti vanno a ribattere sullo stesso punto, ovvero il buco di tre anni in cui Po non ha lavorato.
In suo aiuto giunge Baifern, migliore amica di Po, nonché fan accanita del gruppo T-pop Mars, famosissimo in tutta la Thailandia: lei mette una buona parola per lui in modo che abbia un colloquio con la casa di produzione dei Mars; infatti, lei non è una semplice fan, ma la fondatrice del fan-club del gruppo.
Po vince il suo scetticismo e ottiene il lavoro, ma ben presto scopre che il video di cui si dovrà occupare non è una semplice clip che verrà trasmessa al prossimo evento dei Mars, bensì un video di addio che i membri dovranno girare e che sarà proiettato al loro ultimo concerto.
I Mars si stanno sciogliendo: i membri non vanno più d’accordo e il leader, Thame, ha deciso di firmare un contratto da solista in Corea, quindi presto si dovrà trasferire.
Il primo incontro fra Po e Thame non è dei migliori.
Po rivede nell’egoismo di Thame, che abbandona gli altri membri appena ha raggiunto il suo obiettivo, quello del suo ex.
Thame è convinto che Po sia un sasaeng (un fan tossico) che ha accettato il lavoro solo per scoprire qualche novità suoi vari membri del gruppo.
Dal loro scontro si crea, per fortuna, un dialogo che fa capire a Thame che Po non è un fan accanito, anzi non è proprio un loro fan, conoscendo i Mars solo di rimando grazie a Fen; Po riflette sulle parole di Thame e arriva alla conclusione che anche chi va avanti e lascia qualcuno indietro soffre e non sempre lo fa per un suo volere.
Da cosa nasce cosa e arrivano ad una decisione, ovvero riunire i Mars.
L’obiettivo imposto non è semplice visto che hanno una casa discografica contro, il cui interesse è solamente quello di far soldi e la loro gallina dalle uova d’oro è proprio Thame, ma come solista.
Gli episodi risultano scorrevoli e ben bilanciati tra storia d’amore e focus sul gruppo.
Piano piano vengono presentati i vari membri dei Mars: il distaccato e attaccabrighe, almeno in apparenza, Jun; il freddo e arrabbiato Dyaln; il più piccolo e confuso, ballerino del gruppo Nano; il maturo Pepper che nasconde, però, un segreto.
La recitazione forse è il tallone d’Achille di questa serie poiché non sempre splende: ma è tutto giustificato dal fatto che nessuno dei protagonisti nasce come attore.
Po è interpretato da Est che ha già avuto qualche ruolo come attore secondario in qualche serie, ma non dimentichiamoci che lui è principalmente un nuotatore che fa parte della nazionale thailandese e che ha vinto diverse medaglie.
Nonostante questo, Est dà vita a un Po calmo e riflessivo, dal grande cuore, pronto ad aiutare gli altri, ma che non ha nessuna fiducia in se stesso e nelle proprie capacità.
Anche William è stato un protagonista bravissimo: all’apparenza distaccato e irruento, si rivela poi tutto l’opposto, grazie anche a sguardi dolcissimi e preoccupati verso Po e verso i suoi compagni.
I cinque ragazzi che interpretano i membri dei Mars sono un gruppo T-pop vero e proprio, i LYNK. William, Nut, Hong, Nano e Tui sono i finalisti del programma Project Alpha del 2023 in cui si sono dovuti sfidare con gli altri concorrenti a suon di canzoni e balli per conquistare l’occasione di poter debuttare. La recitazione, quindi, non era nelle prove che hanno dovuto superare, ma hanno dato comunque dimostrazione di essere bravi, con qualche miglioramento, anche in quello.
Forse con questo si spiega anche un altro punto che non mi è piaciuto di questa serie, ossia come sono stati truccati i personaggi.
Non nego che all’inizio avevo bypassato la visione di “ThamePo” perché non attratta dalle visual dei protagonisti, troppo truccati e troppo artificiosi, con abiti improbabile, cominciando a vedere la serie solo dopo aver letto pareri positivi.
È un difetto che rimane durante le puntate, ma è un look molto simile a quello che hanno i LYKN sul palco. Certo che sotto i riflettori è un conto, in un drama che dovrebbe rappresentare la vita reale è un altro, considerando anche che questi ragazzi sono bellissimi acqua e sapone.
Sicuramente il fatto di aver usato un gruppo già esistente per creare un gruppo fittizio ha agevolato molti fattori: nella serie più volte possiamo notare spezzoni di MV o immagini reali del gruppo LYKN.
Per l’uscita di “ThamePo” sono state realizzate, inoltre, delle canzoni apposite, rilasciate via via con gli episodi e che i ragazzi, come LYKN, continuano a cantare ai propri concerti.
La loro sinergia e energia, sul “finto” palco e dietro le telecamere risulta ben visibile e naturale, probabilmente dovuto al fatto che i membri si conoscono già da tempo e hanno padronanza del mondo dello spettacolo.
Non è solo la linea sottile che divide i Mars dai LYKN ad essere un fattore che ha aiutato nella promozione della serie. I produttori hanno usato anche un altro piccolo escamotage che ha fatto breccia sul cuore di molti: Est ha partecipato a quasi tutti gli ultimi concerti dei LYKN al grido dei fans che hanno così pensato “Thame e Po sono davvero reali!”
Non che ci fosse bisogno di così tanta pubblicità. In questo drama non manca niente: buona musica (personalmente ho sbloccato un nuovo livello, dopo il J-pop e il K-pop, è arrivato il T-pop), amicizia, sacrifici e duro lavoro, voglia di stare insieme e anche una tenera storia d’amore.
Il focus è ovviamente sullo stress che devono affrontare i ragazzi dovuto soprattutto alle aspettative, spesso egoistiche, da parte dell’agenzia, dei giornalisti e dei fans; riguardo quest’ultimi abbiamo una grande portavoce, Baifern, di cui più volte abbiamo modo di ascoltare il punto di vista.
Non è tutto oro ciò che luccica e anche in questo caso è così. I ragazzi devono spesso rinunciare a se stessi, a ciò che vorrebbero fare veramente, ai loro rapporti, per poter continuare la loro ascesa al successo.
Perché, quando sei un idol, non esiste differenza fra la vita privata e quella sotto i riflettori.
I Mars cercano di affrontare tutto questo insieme. Dopotutto, si sono allontanati già una volta e non vogliono che risucceda. Lo capiamo benissimo dai primi piani presenti che raffigurano forti abbracci e membri che si tengono per mano.
Non sono solo gli idol, però, a dover intraprendere una strada verso la crescita personale.
Po dovrà affrontare una grossa sfida e prendere una decisione difficile.
Insicuro sul proprio potenziale, forse perché non riconosciuto dal suo ex nel momento di maggior successo, Po si domanda se è meglio realizzare i propri sogni o essere fedeli ai propri principi, perché, a volte, la vita ci porta a una scelta fra i due.
In una società dove l’apparire è la cosa fondamentale, Po si chiede se sia giusto arrivare al successo ed essere lodato, ma non essere più se stesso o se è meglio non essere nessuno, ma apprezzato dalle persone che contano davvero.
Chi aiuta a districare la nebbia di dubbi di Po è proprio suo zio, figura sempre presente per il nipote, che ammette di non aver mai avuto un sogno, eppure è cresciuto e invecchiato bene lo stesso.
E non solo lui, ma anche gli altri protagonisti faranno capire a Po che l’importante non è essere luminosi, ma brillare per le persone che abbiamo accanto.