Hanzo, la Via dell'Assassino
Ennesima opera del duo Kazuo Koike e Goseki Kojima che recensisco e, come al solito, devo dire che mi è piaciuta parecchio.
Ho letto i quindici volumi della versione americana della Dark Horse, da trecento pagine cadauno, perché la versione italiana pubblicata dalla Planeta De Agostini è incompleta: la casa editrice infatti sceglie dopo il quarto volume di uscire dal mercato italiano dei manga.
Diciamolo subito i due autori sono maestri del gekiga: quindi non lamentatevi se nell’opera si vedono sesso e violenza. Anzi rispetto a "Lone Wolf & Cub" e a "Samurai Executioner" questa presenza è molto più abbondante: i daymo e i suppa (ninja) si divertono parecchio, sono molto umani in questo, e per quanto riguarda Hanzo Hattori (il protagonista, ninja di Iga al servizio dei Tokugawa) è un mezzo per conquistare delle alleate, delle pedine in grado di aiutarlo nelle varie lotte. Lo vediamo all’opera già nel primo volume, così come vedremo far sesso personaggi come Ieyasu, Nabunaga, Hideyoshi, Takeda Shingen ecc.
Troveremo riferimenti a tanti personaggi della storia giapponese e alla fiction vedremo incorporare tanti avvenimenti veramente accaduti, battaglie, assedi, tradimenti, alleanze. In pratica conosceremo parecchio del periodo Sen goku e vedremo l’interpretazione di Koike dei tre unificatori e tanti combattimenti di suppa (ninja) al servizio dei vari signori, combattimenti di furbizia più che altro perché i ninja sono comunque esseri umani che hanno avuto un allenamento speciale. E poi come dicevo ci saranno tanti personaggi storici, che agiscono per ottenere il potere supremo… arriveremo alla morte di Oda e li purtroppo l’opera si interromperà.
I disegni sono i soliti Gojima e il continuo richiamo al sesso non stufa. Molto è lasciato ai dialoghi per capire come agiscono e cosa vogliono fare i personaggi, ma c’è comunque molta azione
Ho letto i quindici volumi della versione americana della Dark Horse, da trecento pagine cadauno, perché la versione italiana pubblicata dalla Planeta De Agostini è incompleta: la casa editrice infatti sceglie dopo il quarto volume di uscire dal mercato italiano dei manga.
Diciamolo subito i due autori sono maestri del gekiga: quindi non lamentatevi se nell’opera si vedono sesso e violenza. Anzi rispetto a "Lone Wolf & Cub" e a "Samurai Executioner" questa presenza è molto più abbondante: i daymo e i suppa (ninja) si divertono parecchio, sono molto umani in questo, e per quanto riguarda Hanzo Hattori (il protagonista, ninja di Iga al servizio dei Tokugawa) è un mezzo per conquistare delle alleate, delle pedine in grado di aiutarlo nelle varie lotte. Lo vediamo all’opera già nel primo volume, così come vedremo far sesso personaggi come Ieyasu, Nabunaga, Hideyoshi, Takeda Shingen ecc.
Troveremo riferimenti a tanti personaggi della storia giapponese e alla fiction vedremo incorporare tanti avvenimenti veramente accaduti, battaglie, assedi, tradimenti, alleanze. In pratica conosceremo parecchio del periodo Sen goku e vedremo l’interpretazione di Koike dei tre unificatori e tanti combattimenti di suppa (ninja) al servizio dei vari signori, combattimenti di furbizia più che altro perché i ninja sono comunque esseri umani che hanno avuto un allenamento speciale. E poi come dicevo ci saranno tanti personaggi storici, che agiscono per ottenere il potere supremo… arriveremo alla morte di Oda e li purtroppo l’opera si interromperà.
I disegni sono i soliti Gojima e il continuo richiamo al sesso non stufa. Molto è lasciato ai dialoghi per capire come agiscono e cosa vogliono fare i personaggi, ma c’è comunque molta azione
Hanzo la via dell'assassino è un manga che narra le vicende di uno dei più grandi suppa (termine per indicare i ninja) della storia del Giappone: Hattori Hanzo Masanari, e del suo padrone Motonobu Motoyasu Matsudaira.
L'opera è ambientata in Giappone durante il XVII secolo, periodo storico di fermento politico durante il quale le varie fazioni si scontravano per raggiungere il controllo dell'intero (allora) regno del Sol Levante.
Personalmente sono sempre stato affascinato dalla cultura della guerra del mondo orientale e in particolar modo dalla figura dei ninja; quindi mi sono avvicinato a questo manga storico per conoscere meglio questo mondo e questi speciali combattenti "tuttofare".
Sebbene l'opera sia romanzata, essa offre uno spaccato interessante degli usi e dei costumi di quel periodo in Giappone.
Il perfetto intreccio tra la vicenda storico/politica e quella personale dei protagonisti coinvolti ha saziato in parte le mie curiosità, immergendomi in un passato che a tratti mi è sembrato di rivivere.
Questo grazie soprattutto all'ampia e approfondita caratterizzazione di Hanzo e Motoyasu.
Il primo evidenzia perfettamente lo spirito di abnegazione e di sacrificio che i suppa dell'epoca mostravano per il loro padrone; e ciò mette in risalto quelle che sono le sue grandi capacità e abilità.
Motoyasu invece ci viene presentato come un uomo che non ha mai potuto scegliere il suo destino, ma che ha dovuto sempre subirlo. Nonostante ciò egli cerca sempre di fare quello che è meglio per il suo popolo e per la sua famiglia, rischiando spesso anche la sua stessa vita.
L'unico inconveniente è che a volte la lettura risulta difficoltosa a causa dei lunghi dialoghi in cui vengono citati nomi di persone e luoghi in lingua madre.
Se da un lato quindi abbiamo un ottimo intreccio e dei protagonisti approfonditi, dall'altra abbiamo anche una magistrale rappresentazione grafica.
Le tavole che ho apprezzato di più sono senz'altro quelle che rappresentano i paesaggi (marini, montuosi o campestri che siano), inoltre la tensione e la solennità delle situazioni che vivono i personaggi trapelano dal tratto marcato e deciso.
Ho invece gradito meno i primi piani e la rappresentazione dei dettagli perché caratterizzati da un tratto troppo ondulato che mi dava l'idea di "scarabocchiato" e confusionario.
Però, se per quanto riguarda la trasposizione grafica si tratta più che altro di gusti, le vere note dolenti arrivano alle scelte editoriali: la serie è incompleta in quanto sono stati pubblicati in Italia solo quattro volumi, i quali tra l'altro a un prezzo troppo alto (quasi 9 euro). Per non parlare anche della discutibile scelta della copertina rosa per un manga storico che parla di guerra e ninja (il fatto che l'opera sia incompleta, comunque di un genere non troppo popolare, può giocare anche a vostro vantaggio nel caso cercaste di procurarvela; non è difficile trovare i volumi a un prezzo stracciato).
Alla fine comunque mi sento di consigliare la lettura a tutti gli appassionati del genere storico, e anche a chi, come me, è sempre curioso di saperne di più sulla cultura giapponese.
L'opera è ambientata in Giappone durante il XVII secolo, periodo storico di fermento politico durante il quale le varie fazioni si scontravano per raggiungere il controllo dell'intero (allora) regno del Sol Levante.
Personalmente sono sempre stato affascinato dalla cultura della guerra del mondo orientale e in particolar modo dalla figura dei ninja; quindi mi sono avvicinato a questo manga storico per conoscere meglio questo mondo e questi speciali combattenti "tuttofare".
Sebbene l'opera sia romanzata, essa offre uno spaccato interessante degli usi e dei costumi di quel periodo in Giappone.
Il perfetto intreccio tra la vicenda storico/politica e quella personale dei protagonisti coinvolti ha saziato in parte le mie curiosità, immergendomi in un passato che a tratti mi è sembrato di rivivere.
Questo grazie soprattutto all'ampia e approfondita caratterizzazione di Hanzo e Motoyasu.
Il primo evidenzia perfettamente lo spirito di abnegazione e di sacrificio che i suppa dell'epoca mostravano per il loro padrone; e ciò mette in risalto quelle che sono le sue grandi capacità e abilità.
Motoyasu invece ci viene presentato come un uomo che non ha mai potuto scegliere il suo destino, ma che ha dovuto sempre subirlo. Nonostante ciò egli cerca sempre di fare quello che è meglio per il suo popolo e per la sua famiglia, rischiando spesso anche la sua stessa vita.
L'unico inconveniente è che a volte la lettura risulta difficoltosa a causa dei lunghi dialoghi in cui vengono citati nomi di persone e luoghi in lingua madre.
Se da un lato quindi abbiamo un ottimo intreccio e dei protagonisti approfonditi, dall'altra abbiamo anche una magistrale rappresentazione grafica.
Le tavole che ho apprezzato di più sono senz'altro quelle che rappresentano i paesaggi (marini, montuosi o campestri che siano), inoltre la tensione e la solennità delle situazioni che vivono i personaggi trapelano dal tratto marcato e deciso.
Ho invece gradito meno i primi piani e la rappresentazione dei dettagli perché caratterizzati da un tratto troppo ondulato che mi dava l'idea di "scarabocchiato" e confusionario.
Però, se per quanto riguarda la trasposizione grafica si tratta più che altro di gusti, le vere note dolenti arrivano alle scelte editoriali: la serie è incompleta in quanto sono stati pubblicati in Italia solo quattro volumi, i quali tra l'altro a un prezzo troppo alto (quasi 9 euro). Per non parlare anche della discutibile scelta della copertina rosa per un manga storico che parla di guerra e ninja (il fatto che l'opera sia incompleta, comunque di un genere non troppo popolare, può giocare anche a vostro vantaggio nel caso cercaste di procurarvela; non è difficile trovare i volumi a un prezzo stracciato).
Alla fine comunque mi sento di consigliare la lettura a tutti gli appassionati del genere storico, e anche a chi, come me, è sempre curioso di saperne di più sulla cultura giapponese.
La figura più affascinante e intrigante di sempre: il ninja! Stavolta, si parla di un ninja storico, Hattori Hanzo, capo degli shinobi di Tokugawa, personaggio storicamente esistito. Orchestrato dall'ottima regia dell'autore di Lone Wolf and Cub, "Hanzo la via dell'assassino" è un resoconto dettagliato della vita del Giappone feudale vista dagli occhi del giovane ninja.
L'abilità dell'autore sta nel presentarci la figura del ninja con meticolosità e autenticità, senza scadere nella fantasia (vedi i ninja di Naruto). Qui le tecniche sono capolavori di ingegno e astuzia, maestria nelle armi e arti marziali, alchimia e scienza, sotterfugio e strategia. Insomma, quello che un vero ninja era!
Manga dai toni forti, consigliato ad un pubblico adulto che ama il Giappone e gli intrighi storici, ma soprattutto per i fan dei ninja veri.
L'abilità dell'autore sta nel presentarci la figura del ninja con meticolosità e autenticità, senza scadere nella fantasia (vedi i ninja di Naruto). Qui le tecniche sono capolavori di ingegno e astuzia, maestria nelle armi e arti marziali, alchimia e scienza, sotterfugio e strategia. Insomma, quello che un vero ninja era!
Manga dai toni forti, consigliato ad un pubblico adulto che ama il Giappone e gli intrighi storici, ma soprattutto per i fan dei ninja veri.
Un autentico oggetto di culto per gli appassionati del genere, Hanzo - La Via dell’Assassino (Hanzo no mon in Giappone) è realizzato da uno storico e apprezzato duo di autori: Kazuo Koike e Goseki Kojima. L’opera è imperniata sulla figura di Hattori Hanzo, personaggio di spicco della tradizione giapponese, vissuto nel sedicesimo secolo e passato alla storia soprattutto come grande condottiero ed esperto delle letali tecniche di spionaggio del ninjutsu.
Nel manga la storia inizia con il suo primo importante incarico: vegliare in segreto sull’incolumità di Motonobu Motoyasu Matsudaira, meglio conosciuto come Ieyasu Tokugawa, fondatore nel 1603 dello shogunato che porta il suo nome. Ieyasu resta una figura importantissima della storia giapponese, ed è tutt’oggi considerato uno dei “tre unificatori del Giappone” assieme agli altrettanto illustri Toyotomi Hideyoshi e Oda Nobunaga.
Il sipario si apre su eventi che preannunciano un periodo infuocato di grandi riassestamenti e capovolgimenti governativi della storia del Giappone. Motonobu Matsudaira (che Hanzo è chiamato a proteggere) vive recluso, come un signore decaduto, nella gabbia dorata costituita della residenza del <i>damiyo</i> Yoshimoto Imagawa. Bisogna sapere che tenere in ostaggio dei componenti di un casato subalterno o alleato, era una pratica molto diffusa nel Giappone medievale, ed aveva lo scopo di prevenire eventuali colpi di stato. Di solito alla reclusione seguiva l’organizzazione di un matrimonio combinato con un esponente di poca importanza della famiglia regnante, al fine di inglobare il casato assoggettato in quello dominante. Queste usanze, assieme a tanti altri piccoli rituali quotidiani, verranno man mano illustrata attraverso la narrazione dalla vita di Hanzo e del suo signore.
Contrariamente a quel che si potrebbe immaginare, il ruolo di Ieyasu Tokugawa è importante quanto quello di Hanzo nell’economia generale della racconto, soprattutto nei primi volumi dove, ad esempio, ci si affeziona inevitabilmente alle atipiche conversazioni intrattenute tra Motonobu ed Hanzo, con quest’ultimo che gli risponde standosene sempre occultato dietro un cespuglio, nel controsoffitto, sotto il pavimento od in chissà quale altro anfratto.
In certi frangenti i due si comportano quasi come due cari amici che giocano, soprattutto quando Matsudaira chiede al suo angelo custode di insegnargli qualche trucchetto, come arrampicarsi sugli alberi, fare acrobazie a cavallo o sorprendere un nemico. Il signore spesso sembra divertirsi a mettere in difficoltà il fedele Hanzo, proponendogli incarichi apparentemente impossibili, ai quali Hanzo sa venire a capo con arguzia ricorrendo alle sue grandi abilità di suppa. Il giovane Ieyasu arriverà addirittura a chiedere al suo sottoposto di mostrargli “come si fa a domare una donna”... proprio a lui, più piccolo di un anno e che non ha mai sfiorato una donna!
Le scene d’azione non mancano ma, anche se i guerrieri rappresentati nel manga sono indubbiamente molto più agili del normale, non assistiamo mai all’utilizzo di irreali e troppo fantasiose abilità innate o tecniche segrete di lotta; le situazioni ostiche vengono risolte con l’astuzia.
I trascorsi avventurosi del nostro protagonista hanno di certo fornito una gran mole di materiale a Kazuo Koike, materiale sul quale sono stati elaborati una lunga serie di episodi molto vari, in cui si è raggiunto un ottimo equilibrio tra realismo storico e rivisitazione romanzata, dando vita a un prodotto non assolutamente a esclusivo appannaggio dei “palati più fini”, come si potrebbe magari pensare, ma serenamente godibile da qualsiasi lettore si avvicini per la primissima volta al genere.
Gli appassionati del Giappone medievale sicuramente ricorderanno le comparsate di questo personaggio storico anche in altre opere, a partire da produzioni cinematografiche come Kill Bill vol. 1, in cui Hanzo compare nelle insolite vesti di maestro e artigiano di spade, per arrivare ad altri manga come Keiji il Magnifico, Basilisk o addirittura Naruto.
Le bellissime tavole di Goseki Kojima sono una delle componenti più affascinanti di questa opera e l’utilizzo tradizionale della china abbonda di rimandi a <i>Katsushika Hokusai</i>, <i>Akahama Sesshu</i> od altri storici artisti giapponesi. Kojima alterna o fa coabitare nello stesso contesto un tratto estemporaneo delle linee decise e dallo spessore variabile, al canonico tratteggio parallelo o incrociato, nonché dei voluti e funzionali “ghirigori”; per non parlare poi delle campiture di inchiostro diluito. Di questo autore si può infatti apprezzare la disinvoltura con la quale utilizza sia il pennino che il pennello vero e proprio.
I disegni poi acquistano una valenza molto istintiva e dinamica nelle scene più movimentate, con la comparsa di linee cinetiche disegnate in maniera frenetica. Lo stile quindi non risulta per niente pulito o “leccato”, ma è proprio questo il suo punto di forza, visto che la cosa è ben ponderata e le tavole non risultano mai confuse, ed in genere anche l’espressività finisce per guadagnarne molto. Bisogna però tenere presente che questo è un disegno “vecchia scuola”, che potrebbe lasciare interdetti molti di quei lettori (soprattutto tra i più giovani) abituati ad uno stile più moderno e pulito.
Ed ora veniamo all’edizione: la prima cosa che salta all’occhio è la cover dalla grafica discutibile, visto il suo fondo rosa salmone che fa a pugni con le figure a colori "incollate" in primo piano. Inoltre anche le scritte, metà corsive e metà stampatello (di diverse dimensioni e font), son inguardabili. Francamente trovo inspiegabile che la Planeta non abbia preferito rifarsi alla ben più appetibile <a href="http://www.darkhorse.com/Search/Browse/path+of+the+assassin/PpwNwkt8"> edizione inglese</a> della Dark Horse, cosa che fece la Panini con Lone Wolf & Cub; ciò avrebbe anche dato un gradito senso di continuità alle due edizioni; peccato.
La seconda cosa che salta all’occhio osservando la quarta di copertina è il prezzo: 8.95€! Tanti per un volumetto assolutamente standard, che non presenta alcun “extra” come tavole a colori o sovracopertina. Per il resto il volume può vantare dei materiali di buona qualità e risulta ben squadrato, molto compatto ed allo stesso tempo flessibilissimo e agevole da sfogliare, questo grazie anche all’ottima brossura a <i>filo refe</i>. La carta inoltre è lievemente e piacevolmente ruvida e grigia (la stessa delle edizioni Flashbook in pratica) ed anche la qualità di stampa è generalmente buona.
Leggendo il manga ci si accorge che, tutto sommato, è stato fatto un buon lavoro di localizzazione, compito di certo non semplice per un manga di questo tipo. Ho notato però alcune incongruenze, ad esempio Hanzo all’inizio del primo volume viene presentato come un ragazzo di 16 anni (pag. 44), mentre un capitolo dopo (pag. 80) si dice che ne abbia solo 15... se ve lo state chiedendo, non è subentrato alcun flashback nel frattempo, e la narrazione procede in maniera cronologicamente lineare, quindi tale improvviso ringiovanimento non ha alcun senso. Refusi di poco conto comunque, di cui difficilmente ci si può accorgere durante una lettura spensierata.
Molto discutibili invece appaiono alcune scelte riguardanti l’adattamento grafico. Innanzitutto <b>le onomatopee non vengono tradotte</b> od adattate in alcuna modo (fatte due sole eccezioni nel secondo volume): va bene non toccare le scritte originali (scelta sempre gradita dai puristi come il sottoscritto), ma una traduzione nei pressi in piccolo non può mancare, altrimenti le tavole diventano “mute”.
Altra cosa che si nota dal secondo volume, è la comparsa di un paio di inguardabili <b>note all’interno delle vignette</b>, spesso addirittura costituite da più righe, che finiscono per coprire parte del disegno. La cosa che più innervosisce è che in alcuni casi queste risultano davvero banali, visto che si limitano a illustrare il significato dei soliti e conosciutissimi suffissi onorifici (-sama, -dono ecc…). Questo ricorso sfrenato alle note poteva essere tranquillamente evitato inserendo un semplice glossario a fine volume, altra grande assenza di questa edizione, assieme alla mancanza di qualsiasi tipo di editoriale che illustri il quadro storico, gli usi e costumi del Giappone feudale o la vita e la carriera dei due autori (elementi questi presenti in edizioni di diversa nazionalità).
Terminando l’analisi sull’edizione, possiamo affermare che in buona sostanza ci troviamo dinnanzi ad un’edizione tutto sommato buona; ciò che porta ad essere severi (e magari puntigliosi) nel giudicarla è il fatto che costi un occhio della testa! Certo ogni volume può contare <b>più di 300 pagine</b>, ma un paio d’euro in meno avrebbero solo reso più appetibile questa serie, anche perché a questo prezzo bisogna offrire molto di più, altrimenti è meglio allinearsi ai prezzi di copertina degli altri editori. Piccolo giallo è infine legato al numero dei volumi di cui è composta questa edizione: la Planeta DeAgostini la fa passare come una serie in sette volumi (come confermato all’interno dei volumi stessi), mentre l’intera opera conta ben <b>15 volumi</b> (sempre da 320 pagine).Viene da pensare che la casa editrice avrà pensato di dividere l’intera opera in due serie, magari per non scoraggiarne il possibile acquisto da parte di lettori occasionali o poco informati.
Concludendo mi auspico che le lievi note di demerito riguardanti l’edizione italiana non scoraggino qualche potenziale lettore; questo perché siamo al cospetto di un’Opera oggettivamente pregevole. La collaudatissima struttura narrativa di Kazuo Koike, ben conosciuta da chi ha già letto <b>Lone Wolf & Cub</b> (Kozure Okami), torna in questa opera alternando meno episodi autoconclusivi alla macrotrama storica, che si evolve inesorabilmente delineando quell’affascinante affresco storico di cui i personaggi principali di questo manga si rivelano essere gli artefici.
Kazuo Koike e Goseki Kojima insomma ci regalano un'altra autentica opera d’arte, bisogna infatti ricordare che questo Hanzo fa parte di una <i>ideale trilogia</i>, ambientata nell’epoca del Giappone feudale, che conta <a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=Lone+Wolf">Kozure Okami</a> (1970-1976) appunto già edito in Italia da Panini, <a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=Kubikiri+Asa">Kubikiri Asa</a> (1972-1976) ed, ovviamente, Hanzo no Mon (1978-1984). Spero che in futuro qualche editore italiano si preoccupi di editare anche l’anello mancante, Kubikiri Asa; anche se tengo a precisare che le tre opere sono del tutto slegate, e l’unico aspetto in comune è costituito dal contesto storico.
Sconsiglio infine quest’opera a chi normalmente non va pazzo per le storie di ninja e samurai infarcite con i principi del bushido; a tutti gli altri (eccezion fatta magari per i lettori meno maturi) consiglio in maniera accorata questo manga, soprattutto se adorate, come me, le ricostruzioni storiche ben fatte, le strategie militari, le tecniche di combattimento shinobi (quelle vere), gli intrighi di corte e le vicende narrate con acume... questo sempre a patto di riuscire a sorvolare sul prezzo dell’edizione Planeta, che ci si auspica vivamente vanga abbassato nei prossimi volumi.
Buona lettura.
Nel manga la storia inizia con il suo primo importante incarico: vegliare in segreto sull’incolumità di Motonobu Motoyasu Matsudaira, meglio conosciuto come Ieyasu Tokugawa, fondatore nel 1603 dello shogunato che porta il suo nome. Ieyasu resta una figura importantissima della storia giapponese, ed è tutt’oggi considerato uno dei “tre unificatori del Giappone” assieme agli altrettanto illustri Toyotomi Hideyoshi e Oda Nobunaga.
Il sipario si apre su eventi che preannunciano un periodo infuocato di grandi riassestamenti e capovolgimenti governativi della storia del Giappone. Motonobu Matsudaira (che Hanzo è chiamato a proteggere) vive recluso, come un signore decaduto, nella gabbia dorata costituita della residenza del <i>damiyo</i> Yoshimoto Imagawa. Bisogna sapere che tenere in ostaggio dei componenti di un casato subalterno o alleato, era una pratica molto diffusa nel Giappone medievale, ed aveva lo scopo di prevenire eventuali colpi di stato. Di solito alla reclusione seguiva l’organizzazione di un matrimonio combinato con un esponente di poca importanza della famiglia regnante, al fine di inglobare il casato assoggettato in quello dominante. Queste usanze, assieme a tanti altri piccoli rituali quotidiani, verranno man mano illustrata attraverso la narrazione dalla vita di Hanzo e del suo signore.
Contrariamente a quel che si potrebbe immaginare, il ruolo di Ieyasu Tokugawa è importante quanto quello di Hanzo nell’economia generale della racconto, soprattutto nei primi volumi dove, ad esempio, ci si affeziona inevitabilmente alle atipiche conversazioni intrattenute tra Motonobu ed Hanzo, con quest’ultimo che gli risponde standosene sempre occultato dietro un cespuglio, nel controsoffitto, sotto il pavimento od in chissà quale altro anfratto.
In certi frangenti i due si comportano quasi come due cari amici che giocano, soprattutto quando Matsudaira chiede al suo angelo custode di insegnargli qualche trucchetto, come arrampicarsi sugli alberi, fare acrobazie a cavallo o sorprendere un nemico. Il signore spesso sembra divertirsi a mettere in difficoltà il fedele Hanzo, proponendogli incarichi apparentemente impossibili, ai quali Hanzo sa venire a capo con arguzia ricorrendo alle sue grandi abilità di suppa. Il giovane Ieyasu arriverà addirittura a chiedere al suo sottoposto di mostrargli “come si fa a domare una donna”... proprio a lui, più piccolo di un anno e che non ha mai sfiorato una donna!
Le scene d’azione non mancano ma, anche se i guerrieri rappresentati nel manga sono indubbiamente molto più agili del normale, non assistiamo mai all’utilizzo di irreali e troppo fantasiose abilità innate o tecniche segrete di lotta; le situazioni ostiche vengono risolte con l’astuzia.
I trascorsi avventurosi del nostro protagonista hanno di certo fornito una gran mole di materiale a Kazuo Koike, materiale sul quale sono stati elaborati una lunga serie di episodi molto vari, in cui si è raggiunto un ottimo equilibrio tra realismo storico e rivisitazione romanzata, dando vita a un prodotto non assolutamente a esclusivo appannaggio dei “palati più fini”, come si potrebbe magari pensare, ma serenamente godibile da qualsiasi lettore si avvicini per la primissima volta al genere.
Gli appassionati del Giappone medievale sicuramente ricorderanno le comparsate di questo personaggio storico anche in altre opere, a partire da produzioni cinematografiche come Kill Bill vol. 1, in cui Hanzo compare nelle insolite vesti di maestro e artigiano di spade, per arrivare ad altri manga come Keiji il Magnifico, Basilisk o addirittura Naruto.
Le bellissime tavole di Goseki Kojima sono una delle componenti più affascinanti di questa opera e l’utilizzo tradizionale della china abbonda di rimandi a <i>Katsushika Hokusai</i>, <i>Akahama Sesshu</i> od altri storici artisti giapponesi. Kojima alterna o fa coabitare nello stesso contesto un tratto estemporaneo delle linee decise e dallo spessore variabile, al canonico tratteggio parallelo o incrociato, nonché dei voluti e funzionali “ghirigori”; per non parlare poi delle campiture di inchiostro diluito. Di questo autore si può infatti apprezzare la disinvoltura con la quale utilizza sia il pennino che il pennello vero e proprio.
I disegni poi acquistano una valenza molto istintiva e dinamica nelle scene più movimentate, con la comparsa di linee cinetiche disegnate in maniera frenetica. Lo stile quindi non risulta per niente pulito o “leccato”, ma è proprio questo il suo punto di forza, visto che la cosa è ben ponderata e le tavole non risultano mai confuse, ed in genere anche l’espressività finisce per guadagnarne molto. Bisogna però tenere presente che questo è un disegno “vecchia scuola”, che potrebbe lasciare interdetti molti di quei lettori (soprattutto tra i più giovani) abituati ad uno stile più moderno e pulito.
Ed ora veniamo all’edizione: la prima cosa che salta all’occhio è la cover dalla grafica discutibile, visto il suo fondo rosa salmone che fa a pugni con le figure a colori "incollate" in primo piano. Inoltre anche le scritte, metà corsive e metà stampatello (di diverse dimensioni e font), son inguardabili. Francamente trovo inspiegabile che la Planeta non abbia preferito rifarsi alla ben più appetibile <a href="http://www.darkhorse.com/Search/Browse/path+of+the+assassin/PpwNwkt8"> edizione inglese</a> della Dark Horse, cosa che fece la Panini con Lone Wolf & Cub; ciò avrebbe anche dato un gradito senso di continuità alle due edizioni; peccato.
La seconda cosa che salta all’occhio osservando la quarta di copertina è il prezzo: 8.95€! Tanti per un volumetto assolutamente standard, che non presenta alcun “extra” come tavole a colori o sovracopertina. Per il resto il volume può vantare dei materiali di buona qualità e risulta ben squadrato, molto compatto ed allo stesso tempo flessibilissimo e agevole da sfogliare, questo grazie anche all’ottima brossura a <i>filo refe</i>. La carta inoltre è lievemente e piacevolmente ruvida e grigia (la stessa delle edizioni Flashbook in pratica) ed anche la qualità di stampa è generalmente buona.
Leggendo il manga ci si accorge che, tutto sommato, è stato fatto un buon lavoro di localizzazione, compito di certo non semplice per un manga di questo tipo. Ho notato però alcune incongruenze, ad esempio Hanzo all’inizio del primo volume viene presentato come un ragazzo di 16 anni (pag. 44), mentre un capitolo dopo (pag. 80) si dice che ne abbia solo 15... se ve lo state chiedendo, non è subentrato alcun flashback nel frattempo, e la narrazione procede in maniera cronologicamente lineare, quindi tale improvviso ringiovanimento non ha alcun senso. Refusi di poco conto comunque, di cui difficilmente ci si può accorgere durante una lettura spensierata.
Molto discutibili invece appaiono alcune scelte riguardanti l’adattamento grafico. Innanzitutto <b>le onomatopee non vengono tradotte</b> od adattate in alcuna modo (fatte due sole eccezioni nel secondo volume): va bene non toccare le scritte originali (scelta sempre gradita dai puristi come il sottoscritto), ma una traduzione nei pressi in piccolo non può mancare, altrimenti le tavole diventano “mute”.
Altra cosa che si nota dal secondo volume, è la comparsa di un paio di inguardabili <b>note all’interno delle vignette</b>, spesso addirittura costituite da più righe, che finiscono per coprire parte del disegno. La cosa che più innervosisce è che in alcuni casi queste risultano davvero banali, visto che si limitano a illustrare il significato dei soliti e conosciutissimi suffissi onorifici (-sama, -dono ecc…). Questo ricorso sfrenato alle note poteva essere tranquillamente evitato inserendo un semplice glossario a fine volume, altra grande assenza di questa edizione, assieme alla mancanza di qualsiasi tipo di editoriale che illustri il quadro storico, gli usi e costumi del Giappone feudale o la vita e la carriera dei due autori (elementi questi presenti in edizioni di diversa nazionalità).
Terminando l’analisi sull’edizione, possiamo affermare che in buona sostanza ci troviamo dinnanzi ad un’edizione tutto sommato buona; ciò che porta ad essere severi (e magari puntigliosi) nel giudicarla è il fatto che costi un occhio della testa! Certo ogni volume può contare <b>più di 300 pagine</b>, ma un paio d’euro in meno avrebbero solo reso più appetibile questa serie, anche perché a questo prezzo bisogna offrire molto di più, altrimenti è meglio allinearsi ai prezzi di copertina degli altri editori. Piccolo giallo è infine legato al numero dei volumi di cui è composta questa edizione: la Planeta DeAgostini la fa passare come una serie in sette volumi (come confermato all’interno dei volumi stessi), mentre l’intera opera conta ben <b>15 volumi</b> (sempre da 320 pagine).Viene da pensare che la casa editrice avrà pensato di dividere l’intera opera in due serie, magari per non scoraggiarne il possibile acquisto da parte di lettori occasionali o poco informati.
Concludendo mi auspico che le lievi note di demerito riguardanti l’edizione italiana non scoraggino qualche potenziale lettore; questo perché siamo al cospetto di un’Opera oggettivamente pregevole. La collaudatissima struttura narrativa di Kazuo Koike, ben conosciuta da chi ha già letto <b>Lone Wolf & Cub</b> (Kozure Okami), torna in questa opera alternando meno episodi autoconclusivi alla macrotrama storica, che si evolve inesorabilmente delineando quell’affascinante affresco storico di cui i personaggi principali di questo manga si rivelano essere gli artefici.
Kazuo Koike e Goseki Kojima insomma ci regalano un'altra autentica opera d’arte, bisogna infatti ricordare che questo Hanzo fa parte di una <i>ideale trilogia</i>, ambientata nell’epoca del Giappone feudale, che conta <a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=Lone+Wolf">Kozure Okami</a> (1970-1976) appunto già edito in Italia da Panini, <a href="http://www.animeclick.it/manga.php?xtit=Kubikiri+Asa">Kubikiri Asa</a> (1972-1976) ed, ovviamente, Hanzo no Mon (1978-1984). Spero che in futuro qualche editore italiano si preoccupi di editare anche l’anello mancante, Kubikiri Asa; anche se tengo a precisare che le tre opere sono del tutto slegate, e l’unico aspetto in comune è costituito dal contesto storico.
Sconsiglio infine quest’opera a chi normalmente non va pazzo per le storie di ninja e samurai infarcite con i principi del bushido; a tutti gli altri (eccezion fatta magari per i lettori meno maturi) consiglio in maniera accorata questo manga, soprattutto se adorate, come me, le ricostruzioni storiche ben fatte, le strategie militari, le tecniche di combattimento shinobi (quelle vere), gli intrighi di corte e le vicende narrate con acume... questo sempre a patto di riuscire a sorvolare sul prezzo dell’edizione Planeta, che ci si auspica vivamente vanga abbassato nei prossimi volumi.
Buona lettura.
C'è poco da dire, gli autori di Lone Wolf & Cub si confermano come abili disegnatori e sceneggiatori nel raccontare la storia del famoso capo dei ninja di Iga, Hattori Hanzo.
Un manga molto crudo e reale che non si fa scrupoli di mostrare scene di lotta violenta e sesso, ma il tutto non risulta gratuito ma come indispensabile per ricreare l'esatto clima dell'epoca e coinvolgerci in prima persona nelle vicende e farci capire perfettamente le emozioni dei personaggi.
Un manga molto coinvolgente e ben disegnato pronto a farvi immergervi nell'affascinante mondo di Hattori Hanzo.
Per gli appassionanti un Must-have, per tutti gli altri una lettura consigliata comunque!
Un manga molto crudo e reale che non si fa scrupoli di mostrare scene di lotta violenta e sesso, ma il tutto non risulta gratuito ma come indispensabile per ricreare l'esatto clima dell'epoca e coinvolgerci in prima persona nelle vicende e farci capire perfettamente le emozioni dei personaggi.
Un manga molto coinvolgente e ben disegnato pronto a farvi immergervi nell'affascinante mondo di Hattori Hanzo.
Per gli appassionanti un Must-have, per tutti gli altri una lettura consigliata comunque!
Manga realizzato degli stessi autori di "Lone Wolf & Cub".
Tratta le vicende di Hattori Hanzo, storico Ninja talmente importante che, a seguito delle sua gesta, il cancello principale posteriore del castello di Edo porta il suo nome, ovvero Hanzo-mon.
La storia è narrata magistralmente, le splendide tavole di Goseki Kojima presentano un magistralmente chiaroscuro e l'autore riesce a mantenere dinamiche, e al contempo ben comprensibili, anche le scene d'azione più frenetiche usando a volte anche pochi tratti per definire le figure.
Grazie alla collaborazione dello storico Kazuo Koike la ricostruzione storica di avvenimenti e scenari è accurata, e ciò trasforma la lettura in un vero e proprio tuffo nel periodo Sengoku.
E' bene precisare che qui si tratta di Ninja ma in modo serio: le tecniche riportate sono quelle classiche reali (di molte verrà anche data la spiegazione), non ci saranno lame di "chi" o evocazioni di mostri giganti, ma solo uso del kyojitsu (inganno), armi, strumenti e strategie tipiche degli shinobi, tra cui la più vincente risulterà essere il sapersi adattare ad ogni situazione.
Inoltre il target essendo un "gekika" è quello adulto, quindi non si lesina su situazioni e scene esplicite e violente.
Visto che non si tratta di un editore navigato in ambito di pubblicazioni manga, è bene spendere due parole sull'edizione: un volume è composto da più di 300 pagine, stampato su carta di buona qualità e con una definizione di stampa ottimale; sono presenti anche brevi note esplicative per i termini nipponici tipici del periodo. Insomma se non fosse per il prezzo altino (quasi 9€) si direbbe l'edizione gemella di Lone Wolf & Cub della Panini dei tempi migliori, ma almeno l'opera è breve dura solo 7 numeri.
Un occasione unica per conoscere la storia del ragazzo che diventerà Hattori Hanzo il leggendario capo dei Ninja di Iga. Se vi piacciono i Ninja (veri) o questo periodo storico non fatevelo sfuggire!
Tratta le vicende di Hattori Hanzo, storico Ninja talmente importante che, a seguito delle sua gesta, il cancello principale posteriore del castello di Edo porta il suo nome, ovvero Hanzo-mon.
La storia è narrata magistralmente, le splendide tavole di Goseki Kojima presentano un magistralmente chiaroscuro e l'autore riesce a mantenere dinamiche, e al contempo ben comprensibili, anche le scene d'azione più frenetiche usando a volte anche pochi tratti per definire le figure.
Grazie alla collaborazione dello storico Kazuo Koike la ricostruzione storica di avvenimenti e scenari è accurata, e ciò trasforma la lettura in un vero e proprio tuffo nel periodo Sengoku.
E' bene precisare che qui si tratta di Ninja ma in modo serio: le tecniche riportate sono quelle classiche reali (di molte verrà anche data la spiegazione), non ci saranno lame di "chi" o evocazioni di mostri giganti, ma solo uso del kyojitsu (inganno), armi, strumenti e strategie tipiche degli shinobi, tra cui la più vincente risulterà essere il sapersi adattare ad ogni situazione.
Inoltre il target essendo un "gekika" è quello adulto, quindi non si lesina su situazioni e scene esplicite e violente.
Visto che non si tratta di un editore navigato in ambito di pubblicazioni manga, è bene spendere due parole sull'edizione: un volume è composto da più di 300 pagine, stampato su carta di buona qualità e con una definizione di stampa ottimale; sono presenti anche brevi note esplicative per i termini nipponici tipici del periodo. Insomma se non fosse per il prezzo altino (quasi 9€) si direbbe l'edizione gemella di Lone Wolf & Cub della Panini dei tempi migliori, ma almeno l'opera è breve dura solo 7 numeri.
Un occasione unica per conoscere la storia del ragazzo che diventerà Hattori Hanzo il leggendario capo dei Ninja di Iga. Se vi piacciono i Ninja (veri) o questo periodo storico non fatevelo sfuggire!