MW
Gli anni ‘70 di Tezuka iniziano con quel capolavoro che è Kirihito, per proseguire con opere come Black Jack e Budda, certo essendo sempre al lavoro non tutte le sue opere si sono dimotrate dello stesso livello. Alabaster pur avendo delle grandi potenzialità ad esempio non è all’altezza delle opere citate prima. MW è invece una piccola perla. Uscito su Big Comic dell’editore Shogakukan tra il 1976 e il 1978 è stato raccolto in tre volumi usciti per noi dall’Hazard nel 2004 al prezzo all’ora eccessivo di 7.50 euro a volume (ora sarebbe un prezzo normale) e riproposto da Jpop nel 2018 in due tomi da 12 euro ciascuno.
Diciamolo dubito Tezuka propone una storia che poteva essere considerata pruriginosa: il protagonista Yuki Machio, va ha letto con uomini e donne e non ha nessun problema ha travestirsi da donna. Dotato di un aspetto femmineo e abituato ad impersonare ruoli femminili in quanto discendente da una famiglia di noti attori di kabuki ha deciso di far carriera nel mondo della finanza: tutto ciò per scalare la società giapponese e vendicarsi di un incidente avvenuto quando era bambino e di cui porta ancora le stimmate.
Sua spalla è padre Garai, un sacerdote cattolico che è legato al protagonista da un rapporto morboso fatto di sesso e che sebbene tenti di convincerlo a cambiare vita di fatto lo copre e lo aiuta.
In tre volumi partendo dal suo lavoro in banca (che è una copertura per le sue attività illecite) Yuki mette a segno una serie di crimini (compreso lo sterminio di una famiglia di imprenditori indebitati col suo istituto) per avvicinarsi al mondo della politica, trampolino di lancio per procurarsi l’MW un potente gas venefico creato dalla nazione X (i soliti cattivi: gli Stati Uniti d’America) per usarlo in Vietnam e che ha ucciso già ottocento persone in una piccola isola vicino Okinawa quindici anni prima. Il protagonista era sopravvissuto diventando però privo di freni inibitori.
Mentre il governo tenta di insabbiare tutto un’altra volta il nostro antieroe progetta di…
Parliamo dei temi: il sesso in tutte le sue forme sia pure senza arrivare alle scene super esplicite di oggi.
Il problema dei governi corrotti e dei trattati ineguali fra popoli. MW è stoccato in Giappone e non in America appunto per questo.
La perdita di innocenza e il valore nullo che ha la vita nel mondo del crimine, degli eserciti, dei politicanti.
Il bisogno di un giornalismo di inchiesta e il rischio che esso porta con se a chi lo fa: pensate a quanti giornalisti sono morti negli anni scorsi per smascherare i crimini dei potenti.
Tutto ciò rende MW (disegnato tra l’altro abbastanza bene per i canoni cui ci ha abituato Tezuka) un fumetto anche se non imperdibile certamente un fumetto leggibile ed interessante.
Voto? Otto
Diciamolo dubito Tezuka propone una storia che poteva essere considerata pruriginosa: il protagonista Yuki Machio, va ha letto con uomini e donne e non ha nessun problema ha travestirsi da donna. Dotato di un aspetto femmineo e abituato ad impersonare ruoli femminili in quanto discendente da una famiglia di noti attori di kabuki ha deciso di far carriera nel mondo della finanza: tutto ciò per scalare la società giapponese e vendicarsi di un incidente avvenuto quando era bambino e di cui porta ancora le stimmate.
Sua spalla è padre Garai, un sacerdote cattolico che è legato al protagonista da un rapporto morboso fatto di sesso e che sebbene tenti di convincerlo a cambiare vita di fatto lo copre e lo aiuta.
In tre volumi partendo dal suo lavoro in banca (che è una copertura per le sue attività illecite) Yuki mette a segno una serie di crimini (compreso lo sterminio di una famiglia di imprenditori indebitati col suo istituto) per avvicinarsi al mondo della politica, trampolino di lancio per procurarsi l’MW un potente gas venefico creato dalla nazione X (i soliti cattivi: gli Stati Uniti d’America) per usarlo in Vietnam e che ha ucciso già ottocento persone in una piccola isola vicino Okinawa quindici anni prima. Il protagonista era sopravvissuto diventando però privo di freni inibitori.
Mentre il governo tenta di insabbiare tutto un’altra volta il nostro antieroe progetta di…
Parliamo dei temi: il sesso in tutte le sue forme sia pure senza arrivare alle scene super esplicite di oggi.
Il problema dei governi corrotti e dei trattati ineguali fra popoli. MW è stoccato in Giappone e non in America appunto per questo.
La perdita di innocenza e il valore nullo che ha la vita nel mondo del crimine, degli eserciti, dei politicanti.
Il bisogno di un giornalismo di inchiesta e il rischio che esso porta con se a chi lo fa: pensate a quanti giornalisti sono morti negli anni scorsi per smascherare i crimini dei potenti.
Tutto ciò rende MW (disegnato tra l’altro abbastanza bene per i canoni cui ci ha abituato Tezuka) un fumetto anche se non imperdibile certamente un fumetto leggibile ed interessante.
Voto? Otto
MW è la prima opera che leggo del maestro Tezuka e sicuramente non l'ultima.
Due ragazzini sono gli unici sopravvissuti di un'intera isola a un gas chimico fuoriuscita da una base americana, a causa di un incidente. Anni dopo uno dei due ha subito dei gravi danni al cervello, che lo hanno reso uno psicopatico privo di empatia. Nelle primissime tavole subito il maestro ci fa intuire il livello di inumanità del protagonista facendogli compiere l'azione più terribile che si possa fare.
L'altro sopravvissuto invece, per trovare una risposta alla strage, diventa un sacerdote cattolico.
Il primo, ormai divenuto un criminale, desidera ritrovare il gas MW che gli ha compromesso sanità mentale e salute. Farà di tutto pur di ottenerlo.
Graficamente è apprezzabile ed equilibrata. Certo, se si è abituati ai livelli dei manga moderni si potrà trovare il disegno impreciso, ma se si penso che è un'opera di metà anni 70' è facile rendersi conto che il disegno è ottimo.
Purtroppo, ci sono alcuni strani errori di distrazione in alcune tavole, nulla che comprometta la narrazione, ma dettagli che rompono la magia della lettura.
I personaggi sono delineati molto bene. Sia il protagonista, che il reverendo, che tutti i personaggi secondi sono credibili e simbolicamente rilevanti. Unica pecca narrativa va trovata nell'ultima metà dell'ultimo numero, un po' raffazzonato, quasi per chiudere la trama velocemente e passare ad altro.
In conclusione ho trovato questo manga piacevole e interessante, soprattutto nel primo volume.
Io ho acquistato l'edizione JPOP della "Osamushi Collection" all'onestissimo prezzo di 12 euro a volume. Lo consiglio vivamente, anche per l'ottimo lavoro che sta facendo la casa editrice con questo autore.
Due ragazzini sono gli unici sopravvissuti di un'intera isola a un gas chimico fuoriuscita da una base americana, a causa di un incidente. Anni dopo uno dei due ha subito dei gravi danni al cervello, che lo hanno reso uno psicopatico privo di empatia. Nelle primissime tavole subito il maestro ci fa intuire il livello di inumanità del protagonista facendogli compiere l'azione più terribile che si possa fare.
L'altro sopravvissuto invece, per trovare una risposta alla strage, diventa un sacerdote cattolico.
Il primo, ormai divenuto un criminale, desidera ritrovare il gas MW che gli ha compromesso sanità mentale e salute. Farà di tutto pur di ottenerlo.
Graficamente è apprezzabile ed equilibrata. Certo, se si è abituati ai livelli dei manga moderni si potrà trovare il disegno impreciso, ma se si penso che è un'opera di metà anni 70' è facile rendersi conto che il disegno è ottimo.
Purtroppo, ci sono alcuni strani errori di distrazione in alcune tavole, nulla che comprometta la narrazione, ma dettagli che rompono la magia della lettura.
I personaggi sono delineati molto bene. Sia il protagonista, che il reverendo, che tutti i personaggi secondi sono credibili e simbolicamente rilevanti. Unica pecca narrativa va trovata nell'ultima metà dell'ultimo numero, un po' raffazzonato, quasi per chiudere la trama velocemente e passare ad altro.
In conclusione ho trovato questo manga piacevole e interessante, soprattutto nel primo volume.
Io ho acquistato l'edizione JPOP della "Osamushi Collection" all'onestissimo prezzo di 12 euro a volume. Lo consiglio vivamente, anche per l'ottimo lavoro che sta facendo la casa editrice con questo autore.
"MW" è un manga del 1976 di Osamu Tezuka, il "dio dei manga" conosciuto per capolavori internazionalmente riconosciuti come "Astroboy", "La Fenice", "La storia dei tre Adolf", "Black Jack" e centinaia di altri.
Lo ammetto, nonostante avessi già sentito parlare del maestro in più di un'occasione, bazzicando vari siti e gruppi di appassionati, "MW" è stato il mio primo effettivo approccio alle sue opere.
E non ne sono rimasto niente affatto deluso.
"MW" è la storia di due uomini, Iwarao Garai e Michio Yuki. Quando erano piccoli, il primo appena un ragazzino, il secondo il bambino, si ritrovarono nel bel mezzo di un incidente di natura militare, consistente nella fuga di un gas altamente letale (il MW da cui viene il titolo) fabbricato dagli americani su una locale base di un'isola giapponese. I due furono gli unici, fortunosi sopravvissuti tra gli 800 abitanti, ma Michio rimase comunque parzialmente intossicato. Dopo quindici anni nulla è trapelato dell'incidente, tutto è stato messo a tacere dal governo giapponese, e i due bambini sono ora cresciuti: Garai è diventato un prete cattolico, Yuki un affermato manager che in segreto è però un efferato rapitore e assassino, che insegue un personale percorso di vendetta contro gli autori e insabbiatori dell'incidente. I due sono rimasti legati da una morbosa relazione, anche sessuale (che mi ha ricordato il romanzo "Fosca", di Ugo Tarchetti), e il prete, nonostante sia costantemente combattuto dalla sua fede e dal desiderio di porre fine a tutto, arrivando a pensare di uccidere il vecchio amico per porre fine alla sua follia, non ne trova mai il coraggio. Da qui poi una serie di altri personaggi e vicende, di cui non starò a parlare oltre perché mi sono dilungato già fin troppo.
La storia e i personaggi mi hanno molto colpito. Il tutto è espresso in modo crudo, puro, diretto, a partire dalla morbosità e dalla spietatezza delle vicende rappresentate. Oltre ad atti sessuali (non sempre consensuali), omo od etero, rappresentati senza tanti fronzoli, troviamo brutali omicidi di uomini, donne e bambini, insabbiamenti internazionali, politici corrotti, bugiardi e criminali, un campionario di atteggiamenti talmente deprecabili e perversi da far venire quasi l'ansia. I personaggi sono piuttosto umani nelle loro sfaccettature, perversioni, caratteristiche, dubbi (Garai senz'altro è il più approfondito da questo versante), e le infamie di cui si macchierà Yuki nel corso della trama non potranno non far ribollire il sangue a chiunque con un minimo di coscienza.
L'unico personaggio che non mi è piaciuto granché quanto a caratterizzazione è Sumiko, ragazza violentata da Yuki che si innamorerà di lui e lo seguirà come un cagnolino, rimanendo attaccata come a un amo e costantemente sottomessa senza che lui la considera nulla più di uno strumento o uno svago. Forse però più che come caratterizzazione si può dire che odi persone di questo genere, ma non si può dire che non esistano al mondo, dunque facciamo che è anche funzionale a presentare l'umanità in tutte le sua sfaccettature.
Tezuka dimostra tutte le sua abilità narrative confezionando un thriller ben strutturato, violento ma mai troppo gratuitamente, con interessanti digressioni anche politiche e sociali che sfociano spesso e volentieri in feroce ma non immotivata critica.
I disegni sono abbastanza belli e curati, lo stile di Tezuka è particolare, tratto com'è da quello dei cartoons americani, e a volte può sembrare un po' straniante vedere inseriti effetti cartooneschi (come le stelline o i colli allungati per lo stupore) in un fumetto di questo genere, ma i momenti in cui ciò accade non sono mai seri e fungono da intermezzi che non durano comunque più di una vignetta.
In definitiva, una storia "noir" che riesce a coinvolgere e interessare, in cui difficilmente staccherete gli occhi dal foglio prima di andare a sapere come andrà a finire. La durata di tre volumi aiuta in ciò.
Voto finale: 9/10
Lo ammetto, nonostante avessi già sentito parlare del maestro in più di un'occasione, bazzicando vari siti e gruppi di appassionati, "MW" è stato il mio primo effettivo approccio alle sue opere.
E non ne sono rimasto niente affatto deluso.
"MW" è la storia di due uomini, Iwarao Garai e Michio Yuki. Quando erano piccoli, il primo appena un ragazzino, il secondo il bambino, si ritrovarono nel bel mezzo di un incidente di natura militare, consistente nella fuga di un gas altamente letale (il MW da cui viene il titolo) fabbricato dagli americani su una locale base di un'isola giapponese. I due furono gli unici, fortunosi sopravvissuti tra gli 800 abitanti, ma Michio rimase comunque parzialmente intossicato. Dopo quindici anni nulla è trapelato dell'incidente, tutto è stato messo a tacere dal governo giapponese, e i due bambini sono ora cresciuti: Garai è diventato un prete cattolico, Yuki un affermato manager che in segreto è però un efferato rapitore e assassino, che insegue un personale percorso di vendetta contro gli autori e insabbiatori dell'incidente. I due sono rimasti legati da una morbosa relazione, anche sessuale (che mi ha ricordato il romanzo "Fosca", di Ugo Tarchetti), e il prete, nonostante sia costantemente combattuto dalla sua fede e dal desiderio di porre fine a tutto, arrivando a pensare di uccidere il vecchio amico per porre fine alla sua follia, non ne trova mai il coraggio. Da qui poi una serie di altri personaggi e vicende, di cui non starò a parlare oltre perché mi sono dilungato già fin troppo.
La storia e i personaggi mi hanno molto colpito. Il tutto è espresso in modo crudo, puro, diretto, a partire dalla morbosità e dalla spietatezza delle vicende rappresentate. Oltre ad atti sessuali (non sempre consensuali), omo od etero, rappresentati senza tanti fronzoli, troviamo brutali omicidi di uomini, donne e bambini, insabbiamenti internazionali, politici corrotti, bugiardi e criminali, un campionario di atteggiamenti talmente deprecabili e perversi da far venire quasi l'ansia. I personaggi sono piuttosto umani nelle loro sfaccettature, perversioni, caratteristiche, dubbi (Garai senz'altro è il più approfondito da questo versante), e le infamie di cui si macchierà Yuki nel corso della trama non potranno non far ribollire il sangue a chiunque con un minimo di coscienza.
L'unico personaggio che non mi è piaciuto granché quanto a caratterizzazione è Sumiko, ragazza violentata da Yuki che si innamorerà di lui e lo seguirà come un cagnolino, rimanendo attaccata come a un amo e costantemente sottomessa senza che lui la considera nulla più di uno strumento o uno svago. Forse però più che come caratterizzazione si può dire che odi persone di questo genere, ma non si può dire che non esistano al mondo, dunque facciamo che è anche funzionale a presentare l'umanità in tutte le sua sfaccettature.
Tezuka dimostra tutte le sua abilità narrative confezionando un thriller ben strutturato, violento ma mai troppo gratuitamente, con interessanti digressioni anche politiche e sociali che sfociano spesso e volentieri in feroce ma non immotivata critica.
I disegni sono abbastanza belli e curati, lo stile di Tezuka è particolare, tratto com'è da quello dei cartoons americani, e a volte può sembrare un po' straniante vedere inseriti effetti cartooneschi (come le stelline o i colli allungati per lo stupore) in un fumetto di questo genere, ma i momenti in cui ciò accade non sono mai seri e fungono da intermezzi che non durano comunque più di una vignetta.
In definitiva, una storia "noir" che riesce a coinvolgere e interessare, in cui difficilmente staccherete gli occhi dal foglio prima di andare a sapere come andrà a finire. La durata di tre volumi aiuta in ciò.
Voto finale: 9/10
Nella fulgida carriera di Osamu Tezuka, il periodo ascritto negli Anni Settanta, durante i quali è stato concepito un capolavoro come Budda ed è stata ideata una vera e propria icona del fumetto del Sol Levante, ovvero Black Jack, è trascorso, secondo quanto affermato da lui stesso, all'insegna di una forte crisi artistica resa peraltro evidente dal mancato prosieguo o dalla conclusione affrettata di alcuni lavori, nonché da opere fondate su idee in linea di massima buone sfruttate però troppo superficialmente o, al contrario, con zelo davvero eccessivo. Ed è proprio questo il caso di Alabaster (che ho già avuto modo di leggere in inglese e recensire, qui sul sito) e di MW, una delle poche opere tra quelle pubblicate in Italia che fino a ieri non avevo ancora letto e di cui vi scriverò oggi. Qualche doveroso cenno alla trama.
Le vite di Yuki e Garai vengono segnate per sempre dal tragico incidente occorso nell'isola di Okinomafune ai danni di ottocento persone: a causa di un gas letale denominato MW, gli abitanti del luogo hanno perso la vita tra atroci sofferenze e le immagini dei loro cadaveri sfigurati sono difficili da cancellare. Una volta diventati adulti, Yuki e Garai intraprendono strade totalmente differenti: il primo è diventato un affermato affarista, il secondo invece è ora un reverendo. Nonostante il trascorrere degli anni, i due restano piuttosto legati l'uno all'altro e non solo per i ricordi condivisi di quella terribile esperienza, ma anche e soprattutto per via una relazione amorosa tenuta ben nascosta. Oltre alle difficoltà di carattere sociale che tutto questo comporta, a complicare la faccenda è anche la pazzia schizofrenica di Yuki: se da un lato infatti è un abile trasformista in grado di mascherarsi a suo piacimento da uomo o da donna, dall'altro non esita a uccidere violentemente chiunque ostacoli i suoi loschi fini. L'amico e amante Garai è consapevole di tutto ciò, ma c'è ben poco che possa fare per fermare gli omicidi perpetrati da Yuki. Tuttavia, proprio quando le cose peggiorano, Garai e altri individui cominciano a indagare sul vero motore delle crudeli azioni di Yuki: che si tratti di mera vendetta? E contro chi? Qual è il suo vero scopo? A voi scoprire la sconvolgente verità...
Innanzitutto ci tengo a sottolineare che, da un punto di vista tecnico, il maestro si attiene su standard grafici piuttosto elevati, pur senza elargire particolari innovazioni né tanto meno sbilanciandosi con lo sperimentalismo tipico dei suoi lavori di quegli anni (un esempio su tutti Kirihito e qualche volume de La Fenice). Credo che a gravare pesantemente sulle spalle di MW sia la sceneggiatura, e non tanto perché non funziona, anzi, tutto il contrario: la trama relativa al gas letale e al suo legame con la corruzione politica e un intrigo internazionale in piena regola, unitamente agli aspetti più efferati e torbidi dell'essere umano, sono concepiti a dovere e si dipanano in modo logico e perfettamente consequenziale. D'altro canto, sia i personaggi comprimari (soprattutto il reverendo Garai, umanissimo nel suo cedere alle pulsioni naturali dell'amore e del sesso, a costo di andare contro il suo credo religioso) che quelli secondari sono ben delineati e presentano interessanti sfaccettature. Il vero problema risiede nell'eccesso di alcuni espedienti narrativi, nonché nell'iperbolica caratterizzazione di Yuki e delle sue folli azioni. In termini di esagerazione concettuale, ho riscontrato qualcosa di analogo in Apollo no Uta, in cui la smisurata malvagità del protagonista ricorda in tutto e per tutto, e forse anche troppo, quella di Yuki; ma se in quell'opera il messaggio universale trasmesso dall'autore e alcune sequenze particolarmente ben riuscite facevano da contraltare alle scene meno efficaci, in MW ciò non avviene e ci ritroviamo davanti a una spirale ascendente di pazzia, morbosità e orrori di ogni genere che non hanno incontrato il mio gradimento. L'edizione italiana in tre volumi è a cura della Hazard Edizioni ed è simile, per caratteristiche editoriali e di stampa, a tutte le altre pubblicazioni tezukiane della ormai nota casa editrice milanese. Per concludere: considerata la mia delusione non consiglierei MW a coloro che, come me, amano il lato di Tezuka maggiormente improntato sull'amore per la vita e la natura. Chi invece è appassionato di thriller al limite dell'assurdo e storie a dir poco folli, allora, forse, troverà pane per i suoi denti.
Le vite di Yuki e Garai vengono segnate per sempre dal tragico incidente occorso nell'isola di Okinomafune ai danni di ottocento persone: a causa di un gas letale denominato MW, gli abitanti del luogo hanno perso la vita tra atroci sofferenze e le immagini dei loro cadaveri sfigurati sono difficili da cancellare. Una volta diventati adulti, Yuki e Garai intraprendono strade totalmente differenti: il primo è diventato un affermato affarista, il secondo invece è ora un reverendo. Nonostante il trascorrere degli anni, i due restano piuttosto legati l'uno all'altro e non solo per i ricordi condivisi di quella terribile esperienza, ma anche e soprattutto per via una relazione amorosa tenuta ben nascosta. Oltre alle difficoltà di carattere sociale che tutto questo comporta, a complicare la faccenda è anche la pazzia schizofrenica di Yuki: se da un lato infatti è un abile trasformista in grado di mascherarsi a suo piacimento da uomo o da donna, dall'altro non esita a uccidere violentemente chiunque ostacoli i suoi loschi fini. L'amico e amante Garai è consapevole di tutto ciò, ma c'è ben poco che possa fare per fermare gli omicidi perpetrati da Yuki. Tuttavia, proprio quando le cose peggiorano, Garai e altri individui cominciano a indagare sul vero motore delle crudeli azioni di Yuki: che si tratti di mera vendetta? E contro chi? Qual è il suo vero scopo? A voi scoprire la sconvolgente verità...
Innanzitutto ci tengo a sottolineare che, da un punto di vista tecnico, il maestro si attiene su standard grafici piuttosto elevati, pur senza elargire particolari innovazioni né tanto meno sbilanciandosi con lo sperimentalismo tipico dei suoi lavori di quegli anni (un esempio su tutti Kirihito e qualche volume de La Fenice). Credo che a gravare pesantemente sulle spalle di MW sia la sceneggiatura, e non tanto perché non funziona, anzi, tutto il contrario: la trama relativa al gas letale e al suo legame con la corruzione politica e un intrigo internazionale in piena regola, unitamente agli aspetti più efferati e torbidi dell'essere umano, sono concepiti a dovere e si dipanano in modo logico e perfettamente consequenziale. D'altro canto, sia i personaggi comprimari (soprattutto il reverendo Garai, umanissimo nel suo cedere alle pulsioni naturali dell'amore e del sesso, a costo di andare contro il suo credo religioso) che quelli secondari sono ben delineati e presentano interessanti sfaccettature. Il vero problema risiede nell'eccesso di alcuni espedienti narrativi, nonché nell'iperbolica caratterizzazione di Yuki e delle sue folli azioni. In termini di esagerazione concettuale, ho riscontrato qualcosa di analogo in Apollo no Uta, in cui la smisurata malvagità del protagonista ricorda in tutto e per tutto, e forse anche troppo, quella di Yuki; ma se in quell'opera il messaggio universale trasmesso dall'autore e alcune sequenze particolarmente ben riuscite facevano da contraltare alle scene meno efficaci, in MW ciò non avviene e ci ritroviamo davanti a una spirale ascendente di pazzia, morbosità e orrori di ogni genere che non hanno incontrato il mio gradimento. L'edizione italiana in tre volumi è a cura della Hazard Edizioni ed è simile, per caratteristiche editoriali e di stampa, a tutte le altre pubblicazioni tezukiane della ormai nota casa editrice milanese. Per concludere: considerata la mia delusione non consiglierei MW a coloro che, come me, amano il lato di Tezuka maggiormente improntato sull'amore per la vita e la natura. Chi invece è appassionato di thriller al limite dell'assurdo e storie a dir poco folli, allora, forse, troverà pane per i suoi denti.
Cupo, ambizioso, grottesco, atavico, inquietante, corrotto, spietato, drammatico, nichilista, nefando, strisciante. Un Tezuka in grandissima forma prende per mano il lettore e lo trascina fin dalle prime pagine in un vortice di perdizione e lucida perfidia, una vera e propria parata degli orrori in formato tascabile in cui vengono mischiati sapientemente azione, mistero, amore e tragedia fino a un finale che, seppur precipitoso e intuibile, non manca di tenerlo inchiodato fino all'ultimo pannello. Dopodiché, il vuoto: quel particolare, inconfondibile, indimenticabile vuoto che ti prende quando finisci di leggere qualcosa di incredibilmente buono e che non sai bene se e <i>come</i> affrontare. C'è chi ricomincerebbe immediatamente la lettura in questione e chi si butterebbe a peso morto perfino sul manuale delle istruzioni della lavatrice per non dover pensare al vuoto da essa lasciato, manco si trattasse di una persona e non di un'opera fittizia. Una cosa è certa, comunque: in pochi desiderano guardarvi attraverso, e quasi nessuno lo considera benigno. Io sì, perché a ben vedere molto spesso quel che noi chiamiamo vuoto non lo è affatto, come nel caso di questo manga.
Giappone, primi anni Sessanta. La tranquilla isola di Okino Mafune, situata vicino ad Okinawa, diventa l'incolpevole teatro di una tragedia che, se portata alla luce, implicherebbe delle gravi ripercussioni sui già precari rapporti tra il governo del paese del Sol Levante e quello degli Stati Uniti. All'interno dell'isola è infatti custodito, a insaputa della popolazione, l'MW, un potente gas tossico creato appositamente per essere impiegato come arma batteriologica; un'improvvisa fuoriuscita dello stesso causa la morte di tutte le persone che si trovano a Okino Mafune in quel momento. O quasi.
Due ragazzini sono infatti riusciti a scampare alla strage, fatto di cui neppure le autorità sono a conoscenza: si tratta del teppistello Iwao Garai e di Michio Yuki, un grazioso bambino finito nel mirino della <i>gang</i> del primo in quanto discendente di una famosa famiglia di attori di teatro <i>Kabuki</i>. La tragedia di cui sono stati testimoni, unita a un sentimento d'amore reciproco, fa sì che i loro destini si leghino l'uno a quello dell'altro in maniera indissolubile nonostante le differenti scelte di vita: Garai diventa prete, mentre Yuki decide di uscire dal seminato familiare convertendosi in un astro nascete del mondo della finanza. La psiche di quest'ultimo, probabilmente a causa della sua giovane età, ha subìto dei gravi danni a seguito dell'inalazione dell'MW, rendendolo un giovane emotivamente instabile e privo di qualsivoglia senso del pericolo. Anche la sua aspettativa di vita ne risulta irrimediabilmente ridotta. Garai, invece, sembra non avere sofferto di conseguenze visibili, ma il ricordo delle cicatrici che si porta dentro basta per impedirgli di vivere un'esistenza serena. L'amore che prova per Yuki è per lui un'ulteriore fonte d'angoscia: passato da seduttore a sedotto, impaurito e affascinato al tempo stesso dalla sua imprevedibilità, vorrebbe porre fine alla loro relazione, ma non ci riesce.
Quindici anni dopo l'incidente di Okino Mafune, di cui il resto del mondo è rimasto all'oscuro, una serie di strani omicidi comincia a disseminare il panico tra i pezzi grossi della politica e della finanza giapponese. Le vittime hanno tutte a che fare, in maniera più o meno diretta, proprio con l'MW. Con sommo orrore Garai apprende che la mano che si cela dietro a questo disegno omicida appartiene a Yuki, il quale cerca di coinvolgerlo nel suo progetto di vendetta contro coloro che, di fronte a una simile tragedia, hanno preferito anteporre i propri interessi insabbiando la cosa il più velocemente ed efficacemente possibile. Progetto che va ben oltre la loro uccisione, in quanto il vero obiettivo del giovane è quello di impossessarsi nientepopodimeno che del famigerato MW ed usarlo per sterminare l'intero genere umano. Potrà contare sulla lealtà del prete anche stavolta oppure quest'ultimo troverà la forza di ribellarglisi?
La psicologia dei personaggi è resa in modo puntuale e incredibilmente approfondito, non solo nel caso dei due protagonisti bensì anche per quanto riguarda i comprimari. Illuminante a tale proposito è la figura di Sumiko, una ragazza molto legata a padre Garai che diventerà ben presto una pedina nelle mani di Yuki. Sulla plausibilità degli effetti provocati dell'MW su quest'ultimo, naturalmente, trattandosi di un gas fittizio si può discutere soltanto a un livello puramente teorico.
Molte altre sono le tematiche scottanti trattate in questo manga, allora come ai giorni nostri: l'incertezza intrinseca a certe operazioni politiche, l'omosessualità, la perdita dell'innocenza, l'arrivismo, l'amore, la morte, l'errata percezione dei veri valori, lo smarrimento del genere umano che si vede sempre più spogliato della propria identità nonostante l'apparente e crescente libertà. Il tutto è trattato con estrema sensibilità, senza emettere giudizi o erigersi a detentore della verità assoluta da parte di Tezuka, il cui tratto fa un delizioso contrasto con quanto disegnato.
Anche l'impianto narrativo supera brillantemente la prova del tempo, nonostante la già menzionata frettolosità del finale. La trama non soltanto regge, ma è impreziosita da una sceneggiatura la cui geniale essenzialità le conferisce ulteriore spessore.
In conclusione: un manga da leggere indipendentemente dai propri gusti personali, anche se il prezzo dell'edizione Hazard può costituire un deterrente. Un'opera che ti spinge inevitabilmente a porti delle domande, le cui immagini rimangono impresse a fuoco nelle retine del lettore anche a distanza di tempo, proprio come dovrebbe accadere con tutte le grandi opere; in altre parole, ad affrontare proprio quel vuoto di cui alle volte si ha erroneamente paura, incapaci di comprendere che fa parte di noi come noi facciamo parte di esso.
Giappone, primi anni Sessanta. La tranquilla isola di Okino Mafune, situata vicino ad Okinawa, diventa l'incolpevole teatro di una tragedia che, se portata alla luce, implicherebbe delle gravi ripercussioni sui già precari rapporti tra il governo del paese del Sol Levante e quello degli Stati Uniti. All'interno dell'isola è infatti custodito, a insaputa della popolazione, l'MW, un potente gas tossico creato appositamente per essere impiegato come arma batteriologica; un'improvvisa fuoriuscita dello stesso causa la morte di tutte le persone che si trovano a Okino Mafune in quel momento. O quasi.
Due ragazzini sono infatti riusciti a scampare alla strage, fatto di cui neppure le autorità sono a conoscenza: si tratta del teppistello Iwao Garai e di Michio Yuki, un grazioso bambino finito nel mirino della <i>gang</i> del primo in quanto discendente di una famosa famiglia di attori di teatro <i>Kabuki</i>. La tragedia di cui sono stati testimoni, unita a un sentimento d'amore reciproco, fa sì che i loro destini si leghino l'uno a quello dell'altro in maniera indissolubile nonostante le differenti scelte di vita: Garai diventa prete, mentre Yuki decide di uscire dal seminato familiare convertendosi in un astro nascete del mondo della finanza. La psiche di quest'ultimo, probabilmente a causa della sua giovane età, ha subìto dei gravi danni a seguito dell'inalazione dell'MW, rendendolo un giovane emotivamente instabile e privo di qualsivoglia senso del pericolo. Anche la sua aspettativa di vita ne risulta irrimediabilmente ridotta. Garai, invece, sembra non avere sofferto di conseguenze visibili, ma il ricordo delle cicatrici che si porta dentro basta per impedirgli di vivere un'esistenza serena. L'amore che prova per Yuki è per lui un'ulteriore fonte d'angoscia: passato da seduttore a sedotto, impaurito e affascinato al tempo stesso dalla sua imprevedibilità, vorrebbe porre fine alla loro relazione, ma non ci riesce.
Quindici anni dopo l'incidente di Okino Mafune, di cui il resto del mondo è rimasto all'oscuro, una serie di strani omicidi comincia a disseminare il panico tra i pezzi grossi della politica e della finanza giapponese. Le vittime hanno tutte a che fare, in maniera più o meno diretta, proprio con l'MW. Con sommo orrore Garai apprende che la mano che si cela dietro a questo disegno omicida appartiene a Yuki, il quale cerca di coinvolgerlo nel suo progetto di vendetta contro coloro che, di fronte a una simile tragedia, hanno preferito anteporre i propri interessi insabbiando la cosa il più velocemente ed efficacemente possibile. Progetto che va ben oltre la loro uccisione, in quanto il vero obiettivo del giovane è quello di impossessarsi nientepopodimeno che del famigerato MW ed usarlo per sterminare l'intero genere umano. Potrà contare sulla lealtà del prete anche stavolta oppure quest'ultimo troverà la forza di ribellarglisi?
La psicologia dei personaggi è resa in modo puntuale e incredibilmente approfondito, non solo nel caso dei due protagonisti bensì anche per quanto riguarda i comprimari. Illuminante a tale proposito è la figura di Sumiko, una ragazza molto legata a padre Garai che diventerà ben presto una pedina nelle mani di Yuki. Sulla plausibilità degli effetti provocati dell'MW su quest'ultimo, naturalmente, trattandosi di un gas fittizio si può discutere soltanto a un livello puramente teorico.
Molte altre sono le tematiche scottanti trattate in questo manga, allora come ai giorni nostri: l'incertezza intrinseca a certe operazioni politiche, l'omosessualità, la perdita dell'innocenza, l'arrivismo, l'amore, la morte, l'errata percezione dei veri valori, lo smarrimento del genere umano che si vede sempre più spogliato della propria identità nonostante l'apparente e crescente libertà. Il tutto è trattato con estrema sensibilità, senza emettere giudizi o erigersi a detentore della verità assoluta da parte di Tezuka, il cui tratto fa un delizioso contrasto con quanto disegnato.
Anche l'impianto narrativo supera brillantemente la prova del tempo, nonostante la già menzionata frettolosità del finale. La trama non soltanto regge, ma è impreziosita da una sceneggiatura la cui geniale essenzialità le conferisce ulteriore spessore.
In conclusione: un manga da leggere indipendentemente dai propri gusti personali, anche se il prezzo dell'edizione Hazard può costituire un deterrente. Un'opera che ti spinge inevitabilmente a porti delle domande, le cui immagini rimangono impresse a fuoco nelle retine del lettore anche a distanza di tempo, proprio come dovrebbe accadere con tutte le grandi opere; in altre parole, ad affrontare proprio quel vuoto di cui alle volte si ha erroneamente paura, incapaci di comprendere che fa parte di noi come noi facciamo parte di esso.
MW è un thriller di quelli che prendono allo stomaco e, probabilmente, l'opera più cruda e spietata di Osamu Tezuka. I due protagonisti sono Padre Garai, un prete presumibilmente cattolico, e Michio Yuki, un serial killer di rara crudeltà. Infatti, la misteriosa arma chimica che dà il nome al manga, lo ha spogliato di qualsiasi inibizione e sentimento umano. Questo e le violenze subite in tenera età, anche ad opera dello stesso Garai che ha un passato delinquenziale, lo portano ad elaborare un progetto genocida basato proprio sull'arma che l'ha reso il mostro che è. Per arrivare al suo scopo, userà il proprio bell'aspetto e la propria intelligenza per sedurre uomini e donne, facendo leva sui loro sentimenti e i loro desideri più inconfessabili, anche a costo di fare a pezzi fisicamente ed emotivamente chiunque si pari sulla sua strada.
La caratterizzazione psicologica dei personaggi è il punto forte di quest'opera, che scava nei lati più oscuri della psiche umana senza fermarsi di fronte a niente: l'aspetto che balza più all'occhio è certamente il modo disinvolto in cui sono trattate tematiche omosessuali in un periodo in cui ciò costituiva un'assoluta novità. Tra i due personaggi principali, in particolare, si sviluppa una relazione con tratti morbosi e ambiguità che ne fanno delle figure molto complesse, oscure e, in fondo, miserabili. Ma non è l'unico aspetto. Colpisce, al punto di turbare, la facilità con cui Michio Yuki si inserisce in un ambiente politico ed economico saturo di corruzione, dove finisce per prosperare in un modo quasi indecente, proprio in virtù della sua totale assenza di moralità.
MW non è il miglior lavoro di Tezuka, ma lascia l'amaro in bocca, perché ritrae "come va il mondo" in un modo davvero convincente. Comprendere e criticare la realtà in modo così violento e con una carica accusatoria di questa portata è, semmai ce ne fosse bisogno, una prova di coraggio che dimostra la caratura fuori dal comune dell'autore. Naturalmente, per quanto riguarda la veste grafica, Tezuka rimane fedele a se stesso. Ognuno deve decidere se perdonargli i difetti speso citati a suo sfavore. Privarsi di letture di questo tipo è comunque un vero peccato.
Concludendo, MW è un manga per adulti e probabilmente un prodotto d'élite, che uno deve andarsi a cercare. Da ciò deriva necessariamente un costo che però è lievemente più contenuto del normale, per la solita edizione Hazard di qualità. In ogni caso, meno male che Hazard c'è.
La caratterizzazione psicologica dei personaggi è il punto forte di quest'opera, che scava nei lati più oscuri della psiche umana senza fermarsi di fronte a niente: l'aspetto che balza più all'occhio è certamente il modo disinvolto in cui sono trattate tematiche omosessuali in un periodo in cui ciò costituiva un'assoluta novità. Tra i due personaggi principali, in particolare, si sviluppa una relazione con tratti morbosi e ambiguità che ne fanno delle figure molto complesse, oscure e, in fondo, miserabili. Ma non è l'unico aspetto. Colpisce, al punto di turbare, la facilità con cui Michio Yuki si inserisce in un ambiente politico ed economico saturo di corruzione, dove finisce per prosperare in un modo quasi indecente, proprio in virtù della sua totale assenza di moralità.
MW non è il miglior lavoro di Tezuka, ma lascia l'amaro in bocca, perché ritrae "come va il mondo" in un modo davvero convincente. Comprendere e criticare la realtà in modo così violento e con una carica accusatoria di questa portata è, semmai ce ne fosse bisogno, una prova di coraggio che dimostra la caratura fuori dal comune dell'autore. Naturalmente, per quanto riguarda la veste grafica, Tezuka rimane fedele a se stesso. Ognuno deve decidere se perdonargli i difetti speso citati a suo sfavore. Privarsi di letture di questo tipo è comunque un vero peccato.
Concludendo, MW è un manga per adulti e probabilmente un prodotto d'élite, che uno deve andarsi a cercare. Da ciò deriva necessariamente un costo che però è lievemente più contenuto del normale, per la solita edizione Hazard di qualità. In ogni caso, meno male che Hazard c'è.
Quest’opera di Osamu Tezuka è decisamente cruda e spietata. Le nefandezze della natura umana sono qui rappresentate con graffiante realismo, in una commistione di orrori terribilmente veritieri. Sicuramente il manga risente degli anni in cui è stato scritto e pubblicato: nel disegno, tipico dell’autore, a volte un po’ gommoso e certamente non eccelso rispetto alla qualità di quello in voga oggi; nella sceneggiatura, talvolta zoppicante nei tempi o nella vorticosità delle emozioni, sempre legata a un modo di guardare al fumetto ormai datato e superato da una maggiore fluidità temporale; negli argomenti, naturalmente, che risentono senza dubbio del clima della guerra fredda e dello choc per le nuove armi di distruzione di massa scoperte e sperimentate durante la seconda guerra mondiale. Risulta comunque un’opera di alto livello, a metà fra lo storico e il thriller, com’è tipico delle opere dirette a un pubblico adulto scritte e disegnate dal grande maestro.
MW sa far pensare, indignare e muovere a pietà, si inerpica su percorsi aspri che non possono appianarsi con nessuno stratagemma narrativo: la corruzione umana, il vizio, l’egoismo, l’indifferenza, non sono peccati cancellabili dalla natura dell’uomo. Questo emerge molto chiaramente in MW ancor più che negli altri manga di Osami Tezuka: forse è la più pessimistica fra le opere pubblicate in Italia, quella in cui l’orrore rimane invendicato, in cui nessuno sgarbo può essere sanato. Rispecchia appieno l’uso dell’arte fumettistica come arma di denuncia e messa a nudo dei problemi della società (cosa che oggi pochi autori fanno, sanno fare o hanno il coraggio e il permesso di fare). Senz’altro una lettura cupa dunque, a tratti piuttosto pesante da digerire, che lascia in bocca l’amaro e il disgusto di una sconfitta universale, universale perché connaturata in un DNA umano che, di generazione in generazione, non cambierà mai il nostro essere animaleschi e brutali nei confronti dei nostri simili.
MW sa far pensare, indignare e muovere a pietà, si inerpica su percorsi aspri che non possono appianarsi con nessuno stratagemma narrativo: la corruzione umana, il vizio, l’egoismo, l’indifferenza, non sono peccati cancellabili dalla natura dell’uomo. Questo emerge molto chiaramente in MW ancor più che negli altri manga di Osami Tezuka: forse è la più pessimistica fra le opere pubblicate in Italia, quella in cui l’orrore rimane invendicato, in cui nessuno sgarbo può essere sanato. Rispecchia appieno l’uso dell’arte fumettistica come arma di denuncia e messa a nudo dei problemi della società (cosa che oggi pochi autori fanno, sanno fare o hanno il coraggio e il permesso di fare). Senz’altro una lettura cupa dunque, a tratti piuttosto pesante da digerire, che lascia in bocca l’amaro e il disgusto di una sconfitta universale, universale perché connaturata in un DNA umano che, di generazione in generazione, non cambierà mai il nostro essere animaleschi e brutali nei confronti dei nostri simili.