Getter Saga
Se per me "Getter Robo" e "Getter robo G" sono una rilettura che mi riporta ai primi avversari del nostro grande robò (rettiliani e 100 demoni) e alle avventure degli amici Ryo(ma), Hayato e Musashi è la prima volta che leggo il manga per intero con la storia con gli insettoidi ("Shin getter robo") e gli zombi ("Getter robo go").
Intanto diciamo due cose: se all’inizio i primi due capitoli sono da sette e mezzo, il terzo non mi soddisfa e il quarto è il meglio riuscito di tutti. Diciamo la verità: l’insieme da senso alla serie tv "Getter Robo Arc" che avevo visto un paio di anni fa grazie ai tipi di Yamato sul loro canale youtube. Allora non avevo capito come eravamo arrivati a tale conclusione ma adesso si: Go Nagai unisce il sovrannaturale alla fantascienza anche in questo caso, come aveva fatto in altre opere ("Mazinsaga", ad esempio, o "Shutendoji"). Tutto parte dai raggi getter i quali non sono solo fonte di energia ma trasformano la realtà, essi hanno scacciato 300 milioni di anni fa i rettiliani dalla superficie terrestre, hanno guidato gli umani al progresso e infine vedremo in Arc li trasformeranno in macchine. Il dottor Saotome ha dato vita ad una macchina che ingloberà in se l’umanità. In questi primi capitoli si intravede ciò che sarà in seguito con gli umani che progrediscono e coloro che non possono essere influenzati dai raggi getter che diventano ostili perché nel futuro, perché il getter imperator vuole distruggere tutto ciò che non riesce ad assimilare.
Comunque se i primi due capitoli della saga sono fortemente uniti il terzo rappresenta un forte stacco e il legame fra i primi due e il quarto per metà saga sembra nullo.
Se Nagai ai testi vola con la fantasia, i disegni di Ken Ishikawa ti lasciano perplesso… sono migliori rispetto a quelli di Gosaku Ota relativi al Mazinger, ma non progrediscono per quanto riguarda le figure umane se non di un minimo sindacale: se si pensa all’abilità di disegnare certi mecha è palese che il maestro Ishikawa non si impegna abbastanza (per mancanza di volontà o di tempo) per creare dei bei bishonen o bishojo. Questo è uno dei motivi per cui ci ho messo anni dalla fine di "Fatal Fury" su Kappa Magazine all’iniziare un altro manga di Ishikawa, benché sapessi ci fosse Nagai ai testi.
Nagai rimane uno dei miei tre mangaka preferiti, Ishikawa rimane, per me, un autore mediocre.
Intanto diciamo due cose: se all’inizio i primi due capitoli sono da sette e mezzo, il terzo non mi soddisfa e il quarto è il meglio riuscito di tutti. Diciamo la verità: l’insieme da senso alla serie tv "Getter Robo Arc" che avevo visto un paio di anni fa grazie ai tipi di Yamato sul loro canale youtube. Allora non avevo capito come eravamo arrivati a tale conclusione ma adesso si: Go Nagai unisce il sovrannaturale alla fantascienza anche in questo caso, come aveva fatto in altre opere ("Mazinsaga", ad esempio, o "Shutendoji"). Tutto parte dai raggi getter i quali non sono solo fonte di energia ma trasformano la realtà, essi hanno scacciato 300 milioni di anni fa i rettiliani dalla superficie terrestre, hanno guidato gli umani al progresso e infine vedremo in Arc li trasformeranno in macchine. Il dottor Saotome ha dato vita ad una macchina che ingloberà in se l’umanità. In questi primi capitoli si intravede ciò che sarà in seguito con gli umani che progrediscono e coloro che non possono essere influenzati dai raggi getter che diventano ostili perché nel futuro, perché il getter imperator vuole distruggere tutto ciò che non riesce ad assimilare.
Comunque se i primi due capitoli della saga sono fortemente uniti il terzo rappresenta un forte stacco e il legame fra i primi due e il quarto per metà saga sembra nullo.
Se Nagai ai testi vola con la fantasia, i disegni di Ken Ishikawa ti lasciano perplesso… sono migliori rispetto a quelli di Gosaku Ota relativi al Mazinger, ma non progrediscono per quanto riguarda le figure umane se non di un minimo sindacale: se si pensa all’abilità di disegnare certi mecha è palese che il maestro Ishikawa non si impegna abbastanza (per mancanza di volontà o di tempo) per creare dei bei bishonen o bishojo. Questo è uno dei motivi per cui ci ho messo anni dalla fine di "Fatal Fury" su Kappa Magazine all’iniziare un altro manga di Ishikawa, benché sapessi ci fosse Nagai ai testi.
Nagai rimane uno dei miei tre mangaka preferiti, Ishikawa rimane, per me, un autore mediocre.
"Getter Saga", in 12 volumi, è un manga che mi è sembrato molto godibile, con un ritmo sempre incalzante e serrato e con nemici che si susseguono e che, a volte, si sovrappongono. Non mancano nemmeno i passaggi divertenti, accanto a quelli un po’ impressionanti.
All’inizio mi ha colpito come vengono presentati i personaggi di Hayato e Ryoma, davvero più eccessivi rispetto alla versione anime anni Settanta, ma poi comunque la storia scorre piacevolmente passando dal Getter originale al Getter G sino allo Shin Getter e al Getter Go.
Nel manga c’è una concatenazione tra una serie e l’altra che negli anime è assente e permette di avere una visione d’insieme più uniforme. Mi ha sorpreso la parte dedicata al Getter Go che pensavo potesse essere inferiore rispetto alle altre, invece è anch’essa all’altezza. Insomma, personalmente gli do 10 e credo che per chi ha seguito gli anime di Getter leggerà con molto interesse questo manga.
All’inizio mi ha colpito come vengono presentati i personaggi di Hayato e Ryoma, davvero più eccessivi rispetto alla versione anime anni Settanta, ma poi comunque la storia scorre piacevolmente passando dal Getter originale al Getter G sino allo Shin Getter e al Getter Go.
Nel manga c’è una concatenazione tra una serie e l’altra che negli anime è assente e permette di avere una visione d’insieme più uniforme. Mi ha sorpreso la parte dedicata al Getter Go che pensavo potesse essere inferiore rispetto alle altre, invece è anch’essa all’altezza. Insomma, personalmente gli do 10 e credo che per chi ha seguito gli anime di Getter leggerà con molto interesse questo manga.
Recensisco la prima parte della saga, quella relativa al primo Getter Robot (primi tre volumi D/Books, equivalenti ai 4 Dynit).
I temi sono quelli classici: la sopravvivenza dell'intera umanità è messa in pericolo dalla (ri)comparsa di una terribile minaccia. Il popolo dei dinosauri non si è mai estinto ma, anzi, si è straordinariamente evoluto per milioni di anni nel sottosuolo terrestre. Ora è riemerso e vuole conquistare il mondo. Getter Robot è l'ultimo baluardo per la salvezza del genere umano.
L 'atmosfera è quella tipica dei robottoni gonagaiani, dove mostri titanici e spaventosi, gettono sull'orlo dell'apocalisse la civiltà umana. La violenza non manca e abbondano le scene splatter. I risvolti drammatici vengono periodicamente alleggeriti da siparietti comici e dai soliti personaggi "macchietta" (vedi Musashi).
Il manga è afflitto dal problema insito in tutti i manga/anime di questa categoria: una certa ripetitività di fondo che si traduce essenzialmente in "nuova ondata di mecasauri - sempre un po' più forti dei precedenti - alla quale Getter Robot dovrà porre freno". Nonostante questo la storia avvince ugualmente e, soprattutto, diverte.
L'edizione D/Books è, come sempre, ottima.
I temi sono quelli classici: la sopravvivenza dell'intera umanità è messa in pericolo dalla (ri)comparsa di una terribile minaccia. Il popolo dei dinosauri non si è mai estinto ma, anzi, si è straordinariamente evoluto per milioni di anni nel sottosuolo terrestre. Ora è riemerso e vuole conquistare il mondo. Getter Robot è l'ultimo baluardo per la salvezza del genere umano.
L 'atmosfera è quella tipica dei robottoni gonagaiani, dove mostri titanici e spaventosi, gettono sull'orlo dell'apocalisse la civiltà umana. La violenza non manca e abbondano le scene splatter. I risvolti drammatici vengono periodicamente alleggeriti da siparietti comici e dai soliti personaggi "macchietta" (vedi Musashi).
Il manga è afflitto dal problema insito in tutti i manga/anime di questa categoria: una certa ripetitività di fondo che si traduce essenzialmente in "nuova ondata di mecasauri - sempre un po' più forti dei precedenti - alla quale Getter Robot dovrà porre freno". Nonostante questo la storia avvince ugualmente e, soprattutto, diverte.
L'edizione D/Books è, come sempre, ottima.