Labyrinth
Questo manga lo comprai per curiosità all'epoca della sua uscita, mi piacque pure abbastanza e poi me ne dimenticai, finché non l'ho riletto ultimamente. "Labyrinth" si presenta come un manga del genere investigativo che però ha la caratteristica abbastanza particolare di accantonare questo genere man mano che la storia procede, tanto che nella parte finale il protagonista Mayuki non conduce alcune indagine. Questo non è necessariamente un difetto, però può sorprendere.
Riguardo lo sviluppo della storia è un titolo abbastanza convenzionale, nel senso che da un lato riesce a non farti capire subito come si evolverà la vicenda, però una volta letto tutto non si può certo considerare molto originale. Inoltre alcuni dettagli minori sono trattati in maniera molto vaga e rischiano di non essere subito comprensibili
La narrazione risulta comunque coinvolgente dall’inizio alla fine, i diversi casi paranormali indagati da Mayuki non sono nulla di eclatante, tuttavia sono curati quel tanto che basta per impedire che si capisca subito chi è il colpevole e/o come ha fatto (cosa fondamentale in un giallo) e non sono inutili, servendo allo scopo di far conoscere il protagonista e farlo confrontare a distanza con l'antagonista principale.
Per variare il racconto sono pure inserite delle scene d'azione e degli sketch comici: le prime, affidate alle guerriere Aya, non sono nulla di particolare, sono brevi e in fondo fanno più intuire che mostrare la spettacolarità (le Aya hanno pure il loro fascino ma sembrano esserci solo per il fan service e le pose fighe); i momenti comici, legati a Mayuki e al suo gruppo di amici, sono simpatici e null’altro.
Passando ai personaggi c’è poco da dire: la maggior parte sono soltanto dei tipi (la pasticciona, il maschiaccio, la ragazzina dolce, ecc), gli unici ad avere un certo approfondimento sono Mayuki e il suo antagonista principale, e in fondo le loro vicende sanno prendere il lettore. Inoltre Mayuki, pur apparendo come il solito bambino prodigio, riesce a risultare sempre simpatico.
I disegni sono curati e puliti, con un tratto quasi da manga shojo.
In definitiva "Labyrinth" è un buon titolo senza infamia e senza lode, presenta un mix di elementi non privo di efficacia e riesce ad interessare per tutta la sua durata. Però non ci sono momenti e trovate memorabili o comunque eccellenti che possono farlo distinguere. Sarà per questo che dopo la prima lettura lo avevo dimenticato.
Riguardo lo sviluppo della storia è un titolo abbastanza convenzionale, nel senso che da un lato riesce a non farti capire subito come si evolverà la vicenda, però una volta letto tutto non si può certo considerare molto originale. Inoltre alcuni dettagli minori sono trattati in maniera molto vaga e rischiano di non essere subito comprensibili
La narrazione risulta comunque coinvolgente dall’inizio alla fine, i diversi casi paranormali indagati da Mayuki non sono nulla di eclatante, tuttavia sono curati quel tanto che basta per impedire che si capisca subito chi è il colpevole e/o come ha fatto (cosa fondamentale in un giallo) e non sono inutili, servendo allo scopo di far conoscere il protagonista e farlo confrontare a distanza con l'antagonista principale.
Per variare il racconto sono pure inserite delle scene d'azione e degli sketch comici: le prime, affidate alle guerriere Aya, non sono nulla di particolare, sono brevi e in fondo fanno più intuire che mostrare la spettacolarità (le Aya hanno pure il loro fascino ma sembrano esserci solo per il fan service e le pose fighe); i momenti comici, legati a Mayuki e al suo gruppo di amici, sono simpatici e null’altro.
Passando ai personaggi c’è poco da dire: la maggior parte sono soltanto dei tipi (la pasticciona, il maschiaccio, la ragazzina dolce, ecc), gli unici ad avere un certo approfondimento sono Mayuki e il suo antagonista principale, e in fondo le loro vicende sanno prendere il lettore. Inoltre Mayuki, pur apparendo come il solito bambino prodigio, riesce a risultare sempre simpatico.
I disegni sono curati e puliti, con un tratto quasi da manga shojo.
In definitiva "Labyrinth" è un buon titolo senza infamia e senza lode, presenta un mix di elementi non privo di efficacia e riesce ad interessare per tutta la sua durata. Però non ci sono momenti e trovate memorabili o comunque eccellenti che possono farlo distinguere. Sarà per questo che dopo la prima lettura lo avevo dimenticato.
Ho letto questo manga perché mi è stato prestato da un'amica, se no non l'avrei molto probabilmente comprato, in quanto le copertine e la trama non mi ispiravano particolarmente. Ma mi sono dovuta in parte ricredere.
Trama:
Si parte con una storia incentrata principalmente sulla risoluzione di casi difficili, definiti "paranormali", da parte di un bambino dalle capacità deduttive straordinarie. Questo può far pensare in un primo momento a una somiglianza con "detective Conan". Ma poi la storia prende una piega ben diversa, incentrandosi sul passato del protagonista Mayuki e dei segreti custoditi dalla sua famiglia e dal maggiordomo Seiran. Reputo questo cambio di direzione molto azzeccato, dato che personalmente la prima parte della narrazione l'ho trovata un po' noiosa. Il seguito è forse un po' scontato e narrato, soprattutto negli ultimi volumi, in maniera un po' frettolosa, ma è comunque buono e invoglia a proseguire la lettura.
Personaggi:
Sotto questo punto di vista il manga manca un po' di originalità. Il protagonista è lo stereotipo del bambino buono, amato da tutti e con un forte senso di giustizia, già ampiamente utilizzato in altri manga. Anche gli altri personaggi non sono molto originali, anzi oserei dire che sono tutti degli stereotipi: l'amica rozza ma buona, il maggiordomo devoto, le amiche indifese e da salvare... Insomma, cose già viste e riviste, e questo influisce molto sulla mia valutazione.
Disegno:
Il disegno lo trovo personalmente piacevole, anche se non è niente di straordinario. Si adatta piuttosto bene al carattere dei personaggi ed al tipo di storia.
Valutazione finale:
Do un 7 perché nonostante il manga manchi un po' di originalità è comunque piacevole e si lascia leggere. Lo consiglierei a chiunque voglia leggere qualcosa di buono senza troppe pretese, magari quando non si ha nient'altro da leggere. Se preferite storie dinamiche e mai scontate, sicuramente non fa per voi.
Trama:
Si parte con una storia incentrata principalmente sulla risoluzione di casi difficili, definiti "paranormali", da parte di un bambino dalle capacità deduttive straordinarie. Questo può far pensare in un primo momento a una somiglianza con "detective Conan". Ma poi la storia prende una piega ben diversa, incentrandosi sul passato del protagonista Mayuki e dei segreti custoditi dalla sua famiglia e dal maggiordomo Seiran. Reputo questo cambio di direzione molto azzeccato, dato che personalmente la prima parte della narrazione l'ho trovata un po' noiosa. Il seguito è forse un po' scontato e narrato, soprattutto negli ultimi volumi, in maniera un po' frettolosa, ma è comunque buono e invoglia a proseguire la lettura.
Personaggi:
Sotto questo punto di vista il manga manca un po' di originalità. Il protagonista è lo stereotipo del bambino buono, amato da tutti e con un forte senso di giustizia, già ampiamente utilizzato in altri manga. Anche gli altri personaggi non sono molto originali, anzi oserei dire che sono tutti degli stereotipi: l'amica rozza ma buona, il maggiordomo devoto, le amiche indifese e da salvare... Insomma, cose già viste e riviste, e questo influisce molto sulla mia valutazione.
Disegno:
Il disegno lo trovo personalmente piacevole, anche se non è niente di straordinario. Si adatta piuttosto bene al carattere dei personaggi ed al tipo di storia.
Valutazione finale:
Do un 7 perché nonostante il manga manchi un po' di originalità è comunque piacevole e si lascia leggere. Lo consiglierei a chiunque voglia leggere qualcosa di buono senza troppe pretese, magari quando non si ha nient'altro da leggere. Se preferite storie dinamiche e mai scontate, sicuramente non fa per voi.
Questa è la classica serie dalla quale o ci si aspetta qualcosa e si trova qualcos'altro, oppure della quale non ci si aspetta proprio nulla e invece, sorpresa! Questa volta è stata la seconda ipotesi. Non voglio dire che quest'opera sia "LA" rivelazione, ma la sua lettura è stata scorrevole e al contempo piacevole fin dalle prime pagine.
Dalla scheda di presentazione della GP e dai primi due volumi sembra effettivamente una serie dedicata ai casi irrisolti della polizia, ovvero i casi "misteriosi" o "paranormali", dove si vedono i due agenti Tomaru e Inogami affiancati ad un bambino, Mayuki Hyuga di 11 anni, definito il detective esperto di kyuto. Ci si addentra così nel "labirinto" di vari casi inspiegabili e al contempo nel "dedalo" di una città ormai sul crollo totale dopo le cause di un ingente terremoto avvenuto trent'anni prima, ma in seguito ci si va a trovare in un intrigo più complesso e aggrovigliato che interessa tutto il passato, il presente e il futuro della famiglia Hyuga.
Come dicevo piacevole, nulla di più.
I personaggi sono tutto sommato un po' troppo sempliciotti e non antipatici/snob come si può avere dalle impressioni iniziali, ma a mi giudizio il protagonista e le "comparse" potevano e dovevano essere approfondite in modo più incisivo, per creare un'analisi e una psicologia più definita e così più apprezzabile per il lettore, come per la storia del resto.
Perfetta l'edizione GP, che unisce un buon numero di pagine ed una buona qualità di carta ad un prezzo contenuto.
Voto globale sei più, perché sinceramente non mi aspettavo proprio nulla da questa lettura e invece mi ha lasciato una bella sensazione, anche se il finale a mio avviso è stato un po' troppo "tirato per i capelli"; si poteva infatti allungare la vicenda con spiegazioni e tavole in più per completare e amalgamare meglio il tutto.
Non vi consiglio di possederlo assolutamente, ma vi dico di non snobbarlo come ho fatto io in un primo momento, potrebbe svelarsi una lettura adatta ai vostri gusti.
Dalla scheda di presentazione della GP e dai primi due volumi sembra effettivamente una serie dedicata ai casi irrisolti della polizia, ovvero i casi "misteriosi" o "paranormali", dove si vedono i due agenti Tomaru e Inogami affiancati ad un bambino, Mayuki Hyuga di 11 anni, definito il detective esperto di kyuto. Ci si addentra così nel "labirinto" di vari casi inspiegabili e al contempo nel "dedalo" di una città ormai sul crollo totale dopo le cause di un ingente terremoto avvenuto trent'anni prima, ma in seguito ci si va a trovare in un intrigo più complesso e aggrovigliato che interessa tutto il passato, il presente e il futuro della famiglia Hyuga.
Come dicevo piacevole, nulla di più.
I personaggi sono tutto sommato un po' troppo sempliciotti e non antipatici/snob come si può avere dalle impressioni iniziali, ma a mi giudizio il protagonista e le "comparse" potevano e dovevano essere approfondite in modo più incisivo, per creare un'analisi e una psicologia più definita e così più apprezzabile per il lettore, come per la storia del resto.
Perfetta l'edizione GP, che unisce un buon numero di pagine ed una buona qualità di carta ad un prezzo contenuto.
Voto globale sei più, perché sinceramente non mi aspettavo proprio nulla da questa lettura e invece mi ha lasciato una bella sensazione, anche se il finale a mio avviso è stato un po' troppo "tirato per i capelli"; si poteva infatti allungare la vicenda con spiegazioni e tavole in più per completare e amalgamare meglio il tutto.
Non vi consiglio di possederlo assolutamente, ma vi dico di non snobbarlo come ho fatto io in un primo momento, potrebbe svelarsi una lettura adatta ai vostri gusti.
La storia ruota attorno al giovane undicenne Mayuki Hyuga, piccolo detective che riesce a risolvere i cosiddetti "casi paranormali", ovvero le morti inspiegabili.
Kyuto, nuovo nome dell'ex capitale Tokyo, è caduta in rovina costringendo la popolazione nipponica ad uno status di povertà e malavita. La vecchia capitale si trasforma in un misto tra epoca vittoriana e mistero, dove soltanto il giovane detective dai poteri misteriosi potrà risolvere gli enigmi che avvolge questa città.
Sto finendo di leggere il volume numero 3 e devo ammettere che, pur non essendo una persona attratta dai manga che trattano l'argomento "giallo" (infatti ho ricevuto questo manga in regalo), sto apprezzando molto questi volumetti (in totale ne posseggo 4).
Bisogna ammettere che non è il classico manga enigmistico, anzi, qui vengono messi in gioco molto più che semplici enigmi e rompicapi, anche poteri vari e tanto altro.
Il mistero che ruota attorno al protagonista, un semplice bambino, è reso molto bene e spinge il lettore a voler sapere di più su di lui e sul suo passato.
Nulla toglie di enigmatico ai personaggi secondari, avvolti tutti dal medesimo mistero, che compaiono costantemente al fianco di Mayuki.
Il disegno è molto grazioso, ed è il classico tratto stilistico utilizzato nei manga shojo, così come conferma l'autrice stessa. Le curve sono molto tondeggianti e arrotondate, quindi da far risultare il disegno "kawaii".
Mayuki è il primo protagonista di un manga che leggo essere di un carattere privo di ogni sentimento negativo, perfettamente educato e aggraziato, ma che comunque non risulta antipatico, anzi.
Inoltre terrei ad evidenziare il costo, il formato e le pagine di questo manga, per 3,90€ abbiamo un'edizione più che meritevole.
Una lettura interessante, veloce, e con misteri più complessi di quanto possa sembrare ad un primo e superficiale sguardo: all'inizio paiono semplici da risolvere, ma in men che non si dica ci si accorge di aver completamente errato la soluzione al caso.
Ritengo però opportuno dire che è un manga che consiglio a chi non ama i seinen e che predilige manga più tranquilli, poiché è quasi un manga rivolto al pubblico femminile da quello che ho potuto constatare. È un manga da non prendere sottogamba, e credo di continuarlo poiché mi stupisce e sa comunque tenermi incollata alla lettura seppur io non sia un'amante del genere giallo-poliziesco.
Kyuto, nuovo nome dell'ex capitale Tokyo, è caduta in rovina costringendo la popolazione nipponica ad uno status di povertà e malavita. La vecchia capitale si trasforma in un misto tra epoca vittoriana e mistero, dove soltanto il giovane detective dai poteri misteriosi potrà risolvere gli enigmi che avvolge questa città.
Sto finendo di leggere il volume numero 3 e devo ammettere che, pur non essendo una persona attratta dai manga che trattano l'argomento "giallo" (infatti ho ricevuto questo manga in regalo), sto apprezzando molto questi volumetti (in totale ne posseggo 4).
Bisogna ammettere che non è il classico manga enigmistico, anzi, qui vengono messi in gioco molto più che semplici enigmi e rompicapi, anche poteri vari e tanto altro.
Il mistero che ruota attorno al protagonista, un semplice bambino, è reso molto bene e spinge il lettore a voler sapere di più su di lui e sul suo passato.
Nulla toglie di enigmatico ai personaggi secondari, avvolti tutti dal medesimo mistero, che compaiono costantemente al fianco di Mayuki.
Il disegno è molto grazioso, ed è il classico tratto stilistico utilizzato nei manga shojo, così come conferma l'autrice stessa. Le curve sono molto tondeggianti e arrotondate, quindi da far risultare il disegno "kawaii".
Mayuki è il primo protagonista di un manga che leggo essere di un carattere privo di ogni sentimento negativo, perfettamente educato e aggraziato, ma che comunque non risulta antipatico, anzi.
Inoltre terrei ad evidenziare il costo, il formato e le pagine di questo manga, per 3,90€ abbiamo un'edizione più che meritevole.
Una lettura interessante, veloce, e con misteri più complessi di quanto possa sembrare ad un primo e superficiale sguardo: all'inizio paiono semplici da risolvere, ma in men che non si dica ci si accorge di aver completamente errato la soluzione al caso.
Ritengo però opportuno dire che è un manga che consiglio a chi non ama i seinen e che predilige manga più tranquilli, poiché è quasi un manga rivolto al pubblico femminile da quello che ho potuto constatare. È un manga da non prendere sottogamba, e credo di continuarlo poiché mi stupisce e sa comunque tenermi incollata alla lettura seppur io non sia un'amante del genere giallo-poliziesco.
Giappone. In un ipotetico futuro la città di Tokyo è stata devastata da un catastrofico terremoto, spogliata delle sedi governative e abbandonata dai cittadini più in vista, ha visto cambiare il suo nome in Kyuto ed è divenuta un luogo dove fioriscono le attività criminali. Di fronte ad alcuni casi che paiono sfociare nel paranormale la polizia, che già non interviene spesso a Kyuto, brancola nel buio. Ai due detective incaricati dei casi misteriosi non resta che affidarsi al giovane Mayuki Hyuga, un ragazzino un po' goffo che vive in una grande villa nascosta nei sobborghi di Kyuto, ma che possiede un intuito e un'intelligenza al di fuori del comune.
Nel suo inizio <i>Labyrinth</i> pare inserirsi appieno nel genere “Giallo”, inevitabilmente ne consegue il paragone con <i>Detective Conan</i>, massimo esempio attuale del genere in campo manga, vista anche la giovane età del protagonista. Rapidamente però vengono inseriti elementi più d'azione e di mistero, presumibilmente per variare un po' il registro di un tipo di opera che, per sua natura, tende ad essere un po' ripetitiva. Fulcro di questo lato di <i>Labyrinth</i> è Seiran, l'enigmatico maggiordomo di Mayuki che come si scoprirà può controllare due temibili combattenti chiamate Aya e fargli fare il “lavoro sporco” all'insaputa dell'ignaro Mayuki. Col procedere della storia, i casi si faranno tuttavia sempre più radi per lasciare spazio all'azione e a un confronto a viso aperto fra Mayuki e i suoi nemici che tramano bell'ombra (ma neanche poi tanto).
Questa evoluzione della storia tuttavia mi ha lasciato un po' interdetto. Dalle premesse mi sarei aspettato che <i>Labyrinth</i> mantenesse una maggiore competente “investigativa” ma questo chiaramente è una aspettativa personale. La cosa che però non mi ha convinto molto sta nel fatto che praticamente i personaggi passano più tempo nei flashback a spiegare gli eventi passati piuttosto che ad agire nel presente. Fatto sta che molti eventi chiave passano via sin troppo veloci. Stesso destino per i combattimenti (dove le Aya entrano in gioco) che il più delle volte sono sbrigativi se non in pratica saltati a piè pari.
Graficamente <i>Labyrinth</i> si presenta abbastanza bene. Lo stile di disegno di Seiji Wakayama è gradevole, arioso, mai pesante e curato nei dettagli e nelle rifiniture, specialmente nei personaggi. Peccato che la carta di tonalità giallognola impiegata nell'edizione italiana curata da GP Publishing non ne permetta una resa ottimale. Edizione che, pur non brillando per i materiali, ci dà dei volumi corposi ma maneggevoli e dal prezzo contenuto.
Alla fin fine <i>Labyrinth</i> non è malvagio come manga: ha un disegno gradevole e porta molti spunti anche se questi poi non sono sviluppati a dovere. Magari è consigliabile se si è in cerca di una lettura non molto impegnativa nel qual caso, visti i non molti volumi e il relativo prezzo contenuto, si può pensare di imbarcarsi in questa nuova avventura.
Nel suo inizio <i>Labyrinth</i> pare inserirsi appieno nel genere “Giallo”, inevitabilmente ne consegue il paragone con <i>Detective Conan</i>, massimo esempio attuale del genere in campo manga, vista anche la giovane età del protagonista. Rapidamente però vengono inseriti elementi più d'azione e di mistero, presumibilmente per variare un po' il registro di un tipo di opera che, per sua natura, tende ad essere un po' ripetitiva. Fulcro di questo lato di <i>Labyrinth</i> è Seiran, l'enigmatico maggiordomo di Mayuki che come si scoprirà può controllare due temibili combattenti chiamate Aya e fargli fare il “lavoro sporco” all'insaputa dell'ignaro Mayuki. Col procedere della storia, i casi si faranno tuttavia sempre più radi per lasciare spazio all'azione e a un confronto a viso aperto fra Mayuki e i suoi nemici che tramano bell'ombra (ma neanche poi tanto).
Questa evoluzione della storia tuttavia mi ha lasciato un po' interdetto. Dalle premesse mi sarei aspettato che <i>Labyrinth</i> mantenesse una maggiore competente “investigativa” ma questo chiaramente è una aspettativa personale. La cosa che però non mi ha convinto molto sta nel fatto che praticamente i personaggi passano più tempo nei flashback a spiegare gli eventi passati piuttosto che ad agire nel presente. Fatto sta che molti eventi chiave passano via sin troppo veloci. Stesso destino per i combattimenti (dove le Aya entrano in gioco) che il più delle volte sono sbrigativi se non in pratica saltati a piè pari.
Graficamente <i>Labyrinth</i> si presenta abbastanza bene. Lo stile di disegno di Seiji Wakayama è gradevole, arioso, mai pesante e curato nei dettagli e nelle rifiniture, specialmente nei personaggi. Peccato che la carta di tonalità giallognola impiegata nell'edizione italiana curata da GP Publishing non ne permetta una resa ottimale. Edizione che, pur non brillando per i materiali, ci dà dei volumi corposi ma maneggevoli e dal prezzo contenuto.
Alla fin fine <i>Labyrinth</i> non è malvagio come manga: ha un disegno gradevole e porta molti spunti anche se questi poi non sono sviluppati a dovere. Magari è consigliabile se si è in cerca di una lettura non molto impegnativa nel qual caso, visti i non molti volumi e il relativo prezzo contenuto, si può pensare di imbarcarsi in questa nuova avventura.
Labyrinth è un manga pubblicato dal 2006 sulle pagine di Magazine Special, la stessa rivista che ospita anche Psycho Buster e Tribal 12, edite in Italia sempre dalla GP Publishing, che ha riscosso un discreto successo in patria ed ha portato ad una versione animata della serie, ma oramai questo non è necessariamente simbolo di qualità visto che quasi tutte le serie vengono convertite in anime, anche solo in un OAV autoconclusivo, infatti Labyrinth dopo una falsa partenza che prometteva bene si perde per colpa di semplici errori. L’opera ideata da Meito Manjo e disegnata da Seiji Wakayama si può definire solamente uno spreco, sia per le potenzialità della stessa che per il tempo usato per leggerla.
Dopo un forte terremoto che ha creato numerosi danni la capitale del Giappone è cambiata, da quel giorno Tokyo ha visto andarsene sempre più persone finendo così mezza abbandonata e totalmente disastrata.
Nell’ultimo periodo ci sono sempre più omicidi definiti “Paranormali” per la loro assurdità e la polizia, visto che non riesce a risolverli, decide di etichettarli con questo nome per non lasciarli irrisolti burocraticamente, ma l’investigatore Miyako Tomaru e il suo assistente Ryosuke vogliono risolverli, non accettando l’idea di crimini irrisolti, così Ryosuke chiede l’aiuto di un bravissimo detective che altri non è che Mayuki Hyuga, un bambino che vive con un maggiordomo che gli fa da tutore, una cameriera e un’amica particolarmente invadente, senza dimenticare il suo cane Maru. Così Mayuki riuscirà a risolvere dei casi apparentemente impossibili grazie al potere dell’onniscenza che entra in funzione mentre dorme, ma non potrà dimostrare la colpevolezza per l’assenza di prove, ma di notte il maggiordomo con un comando trasformerà le due ragazze in Aya, due incredibili combattenti al suo servizio, e punirà il colpevole. Il tutto continuerà su questa linea fino alla comparsa di Seiju, un nemico misterioso che vuole rapire Mayuki.
La storia di base non è male, anche se alcuni casi paiono troppo assurdi così come le soluzioni, rimane comunque una lettura discreta e gradevole, ma più va avanti più perde di qualità: gli omicidi vengono sostituiti da casi sempre più banali e scontati fino al punto dove la maggior parte della storia sarà dedicata alla scoperta della verità sul passato di Mayuki e di Seiju, il che non sarebbe un male se non fosse che il tutto è ampiamente scontato e prevedibile, senza contare il finale che sarà ancora più banale e intuibile già dai numeri precedenti.
Altri sbagli sono imputabili alle scelte dell’autore di aggiungere altre Aya, inizialmente quest’idea ha un suo fascino ma inspiegabilmente finiscono per scontrarsi con quelle del rivale annullandosi a vicenda rimanendo così per la maggior parte delle volte una figura di contorno, inoltre farà la sua comparsa anche un aya mezzo pesce che stonerà con tutto il resto visto che la sua natura non verrà mai spiegata.
I disegni inizialmente hanno un tratto visibilmente immaturo, ma in poco tempo diventerà preciso e pulito. Lo stile tendente allo spigoloso dimostra la sua variabilità quando diventerà molto morbido, quasi etereo, per disegnare la chioma di Mayuki o il rotondo pelo di Maru. Ottimamente riusciti risultano anche i costumi e i tatuaggi delle Aya, ben curati e particola rizzati.
Peccato per la staticità delle scene, anche durante i combattimenti e difficile percepire dei movimenti così il tutto risulta piatto, inoltre la vera pecca del comparto grafico sono gli occhi, questi specchi dell’anima per la maggior parte delle occasioni sembrano vuoti e tolgono ogni minima parvenza di umanità ai personaggi.
Le tavole sono ben impostate anche se in qualche occasione sembra sentire come un Deja-Vu per via di alcune immagini molto simili che si ripeteranno nel manga, e i retini risultano ottimamente curati, anche se in qualche occasione paiono troppo pesanti.
L’edizione GP Publishing non è cattiva per il prezzo a cui viene posta, anche se si poteva fare di meglio, gli albi inaspettatamente voluminosi per sole 200 pagine hanno una carta leggermente giallastra anche se fortunatamente priva di trasparenze, non ci saranno pagine a colori e la qualità di stampa è quasi sempre buona, il vero pregio è la flessibilità del volumetto e della rilegatura che permettono una lettura agevole senza comprometterne l’integrità.
Labyrinth avrebbe potuto essere un buon shonen, invece le discutibili scelte degli autori hanno rovinato il tutto trasformandolo in una fiera banalità. Sarà frustrante leggere cose già capite e scontate, senza contare le numerose gag abbastanza ripetitive e i personaggi fin troppo stereotipati, Mayuki sempre dolce, innocente che farà cadere ai suoi piedi tutte le presenze femminili, la povera cameriera imbranata e volenterosa, l’amica violenta e rozza, il nemico che nei momenti cruciali traballa sul bilico tra bene e male ma per poi rimanere sempre dalla seconda parte, senza contare gli altri personaggi che andranno ad affiancare il protagonista.
A conti fatti se i due autori si dedicheranno ad una versione riveduta e corretta dell’opera, perseguendo maggiormente l’idea iniziale e svelando la verità con una buona chiave narrativa, potrebbe risultare un manga da consigliare, ma così si tratta solo un un’opera fine a se stessa che difficilmente potrebbe aggradare qualcuno.
Dopo un forte terremoto che ha creato numerosi danni la capitale del Giappone è cambiata, da quel giorno Tokyo ha visto andarsene sempre più persone finendo così mezza abbandonata e totalmente disastrata.
Nell’ultimo periodo ci sono sempre più omicidi definiti “Paranormali” per la loro assurdità e la polizia, visto che non riesce a risolverli, decide di etichettarli con questo nome per non lasciarli irrisolti burocraticamente, ma l’investigatore Miyako Tomaru e il suo assistente Ryosuke vogliono risolverli, non accettando l’idea di crimini irrisolti, così Ryosuke chiede l’aiuto di un bravissimo detective che altri non è che Mayuki Hyuga, un bambino che vive con un maggiordomo che gli fa da tutore, una cameriera e un’amica particolarmente invadente, senza dimenticare il suo cane Maru. Così Mayuki riuscirà a risolvere dei casi apparentemente impossibili grazie al potere dell’onniscenza che entra in funzione mentre dorme, ma non potrà dimostrare la colpevolezza per l’assenza di prove, ma di notte il maggiordomo con un comando trasformerà le due ragazze in Aya, due incredibili combattenti al suo servizio, e punirà il colpevole. Il tutto continuerà su questa linea fino alla comparsa di Seiju, un nemico misterioso che vuole rapire Mayuki.
La storia di base non è male, anche se alcuni casi paiono troppo assurdi così come le soluzioni, rimane comunque una lettura discreta e gradevole, ma più va avanti più perde di qualità: gli omicidi vengono sostituiti da casi sempre più banali e scontati fino al punto dove la maggior parte della storia sarà dedicata alla scoperta della verità sul passato di Mayuki e di Seiju, il che non sarebbe un male se non fosse che il tutto è ampiamente scontato e prevedibile, senza contare il finale che sarà ancora più banale e intuibile già dai numeri precedenti.
Altri sbagli sono imputabili alle scelte dell’autore di aggiungere altre Aya, inizialmente quest’idea ha un suo fascino ma inspiegabilmente finiscono per scontrarsi con quelle del rivale annullandosi a vicenda rimanendo così per la maggior parte delle volte una figura di contorno, inoltre farà la sua comparsa anche un aya mezzo pesce che stonerà con tutto il resto visto che la sua natura non verrà mai spiegata.
I disegni inizialmente hanno un tratto visibilmente immaturo, ma in poco tempo diventerà preciso e pulito. Lo stile tendente allo spigoloso dimostra la sua variabilità quando diventerà molto morbido, quasi etereo, per disegnare la chioma di Mayuki o il rotondo pelo di Maru. Ottimamente riusciti risultano anche i costumi e i tatuaggi delle Aya, ben curati e particola rizzati.
Peccato per la staticità delle scene, anche durante i combattimenti e difficile percepire dei movimenti così il tutto risulta piatto, inoltre la vera pecca del comparto grafico sono gli occhi, questi specchi dell’anima per la maggior parte delle occasioni sembrano vuoti e tolgono ogni minima parvenza di umanità ai personaggi.
Le tavole sono ben impostate anche se in qualche occasione sembra sentire come un Deja-Vu per via di alcune immagini molto simili che si ripeteranno nel manga, e i retini risultano ottimamente curati, anche se in qualche occasione paiono troppo pesanti.
L’edizione GP Publishing non è cattiva per il prezzo a cui viene posta, anche se si poteva fare di meglio, gli albi inaspettatamente voluminosi per sole 200 pagine hanno una carta leggermente giallastra anche se fortunatamente priva di trasparenze, non ci saranno pagine a colori e la qualità di stampa è quasi sempre buona, il vero pregio è la flessibilità del volumetto e della rilegatura che permettono una lettura agevole senza comprometterne l’integrità.
Labyrinth avrebbe potuto essere un buon shonen, invece le discutibili scelte degli autori hanno rovinato il tutto trasformandolo in una fiera banalità. Sarà frustrante leggere cose già capite e scontate, senza contare le numerose gag abbastanza ripetitive e i personaggi fin troppo stereotipati, Mayuki sempre dolce, innocente che farà cadere ai suoi piedi tutte le presenze femminili, la povera cameriera imbranata e volenterosa, l’amica violenta e rozza, il nemico che nei momenti cruciali traballa sul bilico tra bene e male ma per poi rimanere sempre dalla seconda parte, senza contare gli altri personaggi che andranno ad affiancare il protagonista.
A conti fatti se i due autori si dedicheranno ad una versione riveduta e corretta dell’opera, perseguendo maggiormente l’idea iniziale e svelando la verità con una buona chiave narrativa, potrebbe risultare un manga da consigliare, ma così si tratta solo un un’opera fine a se stessa che difficilmente potrebbe aggradare qualcuno.
Questo manga l'ho trovato particolarmente bello, nonostante io ancora lo debba finire. Parlando della qualità, anche se costa solo € 3.90, è un'edizione fatta molto bene e per questo mi congratulo con la neonata Gp!
Adesso passiamo alla storia:
<b>[ATTENZIONE SPOILER]</b>
Questo manga si apre con la descrizione dello scenario costituito dalla città di Tokyo, che appare disastrata e per lo più distrutta; inoltre adesso prende il nome di Kyuto. Dopo questa breve introduzione vengono presentati i personaggi principali della vicenda. Protagonista del manga nato dalla coppia Wakanama-Banjo è Mayuki, un ragazzino di dodici anni. Poi ci sono altri personaggi, Seiran, Sanae e Hatsumi in primis a livello di importanza. Il protagonista sin dai primi volumi mostra capacità fuori dal comune. Riesce come dice lui stesso ("sono riuscito a trovare l'uscita dal labirinto") a vedere le dinamiche di un delitto o rapimento su cui è chiamato ad indagare.
Suo acerrimo nemico sarà, dopo i primi due volumi, Seiju che per qualche oscuro motivo stuzzica il nostro protagonista. Inoltre è importante vedere pure il ruolo che assumono Seiran, Sanae ed Hatsumi... Che dire più, il resto è meglio scoprirlo leggendo il manga!
Questo manga, mi ha colpito particolarmente, forse perchè all'inizio ero dubbioso sull'acquistarlo o no. I personaggi vengono caratterizzati molto bene e la storia avanza fluidamente senza annoiare il lettore. Non paragonatelo a Conan (che io detesto), perchè è tutt'altra cosa, ed almeno gli autori hanno avuto la decenza di non rovinare la loro opera facendone soltanto 8 volumi... e non 150.
Gli do un 9 perchè è veramente ben fatto ed è molto coinvolgente. Il voto però può abbassare o aumentare a seconda del finale!
Adesso passiamo alla storia:
<b>[ATTENZIONE SPOILER]</b>
Questo manga si apre con la descrizione dello scenario costituito dalla città di Tokyo, che appare disastrata e per lo più distrutta; inoltre adesso prende il nome di Kyuto. Dopo questa breve introduzione vengono presentati i personaggi principali della vicenda. Protagonista del manga nato dalla coppia Wakanama-Banjo è Mayuki, un ragazzino di dodici anni. Poi ci sono altri personaggi, Seiran, Sanae e Hatsumi in primis a livello di importanza. Il protagonista sin dai primi volumi mostra capacità fuori dal comune. Riesce come dice lui stesso ("sono riuscito a trovare l'uscita dal labirinto") a vedere le dinamiche di un delitto o rapimento su cui è chiamato ad indagare.
Suo acerrimo nemico sarà, dopo i primi due volumi, Seiju che per qualche oscuro motivo stuzzica il nostro protagonista. Inoltre è importante vedere pure il ruolo che assumono Seiran, Sanae ed Hatsumi... Che dire più, il resto è meglio scoprirlo leggendo il manga!
Questo manga, mi ha colpito particolarmente, forse perchè all'inizio ero dubbioso sull'acquistarlo o no. I personaggi vengono caratterizzati molto bene e la storia avanza fluidamente senza annoiare il lettore. Non paragonatelo a Conan (che io detesto), perchè è tutt'altra cosa, ed almeno gli autori hanno avuto la decenza di non rovinare la loro opera facendone soltanto 8 volumi... e non 150.
Gli do un 9 perchè è veramente ben fatto ed è molto coinvolgente. Il voto però può abbassare o aumentare a seconda del finale!
Labyrinth (Suteki Tantei Labyrinth) è un manga diretto da Meito Banjo e disegnato da Seiji Wakayama, pubblicato in Giappone nel 2006 dalla casa editrice Kodansha edito qua in Italia nel 2009 da GP Publishing. Qui è arrivato un po’ in sordina e senza tanto clamore.
Riassunto dei primi due volumi:
Un tempo convulsa metropoli del Giappone, Tokio è oggi una città devastata e semideserta, chiamata comunemente Kyuto, “Vecchia Capitale”, per distinguerla da Shinto, la nuova capitale. In questa città in rovina, ridotta a covo dei peggiori malviventi, succedono continuamente crimini di ogni genere, al punto che la situazione è ormai ingestibile anche per la polizia. Alcuni casi, ai quali né la scientifica né le indagini riescono a dare spiegazione logica, vengono archiviati con la definizione di “casi paranormali” restando così irrisolti. L’ispettore di Shinto Miyako è però convinta che sia possibile spiegare razionalmente anche i casi più misteriosi e, in compagnia dell’agente Ryusuke Inogami, si mette a indagare su un delitto archiviato come “paranormale” nel quale era stato ritrovato un cadavere infilzato sulla punta di una vecchia torre di ferro. I due poliziotti, non riuscendo a trovare indizi, decidono di ricorrere all’aiuto di un giovane detective di Kyuto, che già altre volte ha fornito il suo aiuto alla legge. Tomaru rimane però molto stupita quando, incontrandolo, scopre che il noto Myuki Hyuga è in realtà un dolce bambino di undici anni, assistito dall’inseparabile maggiordomo Seirano Shinano, dall’imbranata cameriera Hatsumi e dalla turbolenta amica Sanae. Seppur restia, l’ispettore accetta così di coinvolgere il ragazzino nelle indagini e così, grazie alle incredibili deduzioni di Myuki, riescono a scoprire l’identità dell’assassino – il vigile del fuoco Ramo – e il modo con cui ha potuto trasportare il cadavere fino alla cima dell’alta torre. Qualche giorno dopo, nel liceo femminile Wakasuka Moegi, viene ucciso il professore di musica Mokuno, noto per intrattenere rapporti poco professionali con le studentesse. All’arrivo della polizia però, accanto al cadavere, si trova proprio Hatsumi, che si era recata nell’aula per parlare con l’insegnante con in mano le forbici usate per uccidere l’uomo. La cameriera di Myuki finisce così per essere considerata la principale indiziata dell’omicidio, ma il suo amico detective, con l’aiuto di Tomaru, Seiran e gli altri, è deciso a dimostrare l’innocenza di Hatsumi…
Scopre così che l’umo lavorava di nascosto in un host club e che la maestra di violino dell’istituto Seishuin, la professoressa Itsumi, era una delle sue clienti. Indagando ulteriormente, riesce a incastrare la donna dimostrando che il suo alibi è falso e che è stata proprio lei l’assassina, scagionando così Hatsumi. Successivamente Myuki viene interpellato dalla polizia per una serie di casi di indagini di giovani ragazze svanite nel nulla. Appena iniziano le indagini, però, scompare misteriosamente anche l’amica di Myuki, Sanae. Il piccolo detective, analizzando le carte numerate ritrovate nei luoghi delle sparizioni, comprende che il colpevole deve essere qualcuno che lo conosce bene. Tutti gli indizi diventano chiari e lo indirizzano… al salone di casa sua! Lì Myuki ritrova Sanae e un inquietante personaggio di nome Seiju…
La trama di Labyrinth l’ho trovata assai originale, complicata e articolata. Non è affatto semplice e per alcuni casi, bisogna rileggere due volte le deduzioni di Myuki per capirle affondo. La storia scorre velocemente e in modo rapido, ma non troppo. La sceneggiatura e i dialoghi sono perfetti e l’impostazione delle tavole è quantomeno azzecata. L’approfondimento di tutti i personaggi non è mai blando ma anzi, sono tutti ben usati e con una psicologia interessante; in primis Myuki, un personaggio che all’apparenza può sembrare un comune ragazzino, ma che poi si rivela un personaggio molto misterioso.
Parlando del disegno, devo dire che, è uno dei migliori mai visti, estremamente curato, dettagliato e particolareggiato. Le tavole sono comunemente ricche di tratteggi e il design è molto originale e ben fatto, considerando che si tratta di un’opera di debutto (anche se non lo fosse, comunque).
L’edizione italiana di GP Publishing è molto buona. Presenta una rilegatura morbida e flessibile, e sfogliare l’albo è molto piacevole. La carta liscia e bianca si adegua perfettamente alla storia, unica nota dolente sono un po’ di errori grammaticali qua e la, ma che si ritrovano, fortunatamente, solo nel primo volumetto. Il rapporto qualità/prezzo (3.90 euro) è ottimo, considerando la buona rilegatura e l’assenza di sovracopertina e pagine a colori.
Un ottimo manga che seguirò fino alla fine.
Riassunto dei primi due volumi:
Un tempo convulsa metropoli del Giappone, Tokio è oggi una città devastata e semideserta, chiamata comunemente Kyuto, “Vecchia Capitale”, per distinguerla da Shinto, la nuova capitale. In questa città in rovina, ridotta a covo dei peggiori malviventi, succedono continuamente crimini di ogni genere, al punto che la situazione è ormai ingestibile anche per la polizia. Alcuni casi, ai quali né la scientifica né le indagini riescono a dare spiegazione logica, vengono archiviati con la definizione di “casi paranormali” restando così irrisolti. L’ispettore di Shinto Miyako è però convinta che sia possibile spiegare razionalmente anche i casi più misteriosi e, in compagnia dell’agente Ryusuke Inogami, si mette a indagare su un delitto archiviato come “paranormale” nel quale era stato ritrovato un cadavere infilzato sulla punta di una vecchia torre di ferro. I due poliziotti, non riuscendo a trovare indizi, decidono di ricorrere all’aiuto di un giovane detective di Kyuto, che già altre volte ha fornito il suo aiuto alla legge. Tomaru rimane però molto stupita quando, incontrandolo, scopre che il noto Myuki Hyuga è in realtà un dolce bambino di undici anni, assistito dall’inseparabile maggiordomo Seirano Shinano, dall’imbranata cameriera Hatsumi e dalla turbolenta amica Sanae. Seppur restia, l’ispettore accetta così di coinvolgere il ragazzino nelle indagini e così, grazie alle incredibili deduzioni di Myuki, riescono a scoprire l’identità dell’assassino – il vigile del fuoco Ramo – e il modo con cui ha potuto trasportare il cadavere fino alla cima dell’alta torre. Qualche giorno dopo, nel liceo femminile Wakasuka Moegi, viene ucciso il professore di musica Mokuno, noto per intrattenere rapporti poco professionali con le studentesse. All’arrivo della polizia però, accanto al cadavere, si trova proprio Hatsumi, che si era recata nell’aula per parlare con l’insegnante con in mano le forbici usate per uccidere l’uomo. La cameriera di Myuki finisce così per essere considerata la principale indiziata dell’omicidio, ma il suo amico detective, con l’aiuto di Tomaru, Seiran e gli altri, è deciso a dimostrare l’innocenza di Hatsumi…
Scopre così che l’umo lavorava di nascosto in un host club e che la maestra di violino dell’istituto Seishuin, la professoressa Itsumi, era una delle sue clienti. Indagando ulteriormente, riesce a incastrare la donna dimostrando che il suo alibi è falso e che è stata proprio lei l’assassina, scagionando così Hatsumi. Successivamente Myuki viene interpellato dalla polizia per una serie di casi di indagini di giovani ragazze svanite nel nulla. Appena iniziano le indagini, però, scompare misteriosamente anche l’amica di Myuki, Sanae. Il piccolo detective, analizzando le carte numerate ritrovate nei luoghi delle sparizioni, comprende che il colpevole deve essere qualcuno che lo conosce bene. Tutti gli indizi diventano chiari e lo indirizzano… al salone di casa sua! Lì Myuki ritrova Sanae e un inquietante personaggio di nome Seiju…
La trama di Labyrinth l’ho trovata assai originale, complicata e articolata. Non è affatto semplice e per alcuni casi, bisogna rileggere due volte le deduzioni di Myuki per capirle affondo. La storia scorre velocemente e in modo rapido, ma non troppo. La sceneggiatura e i dialoghi sono perfetti e l’impostazione delle tavole è quantomeno azzecata. L’approfondimento di tutti i personaggi non è mai blando ma anzi, sono tutti ben usati e con una psicologia interessante; in primis Myuki, un personaggio che all’apparenza può sembrare un comune ragazzino, ma che poi si rivela un personaggio molto misterioso.
Parlando del disegno, devo dire che, è uno dei migliori mai visti, estremamente curato, dettagliato e particolareggiato. Le tavole sono comunemente ricche di tratteggi e il design è molto originale e ben fatto, considerando che si tratta di un’opera di debutto (anche se non lo fosse, comunque).
L’edizione italiana di GP Publishing è molto buona. Presenta una rilegatura morbida e flessibile, e sfogliare l’albo è molto piacevole. La carta liscia e bianca si adegua perfettamente alla storia, unica nota dolente sono un po’ di errori grammaticali qua e la, ma che si ritrovano, fortunatamente, solo nel primo volumetto. Il rapporto qualità/prezzo (3.90 euro) è ottimo, considerando la buona rilegatura e l’assenza di sovracopertina e pagine a colori.
Un ottimo manga che seguirò fino alla fine.
In realtà sarebbe un 6,5 ma preferisco arrotondare per difetto. Labyrinth si svolge Kyuto, nuovo nome della città di Tokyo, dove 30 anni prima c'è stata una terribile catastrofe. Da quel giorno però Kyuto è andata sempre più decadendo fino ad arrivare ad un punto in cui persino le autorità preferiscono dare precedenza a ciò che accade altrove. Infatti i crimini che la polizia spesso non riesce risolvere vengono classificati come "paranormali" ed archiviati. Ma fortunatamente il nostro protagonista, Miyuki Hyuga, un bambino ancora, ha delle doti intellettive decisamente superiori alla norma e si offre di buon grado ad aiutare due agenti a risolvere i casi che vengono classificati come "inspiegabili"; al suo fianco ad aiutarlo troveremo sempre il suo maggiordomo e le sue 2 migliori amiche.
Già dal primo volume si intuisce che qualcosa attorno al nostro Miyuki Hyuga non è del tutto normale e ci fa pensare che il piccolo protagonista nasconda in realtà un segreto non indifferente, così come quello celato dal suo maggiordomo, che nel secondo volume inizia a svelarsi... ed è proprio questo che attira di questo fumetto, sono i retroscena ad incuriosire anche perchè, se devo dirla tutta, i casi vengono esposti sempre troppo rapidamente senza dare alcun indizio, e vengono poi risolti in una manciata di pagine dopo un intuizione geniale del protagonista, senza dare quindi al lettore una sensazione di immersione nel caso visto che la soluzione è sempre qualcosa a cui è impossibile arrivare, sopratutto vista l'assenza di indizi. Questo potrebbe sorprendere qualcuno, ma penso che poca gente trovi interessante questo manga per i suoi casi investigativi, che dal mio punto di vista sono più elementi che servono a creare attorno al personaggio di Mayuki una sorta di alone di mistero.
Ovviamente non possono mancare le scenette divertenti che ci fanno sorridere tra una storia e l'altra, e che ci fanno vivere l'atmosfera che si respira in casa Hyuga tra maggiordomi che non sorridono mai e amiche pazze furiose, utilizzando a volte anche un disegno "deformed" che rende molto bene i pensieri dei personaggi.
Per il resto il tratto è molto piacevole, niente di particolarmente nuovo o particolarmente scandaloso.
Un manga che consiglio di provare, tenendo sempre presente che è una storia leggera o di puro intrattenimento, siamo al secondo volume su 9 e sicuramente la storia evolverà ancora e i colpi di scena saranno veramente tanti.
Già dal primo volume si intuisce che qualcosa attorno al nostro Miyuki Hyuga non è del tutto normale e ci fa pensare che il piccolo protagonista nasconda in realtà un segreto non indifferente, così come quello celato dal suo maggiordomo, che nel secondo volume inizia a svelarsi... ed è proprio questo che attira di questo fumetto, sono i retroscena ad incuriosire anche perchè, se devo dirla tutta, i casi vengono esposti sempre troppo rapidamente senza dare alcun indizio, e vengono poi risolti in una manciata di pagine dopo un intuizione geniale del protagonista, senza dare quindi al lettore una sensazione di immersione nel caso visto che la soluzione è sempre qualcosa a cui è impossibile arrivare, sopratutto vista l'assenza di indizi. Questo potrebbe sorprendere qualcuno, ma penso che poca gente trovi interessante questo manga per i suoi casi investigativi, che dal mio punto di vista sono più elementi che servono a creare attorno al personaggio di Mayuki una sorta di alone di mistero.
Ovviamente non possono mancare le scenette divertenti che ci fanno sorridere tra una storia e l'altra, e che ci fanno vivere l'atmosfera che si respira in casa Hyuga tra maggiordomi che non sorridono mai e amiche pazze furiose, utilizzando a volte anche un disegno "deformed" che rende molto bene i pensieri dei personaggi.
Per il resto il tratto è molto piacevole, niente di particolarmente nuovo o particolarmente scandaloso.
Un manga che consiglio di provare, tenendo sempre presente che è una storia leggera o di puro intrattenimento, siamo al secondo volume su 9 e sicuramente la storia evolverà ancora e i colpi di scena saranno veramente tanti.
Nella città degradata e ormai abbandonata di Kiuto, il tasso di criminalità aumenta sempre di più, e con esso i casi da risolvere da parte della polizia. Alcuni di essi sono più complicati di altri, e per la grande difficoltà nel risolverli vengono classificati come casi paranormali... vi è solo un individuo che, per la sua grande intelligenza, riesce a trovare la via d'uscita di questi veri e propri "labirinti". L'idea di questo fumetto di per se è molto buona, ma lungo la storia vi è un episodio che spezza l'atmosfera del "giallo" in Thriller dai caratteri forti, forse nei volumi seguenti si spiegheranno molte più cose e si avrà un aspetto più gradevole, sicuramente un articolo da comprare ma non di corsa, dal momento che ci sono manga molto più appetitosi.