Takeru
"Takeru" è un manga di Buichi Terasawa editato in Italia più di una volta. Infatti una serie, quella della J-POP, consta di due volumi; mentre, quella edita dalla Star Comics, di quattro. L'unica cosa che accomuna il lavoro delle due case è la totale colorazione delle pagine per tutti i volumi. Quest'opera è oggi ritenuta l'antenato dei moderni manga di combattimenti. Lascia trasparire in ogni sua tavola l'epoca in cui è stata creata, e forse è proprio questa sensazione che fa provare piacere a lettore, nonostante la vistosa scarsità di contenuti. I volumi sono di dimensioni esorbitanti rispetto ai manga moderni, forse addirittura più grandi delle ben più note comics Americane, e questo, come nel mio caso, potrebbe recare fastidio, anche vista la patinosità delle pagine.
La trama, in quanto erede dei moderni shounen, tratta di combattimenti ed eroi alle prese con la lotta costante contro la malvagità. Takeru Ichimonji è un ninja cacciatore di taglie, conosciuto da tutti per la sua potenza nel campo delle arti marziali ma anche in quello magico. Egli è sempre accompagnato dal suo fedele compagno animale, perché non sia sia che cosa sia in realtà, Bumbuku. Un giorno giunge nel regno di Yamato in cerca di nuovi lavori e guadagni. La sua avventura comincerà però solo dopo aver visto la giovane e provocante principessa, della quale si innamorerà affrontando i pericoli e cercando di salvarla da un misterioso e pericoloso nemico. Il tutto è accompagnato da una grandissima dose di ecchi, forse anche di più dei manga moderni.
Devo ammettere che ho fatto molta fatica a seguirne la lettura, sia per la noiosità della trama che per la banalità dei disegni. Sinceramente non lo catalogherei sotto la tipologia seinen, ma bensì in quella shounen. Vista l'epoca di produzione non ci sono dubbi sul fatto che attiri molto meno dei manga moderni a noi più congeniali, però credo anche che valga la pena di leggere l'antenato di quelli odierni, che ha dato vita al nostro successivo mondo tanto amato dei fumetti giapponesi. Credo che l'unica cosa che lo salvi dalla banalità assoluta è la colorazione di tutte le pagine, che aiuta a presentare in un modo più carino e convincente l'opera, nonostante in effetti non meriti. La cosa che mi ha stupito di più è la presenza quasi fastidiosa di una fortissima e concentrata dose di ecchi in ogni tavola, e che quindi mi ha dato molto da riflettere e pensare. Infatti noi oggi riteniamo tutti i manga più commerciali e ricchi di fanservice gli ecchi, quando in realtà questa parte di "erotismo" è compresa nell'idea di manga in sé e nella sua cultura. Non mi sento di dargli un voto elevato in quanto non mi ha soddisfatto a pieno; però credo sia anche vero che all'epoca di produzione era un'opera molto innovativa ed entusiasmante. Consigliato quindi, a malapena, a tutti coloro che vogliono fare un salto nel passato dei manga sotto le opinioni e considerazioni di Terasawa-sensei scritte di suo pugno, che inserirà nei volumi per farci percepire al meglio il mondo che vi è dietro queste pagine.
La trama, in quanto erede dei moderni shounen, tratta di combattimenti ed eroi alle prese con la lotta costante contro la malvagità. Takeru Ichimonji è un ninja cacciatore di taglie, conosciuto da tutti per la sua potenza nel campo delle arti marziali ma anche in quello magico. Egli è sempre accompagnato dal suo fedele compagno animale, perché non sia sia che cosa sia in realtà, Bumbuku. Un giorno giunge nel regno di Yamato in cerca di nuovi lavori e guadagni. La sua avventura comincerà però solo dopo aver visto la giovane e provocante principessa, della quale si innamorerà affrontando i pericoli e cercando di salvarla da un misterioso e pericoloso nemico. Il tutto è accompagnato da una grandissima dose di ecchi, forse anche di più dei manga moderni.
Devo ammettere che ho fatto molta fatica a seguirne la lettura, sia per la noiosità della trama che per la banalità dei disegni. Sinceramente non lo catalogherei sotto la tipologia seinen, ma bensì in quella shounen. Vista l'epoca di produzione non ci sono dubbi sul fatto che attiri molto meno dei manga moderni a noi più congeniali, però credo anche che valga la pena di leggere l'antenato di quelli odierni, che ha dato vita al nostro successivo mondo tanto amato dei fumetti giapponesi. Credo che l'unica cosa che lo salvi dalla banalità assoluta è la colorazione di tutte le pagine, che aiuta a presentare in un modo più carino e convincente l'opera, nonostante in effetti non meriti. La cosa che mi ha stupito di più è la presenza quasi fastidiosa di una fortissima e concentrata dose di ecchi in ogni tavola, e che quindi mi ha dato molto da riflettere e pensare. Infatti noi oggi riteniamo tutti i manga più commerciali e ricchi di fanservice gli ecchi, quando in realtà questa parte di "erotismo" è compresa nell'idea di manga in sé e nella sua cultura. Non mi sento di dargli un voto elevato in quanto non mi ha soddisfatto a pieno; però credo sia anche vero che all'epoca di produzione era un'opera molto innovativa ed entusiasmante. Consigliato quindi, a malapena, a tutti coloro che vogliono fare un salto nel passato dei manga sotto le opinioni e considerazioni di Terasawa-sensei scritte di suo pugno, che inserirà nei volumi per farci percepire al meglio il mondo che vi è dietro queste pagine.