Seizon -LifE-
Nella storia ci mettiamo nel panni del protagonista Takeda che ritrovandosi solo senza sua moglie, morta da poco tempo dall'inizio della storia e la figlia, scomparsa nel 1985 e dopo che lui stesso a scoperto di avere lo stesso tumore che aveva la moglie, decide il suicidio ma quando stava per compiere l'atto arriva una telefonata dalla prefettura di Nagato, la figlia Sawako è stata trovata morta sepolta in un campo da golf e soprattutto uccisa da qualcuno di ignoto. L'unica cosa che ferma il padre dall'atto sconsiderato, da quel momento in poi il signor Takeda deciderà di investigare sulla scomparsa della figlia e scoprendo lati che lui non conosceva per il troppo lavoro o per non conosceva per il suo troppo lavoro e forse anche per timidezza verso la figlia che era entrata prepotentemente nell'età della pubertà. Sembra quasi che la figlia, con le azioni descritte nel diario, nei disegni e nei ricordi del voglia condurre il padre verso la sua ultima giornata prima della scomparsa. Sawako è la indiscussa protagonista dei tre volumi insieme al padre e non solo lo traghetta ma lo ammonisce se sta sbagliando anche se è invisibile. Molto interessante il gioco psicologico fatto da ambe le parti, sia dalla parte dell'assassino sia da parte del detective e poi la scena finale mi ha fatto rimanere senza parole cosa che neanche detective Conan è riuscito a fare. Il tumore per me è il senso di colpa di questo padre che ha trascurato la famiglia per il lavoro. Il disegno è rievocativo cioè rievoca nel lettore e nel protagonista stesso ricordi della vita con questo tratto realistico. Il mio voto per la storia è 9, per il disegno 10
La trama ha per protagonista lo sfortunato signor Takeda, a cui viene diagnosticato un tumore che lo porterà alla morte entro pochi mesi (stessa sorte, per altro, toccata alla moglie). Non avendo nulla per cui vivere, e non volendo sopportare la sofferenza che la malattia comporterebbe, l'uomo è propenso a suicidarsi, quando una telefonata gli cambia la vita. La polizia lo avvisa del ritrovamento del cadavere di sua figlia, scomparsa ben 14 anni prima....
Takeda decide quindi di usare i pochi mesi che gli rimangono per fare giustizia alla ragazza, trovando il suo assassino.
Nonostante la brevità, il manga ha numerosi pregi, a cominciare dal tratto realistico e preciso di Kaiji Kawaguchi, che richiama - anche se lontanamente- quello meraviglioso di Urasawa. Il chara e le espressioni rendono chiari i sentimenti dei personaggi coinvolti, coinvolgendo emotivamente lo spettatore.
Oltre a tutto ciò, la trama si potrebbe dividere in due blocchi: il primo incentrato sulla ricerca dell'assassino; il secondo sul confronto psicologico e verbale tra Takeda (con al seguito la polizia) e il killer. Ho letto poche critiche rivolte al cambio drastico del tipo di narrazione che da mistery/giallo diventa per l'appunto incentrato sullo scontro tra due forti personalità... personalmente, benchè un po' frettolose, ho apprezzato enormemente entrambe le parti, rese magnificamente da dialoghi che lasciano la giusta dose di suspense su quale sarà la sorte dei personaggi.
Sul lato psicologico, ovviamente, Takeda risulta il personaggio meglio delineato, che fa della sua ricerca non soltanto un modo per dare giustizia alla figlia, ma anche un ultimo tentativo di riappacificarsi con lei, e di chiederle perdono per non averla potuta salvare. Giustamente, come mi aspettavo, gli altri personaggi risultano molto più marginali, apparendo molto meno, e non costituendo altro che tasselli per permettere al protagonista la propria presa di consapevolezza.
L'unico difetto che ho riscontrato è il fattore "fortuna": essendo che il caso prende avvio 14 anni dopo l'omicidio, mi è sembrato più volte troppo assurda la facilità con cui Takeda e i detective rinvengono le giuste prove e le giuste tracce che permettono loro di giungere -facilmente- all'assassino della ragazza.
Sorvolando su questo dettaglio, consiglio ugualmente la lettura agli amanti dei thriller e dei drammatici. Risulta una piacevolissima lettura, scorrevole e anche piuttosto veloce
Takeda decide quindi di usare i pochi mesi che gli rimangono per fare giustizia alla ragazza, trovando il suo assassino.
Nonostante la brevità, il manga ha numerosi pregi, a cominciare dal tratto realistico e preciso di Kaiji Kawaguchi, che richiama - anche se lontanamente- quello meraviglioso di Urasawa. Il chara e le espressioni rendono chiari i sentimenti dei personaggi coinvolti, coinvolgendo emotivamente lo spettatore.
Oltre a tutto ciò, la trama si potrebbe dividere in due blocchi: il primo incentrato sulla ricerca dell'assassino; il secondo sul confronto psicologico e verbale tra Takeda (con al seguito la polizia) e il killer. Ho letto poche critiche rivolte al cambio drastico del tipo di narrazione che da mistery/giallo diventa per l'appunto incentrato sullo scontro tra due forti personalità... personalmente, benchè un po' frettolose, ho apprezzato enormemente entrambe le parti, rese magnificamente da dialoghi che lasciano la giusta dose di suspense su quale sarà la sorte dei personaggi.
Sul lato psicologico, ovviamente, Takeda risulta il personaggio meglio delineato, che fa della sua ricerca non soltanto un modo per dare giustizia alla figlia, ma anche un ultimo tentativo di riappacificarsi con lei, e di chiederle perdono per non averla potuta salvare. Giustamente, come mi aspettavo, gli altri personaggi risultano molto più marginali, apparendo molto meno, e non costituendo altro che tasselli per permettere al protagonista la propria presa di consapevolezza.
L'unico difetto che ho riscontrato è il fattore "fortuna": essendo che il caso prende avvio 14 anni dopo l'omicidio, mi è sembrato più volte troppo assurda la facilità con cui Takeda e i detective rinvengono le giuste prove e le giuste tracce che permettono loro di giungere -facilmente- all'assassino della ragazza.
Sorvolando su questo dettaglio, consiglio ugualmente la lettura agli amanti dei thriller e dei drammatici. Risulta una piacevolissima lettura, scorrevole e anche piuttosto veloce
Ho letto questo manga dopo che i tre volumi editi dalla Panini Comics mi sono stati regalati da un mio amico per il mio compleanno. Seizon Life è stata una lettura piacevole, scorrevole e non banale; sono contento di averlo scoperto ma non posso fare a meno di assegnargli 7 (e non di più) a causa di un difetto "strutturale" di cui vi parlerò a breve.
I primi due volumi del manga sono i migliori. Assistiamo alla ricerca e al coraggio di un padre sfortunatissimo (il signor Takeda) nel tentativo di ricostruire gli ultimi istanti di vita della figlia morta 14 anni prima e arrivare così al suo assassino. Qui è dove la storia riesce a dare il meglio di sé: quello che il signor Takeda compie non è solo una ricerca della giustizia, ma anche e soprattutto una sorta di riappacificamento spirituale con la figlia morta prematuramente. Man mano che il nostro protagonista va avanti, scoprendo indizi su indizi, si rende conto di quello che provava veramente sua figlia in quegli anni, del suo disagio nell'avere un padre che non la comprendeva e non la seguiva per via del troppo lavoro. Questo consente al protagonista di raggiungere una sorta di redenzione, che sarà il motivo che lo spingerà a voler andare ancora più a fondo nella sua indagine per trovare il colpevole.
Il coinvolgimento del lettore nelle vicende del signor Takeda è aiutato dagli ottimi disegni di Kaiji Kawaguchi: precisi, realistici e funzionali allo scopo. Mi hanno ricordato molto quelli di un altro grandissimo autore, ovvero Naoki Urasawa (che rimane superiore).
Purtroppo, e qui magari dipende anche dai miei gusti, le cose cambiano un po' troppo bruscamente nel terzo e ultimo volume. Senza fare spoiler, alla fine del secondo si scopre già il responsabile dell'assassinio della figlia del signor Takeda, e tutto quello che succede nella parte finale è un duello verbale, di nervi e contro il tempo, tra lui ed il colpevole per riuscire ad incastrarlo ed evitare che (a causa di una legge che qualche anno prima è stata abolita) il reato cada in prescrizione. Ecco, ho trovato questa parte nettamente inferiore alla prima non solo per il cambio di genere e di ritmo (che ci può stare), ma anche perché il suo sviluppo si basa su una serie interminabile di deus ex machina che mi sono sembrati forzati e che non ho granché digerito.
Insomma, ad una prima parte coinvolgente, introspettiva e dal ritmo dilatato se ne contrappone una si incalzante, ma troppo frettolosa e mal sviluppata. Probabilmente con un po' più di attenzione si sarebbe potuto rendere il passaggio meno drastico, e dare al manga una conclusione più appropriata.
Seizon Life rimane comunque una lettura che consiglio, soprattutto perché l'ultima parte potrebbe comunque piacervi a differenza di quanto accaduto con il sottoscritto.
I primi due volumi del manga sono i migliori. Assistiamo alla ricerca e al coraggio di un padre sfortunatissimo (il signor Takeda) nel tentativo di ricostruire gli ultimi istanti di vita della figlia morta 14 anni prima e arrivare così al suo assassino. Qui è dove la storia riesce a dare il meglio di sé: quello che il signor Takeda compie non è solo una ricerca della giustizia, ma anche e soprattutto una sorta di riappacificamento spirituale con la figlia morta prematuramente. Man mano che il nostro protagonista va avanti, scoprendo indizi su indizi, si rende conto di quello che provava veramente sua figlia in quegli anni, del suo disagio nell'avere un padre che non la comprendeva e non la seguiva per via del troppo lavoro. Questo consente al protagonista di raggiungere una sorta di redenzione, che sarà il motivo che lo spingerà a voler andare ancora più a fondo nella sua indagine per trovare il colpevole.
Il coinvolgimento del lettore nelle vicende del signor Takeda è aiutato dagli ottimi disegni di Kaiji Kawaguchi: precisi, realistici e funzionali allo scopo. Mi hanno ricordato molto quelli di un altro grandissimo autore, ovvero Naoki Urasawa (che rimane superiore).
Purtroppo, e qui magari dipende anche dai miei gusti, le cose cambiano un po' troppo bruscamente nel terzo e ultimo volume. Senza fare spoiler, alla fine del secondo si scopre già il responsabile dell'assassinio della figlia del signor Takeda, e tutto quello che succede nella parte finale è un duello verbale, di nervi e contro il tempo, tra lui ed il colpevole per riuscire ad incastrarlo ed evitare che (a causa di una legge che qualche anno prima è stata abolita) il reato cada in prescrizione. Ecco, ho trovato questa parte nettamente inferiore alla prima non solo per il cambio di genere e di ritmo (che ci può stare), ma anche perché il suo sviluppo si basa su una serie interminabile di deus ex machina che mi sono sembrati forzati e che non ho granché digerito.
Insomma, ad una prima parte coinvolgente, introspettiva e dal ritmo dilatato se ne contrappone una si incalzante, ma troppo frettolosa e mal sviluppata. Probabilmente con un po' più di attenzione si sarebbe potuto rendere il passaggio meno drastico, e dare al manga una conclusione più appropriata.
Seizon Life rimane comunque una lettura che consiglio, soprattutto perché l'ultima parte potrebbe comunque piacervi a differenza di quanto accaduto con il sottoscritto.
La disperata lotta contro il tempo di un padre alla ricerca dell'assassino della figlia e allo stesso tempo cercare di rivivere ricordi di un legame debole e angosciante.
"Seizon Life" è un manga ideato da Nobuyuki Fukumoto e disegnato da Kaiji Kawaguchi. Il manga è composto da tre volumi, editi in Italia grazie a Planet Manga tra agosto e ottobre 2014.
Nel 1984 Sawako Takeda scompare nel nulla. Quattordici anni dopo, al padre viene diagnosticata la stessa malattia di cui è morta la moglie: un tumore al fegato in stadio terminale. Già pronto al suicidio, Takeda riceve un telefonata dalla polizia che lo avverte del ritrovamento della figlia scomparsa. Inizia così una corsa contro il tempo per trovare l'assassino e fare chiarezza sui fatti ma soprattutto sulla vita della figlia, poco conosciuta dal padre.
Un manga dalle forti tinte misteriose e drammatiche che tenta di far pensare ed immedesimare il lettore nella mente dei protagonisti, non solo di Takeda.
Nobuyuki, grazie anche ai disegni molto precisi e diretti di Kaiji Kawaguchi, gioca molto sui pensieri e gli stati d'animo del protagonista, che possiamo tutti cercare di capire ma in cui tante persone, purtroppo, possono immedesimarsi; vedi ammalati, padri/parenti a cui è scomparso un membro della famiglia... ed è proprio grazie a questi pensieri, instaurati fortemente nella società moderna, che l'autore getta le basi per una storia realistica ma ricca di colpi di scena che tiene il lettore incollato dalla prima all'ultima pagina.
La storia è fondamentalmente suddivisa in due parti. La prima in cui vede Takeda alla ricerca di prove - che arrivano costantemente - gli permettano di ricostruire la vita di Sawako, mentre la seconda è un duello verbale con una persona ritenuta l'assassino della ragazza, il tutto ovviamente con il fattore tempo che mette in difficoltà sia Takeda sia gli investigatori.
Insomma, un storia impostata molto bene, che non mette in confusione il lettore e lo fa, in poche pagine, entrare nel contesto. Una suspense incredibile che rende il racconto molto scorrevole e intrigante, un contesto in cui si ci può facilmente immedesimare e un piccolo ma ben fatto cast di personaggi che rende ancor più piacevole quest'opera.
Parlando invece dei disegni di Kawaguchi bisogna sottolineare alcune vignette molto precise e ben fatte, che danno un impatto molto diretto al lettore. Ma in genere rimane un tratto molto valido, a parer mio perfetto per questo genere di opera. Disegno pulito, realistico e ben curato. Anche sotto questo punto di vista un ottimo manga.
Per quanto riguarda l'edizione di Planet Manga devo ammettere che è abbastanza buona: volumi corposi, sovraccoperte e alcune pagine a colori. Decisamente bene.
Un manga molto bello, forse uno dei migliori tra tutti quelli che ho letto. Lo consiglio vivamente alle persone un po' più mature, non certo ad un ragazzino di dieci anni, soprattutto a chi vuole avere una lettura un po' più impegnativa del normale. Un prodotto che va assolutamente preso in considerazione.
"Seizon Life" è un manga ideato da Nobuyuki Fukumoto e disegnato da Kaiji Kawaguchi. Il manga è composto da tre volumi, editi in Italia grazie a Planet Manga tra agosto e ottobre 2014.
Nel 1984 Sawako Takeda scompare nel nulla. Quattordici anni dopo, al padre viene diagnosticata la stessa malattia di cui è morta la moglie: un tumore al fegato in stadio terminale. Già pronto al suicidio, Takeda riceve un telefonata dalla polizia che lo avverte del ritrovamento della figlia scomparsa. Inizia così una corsa contro il tempo per trovare l'assassino e fare chiarezza sui fatti ma soprattutto sulla vita della figlia, poco conosciuta dal padre.
Un manga dalle forti tinte misteriose e drammatiche che tenta di far pensare ed immedesimare il lettore nella mente dei protagonisti, non solo di Takeda.
Nobuyuki, grazie anche ai disegni molto precisi e diretti di Kaiji Kawaguchi, gioca molto sui pensieri e gli stati d'animo del protagonista, che possiamo tutti cercare di capire ma in cui tante persone, purtroppo, possono immedesimarsi; vedi ammalati, padri/parenti a cui è scomparso un membro della famiglia... ed è proprio grazie a questi pensieri, instaurati fortemente nella società moderna, che l'autore getta le basi per una storia realistica ma ricca di colpi di scena che tiene il lettore incollato dalla prima all'ultima pagina.
La storia è fondamentalmente suddivisa in due parti. La prima in cui vede Takeda alla ricerca di prove - che arrivano costantemente - gli permettano di ricostruire la vita di Sawako, mentre la seconda è un duello verbale con una persona ritenuta l'assassino della ragazza, il tutto ovviamente con il fattore tempo che mette in difficoltà sia Takeda sia gli investigatori.
Insomma, un storia impostata molto bene, che non mette in confusione il lettore e lo fa, in poche pagine, entrare nel contesto. Una suspense incredibile che rende il racconto molto scorrevole e intrigante, un contesto in cui si ci può facilmente immedesimare e un piccolo ma ben fatto cast di personaggi che rende ancor più piacevole quest'opera.
Parlando invece dei disegni di Kawaguchi bisogna sottolineare alcune vignette molto precise e ben fatte, che danno un impatto molto diretto al lettore. Ma in genere rimane un tratto molto valido, a parer mio perfetto per questo genere di opera. Disegno pulito, realistico e ben curato. Anche sotto questo punto di vista un ottimo manga.
Per quanto riguarda l'edizione di Planet Manga devo ammettere che è abbastanza buona: volumi corposi, sovraccoperte e alcune pagine a colori. Decisamente bene.
Un manga molto bello, forse uno dei migliori tra tutti quelli che ho letto. Lo consiglio vivamente alle persone un po' più mature, non certo ad un ragazzino di dieci anni, soprattutto a chi vuole avere una lettura un po' più impegnativa del normale. Un prodotto che va assolutamente preso in considerazione.
Una ogni ora, anzi, una virgola sedici. È il numero di persone che scompaiono quotidianamente nel nostro paese, un esercito invisibile di storie, di nomi, di volti immortalati a bassa risoluzione su un volantino zuppo di pioggia o ingiallito dal tempo: gente magari alla ricerca di se stessa, ma anche e soprattutto gente che non ha potuto scegliere. A coloro che rimangono a guardia di una casa o di una camera vuota non resta che imparare a convivere con l'assordante silenzio che rende l'attesa di qualsivoglia novità sempre più difficile da sopportare, fino ad arrivare al punto in cui la morte del proprio congiunto diventa un'alternativa preferibile a continuare a non sapere che ne è stato di lui; ma volta ottenuta conferma di questo timore resta da chiarire cosa è successo prima di potere - per quanto possibile - voltare pagina.
Quando gli viene diagnosticato lo stesso tumore che gli portò via la moglie Takeda non ha dubbi: piuttosto che soffrire come lei è meglio farla finita prima che il male lo privi della sua dignità. Proprio mentre si accinge ad impiccarsi, tuttavia, il telefono squilla. Una parte di lui vorrebbe fare finta di non aver sentito, ma il contenuto della chiamata, che la segreteria sta provvedendo a registrare, è impossibile da ignorare: è stato infatti ritrovato un cadavere che corrisponde alla descrizione di sua figlia Sawako, scomparsa nel nulla quattordici anni prima. Una volta accertatane l'identità Takeda, convinto che sia stata assassinata, decide di dedicare il poco tempo che gli resta alla ricostruzione degli ultimi istanti di vita della ragazza, sperando di riuscire a risalire al suo carnefice prima che sia troppo tardi per poterlo perseguire. Ma i suoi occhi di padre imperfetto sapranno vedere ciò che è sfuggito a quelli ben più allenati della polizia?
Con l'espressione "cold case", entrata nelle nostre case grazie all'omonimo serial targato CBS, si intende un crimine più o meno datato per il quale non si è riuscito a trovare un colpevole, ma che qualora vengano acquisite nuove prove può diventare oggetto di una nuova indagine. Naturalmente più passano gli anni e più le probabilità che il responsabile venga individuato e consegnato alla giustizia diminuiscono, anche perché per allora il reato di cui si è macchiato potrebbe essere caduto in prescrizione. Ne consegue che il vero nemico di Takeda, prima ancora dell'assassino di sua figlia, è proprio il tempo: con il cancro che lo divora dall'interno e con l'ago della bilancia della legge che pende pericolosamente dalla parte sbagliata , infatti, ogni minuto è oltremodo prezioso.
Bisogna dire che Nobuyuki Fukumoto sa come instillare nel lettore la voglia di sapere cosa succederà e che, visto nella sua interezza, il quadro d'insieme è piuttosto interessante; ma la sceneggiatura, per quanto curata e incalzante, fa fin troppo affidamento sulle coincidenze se sul Deus Ex Machina, laddove Deus - anzi, Dea - sta per Sawako. Capisco perché Takeda interpreti ogni passo avanti nell'indagine come un segno da parte della figlia, ma la lucidità che, scopriremo, quest'ultima è riuscita a conservare nonostante ciò che le era capitato - e grazie alla quale, anni dopo, il suo caso verrà risolto - non mi è parsa granché realistica.
Sul fronte psicologico Takeda è senza dubbio il personaggio meglio delineato, anche se Fukumoto si sarebbe potuto avvalere di più flashback e di meno "info-rigurgiti" per farci capire che tipo di padre fosse per Sawako. La personalità di quest'ultima, invece, è più difficile da definire, e se da un lato questo si spiega col fatto che si tratta di un personaggio postumo - nonché dal fatto che Takeda, per sua stessa ammissione, l'ha spesso trascurata senza averne l'intenzione - dall'altro non le rende molta giustizia a livello umano. E l'assassino? Non essendo un manga di poliziotti e di profiler l'assurdità del suo gesto e il suo comportamento una volta messo con le spalle al muro ci dicono tutto quello che vale la pena di sapere sul suo conto, senza il rischio per il lettore di cadere nel cosiddetto tranello dei pantaloni di pelle, che fa sì che il cattivo di turno appaia, più o meno a torto, anch'egli una vittima.
Il tratto di Kawaguchi colpisce per il modo in cui riesce a conferire alla vicenda quel tocco di sobrio realismo di cui ha bisogno, complice anche una regia delle tavole che non si perde in inutili virtuosismi. In generale si percepisce una buona sintonia tra lui e Fukumoto, un equilibrio che permette ad entrambi di esprimersi al meglio senza prevaricazioni di sorta.
Più che per il mistero contenuto al suo interno "Seizon - Life" va letto per il suo risvolto umano, vale a dire il tentativo di Takeda di riconciliarsi con la figlia perduta e, di riflesso, anche con se stesso. Non lo considererei una lettura imprescindibile, ma si tratta comunque di un prodotto meritevole di essere preso in conservazione.
Quando gli viene diagnosticato lo stesso tumore che gli portò via la moglie Takeda non ha dubbi: piuttosto che soffrire come lei è meglio farla finita prima che il male lo privi della sua dignità. Proprio mentre si accinge ad impiccarsi, tuttavia, il telefono squilla. Una parte di lui vorrebbe fare finta di non aver sentito, ma il contenuto della chiamata, che la segreteria sta provvedendo a registrare, è impossibile da ignorare: è stato infatti ritrovato un cadavere che corrisponde alla descrizione di sua figlia Sawako, scomparsa nel nulla quattordici anni prima. Una volta accertatane l'identità Takeda, convinto che sia stata assassinata, decide di dedicare il poco tempo che gli resta alla ricostruzione degli ultimi istanti di vita della ragazza, sperando di riuscire a risalire al suo carnefice prima che sia troppo tardi per poterlo perseguire. Ma i suoi occhi di padre imperfetto sapranno vedere ciò che è sfuggito a quelli ben più allenati della polizia?
Con l'espressione "cold case", entrata nelle nostre case grazie all'omonimo serial targato CBS, si intende un crimine più o meno datato per il quale non si è riuscito a trovare un colpevole, ma che qualora vengano acquisite nuove prove può diventare oggetto di una nuova indagine. Naturalmente più passano gli anni e più le probabilità che il responsabile venga individuato e consegnato alla giustizia diminuiscono, anche perché per allora il reato di cui si è macchiato potrebbe essere caduto in prescrizione. Ne consegue che il vero nemico di Takeda, prima ancora dell'assassino di sua figlia, è proprio il tempo: con il cancro che lo divora dall'interno e con l'ago della bilancia della legge che pende pericolosamente dalla parte sbagliata , infatti, ogni minuto è oltremodo prezioso.
Bisogna dire che Nobuyuki Fukumoto sa come instillare nel lettore la voglia di sapere cosa succederà e che, visto nella sua interezza, il quadro d'insieme è piuttosto interessante; ma la sceneggiatura, per quanto curata e incalzante, fa fin troppo affidamento sulle coincidenze se sul Deus Ex Machina, laddove Deus - anzi, Dea - sta per Sawako. Capisco perché Takeda interpreti ogni passo avanti nell'indagine come un segno da parte della figlia, ma la lucidità che, scopriremo, quest'ultima è riuscita a conservare nonostante ciò che le era capitato - e grazie alla quale, anni dopo, il suo caso verrà risolto - non mi è parsa granché realistica.
Sul fronte psicologico Takeda è senza dubbio il personaggio meglio delineato, anche se Fukumoto si sarebbe potuto avvalere di più flashback e di meno "info-rigurgiti" per farci capire che tipo di padre fosse per Sawako. La personalità di quest'ultima, invece, è più difficile da definire, e se da un lato questo si spiega col fatto che si tratta di un personaggio postumo - nonché dal fatto che Takeda, per sua stessa ammissione, l'ha spesso trascurata senza averne l'intenzione - dall'altro non le rende molta giustizia a livello umano. E l'assassino? Non essendo un manga di poliziotti e di profiler l'assurdità del suo gesto e il suo comportamento una volta messo con le spalle al muro ci dicono tutto quello che vale la pena di sapere sul suo conto, senza il rischio per il lettore di cadere nel cosiddetto tranello dei pantaloni di pelle, che fa sì che il cattivo di turno appaia, più o meno a torto, anch'egli una vittima.
Il tratto di Kawaguchi colpisce per il modo in cui riesce a conferire alla vicenda quel tocco di sobrio realismo di cui ha bisogno, complice anche una regia delle tavole che non si perde in inutili virtuosismi. In generale si percepisce una buona sintonia tra lui e Fukumoto, un equilibrio che permette ad entrambi di esprimersi al meglio senza prevaricazioni di sorta.
Più che per il mistero contenuto al suo interno "Seizon - Life" va letto per il suo risvolto umano, vale a dire il tentativo di Takeda di riconciliarsi con la figlia perduta e, di riflesso, anche con se stesso. Non lo considererei una lettura imprescindibile, ma si tratta comunque di un prodotto meritevole di essere preso in conservazione.
Fin dove possono arrivare l'amore e il coraggio di un padre per la propria figlia?
Su sceneggiatura di Nobuyuki Fukumoto (Kaiji, Akagi, Gin to Kin) e con i disegni di Kaiji Kawaguchi (Confession, Zipang) si dipana una storia pregna di misteri e colpi di scena.
Il protagonista della storia è il signor Takeda, malato di cancro allo stadio terminale. Sua moglie è morta poco tempo prima per colpa della stessa malattia e sua figlia è scomparsa nel nulla da molti anni. Ormai solo e derelitto, il signor Takeda decide di farla finita impiccandosi in casa, ma una telefonata improvvisa lo fa desistere da tale gesto. Dall'altro lato della cornetta c'è la polizia, che lo informa che è stato ritrovato il cadavere di sua figlia scomparsa quattordici anni prima, sicuramente vittima di un omicidio. Takeda decide quindi di usare quel poco tempo che gli rimane da vivere per scoprire la verità. L'unico ostacolo burocratico da superare è che da lì a pochi giorni il reato cadrà in prescrizione e quindi archiviato, e il colpevole, o chi per lui, la farà franca.
Fukumoto, questa volta solamente sceneggiatore, è un autore che si destreggia molto bene nei thriller e nei misteri, riuscendo a combinare una serie concatenata di colpi di scena uno più sorprendente dell'altro. Il signor Takeda riesce con costanza e insistenza a ottenere indizi su sua figlia morta quattordici anni prima. Il tutto si svolge in un Giappone alla fine degli anni '90, quando di certo le indagini di polizia non si fondavano ancora su database online di ricercati o su prove registrate in archivio. Ogni indagine avviene alla "vecchia maniera", chiedendo in giro ad amici e conoscenti, ripercorrendo passo passo gli ultimi istanti di vita della figlia e i luoghi da lei visitati in un Giappone, questa volta, di fine anni '80.
La costanza, la forza di non arrendersi mai eleva il signor Takeda a eroe incontrastato, animato solamente dalla sete di verità. E sarà il finale, assolutamente sorprendente e, per certi versi, sconvolgente, a coinvolgere il lettore fino al midollo. La corsa contro il tempo che avanza inesorabile, i termini della prescrizione che aprono e chiudono spiragli di speranza, la malattia del signor Takeda che inizia a farsi sentire pesantemente sul corpo e sulla mente di un uomo provato da anni di sofferenza e rimpianti.
Il tratto di Kawaguchi accompagna egregiamente il dipanarsi della storia, rendendo riconoscibili i personaggi e regalando loro emozioni. Un tratto preciso, funzionale al proprio scopo che non delude mai. Di certo sarebbe stato diverso vedere il tutto sotto la matita di Fukumoto, col suo tratto volutamente spigoloso e fuori dagli schemi, ma il risultato finale non cambia. Seizon – LifE - rimane più che godibile, tre volumi in cui si vaglia ogni possibilità inimmaginabile per poi giungere a un finale perfetto. Tre volumi in cui un padre morente riesce a riconciliarsi dopo quattordici anni, seppur spiritualmente, con la propria figlia. Un manga che meriterebbe più attenzione e che andrebbe pubblicato al più presto nel Belpaese.
Su sceneggiatura di Nobuyuki Fukumoto (Kaiji, Akagi, Gin to Kin) e con i disegni di Kaiji Kawaguchi (Confession, Zipang) si dipana una storia pregna di misteri e colpi di scena.
Il protagonista della storia è il signor Takeda, malato di cancro allo stadio terminale. Sua moglie è morta poco tempo prima per colpa della stessa malattia e sua figlia è scomparsa nel nulla da molti anni. Ormai solo e derelitto, il signor Takeda decide di farla finita impiccandosi in casa, ma una telefonata improvvisa lo fa desistere da tale gesto. Dall'altro lato della cornetta c'è la polizia, che lo informa che è stato ritrovato il cadavere di sua figlia scomparsa quattordici anni prima, sicuramente vittima di un omicidio. Takeda decide quindi di usare quel poco tempo che gli rimane da vivere per scoprire la verità. L'unico ostacolo burocratico da superare è che da lì a pochi giorni il reato cadrà in prescrizione e quindi archiviato, e il colpevole, o chi per lui, la farà franca.
Fukumoto, questa volta solamente sceneggiatore, è un autore che si destreggia molto bene nei thriller e nei misteri, riuscendo a combinare una serie concatenata di colpi di scena uno più sorprendente dell'altro. Il signor Takeda riesce con costanza e insistenza a ottenere indizi su sua figlia morta quattordici anni prima. Il tutto si svolge in un Giappone alla fine degli anni '90, quando di certo le indagini di polizia non si fondavano ancora su database online di ricercati o su prove registrate in archivio. Ogni indagine avviene alla "vecchia maniera", chiedendo in giro ad amici e conoscenti, ripercorrendo passo passo gli ultimi istanti di vita della figlia e i luoghi da lei visitati in un Giappone, questa volta, di fine anni '80.
La costanza, la forza di non arrendersi mai eleva il signor Takeda a eroe incontrastato, animato solamente dalla sete di verità. E sarà il finale, assolutamente sorprendente e, per certi versi, sconvolgente, a coinvolgere il lettore fino al midollo. La corsa contro il tempo che avanza inesorabile, i termini della prescrizione che aprono e chiudono spiragli di speranza, la malattia del signor Takeda che inizia a farsi sentire pesantemente sul corpo e sulla mente di un uomo provato da anni di sofferenza e rimpianti.
Il tratto di Kawaguchi accompagna egregiamente il dipanarsi della storia, rendendo riconoscibili i personaggi e regalando loro emozioni. Un tratto preciso, funzionale al proprio scopo che non delude mai. Di certo sarebbe stato diverso vedere il tutto sotto la matita di Fukumoto, col suo tratto volutamente spigoloso e fuori dagli schemi, ma il risultato finale non cambia. Seizon – LifE - rimane più che godibile, tre volumi in cui si vaglia ogni possibilità inimmaginabile per poi giungere a un finale perfetto. Tre volumi in cui un padre morente riesce a riconciliarsi dopo quattordici anni, seppur spiritualmente, con la propria figlia. Un manga che meriterebbe più attenzione e che andrebbe pubblicato al più presto nel Belpaese.