Angeli e demoni
"Na mo Naki Tori no Tube Yoake" è un'opera yaoi realizzata da Hirotaka Kisaragi - la seconda edita in Italia dopo la di influenza célianiana " Blood+ Viaggio al Termine della Notte" - realizzata in tre volumi. La casa editrice che si è occupata della sua stampa è la Ronin Manga che offre i tankōbon in un'edizione standard per il non troppo eccessivo prezzo di € 6.90 l'uno.
Il problema maggiore della pubblicazione si rivela l'adattamento del titolo italiano ("Angeli e Demoni") che non si avvicina minimamente allo spiegare il perché del titolo originale dato dall'autore. Certo, i protagonisti delle vicende si rivelano essere l'uno un angelo e l'altro un demone ma, appena scorsi alla sua uscita - già conoscendo l'opera - il primo volume in fumetteria mi domandai istintivamente cosa avesse mai a che fare questo manga con il romanzo di Brown.
Escludendo tali scelte editoriali dal punto di vista qualitativo, per ciò che riguarda la carta utilizzata, il materiale si rivela più che buono; unica pecca le saltuarie trasparenze che restano comunque difficili da individuare. Sul piano dei contenuti ogni volume è inoltre fornito di approfondimenti su paradiso e inferno che vanno dal numero dei gironi infernali alle gerarchie angeliche. Nel primo tankōbon è in più contenuto un breve racconto, "Il Mio Tesoro", che si rivela essere, agli occhi dei lettori più attenti, un prototipo del futuro "BrotherXBrother".
Passando ora alla trama vera e propria, questa vede come protagonista il potestà Karasu al quale viene ordinato dal suo caposezione, la dominazione Sariel, di convincere un demone ad allontanarsi dalla zona abitata nella quale ormai risiede da parecchio tempo. L'unico problema è che tale demone, Shirasagi, è un prete che svolge la sua missione in un piccolo ristorante abbandonato. Karasu è al tempo stesso stupito e profondamente colpito di ciò e, parlando con il demone, viene a conoscenza della sua storia: dopo una vita trascorsa al servizio dell'arciduca infernale Belzebù (che non è l'adorabile moccioso dai capelli verdi dell'omonima e più conosciuta opera di Tamura Ryuuhei) Shirasagi incontra inaspettatamente una persona che con le proprie parole cambia totalmente il suo modo di vedere l'esistenza e dal quale momento il ragazzo fa una promessa a Dio, decide di servirlo e di vivere tra gli essere umani covando il desiderio di essere non un demone ma uno di loro.
Tra Karasu e Shirasagi si instaura immediatamente un forte rapporto e Karasu gli giura che farà di tutto per far avverare il suo desiderio; si scontra addirittura con i propri superiori e con i sottoposti di Belzebù mentre quest'ultimo ha deciso di servirsi dei due uomini per portare a termine il proprio piano.
L'impianto narrativo inizia in modo semplice, senza molte pretese, per poi svilupparsi nel secondo volume e rivelandosi dotato di una buona struttura. Il problema maggiore consistente nel come i fili sono stati però tessuti dall'autore: si ha infatti la netta sensazione di trovarsi davanti a degli eventi che si reggono su fondamenta d'argilla. Il tutto si evolve e conclude con troppa celerità ed a rimetterci sono per lo più i personaggi.
Shirasagi non riesce invero a sostenere un ritmo così sostenuto e si perde continuamente nelle proprie elucubrazioni mentali e i vari angeli - serafini e cherubuni - che intervengono e dovrebbero essere una delle forze decisive dello scontro inferno vs paradiso sono invece tranquillamente seduti tra i cumulonembi e fare un bel niente mentre i protagonisti cercano di sventare il piano dell'arciduca demoniaco.
Proprio quest'ultimo si rivela un personaggio differente dal classico antagonista e il suo desiderio, tradottosi in ferrea volontà, farà se non altro appassionare un minimo il lettore come invece non avviene per la fin troppo svenevole relazione tra Karasu e Shirasagi.
L'angelo, tra i due protagonisti, è il meglio riuscito perché al contrario del demone gode della fortuna di essere stato dotato di una personalità intraprendente e volitiva e sarà l'unico che farà prendere alla vicenda la decisiva svolta finale.
Personalmente ho invece altamente apprezzato Komori (alias Giuda in una vita duemila anni precedente a questa) che se ne va tranquillamente in giro con la celeberrima parte di croce su cui è inciso il titulus crucis. Dettagli biblici a parte Komori ed il suo compagno pappagallo (ma sarà veramente un pennuto?) si rivelano davvero una manna dal cielo per "Na mo Naki Tori no Tube Yoake" che, grazie al loro intervento, riesce a concludersi nel migliore dei modi. Forse, aggiungerei d'istinto, fin troppo bene tanto da far apparire la loro presenza come un intelligente deus ex machina preparato ad arte.
Nonostante le varie carenze e la possibilità, ormai persa, di poter rendere quest'opera altamente migliore il titolo si rivela comunque sufficientemente appassionante. Se siete amanti dell'autore ve ne consiglio l'acquisto altrimenti potete passare tranquillamente oltre.
Il problema maggiore della pubblicazione si rivela l'adattamento del titolo italiano ("Angeli e Demoni") che non si avvicina minimamente allo spiegare il perché del titolo originale dato dall'autore. Certo, i protagonisti delle vicende si rivelano essere l'uno un angelo e l'altro un demone ma, appena scorsi alla sua uscita - già conoscendo l'opera - il primo volume in fumetteria mi domandai istintivamente cosa avesse mai a che fare questo manga con il romanzo di Brown.
Escludendo tali scelte editoriali dal punto di vista qualitativo, per ciò che riguarda la carta utilizzata, il materiale si rivela più che buono; unica pecca le saltuarie trasparenze che restano comunque difficili da individuare. Sul piano dei contenuti ogni volume è inoltre fornito di approfondimenti su paradiso e inferno che vanno dal numero dei gironi infernali alle gerarchie angeliche. Nel primo tankōbon è in più contenuto un breve racconto, "Il Mio Tesoro", che si rivela essere, agli occhi dei lettori più attenti, un prototipo del futuro "BrotherXBrother".
Passando ora alla trama vera e propria, questa vede come protagonista il potestà Karasu al quale viene ordinato dal suo caposezione, la dominazione Sariel, di convincere un demone ad allontanarsi dalla zona abitata nella quale ormai risiede da parecchio tempo. L'unico problema è che tale demone, Shirasagi, è un prete che svolge la sua missione in un piccolo ristorante abbandonato. Karasu è al tempo stesso stupito e profondamente colpito di ciò e, parlando con il demone, viene a conoscenza della sua storia: dopo una vita trascorsa al servizio dell'arciduca infernale Belzebù (che non è l'adorabile moccioso dai capelli verdi dell'omonima e più conosciuta opera di Tamura Ryuuhei) Shirasagi incontra inaspettatamente una persona che con le proprie parole cambia totalmente il suo modo di vedere l'esistenza e dal quale momento il ragazzo fa una promessa a Dio, decide di servirlo e di vivere tra gli essere umani covando il desiderio di essere non un demone ma uno di loro.
Tra Karasu e Shirasagi si instaura immediatamente un forte rapporto e Karasu gli giura che farà di tutto per far avverare il suo desiderio; si scontra addirittura con i propri superiori e con i sottoposti di Belzebù mentre quest'ultimo ha deciso di servirsi dei due uomini per portare a termine il proprio piano.
L'impianto narrativo inizia in modo semplice, senza molte pretese, per poi svilupparsi nel secondo volume e rivelandosi dotato di una buona struttura. Il problema maggiore consistente nel come i fili sono stati però tessuti dall'autore: si ha infatti la netta sensazione di trovarsi davanti a degli eventi che si reggono su fondamenta d'argilla. Il tutto si evolve e conclude con troppa celerità ed a rimetterci sono per lo più i personaggi.
Shirasagi non riesce invero a sostenere un ritmo così sostenuto e si perde continuamente nelle proprie elucubrazioni mentali e i vari angeli - serafini e cherubuni - che intervengono e dovrebbero essere una delle forze decisive dello scontro inferno vs paradiso sono invece tranquillamente seduti tra i cumulonembi e fare un bel niente mentre i protagonisti cercano di sventare il piano dell'arciduca demoniaco.
Proprio quest'ultimo si rivela un personaggio differente dal classico antagonista e il suo desiderio, tradottosi in ferrea volontà, farà se non altro appassionare un minimo il lettore come invece non avviene per la fin troppo svenevole relazione tra Karasu e Shirasagi.
L'angelo, tra i due protagonisti, è il meglio riuscito perché al contrario del demone gode della fortuna di essere stato dotato di una personalità intraprendente e volitiva e sarà l'unico che farà prendere alla vicenda la decisiva svolta finale.
Personalmente ho invece altamente apprezzato Komori (alias Giuda in una vita duemila anni precedente a questa) che se ne va tranquillamente in giro con la celeberrima parte di croce su cui è inciso il titulus crucis. Dettagli biblici a parte Komori ed il suo compagno pappagallo (ma sarà veramente un pennuto?) si rivelano davvero una manna dal cielo per "Na mo Naki Tori no Tube Yoake" che, grazie al loro intervento, riesce a concludersi nel migliore dei modi. Forse, aggiungerei d'istinto, fin troppo bene tanto da far apparire la loro presenza come un intelligente deus ex machina preparato ad arte.
Nonostante le varie carenze e la possibilità, ormai persa, di poter rendere quest'opera altamente migliore il titolo si rivela comunque sufficientemente appassionante. Se siete amanti dell'autore ve ne consiglio l'acquisto altrimenti potete passare tranquillamente oltre.
Un 8 ad Angeli e Demoni veramente regalato. L'unica cosa per cui è degno di essere letto è per i bei disegni, curati in ogni particolare, per il resto potreste anche benissimo farne a meno. Ad ogni pagina mi aspettavo che Shisaragi si trasformasse in una bellissima principessa dai biondi capelli e gli occhi color del cielo, pur essendo un demone. L'unica cosa per cui capiamo che è un uomo è grazie alle poche scene a torso nudo, altrimenti potrebbe essere benissimo scambiato per una donna con i capelli corti vestita da maschio. La storia di sottofondo potrebbe anche essere carina se non fosse ricoperta da stereotipi: maschio attivo=uomo, maschio passivo=donna, ecc... Inoltre anche qui tutti gli altri personaggi con cui i protagonisti entrano in contatto sono gay, e non si trova qualcuno di sesso femminile neanche a cercalo con la lente di ingrandimento. Detto questo, la storia che fa da contorno ai protagonisti è veramente bella, soprattutto perché demolisce ciò che più di tutto è stereotipato e idealizzato: la religione.
Angeli e Demoni (in originale 名も無き鳥の飛ぶ夜明け Namo naki Tori no tobu Yoake) è uno dei primi manga della nuova divisione editoriale Ronin ad esordire presso le fumetterie e librerie nostrane. Opera di Hirotaka Kisaragi, in patria apprezzato autore di Shounen-Ai e Yaoi, noto in Italia sinora unicamente per Blood + Viaggio al Termine della Notte, di Panini Comics, Angeli e Demoni è una trilogia Boy’s Love Fantasy incentrata sul rapporto d’affetto tra un angelo, Karasu, e un demone, Shirasagi, disposti a lottare contro le leggi divine anche a costo della loro vita pur di essere liberi di amarsi.
La vicenda si concentra principalmente sui due protagonisti, il Potestà Karasu e il Marchese demoniaco Shirasagi.
Karasu è un uomo dai capelli biondi e dagli occhi azzurri, ma, al contrario delle consuete rappresentazioni angeliche, è una figura alta e imponente e di carattere testardo e impulsivo, capace sia di incutere timore e rispetto sia di infondere un grande senso di protezione. Si innamorerà subito di Shirasagi, della sua bellezza e della sua straordinaria forza di volontà, e invece di esortarlo a lasciare la Terra per tornare negli Inferi, come da suo compito, capirà le sue ragioni, la sua insoddisfazione per l’esistenza che conducono, da una parte i diavoli destinati a ferire il prossimo e dall’altra gli angeli piegati ad un’obbedienza cieca alla Parola di Dio che schiaccia qualsiasi loro volontà, convinzione, individualità, e assieme cercheranno una motivazione alla loro esistenza, in una fuga che saprà rispondere non solo a questi quesiti.
Anche Shirasagi è un personaggio originale: si tratta di un demone che, pentito della propria condotta e affamato, come tutti gli esseri, di amare ed essere riamato, ha abbandonato il suo rango e i suoi simili per abbandonarsi in una fede assoluta in Dio. È in questo momento che avviene l’incontro tra i due, in un bar fatiscente adibito a Casa del Signore che Shirasagi ha creato come rifugio per sé e per gli abitanti bisognosi del suo quartiere.
Purtroppo però, le motivazioni di Shirasagi non divengono mai oggetto di un’analisi completa: il lettore lo incontra già intento a rivolgersi a Dio e della sua vita peccaminosa si accenna appena nel primo volume, e in mancanza di un approfondimento la sua psicologia rimane un po’ superficiale e inadeguata; un vero peccato, se il mangaka fosse riuscito ad illustrare convincentemente e coerentemente il suo cambiamento, così profondo e importante, si avrebbe avuta una notevole caratterizzazione che avrebbe impreziosito ancor di più il fumetto.
Nel corso delle loro peripezie, Karasu e Shirasagi incontrano altri personaggi, come Komori, il ragazzo proprietario del pappagallo di cui Shirasagi si prende cura nel numero iniziale, il cui compito è aiutare i due ad esaudire il loro desiderio e che combatte con una sorta di asta in legno avvolta da bende.
Un altro personaggio centrale è il Granduca dell’Inferno Belzebub, di cui Shirasagi era partner nella sua condizione di demonio.
Da sottolineare lungo i 13 capitoli sono le somiglianze, volute o casuali, con altre produzioni, sia manga che non.
La prima fonte di ispirazione è d’obbligo, essendo quasi impossibile, nella delineazione di personaggi ultraterreni, prescindere da Angel Sanctuary di Kaori Yuki, di cui Hirotaka Kisaragi riprende alcuni elementi, in particolare la condizione di soppressione tanto dei demoni quanto degli angeli, meri burattini nelle mani dei loro dispotici creatori; l’idea di tratteggiare coloro scampati sulla Terra come dei veri immigrati clandestini in attesa di rimpatrio forzato nel proprio luogo d’origine; e l’identità celata di alcuni comprimari.
Angeli e Demoni ha poi un punto di contatto con Wish delle CLAMP, altro fumetto che tratta dell’amore omosessuale fra creature celesti, nella sua apparente persecuzione dei sentimenti dei protagonisti.
In più, il soggetto di base somiglia molto a quello che lo scrittore francese Marc Levy ha utilizzato nel suo romanzo Sept Jours pour une éternité, la differenza è che qui si ha una coppia gay invece di una etero come protagonista.
Tuttavia, il plot nel suo insieme è oscurato da diversi punti d’ombra: innanzitutto, vi è la volontà di rendere più tragica e struggente la storia inserendo i personaggi come vittime chiave all’interno di una congiura che mira a distruggere tutto il Creato svelando l’inganno divino: ebbene, quest’elemento più grande che il fumettista ha deciso di incastonare nella trama mal vi si adatta, con il risultato di apparire stridente nel suo tentativo fine a se stesso di suscitare emozioni forti nel lettore.
Nel secondo volume, Karasu e Shirasagi trovano riparo presso il Reverendo Sarugami. Egli, un po’ come Shirasagi, ha occupato una scuola dove accoglie chiunque si rivolga a lui. Se non che, neanche lui è un essere umano e protegge l’edificio grazie a una pietra mistica dagli attacchi perpetrati dal Pastore Tatsumi, un travestimento del Granduca, ma il mistero del Reverendo non viene svelato e il suo personaggio abbandonato nel passaggio dal secondo all’ultimo volume.
Oltre a ciò, il finale, dopo una rapidissima parabola di eventi per me esagerati, è uno stucchevole happy end che, nel suo coinvolgere nei rapporti amorosi anche le “Alte Sfere” di Inferno e Paradiso, può far storcere il naso.
Per quanto interessa la veste grafica, Angeli e Demoni è un prodotto di notevole livello tecnico: nonostante nei capitoli iniziali il tratto sia un po’ largo e ondeggiante e dunque il disegno appaia sporco, e, come per tutti i generi derivati dallo Shoujo, anche Angeli e Demoni condivida la scarsità di fondali e si basi su primi e primissimi piani, lo stile migliora costantemente di pagina in pagina, sino ad arrivare allo stupendo tankoubon terzo caratterizzato da un taglio cinematografico da lasciare senza fiato.
Gli unici aspetti da migliorare a mio parere sono l’uso dei retini, piuttosto scarso, e le ambientazioni poco ispirate nei primi due volumi, in special modo l’Inferno.
Sebbene l’iniziativa di creare una collana Yaoi sia lodevole, l’edizione Ronin ha ancora dei margini di miglioramento: la carta è molto bianca e dello giusto spessore, inoltre i libretti risultano compatti, piacevoli da sfogliare, e la copertina di un rosso scuro da fare bella mostra sugli scaffali, però trovo povero il materiale in semplice cartoncino di quest’ultima e l’assenza di rubriche dei lettori, nel caso di un Boy’s Love sarebbe interessante leggere varie opinioni sul titolo; insomma, non sono sicuro di poter dire che il rapporto qualità (seppur buona) / prezzo (€ 6,90) sia positivo.
Comunque, sembra che i Kappa Boys abbiano lavorato molto sulla qualità delle nuove uscite, basta vedere l’ottima edizione con sovraccoperta de Il Gioco del Gatto e del Topo, e questo lascia ben sperare.
Impietoso come al mio solito però, non ho apprezzato l’adattamento italiano del titolo, dal giapponese <i>名も無き鳥の飛ぶ夜明け Namo naki Tori no tobu Yoake</i>, letteralmente <i>“L’alba in cui l’uccello senza nome spiccherà il volo”</i>, ad <i>“Angeli e Demoni”</i>, dal momento che il titolo dato da Kisaragi-sensei è significativo ed evocativo una volta terminata la lettura, e non c’era bisogno di scomodare Dan Brown.
Per concludere, un’ulteriore precisazione: malgrado i difetti che ogni tanto intaccano la narrazione, Angeli e Demoni è senza dubbio un buon manga, che si lascia leggere con estremo piacere e sa essere drammatico, commovente e nei momenti giusti anche farci riflettere sulla nostra condizione di esseri umani, sulle nostre speranze, sul nostro ruolo nel mondo. Perciò, consiglio caldamente questo titolo agli appassionati non solo del genere BL in particolare, ma dello Shoujo in generale alla ricerca di una storia coinvolgente e avvincente.
La vicenda si concentra principalmente sui due protagonisti, il Potestà Karasu e il Marchese demoniaco Shirasagi.
Karasu è un uomo dai capelli biondi e dagli occhi azzurri, ma, al contrario delle consuete rappresentazioni angeliche, è una figura alta e imponente e di carattere testardo e impulsivo, capace sia di incutere timore e rispetto sia di infondere un grande senso di protezione. Si innamorerà subito di Shirasagi, della sua bellezza e della sua straordinaria forza di volontà, e invece di esortarlo a lasciare la Terra per tornare negli Inferi, come da suo compito, capirà le sue ragioni, la sua insoddisfazione per l’esistenza che conducono, da una parte i diavoli destinati a ferire il prossimo e dall’altra gli angeli piegati ad un’obbedienza cieca alla Parola di Dio che schiaccia qualsiasi loro volontà, convinzione, individualità, e assieme cercheranno una motivazione alla loro esistenza, in una fuga che saprà rispondere non solo a questi quesiti.
Anche Shirasagi è un personaggio originale: si tratta di un demone che, pentito della propria condotta e affamato, come tutti gli esseri, di amare ed essere riamato, ha abbandonato il suo rango e i suoi simili per abbandonarsi in una fede assoluta in Dio. È in questo momento che avviene l’incontro tra i due, in un bar fatiscente adibito a Casa del Signore che Shirasagi ha creato come rifugio per sé e per gli abitanti bisognosi del suo quartiere.
Purtroppo però, le motivazioni di Shirasagi non divengono mai oggetto di un’analisi completa: il lettore lo incontra già intento a rivolgersi a Dio e della sua vita peccaminosa si accenna appena nel primo volume, e in mancanza di un approfondimento la sua psicologia rimane un po’ superficiale e inadeguata; un vero peccato, se il mangaka fosse riuscito ad illustrare convincentemente e coerentemente il suo cambiamento, così profondo e importante, si avrebbe avuta una notevole caratterizzazione che avrebbe impreziosito ancor di più il fumetto.
Nel corso delle loro peripezie, Karasu e Shirasagi incontrano altri personaggi, come Komori, il ragazzo proprietario del pappagallo di cui Shirasagi si prende cura nel numero iniziale, il cui compito è aiutare i due ad esaudire il loro desiderio e che combatte con una sorta di asta in legno avvolta da bende.
Un altro personaggio centrale è il Granduca dell’Inferno Belzebub, di cui Shirasagi era partner nella sua condizione di demonio.
Da sottolineare lungo i 13 capitoli sono le somiglianze, volute o casuali, con altre produzioni, sia manga che non.
La prima fonte di ispirazione è d’obbligo, essendo quasi impossibile, nella delineazione di personaggi ultraterreni, prescindere da Angel Sanctuary di Kaori Yuki, di cui Hirotaka Kisaragi riprende alcuni elementi, in particolare la condizione di soppressione tanto dei demoni quanto degli angeli, meri burattini nelle mani dei loro dispotici creatori; l’idea di tratteggiare coloro scampati sulla Terra come dei veri immigrati clandestini in attesa di rimpatrio forzato nel proprio luogo d’origine; e l’identità celata di alcuni comprimari.
Angeli e Demoni ha poi un punto di contatto con Wish delle CLAMP, altro fumetto che tratta dell’amore omosessuale fra creature celesti, nella sua apparente persecuzione dei sentimenti dei protagonisti.
In più, il soggetto di base somiglia molto a quello che lo scrittore francese Marc Levy ha utilizzato nel suo romanzo Sept Jours pour une éternité, la differenza è che qui si ha una coppia gay invece di una etero come protagonista.
Tuttavia, il plot nel suo insieme è oscurato da diversi punti d’ombra: innanzitutto, vi è la volontà di rendere più tragica e struggente la storia inserendo i personaggi come vittime chiave all’interno di una congiura che mira a distruggere tutto il Creato svelando l’inganno divino: ebbene, quest’elemento più grande che il fumettista ha deciso di incastonare nella trama mal vi si adatta, con il risultato di apparire stridente nel suo tentativo fine a se stesso di suscitare emozioni forti nel lettore.
Nel secondo volume, Karasu e Shirasagi trovano riparo presso il Reverendo Sarugami. Egli, un po’ come Shirasagi, ha occupato una scuola dove accoglie chiunque si rivolga a lui. Se non che, neanche lui è un essere umano e protegge l’edificio grazie a una pietra mistica dagli attacchi perpetrati dal Pastore Tatsumi, un travestimento del Granduca, ma il mistero del Reverendo non viene svelato e il suo personaggio abbandonato nel passaggio dal secondo all’ultimo volume.
Oltre a ciò, il finale, dopo una rapidissima parabola di eventi per me esagerati, è uno stucchevole happy end che, nel suo coinvolgere nei rapporti amorosi anche le “Alte Sfere” di Inferno e Paradiso, può far storcere il naso.
Per quanto interessa la veste grafica, Angeli e Demoni è un prodotto di notevole livello tecnico: nonostante nei capitoli iniziali il tratto sia un po’ largo e ondeggiante e dunque il disegno appaia sporco, e, come per tutti i generi derivati dallo Shoujo, anche Angeli e Demoni condivida la scarsità di fondali e si basi su primi e primissimi piani, lo stile migliora costantemente di pagina in pagina, sino ad arrivare allo stupendo tankoubon terzo caratterizzato da un taglio cinematografico da lasciare senza fiato.
Gli unici aspetti da migliorare a mio parere sono l’uso dei retini, piuttosto scarso, e le ambientazioni poco ispirate nei primi due volumi, in special modo l’Inferno.
Sebbene l’iniziativa di creare una collana Yaoi sia lodevole, l’edizione Ronin ha ancora dei margini di miglioramento: la carta è molto bianca e dello giusto spessore, inoltre i libretti risultano compatti, piacevoli da sfogliare, e la copertina di un rosso scuro da fare bella mostra sugli scaffali, però trovo povero il materiale in semplice cartoncino di quest’ultima e l’assenza di rubriche dei lettori, nel caso di un Boy’s Love sarebbe interessante leggere varie opinioni sul titolo; insomma, non sono sicuro di poter dire che il rapporto qualità (seppur buona) / prezzo (€ 6,90) sia positivo.
Comunque, sembra che i Kappa Boys abbiano lavorato molto sulla qualità delle nuove uscite, basta vedere l’ottima edizione con sovraccoperta de Il Gioco del Gatto e del Topo, e questo lascia ben sperare.
Impietoso come al mio solito però, non ho apprezzato l’adattamento italiano del titolo, dal giapponese <i>名も無き鳥の飛ぶ夜明け Namo naki Tori no tobu Yoake</i>, letteralmente <i>“L’alba in cui l’uccello senza nome spiccherà il volo”</i>, ad <i>“Angeli e Demoni”</i>, dal momento che il titolo dato da Kisaragi-sensei è significativo ed evocativo una volta terminata la lettura, e non c’era bisogno di scomodare Dan Brown.
Per concludere, un’ulteriore precisazione: malgrado i difetti che ogni tanto intaccano la narrazione, Angeli e Demoni è senza dubbio un buon manga, che si lascia leggere con estremo piacere e sa essere drammatico, commovente e nei momenti giusti anche farci riflettere sulla nostra condizione di esseri umani, sulle nostre speranze, sul nostro ruolo nel mondo. Perciò, consiglio caldamente questo titolo agli appassionati non solo del genere BL in particolare, ma dello Shoujo in generale alla ricerca di una storia coinvolgente e avvincente.