Mazinger Z (Gosaku Ota)
“Mazinger Z” è un manga shounen di Go Nagai e Gosaku Ota, con rispettivamente il primo alla storia ed il secondo ai disegni. Serializzato quasi di pari passo (se non per una breve differenza di circa 2 mesi) alla versione con solo Nagai, ne è però differente da quest’ultimo per vari fattori, primo tra questi la rivista di pubblicazione.
Il manga di Nagai era iniziato su “Weekly Shonen Jump”, di Shueisha, per poi migrare a metà del quinto volume (a seguito di un litigio tra l’autore e la casa editrice) sulla rivista per bambini “TV Magazine”, quest’ultima della rivale Kodansha.
Con la ripresa della serie su Kodansha, però, cambiarono totalmente anche i temi trattati: da toni crudi e dei combattimenti definiti da un tratto sporco e dettagliato a contenuti, appunto, più per bambini, privi di “gore” e dai combattimenti sbrigativi e non avvincenti; d’altronde, come gli venne imposto da Kodansha stessa, Nagai dovette ricalcare delle tematiche più simili a quelle dell’anime, il quale, al contrario, fin dall’inizio era privo dei contenuti violenti.
La versione di Ota, invece, venne pubblicata sulla rivista “Boken Oh” della casa editrice Akita Shoten, in contemporanea alla trasposizione animata, da cui prende diversi caratteri e approfondisce nel corso della storia, finendo però per diversificarsi nel corso di essa; qui i contenuti partono dall’essere comici ed umoristici, per poi diventare più seri ed interessanti.
All’inizio, infatti, altro non sembrerebbe che una versione più comica del manga di Nagai: vediamo come nel primo volume e mezzo circa più della metà dell’artwork di Ota non sia che una specie di stile “chibi”, il quale lega ai momenti comici (risultanti però invadenti in molti casi).
Da metà del secondo volume, con la storia “Mazinger Z contro Devilman” o dalla storia successiva “Karm K5”, in cui viene introdotto uno dei Villain principali ovvero il Conte Blocken, noteremo un piccolo cambiamento che farà spazio a temi via via più seri, in quanto ne ridurranno (ma attenzione, non elimineranno) e doseranno il tema comedy.
Attenzione: questa parte contiene spoiler!
A partire dal volume 3 in poi assistiamo a delle storie avvincenti ed intriganti, esempio ne possono essere “Minerva X”, (che tratta del ritrovamento di quello che era il partner costruito dallo stesso Juzo Kabuto di Mazinger Z), oppure “Il Fronte Di Liberazione” (in cui, a seguito della fittizia distruzione della diga del paese di Akhaban da parte di alcuni guerriglieri senza un apparente motivo verrà richiesto dal governo del paese l’intervento di Mazinger, il quale si ritroverà in una trappola organizzata dallo stesso conte Blocken e dai sottoposti ribaltando la visione dei fatti),o ancora “Chip Kamoi” (il quale ci mostra un attacco da parte di una specie di esseri pesciformi bipedi (rappresentanti un risultato evolutivo opposto rispetto a quello dell’uomo) in un villaggio, il cui scopo primario era il rifornimento di cibo, mostrando un parallelismo in cui l’uomo stesso rappresenta una forma di nutriente proprio come gli animali soggetti ad allevamenti nella nostra “dimensione”, a seguito di una diffusione dell’inquinamento e quindi di una non commestibilità di questi nella differente dimensione).
Risultano anche ben caratterizzati i villain principali, ovvero il Barone Ashura, il conte Blocken ed il loro capo, il Dottor Hell, quest'ultimo avente una caratterizzazione ottima. Ci viene mostrato il suo flashback di "genio incompreso" fin da bambino, trascurato dai genitori, dai coetanei e perfino dagli insegnanti, che "non credevano potesse uscire un tale genio da una famiglia di poveracci"; vittima di soprusi praticamente da tutti, lo vedremo soffermarsi particolarmente nello studio, che rappresenterà la sua unica gioia, e diventare un compagno universitario di Juzo Kabuto, quest'ultimo rivelandosi successivamente artefice della sue stessa “decaduta”. Fondamentali per Hell saranno le ambizioni espansionistiche di Adolf Hitler, da cui lui steso si sentirà rappresentato. Vedremo anche come, grazie all'inteligenza di cui era dotato, in realtà sia stato lui a produrre il vastissimo e tecnologico armamento tedesco, il quale però non consegnerà completamente (destinando la Germania alla sconfitta nella Guerra). Successivamente incontrerà un generale di guerra in fin di vita, ovvero proprio il Conte Blocken, che riuscirà a salvare; sarà proprio quest'ultimo a garantire una enorme fonte di ricchezza per la realizzazione dei piani del Dottor Hell. Con la scoperta archeologica dei "mostri meccanici" di Mikéne, Hell sarà l’unico che riuscirà ad attivarli e controllarli, per poi uccidere tutti i suoi compagni studiosi, facendosi scappare solo Juzo Kabuto. Quest ultimo utilizzerà l’indistruttibile Japanium (materiale rivenuto da lui) per costruire Mazinger Z e garantire una chance di salvezza all’umanità.
Molto delineata sarà anche la filosofia del barone Ashura, un’etica presente fin dalle ere primordiali, ovvero la “legge del più forte”: prevale chi meglio si sa adattare e sa sottomettere i deboli, garantendosi la sopravvivenza con la riproduzione e, quindi, diffondendo i propri geni di generazione in generazione.
Fine parte contenente spoiler!
I personaggi sono gli stessi della serie animata storica degli anni '70 e del manga, a questo precedente, con Nagai ai disegni, come Koji (o Ryo) Kabuto, Sayaka Yumi, Boss Shiro eccetera, a mio parere tutti comunque riusciti.
Le scene di combattimento risultano ben fatte, sebbene solo dopo i primi volumi Ota riuscirà a padroneggiare maggiormente il suo tratto e a costruire meglio gli eventi, tratto che si affermerà completamente nei seguiti diretti “Il Grande Mazinger” e “Ufo Robot Grendizer”.
Parlando dei volumi, ho letto l’opera dall’ottima edizione d/books, solida e dalla buona carta, con albi provvisti di sovraccoperta (con in copertina illustrazioni di Kazuiro Ochi) e pagine a colori.
PARERE FINALE
Infine, considero “Mazinger Z” di Nagai e Ota una buona opera, divertente da leggere e con alti e bassi, non da aspettarsi chissà cosa ma bensì una bella lettura sia per gli appassionati già fan di Go Nagai che per chi cerca di approcciarsi ad esso o a dei manga mecha classici.
Inoltre, reputo che debbano essere letti sia “Mazinger Z” con lo stesso Nagai che si occupa di disegni e storyboard che questo in coppia con Ota ed, in seguito, il continuo con “Il Grande Mazinger” e “Ufo Robot Grendizer” di entrambe le trilogie dei corrispettivi autori.
Voto: 7
Il manga di Nagai era iniziato su “Weekly Shonen Jump”, di Shueisha, per poi migrare a metà del quinto volume (a seguito di un litigio tra l’autore e la casa editrice) sulla rivista per bambini “TV Magazine”, quest’ultima della rivale Kodansha.
Con la ripresa della serie su Kodansha, però, cambiarono totalmente anche i temi trattati: da toni crudi e dei combattimenti definiti da un tratto sporco e dettagliato a contenuti, appunto, più per bambini, privi di “gore” e dai combattimenti sbrigativi e non avvincenti; d’altronde, come gli venne imposto da Kodansha stessa, Nagai dovette ricalcare delle tematiche più simili a quelle dell’anime, il quale, al contrario, fin dall’inizio era privo dei contenuti violenti.
La versione di Ota, invece, venne pubblicata sulla rivista “Boken Oh” della casa editrice Akita Shoten, in contemporanea alla trasposizione animata, da cui prende diversi caratteri e approfondisce nel corso della storia, finendo però per diversificarsi nel corso di essa; qui i contenuti partono dall’essere comici ed umoristici, per poi diventare più seri ed interessanti.
All’inizio, infatti, altro non sembrerebbe che una versione più comica del manga di Nagai: vediamo come nel primo volume e mezzo circa più della metà dell’artwork di Ota non sia che una specie di stile “chibi”, il quale lega ai momenti comici (risultanti però invadenti in molti casi).
Da metà del secondo volume, con la storia “Mazinger Z contro Devilman” o dalla storia successiva “Karm K5”, in cui viene introdotto uno dei Villain principali ovvero il Conte Blocken, noteremo un piccolo cambiamento che farà spazio a temi via via più seri, in quanto ne ridurranno (ma attenzione, non elimineranno) e doseranno il tema comedy.
Attenzione: questa parte contiene spoiler!
A partire dal volume 3 in poi assistiamo a delle storie avvincenti ed intriganti, esempio ne possono essere “Minerva X”, (che tratta del ritrovamento di quello che era il partner costruito dallo stesso Juzo Kabuto di Mazinger Z), oppure “Il Fronte Di Liberazione” (in cui, a seguito della fittizia distruzione della diga del paese di Akhaban da parte di alcuni guerriglieri senza un apparente motivo verrà richiesto dal governo del paese l’intervento di Mazinger, il quale si ritroverà in una trappola organizzata dallo stesso conte Blocken e dai sottoposti ribaltando la visione dei fatti),o ancora “Chip Kamoi” (il quale ci mostra un attacco da parte di una specie di esseri pesciformi bipedi (rappresentanti un risultato evolutivo opposto rispetto a quello dell’uomo) in un villaggio, il cui scopo primario era il rifornimento di cibo, mostrando un parallelismo in cui l’uomo stesso rappresenta una forma di nutriente proprio come gli animali soggetti ad allevamenti nella nostra “dimensione”, a seguito di una diffusione dell’inquinamento e quindi di una non commestibilità di questi nella differente dimensione).
Risultano anche ben caratterizzati i villain principali, ovvero il Barone Ashura, il conte Blocken ed il loro capo, il Dottor Hell, quest'ultimo avente una caratterizzazione ottima. Ci viene mostrato il suo flashback di "genio incompreso" fin da bambino, trascurato dai genitori, dai coetanei e perfino dagli insegnanti, che "non credevano potesse uscire un tale genio da una famiglia di poveracci"; vittima di soprusi praticamente da tutti, lo vedremo soffermarsi particolarmente nello studio, che rappresenterà la sua unica gioia, e diventare un compagno universitario di Juzo Kabuto, quest'ultimo rivelandosi successivamente artefice della sue stessa “decaduta”. Fondamentali per Hell saranno le ambizioni espansionistiche di Adolf Hitler, da cui lui steso si sentirà rappresentato. Vedremo anche come, grazie all'inteligenza di cui era dotato, in realtà sia stato lui a produrre il vastissimo e tecnologico armamento tedesco, il quale però non consegnerà completamente (destinando la Germania alla sconfitta nella Guerra). Successivamente incontrerà un generale di guerra in fin di vita, ovvero proprio il Conte Blocken, che riuscirà a salvare; sarà proprio quest'ultimo a garantire una enorme fonte di ricchezza per la realizzazione dei piani del Dottor Hell. Con la scoperta archeologica dei "mostri meccanici" di Mikéne, Hell sarà l’unico che riuscirà ad attivarli e controllarli, per poi uccidere tutti i suoi compagni studiosi, facendosi scappare solo Juzo Kabuto. Quest ultimo utilizzerà l’indistruttibile Japanium (materiale rivenuto da lui) per costruire Mazinger Z e garantire una chance di salvezza all’umanità.
Molto delineata sarà anche la filosofia del barone Ashura, un’etica presente fin dalle ere primordiali, ovvero la “legge del più forte”: prevale chi meglio si sa adattare e sa sottomettere i deboli, garantendosi la sopravvivenza con la riproduzione e, quindi, diffondendo i propri geni di generazione in generazione.
Fine parte contenente spoiler!
I personaggi sono gli stessi della serie animata storica degli anni '70 e del manga, a questo precedente, con Nagai ai disegni, come Koji (o Ryo) Kabuto, Sayaka Yumi, Boss Shiro eccetera, a mio parere tutti comunque riusciti.
Le scene di combattimento risultano ben fatte, sebbene solo dopo i primi volumi Ota riuscirà a padroneggiare maggiormente il suo tratto e a costruire meglio gli eventi, tratto che si affermerà completamente nei seguiti diretti “Il Grande Mazinger” e “Ufo Robot Grendizer”.
Parlando dei volumi, ho letto l’opera dall’ottima edizione d/books, solida e dalla buona carta, con albi provvisti di sovraccoperta (con in copertina illustrazioni di Kazuiro Ochi) e pagine a colori.
PARERE FINALE
Infine, considero “Mazinger Z” di Nagai e Ota una buona opera, divertente da leggere e con alti e bassi, non da aspettarsi chissà cosa ma bensì una bella lettura sia per gli appassionati già fan di Go Nagai che per chi cerca di approcciarsi ad esso o a dei manga mecha classici.
Inoltre, reputo che debbano essere letti sia “Mazinger Z” con lo stesso Nagai che si occupa di disegni e storyboard che questo in coppia con Ota ed, in seguito, il continuo con “Il Grande Mazinger” e “Ufo Robot Grendizer” di entrambe le trilogie dei corrispettivi autori.
Voto: 7
Mazinga Z nasce come un progetto televisivo. Tuttavia, con lo scopo di sfruttare il più possibile il personaggio, vengono prodotti in parallelo con la serie TV non uno, ma ben due manga: uno di Go Nagai e uno del suo collaboratore Gosaku Ota. Mentre il manga di Nagai nasce per lettori adolescenti - esce inizialmente su Shonen Jump per poi migrare su TV magazine, una rivista per bambini dei primi anni delle elementari -, il manga di Ota segue il percorso opposto: parte da una rivista per bambini e a metà del suo corso migra su una rivista per ragazzi. La migrazione permette di realizzare storie più lunghe, a volte anche completamente slegate dall'anime e più interessanti.
Lo stesso Nagai ha riconosciuto il manga di Ota come la versione "ufficiale" di Mazinga Z. Nonostante ciò, a mio avviso si tratta di un manga improponibile al pubblico moderno, che può essere di interesse soltanto per gli storici del genere robotico, i collezionisti, e i fan più sfegatati. Esistono manga per bambini delle elementari di grandissima qualità - mi vengono in mente tutti i lavori di Tezuka - ma il manga di Ota non è tra questi. I suoi problemi sono legati alla qualità medio/scarsa dei disegni e delle storie, ma soprattutto a un cambio di tematiche rispetto a quelle dell'anime. Invece di puntare sulle battaglie e sul lato spettacolare, Ota punta tutto su di un umorismo di bassa lega che non fa ridere. Come character design fa quello che può, imitando lo stile nagaiano: purtroppo però ha la malaugurata idea di abusare dello stile superdeformed, tanto che quasi tutta la prima parte del manga di Mazinga Z (quella pubblicata sulla rivista per bambini) è disegnato in tal modo. Un'idea disastrosa: è vero che sia il manga originale di Nagai che l'anime contengono scenette umoristiche, ma in quelle fonti c'è un'equilibrio tra parti serie e umoristiche, mentre in Ota sembra che la grande maggioranza del manga sia spesa a illustrare i battibecchi di Koji e Sayaka! Il fan di Mazinga vuole vedere combattimenti robotici, non certo scenette comiche di seconda categoria in cui Shiro cerca di sbaciucchiare Sayaka: lo Shiro di Ota è in realtà una versione del Jinpei di Cutie Honey che non ha nulla a che fare con lo Shiro dell'anime. Ma mentre Jinpei fa ridere e Cutie Honey è un ottimo manga, il Mazinga Z di Ota, non lo è. È anche molto peggiore del Mazinga Z di Nagai, che pure non è scevro difetti. L'unico punto in cui vince è la consistenza narrativa, dovuta al fatto che non è troncato, ma preferisco di gran lunga un'opera incompiuta e abbozzata di Nagai piuttosto di una completa di Ota.
Ota ha dei seri problemi anche nella composizione e disposizione delle vignette, abbondano i riquadri di piccolissime dimensioni disposti in ordine sparso, tanto che è difficile seguire l'ordine dell'azione. Sembra un manga anni cinquanta più che anni settanta, soprattutto nei primi volumi. Dal suo maestro sembra che Ota non abbia imparato nulla, perché le sue tavole non hanno neppure un decimo dell'impatto scenografico di quelle nagaiane: anche quando si spreca in linee cinetiche, in paginoni a effetto, risulta sempre abbastanza carente. Al suo meglio Ota è sufficiente o discreto, ma mai buono o ottimo. L'aderenza all'anime è debole: possiamo vedere gli stessi mostri meccanici, ma in storie leggermente diverse e rimaneggiate, o in ordine diverso da come le vediamo nell'anime. Quando le stesse storie appaiono nelle due fonti (mi vengono in mente per esempio gli ottimi episodi di Minerva X e dell'arrivo di Boss Robot, o l'ottimo film di Mazinga Z contro il Generale Nero) il manga perde tantissimo rispetto all'anime, risultando affrettato, con battaglie sbrigate in pochissime vignette, in generale privo di fascino e coinvolgimento. Le parti migliori sono quelle che non hanno corrispettivo nell'anime, ovvero l'attacco dei pesci giganti carnivori e la saga di Akabah nel terzo volume (corrispondente al cambio di rivista), che raggiungono una piena sufficienza.
L'edizione non è il massimo: per 5,90 euro a volumetto mi sarei aspettato come minimo un'introduzione a Mazinger e qualche nota sulla genesi del manga, invece non c'è assolutamente nulla. Una mancanza ingiustificabile per un manga di nicchia che può essere letto solo dai fan più esigenti. Per questi il manga è comunque meritevole, perché costituisce un tassello importante nella storia di Mazinga, specialmente nell'ultimo volume, in cui sono spiegate le origini del Dottor Hell, del Barone Ashura e del Conte Blocken, in una serie di tavole imperdibili per gli appassionati; per tutti gli altri è meglio risparmiarsi la spesa. Un avvertimento: le stupende copertine, con chara identico all'anime, sono una truffa, perché non sono opera di Ota, ma dell'ottimo Kazuiro Ochi, autore anche delle copertine dei DVD. Fosse stato lui il disegnatore!
Lo stesso Nagai ha riconosciuto il manga di Ota come la versione "ufficiale" di Mazinga Z. Nonostante ciò, a mio avviso si tratta di un manga improponibile al pubblico moderno, che può essere di interesse soltanto per gli storici del genere robotico, i collezionisti, e i fan più sfegatati. Esistono manga per bambini delle elementari di grandissima qualità - mi vengono in mente tutti i lavori di Tezuka - ma il manga di Ota non è tra questi. I suoi problemi sono legati alla qualità medio/scarsa dei disegni e delle storie, ma soprattutto a un cambio di tematiche rispetto a quelle dell'anime. Invece di puntare sulle battaglie e sul lato spettacolare, Ota punta tutto su di un umorismo di bassa lega che non fa ridere. Come character design fa quello che può, imitando lo stile nagaiano: purtroppo però ha la malaugurata idea di abusare dello stile superdeformed, tanto che quasi tutta la prima parte del manga di Mazinga Z (quella pubblicata sulla rivista per bambini) è disegnato in tal modo. Un'idea disastrosa: è vero che sia il manga originale di Nagai che l'anime contengono scenette umoristiche, ma in quelle fonti c'è un'equilibrio tra parti serie e umoristiche, mentre in Ota sembra che la grande maggioranza del manga sia spesa a illustrare i battibecchi di Koji e Sayaka! Il fan di Mazinga vuole vedere combattimenti robotici, non certo scenette comiche di seconda categoria in cui Shiro cerca di sbaciucchiare Sayaka: lo Shiro di Ota è in realtà una versione del Jinpei di Cutie Honey che non ha nulla a che fare con lo Shiro dell'anime. Ma mentre Jinpei fa ridere e Cutie Honey è un ottimo manga, il Mazinga Z di Ota, non lo è. È anche molto peggiore del Mazinga Z di Nagai, che pure non è scevro difetti. L'unico punto in cui vince è la consistenza narrativa, dovuta al fatto che non è troncato, ma preferisco di gran lunga un'opera incompiuta e abbozzata di Nagai piuttosto di una completa di Ota.
Ota ha dei seri problemi anche nella composizione e disposizione delle vignette, abbondano i riquadri di piccolissime dimensioni disposti in ordine sparso, tanto che è difficile seguire l'ordine dell'azione. Sembra un manga anni cinquanta più che anni settanta, soprattutto nei primi volumi. Dal suo maestro sembra che Ota non abbia imparato nulla, perché le sue tavole non hanno neppure un decimo dell'impatto scenografico di quelle nagaiane: anche quando si spreca in linee cinetiche, in paginoni a effetto, risulta sempre abbastanza carente. Al suo meglio Ota è sufficiente o discreto, ma mai buono o ottimo. L'aderenza all'anime è debole: possiamo vedere gli stessi mostri meccanici, ma in storie leggermente diverse e rimaneggiate, o in ordine diverso da come le vediamo nell'anime. Quando le stesse storie appaiono nelle due fonti (mi vengono in mente per esempio gli ottimi episodi di Minerva X e dell'arrivo di Boss Robot, o l'ottimo film di Mazinga Z contro il Generale Nero) il manga perde tantissimo rispetto all'anime, risultando affrettato, con battaglie sbrigate in pochissime vignette, in generale privo di fascino e coinvolgimento. Le parti migliori sono quelle che non hanno corrispettivo nell'anime, ovvero l'attacco dei pesci giganti carnivori e la saga di Akabah nel terzo volume (corrispondente al cambio di rivista), che raggiungono una piena sufficienza.
L'edizione non è il massimo: per 5,90 euro a volumetto mi sarei aspettato come minimo un'introduzione a Mazinger e qualche nota sulla genesi del manga, invece non c'è assolutamente nulla. Una mancanza ingiustificabile per un manga di nicchia che può essere letto solo dai fan più esigenti. Per questi il manga è comunque meritevole, perché costituisce un tassello importante nella storia di Mazinga, specialmente nell'ultimo volume, in cui sono spiegate le origini del Dottor Hell, del Barone Ashura e del Conte Blocken, in una serie di tavole imperdibili per gli appassionati; per tutti gli altri è meglio risparmiarsi la spesa. Un avvertimento: le stupende copertine, con chara identico all'anime, sono una truffa, perché non sono opera di Ota, ma dell'ottimo Kazuiro Ochi, autore anche delle copertine dei DVD. Fosse stato lui il disegnatore!
È il 3 dicembre del 1972 e sul circuito televisivo giapponese Fuji Television ha inizio una delle più importanti serie a disegni animati, considerata anche oggi uno dei capisaldi dell'animazione nipponica: Mazinger Z. La prima apparizione a fumetti di Mazinger risale all'ottobre dello stesso anno per mano dell'ormai pluricitato Go Nagai, e viene pubblicato a puntate sul settimanale per ragazzi Shonen Jump.
Per lanciare alla grande il personaggio la Toei Animation produce a soli due mesi dal manga la versione animata composta da 92 episodi, apportando qualche modifica alla sceneggiatura originale e togliendo parte della violenza gratuita, marchio di fabbrica di Nagai.
Mazinger Z è considerato il capostipite dei robot in animazione, escludendo naturalmente Tetsujn 28 go (Uomo di Ferro 28) del 1963, il cui sistema di pilotaggio consiste in un ridicolo telecomando, e Astroganger del 1972, da considerare più come un essere senziente che come robot vero e proprio. Mazinger Z si distingue dagli altri proprio per l'innovativo sistema di pilotaggio che si trova per la prima volta all'interno del robot, più precisamente in un velivolo (denominato Pylder) che incastonandosi nella testa del Mazinger interagisce direttamente con esso per mezzo del suo pilota: Koji Kabuto (in Italia il suo nome è stato più volte cambiato a seconda della serie in cui compariva: in Mazinga Z diventa Ryo, mentre in Goldrake Alcor).
Un'altra caratteristica del robot di Nagai è quella di possedere svariate armi con cui combattere i nemici, che vengono usate senza parsimonia (il concetto della "fine delle munizioni" si avrà, infatti, solo con l'avvento di Gundam). È dotato, inoltre, del Jet Scrander, un congegno che si aggancia alla schiena del robot, che permettere di raggiungere una velocità pari a mach 3. Lo schema della storia è rigido e spesso standardizzato nel presentare all'inizio le vicende personali dei protagonisti e culminando poi nel consueto scontro finale fra i due robot, il buono e il cattivo, con l'immancabile sconfitta di quest'ultimo.
Protagonista principale delle vicende è il giovane Koji Kabuto, il cui solo scopo è vendicare il nonno, lo scienziato costruttore del Mazinger, ucciso dal pazzo Dottor Hell. Altri protagonisti comprimari sono Shiro, fratellino di Koji, il Professor Yumi, direttore del centro i ricerche sull'energia fotonica e Sayaka, figlia di quest'ultimo nonché pilota del robot "femminile" Aphrodite A (e successivamente di Diana A costruita dopo la distruzione d Aphrodite). Particolare, e al tempo stesso ridicolo, è il robot Boss Borot, pilotato da re ragazzi scansafatiche: Boss, Nuke e Mucha.
Peculiarità del Mazinger è quella di far parte della categoria di robot "tondeggianti" (basati, cioè, su strutture cilindriche) a cui durante e dopo gli anni settanta si opporrà tutta una schiera di automi dalle forme quadrate e rigide. La popolarità di Mazinger Z, infatti, fa sì che dal 1974 in poi i robot entrino con forza nella programmazione delle reti televisive giapponesi, spesso commissionandone esse stesse alle case di produzione la realizzazione. Nascono, così, innumerevoli serie che vedono come protagonisti indiscussi di tutti gli anni '70 questi giganteschi mostri d'acciaio. Alcune serie innovative, altre mere copie dei successi più famosi, ma tutte egualmente utili per le potenti operazioni di merchandising e per capire l'immenso contributo del Grande Mazinga.
Per lanciare alla grande il personaggio la Toei Animation produce a soli due mesi dal manga la versione animata composta da 92 episodi, apportando qualche modifica alla sceneggiatura originale e togliendo parte della violenza gratuita, marchio di fabbrica di Nagai.
Mazinger Z è considerato il capostipite dei robot in animazione, escludendo naturalmente Tetsujn 28 go (Uomo di Ferro 28) del 1963, il cui sistema di pilotaggio consiste in un ridicolo telecomando, e Astroganger del 1972, da considerare più come un essere senziente che come robot vero e proprio. Mazinger Z si distingue dagli altri proprio per l'innovativo sistema di pilotaggio che si trova per la prima volta all'interno del robot, più precisamente in un velivolo (denominato Pylder) che incastonandosi nella testa del Mazinger interagisce direttamente con esso per mezzo del suo pilota: Koji Kabuto (in Italia il suo nome è stato più volte cambiato a seconda della serie in cui compariva: in Mazinga Z diventa Ryo, mentre in Goldrake Alcor).
Un'altra caratteristica del robot di Nagai è quella di possedere svariate armi con cui combattere i nemici, che vengono usate senza parsimonia (il concetto della "fine delle munizioni" si avrà, infatti, solo con l'avvento di Gundam). È dotato, inoltre, del Jet Scrander, un congegno che si aggancia alla schiena del robot, che permettere di raggiungere una velocità pari a mach 3. Lo schema della storia è rigido e spesso standardizzato nel presentare all'inizio le vicende personali dei protagonisti e culminando poi nel consueto scontro finale fra i due robot, il buono e il cattivo, con l'immancabile sconfitta di quest'ultimo.
Protagonista principale delle vicende è il giovane Koji Kabuto, il cui solo scopo è vendicare il nonno, lo scienziato costruttore del Mazinger, ucciso dal pazzo Dottor Hell. Altri protagonisti comprimari sono Shiro, fratellino di Koji, il Professor Yumi, direttore del centro i ricerche sull'energia fotonica e Sayaka, figlia di quest'ultimo nonché pilota del robot "femminile" Aphrodite A (e successivamente di Diana A costruita dopo la distruzione d Aphrodite). Particolare, e al tempo stesso ridicolo, è il robot Boss Borot, pilotato da re ragazzi scansafatiche: Boss, Nuke e Mucha.
Peculiarità del Mazinger è quella di far parte della categoria di robot "tondeggianti" (basati, cioè, su strutture cilindriche) a cui durante e dopo gli anni settanta si opporrà tutta una schiera di automi dalle forme quadrate e rigide. La popolarità di Mazinger Z, infatti, fa sì che dal 1974 in poi i robot entrino con forza nella programmazione delle reti televisive giapponesi, spesso commissionandone esse stesse alle case di produzione la realizzazione. Nascono, così, innumerevoli serie che vedono come protagonisti indiscussi di tutti gli anni '70 questi giganteschi mostri d'acciaio. Alcune serie innovative, altre mere copie dei successi più famosi, ma tutte egualmente utili per le potenti operazioni di merchandising e per capire l'immenso contributo del Grande Mazinga.