Gundam Sousei
Ecco l'ennesimo manga di combattimento tra robot militari...
INVECE NO!
Non lasciatevi ingannare dal nome, Gundam Sousei sta ai robot come Nana sta alla musica, visto che qui si raccontano leggende sulla realizzazione dell'anime, non certo una storia militare futuristica.
Qui vediamo quindi Yoshiyuki Tomino, Yoshikazu Katzuiro, Kunio Okavara e addirittura Hajime Yatate (che ormai tutti sanno non essere una persona realmente esistente, ma appunto qui si tratta di leggende) cercare di dar vita, con mille difficoltà, a un anime fin troppo futuristico per i tempi che furono, con tutte le conseguenze del caso: animatori stremati dal troppo lavoro per via della molteplicità delle linee da disegnare, sponsor delusi dai dati di ascolto osceni, un pubblico di animefan (il termine otaku non esisteva ancora in quei tempi) abituato ai meisaku e ai robot componibili che non riusciva a capacitarsi che potesse esistere un tal tipo di animazione, doppiatori non sempre perfetti, e così via...
Dopo i primi capitoli brevi e autoconclusivi, inizia la cronologia di eventi che porterà la storia nel vivo, che potrà incuriosire anche chi non conosce affatto la trama dell'anime, trattando semplicemente della sua realizzazione e non per forza sui dettagli.
Il tipo di narrazione mi ricorda da vicino Manga Bomber: molte le esagerazioni, diversi gli stili utilizzati per disegnare i vari personaggi e i loro abbigliamento (vedere per credere, sembrano provenire da manga diversi tra loro), e anche la regia drammatizza molto gli eventi, rendendo ancora più mitica la serie robotica che "non è un cartone animato", ma è la bandiera della cultura postmoderna giapponese.
Non è per fanatismo che do un 10 a questo manga, ma è per premiare il coraggio di creare un'opera così fuori target rispetto al proprio pubblico, riuscendoci in pieno.
INVECE NO!
Non lasciatevi ingannare dal nome, Gundam Sousei sta ai robot come Nana sta alla musica, visto che qui si raccontano leggende sulla realizzazione dell'anime, non certo una storia militare futuristica.
Qui vediamo quindi Yoshiyuki Tomino, Yoshikazu Katzuiro, Kunio Okavara e addirittura Hajime Yatate (che ormai tutti sanno non essere una persona realmente esistente, ma appunto qui si tratta di leggende) cercare di dar vita, con mille difficoltà, a un anime fin troppo futuristico per i tempi che furono, con tutte le conseguenze del caso: animatori stremati dal troppo lavoro per via della molteplicità delle linee da disegnare, sponsor delusi dai dati di ascolto osceni, un pubblico di animefan (il termine otaku non esisteva ancora in quei tempi) abituato ai meisaku e ai robot componibili che non riusciva a capacitarsi che potesse esistere un tal tipo di animazione, doppiatori non sempre perfetti, e così via...
Dopo i primi capitoli brevi e autoconclusivi, inizia la cronologia di eventi che porterà la storia nel vivo, che potrà incuriosire anche chi non conosce affatto la trama dell'anime, trattando semplicemente della sua realizzazione e non per forza sui dettagli.
Il tipo di narrazione mi ricorda da vicino Manga Bomber: molte le esagerazioni, diversi gli stili utilizzati per disegnare i vari personaggi e i loro abbigliamento (vedere per credere, sembrano provenire da manga diversi tra loro), e anche la regia drammatizza molto gli eventi, rendendo ancora più mitica la serie robotica che "non è un cartone animato", ma è la bandiera della cultura postmoderna giapponese.
Non è per fanatismo che do un 10 a questo manga, ma è per premiare il coraggio di creare un'opera così fuori target rispetto al proprio pubblico, riuscendoci in pieno.
