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FRANCESCO

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FRANCESCO

Volumi letti: 4/4 --- Voto 8
Mentre il manga di Mazinger Z nella versione Nagai-Ota risultava nel complesso più compiuto nell’intreccio delle sue parti rispetto alla versione del solo Nagai, questo Grande Mazinger di Nagai-Ota, per quanto in 4 volumi rispetto al singolo volume della versione Nagai mi ha convinto di meno. Inoltre qui il finale è differente rispetto sia alla versione anime, sia rispetto alla versione del solo Nagai. Il fatto che la versione Nagai-Ota sia in 4 volumi però permette una narrazione più ampia e ci sono passaggi comunque godibili e in generale la guerra contro l’impero di Mikene è delineata in modo più realistico anche secondo contesti e strategie militari legati alle istituzioni e al governo giapponesi. Sia la versione in singolo volume che la versione in 4 volumi però secondo me non rendono nella stessa misura dell’anime le battaglie decisive con il Generale Nero e con il Gran Maresciallo che nella trasposizione televisiva sono entrambi molto più epiche. Al netto di tutte le possibili preferenze personali, darei comunque anche qui 8 come per il Grande Mazinger della versione in singolo volume.


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micheles

Volumi letti: 4/4 --- Voto 7
Trema il regno delle tenebre del male, dalla Fortezza delle Scienza arriva, con i suoi pugni atomici Mazinga, robot! Per un'intera generazione di italiani Mazinga (il Grande) viene ricordato per questa sigla, per le scene dell'agganciamento del Brain Condor, quando ancora era pronunciato Braian, per i combattimenti contro i mostri guerrieri di Mikene, per i nomi delle armi urlati, per i generali nemici rutilanti di colori e abbondanti nel numero di teste. Passare da tutto ciò alla versione cartacea di Ota, muta, statica e in bianco e nero, è dura. Molto dura.

Il Grande Mazinga risulta castrato dalla versione a fumetti, una pallida imitazione della serie televisiva, tra l'altro illustrata da quel mestierante di Gosaku Ota e non dall'ottimo Kazuiro Ochi, che è l'autore delle copertine, l'unica cosa nei quattro volumi editi dalla d/visual in grado di rendere giustizia al personaggio. Intendiamoci: l'edizione non è male, sono quattro eleganti volumetti con ottime copertine, buona carta e qualche pagina a colori; gli rimprovero soltanto la mancanza di una seppure minima introduzione al manga. Il vero problema è il manga stesso: da un lato il mezzo cartaceo di per sé non è adatto a rendere la spettacolarità di una serie robotica, più per l'assenza di colore e musica che per l'assenza di movimento; dall'altro, diciamocelo francamente, Ota non è un grande autore, è uno che fa quello che può. Bisogna ammettere che nel Grande Mazinga è molto migliorato rispetto al lavoro svolto in Mazinga Z, sia nei disegni, molto più dinamici e curati, sia nelle inquadrature; è riuscito anche a risolvere quasi del tutto il suo problema con la disposizione delle vignette. Le sceneggiature sono migliorate, le storie sono svolte in un maggior numero di pagine e soprattutto un maggiore spazio è dedicato ai combattimenti robotici, piuttosto che all'ecchi e alle scenette umoristiche, che comunque sono ancora molto (troppo) presenti, così come il fanservice. Tutti questi miglioramenti giustificano il mio voto, anche perché il manga è in crescendo e devo ammettere che negli ultimi due numeri è riuscito ad appassionarmi, nonostante tutti i suoi difetti.

Ma è innegabile che vedere scene leggendarie come la morte del Duca Gorgon e il combattimento finale tra il Grande Mazinga e il Generale Nero sbrigate in due vignette fa male al cuore. Anche il finale (un finale diverso da quello della serie anime) è compresso in una sola pagina e risulta sprecato, realizzato veramente male per chiudere nel minimo di pagine consentito, non se ne capisce la ragione. I personaggi vengono trattati in maniera altalenante: il carattere di Tetsuya è fedele per certi aspetti (quelli relativi al suo dramma personale di orfano allevato con lo scopo unico di sconfiggere le forze di Mikene), del tutto inconsistente per altri (in certe vignette diventa un erotomane tipo il Koji Kabuto del manga di Ota). Idem per Jun. La celebre storia "Giovane sangue sulla neve" viene proposta per la prima volta nel manga - nell'anime sarà comunque sviluppata meglio - ma prima e dopo questa storia Jun viene disegnata a casaccio, a volte con la pelle chiara e a volte con la pelle scura, errore imperdonabile. In molte scene Jun diventa una teppistella testavuota che fa a botte con Tetsuya, andando completamente fuori personaggio rispetto all'anime. Poi, non si capisce perché nell'ultimo volume si trasformi in un tarzan in gonnella: anzi, si capisce, è semplicemente per mostrare il seno destro scoperto. Nel finale torna la Misato vista in Mazinga Z: è evidentemente un personaggio a cui Ota è affezionato, ma che non esiste nell'anime del Grande Mazinga. Le cose comunque non le andranno bene.

Alla fine le cose per cui val la pena di leggere il manga sono i richiami alla storia del Giappone di quegli anni, completamente assenti nell'anime, e alcune chicche. Per esempio il Generale Nero spiega perché ha deciso di iniziare la conquista del mondo proprio dal Giappone: perché, per quanto gli Americani siano vincolati da trattato a difendere il paese in caso di attacchi, in realtà disprezzano il Giappone considerandolo il paese delle scimmie gialle e sicuramente se ne sarebbero rimasti a guardare. Nell'ultimo volume il Grande Mazinga e Venus volano negli Stati Uniti e costringono gli americani a cedere loro dei razzi vettori per lasciare l'atmosfera terreste e combattere il Dottor Hell nello spazio. In una storia il Grande Mazinga viene prodotto in serie da una società giapponese che ha rubato i piani a Kenzo Kabuto e venduto al Duca Gorgon! Come vedete si tratta di trame del tutto slegate dalla serie televisiva che rendono il manga interessante. Infine sono notevoli citazioni a fatti di cronaca giapponese (lo sapevate che nel novembre 1974 l'aviazione giapponese fece una figuraccia tentando di affondare una petroliera in fiamme nella baia di Tokyo?) e alla grave crisi economica di quegli anni, tutte cose che non ci si aspetterebbero in un manga di questo tipo. Insomma, vale la pena di comprarlo per gli storici e per i nostalgici del Grande Mazinga. Va anche detto che detiene un primato non da poco: è stato il primo manga mai pubblicato in Italia! Infatti arrivò da noi nel 1979, pubblicato dalla Fabbri (ma io in quegli anni non l'ho mai visto), poco prima del manga di Candy Candy.