Sonata del Vento - La storia di Alice
Un vecchio detto dice che un libro non si giudica dalla copertina. Un manga però sì! Ho comprato "La Sonata del Vento" semplicemente perché mi ero innamorato di alcuni immagini trovate in rete. Mi hanno intrigato, si vedeva che l'autrice non era la Yumiko Igarashi di Candy Candy e Georgie, ma che si trattava comunque di qualcuno di quella scuola e di quegli anni. E infatti Chieko Hara è una perfetta rappresentante dello shojo ad ambientazione storica che andava tanto di moda negli anni settanta e ottanta e che è sfortunatamente caduto in disuso. Già dalla copertina si capiva la storia dietro la Sonata del Vento: non avevo dubbi, si trattava sicuramente delle avventure di un'orfanella nell'Inghilterra vittoriana, con tanto di affascinanti nobili e crudeli rivali. E infatti così è stato. In questo rispetto la Sonata non ha deluso, in altri rispetti invece ha superato le mie aspettative, rivelandosi più interessante del previsto.
La storia è presto detta: la giovane Alice, ereditiera di una facoltosa famiglia londinese, si trova ridotta sul lastrico ed è costretta a ritirarsi nello sperduto paesino di Blue Window, dove la famiglia possiede un vecchio cottage, unica proprietà sopravvissuta al tracollo finanziario. Lì Alice deve mandare avanti la famiglia. Orfana, come da canone, ha a carico una nonna anziana malata di cuore, una sorella minore poco più giovane di lei, immatura e tutta presa dai suoi spasimanti, e un fratellino di cinque anni. Alice si rimbocca le maniche, in poco tempo diventa maestra di musica alla scuola elementare, trova un nuovo amore, anzi due e... Qui mi fermo. Inutile dire di più nello specifico. Al contrario mi pare il caso di fare qualche osservazione che si applica alla "Sonata" ma anche in generale allo shojo dell'epoca.
Questo tipo di opere proponeva quasi sempre delle eroine estremamente positive, attive, energiche, in grado di recuperare di fronte ai peggiori rovesci della vita. Alice diventa povera, si trova addossata la responsabilità di tutta la famiglia, è soggetta a stress tremendi, ma non si scoraggia. Al contrario, il personaggio della nonna, che è un'adulta e dovrebbe saperne di più, subisce un completo crollo psicologico e fisico. La nonna di rivela incapace di reggere al cambiamento di status sociale e continua a vivere nel passato. Il personaggio è decisamente realistico e indovinato: a differenza delle nonnina adorabili di altri shojo, la nonna di Alice è un problema, una palla al piede, una persona che la soffoca e cerca in tutti i modi di fermarla nella sua ambizione di diventare pianista.
Oltre alla nonna sono ben caratterizzati tutti i personaggi adulti; l'insegnante di piano di Alice, Anna, e il preside della scuola dove lei trova lavoro. Nella "Sonata" tutti gli adulti sono cinici e disillusi, cercando in tutti i modi di spegnere i sogni dei giovani ("i sogni alla fine sono solo sogni" dice eloquentemente il preside) e questo non per crudeltà, ma al fine di proteggere gli stessi giovani, almeno nelle intenzioni. I giovani d'altra parte sono a volte troppo egoisti e incentrati su sé stessi (la sorella di Alice, Laurie) ma anche i loro difetti sono resi piuttosto bene e convincono. Alice invece è moralmente ineccepile, quasi una santa votata alla massima abnegazione, come si conviene per la protagonista. Fa il paio con Alice il giovane musicista Gilbert Ryan, ispirato al Gilbert Blythe di Anna dei Capelli Rossi, su ammissione della stessa autrice.
Va segnalato che, anche se Alice si comporta da santa, lo è suo malgrado, e non vuol dire che non abbia momenti di stress e di agitazione. Notevole e molto realistico è il suo scatto contro la fastidiosa nonna, chiusa nel suo dolore e cieca ai problemi di Alice. Come sempre negli shojo d'epoca - a differenza di quanto avviene in molti shojo moderni - ho apprezzato i personaggi maschili, inclusi il primo fidanzato di Alice e Laurie, il suo secondo. Perché Alice passa tre fidanzati diversi. Due la lasciano per vari motivi, ma lei non si abbatte e continua la sua vita senza inutili piagnistei. Tutto il contrario della maggioranza degli shojo moderni. Alice, come Candy e Georgie, non può permettersi il lusso dell'autocompatimento, ha troppe responsabilità da gestire e troppe persone da accudire. Sono questi gli shojo "virili" (mi si conceda il termine) e femministi che amo. Interessante anche il personaggio della sorella minore, invidiosa di Alice e sua rivale in amore. Si tratta di una ragazzina all'apparenza fatua e superficiale, ma in grado di slanci inaspettati.
Dal punto di vista dell'edizione la chiamerei senza infamia e senza lode. Piuttosto cara se la si confronta con quella di Georgie, che costa meno ed è molto migliore, con numerosissime pagine a colori. Sono assenti approfondimenti sull'autrice o sul manga. Ci sono solo due righe dell'autrice che testimoniano il suo amore per Anna dai Capelli Rossi. Interessanti, ma un po' pochino. Sono comunque soldi spesi bene, perché il manga è ottimo e disegnato benissimo.
Non siamo ai livelli eccelsi della Igarashi, ma si tratta comunque di un'autrice di tutto rispetto, in grado di realizzare copertine e tavole di ottimo livello. L'unica difetto è in alcune pagine un po' affollate, in cui l'autrice ha voluto inserire troppe cose in troppo poco spazio, ma questa era una pratica comune all'epoca. Al giorno d'oggi la stessa storia si sarebbe scritta con un numero almeno doppio di pagine. Trattandosi di due soli volumi, ricchissimi di azione e avvenimenti, alcuni aspetti sono trattati un po' troppo velocemente e il lettore deve applicarsi un po' per giustificare qualche evento, in particolare la conversione della nonna, che non è implausibile ma viene resa un po' troppo in fretta. Idem per il destino del giovane fratellino, che non viene mai chiarito nel velocissimo finale, motivo per cui bisogna un po' ingegniarsi per immaginare come si sia sistemato.
Nonostante i lievi difetti si tratta di un manga che raccomando, come tutte le opere di questa prolifica autrice. Al momento di suo ho letto la Sonata, Yami no Alexandra e Emma and the Earl, ma la sua produzione è molto più grande e purtroppo poco nota in Italia: non mi risulta che sia stato pubblicato altro altro oltre a Fostine, La leggenda dell'Arcobaleno e la Sonata del Vento. Ma c'è sempre speranza per il futuro!
La storia è presto detta: la giovane Alice, ereditiera di una facoltosa famiglia londinese, si trova ridotta sul lastrico ed è costretta a ritirarsi nello sperduto paesino di Blue Window, dove la famiglia possiede un vecchio cottage, unica proprietà sopravvissuta al tracollo finanziario. Lì Alice deve mandare avanti la famiglia. Orfana, come da canone, ha a carico una nonna anziana malata di cuore, una sorella minore poco più giovane di lei, immatura e tutta presa dai suoi spasimanti, e un fratellino di cinque anni. Alice si rimbocca le maniche, in poco tempo diventa maestra di musica alla scuola elementare, trova un nuovo amore, anzi due e... Qui mi fermo. Inutile dire di più nello specifico. Al contrario mi pare il caso di fare qualche osservazione che si applica alla "Sonata" ma anche in generale allo shojo dell'epoca.
Questo tipo di opere proponeva quasi sempre delle eroine estremamente positive, attive, energiche, in grado di recuperare di fronte ai peggiori rovesci della vita. Alice diventa povera, si trova addossata la responsabilità di tutta la famiglia, è soggetta a stress tremendi, ma non si scoraggia. Al contrario, il personaggio della nonna, che è un'adulta e dovrebbe saperne di più, subisce un completo crollo psicologico e fisico. La nonna di rivela incapace di reggere al cambiamento di status sociale e continua a vivere nel passato. Il personaggio è decisamente realistico e indovinato: a differenza delle nonnina adorabili di altri shojo, la nonna di Alice è un problema, una palla al piede, una persona che la soffoca e cerca in tutti i modi di fermarla nella sua ambizione di diventare pianista.
Oltre alla nonna sono ben caratterizzati tutti i personaggi adulti; l'insegnante di piano di Alice, Anna, e il preside della scuola dove lei trova lavoro. Nella "Sonata" tutti gli adulti sono cinici e disillusi, cercando in tutti i modi di spegnere i sogni dei giovani ("i sogni alla fine sono solo sogni" dice eloquentemente il preside) e questo non per crudeltà, ma al fine di proteggere gli stessi giovani, almeno nelle intenzioni. I giovani d'altra parte sono a volte troppo egoisti e incentrati su sé stessi (la sorella di Alice, Laurie) ma anche i loro difetti sono resi piuttosto bene e convincono. Alice invece è moralmente ineccepile, quasi una santa votata alla massima abnegazione, come si conviene per la protagonista. Fa il paio con Alice il giovane musicista Gilbert Ryan, ispirato al Gilbert Blythe di Anna dei Capelli Rossi, su ammissione della stessa autrice.
Va segnalato che, anche se Alice si comporta da santa, lo è suo malgrado, e non vuol dire che non abbia momenti di stress e di agitazione. Notevole e molto realistico è il suo scatto contro la fastidiosa nonna, chiusa nel suo dolore e cieca ai problemi di Alice. Come sempre negli shojo d'epoca - a differenza di quanto avviene in molti shojo moderni - ho apprezzato i personaggi maschili, inclusi il primo fidanzato di Alice e Laurie, il suo secondo. Perché Alice passa tre fidanzati diversi. Due la lasciano per vari motivi, ma lei non si abbatte e continua la sua vita senza inutili piagnistei. Tutto il contrario della maggioranza degli shojo moderni. Alice, come Candy e Georgie, non può permettersi il lusso dell'autocompatimento, ha troppe responsabilità da gestire e troppe persone da accudire. Sono questi gli shojo "virili" (mi si conceda il termine) e femministi che amo. Interessante anche il personaggio della sorella minore, invidiosa di Alice e sua rivale in amore. Si tratta di una ragazzina all'apparenza fatua e superficiale, ma in grado di slanci inaspettati.
Dal punto di vista dell'edizione la chiamerei senza infamia e senza lode. Piuttosto cara se la si confronta con quella di Georgie, che costa meno ed è molto migliore, con numerosissime pagine a colori. Sono assenti approfondimenti sull'autrice o sul manga. Ci sono solo due righe dell'autrice che testimoniano il suo amore per Anna dai Capelli Rossi. Interessanti, ma un po' pochino. Sono comunque soldi spesi bene, perché il manga è ottimo e disegnato benissimo.
Non siamo ai livelli eccelsi della Igarashi, ma si tratta comunque di un'autrice di tutto rispetto, in grado di realizzare copertine e tavole di ottimo livello. L'unica difetto è in alcune pagine un po' affollate, in cui l'autrice ha voluto inserire troppe cose in troppo poco spazio, ma questa era una pratica comune all'epoca. Al giorno d'oggi la stessa storia si sarebbe scritta con un numero almeno doppio di pagine. Trattandosi di due soli volumi, ricchissimi di azione e avvenimenti, alcuni aspetti sono trattati un po' troppo velocemente e il lettore deve applicarsi un po' per giustificare qualche evento, in particolare la conversione della nonna, che non è implausibile ma viene resa un po' troppo in fretta. Idem per il destino del giovane fratellino, che non viene mai chiarito nel velocissimo finale, motivo per cui bisogna un po' ingegniarsi per immaginare come si sia sistemato.
Nonostante i lievi difetti si tratta di un manga che raccomando, come tutte le opere di questa prolifica autrice. Al momento di suo ho letto la Sonata, Yami no Alexandra e Emma and the Earl, ma la sua produzione è molto più grande e purtroppo poco nota in Italia: non mi risulta che sia stato pubblicato altro altro oltre a Fostine, La leggenda dell'Arcobaleno e la Sonata del Vento. Ma c'è sempre speranza per il futuro!
<b>Attenzione, possibili spoiler</b>
Sonata del vento è un manga di Chieko Hara pubblicato per la prima volta in Italia nella rivista settimanale "Candy Candy", dove il titolo era stato modificato in La storia di Alice (dicitura che appare come sottotitolo anche nei volumetti monografici). Il senso di lettura era ovviamente ribaltato e le tavole erano state colorate arbitrariamente (infatti Alice non era bionda, ma castana) e chissà perché alcuni nomi erano modificati, tanto che il povero Eric è diventato Kiki.
Comunque, la storia è tutt'altro che banale e scontata, praticamente un romanzo di formazione: non solo all'inizio la protagonista vede crollare il suo mondo dorato ed è costretta a trasferirsi in campagna dove dovrà lavorare sodo per mantenere la famiglia, ma anche il seguito non è così scontato e nemmeno il finale (almeno fino a metà storia io non me lo sarei mai aspettato). Ci sono alcune ingenuità nello svolgimento degli eventi, ma l'autrice dimostra anche un certo coraggio nel trattare temi non facili ed adulti; inoltre ho apprezzato la caratterizzazione dei personaggi, che sono alquanto realistici, in particolare la nonna, che anche se per validi motivi è lontanissima dalla classica dolce nonnina che ci potremmo aspettare in uno shoujo. E poi c'è Prissy, un personaggio che inizialmente si vorrebbe prendere a sassate, ma che si rivela il più complesso della storia, nonché quello che più si trasforma man mano che si va avanti.
Lo stile di disegno della Hara, classico dello shoujo anni '80 pieno di fiori e di occhioni scintillanti, è molto elegante e gradevole, contribuendo alla validità dell'opera.
Le copertine della GP non mi hanno fatta impazzire, ma come si dice... Non bisogna lasciarsi ingannare dalla copertina, infatti il contenuto è stupendo.
L'unico motivo per cui metto 9 e non 10 è che l'autrice ha dimostrato fin troppo spudoratamente quanto sia stata influenzata da un romanzo che deve esserle piaciuto molto... così tanto da aver copiato quasi di sana pianta dal finale di questo romanzo l'espediente per realizzare una delle scene più importanti del suo manga!
Sonata del vento è un manga di Chieko Hara pubblicato per la prima volta in Italia nella rivista settimanale "Candy Candy", dove il titolo era stato modificato in La storia di Alice (dicitura che appare come sottotitolo anche nei volumetti monografici). Il senso di lettura era ovviamente ribaltato e le tavole erano state colorate arbitrariamente (infatti Alice non era bionda, ma castana) e chissà perché alcuni nomi erano modificati, tanto che il povero Eric è diventato Kiki.
Comunque, la storia è tutt'altro che banale e scontata, praticamente un romanzo di formazione: non solo all'inizio la protagonista vede crollare il suo mondo dorato ed è costretta a trasferirsi in campagna dove dovrà lavorare sodo per mantenere la famiglia, ma anche il seguito non è così scontato e nemmeno il finale (almeno fino a metà storia io non me lo sarei mai aspettato). Ci sono alcune ingenuità nello svolgimento degli eventi, ma l'autrice dimostra anche un certo coraggio nel trattare temi non facili ed adulti; inoltre ho apprezzato la caratterizzazione dei personaggi, che sono alquanto realistici, in particolare la nonna, che anche se per validi motivi è lontanissima dalla classica dolce nonnina che ci potremmo aspettare in uno shoujo. E poi c'è Prissy, un personaggio che inizialmente si vorrebbe prendere a sassate, ma che si rivela il più complesso della storia, nonché quello che più si trasforma man mano che si va avanti.
Lo stile di disegno della Hara, classico dello shoujo anni '80 pieno di fiori e di occhioni scintillanti, è molto elegante e gradevole, contribuendo alla validità dell'opera.
Le copertine della GP non mi hanno fatta impazzire, ma come si dice... Non bisogna lasciarsi ingannare dalla copertina, infatti il contenuto è stupendo.
L'unico motivo per cui metto 9 e non 10 è che l'autrice ha dimostrato fin troppo spudoratamente quanto sia stata influenzata da un romanzo che deve esserle piaciuto molto... così tanto da aver copiato quasi di sana pianta dal finale di questo romanzo l'espediente per realizzare una delle scene più importanti del suo manga!
“Sonata del vento” racconta la storia di Alice Jackson, primogenita di una ricca famiglia londinese, spensierata, felice, e con un talento per il pianoforte. La vita scorre serena tra le lezioni di piano dalla maestra Anna, le giornate trascorse con il fidanzato e i fratelli Eric (fratellino di cinque anni) e Prissy (sorella minore che trascorre le giornate circondata da spasimanti e abiti di lusso).
Ma la quotidianità viene interrotta dalla bancarotta della famiglia che costringe Alice, i fratelli e l'anziana nonna, al trasferimento nella casa estiva di Blue Window. E qui inizia la storia.
Ben presto Alice si renderà conto di cosa significhi diventare adulti, vivere di fatica e lavoro, accudire la nonna malata, curare la casa e pensare ai suoi fratelli... per fortuna l'aiuto della vicina di casa, Susy, le renderà le cose un po' più leggere.
A Blue Window Alice troverà l'amore, un lavoro come insegnante di musica grazie al quale può continuare ad esercitarsi con il piano; capirà cosa sia l'invidia e che la gelosia può cambiare le persone... persino i propri famigliari. Ma, in questo stato di povertà, la possibilità di inseguire il suo sogno di diventare pianista potrà mai realizzarsi?
Il tema principale di tutta l'opera è incentrato sulla maturità e la crescita, che spesso significa abbandonare i sogni a fronte di continui sacrifici, della difficoltà di conciliare la famiglia e i desideri. Ben presto Alice capirà che ogni lasciata è persa e la vita non è così rose e fiori come la vecchia vita di Londra. In questa storia l'amore gioca un ruolo fondamentale, che influenzerà le scelte e i sogni di Alice.
I disegni sono davvero ben fatti e ricchi di dettagli, i personaggi principali sono ben caratterizzati (sopratutto Prissy) e subiranno un'evoluzione durante la storia.
L'autrice, Chieko Hara, raggiunge l'apice della cura del disegno proprio con quest'opera, nonostante il tratto spesso (particolarità dei disegni del decennio precedente) i disegni risultano leggeri e mai pesanti, grazie anche ad una costruzione della tavola ariosa ed efficace.
Come ogni manga di vecchia guardia, abbondano le decorazioni floreali, gli occhi grandi ed elaborati e la cura nella rappresentazione dei capelli e dei vestiti.
La storia non è così ingenua come gli altri manga dell'epoca, è come un romanzo di formazione dove ben preso ci si rende conto che l'era del sorriso è finita; l'unica pecca è la narrazione che risulta lenta nella prima parte e troppo veloce nella seconda; il ritmo poteva essere meglio gestito.
L'edizione GP è senza infamia e senza lode, la carta è ottima e rigida; non ho avuto difficoltà nella lettura, ciò vuol dire che la resa dell'adattamento è ben fatta.
La mia valutazione potrà risultare un po' alta, ma i disegni mi hanno talmente colpito da sorvolare su alcune ingenuità della trama. A lettura ultimata mi ha lasciato soddisfatto, con un sorriso e un velo di nostalgia.
Ma la quotidianità viene interrotta dalla bancarotta della famiglia che costringe Alice, i fratelli e l'anziana nonna, al trasferimento nella casa estiva di Blue Window. E qui inizia la storia.
Ben presto Alice si renderà conto di cosa significhi diventare adulti, vivere di fatica e lavoro, accudire la nonna malata, curare la casa e pensare ai suoi fratelli... per fortuna l'aiuto della vicina di casa, Susy, le renderà le cose un po' più leggere.
A Blue Window Alice troverà l'amore, un lavoro come insegnante di musica grazie al quale può continuare ad esercitarsi con il piano; capirà cosa sia l'invidia e che la gelosia può cambiare le persone... persino i propri famigliari. Ma, in questo stato di povertà, la possibilità di inseguire il suo sogno di diventare pianista potrà mai realizzarsi?
Il tema principale di tutta l'opera è incentrato sulla maturità e la crescita, che spesso significa abbandonare i sogni a fronte di continui sacrifici, della difficoltà di conciliare la famiglia e i desideri. Ben presto Alice capirà che ogni lasciata è persa e la vita non è così rose e fiori come la vecchia vita di Londra. In questa storia l'amore gioca un ruolo fondamentale, che influenzerà le scelte e i sogni di Alice.
I disegni sono davvero ben fatti e ricchi di dettagli, i personaggi principali sono ben caratterizzati (sopratutto Prissy) e subiranno un'evoluzione durante la storia.
L'autrice, Chieko Hara, raggiunge l'apice della cura del disegno proprio con quest'opera, nonostante il tratto spesso (particolarità dei disegni del decennio precedente) i disegni risultano leggeri e mai pesanti, grazie anche ad una costruzione della tavola ariosa ed efficace.
Come ogni manga di vecchia guardia, abbondano le decorazioni floreali, gli occhi grandi ed elaborati e la cura nella rappresentazione dei capelli e dei vestiti.
La storia non è così ingenua come gli altri manga dell'epoca, è come un romanzo di formazione dove ben preso ci si rende conto che l'era del sorriso è finita; l'unica pecca è la narrazione che risulta lenta nella prima parte e troppo veloce nella seconda; il ritmo poteva essere meglio gestito.
L'edizione GP è senza infamia e senza lode, la carta è ottima e rigida; non ho avuto difficoltà nella lettura, ciò vuol dire che la resa dell'adattamento è ben fatta.
La mia valutazione potrà risultare un po' alta, ma i disegni mi hanno talmente colpito da sorvolare su alcune ingenuità della trama. A lettura ultimata mi ha lasciato soddisfatto, con un sorriso e un velo di nostalgia.
La protagonista di questo manga è Alice Jackson, la primogenita di una ricca famiglia londinese con la passione per la musica. Purtroppo, però, la sua famiglia viene travolta improvvisamente dalla bancarotta e si ritrova costretta a dover badare all'anziana nonna e ai sue due fratelli: il piccolo Eric e la vanitosa Prissy.
A causa della bancarotta, dovrà trasferirsi da Londra in una piccola città di campagna insieme alla sua famiglia dove incontrerà Laurie, il figlio del preside della scuola dove Alice andrà a lavorare come insegnante di pianoforte.
Nonostante, però, alcuni ostacoli non abbandonerà mai il sogno di diventare una concertista e di poter suonare davanti a tante persone che la applaudono. Ci riuscirà?
Inizialmente, quando comprai il 1° volume di questo manga, pensavo fosse della stessa autrice di Candy Candy per la somiglianza dei disegni.
La storia di questo manga è carina e scorrevole, anche se, a mio parere, gli eventi si susseguono con molta velocità. Avrei preferito, infatti, che l'autrice prolungasse un po' di più la storia e che non si fermasse solo ai 2 volumi.
Tuttavia consiglio questo manga a tutti coloro che hanno amato Candy Candy o Georgie. Il tratto è veramente molto somigliante a quello di Yumiko Igarashi.
A causa della bancarotta, dovrà trasferirsi da Londra in una piccola città di campagna insieme alla sua famiglia dove incontrerà Laurie, il figlio del preside della scuola dove Alice andrà a lavorare come insegnante di pianoforte.
Nonostante, però, alcuni ostacoli non abbandonerà mai il sogno di diventare una concertista e di poter suonare davanti a tante persone che la applaudono. Ci riuscirà?
Inizialmente, quando comprai il 1° volume di questo manga, pensavo fosse della stessa autrice di Candy Candy per la somiglianza dei disegni.
La storia di questo manga è carina e scorrevole, anche se, a mio parere, gli eventi si susseguono con molta velocità. Avrei preferito, infatti, che l'autrice prolungasse un po' di più la storia e che non si fermasse solo ai 2 volumi.
Tuttavia consiglio questo manga a tutti coloro che hanno amato Candy Candy o Georgie. Il tratto è veramente molto somigliante a quello di Yumiko Igarashi.
<b>[Attenzione, questa recensione contiene spoiler!]</b>
Piena di difficoltà e ostacoli è la vita di Alice Jackson, erede di una famiglia londinese. Dopo la bancarotta, il suo promesso fidanzato la lascia per la sua condizione economica. Costretta a trasferirsi nella casa delle vacanze con la sorella minore, il fratello e la nonna ormai anziana, Alice ottiene un lavoro da pianista, il lavoro dei suoi sogni, perché "la vita di Alice è il piano".
In seguito, una storia bella con il figlio del preside della scuola dove insegna Alice, entrambi aventi un sogno non apprezzato da un membro della famiglia. La sorella di lui, gelosa, si intromette e finisce per scappare e vivere a Londra con il ragazzo.
Alice riporta così un'altra sofferenza d'amore, finché,
proprio mentre comincia a realizzare il suo sogno di pianista, si innamora del giovane Gilbert, allievo della maestra Anna.
Questo manga nel complesso mi è piaciuto, ma non mi ha colpito in modo particolare. La storia, narrante periodi di felicità opposti a periodi di sofferenza, è abbastanza originale e molto scorrevole.
I personaggi hanno un bel carattere che li distingue.
Quella che mi è piaciuta di meno è Prissy: anche se ha seguito il suo amore, vive in condizioni non buone e lontana dalla famiglia. Alice invece mi piace molto, finalmente dopo così tante difficoltà riesce ad avere una vita felice. I disegni sono belli, anche se mi piacciono di più quelli di altri manga.
Anche se breve e forse un po' troppo caro, è comunque un manga bello, sia nella storia che ne disegni.
Piena di difficoltà e ostacoli è la vita di Alice Jackson, erede di una famiglia londinese. Dopo la bancarotta, il suo promesso fidanzato la lascia per la sua condizione economica. Costretta a trasferirsi nella casa delle vacanze con la sorella minore, il fratello e la nonna ormai anziana, Alice ottiene un lavoro da pianista, il lavoro dei suoi sogni, perché "la vita di Alice è il piano".
In seguito, una storia bella con il figlio del preside della scuola dove insegna Alice, entrambi aventi un sogno non apprezzato da un membro della famiglia. La sorella di lui, gelosa, si intromette e finisce per scappare e vivere a Londra con il ragazzo.
Alice riporta così un'altra sofferenza d'amore, finché,
proprio mentre comincia a realizzare il suo sogno di pianista, si innamora del giovane Gilbert, allievo della maestra Anna.
Questo manga nel complesso mi è piaciuto, ma non mi ha colpito in modo particolare. La storia, narrante periodi di felicità opposti a periodi di sofferenza, è abbastanza originale e molto scorrevole.
I personaggi hanno un bel carattere che li distingue.
Quella che mi è piaciuta di meno è Prissy: anche se ha seguito il suo amore, vive in condizioni non buone e lontana dalla famiglia. Alice invece mi piace molto, finalmente dopo così tante difficoltà riesce ad avere una vita felice. I disegni sono belli, anche se mi piacciono di più quelli di altri manga.
Anche se breve e forse un po' troppo caro, è comunque un manga bello, sia nella storia che ne disegni.
So che forse il voto è troppo alto per la qualità effettiva di questo manga, ma questi disegni mi riportano all'infanzia e non posso fare a meno di rivivere momenti felici. I disegni, paragonati a quelli di Candy forse sono più grossolani ma, parlando in termini soggettivi, adorabili.
La storia, specialmente il finale, mi ha ricordato molto Piccole Donne, e devo dire che non mi è affatto dispiaciuto. La trama è abbastanza banale ma regala dei piccoli colpi di scena gradevoli.
Alice ha una vita felice e spensierata, lei è la discendente di una famiglia nobile; è ricca, bella, fidanzata con un ragazzo apparentemente splendido ma qualcosa incrinerà presto questa sua fragile e gioiosa realtà.
Bancarotta, la sua famiglia scivola nella povertà e si ritrova ad abitare in una casetta di campagna insieme alla nonna, alla sorella minore Prissy ed al fratellino Eric.
E qui inizia a mio avviso la reale storia della piccola Alice, desiderosa di divenire un'affermata pianista.
Per chi ama Candy ed ha amato Fostine non può farselo scappare.
Enjoy it!
La storia, specialmente il finale, mi ha ricordato molto Piccole Donne, e devo dire che non mi è affatto dispiaciuto. La trama è abbastanza banale ma regala dei piccoli colpi di scena gradevoli.
Alice ha una vita felice e spensierata, lei è la discendente di una famiglia nobile; è ricca, bella, fidanzata con un ragazzo apparentemente splendido ma qualcosa incrinerà presto questa sua fragile e gioiosa realtà.
Bancarotta, la sua famiglia scivola nella povertà e si ritrova ad abitare in una casetta di campagna insieme alla nonna, alla sorella minore Prissy ed al fratellino Eric.
E qui inizia a mio avviso la reale storia della piccola Alice, desiderosa di divenire un'affermata pianista.
Per chi ama Candy ed ha amato Fostine non può farselo scappare.
Enjoy it!
In seguito alla morte dei genitori, Alice, Prissy ed Eric Jackson, eredi di una delle più prestigiose famiglie londinesi, sono stati affidati alle cure della nonna, una donna severa e intransigente.
Alice, la primogenita, ha un carattere dolce e tranquillo e quindi si ritrova spesso ad occuparsi del piccolo e vivace Eric e della vanitosa Prissy, che pensa esclusivamente a indossare bei vestiti e a circondarsi di giovanotti che le fanno la corte.
Alice ama suonare il pianoforte e, incoraggiata dal fidanzato Christopher Hudson e soprattutto dall’insegnante Anna Pullman, profondamente convinta del suo talento, coltiva il sogno di diventare un giorno una celebre pianista, sebbene la nonna sia contraria, perché teme che ciò possa nuocere al buon nome della famiglia.
La vita spensierata dei tre fratelli subisce una brusca interruzione quando i Jackson sono costretti a dichiarare bancarotta: tutti i loro beni vengono messi all’asta per saldare i debiti e, come se questo non bastasse, le condizioni di salute della nonna, già precarie, si aggravano ulteriormente.
Abbandonati da amici e conoscenti e privati della loro casa, ai quattro non resta altra scelta che trasferirsi in una villetta di campagna, dove vengono calorosamente accolti da Susy Maybell, la figlia dei custodi, che si assume l’incarico di svolgere le faccende domestiche.
Superate le difficoltà iniziali, la nuova vita comincia a rivelarsi piacevole: Alice conosce Laurie Louis, un aspirante pittore figlio del preside della scuola del villaggio, e grazie a lui viene assunta come insegnante di musica.
In autunno, in occasione del Blue Concert, celebre evento musicale organizzato nella città vicina, Alice ha l’opportunità di rivedere la maestra Anna e fa la conoscenza di Gilbert Ryan, un giovane pianista tanto abile quanto altezzoso.
Ma la serenità da poco riconquistata è presto minacciata da vari eventi, che metteranno a dura prova Alice e il suo amore per il pianoforte.
In “Sonata del vento” Chieko Hara fa sfoggio di tutto il suo talento grafico e narrativo, realizzando un’opera dalla trama lineare ed equilibrata, che, nonostante un epilogo piuttosto scontato, lascia spazio a qualche sviluppo imprevisto; invece, per quanto riguarda i personaggi, si nota uno scarso approfondimento di quelli minori, che però viene compensato dall’accurata caratterizzazione di Alice e soprattutto di Prissy.
L’edizione GP Publishing si è purtroppo rivelata inferiore alle aspettative e troppo cara rispetto alla qualità offerta: al di là del colore giallo della carta, che può piacere o meno, quello che lascia maggiormente perplessi è la sua notevole ruvidità (molto più accentuata nel primo volume che nel secondo); inoltre, in alcune pagine è evidente il taglio di parte del disegno lungo i bordi, mentre la stampa è discreta nel complesso, anche se in qualche tavola risulta un po’ sbiadita; invece, superano pienamente la sufficienza la rilegatura e la sovracopertina.
I testi sono scorrevoli e non sembrano presentare problemi, ma il riassunto stampato sulla bandella posteriore della sovracoperta, dove Eric e Anna vengono chiamati con i nomi dell’edizione Fabbri (Kiki e Anne), suscita un dubbio: si tratta di un banale errore oppure è un tentativo di richiamare l’attenzione dei vecchi lettori?
L’ultima ipotesi sembrerebbe più plausibile, considerando che si è scelto di aggiungere il sottotitolo “La storia di Alice”, utilizzato come titolo nella precedente edizione, tuttavia, a mio avviso, in questo modo si rischia di confondere coloro che si avvicinano a quest’opera per la prima volta.
Alice, la primogenita, ha un carattere dolce e tranquillo e quindi si ritrova spesso ad occuparsi del piccolo e vivace Eric e della vanitosa Prissy, che pensa esclusivamente a indossare bei vestiti e a circondarsi di giovanotti che le fanno la corte.
Alice ama suonare il pianoforte e, incoraggiata dal fidanzato Christopher Hudson e soprattutto dall’insegnante Anna Pullman, profondamente convinta del suo talento, coltiva il sogno di diventare un giorno una celebre pianista, sebbene la nonna sia contraria, perché teme che ciò possa nuocere al buon nome della famiglia.
La vita spensierata dei tre fratelli subisce una brusca interruzione quando i Jackson sono costretti a dichiarare bancarotta: tutti i loro beni vengono messi all’asta per saldare i debiti e, come se questo non bastasse, le condizioni di salute della nonna, già precarie, si aggravano ulteriormente.
Abbandonati da amici e conoscenti e privati della loro casa, ai quattro non resta altra scelta che trasferirsi in una villetta di campagna, dove vengono calorosamente accolti da Susy Maybell, la figlia dei custodi, che si assume l’incarico di svolgere le faccende domestiche.
Superate le difficoltà iniziali, la nuova vita comincia a rivelarsi piacevole: Alice conosce Laurie Louis, un aspirante pittore figlio del preside della scuola del villaggio, e grazie a lui viene assunta come insegnante di musica.
In autunno, in occasione del Blue Concert, celebre evento musicale organizzato nella città vicina, Alice ha l’opportunità di rivedere la maestra Anna e fa la conoscenza di Gilbert Ryan, un giovane pianista tanto abile quanto altezzoso.
Ma la serenità da poco riconquistata è presto minacciata da vari eventi, che metteranno a dura prova Alice e il suo amore per il pianoforte.
In “Sonata del vento” Chieko Hara fa sfoggio di tutto il suo talento grafico e narrativo, realizzando un’opera dalla trama lineare ed equilibrata, che, nonostante un epilogo piuttosto scontato, lascia spazio a qualche sviluppo imprevisto; invece, per quanto riguarda i personaggi, si nota uno scarso approfondimento di quelli minori, che però viene compensato dall’accurata caratterizzazione di Alice e soprattutto di Prissy.
L’edizione GP Publishing si è purtroppo rivelata inferiore alle aspettative e troppo cara rispetto alla qualità offerta: al di là del colore giallo della carta, che può piacere o meno, quello che lascia maggiormente perplessi è la sua notevole ruvidità (molto più accentuata nel primo volume che nel secondo); inoltre, in alcune pagine è evidente il taglio di parte del disegno lungo i bordi, mentre la stampa è discreta nel complesso, anche se in qualche tavola risulta un po’ sbiadita; invece, superano pienamente la sufficienza la rilegatura e la sovracopertina.
I testi sono scorrevoli e non sembrano presentare problemi, ma il riassunto stampato sulla bandella posteriore della sovracoperta, dove Eric e Anna vengono chiamati con i nomi dell’edizione Fabbri (Kiki e Anne), suscita un dubbio: si tratta di un banale errore oppure è un tentativo di richiamare l’attenzione dei vecchi lettori?
L’ultima ipotesi sembrerebbe più plausibile, considerando che si è scelto di aggiungere il sottotitolo “La storia di Alice”, utilizzato come titolo nella precedente edizione, tuttavia, a mio avviso, in questo modo si rischia di confondere coloro che si avvicinano a quest’opera per la prima volta.