Il canto delle stelle
Sono lieta di essermi lasciata guidare dalle recensioni positive di quest'opera. Mi hanno permesso di andare oltre un pregiudizio che nutrivo verso lo stile grafico dell'autrice Natsuki Takaya e di affondare il naso (e la mente) tra le pagine di una storia che difficilmente si lascia dimenticare.
"Il canto delle stelle" è una serie proposta in undici volumi dalla Planet Manga e la sua autrice è nota in Italia soprattutto per il successo di "Fruit Basket". Qui l'autrice lascia andare le atmosfere fantasy e accompagna il lettore con delicatezza ai temi più concreti della depressione e dell'abbandono. Lo suggerisco in modo particolare ai lettori che hanno già apprezzato opere come "Piece", "Orange", "Aruito-Moving Forward" e "Cat Street".
Sakuya Shiina è una studentessa liceale e amante dell'osservazione delle stelle. A causa del divorzio dei genitori, entrambi già impegnati con altre relazioni sentimentali, viene affidata ad un parente in un paesino lontano dalle luci cittadine e caratterizzato dalla vicinanza al mare e dalla limpidezza del suo cielo notturno. Nonostante il passato sfortunato e l'abbandono dei suoi genitori, Sakuya mantiene una bella dose di fiducia verso le relazioni con il prossimo, si fa degli amici e riesce persino a creare un club di "Osservazione delle stelle". Il giorno del suo compleanno entra in scena un ragazzo misterioso, le regala un abito del colore dei fiori di ciliegio e la incoraggia. Nonostante Shiina non sappia chi sia quello sconosciuto, la frase "Ce l'hai messa tutta" le fa credere che per la prima volta qualcuno abbia colto i suoi sforzi di mantenere il sorriso e restare in equilibrio in un mondo che l'ha dapprima rifiutata. Dopo quella apparizione, il ragazzo svanisce e inizia la ricerca di Shiina per ritrovarlo.
"Una stella solitaria, una stella rossa che canta tutta sola nel buio più profondo. E io l'ho trovata, tra le innumerevoli stelle esistenti Alphard la solitaria".
Nonostante l'incipit possa farlo intuire, la protagonista non è l'eroina di un romanzo fantascientifico. Attraverso gli occhi di Shiina impariamo a conoscere dei temi di denuncia sociale tristemente attuali: il destino dei figli dopo la separazione dei genitori, il sistema competitivo scolastico, lo stereotipo di bravura dettato da standard di eccellenza esagerati. L'autrice non si limita a descrivere questi temi, ma li estende alla sfera più intima dell'individuo che ne è carnefice, vittima, spettatore. Si sofferma con cura maggiore sulle conseguenze subite da chi non ha ancora sviluppato la furbizia, la corazza e le risorse per difendersi: i bambini.
"Il canto delle stelle" è una sinfonia di incoraggiamento verso le persone che alzano lo sguardo al cielo e ricercano dei messaggi per non mollare. Nel corso della lettura ricorre spesso la metafora del "buco nero": quel qualcosa dal quale non bisogna farsi trascinare e per questo bisogna allenarsi ogni giorno ad individuare nella realtà le persone che ci vogliono bene, che ci sostengono e che ci aiuteranno a non lasciarci andare grazie al loro "canto". E' un invito ad uscire dal proprio guscio e a vedere non solo il mondo che ci rifiuta, ma anche quello che ci mantiene saldamente ancorati alla realtà. Il messaggio che sento di avere colto è questo: "Se gli altri ti abbandonano, non fare l'errore di abbandonare Tu a te stesso, per essere poi in grado di passare la staffetta, nel momento giusto, ad un'altra persona ancora incapace di "ascoltare" il canto delle stelle".
Non credo che si tratti di un fumetto di facile lettura e interpretazione. Lo suggerisco agli amanti dell'introspezione e che ricercano nelle storie la psicologia dei personaggi. Chi ricerca uno shoujo manga scolastico brioso o dinamico potrebbe restare deluso. Sono presenti gli elementi del mistero e dei colpi di scena, ma sono funzionali all'evoluzione e alla crescita dei personaggi ancor prima che a ribaltare le situazioni. Anche l'humor non manca e aiuta ogni tanto a spezzare un'atmosfera cupa - in cui forse da lettori si ha bisogno di assimilare le "batoste". Per apprezzare la storia d'amore bisogna armarsi di pazienza. I sentimenti sono presenti e intensi, tuttavia per affondare... i pilastri richiedono tempo e spazio di conoscersi, guarirsi e accogliersi. L'epilogo a mio avviso è coerente con la lente adottata dall'autrice nella pagina 1 del volume 1: "...ma forse mi sarei innamorat*, anche se lo avessi saputo".
"Il canto delle stelle" è una serie proposta in undici volumi dalla Planet Manga e la sua autrice è nota in Italia soprattutto per il successo di "Fruit Basket". Qui l'autrice lascia andare le atmosfere fantasy e accompagna il lettore con delicatezza ai temi più concreti della depressione e dell'abbandono. Lo suggerisco in modo particolare ai lettori che hanno già apprezzato opere come "Piece", "Orange", "Aruito-Moving Forward" e "Cat Street".
Sakuya Shiina è una studentessa liceale e amante dell'osservazione delle stelle. A causa del divorzio dei genitori, entrambi già impegnati con altre relazioni sentimentali, viene affidata ad un parente in un paesino lontano dalle luci cittadine e caratterizzato dalla vicinanza al mare e dalla limpidezza del suo cielo notturno. Nonostante il passato sfortunato e l'abbandono dei suoi genitori, Sakuya mantiene una bella dose di fiducia verso le relazioni con il prossimo, si fa degli amici e riesce persino a creare un club di "Osservazione delle stelle". Il giorno del suo compleanno entra in scena un ragazzo misterioso, le regala un abito del colore dei fiori di ciliegio e la incoraggia. Nonostante Shiina non sappia chi sia quello sconosciuto, la frase "Ce l'hai messa tutta" le fa credere che per la prima volta qualcuno abbia colto i suoi sforzi di mantenere il sorriso e restare in equilibrio in un mondo che l'ha dapprima rifiutata. Dopo quella apparizione, il ragazzo svanisce e inizia la ricerca di Shiina per ritrovarlo.
"Una stella solitaria, una stella rossa che canta tutta sola nel buio più profondo. E io l'ho trovata, tra le innumerevoli stelle esistenti Alphard la solitaria".
Nonostante l'incipit possa farlo intuire, la protagonista non è l'eroina di un romanzo fantascientifico. Attraverso gli occhi di Shiina impariamo a conoscere dei temi di denuncia sociale tristemente attuali: il destino dei figli dopo la separazione dei genitori, il sistema competitivo scolastico, lo stereotipo di bravura dettato da standard di eccellenza esagerati. L'autrice non si limita a descrivere questi temi, ma li estende alla sfera più intima dell'individuo che ne è carnefice, vittima, spettatore. Si sofferma con cura maggiore sulle conseguenze subite da chi non ha ancora sviluppato la furbizia, la corazza e le risorse per difendersi: i bambini.
"Il canto delle stelle" è una sinfonia di incoraggiamento verso le persone che alzano lo sguardo al cielo e ricercano dei messaggi per non mollare. Nel corso della lettura ricorre spesso la metafora del "buco nero": quel qualcosa dal quale non bisogna farsi trascinare e per questo bisogna allenarsi ogni giorno ad individuare nella realtà le persone che ci vogliono bene, che ci sostengono e che ci aiuteranno a non lasciarci andare grazie al loro "canto". E' un invito ad uscire dal proprio guscio e a vedere non solo il mondo che ci rifiuta, ma anche quello che ci mantiene saldamente ancorati alla realtà. Il messaggio che sento di avere colto è questo: "Se gli altri ti abbandonano, non fare l'errore di abbandonare Tu a te stesso, per essere poi in grado di passare la staffetta, nel momento giusto, ad un'altra persona ancora incapace di "ascoltare" il canto delle stelle".
Non credo che si tratti di un fumetto di facile lettura e interpretazione. Lo suggerisco agli amanti dell'introspezione e che ricercano nelle storie la psicologia dei personaggi. Chi ricerca uno shoujo manga scolastico brioso o dinamico potrebbe restare deluso. Sono presenti gli elementi del mistero e dei colpi di scena, ma sono funzionali all'evoluzione e alla crescita dei personaggi ancor prima che a ribaltare le situazioni. Anche l'humor non manca e aiuta ogni tanto a spezzare un'atmosfera cupa - in cui forse da lettori si ha bisogno di assimilare le "batoste". Per apprezzare la storia d'amore bisogna armarsi di pazienza. I sentimenti sono presenti e intensi, tuttavia per affondare... i pilastri richiedono tempo e spazio di conoscersi, guarirsi e accogliersi. L'epilogo a mio avviso è coerente con la lente adottata dall'autrice nella pagina 1 del volume 1: "...ma forse mi sarei innamorat*, anche se lo avessi saputo".
Sakuya a causa di problemi familiari vive con il cugino Kanade, considerato da tutti un nullafacente. Durante la sua festa di compleanno conosce un ragazzo che non aveva mai visto prima e fa amicizia con lui, credendolo un amico di suo cugino.
Nei giorni successivi Sakuya scopre la verità e cioè che il ragazzo non è un amico di suo cugino, ma per una serie di circostanze si è trovato alla sua festa. Nonostante questo i ragazzi legano e tra di loro nasce un sentimento, che però dovrà confrontarsi con l'oscuro segreto che il ragazzo nasconde.
"Il canto delle stelle" è un'opera di Natsuki Yakaya, autrice dello strepitoso "Fruits Basket". Pare che durante la serializzazione di quest'ultimo manga ci sia stata un'interruzione a causa di una profonda depressione della mangaka, e si è potuto constatare in una piega improvvisamente drammatica che la storia ha preso.
Anche qui ci troviamo di fronte a una storia cupa, ma mi permetto di dire inutilmente drammatica.
L'autrice non riesce a farci affezionare ai personaggi come in "Fruits Basket", le situazioni si presentano come fin da subito scialbe e i personaggi fin troppo stereotipati.
Speravo che andando avanti sarebbe successo qualcosa, e invece ci troviamo davanti a 11 volumi in cui succede poco e niente.
Persino quello che dovrebbe essere un colpo di scena, cioè la rivelazione del segreto del protagonista, è talmente banale e già visto in una miriade di manga da non provocare nessuna reazione nel lettore.
I disegni della Takaya sono buoni come sempre, ma la disposizione delle vignette e dei baloon a volte è un po' confusionaria, e il ritmo della narrazione (molto dilatato) e i dialoghi insignificanti non aiutano di certo a far decollare la storia.
Nei giorni successivi Sakuya scopre la verità e cioè che il ragazzo non è un amico di suo cugino, ma per una serie di circostanze si è trovato alla sua festa. Nonostante questo i ragazzi legano e tra di loro nasce un sentimento, che però dovrà confrontarsi con l'oscuro segreto che il ragazzo nasconde.
"Il canto delle stelle" è un'opera di Natsuki Yakaya, autrice dello strepitoso "Fruits Basket". Pare che durante la serializzazione di quest'ultimo manga ci sia stata un'interruzione a causa di una profonda depressione della mangaka, e si è potuto constatare in una piega improvvisamente drammatica che la storia ha preso.
Anche qui ci troviamo di fronte a una storia cupa, ma mi permetto di dire inutilmente drammatica.
L'autrice non riesce a farci affezionare ai personaggi come in "Fruits Basket", le situazioni si presentano come fin da subito scialbe e i personaggi fin troppo stereotipati.
Speravo che andando avanti sarebbe successo qualcosa, e invece ci troviamo davanti a 11 volumi in cui succede poco e niente.
Persino quello che dovrebbe essere un colpo di scena, cioè la rivelazione del segreto del protagonista, è talmente banale e già visto in una miriade di manga da non provocare nessuna reazione nel lettore.
I disegni della Takaya sono buoni come sempre, ma la disposizione delle vignette e dei baloon a volte è un po' confusionaria, e il ritmo della narrazione (molto dilatato) e i dialoghi insignificanti non aiutano di certo a far decollare la storia.
Se dovessi dire una sola parola per descrivere questo manga sarebbe dolcezza. Perché è proprio questo lo stato d'animo che ti pervade dall'inizio alla fine di questa opera. La protagonista di questa storia è Sakuya, con alle spalle un passato difficile ma che fin dall'inizio ce la mette tutta per cercare di essere felice. Molti altri personaggi la affiancheranno: Chihiro, di cui si innamorerà; Kanade, il cugino con cui vive; Hijiri e Yuri suoi compagni di classe. Ognuno di loro ha dei problemi con la famiglia alle spalle. Non mi va di dire molto altro della trama, non credo sia necessario per far piacere o meno il manga. Quello che appassiona veramente (o almeno che ha appassionato me) è la rappresentazione dannatamente realistica delle difficoltà di comunicazione tra le persone, come sia difficile esprimere i propri sentimenti anche a chi si vuole bene. Ogni personaggio ha le sue debolezze, commette errori, ma attraverso la crescita interiore che ognuno fa arriva a comprendere meglio gli altri e si impegna per migliorare il rapporto d'amicizia. Nessuno rimane come è stato presentato all'inizio della storia.
Questo manga si discosta moltissimo dallo shojo classico: niente "sbrilluccichii", niente vestiti alla moda e acconciature da urlo; si lascia molto meno spazio alle apparenze e molto di più all'interiorità...questo rende il ritmo un po' più lento ma la storia risulta molto più affascinante e commovente.
Fare un paragone con Fruits basket direi che risulta inevitabile. Le tematiche affrontate sono simili effettivamente ma in questa nuova opera direi che sono trattate in modo più completo e maturo; anche il disegno è migliorato anche se rimane molto semplice ed essenziale. Furuba è un capolavoro ma Il canto delle stelle regge il paragone e non delude le aspettative. Natsuki Takaya è una di quelle mangaka che lascia il segno, sicuramente leggerò tutte le sue opere e continuerò a consigliarle vivamente!
Questo manga si discosta moltissimo dallo shojo classico: niente "sbrilluccichii", niente vestiti alla moda e acconciature da urlo; si lascia molto meno spazio alle apparenze e molto di più all'interiorità...questo rende il ritmo un po' più lento ma la storia risulta molto più affascinante e commovente.
Fare un paragone con Fruits basket direi che risulta inevitabile. Le tematiche affrontate sono simili effettivamente ma in questa nuova opera direi che sono trattate in modo più completo e maturo; anche il disegno è migliorato anche se rimane molto semplice ed essenziale. Furuba è un capolavoro ma Il canto delle stelle regge il paragone e non delude le aspettative. Natsuki Takaya è una di quelle mangaka che lascia il segno, sicuramente leggerò tutte le sue opere e continuerò a consigliarle vivamente!
Il canto delle stelle è stata la mia prima (e per ora unica) opera di Natsuki Takaya. La me del tempo cercava un ennesimo manga shojo da leggere, consapevole che il genere includeva spessa dei cliché. Così, molto a caso, comprai l'opera sopra citata.
Mi si aprì un mondo. Il canto delle stelle è un'opera eccessivamente sottovalutata, che non si vuole porre come un "semplice shojo". Vuole essere una porta sulla conoscenza propria e reciproca, vuole essere il trampolino di lancio per gettarsi in un mare di sentimenti nascosti.
Le stelle, silenziose osservatrici della storia, sono il principale mezzo di conoscenza tra i due protagonisti, dai caratteri opposti, ma dalle sofferenze comuni. Lui tormentato da un'amore che sembra ormai finito, lei in balia dell'abbandono, perennemente aggrappata ad un sorriso, nella speranza di non sprofondare: ecco Chihiro e Sakuya. Ed attorno a loro ruotano parenti e amici, dal passato difficile e dal presente incerto.
Il canto delle stelle è un manga perfetto per i giovani, per gli adolescenti come la sottoscritta, che potrebbero trovare dei tratti comuni con quelli del nostri personaggi, oppure assistere semplicemente alle loro vicende, sempre in procinto di piangere.
Perché questa è un'opera malinconica, ma al contempo stesso speranzosa, un'opera dalla quale è impossibile non lasciarsi sfuggire una lacrima.
Mi si aprì un mondo. Il canto delle stelle è un'opera eccessivamente sottovalutata, che non si vuole porre come un "semplice shojo". Vuole essere una porta sulla conoscenza propria e reciproca, vuole essere il trampolino di lancio per gettarsi in un mare di sentimenti nascosti.
Le stelle, silenziose osservatrici della storia, sono il principale mezzo di conoscenza tra i due protagonisti, dai caratteri opposti, ma dalle sofferenze comuni. Lui tormentato da un'amore che sembra ormai finito, lei in balia dell'abbandono, perennemente aggrappata ad un sorriso, nella speranza di non sprofondare: ecco Chihiro e Sakuya. Ed attorno a loro ruotano parenti e amici, dal passato difficile e dal presente incerto.
Il canto delle stelle è un manga perfetto per i giovani, per gli adolescenti come la sottoscritta, che potrebbero trovare dei tratti comuni con quelli del nostri personaggi, oppure assistere semplicemente alle loro vicende, sempre in procinto di piangere.
Perché questa è un'opera malinconica, ma al contempo stesso speranzosa, un'opera dalla quale è impossibile non lasciarsi sfuggire una lacrima.
Sakuya è una ragazza che ama osservare il cielo stellato; crede che nel loro luccichio le stelle cantino, e quel canto le dà la forza di superare ogni momento difficile. Nonostante un passato doloroso, Sakuya cerca di vivere al meglio la sua vita, con onestà e semplicità, accompagnata dagli amici Yuri e Ijiri e dal cugino Kanade, con il quale convive per una serie di motivi. Il tranquillo scorrere della vita di Sakuya viene stravolto dall'arrivo di Chihiro, un ragazzo venuto da Tokyo che mostra sin dall'inizio una personalità ambigua e misteriosa. Sakuya ne rimane immediatamente affascinata e da quel momento la luce di Alphard, la stella con cui identifica il ragazzo, brillerà su di lei, trasformando del tutto la sua vita.
Possiamo dirlo senza mezzi termini: Natsuki Takaya ama i drammi, in particolare i drammi familiari. Chi conosce l'autrice per la sua opera precedente, "Fruits basket", sa benissimo come la mangaka ami confrontarsi con storie che parlano di famiglie, di genitori, di abusi, di abbandono e di come tutto questo possa influenzare la vita dei suoi giovani protagonisti. Inizialmente pensavo che l'autrice avesse esagerato su certi aspetti e più volte mi son detta che genitori così crudeli non possono esistere, ma fermandomi un attimo a riflettere, mi sono resa conto che i drammi di cui parla la Takaya sono reali, perché di genitori che abbandonano i propri figli, che ne abusano o che "semplicemente" non sanno amarli, ne esistono fin troppi.
Come successo in "Fruits basket", la storia non si concentra solo sulla protagonista, ma mette in campo un numero abbastanza ampio di personaggi che, come da consuetudine della mangaka, vengono perfettamente caratterizzati a livello psicologico, imbastendo delle sottotrame che si intrecciano con la storia principale ma che, al contrario di "Fruits basket", vengono elaborate in modo più semplice e meno invasivo, evitando così momenti di panico in cui non ci si ricorda più come e perché fosse andata avanti la storia di quel determinato personaggio. Ne "Il canto delle stelle" ci sono parecchi dialoghi e tutto si esplica tramite le parole dei personaggi che si sovrappongo ai pensieri, e in questo senso credo che la mangaka sia migliorata parecchio, difatti questi due piani riescono a sovrapporsi armonicamente evitando la confusione.
"Il canto delle stelle" potrebbe essere considerato un manga lento e banale, ma è con l'andare avanti dei volumi che la storia offre il suo meglio, mettendo a nudo i personaggi, i loro sentimenti, le paure e le debolezze. Sakuya è una ragazza molto debole, ma aiutandosi con le unghie e con i denti, cerca di sopravvivere e di ritrovare una felicità ingiustamente strappata via, con l'arrivo di Chihiro inoltre, scopre l'amore e tutte le sensazioni belle e brutte ad esso associate. Da parte sua il ragazzo non le rende la vita facile, complice un triste passato che cerca di dimenticare ed un cuore troppo buono per poter passare oltre i bisogni degli altri e vivere la propria vita senza rimpianti e rimorsi.
Sicuramente questo manga è meno dinamico di "Fruits basket", sia per la mancanza di personaggi particolarmente attivi nel loro carattere, sia perché tutto ciò che concerne "Il canto delle stelle" sembra permeato dalla pacatezza e dal carattere tranquillo di Sakuya che, nonostante la sua poca "prestanza scenica" riesce a non farsi schiacciare dai personaggi più forti di lei. E' vero quindi che l'atmosfera è lenta, ma credo si sia trattato di una precisa scelta dell'autrice per permetterci di immedesimarci in quello che è il mondo interiore della piccola Sakuya. Anche la comicità e le gag sono presenti in misura abbastanza contenuta.
I disegni dalla Takaya sono sempre molto belli, dolci e delicati, gli sfondi sono ridotti al minimo, mentre viene posta una particolare attenzione sui primi piani e sulle espressioni facciali dei personaggi.
Come già successo nelle sue opere precedenti, anche in questo manga la maturazione dei protagonisti e il passare del tempo vanno di pari passo con la loro crescita fisica, difatti dal primo all'ultimo numero essi hanno compiuto un'evoluzione non solo interiore ma anche esteriore; trovo che questo sia motivo di lode per l'autrice, difatti non è insolito vedere come in un manga, seppur passino anni e anni, i personaggi restino sempre uguali, mentre la crescita dei protagonisti della Takaya è palpabile già dal loro aspetto esteriore.
Se è vero che la storia d'amore è il motore della trama, come già successo per "Fruits basket", mi piace notare come oltre all'amore "romantico" venga preso in considerazione anche quello familiare e tra amici, difatti sul finale è proprio quest'ultimo tipo di affetto che viene lodato e preso in grande considerazione.
Da qui arriviamo alla nota dolente… il finale! Arrivati al penultimo numero ci troviamo di fronte ad un bivio, ci rendiamo conto che la storia può concludersi solo in due modi e la Takaya sceglie quello che auspicavo, il problema è il modo in cui questo finale viene realizzato. Non volendo fare spoiler, posso solo dire che certi atteggiamenti della protagonista non mi sono piaciuti per nulla, in quanto Sakuya sembra aver perso tutto ciò che, a livello psicologico e caratteriale, aveva duramente conquistato nel corso della storia, rinchiudendosi in una sorta di bolla in cui il tempo si è fermato. E' stato un finale molto deludente, non ho provato emozione o felicità, sembrava di leggere l'epilogo di una banalissima storia d'amore tra adolescenti, mentre il manga aveva mostrato il contrario per tutta la sua durata.
Adoro Natsuki Takaya e sono sinceramente dispiaciuta che stavolta non abbia saputo, a mio parere, condurre la storia in modo impeccabile fino alla fine e la mia valutazione risente molto di questo finale.
"Il canto delle stelle" è un buon manga, non raggiunge i picchi di "Fruits basket" e ne soffre il confronto data la fama del secondo e alcuni temi ricorrenti, ma si lascia leggere con piacere, emozionando e coinvolgendo il lettore. Al contrario di molti shojo scolastici ha il merito di scavare dentro le personalità dei personaggi, in modo serio e meticoloso.
Consigliato a chi gradisce le storie lente e delicate, consigliato a chi ama le storie fortemente drammatiche ma in cui è sempre presente la speranza della redenzione e della rinascita.
Possiamo dirlo senza mezzi termini: Natsuki Takaya ama i drammi, in particolare i drammi familiari. Chi conosce l'autrice per la sua opera precedente, "Fruits basket", sa benissimo come la mangaka ami confrontarsi con storie che parlano di famiglie, di genitori, di abusi, di abbandono e di come tutto questo possa influenzare la vita dei suoi giovani protagonisti. Inizialmente pensavo che l'autrice avesse esagerato su certi aspetti e più volte mi son detta che genitori così crudeli non possono esistere, ma fermandomi un attimo a riflettere, mi sono resa conto che i drammi di cui parla la Takaya sono reali, perché di genitori che abbandonano i propri figli, che ne abusano o che "semplicemente" non sanno amarli, ne esistono fin troppi.
Come successo in "Fruits basket", la storia non si concentra solo sulla protagonista, ma mette in campo un numero abbastanza ampio di personaggi che, come da consuetudine della mangaka, vengono perfettamente caratterizzati a livello psicologico, imbastendo delle sottotrame che si intrecciano con la storia principale ma che, al contrario di "Fruits basket", vengono elaborate in modo più semplice e meno invasivo, evitando così momenti di panico in cui non ci si ricorda più come e perché fosse andata avanti la storia di quel determinato personaggio. Ne "Il canto delle stelle" ci sono parecchi dialoghi e tutto si esplica tramite le parole dei personaggi che si sovrappongo ai pensieri, e in questo senso credo che la mangaka sia migliorata parecchio, difatti questi due piani riescono a sovrapporsi armonicamente evitando la confusione.
"Il canto delle stelle" potrebbe essere considerato un manga lento e banale, ma è con l'andare avanti dei volumi che la storia offre il suo meglio, mettendo a nudo i personaggi, i loro sentimenti, le paure e le debolezze. Sakuya è una ragazza molto debole, ma aiutandosi con le unghie e con i denti, cerca di sopravvivere e di ritrovare una felicità ingiustamente strappata via, con l'arrivo di Chihiro inoltre, scopre l'amore e tutte le sensazioni belle e brutte ad esso associate. Da parte sua il ragazzo non le rende la vita facile, complice un triste passato che cerca di dimenticare ed un cuore troppo buono per poter passare oltre i bisogni degli altri e vivere la propria vita senza rimpianti e rimorsi.
Sicuramente questo manga è meno dinamico di "Fruits basket", sia per la mancanza di personaggi particolarmente attivi nel loro carattere, sia perché tutto ciò che concerne "Il canto delle stelle" sembra permeato dalla pacatezza e dal carattere tranquillo di Sakuya che, nonostante la sua poca "prestanza scenica" riesce a non farsi schiacciare dai personaggi più forti di lei. E' vero quindi che l'atmosfera è lenta, ma credo si sia trattato di una precisa scelta dell'autrice per permetterci di immedesimarci in quello che è il mondo interiore della piccola Sakuya. Anche la comicità e le gag sono presenti in misura abbastanza contenuta.
I disegni dalla Takaya sono sempre molto belli, dolci e delicati, gli sfondi sono ridotti al minimo, mentre viene posta una particolare attenzione sui primi piani e sulle espressioni facciali dei personaggi.
Come già successo nelle sue opere precedenti, anche in questo manga la maturazione dei protagonisti e il passare del tempo vanno di pari passo con la loro crescita fisica, difatti dal primo all'ultimo numero essi hanno compiuto un'evoluzione non solo interiore ma anche esteriore; trovo che questo sia motivo di lode per l'autrice, difatti non è insolito vedere come in un manga, seppur passino anni e anni, i personaggi restino sempre uguali, mentre la crescita dei protagonisti della Takaya è palpabile già dal loro aspetto esteriore.
Se è vero che la storia d'amore è il motore della trama, come già successo per "Fruits basket", mi piace notare come oltre all'amore "romantico" venga preso in considerazione anche quello familiare e tra amici, difatti sul finale è proprio quest'ultimo tipo di affetto che viene lodato e preso in grande considerazione.
Da qui arriviamo alla nota dolente… il finale! Arrivati al penultimo numero ci troviamo di fronte ad un bivio, ci rendiamo conto che la storia può concludersi solo in due modi e la Takaya sceglie quello che auspicavo, il problema è il modo in cui questo finale viene realizzato. Non volendo fare spoiler, posso solo dire che certi atteggiamenti della protagonista non mi sono piaciuti per nulla, in quanto Sakuya sembra aver perso tutto ciò che, a livello psicologico e caratteriale, aveva duramente conquistato nel corso della storia, rinchiudendosi in una sorta di bolla in cui il tempo si è fermato. E' stato un finale molto deludente, non ho provato emozione o felicità, sembrava di leggere l'epilogo di una banalissima storia d'amore tra adolescenti, mentre il manga aveva mostrato il contrario per tutta la sua durata.
Adoro Natsuki Takaya e sono sinceramente dispiaciuta che stavolta non abbia saputo, a mio parere, condurre la storia in modo impeccabile fino alla fine e la mia valutazione risente molto di questo finale.
"Il canto delle stelle" è un buon manga, non raggiunge i picchi di "Fruits basket" e ne soffre il confronto data la fama del secondo e alcuni temi ricorrenti, ma si lascia leggere con piacere, emozionando e coinvolgendo il lettore. Al contrario di molti shojo scolastici ha il merito di scavare dentro le personalità dei personaggi, in modo serio e meticoloso.
Consigliato a chi gradisce le storie lente e delicate, consigliato a chi ama le storie fortemente drammatiche ma in cui è sempre presente la speranza della redenzione e della rinascita.
Il canto delle stelle (Hoshi wa Utau), opera di Natsuki Takaya, nota al pubblico italiano per l'acclamato Fruits Basket, ha il merito di introdurre il lettore nella storia spiazzandolo fin dal principio: Chihiro Aoi entra nella vita di Shiina Sakuya in maniera assolutamente insolita, sbucando letteralmente dal nulla e regalandole per il compleanno un abito rosa, salvo poi dirle gratuitamente che l'odia. Shiina, che ha dietro sé un passato triste, fatto di perdite e abbandoni, alimenta i propri sogni alla luce delle stelle, che ama osservare a tal punto da fondare il "Clamaste", ovvero il club degli amanti delle stelle. Tra tutti gli astri, osservati a occhio nudo con gli amici Yuuri e Hijiri, sdraiati su di un prato nelle notti sgombre da nubi, Shiina sente affine al proprio animo la stella Alphard, la più solitaria e luminosa della costellazione dell'Idra. Dal canto silenzioso delle stelle, Sakuya trae il coraggio per non disperare, nonostante tutto il dolore patito (le vessazioni della matrigna che l'hanno spinta ad andare via di casa, le difficoltà nei rapporti umani, l'incomprensione tra le mura scolastiche); e così, nonostante l'atteggiamento enigmatico e spesso scostante di Chihiro, cerca di avvicinarsi a lui e di coinvolgerlo nelle osservazioni astronomiche. Il ragazzo, dapprima restio, si lascia vincere dalla disarmante innocenza della ragazza e dal desiderio istintivo di proteggerla. Molte vicende dei rispettivi passati accomunano i due ragazzi (anche Aoi è un "senza nido", abbandonato dalla madre), ma ciò che più colpisce Chihiro in Shiina è la somiglianza di lei con il suo fragile amore del passato, Sakura.
I personaggi di Hoshi wa Utau tintinnano di fragilità, e in Aoi si legge proprio il timore di non riuscire, con le proprie forze, a impedire che si attualizzi di nuovo in Shiina il destino di Sakura, a evitare che un altro cuore di vetro si frantumi. Il suo abbraccio dato a Shiina sotto gli occhi dei compagni d'istituto, impietosamente pronti a deriderla per la sua impacciata presentazione del club degli amanti delle stelle, dà la misura del disperato bisogno da parte di Chihiro di scongiurare il ripetersi della tragedia. Non sempre la gentilezza basta, specialmente quando il mondo d'attorno è gratuitamente crudele. Lo sa bene anche Kanade, il cugino di Shiina che l'ha accolta su richiesta del padre di lei. Ritiratosi temporaneamente dagli studi, questo ragazzo, dal carattere chiuso e difficile e dotato di sensibilità artistica, dà l'idea di un hikikomori sui generis, o piuttosto di una figura tipica dell'immaginario della Takaya. Tuttavia, anche grazie alla presenza di Sakuya e per senso di responsabilità nei suoi confronti, Kanade esce progressivamente dal proprio guscio e torna ad affrontare il mondo. Interessante anche la figura di Yuuri, l'amico di sempre di Shiina, innamorato di lei ma poco disposto ad ammetterlo, protagonista di schermaglie di gelosia con il rivale Chihiro e vittima delle angherie amichevoli di Hijiri Honjou, ragazza elegante, ricca e bella, dal carattere altero e scontroso, ma profondamente protettiva nei confronti di Shiina. Hijiri si rivela passionale e romantica, con alterne fortune e inquiete prese di coscienza dei propri sentimenti verso Saki, servitore di lungo corso della famiglia Honjou.
Il tratto è essenziale, pulito e gradevole, e la trama accosta il realismo dei sentimenti e delle storie individuali alla fantasia e al mistero evocati dal passato di Chihiro o forse soprattutto dalla presenza silenziosa delle stelle, controcanto extraterrestre di tutta la vicenda. Stessa commistione riscontrata del resto in Furuba, con il mito degli animali dello zodiaco cinese e la maledizione a carico di questi a fare da contraltare soprannaturale alle umanissime traversie dei personaggi.
Il titolo meriterebbe un'edizione più curata di quella messa in vendita da Panini, sciatta sotto l'aspetto della veste editoriale e della cura dei dettagli (e.g. "Yuuri" viene impropriamente traslitterato come "Yuri"). Si spera in una riedizione più all'altezza del titolo, giunto in patria a conclusione con l'undicesimo tankoubon.
I personaggi di Hoshi wa Utau tintinnano di fragilità, e in Aoi si legge proprio il timore di non riuscire, con le proprie forze, a impedire che si attualizzi di nuovo in Shiina il destino di Sakura, a evitare che un altro cuore di vetro si frantumi. Il suo abbraccio dato a Shiina sotto gli occhi dei compagni d'istituto, impietosamente pronti a deriderla per la sua impacciata presentazione del club degli amanti delle stelle, dà la misura del disperato bisogno da parte di Chihiro di scongiurare il ripetersi della tragedia. Non sempre la gentilezza basta, specialmente quando il mondo d'attorno è gratuitamente crudele. Lo sa bene anche Kanade, il cugino di Shiina che l'ha accolta su richiesta del padre di lei. Ritiratosi temporaneamente dagli studi, questo ragazzo, dal carattere chiuso e difficile e dotato di sensibilità artistica, dà l'idea di un hikikomori sui generis, o piuttosto di una figura tipica dell'immaginario della Takaya. Tuttavia, anche grazie alla presenza di Sakuya e per senso di responsabilità nei suoi confronti, Kanade esce progressivamente dal proprio guscio e torna ad affrontare il mondo. Interessante anche la figura di Yuuri, l'amico di sempre di Shiina, innamorato di lei ma poco disposto ad ammetterlo, protagonista di schermaglie di gelosia con il rivale Chihiro e vittima delle angherie amichevoli di Hijiri Honjou, ragazza elegante, ricca e bella, dal carattere altero e scontroso, ma profondamente protettiva nei confronti di Shiina. Hijiri si rivela passionale e romantica, con alterne fortune e inquiete prese di coscienza dei propri sentimenti verso Saki, servitore di lungo corso della famiglia Honjou.
Il tratto è essenziale, pulito e gradevole, e la trama accosta il realismo dei sentimenti e delle storie individuali alla fantasia e al mistero evocati dal passato di Chihiro o forse soprattutto dalla presenza silenziosa delle stelle, controcanto extraterrestre di tutta la vicenda. Stessa commistione riscontrata del resto in Furuba, con il mito degli animali dello zodiaco cinese e la maledizione a carico di questi a fare da contraltare soprannaturale alle umanissime traversie dei personaggi.
Il titolo meriterebbe un'edizione più curata di quella messa in vendita da Panini, sciatta sotto l'aspetto della veste editoriale e della cura dei dettagli (e.g. "Yuuri" viene impropriamente traslitterato come "Yuri"). Si spera in una riedizione più all'altezza del titolo, giunto in patria a conclusione con l'undicesimo tankoubon.
Temevo che questo manga non avrebbe mai retto il confronto con Fruits Basket, il precedente capolavoro della Takaya, ed invece mi sono dovuta ricredere. La storia non è certo banale e non è nemmeno così leggera; se vi piacciono shoujo con trame frivole "Il canto delle stelle" non fa al caso vostro.
Sakuya è una giovane liceale con la passione per le stelle. Ha una storia familiare molto triste e turbolenta che però non le ha tolto la voglia di vivere ed andare avanti. Vive col cugino, Kanade, anch'esso con una storia non troppo gaudiosa. La sera del suo compleanno, al rientro dal lavoro, Sakuya trova in casa ad attenderla, oltre al cugino, un misterioso ragazzo, Chihiro. Dando per scontato che si trattasse di un amico di Kanade trascorre una piacevole serata in compagnia dei due, al termine della quale scopre che in realtà il ragazzo non era un amico del cugino ma un perfetto sconosciuto. Sakuya rimarrà profondamente colpita dalle parole di Chihiro che, pur non conoscendola, ha avuto parole di comprensione per lei, e vorrà conoscerlo meglio.
La storia è delicata, a tratti drammatica, a me suscita profonde riflessioni. Finora mi ha fatto vivere delle belle emozioni, mai banale, mai ripetitiva. I disegni poi? bellissimi, adoro l'evoluzione del tratto della Takaya da Furuba fino al Canto delle stelle: sono molto meno stilizzati, morbidi e molto espressivi, anche divertenti. Come sempre la Takaya fa un grande lavoro di introspezione soffermandosi su tutti i personaggi che gravitano attorno alla storia, dai principali ai secondari. Insomma, ve lo consiglio davvero!
Sakuya è una giovane liceale con la passione per le stelle. Ha una storia familiare molto triste e turbolenta che però non le ha tolto la voglia di vivere ed andare avanti. Vive col cugino, Kanade, anch'esso con una storia non troppo gaudiosa. La sera del suo compleanno, al rientro dal lavoro, Sakuya trova in casa ad attenderla, oltre al cugino, un misterioso ragazzo, Chihiro. Dando per scontato che si trattasse di un amico di Kanade trascorre una piacevole serata in compagnia dei due, al termine della quale scopre che in realtà il ragazzo non era un amico del cugino ma un perfetto sconosciuto. Sakuya rimarrà profondamente colpita dalle parole di Chihiro che, pur non conoscendola, ha avuto parole di comprensione per lei, e vorrà conoscerlo meglio.
La storia è delicata, a tratti drammatica, a me suscita profonde riflessioni. Finora mi ha fatto vivere delle belle emozioni, mai banale, mai ripetitiva. I disegni poi? bellissimi, adoro l'evoluzione del tratto della Takaya da Furuba fino al Canto delle stelle: sono molto meno stilizzati, morbidi e molto espressivi, anche divertenti. Come sempre la Takaya fa un grande lavoro di introspezione soffermandosi su tutti i personaggi che gravitano attorno alla storia, dai principali ai secondari. Insomma, ve lo consiglio davvero!
Una sola parola basta per definire questo manga: noioso. Una storia senza né capo e né coda, banale, ripetitiva. No, non ci siamo proprio. Droppato al 6 volume. Ma cominciamo dal principio.
Spinta dal bel ricordo che avevo di Fruits Basket e pentita per non averlo recuperato, mi decido a prendere questo titolo. Il tratto non mi dispiace affatto nonostante in alcuni punti sia molto statico, rigido, tant'è che i personaggi sembrano quasi manichini e gli sfondi sembrano fatti con il righello da un principiante, ma non nego che, di fatto, lo trovo molto gradevole.
Letto il primo numero sono rimasta piacevolmente soddisfatta; poste le basi della storia e presentati i personaggi principali, qualcosa mi aveva colpito, così mi sono detta: "Andiamo avanti".
Il secondo numero però non mi ha molto convinta, si è scesi di livello, ma con il terzo la cosa è davvero degenerata. Se fino a quel momento era un titolo che non mi aveva detto più di tanto (ma che non mi faceva nemmeno pietà), dal terzo volume si consuma la tragedia.
La noia allo stato puro prende vita, la banalità riportata su carta. Personaggi svuotati, sempre uguali, stesse espressioni, stesse battute e poi i vestiti! Nemmeno mia nonna si veste così. Anche in Fruits Basket effettivamente c'era un po' questa tendenza allo sciatto, ma qui si esagera. Insomma, è uno shojo e questo è un aspetto che va curato, almeno un po'. Non mi aspetto che siano tutte Yazawa, ma un minimo di dettaglio ci vuole.
Non mi piace droppare manga, soprattutto, quando mi trovo abbastanza avanti, ma col numero 6 dico basta.
Ho provato a dare fiducia, dicendomi: "vedrai che nel prossimo numero si riprende, qualcosa succederà" e invece il nulla. Ogni personaggio pare avere un segreto, ma non si invoglia il lettore a voler scoprire cosa c'è sotto, anzi, portare a termine la lettura di un volume è una fatica indicibile. Anche il modo di disegnare lo trovo più acerbo, da qui le somiglianze tra i vari protagonisti, soprattutto maschili. Poi l'aumento di prezzo della Panini, assolutamente immotivato, mi ha dato lo scossone definitivo. Addio.
Spinta dal bel ricordo che avevo di Fruits Basket e pentita per non averlo recuperato, mi decido a prendere questo titolo. Il tratto non mi dispiace affatto nonostante in alcuni punti sia molto statico, rigido, tant'è che i personaggi sembrano quasi manichini e gli sfondi sembrano fatti con il righello da un principiante, ma non nego che, di fatto, lo trovo molto gradevole.
Letto il primo numero sono rimasta piacevolmente soddisfatta; poste le basi della storia e presentati i personaggi principali, qualcosa mi aveva colpito, così mi sono detta: "Andiamo avanti".
Il secondo numero però non mi ha molto convinta, si è scesi di livello, ma con il terzo la cosa è davvero degenerata. Se fino a quel momento era un titolo che non mi aveva detto più di tanto (ma che non mi faceva nemmeno pietà), dal terzo volume si consuma la tragedia.
La noia allo stato puro prende vita, la banalità riportata su carta. Personaggi svuotati, sempre uguali, stesse espressioni, stesse battute e poi i vestiti! Nemmeno mia nonna si veste così. Anche in Fruits Basket effettivamente c'era un po' questa tendenza allo sciatto, ma qui si esagera. Insomma, è uno shojo e questo è un aspetto che va curato, almeno un po'. Non mi aspetto che siano tutte Yazawa, ma un minimo di dettaglio ci vuole.
Non mi piace droppare manga, soprattutto, quando mi trovo abbastanza avanti, ma col numero 6 dico basta.
Ho provato a dare fiducia, dicendomi: "vedrai che nel prossimo numero si riprende, qualcosa succederà" e invece il nulla. Ogni personaggio pare avere un segreto, ma non si invoglia il lettore a voler scoprire cosa c'è sotto, anzi, portare a termine la lettura di un volume è una fatica indicibile. Anche il modo di disegnare lo trovo più acerbo, da qui le somiglianze tra i vari protagonisti, soprattutto maschili. Poi l'aumento di prezzo della Panini, assolutamente immotivato, mi ha dato lo scossone definitivo. Addio.
Il canto delle stelle, nuova fatica di Natsuki Takaya, è stata una bella scoperta. Avevo apprezzato moltissimo il lavoro dell'autrice con Fruits Basket e temevo che questo nuovo manga non sarebbe stato all'altezza dell'opera precedente. Mi sbagliavo di grosso.
La storia di per sé sembra abbastanza banale: arriva un nuovo studente in una nuova scuola e una delle ragazze si accorge di averlo già incontrato, quando dal nulla si è unito alla sua festa di compleanno, senza che nessuno sapesse chi fosse... la nostra protagonista si sente attratta dal ragazzo, che sembra nascondere un passato triste. Da questa premessa, inizia lo sviluppo di una storia di grande introspezione. Ognuno dei protagonisti ha i suoi piccoli o grandi problemi e i suoi dolori che si porta dentro. Ognuno cerca di sopravvivere, di andare avanti, ognuno vuole un po' di serenità. L'amore narrato da Natsuki Takaya non è facile, non è sempre divertente e a volte fa soffrire, ma questo lo rende più vero, più reale. Slegato dal tema soprannaturale del precedente manga, la voce delle stelle risulta comunque altrettanto intenso e meditativo. Natsuki Takaya non perde il suo smalto e ci regala un'altra gran bella storia con personaggi dalla psicologia complessa e tormentata.
Lo stile di disegno è rimasto abbastanza simile a quello di Fruits Basket, semplice e aggraziato, senza troppi fronzoli ma in perfetta sintonia con la storia trattata. L'edizione italiana è come al solito mediocre, ma si lascia leggere.
Consiglio questo manga a chi ha voglia di una storia romantica un po' impegnativa e con una punta di tristezza. Voto 9, perché sono davvero molto contenta di averlo comprato e non vedo l'ora di proseguire la lettura.
La storia di per sé sembra abbastanza banale: arriva un nuovo studente in una nuova scuola e una delle ragazze si accorge di averlo già incontrato, quando dal nulla si è unito alla sua festa di compleanno, senza che nessuno sapesse chi fosse... la nostra protagonista si sente attratta dal ragazzo, che sembra nascondere un passato triste. Da questa premessa, inizia lo sviluppo di una storia di grande introspezione. Ognuno dei protagonisti ha i suoi piccoli o grandi problemi e i suoi dolori che si porta dentro. Ognuno cerca di sopravvivere, di andare avanti, ognuno vuole un po' di serenità. L'amore narrato da Natsuki Takaya non è facile, non è sempre divertente e a volte fa soffrire, ma questo lo rende più vero, più reale. Slegato dal tema soprannaturale del precedente manga, la voce delle stelle risulta comunque altrettanto intenso e meditativo. Natsuki Takaya non perde il suo smalto e ci regala un'altra gran bella storia con personaggi dalla psicologia complessa e tormentata.
Lo stile di disegno è rimasto abbastanza simile a quello di Fruits Basket, semplice e aggraziato, senza troppi fronzoli ma in perfetta sintonia con la storia trattata. L'edizione italiana è come al solito mediocre, ma si lascia leggere.
Consiglio questo manga a chi ha voglia di una storia romantica un po' impegnativa e con una punta di tristezza. Voto 9, perché sono davvero molto contenta di averlo comprato e non vedo l'ora di proseguire la lettura.
La storia del manga "Il canto delle stelle" si incentra sulle vicende personali di Chihiro e Sakuya. Entrambi sono dei ragazzi dal passato triste e solitario. Chihiro ha vissuto un trauma molto forte, la visione della persona che si ama che rinuncia a vivere commettendo suicido. E poi abbiamo Sakuya, un ragazza gentile che, nonostante la mancanza di affetto da parte della sua famiglia, trova la forza di reagire, forza che trae dalla vista delle stelle, che per Sakuya cantano nel cielo.
Questa nuova opera dell'autrice di Fruit Basket non si allontana molto dalle tematiche che già abbiamo visto nella sua precedente opera, come appunto l'abbandono, il desiderio di morire, e la solitudine perché non si ci sente accettati dagli altri. A me piace tantissimo questo manga, mi piace il disegno e mi piace la storia, soprattutto mi interessa conoscere la storia dei personaggi secondari. Da parte mia sento di consigliarne la lettura. Attualmente in Giappone questo manga è ancora in corso di pubblicazione.
Questa nuova opera dell'autrice di Fruit Basket non si allontana molto dalle tematiche che già abbiamo visto nella sua precedente opera, come appunto l'abbandono, il desiderio di morire, e la solitudine perché non si ci sente accettati dagli altri. A me piace tantissimo questo manga, mi piace il disegno e mi piace la storia, soprattutto mi interessa conoscere la storia dei personaggi secondari. Da parte mia sento di consigliarne la lettura. Attualmente in Giappone questo manga è ancora in corso di pubblicazione.
Da appassionato di manga storici e fantascientifici, ho ritrovato ne Il Canto delle Stelle un modo assolutamente diverso - ed affascinante - di esplorare l'interiorità dei personaggi. Muovendo dai 'topoi' più classici del genere shojo, Natsuki Takaya racconta la storia di Chihiro, studente tanto brillante quanto oppresso da esperienze che gli impediscono di aprirsi alla bellezza della vita. Ma quando la timida Sakuya, presidentessa di un bizzarro club di amanti delle stelle, si innamora di lui, il muro di introversione che Chihiro ha faticosamente costruito per difendersi comincia a vacillare...
Dopo la fortunata esperienza di Fruits Basket, l'autrice dimostra di avere ulteriormente affinato il proprio stile narrativo: le vicende di Sakuya e Chihiro spaziano con delicatezza tra momenti sereni e drammatici, creando un ritmo che stimola costantemente l'interesse del lettore. Nel filone principale intervengono occasionalmente personaggi secondari come Honjo e Murakami, puntuali nel fornire a Sakuya l'indispensabile supporto psicologico e caratterizzati abbastanza da rendere interessanti i loro interventi. Il Canto delle Stelle basa gran parte del suo fascino su questo raffinato equilibrio costruttivo, ma inviterei i lettori a non sottovalutare le capacità artistiche della Takaya: la semplicità delle illustrazioni di copertina, infatti, tace sull'ottimo lavoro di tratteggio e retini che caratterizza le singole tavole (in questo senso, la qualità di stampa offerta da Planet è più che accettabile).
La dove gli sfondi tendono ad essere perlopiù accennati e sostituiti da effetti grafici, i personaggi godono al contrario di un'espressività vivida e cangiante, perfettamente adeguata all'ampio spettro di emozioni contenute nella storia: catturando espressioni sfuggenti, la Takaya riesce a renderci partecipi di ogni situazione e ci trasforma in invisibili ed attenti osservatori. Si tratta di caratteristiche che insieme alla generale pulizia del tratto, "tradiscono" in qualche modo l'esperienza e la maturità di un'autrice di classe '73.
In definitiva, mi sento di consigliare Il Canto delle Stelle a tutti coloro che hanno amato opere sullo stile di KareKano - delicate, profonde, appassionanti e ben costruite.
Dopo la fortunata esperienza di Fruits Basket, l'autrice dimostra di avere ulteriormente affinato il proprio stile narrativo: le vicende di Sakuya e Chihiro spaziano con delicatezza tra momenti sereni e drammatici, creando un ritmo che stimola costantemente l'interesse del lettore. Nel filone principale intervengono occasionalmente personaggi secondari come Honjo e Murakami, puntuali nel fornire a Sakuya l'indispensabile supporto psicologico e caratterizzati abbastanza da rendere interessanti i loro interventi. Il Canto delle Stelle basa gran parte del suo fascino su questo raffinato equilibrio costruttivo, ma inviterei i lettori a non sottovalutare le capacità artistiche della Takaya: la semplicità delle illustrazioni di copertina, infatti, tace sull'ottimo lavoro di tratteggio e retini che caratterizza le singole tavole (in questo senso, la qualità di stampa offerta da Planet è più che accettabile).
La dove gli sfondi tendono ad essere perlopiù accennati e sostituiti da effetti grafici, i personaggi godono al contrario di un'espressività vivida e cangiante, perfettamente adeguata all'ampio spettro di emozioni contenute nella storia: catturando espressioni sfuggenti, la Takaya riesce a renderci partecipi di ogni situazione e ci trasforma in invisibili ed attenti osservatori. Si tratta di caratteristiche che insieme alla generale pulizia del tratto, "tradiscono" in qualche modo l'esperienza e la maturità di un'autrice di classe '73.
In definitiva, mi sento di consigliare Il Canto delle Stelle a tutti coloro che hanno amato opere sullo stile di KareKano - delicate, profonde, appassionanti e ben costruite.