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Evangelion0189

Volumi letti: 4/4 --- Voto 6
Desideroso di conoscere meglio la porzione più recente della carriera del grande Gō Nagai, ho deciso di affrontare la lettura della nuova serie di Mao Dante, remake in quattro volumi dell'omonimo originale dei primi Anni Settanta. Seguitate nella lettura soltanto se avete già letto l'opera originale, dal momento che ne illustrerò brevemente le premesse.

Tutto comincia esattamente dalle rivelazioni finali di Mao Dante: un essere cosmico conosciuto come Dio assalta il pianeta Terra dodicimila anni prima dei giorni nostri e, non senza massacri, dà vita alla stirpe umana. I precedenti abitanti della Terra, la cui capitale era la biblica Sodoma, influenzati dallo spaventoso potere divino si trasformano in demoni, in quegli stessi mostri che hanno popolato i miti e le leggende degli esseri umani nel corso dei secoli. Terminato l'excursus che mostra la nascita del demone Dante, seguiamo le vicende del giovane Ryu Utsugi esattamente come nell'opera originale, ma qui è tutto più "sofisticato", moderno. Adesso, oltre ai satanisti impegnati in una messa nera al fine di riportare in vita il potente demone Dante, ci sono anche gli angeli e i tredici apostoli, questi ultimi intenti a contrastare il ritorno dei demoni sulla superficie terrestre. Con un ritmo incalzante che non lascia tregua al lettore si susseguono senza sosta rivelazioni e combattimenti all'ultimo sangue, passando per risvolti di trama che parecchio si distaccano dal suo predecessore, fino ad arrivare agli eventi del volume conclusivo. A questo punto sorge spontanea una domanda: il maestro Nagai è finalmente riuscito a portare a termine l'opera lasciata in sospeso ben trent'anni prima? Soltanto in parte, dal momento che la conclusione della nuova serie è stata racchiusa in fretta e furia nel giro di dieci pagine per motivi editoriali. Da un lato non ho potuto che gioirne, visto che a mio avviso l'incompiutezza dell'opera originale aveva un suo affascinante perché, eppure dall'altro mi è dispiaciuto trovarmi ancora una volta fra le mani un'opera che risulti parzialmente monca.

Da un punto di vista grafico, il tratto di Nagai è spettacolare come al solito: è un maestro indiscusso nella rappresentazione di mostri, così come nella raffigurazione di sinuosi e formosi corpi nudi femminili. Per quanto riguarda la trama è ovvio che chi è già a conoscenza dell'opera originale non può esserne particolarmente avvinto, tant'è che Nagai cerca in tutti i modi di stupirci e distrarci con qualche colpo di scena e alcune spettacolari sequenze (e non sempre ci riesce). Manca quel pathos, quella freschezza di idee che rendeva Mao Dante un'opera comunque degna di essere letta almeno una volta. L'edizione italiana è a cura dell'ormai fallita D/Books e non presenta particolari difetti. Per concludere, potremmo insomma definire questa nuova serie di Mao Dante come un esercizio di stile in piena regola, un nostalgico divertissement dell'autore. Non c'è nulla di male in questo, ma se non avete letto i due volumi che nel 1971 hanno anticipato quel capolavoro che è Devilman, allora evitate questa nuova serie come la peste.