Pandora Hearts
"Pandora Hearts" è sicuramente un'opera impegnativa che riesce ad unire ottimi personaggi, una trama ben costruita (anche se a volte può essere difficile seguire il tutto) e una profondità di emozioni che raramente ho trovato in altre opere.
Uno degli aspetti più positivi su cui si può appoggiare quest'opera sono senza dubbio i personaggi, sempre ben caratterizzati sia che siano i protagonisti sia che siano personaggi principali, ognuno con il proprio carattere e i proprio scopi in base ai quali agiranno, scontrandosi senza problemi con gli altri.
La cosa che più mi ha impressionato è stato il numero di personaggi di cui l'autrice è riuscita a far affezionare, oltre ad Oz e Alice che possiamo dire siano i protagonisti (termine però adatto a tanti altri personaggi per lo spazio e la caratterizzazione avuta), è impossibile rimanere indifferenti a personaggi come Break, Oscar, Reim, Echo o Elliot, personaggi che chi più chi meno troverete nel corso della storia e in grado di lasciare un ricordo anche se magari compaiono saltuariamente in diversi archi o sono presenti solo per alcuni volumi.
Le emozioni che riescono a far provare durante la loro avventura fa si che in qualche modo nonostante i personaggi siano tanti, non capiterà mai di confondersi ma di sapere sempre di chi si sta parlando e perchè sta agendo in quel modo, e un altro aiuto in questo viene dal disegno, sempre chiaro e in grado di trasmettere quello che i personaggi provano, anche se devo ammettere che l'ho trovato piacevole, mai confusionario (anche nei momenti più caotici) ma lo stile grafico dell'autrice non è propriamente il mio preferito.
Capitolo a parte va dedicata alla storia, parto subito con il dire che si presenta sin da subito "ingarbugliata" e con la giusta tensione, durante i 24 volumi di cose ne accadranno davvero tante e i vari eventi saranno tutti collegati tra loro portando la storia sempre più avanti, troverete ad aspettarvi tante ottime trovate e colpi di scena in grado di tenervi incollati alla lettura, lettura che come detto prima non può essere superficiale, ma proprio per l'alto numero di eventi e le tante connessioni tra loro dovrà essere fatta sempre a cervello sempre acceso, questo perchè è un attimo perdersi e dover ricapitolare un attimo il perchè di determinate scelte o provare a capire dove l'autrice voglia arrivare.
Ad un inizio "con il botto" ed una parte finale molto ben riuscite, ho trovato la parte centrale quella un pò più debole e confusionaria, dove ho dovuto più volte fermarmi per capire bene cosa stava succedendo, e in alcuni passaggi ho avuto la sensazione che si stesse allungato un pò il brodo, cosa che stava portando la lettura ad essere più pesante, prima però di riprendersi egregiamente e portare ad un giusto compimento tutti i vari fili narrativi.
Voglio dedicare uno spazio apposito poi all'ultimo capitolo, se nella battaglia finale c'erano state alcune cose che mi avevano convinto il giusto, con l'ultimo capitolo l'autrice riesce a sistemare tutto e a lasciare emozioni forti, personalmente trovo sia stato uno dei capitoli finali più belli che abbia letto, ed è un plus non da poco perchè sono molte le opere che si sono perse proprio sulla conclusione o che è facile lascino un senso di insoddisfazione dopo aver finito, in "Pandora Hearts" questo non è minimamente accaduto.
Uno degli aspetti più positivi su cui si può appoggiare quest'opera sono senza dubbio i personaggi, sempre ben caratterizzati sia che siano i protagonisti sia che siano personaggi principali, ognuno con il proprio carattere e i proprio scopi in base ai quali agiranno, scontrandosi senza problemi con gli altri.
La cosa che più mi ha impressionato è stato il numero di personaggi di cui l'autrice è riuscita a far affezionare, oltre ad Oz e Alice che possiamo dire siano i protagonisti (termine però adatto a tanti altri personaggi per lo spazio e la caratterizzazione avuta), è impossibile rimanere indifferenti a personaggi come Break, Oscar, Reim, Echo o Elliot, personaggi che chi più chi meno troverete nel corso della storia e in grado di lasciare un ricordo anche se magari compaiono saltuariamente in diversi archi o sono presenti solo per alcuni volumi.
Le emozioni che riescono a far provare durante la loro avventura fa si che in qualche modo nonostante i personaggi siano tanti, non capiterà mai di confondersi ma di sapere sempre di chi si sta parlando e perchè sta agendo in quel modo, e un altro aiuto in questo viene dal disegno, sempre chiaro e in grado di trasmettere quello che i personaggi provano, anche se devo ammettere che l'ho trovato piacevole, mai confusionario (anche nei momenti più caotici) ma lo stile grafico dell'autrice non è propriamente il mio preferito.
Capitolo a parte va dedicata alla storia, parto subito con il dire che si presenta sin da subito "ingarbugliata" e con la giusta tensione, durante i 24 volumi di cose ne accadranno davvero tante e i vari eventi saranno tutti collegati tra loro portando la storia sempre più avanti, troverete ad aspettarvi tante ottime trovate e colpi di scena in grado di tenervi incollati alla lettura, lettura che come detto prima non può essere superficiale, ma proprio per l'alto numero di eventi e le tante connessioni tra loro dovrà essere fatta sempre a cervello sempre acceso, questo perchè è un attimo perdersi e dover ricapitolare un attimo il perchè di determinate scelte o provare a capire dove l'autrice voglia arrivare.
Ad un inizio "con il botto" ed una parte finale molto ben riuscite, ho trovato la parte centrale quella un pò più debole e confusionaria, dove ho dovuto più volte fermarmi per capire bene cosa stava succedendo, e in alcuni passaggi ho avuto la sensazione che si stesse allungato un pò il brodo, cosa che stava portando la lettura ad essere più pesante, prima però di riprendersi egregiamente e portare ad un giusto compimento tutti i vari fili narrativi.
Voglio dedicare uno spazio apposito poi all'ultimo capitolo, se nella battaglia finale c'erano state alcune cose che mi avevano convinto il giusto, con l'ultimo capitolo l'autrice riesce a sistemare tutto e a lasciare emozioni forti, personalmente trovo sia stato uno dei capitoli finali più belli che abbia letto, ed è un plus non da poco perchè sono molte le opere che si sono perse proprio sulla conclusione o che è facile lascino un senso di insoddisfazione dopo aver finito, in "Pandora Hearts" questo non è minimamente accaduto.
"Qualcuno lo descrisse come oscurità che inghiotte ogni cosa, ma solo per questo non significa che non ci sia mai stata la luce"
Come descrivere Pandora Hearts? È un viaggio. Jun Mochizuki ti teletrasporta in un labirinto e tu, insieme al nostro protagonista Oz, devi cercare l'uscita. All'inizio ti senti smarrito, confuso, e non sai come prendere gli eventi che ti stanno attorno.
Ma non ti preoccupare: perfino il tuo compagno di viaggio, Oz, ci sta capendo meno di te. Una delle cose che amo di più di questo manga è che l'autrice ci mette sullo stesso piano di Oz. Così come tu cerchi di scoprire tutti i misteri che circondano questo mondo, anche il nostro protagonista proverà vari sentimenti contrastanti in seguito a tutte le rivelazioni che scoprirà.
E così come cresce la tua curiosità di fronte tutti gli avvenimenti che accadono, crescono tutti i personaggi pagina dopo pagina.
Uno dei personaggi che ha avuto uno sviluppo migliore credo che sia proprio il nostro Oz:
Ci viene presentato come un ragazzo folle, deviato, che accetta tutto così com'è. Se un suo compagno lo tradisse, lui sarebbe pronto ad accettare tutto senza nemmeno domandarsi il perché. Anzi, è lui stesso che all'inizio non vuole scoprire la verità. Certo, l'ignoto ci fa paura, ma anche la conoscenza ci terrorizza. Scopriremo subito cosa l'ha fatto diventare così deviato e non potremo fare altro che provare compassione per lui.
Successivamente, il suo incontro con un certo personaggio gli farà capire che il suo atteggiamento è sbagliato; da lì in poi crescerà sempre di più, affrontando la triste realtà che la vita gli mette di fronte, domandandosi il "perché" di molte cose e manifestando i propri sentimenti in molti pianti liberatori, cosa che all'inizio non riusciva a fare perché non voleva essere un peso per nessuno.
Così, se all'inizio non riusciva a rispondere alla domanda "Oz, dove sei adesso?" Successivamente riuscirà a rispondere con fermezza.
Ma già qualcuno aveva risposto a questa domanda in modo sicuro.
"Oz è qui, non lo vedi?"
Alice.
Il suo modo semplice di fare le cose illuminava il suo sentiero. Se la ragazza si sentiva triste, piangeva. Se si sentiva arrabbiata, urlava, se era felice, sorrideva. Così Oz, per non vergognarsi di fronte a questa luce che gli riscaldava il cuore, ha deciso di intraprendere un'altra strada: quella del cambiamento per crescere come persona.
"Rendersi conto dei propri problemi è il primo passo per andare avanti"
Così diceva quel personaggio che ha aiutato Oz a recuperare il senno.
Tutti i personaggi di quest'opera sono sviluppati divinamente. Ognuno è "incatenato al proprio passato" e ha i propri problemi da risolvere, sia con sé stesso che con gli altri.
C'è chi è pronto a cancellare la sua stessa esistenza per ottenere la redenzione dei suoi peccati.
C'è chi ha capito che, farsi incatenare dal proprio passato non serve a niente e che usare "lo faccio per qualcun altro" come scusa è del tutto inutile perché la strada che uno sceglie di percorrere è del tutto personale.
C'è chi è così tanto fedele da aver paura di cambiare sé stesso e per questo motivo, quando gli altri iniziano il loro cambiamento interiore, si sente "lasciato indietro"
E tanto altro ancora.
Quando i nodi di questa "storia ridicola" iniziano a sciogliersi, e noi veniamo di fronte a tantissime verità, ci sentiamo veramente soddisfatti di ciò che abbiamo scoperto. I colpi di scena che mette Jun Mochizuki non sono cose uscite dal nulla. Già nei primissimi capitoli inserisce vari indizi su situazioni che succederanno in futuro e, quando colleghi tutto provi una soddisfazione dentro incredibile.
L'autrice, infatti, non lascia nulla al caso e ti spiega ogni minima cosa. Tutti i risvolti finali porteranno i personaggi a trasformare questa "fiaba ridicola", in un vero e proprio capolavoro.
Ma chi è il vero cattivo della storia? Soprattutto, c'è un vero e proprio cattivo?
In questo manga non abbiamo né il bene né il male. Tutto è grigio, tutto è pieno di sfumature. Ciò che porta avanti la storia è la volontà dell'uomo che, in base al fato, agisce di conseguenza.
Il destino gioca un ruolo molto importante in quest'opera. Alcuni personaggi, infatti, sono destinati a portare sventura e per questo motivo sono responsabili di tutto ciò che accade, tanto da voler distruggere se stessi appena si rendono conto della situazione.
Ma mentre per alcuni individui è il fato a portarli a percorrere quella strada, si riflette anche sulla volontà propria dell'uomo. È vero, il destino ti mette di fronte varie situazioni brutte, orribili, ma sei solo tu che scegli le tue azioni di conseguenza. Molti personaggi sono infatti incatenati nel loro passato e cercano, in un modo o nell'altro, la loro redenzione.
Altri personaggi, invece, cercano sé stessi e riusciranno a trovare ciò che cercando avendo una crescite interiore davvero notevole.
Il finale mi ha davvero commosso, ho pianto tantissimo nella lettura dell'ultimo volume. Sinceramente me lo aspettavo diverso, mi aspettavo una cosa più tragica ma in realtà non è così. È un finale molto bello, dolce da una parte ma deprimente dall'altra. Agrodolce, lo definirei. E non posso più essere soddisfatta di così.
Ci sono numerosi simbolismi, figure retoriche e temi che mi hanno lasciata davvero di stucco, e io non sono come ringraziare Jun Mochizuki.
"Call my name"
Come descrivere Pandora Hearts? È un viaggio. Jun Mochizuki ti teletrasporta in un labirinto e tu, insieme al nostro protagonista Oz, devi cercare l'uscita. All'inizio ti senti smarrito, confuso, e non sai come prendere gli eventi che ti stanno attorno.
Ma non ti preoccupare: perfino il tuo compagno di viaggio, Oz, ci sta capendo meno di te. Una delle cose che amo di più di questo manga è che l'autrice ci mette sullo stesso piano di Oz. Così come tu cerchi di scoprire tutti i misteri che circondano questo mondo, anche il nostro protagonista proverà vari sentimenti contrastanti in seguito a tutte le rivelazioni che scoprirà.
E così come cresce la tua curiosità di fronte tutti gli avvenimenti che accadono, crescono tutti i personaggi pagina dopo pagina.
Uno dei personaggi che ha avuto uno sviluppo migliore credo che sia proprio il nostro Oz:
Ci viene presentato come un ragazzo folle, deviato, che accetta tutto così com'è. Se un suo compagno lo tradisse, lui sarebbe pronto ad accettare tutto senza nemmeno domandarsi il perché. Anzi, è lui stesso che all'inizio non vuole scoprire la verità. Certo, l'ignoto ci fa paura, ma anche la conoscenza ci terrorizza. Scopriremo subito cosa l'ha fatto diventare così deviato e non potremo fare altro che provare compassione per lui.
Successivamente, il suo incontro con un certo personaggio gli farà capire che il suo atteggiamento è sbagliato; da lì in poi crescerà sempre di più, affrontando la triste realtà che la vita gli mette di fronte, domandandosi il "perché" di molte cose e manifestando i propri sentimenti in molti pianti liberatori, cosa che all'inizio non riusciva a fare perché non voleva essere un peso per nessuno.
Così, se all'inizio non riusciva a rispondere alla domanda "Oz, dove sei adesso?" Successivamente riuscirà a rispondere con fermezza.
Ma già qualcuno aveva risposto a questa domanda in modo sicuro.
"Oz è qui, non lo vedi?"
Alice.
Il suo modo semplice di fare le cose illuminava il suo sentiero. Se la ragazza si sentiva triste, piangeva. Se si sentiva arrabbiata, urlava, se era felice, sorrideva. Così Oz, per non vergognarsi di fronte a questa luce che gli riscaldava il cuore, ha deciso di intraprendere un'altra strada: quella del cambiamento per crescere come persona.
"Rendersi conto dei propri problemi è il primo passo per andare avanti"
Così diceva quel personaggio che ha aiutato Oz a recuperare il senno.
Tutti i personaggi di quest'opera sono sviluppati divinamente. Ognuno è "incatenato al proprio passato" e ha i propri problemi da risolvere, sia con sé stesso che con gli altri.
C'è chi è pronto a cancellare la sua stessa esistenza per ottenere la redenzione dei suoi peccati.
C'è chi ha capito che, farsi incatenare dal proprio passato non serve a niente e che usare "lo faccio per qualcun altro" come scusa è del tutto inutile perché la strada che uno sceglie di percorrere è del tutto personale.
C'è chi è così tanto fedele da aver paura di cambiare sé stesso e per questo motivo, quando gli altri iniziano il loro cambiamento interiore, si sente "lasciato indietro"
E tanto altro ancora.
Quando i nodi di questa "storia ridicola" iniziano a sciogliersi, e noi veniamo di fronte a tantissime verità, ci sentiamo veramente soddisfatti di ciò che abbiamo scoperto. I colpi di scena che mette Jun Mochizuki non sono cose uscite dal nulla. Già nei primissimi capitoli inserisce vari indizi su situazioni che succederanno in futuro e, quando colleghi tutto provi una soddisfazione dentro incredibile.
L'autrice, infatti, non lascia nulla al caso e ti spiega ogni minima cosa. Tutti i risvolti finali porteranno i personaggi a trasformare questa "fiaba ridicola", in un vero e proprio capolavoro.
Ma chi è il vero cattivo della storia? Soprattutto, c'è un vero e proprio cattivo?
In questo manga non abbiamo né il bene né il male. Tutto è grigio, tutto è pieno di sfumature. Ciò che porta avanti la storia è la volontà dell'uomo che, in base al fato, agisce di conseguenza.
Il destino gioca un ruolo molto importante in quest'opera. Alcuni personaggi, infatti, sono destinati a portare sventura e per questo motivo sono responsabili di tutto ciò che accade, tanto da voler distruggere se stessi appena si rendono conto della situazione.
Ma mentre per alcuni individui è il fato a portarli a percorrere quella strada, si riflette anche sulla volontà propria dell'uomo. È vero, il destino ti mette di fronte varie situazioni brutte, orribili, ma sei solo tu che scegli le tue azioni di conseguenza. Molti personaggi sono infatti incatenati nel loro passato e cercano, in un modo o nell'altro, la loro redenzione.
Altri personaggi, invece, cercano sé stessi e riusciranno a trovare ciò che cercando avendo una crescite interiore davvero notevole.
Il finale mi ha davvero commosso, ho pianto tantissimo nella lettura dell'ultimo volume. Sinceramente me lo aspettavo diverso, mi aspettavo una cosa più tragica ma in realtà non è così. È un finale molto bello, dolce da una parte ma deprimente dall'altra. Agrodolce, lo definirei. E non posso più essere soddisfatta di così.
Ci sono numerosi simbolismi, figure retoriche e temi che mi hanno lasciata davvero di stucco, e io non sono come ringraziare Jun Mochizuki.
"Call my name"
Ogni tanto mi capita di leggere anche manga di case editrici giapponesi minori come questo uscito per la Square Enix perché ciò che è bello ed interessante non è esclusiva dei grandi.
Questa è la prima opera di Jun Mochizuki ad arrivare in Italia (grazie Star) e per ora la più lunga al suo attivo…
Fantasy con alcuni combattimenti è liberamente ispirato dalla storia di Alice nel paese delle meraviglie o comunque pieno di riferimenti: Alice e per le catene (poi vi spiego) il coniglio, il gatto, il cappellaio matto, il ghiro, la regina di cuori, humphy dumpy…
Il racconto inizia a rilento e sono stato sul punto di interromperlo ma ho resistito e la trama mi ha coinvolto… per scoprire che niente e come sembra e che le nostre certezze – come quelle dei personaggi – sono sbagliate ed è tutto un piano di (non ve lo dico) per (dovete scoprirlo da soli), ma a questo piano si contrappongono altri piani e amicizia, lotta e sacrificio si intrecciano e cozzano per arrivare al finale.
Vi avevo promesso un accenno alle catene, le catene sono esseri collegati all’abisso che donano poteri a coloro che stipulano un contratto con loro, inizialmente gli unici ad usarli erano i Baskervilles, una famiglia i cui membri non hanno legami con chi vigila sul abisso, poi...
Consigliato a chi ama i colpi di scena improvvisi e spiazzanti!
Questa è la prima opera di Jun Mochizuki ad arrivare in Italia (grazie Star) e per ora la più lunga al suo attivo…
Fantasy con alcuni combattimenti è liberamente ispirato dalla storia di Alice nel paese delle meraviglie o comunque pieno di riferimenti: Alice e per le catene (poi vi spiego) il coniglio, il gatto, il cappellaio matto, il ghiro, la regina di cuori, humphy dumpy…
Il racconto inizia a rilento e sono stato sul punto di interromperlo ma ho resistito e la trama mi ha coinvolto… per scoprire che niente e come sembra e che le nostre certezze – come quelle dei personaggi – sono sbagliate ed è tutto un piano di (non ve lo dico) per (dovete scoprirlo da soli), ma a questo piano si contrappongono altri piani e amicizia, lotta e sacrificio si intrecciano e cozzano per arrivare al finale.
Vi avevo promesso un accenno alle catene, le catene sono esseri collegati all’abisso che donano poteri a coloro che stipulano un contratto con loro, inizialmente gli unici ad usarli erano i Baskervilles, una famiglia i cui membri non hanno legami con chi vigila sul abisso, poi...
Consigliato a chi ama i colpi di scena improvvisi e spiazzanti!
La serie doveva essere edita dalla Panini Comics sotto l’etichetta Planet Manga a partire da aprile 2012 ma la stessa casa editrice dichiarò che non sarebbe stata più lei ad occuparsi della pubblicazione di “Pandora Hearts” sul suolo italiano. Successivamente la Star Comics annunciò infatti che avrebbe cominciato a pubblicare il manga nella collana Stardust da novembre 2012.
Dalla serie di fumetti è stato realizzato un adattamento anime di 25 puntate prodotto dalla Xebec, diretto da Takao Kato ed acquistato in Italia dalla Yamato Video. Gli episodi sono stati trasmessi in Giappone tra il 2 aprile e il 24 settembre 2009. Nell’adattamento anime sono state apportate alcune modifiche alla trama dei fumetti soprattutto per quanto riguarda la parte finale della vicenda che nella serie animata risulta molto più aperta di quanto non sia nelle illustrazioni cartacee. Sono stati prodotti anche 9 OAV, anch’essi diretti da Takao Kato e prodotti dalla Xebec, andati in onda tra il 24 luglio 2009 e il 25 marzo 2010. In Italia i diritti sono stati acquistati nel 2012 dalla Yamato Video che li ha trasmessi dopo la diffusione della serie animata.
Dalla storia è stata creata anche una guida dal titolo “Pandora Hearts Official Guide 8.5 mine of mine”, pubblicata il 27 marzo 2009 e incentrata su alcune vicende inerenti alla storia principale. Una seconda guida, intitolata “Pandora Hearts Official Guide 18.5 ~Evidence~” è stata pubblicata invece il 27 luglio 2012 che racconta altre vicende più approfondite del filone principale. Infine è stato realizzato un drama-CD dal titolo “Pandora Hearts drama-CD ” e pubblicato dalla Frontier Works il 21 dicembre 2007.
In generale tutta la storia trae alcuni nomi e/o appellativi dai personaggi di Lewis Carroll nei romanzi “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” e “Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò” che, per quanto ami le opere originali dello scrittore inglese, non sono state per nulla entusiasmanti nel fumetto.
La trama è un intreccio di enigmi: tutte le vicende si concentrano sulla vita di Oz Vessalius – il legittimo discendente di una delle quattro grandi casate ducali – che sta per diventare quindicenne e, di conseguenza, essere ammesso nella vita adulta e sociale. La sua esistenza trascorre tranquilla assieme a sua sorella Ada e al suo servo ed amico Gilbert nonostante il peso che l’assenza fisica del padre di Oz produca sul cuore del figlio. Poco prima della cerimonia per i quindici anni Oz trova uno strano orologio da taschino cadendo in una buca in giardino e finendo in uno strano posto dove è ubicata una lapide priva di nome. Appena tocca questo bizzarro orologio, Oz viene trasportato in una specie di sogno dove incontra una strana ragazza che giura di ucciderlo. Quando il giovane Vessalius riprende conoscenza perchè strattonato dal suo servo Gilbert decide di tenere l’oggetto misterioso e chiedere maggiori informazioni a suo zio Oscar che avrebbe fatto le veci del padre nella sua cerimonia di passaggio all’età adulta. Purtroppo per lui questo è solo l’inizio dei suoi guai infatti, durante il rito tenuto in una antica tenuta, Oz risveglia l’orologio che non suonava da ben cent’anni e che secondo una leggenda avrebbe rotto il silenzio solo quando fosse arrivato il prescelto. A quel punto viene aggredito da tre persone incappucciate di rosso che fanno parte della casata dei Baskerville, che avevano preso il controllo di Gilbert e che lo pugnalano facendo cadere il suo sangue per aprire una via per l’Abisso. In quel momento arriva una ragazza di nome Alice che assomiglia a quella dell’illusione, ma che si rivela essere una chain (letteralmente una catena ovvero un individuo appartenente all’abisso che tramite contratto si lega ad un umano per poter usare il proprio potere) chiamata B-Rabbit che ha intenzione di salvargli la vita.
A questo punto della vicenda Oz viene intrappolato nell’Abisso con l’accusa che la sua stessa esistenza è anche il suo più grande peccato (cosa che già in precedenza gli aveva detto il padre). Il ragazzo vaga per questo Abisso, considerabile come una specie d’inferno, e quando la sua vita viene messa in pericolo ecco ricomparire Alice che lo salva e che lo obbliga con l’inganno a stipulare con lei un contratto. Entrambi vogliono uscire dall’Abisso: Oz vuole tornare alla sua vita e ai suoi affetti mentre Alice vuole ritrovare i ricordi che ha perso. Quando i due finalmente riescono ad accordarsi e a uscire dalla loro prigione scoprono che sono passati ben dieci anni d quando Oz è scomparso e che tutto il mondo è cambiato. Alice prende il sopravvento sul copro del ragazzino ma a salvarlo arrivano Raven, Break e Sharon – altre chain come Alice legate a persone come Oz. I poteri di Alice vengono sigillati e questo evento crea una strana alleanza in cui tutti sono alla ricerca di qualcosa: Oz vuole scoprire cosa lo leghi a questa strana ragazza e come liberarsi del contratto che lo porterebbe in breve tempo alla morte, Alice vuole recuperare i propri ricordi e Break desidera scoprire la verità sulla tragedia di Sablier, a cui la ragazza sembra collegata. Tutti questi desideri si fondono presto insieme e i giovani ragazzi si trovano a combattere contro chi si vuole impadronire della Volontà dell’Abisso senza essere nuovamente intrappolati in esso o uccisi.
Personalmente parlando posso dire che mi va bene tutto ma questo proprio no, non sono riuscita ad arrivare alla fine e io non lascio mai niente d’incompiuto. Dopo aver letto a fatica i primi due volumi mi sono costretta a continuare per poter avere un quadro molto più generale e approfondito delle vicende ma arrivata al decimo ho dovuto gettare la spugna perché non riuscivo più a sopportare questo incessante allungamento incoerente di brodo: continuavo ad addormentarmi dopo poche pagine di lettura. Se la storia all’inizio è un poco contorta ma molto intrigante, superata una prima analisi il tutto diventa un infinito nulla a cui si aggiungono domande prive di risposta e personaggi del tutto sconosciuti che hanno un ruolo decisivo nelle vicende. Ogni azione non è mai strettamente collegata a quella precedente da un filo logico e questo presumo derivi dalla grande abilità della mangaka di ricreare quel no-sense tipico della letteratura di Lewis Carrol a cui la storia si lega. Il punto è che tutti questi giri senza mai arrivare a niente non fanno proprio per me, ho bisogno di più concretezza.
Nulla posso dire se non di aver fatto la scelta sbagliata e per questo mio totale rifiuto al racconto devo attribuire 4 come voto finale della lettura.
Dalla serie di fumetti è stato realizzato un adattamento anime di 25 puntate prodotto dalla Xebec, diretto da Takao Kato ed acquistato in Italia dalla Yamato Video. Gli episodi sono stati trasmessi in Giappone tra il 2 aprile e il 24 settembre 2009. Nell’adattamento anime sono state apportate alcune modifiche alla trama dei fumetti soprattutto per quanto riguarda la parte finale della vicenda che nella serie animata risulta molto più aperta di quanto non sia nelle illustrazioni cartacee. Sono stati prodotti anche 9 OAV, anch’essi diretti da Takao Kato e prodotti dalla Xebec, andati in onda tra il 24 luglio 2009 e il 25 marzo 2010. In Italia i diritti sono stati acquistati nel 2012 dalla Yamato Video che li ha trasmessi dopo la diffusione della serie animata.
Dalla storia è stata creata anche una guida dal titolo “Pandora Hearts Official Guide 8.5 mine of mine”, pubblicata il 27 marzo 2009 e incentrata su alcune vicende inerenti alla storia principale. Una seconda guida, intitolata “Pandora Hearts Official Guide 18.5 ~Evidence~” è stata pubblicata invece il 27 luglio 2012 che racconta altre vicende più approfondite del filone principale. Infine è stato realizzato un drama-CD dal titolo “Pandora Hearts drama-CD ” e pubblicato dalla Frontier Works il 21 dicembre 2007.
In generale tutta la storia trae alcuni nomi e/o appellativi dai personaggi di Lewis Carroll nei romanzi “Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” e “Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò” che, per quanto ami le opere originali dello scrittore inglese, non sono state per nulla entusiasmanti nel fumetto.
La trama è un intreccio di enigmi: tutte le vicende si concentrano sulla vita di Oz Vessalius – il legittimo discendente di una delle quattro grandi casate ducali – che sta per diventare quindicenne e, di conseguenza, essere ammesso nella vita adulta e sociale. La sua esistenza trascorre tranquilla assieme a sua sorella Ada e al suo servo ed amico Gilbert nonostante il peso che l’assenza fisica del padre di Oz produca sul cuore del figlio. Poco prima della cerimonia per i quindici anni Oz trova uno strano orologio da taschino cadendo in una buca in giardino e finendo in uno strano posto dove è ubicata una lapide priva di nome. Appena tocca questo bizzarro orologio, Oz viene trasportato in una specie di sogno dove incontra una strana ragazza che giura di ucciderlo. Quando il giovane Vessalius riprende conoscenza perchè strattonato dal suo servo Gilbert decide di tenere l’oggetto misterioso e chiedere maggiori informazioni a suo zio Oscar che avrebbe fatto le veci del padre nella sua cerimonia di passaggio all’età adulta. Purtroppo per lui questo è solo l’inizio dei suoi guai infatti, durante il rito tenuto in una antica tenuta, Oz risveglia l’orologio che non suonava da ben cent’anni e che secondo una leggenda avrebbe rotto il silenzio solo quando fosse arrivato il prescelto. A quel punto viene aggredito da tre persone incappucciate di rosso che fanno parte della casata dei Baskerville, che avevano preso il controllo di Gilbert e che lo pugnalano facendo cadere il suo sangue per aprire una via per l’Abisso. In quel momento arriva una ragazza di nome Alice che assomiglia a quella dell’illusione, ma che si rivela essere una chain (letteralmente una catena ovvero un individuo appartenente all’abisso che tramite contratto si lega ad un umano per poter usare il proprio potere) chiamata B-Rabbit che ha intenzione di salvargli la vita.
A questo punto della vicenda Oz viene intrappolato nell’Abisso con l’accusa che la sua stessa esistenza è anche il suo più grande peccato (cosa che già in precedenza gli aveva detto il padre). Il ragazzo vaga per questo Abisso, considerabile come una specie d’inferno, e quando la sua vita viene messa in pericolo ecco ricomparire Alice che lo salva e che lo obbliga con l’inganno a stipulare con lei un contratto. Entrambi vogliono uscire dall’Abisso: Oz vuole tornare alla sua vita e ai suoi affetti mentre Alice vuole ritrovare i ricordi che ha perso. Quando i due finalmente riescono ad accordarsi e a uscire dalla loro prigione scoprono che sono passati ben dieci anni d quando Oz è scomparso e che tutto il mondo è cambiato. Alice prende il sopravvento sul copro del ragazzino ma a salvarlo arrivano Raven, Break e Sharon – altre chain come Alice legate a persone come Oz. I poteri di Alice vengono sigillati e questo evento crea una strana alleanza in cui tutti sono alla ricerca di qualcosa: Oz vuole scoprire cosa lo leghi a questa strana ragazza e come liberarsi del contratto che lo porterebbe in breve tempo alla morte, Alice vuole recuperare i propri ricordi e Break desidera scoprire la verità sulla tragedia di Sablier, a cui la ragazza sembra collegata. Tutti questi desideri si fondono presto insieme e i giovani ragazzi si trovano a combattere contro chi si vuole impadronire della Volontà dell’Abisso senza essere nuovamente intrappolati in esso o uccisi.
Personalmente parlando posso dire che mi va bene tutto ma questo proprio no, non sono riuscita ad arrivare alla fine e io non lascio mai niente d’incompiuto. Dopo aver letto a fatica i primi due volumi mi sono costretta a continuare per poter avere un quadro molto più generale e approfondito delle vicende ma arrivata al decimo ho dovuto gettare la spugna perché non riuscivo più a sopportare questo incessante allungamento incoerente di brodo: continuavo ad addormentarmi dopo poche pagine di lettura. Se la storia all’inizio è un poco contorta ma molto intrigante, superata una prima analisi il tutto diventa un infinito nulla a cui si aggiungono domande prive di risposta e personaggi del tutto sconosciuti che hanno un ruolo decisivo nelle vicende. Ogni azione non è mai strettamente collegata a quella precedente da un filo logico e questo presumo derivi dalla grande abilità della mangaka di ricreare quel no-sense tipico della letteratura di Lewis Carrol a cui la storia si lega. Il punto è che tutti questi giri senza mai arrivare a niente non fanno proprio per me, ho bisogno di più concretezza.
Nulla posso dire se non di aver fatto la scelta sbagliata e per questo mio totale rifiuto al racconto devo attribuire 4 come voto finale della lettura.
Pandora Hearts di Jun Mochizuki è un manga che mi ha fatto provare emozioni discordanti. Fin dall'inizio quest'opera si presenta particolarmente complessa e dinamica, le vicende si svolgono velocemente e coinvolgono una vasta collezione di personaggi, i quali , tuttavia, risultano ben caratterizzati. L'inizio di questa storia, infatti, può rivelarsi abbastanza debilitante per il lettore, il quale potrebbe trovarsi disorientato dal rapido susseguirsi di eventi, e dall'entrata in scena di numerosi personaggi, caratteristiche che possono risultare molto positive per alcuni lettori, o paradossalmente incidere negativamente nella valutazione di altri tipi di lettori.
- Trama -
La storia ruota intorno a due personaggi principali, Oz Vessalius e Alice, i quali, aiutati dai loro compagni, dovranno ricostruire la memoria di Alice, dalla quale emrgeranno intrighi e segreti riguardanti un passato lontano secoli, che sembra legare i nostri giovani protagonisti. Il mondo in cui si svolgono le vicende è governato da 4 casate ducali(di cui Oz fa parte), tuttavia, queste 4 famiglie condividono un segreto, riguardante un incidente del passato, denominato Tragedia di Sablier, che provocò la caduta della capitale nell'Abisso, ovvero una dimensione parallela a quella reale in cui il tempo non esiste, e dalla quale di solito non si fa ritorno.[...]
Uno dei pregi, degli aspetti che mi hanno colpito di più in quest'opera, tanto da farmici affezionare, è sicuramente il disegno. All'oggi posso dire con certezza che Jun Mochizuki è una delle mie mangaka preferite, il suo disegno presenta un tratto moolto pulito e delicato, inoltre è caratterizzato da un particolare gioco di luci ed ombre che si adatta perfettamente alla storia.
Un altro punto a favore di questo manga, a parer mio è rappresentato dall'ambietazione, riconducibile all'Inghilterra vittoriana, sfondo perfetto per lo stile adottato dall'autrice, il quale culminerà nello steampunk vero e proprio nella sua opera successiva, ovvero The case study of Vanitas. Insomma l'autrice ha saputo costruirsi un suo vero e prorpio stile, immediatamente riconoscibile, al quale i fans(come me) sono ormai affezionati.
Questo manga può essere apprezzato, in modo particolare, anche per la presenza di numerosissime citazioni letterarie, ritrovabili soprattutto nei nomi dei personaggi; a partire dal protagonista Oz, fino ad arrivare ai numerosi riferimenti al mondo di Alice Nel Paese delle Meraviglie, libro al quale l'autrice sembra essere particolarmente affezionata.
Ovviamente il disegno non è tutto in un manga, e l'autrice ha saputo destreggiarsi anche nello scrivere una storia ricca di colpi di scena, che complicheranno la trama, rendendo la vita difficile ai lettori disattenti o dalla debole memoria. Tuttavia in questo percorso, non troppo lungo, ma alquanto intricato i personaggi dovranno fare i conti con i fantasmi del loro passato, attraverso un turbinio di emozioni molto forti che li cambieranno radicalmente, portandoli ad una crescita, curata nei dettagli dalla mano dell'autrice.
Il mio consiglio per affrontare al meglio questa lettura, è quello di prestare attenzione ai personaggi, anche quelli più marginali avranno un ruolo fondamentale nella piena comprensione e risoluzione dei misteri che avvolgono la figura del nostro protagonista Oz.
- Trama -
La storia ruota intorno a due personaggi principali, Oz Vessalius e Alice, i quali, aiutati dai loro compagni, dovranno ricostruire la memoria di Alice, dalla quale emrgeranno intrighi e segreti riguardanti un passato lontano secoli, che sembra legare i nostri giovani protagonisti. Il mondo in cui si svolgono le vicende è governato da 4 casate ducali(di cui Oz fa parte), tuttavia, queste 4 famiglie condividono un segreto, riguardante un incidente del passato, denominato Tragedia di Sablier, che provocò la caduta della capitale nell'Abisso, ovvero una dimensione parallela a quella reale in cui il tempo non esiste, e dalla quale di solito non si fa ritorno.[...]
Uno dei pregi, degli aspetti che mi hanno colpito di più in quest'opera, tanto da farmici affezionare, è sicuramente il disegno. All'oggi posso dire con certezza che Jun Mochizuki è una delle mie mangaka preferite, il suo disegno presenta un tratto moolto pulito e delicato, inoltre è caratterizzato da un particolare gioco di luci ed ombre che si adatta perfettamente alla storia.
Un altro punto a favore di questo manga, a parer mio è rappresentato dall'ambietazione, riconducibile all'Inghilterra vittoriana, sfondo perfetto per lo stile adottato dall'autrice, il quale culminerà nello steampunk vero e proprio nella sua opera successiva, ovvero The case study of Vanitas. Insomma l'autrice ha saputo costruirsi un suo vero e prorpio stile, immediatamente riconoscibile, al quale i fans(come me) sono ormai affezionati.
Questo manga può essere apprezzato, in modo particolare, anche per la presenza di numerosissime citazioni letterarie, ritrovabili soprattutto nei nomi dei personaggi; a partire dal protagonista Oz, fino ad arrivare ai numerosi riferimenti al mondo di Alice Nel Paese delle Meraviglie, libro al quale l'autrice sembra essere particolarmente affezionata.
Ovviamente il disegno non è tutto in un manga, e l'autrice ha saputo destreggiarsi anche nello scrivere una storia ricca di colpi di scena, che complicheranno la trama, rendendo la vita difficile ai lettori disattenti o dalla debole memoria. Tuttavia in questo percorso, non troppo lungo, ma alquanto intricato i personaggi dovranno fare i conti con i fantasmi del loro passato, attraverso un turbinio di emozioni molto forti che li cambieranno radicalmente, portandoli ad una crescita, curata nei dettagli dalla mano dell'autrice.
Il mio consiglio per affrontare al meglio questa lettura, è quello di prestare attenzione ai personaggi, anche quelli più marginali avranno un ruolo fondamentale nella piena comprensione e risoluzione dei misteri che avvolgono la figura del nostro protagonista Oz.
Un manga meraviglioso. I personaggi sono caratterizzati perfettamente e ognuno riesce a farti appassionare alla sua storia, il suo passato e i suoi obbiettivi. Colpi di scena incredibili e sconvolgenti. La trama è semplicemente spettacolare , intricata e complicata. I personaggi inizialmente sembrano muoversi come delle pedine, in seguito però prendono coscienza della propria volontà, si evolvono e i loro comportamenti sono sempre più umani. Che dire, semplicemente un capolavoro, reso perfettamente dai disegni dell'autrice che negli ultimi volumi migliorano moltissimo e acquisiscono un loro stile particolare. Lo consiglio a tutti coloro che vogliono una storia appassionante, con dei personaggi caratterizzati divinamente e che farà piangere, ridere e appassionare chiunque. Anche se all'inizio può sembrare molto complicato, non abbandonate la lettura, non sapete cosa vi perderete !
Jun Mochizuki riprende e reinterpreta il mondo fantasmatico-allucinatorio di Lewis Carroll, creando un universo dalle scenografie vittoriane a cui si accosta una dimensione onirica, oscura, grottesca; una sorta di costrutto astratto alimentato da memorie, sogni e incubi, speranze ed angosce. Pandora Hearts è un manga che sviluppa la narrazione su due fronti. Il primo elabora una trama che percorre a ritroso i misteriosi accadimenti che è costretto a subire il protagonista - Oz Vessalius - attraverso la ricerca di ricordi perduti di più personaggi, quelli che più sono vicini a lui, che si prodigano a proteggerlo ed a preservare lo status quo nel mondo a cui appartengono. Il secondo tenta un processo analitico distante dalla trama principale, definito attraverso indizi che si raccolgono lungo tutto l'arco narrativo del fumetto e che operano perlopiù nella dimensione oscura che è collegata all'universo in cui i personaggi indagano: Abyss, descritta come una matrice che prescinde da tempo e spazio, da schemi razionali e razionalizzabili, un piano appartenente all'inconscio di una volontà suprema anonima bramata da chiunque sia riuscito a riconoscerne l'esistenza.
E' uno Shounen atipico Pandora Hearts, tanto dinamico nella credibile ed utile evoluzione e maturazione dei personaggi principali (tanti adolescenti o giovani), quanto astruso nelle ricerche che compiono gli stessi al fine di trovare il bandolo della matassa che causa in loro al medesimo tempo frustrazione, curiosità e timore. La notevole catena di interrogativi che la trama pone rispetto al passato di diversi personaggi, rispetto alla volontà di Abyss e rispetto ad Abyss stessa l'ho trovata non sempre strutturata in maniera continuativa. Mancano anelli. Pertanto, la sceneggiatura talvolta si perde, lasciando in sospeso situazioni o personaggi per molti numeri per poi riprenderli verso la conclusione e giustificare avvenimenti o azioni piuttosto frettolosamente [es. il padre di Oz ma non solo]. Dunque, a parte qualche punto instabile a livello di scrittura, sia trama che caratterizzazione dei personaggi sono tuttavia estese ed approfondite con risolutezza e con grande passione, soprattutto quando ad interagire sono più personaggi maschili - rappresentati tutti con lineamenti che traspaiono grazia ed una certa classe; decisamente "effemminati" o infantili [entrambe le caratteristiche si riscontrano anche nei comportamenti di alcuni di essi] - o quando ad interagire sono personaggi femminili con personaggi maschili: le donne di Jun Mochizuki sono tutte personalità forti, sensibili ed autoritarie, magnanime o spietate a seconda delle occasioni [e gli uomini li tengono, in un modo o nell'altro, sempre in pugno!].
Disegno: niente da dire rispetto alla qualità grafica del manga. Oggettivamente un ottimo lavoro stilistico. Tuttavia, se devo guardare attraverso il mio gusto personale, ho trovato in generale il tratto di Jun Mochizuki sempre troppo pulito. Soprattutto nelle sequenze dove si presentano circostanze dai toni cupi e macabri - e tali contesti sono numerosi in tutta l'opera - , il disegno non risalta mai la brutalità dell'azione o del personaggio in questione, non mi ha mai agitato o fatto provare ribrezzo come, ad esempio, sono riusciti a fare Hirohiko Araki, Go Nagai, Kentaro Miura, Charlie Adlard, Dave McKean, Chuck Hogan o Alex Maleev attraverso le impostazioni delle loro tavole ed il loro stile di disegno.
Ma ripeto: questo è puramente un fatto di gusto personale.
E' uno Shounen atipico Pandora Hearts, tanto dinamico nella credibile ed utile evoluzione e maturazione dei personaggi principali (tanti adolescenti o giovani), quanto astruso nelle ricerche che compiono gli stessi al fine di trovare il bandolo della matassa che causa in loro al medesimo tempo frustrazione, curiosità e timore. La notevole catena di interrogativi che la trama pone rispetto al passato di diversi personaggi, rispetto alla volontà di Abyss e rispetto ad Abyss stessa l'ho trovata non sempre strutturata in maniera continuativa. Mancano anelli. Pertanto, la sceneggiatura talvolta si perde, lasciando in sospeso situazioni o personaggi per molti numeri per poi riprenderli verso la conclusione e giustificare avvenimenti o azioni piuttosto frettolosamente [es. il padre di Oz ma non solo]. Dunque, a parte qualche punto instabile a livello di scrittura, sia trama che caratterizzazione dei personaggi sono tuttavia estese ed approfondite con risolutezza e con grande passione, soprattutto quando ad interagire sono più personaggi maschili - rappresentati tutti con lineamenti che traspaiono grazia ed una certa classe; decisamente "effemminati" o infantili [entrambe le caratteristiche si riscontrano anche nei comportamenti di alcuni di essi] - o quando ad interagire sono personaggi femminili con personaggi maschili: le donne di Jun Mochizuki sono tutte personalità forti, sensibili ed autoritarie, magnanime o spietate a seconda delle occasioni [e gli uomini li tengono, in un modo o nell'altro, sempre in pugno!].
Disegno: niente da dire rispetto alla qualità grafica del manga. Oggettivamente un ottimo lavoro stilistico. Tuttavia, se devo guardare attraverso il mio gusto personale, ho trovato in generale il tratto di Jun Mochizuki sempre troppo pulito. Soprattutto nelle sequenze dove si presentano circostanze dai toni cupi e macabri - e tali contesti sono numerosi in tutta l'opera - , il disegno non risalta mai la brutalità dell'azione o del personaggio in questione, non mi ha mai agitato o fatto provare ribrezzo come, ad esempio, sono riusciti a fare Hirohiko Araki, Go Nagai, Kentaro Miura, Charlie Adlard, Dave McKean, Chuck Hogan o Alex Maleev attraverso le impostazioni delle loro tavole ed il loro stile di disegno.
Ma ripeto: questo è puramente un fatto di gusto personale.
Il 2006 è un anno molto importante in casa Square-Enix poiché tra giugno e settembre, due giovani autrici iniziano la serializzazione di quelle che saranno per svariati anni le opere di punta della rivista GFantasy: Pandora Hearts e Kuroshitsuji. Con i loro manga, Jun Mochizuki e Yana Toboso si inseriscono (o addirittura creano) in quel filone di shounen manga che piacciono tanto alle ragazze, vuoi per il tratto delicato e la presenza di bei ragazzi, vuoi per una narrazione ricca di sentimento ed emozione, con quel modo di raccontare e far esprimere i personaggi così vibrante e profondo che pare quasi appannaggio esclusivo delle mangaka donne. Innocenti generalizzazioni a parte, fino al 2015 Pandora Hearts e Kuroshitsuji si danno battaglia sulle pagine della rivista, non raggiungendo i picchi di vendita dei manga Jump ma riuscendo comunque a conquistare un posto fisso nel cuore di molti lettori. La rivalità tra Mochizuki e Toboso però è forse più un’idea del fandom che accusa ingiustamente quest'ultima di “rubare” spazi alla Mochizuki. Lei però, che si è dimostrata negli anni donna di molti fatti e poche parole, nega qualsiasi rivalità, affermando che gli spazi su rivista sono equamente decisi dall’editore, senza nessun intento di sopraffazione. Mentre Kuroshitsuji continua il suo corso, l’opera della Mochizuki termina a giugno 2015, con all’attivo un totale di 24 numeri e il ricordo impresso nel cuore di migliaia lettori in tutto il mondo.
Dopo lo straripante successo di Fullmetal Alchemist, ancora una volta una donna di casa Square-Enix dimostra di saperci fare alla grande.
Oz Vessalius è un ragazzino allegro e spensierato, prossimo capo di una delle quattro grandi famiglie ducali. Nel giorno in cui compie 15 anni, è chiamato a partecipare alla cerimonia dell’età adulta ma mentre vaga per i giardini del palazzo con la sorellina Ada e il fedele servitore Gilbert, così come Alice che insegue il Bianconiglio, Oz segue una misteriosa melodia e giunge in una sorta di cimitero. Attirato dall’orologio da taschino da cui pare provenire il motivetto, Oz si ritrova per un attimo catapultato in quello che sembra un sogno, in un salottino in cui delle bambole parlanti paiono sapere chi egli sia. Gil urla il suo nome, Oz torna in sé. Giunge infine il momento della cerimonia e quando il rituale raggiunge il culmine, il vecchio orologio del palazzo, ormai fermo da tempo, si attiva e segna la mezzanotte.
Oz si trova improvvisamente circondato da uomini incappucciati che mormorano frasi incomprensibili e mentre lo stesso adorato Gilbert prova a ferirlo, interviene in suo aiuto un grosso coniglio nero con una falce che rivela ben preso le sembianze di una ragazzina.
Mentre uno degli incappucciati pronuncia questa frase, Oz viene portato via dal coniglio, che lo conduce in Abyss, luogo misterioso che Oz ha sentito nominare solo nelle leggende e nelle favole per bambini. Abyss sembra il sogno distorto di un fanciulletto, con pupazzi distrutti, tazzine da tè sbeccate e circondato da un’atmosfera oppressiva e malata.
Alice, questo è il nome del coniglio, spiega al ragazzo di essere un “chain”, una potente creatura di Abyss desiderosa di lasciare quel luogo. Per farlo ha bisogno di un contraente e il prescelto Oz, che ormai da tempo ha abbandonato lo stupore, sigla il contratto e lascia Abyss insieme alla ragazza.
Quando si risveglia però, scopre che il mondo intorno a lui è cambiato e mentre le persone che conosceva e amava sono invecchiate di 10 anni, lui è rimasto uguale. Salvato dalla famiglia Rainsworth, inizia il viaggio di Oz attraverso i misteri di Pandora, della sua stessa vita, dei chain e di Alice, il cui scopo è ritrovare i frammenti perduti della propria memoria.
I primi volumi di Pandora Hearts sono un po’ una sfida: il lettore viene catapultato in mezzo ad una miriade di misteri, personaggi e situazioni vaghe, senza riuscire bene a capire chi sia chi e chi voglia cosa. E’ necessario pazientare qualche numero prima di avere un quadro abbastanza chiaro della situazione, o semplicemente, basta lasciarsi cullare dallo scorrere degli eventi messi in campo dalla Mochizuki, i quali riescono presto o tardi a trovare il loro ordine. Una volta presa confidenza con i personaggi principali, Pandora Hearts entra nel vivo e si dipana in un crescendo di misteri, rivelazioni e continui colpi di scena. Potrebbe sembrare impossibile ma, appena dopo qualche numero, la narrazione della Mochizuki si fa sempre più intrigante, sorprendendo il lettore ad ogni numero con espedienti e situazioni mai banali e sempre coerenti con quanto già mostrato, palesando così di avere ben chiaro sin dall’inizio il percorso che la storia avrebbe intrapreso. Come l’autrice stessa afferma in un’intervista, gli avvenimenti da mostrare erano chiaramente preimpostati ed alcuni punti di svolta andavano necessariamente raggiunti, ma da brava "mamma", la mangaka ha anche lasciato i suoi personaggi liberi di muoversi, creando a volte situazioni inaspettate anche per lei stessa.
Il crescendo degli eventi è un crescendo di emozioni per il lettore, il quale non può fare a meno di amare quei personaggi che ha imparato a conoscere ed apprezzare con i loro punti forti e le loro debolezze. In Il crescendo degli eventi è un crescendo di emozioni per il lettore, il quale non può fare a meno di amare quei personaggi che ha imparato a conoscere ed apprezzare con i loro punti forti e le loro debolezze. In Pandora Hearts tutti i personaggi vivono di sfaccettature, di lati oscuri e luminosi, di tutte le sfumature dell’anima di ogni essere umano. La caratterizzazione dei personaggi è quindi uno dei punti a favore di questo manga, poiché anche il più banale dei protagonisti riesce in qualche modo a sorprendere, contribuendo attivamente a rendere la trama sempre interessante. E’ forse Oz l’esempio più lampante di tutto ciò, lui che con il suo carattere apparentemente semplice compie un bellissimo percorso di crescita e accettazione di sé, lui che da codardo che si nasconde dietro la maschera della noncuranza diventa forte e maturo incontrandosi e scontrandosi con gli eventi, seguendo una strada che ha davvero il sapore della crescita e della maturazione.
Con il cuore in mano affidiamo la storia a Oz, il piccolo impertinente biondino che diventa ragazzo forte e deciso, che non si arrende di fronte alle proprie debolezze ma che al contempo capisce che non sempre è possibile salvare tutti e che a volte, l'unica possibilità che abbiamo per dimostrare il nostro amore, è andare avanti, avanzare, a costo di lasciare indietro qualcosa o qualcuno, tra le lacrime.
Pandora Hearts è un’opera corale che non si regge solo sulle spalle dei suoi protagonisti (basti pensare che Oz e Alice a volte non appaiono per periodi abbastanza lunghi) ma che poggia sull’importanza di ogni personaggio presentato, costruendo un mosaico in cui non sono fondamentali i due o tre pezzi principali, ma ciascun tassello che lo compone, dal contorno alla parte centrale.
Se a sorprendere sono i continui colpi di scena e gli intrighi sempre più fitti, ciò che forse ha fatto davvero innamorare il pubblico di questo manga è l’umanità con cui la Mochizuki ha tratteggiato i suoi personaggi, soprattutto perché, con una vena oserei dire sadica, l’autrice non manca di sacrificarne diversi nel momento in cui la narrazione lo ritiene opportuno, senza paura alcuna di indispettire il suo pubblico.
I sentimenti, positivi o meno, sono sempre espressi in maniera emozionante e toccante, senza dimenticare che, nonostante manchi una componente strettamente amorosa, il rapporto tra Oz, Alice e Gilbert è gestito in un modo magistrale che mai scade nella banale trappola dell’amore romantico, costruendo una relazione che va ben oltre e mostra un affetto a cui non è possibile dare nome tanta è la sua straordinarietà.
E' negli occhi dolci e tristi di Oz che scorgiamo l'infelicità del suo vivere, nello sguardo ora vispo ora malinconico di Alice scopriamo la paura verso l'ignoto e verso se stessa, è nelle cicatrici di Gilbert che si palesa l'amore sconfinato per colui che, nonostante tutto, sarà sempre il suo padrone.
I personaggi di Pandora Hearts non sono mai (solo) quello che sembrano per cui è impossibile prevederne le mosse o pronosticare l’andazzo degli eventi.
Guidati dalla malinconica melodia Lacie percorriamo una storia fatta di amori contorti, di promesse disattese, di parole dimenticate e sentimenti rimasti nel cuore a dispetto di tutto, in un andirivieni di gioie e dolori che accarezzano gentilmente il lettore, il quale ha ormai fatto sue le storie e le vite di ogni personaggio, e con loro soffre e ama.
Il manga si muove sul filo del dramma senza mai dimenticare qualche momento di ilarità e divertimento dato anche dalle bizzarre personalità di alcuni dei suoi protagonisti (basti pensare a Break o Barma) facendo sì che dopo un lungo susseguirsi di emozioni e colpi di scena il lettore possa trovare un attimo di pace assieme a Oz e co. Se inizialmente la parte comica ha uno spazio rilevante, andando avanti essa si riduce sempre più, lasciando spazio a molti avvenimenti drammatici e commoventi.
Impossibile non notare come Pandora Hearts ricordi in qualche modo Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll, non certamente per la trama ma per diversi elementi di richiamo. Il manga ne è costellato, alcuni sono immediatamente riconoscibili, altri si nascondono in dettagli o addirittura nei titoli dei capitoli.
Oz cade nel fosso seguendo la melodia così come Alice quando segue il Bianconiglio; Alice condivide con la Alice di Carroll il carattere curioso e genuino; alcuni chain quali il Ghiro, il Dodo, il Cappellaio Matto, il gatto Cheshire e altri sono personaggi del romanzo; Dinah (il gatto di Ada) ha lo stesso nome del gatto di Alice. Insomma, i riferimenti sono numerosissimi e alcuni decisamente spoiler, per cui consiglio agli appassionati di Alice nel paese delle meraviglie di cercarli tutti con meticolosità.
Seppur Pandora Hearts sia amato e ricordato per la sua trama intricata e complessa, è pur vero che gli ottimi disegni della Mochizuki completano il quadro in maniera perfetta. All’inizio il chara dei personaggi è un po’ scarno, infantile e spigoloso, con il passare del tempo esso si addolcisce, diventa elegante e ben proporzionato e allo stesso modo migliora la lavorazione di sfondi ed edifici. L’ambientazione vittoriana permette all’autrice di sbizzarrirsi nel disegnare abiti e costruzioni dell’epoca, con una particolare cura dell’abbigliamento di ogni personaggio. I frontespizi dei capitoli sono una goduria per gli occhi, soprattutto quando si dispiegano a tutta pagina.
Le cover del manga, solitamente dedicate ad un personaggio per volta, sono anch’esse sempre più belle e ricche di dettagli. Come detto prima, non mancano i momenti comici in cui i personaggi assumono la forma di deliziosi super deformed.
Pandora Hearts godeva in Italia di una certa popolarità dovuta all’anime e dopo diversi anni di attesa e richieste da parte di chi voleva conoscere assolutamente il prosieguo delle avventure di Oz, è Star Comics a portare il manga nel nostro paese, con una pubblicazione regolare almeno fino al raggiungimento dei volumi giapponesi. La Star ha comunque cercato di ammortizzare quanto più i tempi di attesa, facendoci leggere i volumi finali (entrambi rilasciati in patria a giugno) a meno di un anno di distanza. Il manga è stato proposto al costo di 4,30 euro, ad eccezione dei più corposi volumi finali, in formato 13x18. L’edizione presenta frontespizio iniziale, sommario e pagina di riassunto a colori. A parte un problema di inchiostro e macchie sulle pagine, Pandora Hearts si presenta in un’edizione più che onesta in rapporto al suo prezzo ed è indubbio che ci sia stata una cura non indifferente nelle lavorazione dei corposi testi di cui è pregno.
Il manga è stato pubblicato in patria accompagnato da tre guidebook (Star Comics ne ha pubblicate 2 finora, Mine of Mine ed Evidence, in attesa della terza e ultima, Last Dance) e due splendidi artbook, Odds and Ends e There Is, entrambi purtroppo inediti nel nostro paese. E’ stata trasmessa una serie animata di 25 episodi (da noi per Yamato Animation), sono stati creati diversi drama cd e una novel dal titolo Caucus Race, attualmente giunta al terzo volume.
Seppur Pandora Hearts non abbia raggiunto le vendite di molti altri noti shonen manga, ha creato attorno a sé un fandom estremamente fedele e affezionato, basti vedere le reazioni della nostra community all’annuncio della fine del manga.
Pandora Hearts è un manga appassionante, ottimamente scritto e disegnato al quale è difficile trovare difetti. E’ una favola un po’ dolce e un po’ crudele che in maniera del tutto naturale riesce ad occupare un posto nel cuore di chi la legge, senza bisogno di usare un briciolo di fanservice o espedienti ruffiani.
Jun Mochizuki ha creato un bellissimo mosaico di storie e personaggi che si intrecciano, si allontano e ritornano, in una storia in cui nulla è scontato e niente è come sembra.
Pandora Hearts si insinuerà nel vostro cuore per farsi amare, poi lo ridurrà in brandelli e vi darà infine la speranza che forse non tutto è perduto; è un cammino che forse troppo spesso fa soffrire ma che ripaga con dei momenti di grandissima emozione.
È una di quelle storie per le quali mi sento di ringraziare dal profondo del cuore la sua creatrice, tutti quelli che ci hanno lavorato e chi mi ha permesso di leggerlo; un viaggio tortuoso ma che resta nel cuore e vale completamente il prezzo del biglietto.
Dopo lo straripante successo di Fullmetal Alchemist, ancora una volta una donna di casa Square-Enix dimostra di saperci fare alla grande.
Oz Vessalius è un ragazzino allegro e spensierato, prossimo capo di una delle quattro grandi famiglie ducali. Nel giorno in cui compie 15 anni, è chiamato a partecipare alla cerimonia dell’età adulta ma mentre vaga per i giardini del palazzo con la sorellina Ada e il fedele servitore Gilbert, così come Alice che insegue il Bianconiglio, Oz segue una misteriosa melodia e giunge in una sorta di cimitero. Attirato dall’orologio da taschino da cui pare provenire il motivetto, Oz si ritrova per un attimo catapultato in quello che sembra un sogno, in un salottino in cui delle bambole parlanti paiono sapere chi egli sia. Gil urla il suo nome, Oz torna in sé. Giunge infine il momento della cerimonia e quando il rituale raggiunge il culmine, il vecchio orologio del palazzo, ormai fermo da tempo, si attiva e segna la mezzanotte.
Oz si trova improvvisamente circondato da uomini incappucciati che mormorano frasi incomprensibili e mentre lo stesso adorato Gilbert prova a ferirlo, interviene in suo aiuto un grosso coniglio nero con una falce che rivela ben preso le sembianze di una ragazzina.
“Il tuo peccato è la tua stessa esistenza”
Mentre uno degli incappucciati pronuncia questa frase, Oz viene portato via dal coniglio, che lo conduce in Abyss, luogo misterioso che Oz ha sentito nominare solo nelle leggende e nelle favole per bambini. Abyss sembra il sogno distorto di un fanciulletto, con pupazzi distrutti, tazzine da tè sbeccate e circondato da un’atmosfera oppressiva e malata.
Alice, questo è il nome del coniglio, spiega al ragazzo di essere un “chain”, una potente creatura di Abyss desiderosa di lasciare quel luogo. Per farlo ha bisogno di un contraente e il prescelto Oz, che ormai da tempo ha abbandonato lo stupore, sigla il contratto e lascia Abyss insieme alla ragazza.
Quando si risveglia però, scopre che il mondo intorno a lui è cambiato e mentre le persone che conosceva e amava sono invecchiate di 10 anni, lui è rimasto uguale. Salvato dalla famiglia Rainsworth, inizia il viaggio di Oz attraverso i misteri di Pandora, della sua stessa vita, dei chain e di Alice, il cui scopo è ritrovare i frammenti perduti della propria memoria.
I primi volumi di Pandora Hearts sono un po’ una sfida: il lettore viene catapultato in mezzo ad una miriade di misteri, personaggi e situazioni vaghe, senza riuscire bene a capire chi sia chi e chi voglia cosa. E’ necessario pazientare qualche numero prima di avere un quadro abbastanza chiaro della situazione, o semplicemente, basta lasciarsi cullare dallo scorrere degli eventi messi in campo dalla Mochizuki, i quali riescono presto o tardi a trovare il loro ordine. Una volta presa confidenza con i personaggi principali, Pandora Hearts entra nel vivo e si dipana in un crescendo di misteri, rivelazioni e continui colpi di scena. Potrebbe sembrare impossibile ma, appena dopo qualche numero, la narrazione della Mochizuki si fa sempre più intrigante, sorprendendo il lettore ad ogni numero con espedienti e situazioni mai banali e sempre coerenti con quanto già mostrato, palesando così di avere ben chiaro sin dall’inizio il percorso che la storia avrebbe intrapreso. Come l’autrice stessa afferma in un’intervista, gli avvenimenti da mostrare erano chiaramente preimpostati ed alcuni punti di svolta andavano necessariamente raggiunti, ma da brava "mamma", la mangaka ha anche lasciato i suoi personaggi liberi di muoversi, creando a volte situazioni inaspettate anche per lei stessa.
Il crescendo degli eventi è un crescendo di emozioni per il lettore, il quale non può fare a meno di amare quei personaggi che ha imparato a conoscere ed apprezzare con i loro punti forti e le loro debolezze. In Il crescendo degli eventi è un crescendo di emozioni per il lettore, il quale non può fare a meno di amare quei personaggi che ha imparato a conoscere ed apprezzare con i loro punti forti e le loro debolezze. In Pandora Hearts tutti i personaggi vivono di sfaccettature, di lati oscuri e luminosi, di tutte le sfumature dell’anima di ogni essere umano. La caratterizzazione dei personaggi è quindi uno dei punti a favore di questo manga, poiché anche il più banale dei protagonisti riesce in qualche modo a sorprendere, contribuendo attivamente a rendere la trama sempre interessante. E’ forse Oz l’esempio più lampante di tutto ciò, lui che con il suo carattere apparentemente semplice compie un bellissimo percorso di crescita e accettazione di sé, lui che da codardo che si nasconde dietro la maschera della noncuranza diventa forte e maturo incontrandosi e scontrandosi con gli eventi, seguendo una strada che ha davvero il sapore della crescita e della maturazione.
Con il cuore in mano affidiamo la storia a Oz, il piccolo impertinente biondino che diventa ragazzo forte e deciso, che non si arrende di fronte alle proprie debolezze ma che al contempo capisce che non sempre è possibile salvare tutti e che a volte, l'unica possibilità che abbiamo per dimostrare il nostro amore, è andare avanti, avanzare, a costo di lasciare indietro qualcosa o qualcuno, tra le lacrime.
Pandora Hearts è un’opera corale che non si regge solo sulle spalle dei suoi protagonisti (basti pensare che Oz e Alice a volte non appaiono per periodi abbastanza lunghi) ma che poggia sull’importanza di ogni personaggio presentato, costruendo un mosaico in cui non sono fondamentali i due o tre pezzi principali, ma ciascun tassello che lo compone, dal contorno alla parte centrale.
Se a sorprendere sono i continui colpi di scena e gli intrighi sempre più fitti, ciò che forse ha fatto davvero innamorare il pubblico di questo manga è l’umanità con cui la Mochizuki ha tratteggiato i suoi personaggi, soprattutto perché, con una vena oserei dire sadica, l’autrice non manca di sacrificarne diversi nel momento in cui la narrazione lo ritiene opportuno, senza paura alcuna di indispettire il suo pubblico.
I sentimenti, positivi o meno, sono sempre espressi in maniera emozionante e toccante, senza dimenticare che, nonostante manchi una componente strettamente amorosa, il rapporto tra Oz, Alice e Gilbert è gestito in un modo magistrale che mai scade nella banale trappola dell’amore romantico, costruendo una relazione che va ben oltre e mostra un affetto a cui non è possibile dare nome tanta è la sua straordinarietà.
E' negli occhi dolci e tristi di Oz che scorgiamo l'infelicità del suo vivere, nello sguardo ora vispo ora malinconico di Alice scopriamo la paura verso l'ignoto e verso se stessa, è nelle cicatrici di Gilbert che si palesa l'amore sconfinato per colui che, nonostante tutto, sarà sempre il suo padrone.
I personaggi di Pandora Hearts non sono mai (solo) quello che sembrano per cui è impossibile prevederne le mosse o pronosticare l’andazzo degli eventi.
Guidati dalla malinconica melodia Lacie percorriamo una storia fatta di amori contorti, di promesse disattese, di parole dimenticate e sentimenti rimasti nel cuore a dispetto di tutto, in un andirivieni di gioie e dolori che accarezzano gentilmente il lettore, il quale ha ormai fatto sue le storie e le vite di ogni personaggio, e con loro soffre e ama.
Il manga si muove sul filo del dramma senza mai dimenticare qualche momento di ilarità e divertimento dato anche dalle bizzarre personalità di alcuni dei suoi protagonisti (basti pensare a Break o Barma) facendo sì che dopo un lungo susseguirsi di emozioni e colpi di scena il lettore possa trovare un attimo di pace assieme a Oz e co. Se inizialmente la parte comica ha uno spazio rilevante, andando avanti essa si riduce sempre più, lasciando spazio a molti avvenimenti drammatici e commoventi.
Impossibile non notare come Pandora Hearts ricordi in qualche modo Alice nel paese delle meraviglie di Lewis Carroll, non certamente per la trama ma per diversi elementi di richiamo. Il manga ne è costellato, alcuni sono immediatamente riconoscibili, altri si nascondono in dettagli o addirittura nei titoli dei capitoli.
Oz cade nel fosso seguendo la melodia così come Alice quando segue il Bianconiglio; Alice condivide con la Alice di Carroll il carattere curioso e genuino; alcuni chain quali il Ghiro, il Dodo, il Cappellaio Matto, il gatto Cheshire e altri sono personaggi del romanzo; Dinah (il gatto di Ada) ha lo stesso nome del gatto di Alice. Insomma, i riferimenti sono numerosissimi e alcuni decisamente spoiler, per cui consiglio agli appassionati di Alice nel paese delle meraviglie di cercarli tutti con meticolosità.
Seppur Pandora Hearts sia amato e ricordato per la sua trama intricata e complessa, è pur vero che gli ottimi disegni della Mochizuki completano il quadro in maniera perfetta. All’inizio il chara dei personaggi è un po’ scarno, infantile e spigoloso, con il passare del tempo esso si addolcisce, diventa elegante e ben proporzionato e allo stesso modo migliora la lavorazione di sfondi ed edifici. L’ambientazione vittoriana permette all’autrice di sbizzarrirsi nel disegnare abiti e costruzioni dell’epoca, con una particolare cura dell’abbigliamento di ogni personaggio. I frontespizi dei capitoli sono una goduria per gli occhi, soprattutto quando si dispiegano a tutta pagina.
Le cover del manga, solitamente dedicate ad un personaggio per volta, sono anch’esse sempre più belle e ricche di dettagli. Come detto prima, non mancano i momenti comici in cui i personaggi assumono la forma di deliziosi super deformed.
Pandora Hearts godeva in Italia di una certa popolarità dovuta all’anime e dopo diversi anni di attesa e richieste da parte di chi voleva conoscere assolutamente il prosieguo delle avventure di Oz, è Star Comics a portare il manga nel nostro paese, con una pubblicazione regolare almeno fino al raggiungimento dei volumi giapponesi. La Star ha comunque cercato di ammortizzare quanto più i tempi di attesa, facendoci leggere i volumi finali (entrambi rilasciati in patria a giugno) a meno di un anno di distanza. Il manga è stato proposto al costo di 4,30 euro, ad eccezione dei più corposi volumi finali, in formato 13x18. L’edizione presenta frontespizio iniziale, sommario e pagina di riassunto a colori. A parte un problema di inchiostro e macchie sulle pagine, Pandora Hearts si presenta in un’edizione più che onesta in rapporto al suo prezzo ed è indubbio che ci sia stata una cura non indifferente nelle lavorazione dei corposi testi di cui è pregno.
Il manga è stato pubblicato in patria accompagnato da tre guidebook (Star Comics ne ha pubblicate 2 finora, Mine of Mine ed Evidence, in attesa della terza e ultima, Last Dance) e due splendidi artbook, Odds and Ends e There Is, entrambi purtroppo inediti nel nostro paese. E’ stata trasmessa una serie animata di 25 episodi (da noi per Yamato Animation), sono stati creati diversi drama cd e una novel dal titolo Caucus Race, attualmente giunta al terzo volume.
Seppur Pandora Hearts non abbia raggiunto le vendite di molti altri noti shonen manga, ha creato attorno a sé un fandom estremamente fedele e affezionato, basti vedere le reazioni della nostra community all’annuncio della fine del manga.
Pandora Hearts è un manga appassionante, ottimamente scritto e disegnato al quale è difficile trovare difetti. E’ una favola un po’ dolce e un po’ crudele che in maniera del tutto naturale riesce ad occupare un posto nel cuore di chi la legge, senza bisogno di usare un briciolo di fanservice o espedienti ruffiani.
Jun Mochizuki ha creato un bellissimo mosaico di storie e personaggi che si intrecciano, si allontano e ritornano, in una storia in cui nulla è scontato e niente è come sembra.
Pandora Hearts si insinuerà nel vostro cuore per farsi amare, poi lo ridurrà in brandelli e vi darà infine la speranza che forse non tutto è perduto; è un cammino che forse troppo spesso fa soffrire ma che ripaga con dei momenti di grandissima emozione.
È una di quelle storie per le quali mi sento di ringraziare dal profondo del cuore la sua creatrice, tutti quelli che ci hanno lavorato e chi mi ha permesso di leggerlo; un viaggio tortuoso ma che resta nel cuore e vale completamente il prezzo del biglietto.
Non ci sono altre parole per definire quest'opera monumentale, colma di intrighi, misteri e migliaia di risvolti e sfaccettature, che vanno dal thriller al comico: è un viaggio. Un viaggio che inizia col primo capitolo e si conclude nel punto di partenza. Una "semplice storiella" come la presenta l'autrice Jun Mochizuki più e più volte, la storia di Oz, Alice, Gilbert e tanti altri personaggi che costituiscono l'ossatura essenziale della trama, che, senza di essi, costruirebbe appunto una storia come le altre infinite possibili. Al contrario, questa storia è la più complessa che io abbia mai letto, un nodo di problemi e rapporti che si risolvono solamente in 104 "retrace", che partono da un senso di stordimento e confusione che lo stesso protagonista, Oz Vessalius, patisce con noi.
In tutta l'opera non c'è un momento morto, ogni istante è funzionale alla trama ed alla sua evoluzione, sebbene qualche passaggio sia di non facile comprensione e i ritmi altalenanti della narrazione contribuiscano ulteriormente a non far comprendere il significato complessivo di questo manga: se non imbrigliamo noi stessi la nostra vita, non c'è nessun altro che lo farà per noi, a meno che non convenga ai suoi comodi. Pandora Hearts è una storia di paura, egoismo, ferite, dolore. Ed è proprio questo che la rende così vicina alla nostra sensibilità, che ci fa emozionare, che ci fa comprendere veramente il senso che diamo alla nostra vita, che può essere solo uno: l'amore. Amore incondizionato e disinteressato, fraterno, tra amici, tra parenti...
Sfido chiunque a non commuoversi nei punti nodali e tragici di questo vero e proprio dramma esistenziale, in cui nessun personaggio è un santo, bensì un chiaroscuro indefinibile, che fa vedere solo l'apparenza che cela una realtà totalmente diversa.
Il character design, che si evolve superbamente durante tutta la durata dell'opera, è magistrale, dalle copertine a colori al bianco e nero delle pagine. I volumetti, editi dalla StarComics, sono, tutto sommato, molto buoni nel rapporto qualità prezzo.
E così, tutta questa storia procede, come un gigantesco orologio, sotto il flusso inesorabile del tempo, a ritmo di una melodia malinconica e dolce, che culla la luce anche laddove le tenebre sono più fitte, lasciando uno spiraglio di speranza e malinconia ai nostri eroi.
Detto ciò, spero di avervi invogliato nella lettura di questo colosso che a me, personalmente, ha dato molto.
In tutta l'opera non c'è un momento morto, ogni istante è funzionale alla trama ed alla sua evoluzione, sebbene qualche passaggio sia di non facile comprensione e i ritmi altalenanti della narrazione contribuiscano ulteriormente a non far comprendere il significato complessivo di questo manga: se non imbrigliamo noi stessi la nostra vita, non c'è nessun altro che lo farà per noi, a meno che non convenga ai suoi comodi. Pandora Hearts è una storia di paura, egoismo, ferite, dolore. Ed è proprio questo che la rende così vicina alla nostra sensibilità, che ci fa emozionare, che ci fa comprendere veramente il senso che diamo alla nostra vita, che può essere solo uno: l'amore. Amore incondizionato e disinteressato, fraterno, tra amici, tra parenti...
Sfido chiunque a non commuoversi nei punti nodali e tragici di questo vero e proprio dramma esistenziale, in cui nessun personaggio è un santo, bensì un chiaroscuro indefinibile, che fa vedere solo l'apparenza che cela una realtà totalmente diversa.
Il character design, che si evolve superbamente durante tutta la durata dell'opera, è magistrale, dalle copertine a colori al bianco e nero delle pagine. I volumetti, editi dalla StarComics, sono, tutto sommato, molto buoni nel rapporto qualità prezzo.
E così, tutta questa storia procede, come un gigantesco orologio, sotto il flusso inesorabile del tempo, a ritmo di una melodia malinconica e dolce, che culla la luce anche laddove le tenebre sono più fitte, lasciando uno spiraglio di speranza e malinconia ai nostri eroi.
Detto ciò, spero di avervi invogliato nella lettura di questo colosso che a me, personalmente, ha dato molto.
Strano che ancora non avessi recensito questo manga.
Forse non lo avevo fatto perché effettivamente non esistono parole adatte a descriverlo.
Innanzitutto credo che Jun Mochizuki sia uno dei disegnatori migliori di cui abbia mai visto le opere, a tal proposito consiglio anche la sua nuova serie "Vanitas no Carte".
Dal 50esimo capitolo in poi comincia ad intricarsi la trama in maniera assurda e terribilmente avvincente, sconvolge in pratica ogni convinzione che aveva costruito durante il corso del manga, ribaltando la situazione innumerevoli volte.
I personaggi sono tutti ben definiti, assumono la loro posizione e il loro ruolo nella vicenda, ognuno è ben definito caratterialmente, e le emozioni sono spesso tenute in considerazione da ambo le parti. L'autore dà molto spazio all'analisi psicologica, cosa che ho apprezzato molto, particolare che si nota anche nei dialoghi. Utilizza inoltre frasi ad effetto, citazioni che ancora oggi ricordo e faccio fatica a non pensare a quanto esse rappresentino la verità. E' impossibile non innamorarsi dei personaggi, così come poi diventa impossibile reggere alle loro storie, al loro pesante e opprimente passato, alle loro spregiudicate azioni, impossibile davvero evitare di piangere in alcuni punti; mi sono meravigliata di me stessa poiché non sono affatto il tipo che si commuove o si dispera facilmente, eppure questo manga arriva dritto al cuore con le sue emozioni. La follia, la disperazione, la determinazione di alcuni personaggi colpiscono particolarmente, contribuendo a creare un'atmosfera cupa, sferzata abbastanza raramente da situazioni scherzose di pura quotidianità. La tensione vive per tutto il corso della vicenda, fino all'ultimo, il capitolo 102 è stato l'epilogo della storia più bella che io abbia mai letto.
Forse non lo avevo fatto perché effettivamente non esistono parole adatte a descriverlo.
Innanzitutto credo che Jun Mochizuki sia uno dei disegnatori migliori di cui abbia mai visto le opere, a tal proposito consiglio anche la sua nuova serie "Vanitas no Carte".
Dal 50esimo capitolo in poi comincia ad intricarsi la trama in maniera assurda e terribilmente avvincente, sconvolge in pratica ogni convinzione che aveva costruito durante il corso del manga, ribaltando la situazione innumerevoli volte.
I personaggi sono tutti ben definiti, assumono la loro posizione e il loro ruolo nella vicenda, ognuno è ben definito caratterialmente, e le emozioni sono spesso tenute in considerazione da ambo le parti. L'autore dà molto spazio all'analisi psicologica, cosa che ho apprezzato molto, particolare che si nota anche nei dialoghi. Utilizza inoltre frasi ad effetto, citazioni che ancora oggi ricordo e faccio fatica a non pensare a quanto esse rappresentino la verità. E' impossibile non innamorarsi dei personaggi, così come poi diventa impossibile reggere alle loro storie, al loro pesante e opprimente passato, alle loro spregiudicate azioni, impossibile davvero evitare di piangere in alcuni punti; mi sono meravigliata di me stessa poiché non sono affatto il tipo che si commuove o si dispera facilmente, eppure questo manga arriva dritto al cuore con le sue emozioni. La follia, la disperazione, la determinazione di alcuni personaggi colpiscono particolarmente, contribuendo a creare un'atmosfera cupa, sferzata abbastanza raramente da situazioni scherzose di pura quotidianità. La tensione vive per tutto il corso della vicenda, fino all'ultimo, il capitolo 102 è stato l'epilogo della storia più bella che io abbia mai letto.
Nel 2006 viene pubblicato sulla rivista GFantasy della Square Enix il primo capitolo di “Pandora Hearts”, manga scritto e illustrato da Jun Mochizuki che terminerà poi nel 2015, per un totale di 104 capitoli e 24 volumi.
Protagonista del fumetto è il futuro duca Oz Vessalius, il quale, il giorno della cerimonia di maturità, viene gettato in Abyss dalle divinità della morte vestite di rosso che lo accusano di un atroce peccato, ovvero la sua stessa esistenza. Nelle profondità dell’abisso, però, incontra Alice il B-Rabbit, un chain con cui stipulerà un contratto che lo aiuterà a tornare nel suo mondo. Una volta riacquistata la libertà, con l’aiuto dei membri dell’organizzazione, Pandora comincerà a cercare i ricordi perduti di Alice e il motivo del suo peccato.
E' difficile descrivere a parole la bellezza di "Pandora Hearts", e altrettanto complicato è individuare dove risieda, esattamente, la sua grandezza. L’opera nata dalla penna e dalla matita della maestra Mochizuki, infatti, presenta molteplici sfaccettature e abbraccia diverse tematiche e argomenti, i quali, tutti insieme, hanno contribuito a renderlo un manga unico nel suo genere. Basti pensare al fatto che sia classificato come shonen: non v’è dubbio che ci siano situazioni tipiche del genere, come combattimenti e spargimenti di sangue considerevoli. Tuttavia, essendo stato concepito dalla mente di una donna, non mancano elementi che lo rendono più adatto alle ragazze che ai ragazzi. Il tema dell’amore, di fatto, è sempre presente, in tutte le sue forme: da quello tra uomo e donna a quello tra zio e nipoti, passando per l’onnipresente affetto fraterno, a volte più puro e innocente, altre più morboso e ossessivo. Non mancheranno, poi, delle hints shonen-ai, in alcuni casi davvero palesi (e questa è l’unica cosa che non mi è mai andata giù, non essendo un’amante del genere). “Pandora Hearts”, dunque, è in grado di regalare una quantità di emozioni non indifferente, senza aver bisogno di un ottimo doppiaggio o ost tristi per commuovere il lettore (questo è stato il primo manga, infatti, a farmi versare lacrime in più di un’occasione).
Ma questo ancora non basta per comprendere l’eccezionalità della storia di Oz e compagni. Uno dei punti forti del manga sta, infatti, nel modo in cui è costruito, nella tecnica narrativa. Dopo il primo volume, le prime parole che vengono in mente al lettore sono “mistero” e “confusione”. Non potrebbe essere altrimenti, dato che rispecchiano perfettamente anche lo stato in cui si trovano i nostri protagonisti all’inizio della loro avventura. Ecco dunque che il lettore, assieme ai personaggi del fumetto, comincia un lungo viaggio nel tentativo di avere risposte ai suoi quesiti. Come chi vive direttamente la vicenda in prima persona, resterà sorpreso dinanzi alle rivelazioni avute volume per volume, allibito di fronte agli innumerevoli colpi di scena presenti in ogni capitolo. A proposito di plot twist, posso affermare con certezza che “Pandora Hearts” ne è la regina incontrastata: pochissimi potranno sembrare ovvi, ma la maggior parte di essi, nonostante indizi disseminati qua e là, non se la sarebbe mai aspettata nessuno. Trovare le risposte giuste è, tra l’altro, un compito ancor più arduo se l’autrice mette nelle nostre mani informazioni che noi abbiamo classificato, senza dubbio alcuno, come “la verità”. Non a caso, qualcuno ha soprannominato Jun “Trollchizuki”: leggete e scoprirete perché.
Insomma, all’inizio sembra che “Pandora Hearts” sia un manga troppo complesso e confusionario, ma arrivati all’ultimo volume, proprio come i personaggi avranno trovato la loro “luce”, anche noi avremo trovato la nostra, dopo aver raccolto tutti i tasselli giusti, scartato quelli falsi, e averli messi al loro posto.
Dunque, ho parlato di come questo manga appaia dall’esterno; ma per quanto riguarda la sostanza, la storia in sé per sé? Più volte, all’interno dell’opera, si legge la definizione “fiaba – o favola – ridicola”. Ecco, il sostantivo non poteva essere più adatto, e nel corso dei capitoli se ne capisce il motivo. Ma anche l’aggettivo, in un certo senso, non è del tutto sprecato. Perché la storia di “Pandora Hearts” non sarebbe niente senza i suoi personaggi. Sono loro che la fanno, con le loro azioni, le loro decisioni. Anche l’origine di tutto, ciò che ha generato il caos che fa da sfondo alle vicende dei nostri protagonisti, non è frutto di un destino ingiusto o crudele, ma delle azioni delle persone, della volontà umana, dei capricci e degli egoismi degli uomini. E' proprio questa la lezione più bella che ho imparato dal manga in questione: siamo noi che decidiamo della nostra vita, non è il fato, non è una forza superiore. Quindi, se mai ti sembrerà che la tua vita non va come vorresti, non è perché “il destino ha deciso così”, ma perché qualcun altro ha manipolato la storia a suo piacimento. Una volta appurata tale situazione, dovrai agire di conseguenza, tessendo con le tue stesse mani la trama della tua vita. Questo è quello che fanno ogni giorni i personaggi di “Pandora Hearts”: lottano per i propri ideali, vanno avanti per capire meglio se stessi, fanno determinate scelte senza lasciare che siano gli altri a decidere per loro o che siano loro a decidere per gli altri, usando il “per qualcun altro” come scusa. Questi due modi pensare sono propri, rispettivamente, di Elliot e Break, che proprio per questo rientrano tra i miei personaggi preferiti. Ma il diritto di continuare a vivere, di raggiungere dei traguardi, di creare legami importanti con altre persone non spetta solo agli esseri umani nel vero senso del termine: anche chi è un chain, o un’eco di qualcun altro, imparerà che il solo fatto di esistere, di possedere un “io”, basta e avanza per poter fare tutto ciò, per avere il diritto di amare ed essere amati. Insomma, tutti i personaggi di “Pandora Hearts” sono semplicemente meravigliosi, e nessuno di essi mancherà di crescere, di maturare, di prendere coscienza di se stesso e di ciò che desidera. L’unico neo in mezzo al mucchio sembrerebbe Alice, la solita tsundere, senza un briciolo di raziocinio o teoria di pensiero. Ma è proprio questo a renderla unica e speciale: Alice è semplicemente spontanea, segue il suo istinto senza pensarci troppo su, non maschera mai le sue emozioni, non nasconde mai i suoi pensieri. Condivido appieno le parole di Oz, che l’ha definita “come il sole”.
Ma la sensei non sbaglia un colpo neanche per quanto riguarda la veste grafica: i disegni, che nei primi capitoli non sembravano un granché, col tempo sono migliorati tantissimo, arrivando ad essere tra i più belli che abbia mai visto. Mochizuki, grazie anche all’aiuto dei suoi valenti assistenti, riesce a rappresentare con dovizia di particolari capelli, vestiti tipici dell’epoca vittoriana, palazzi nobiliari, servizi da té, paesaggi naturali e così via. Ottima anche la regia delle inquadrature, senza dimenticare il modo in cui si passa da una vignetta all’altra: non è mai troppo repentino, ed è capace di rendere al meglio, ad esempio, il tempo che i personaggi si prendono per pensare e rispondere, oppure l’importanza di una certa situazione, prolungandola per più riquadri.
In conclusione, “Pandora Hearts” sembra il manga perfetto, anche se non è esente da difetti: a volte le scene sono un po’ esagerate, con personaggi un po’ troppo disperati o fuori controllo. Tuttavia, a fare da contrappeso, ci sono molte battute e situazioni divertenti più che riuscite. Dunque, grazie ai personaggi che plasmano la storia con le proprie mani, i misteri che incuriosiscono il lettore fino all’ultimo volume, gli eclatanti colpi di scena e i superbi disegni, la “fiaba ridicola” non può che meritarsi un 10.
Protagonista del fumetto è il futuro duca Oz Vessalius, il quale, il giorno della cerimonia di maturità, viene gettato in Abyss dalle divinità della morte vestite di rosso che lo accusano di un atroce peccato, ovvero la sua stessa esistenza. Nelle profondità dell’abisso, però, incontra Alice il B-Rabbit, un chain con cui stipulerà un contratto che lo aiuterà a tornare nel suo mondo. Una volta riacquistata la libertà, con l’aiuto dei membri dell’organizzazione, Pandora comincerà a cercare i ricordi perduti di Alice e il motivo del suo peccato.
E' difficile descrivere a parole la bellezza di "Pandora Hearts", e altrettanto complicato è individuare dove risieda, esattamente, la sua grandezza. L’opera nata dalla penna e dalla matita della maestra Mochizuki, infatti, presenta molteplici sfaccettature e abbraccia diverse tematiche e argomenti, i quali, tutti insieme, hanno contribuito a renderlo un manga unico nel suo genere. Basti pensare al fatto che sia classificato come shonen: non v’è dubbio che ci siano situazioni tipiche del genere, come combattimenti e spargimenti di sangue considerevoli. Tuttavia, essendo stato concepito dalla mente di una donna, non mancano elementi che lo rendono più adatto alle ragazze che ai ragazzi. Il tema dell’amore, di fatto, è sempre presente, in tutte le sue forme: da quello tra uomo e donna a quello tra zio e nipoti, passando per l’onnipresente affetto fraterno, a volte più puro e innocente, altre più morboso e ossessivo. Non mancheranno, poi, delle hints shonen-ai, in alcuni casi davvero palesi (e questa è l’unica cosa che non mi è mai andata giù, non essendo un’amante del genere). “Pandora Hearts”, dunque, è in grado di regalare una quantità di emozioni non indifferente, senza aver bisogno di un ottimo doppiaggio o ost tristi per commuovere il lettore (questo è stato il primo manga, infatti, a farmi versare lacrime in più di un’occasione).
Ma questo ancora non basta per comprendere l’eccezionalità della storia di Oz e compagni. Uno dei punti forti del manga sta, infatti, nel modo in cui è costruito, nella tecnica narrativa. Dopo il primo volume, le prime parole che vengono in mente al lettore sono “mistero” e “confusione”. Non potrebbe essere altrimenti, dato che rispecchiano perfettamente anche lo stato in cui si trovano i nostri protagonisti all’inizio della loro avventura. Ecco dunque che il lettore, assieme ai personaggi del fumetto, comincia un lungo viaggio nel tentativo di avere risposte ai suoi quesiti. Come chi vive direttamente la vicenda in prima persona, resterà sorpreso dinanzi alle rivelazioni avute volume per volume, allibito di fronte agli innumerevoli colpi di scena presenti in ogni capitolo. A proposito di plot twist, posso affermare con certezza che “Pandora Hearts” ne è la regina incontrastata: pochissimi potranno sembrare ovvi, ma la maggior parte di essi, nonostante indizi disseminati qua e là, non se la sarebbe mai aspettata nessuno. Trovare le risposte giuste è, tra l’altro, un compito ancor più arduo se l’autrice mette nelle nostre mani informazioni che noi abbiamo classificato, senza dubbio alcuno, come “la verità”. Non a caso, qualcuno ha soprannominato Jun “Trollchizuki”: leggete e scoprirete perché.
Insomma, all’inizio sembra che “Pandora Hearts” sia un manga troppo complesso e confusionario, ma arrivati all’ultimo volume, proprio come i personaggi avranno trovato la loro “luce”, anche noi avremo trovato la nostra, dopo aver raccolto tutti i tasselli giusti, scartato quelli falsi, e averli messi al loro posto.
Dunque, ho parlato di come questo manga appaia dall’esterno; ma per quanto riguarda la sostanza, la storia in sé per sé? Più volte, all’interno dell’opera, si legge la definizione “fiaba – o favola – ridicola”. Ecco, il sostantivo non poteva essere più adatto, e nel corso dei capitoli se ne capisce il motivo. Ma anche l’aggettivo, in un certo senso, non è del tutto sprecato. Perché la storia di “Pandora Hearts” non sarebbe niente senza i suoi personaggi. Sono loro che la fanno, con le loro azioni, le loro decisioni. Anche l’origine di tutto, ciò che ha generato il caos che fa da sfondo alle vicende dei nostri protagonisti, non è frutto di un destino ingiusto o crudele, ma delle azioni delle persone, della volontà umana, dei capricci e degli egoismi degli uomini. E' proprio questa la lezione più bella che ho imparato dal manga in questione: siamo noi che decidiamo della nostra vita, non è il fato, non è una forza superiore. Quindi, se mai ti sembrerà che la tua vita non va come vorresti, non è perché “il destino ha deciso così”, ma perché qualcun altro ha manipolato la storia a suo piacimento. Una volta appurata tale situazione, dovrai agire di conseguenza, tessendo con le tue stesse mani la trama della tua vita. Questo è quello che fanno ogni giorni i personaggi di “Pandora Hearts”: lottano per i propri ideali, vanno avanti per capire meglio se stessi, fanno determinate scelte senza lasciare che siano gli altri a decidere per loro o che siano loro a decidere per gli altri, usando il “per qualcun altro” come scusa. Questi due modi pensare sono propri, rispettivamente, di Elliot e Break, che proprio per questo rientrano tra i miei personaggi preferiti. Ma il diritto di continuare a vivere, di raggiungere dei traguardi, di creare legami importanti con altre persone non spetta solo agli esseri umani nel vero senso del termine: anche chi è un chain, o un’eco di qualcun altro, imparerà che il solo fatto di esistere, di possedere un “io”, basta e avanza per poter fare tutto ciò, per avere il diritto di amare ed essere amati. Insomma, tutti i personaggi di “Pandora Hearts” sono semplicemente meravigliosi, e nessuno di essi mancherà di crescere, di maturare, di prendere coscienza di se stesso e di ciò che desidera. L’unico neo in mezzo al mucchio sembrerebbe Alice, la solita tsundere, senza un briciolo di raziocinio o teoria di pensiero. Ma è proprio questo a renderla unica e speciale: Alice è semplicemente spontanea, segue il suo istinto senza pensarci troppo su, non maschera mai le sue emozioni, non nasconde mai i suoi pensieri. Condivido appieno le parole di Oz, che l’ha definita “come il sole”.
Ma la sensei non sbaglia un colpo neanche per quanto riguarda la veste grafica: i disegni, che nei primi capitoli non sembravano un granché, col tempo sono migliorati tantissimo, arrivando ad essere tra i più belli che abbia mai visto. Mochizuki, grazie anche all’aiuto dei suoi valenti assistenti, riesce a rappresentare con dovizia di particolari capelli, vestiti tipici dell’epoca vittoriana, palazzi nobiliari, servizi da té, paesaggi naturali e così via. Ottima anche la regia delle inquadrature, senza dimenticare il modo in cui si passa da una vignetta all’altra: non è mai troppo repentino, ed è capace di rendere al meglio, ad esempio, il tempo che i personaggi si prendono per pensare e rispondere, oppure l’importanza di una certa situazione, prolungandola per più riquadri.
In conclusione, “Pandora Hearts” sembra il manga perfetto, anche se non è esente da difetti: a volte le scene sono un po’ esagerate, con personaggi un po’ troppo disperati o fuori controllo. Tuttavia, a fare da contrappeso, ci sono molte battute e situazioni divertenti più che riuscite. Dunque, grazie ai personaggi che plasmano la storia con le proprie mani, i misteri che incuriosiscono il lettore fino all’ultimo volume, gli eclatanti colpi di scena e i superbi disegni, la “fiaba ridicola” non può che meritarsi un 10.
"Pandora Hearts" è uno shonen che manca di tutti i difetti che uno shonen spesso ha. I manga per ragazzi rischiano spesso di cadere nei soliti difetti: trame fin troppo lineari, combattimenti a valanghe tanto frequenti da necessitare di infiniti power up per risvegliare l'interesse, troppi personaggi e troppo poco approfonditi.
Se ci sono invece delle cose che caratterizzano "Pandora Hearts" sono l'equilibrio e la trama ricca.
Partiamo dal punto che per alcuni è una nota dolente ma per me è segno di una grande maestria nella gestione dell'intreccio e dei personaggi: un racconto fitto di avvenimenti, colpi di scena, misteri, una densità di informazioni e storie pazzesca. Chi pensa che Mochizuki non sappia dove andare a parare non sa che in realtà non ha semplicemente rivelato dove voglia andare a parare. Il terreno viene preparato a lungo e la costruzione è graduale ma arrivati in fondo è tutto chiaro. "Pandora Hearts" non si lascia leggere da un lettore disattento che non fa caso ai dettagli: ogni dettaglio è importante, ogni frase ha un rimando, la trama si svela poco alla volta. Il tutto senza mai scadere nell'eccesso: spesso gli autori nel tentativo di stupire lo spettatore o complicare l'intreccio commettono forzature, scivoloni, incoerenze, ma non qui. I colpi di scena sono giustificati e spiegati e si incastrano bene in una storia pianificata con cura e attenzione. I personaggi sono tutti irrinunciabili, caratterizzati e importanti, non ci sono comparse. Anzi i personaggi sono forse il nocciolo e la forza motrice di questo manga. "Pandora Hearts" per certi versi è una grande storia d'amore, amore per un amico, un fratello, per una persona più piccola da proteggere, per un'innamorato, e soprattutto per se stessi. Tutti vittime di un egoismo passionale, spesso alla ricerca di una propria identità, riescono a riconoscere se stessi solo mettendosi in rapporto con l'altro. I personaggi vivono relazioni forti e intense che li portano a stravolgere tutto ciò che li circonda per persone che amano e non sopportano di perdere. Amori che spesso sfociano nella distruzione e nell'autodistruzione. Non ci sono personaggi completamente virtuosi o completamente corrotti, ogni sorriso nasconde un sentimento cupo, ogni orrore commesso nasconde un desiderio disperato. In un qualche senso non esistono buoni e cattivi, solo desideri e obiettivi diversi. Non bisogna commettere l'errore di etichettare qualcuno, perché tutti hanno molto di più da raccontare.
E nonostante la passionalità, l'intensità e i ritmi scanditi, Pandora Hearts riesce sempre a mantenere il suo equilibrio: tanti personaggi ma tutti caratterizzati bene e mai di troppo, tanti poteri ma sempre spiegati e perfettamente realistici e misurati nel loro contesto; le regole vengono stabilite e non vengono infrante, non ci sono contraddizioni. Il tutto culmina in una sorta di struttura circolare: il finale non cerca lo stupore e la sensazionalità a tutti i costi, ma è il ristabilimento dell'ordine, lo scioglimento di tutti i nodi, la conclusione naturale e razionale della storia, l'ultima pennellata di un quadro complesso dalle mille sfumature e movimenti ma dalla straordinaria armonia.
<b>[ATTENZIONE! SPOILER!]</b>
L'unico neo nel finale e' l'assenza di una spiegazione al ritorno di Oz e Alice da Abyss: un paio di pagine che fornissero qualche dettaglio in più sul perché e sul come non avrebbero guastato. O in alternativa si sarebbe potuto eliminare il loro ritorno optando per un finale ancora più malinconico.
Se ci sono invece delle cose che caratterizzano "Pandora Hearts" sono l'equilibrio e la trama ricca.
Partiamo dal punto che per alcuni è una nota dolente ma per me è segno di una grande maestria nella gestione dell'intreccio e dei personaggi: un racconto fitto di avvenimenti, colpi di scena, misteri, una densità di informazioni e storie pazzesca. Chi pensa che Mochizuki non sappia dove andare a parare non sa che in realtà non ha semplicemente rivelato dove voglia andare a parare. Il terreno viene preparato a lungo e la costruzione è graduale ma arrivati in fondo è tutto chiaro. "Pandora Hearts" non si lascia leggere da un lettore disattento che non fa caso ai dettagli: ogni dettaglio è importante, ogni frase ha un rimando, la trama si svela poco alla volta. Il tutto senza mai scadere nell'eccesso: spesso gli autori nel tentativo di stupire lo spettatore o complicare l'intreccio commettono forzature, scivoloni, incoerenze, ma non qui. I colpi di scena sono giustificati e spiegati e si incastrano bene in una storia pianificata con cura e attenzione. I personaggi sono tutti irrinunciabili, caratterizzati e importanti, non ci sono comparse. Anzi i personaggi sono forse il nocciolo e la forza motrice di questo manga. "Pandora Hearts" per certi versi è una grande storia d'amore, amore per un amico, un fratello, per una persona più piccola da proteggere, per un'innamorato, e soprattutto per se stessi. Tutti vittime di un egoismo passionale, spesso alla ricerca di una propria identità, riescono a riconoscere se stessi solo mettendosi in rapporto con l'altro. I personaggi vivono relazioni forti e intense che li portano a stravolgere tutto ciò che li circonda per persone che amano e non sopportano di perdere. Amori che spesso sfociano nella distruzione e nell'autodistruzione. Non ci sono personaggi completamente virtuosi o completamente corrotti, ogni sorriso nasconde un sentimento cupo, ogni orrore commesso nasconde un desiderio disperato. In un qualche senso non esistono buoni e cattivi, solo desideri e obiettivi diversi. Non bisogna commettere l'errore di etichettare qualcuno, perché tutti hanno molto di più da raccontare.
E nonostante la passionalità, l'intensità e i ritmi scanditi, Pandora Hearts riesce sempre a mantenere il suo equilibrio: tanti personaggi ma tutti caratterizzati bene e mai di troppo, tanti poteri ma sempre spiegati e perfettamente realistici e misurati nel loro contesto; le regole vengono stabilite e non vengono infrante, non ci sono contraddizioni. Il tutto culmina in una sorta di struttura circolare: il finale non cerca lo stupore e la sensazionalità a tutti i costi, ma è il ristabilimento dell'ordine, lo scioglimento di tutti i nodi, la conclusione naturale e razionale della storia, l'ultima pennellata di un quadro complesso dalle mille sfumature e movimenti ma dalla straordinaria armonia.
<b>[ATTENZIONE! SPOILER!]</b>
L'unico neo nel finale e' l'assenza di una spiegazione al ritorno di Oz e Alice da Abyss: un paio di pagine che fornissero qualche dettaglio in più sul perché e sul come non avrebbero guastato. O in alternativa si sarebbe potuto eliminare il loro ritorno optando per un finale ancora più malinconico.
"Però, adesso, vorrei svolgere un profondo lavoro di ricerca su me stesso."
Il cuore di Pandora Hearts, seppur multiforme, variopinto, ramificato ed incredibilmente guizzante, è identificabile, di fatto, nella ricerca interiore; Pandora Hearts è una storia mossa interamente dai suoi protagonisti, raccontata dal percorso individuale di ciascuno di essi, dal suo farsi tortuoso ed intrecciato con le strade intraprese dagli altri personaggi, e sorretta da concetti, complessi, emozioni, che ciascuna figura abitante le pagine del manga di Jun Mochizuki ha il disperato bisogno di comunicare. Volendo utilizzare un'altra frase tutto sommato limitante, ma comunque significativa, si può dire che Pandora Hearts sia proprio i suoi personaggi.
Certo, mettendola così, ci sarebbe da ritenere che il topos di PH vada a rifarsi, come accade in moltissimi altri casi, all'idea più intima ed antica di racconto, di storia narrata: appunto, la ricerca. Ed è assolutamente, profondamente, magnificamente così: Pandora Hearts è una stupenda, poliedrica e commovente lettera d'amore indirizzata ad ogni storia, e che nel suo svilupparsi dimostra tutta la sua unicità, facendosi proprietaria e portatrice di infinita, travolgente bellezza.
Oz, giovane rampollo della nobile casata dei Vessalius, si avvia a compiere quindici anni, occasione in concomitanza della quale dovrà svolgere una cerimonia di maturità dai toni in apparenza puramente formali; nel corso della stessa, tuttavia, viene attaccato da misteriose figure in rosso, i Baskerville, che, condannato il ragazzo per il peccato, netto e sfocato ad un tempo, del suo semplice esistere, lo relegano nell'inquietante e caotica dimensione di Abyss. Qui, Oz si imbatterà in Alice: lei è un Chain - così vengono chiamate le creature che si aggirano in Abyss -, non ha un solo ricordo del suo passato, ed è bloccata lì. Entrambi desiderano fuggire, ma per aprire un varco che conduca fuori, è necessario che Alice liberi i suoi poteri, inibiti, purché non stringa un patto con un essere umano. I due stipulano dunque un contratto e, lasciato Abyss, si avviano insieme, accompagnati da un cast di personaggi che crescerà gradualmente, alla cerca di risposte, Alice sul proprio passato, ed Oz sul peccato di cui è accusato.
Quella di Pandora Hearts è una trama che, almeno inizialmente, offre pochissime informazioni chiare, e confonde facilmente chiunque presti poca attenzione in corso di lettura: a prima vista si potrebbe pensare che la narrazione sia imperfetta e confusionaria, ma non è affatto così. Si percepisce sin da subito la presenza, dietro le quinte, di un disegno complesso e gigantesco, il cui sviluppo si intuisce sempre più con ogni minuscolo tassello che viene sapientemente piazzato dalla Mochizuki, capitolo dopo capitolo, assieme a nuove, martellanti domande. Il lettore capace di lasciarsi trascinare dalla promettente ed onirica atmosfera di mistero che permea la prima metà del manga sarà infatti ricompensato da un'accelerazione esplosiva dell'intreccio nelle fasi più avanzate dell'opera, caratterizzata da uno svolgimento terribilmente avvincente, ricchissimo di allucinanti capovolgimenti e bombardato di momenti dalla devastante potenza emotiva, mentre tutti i nodi vengono al pettine, sfoggiando un mosaico pressoché perfetto.
Ma non corriamo troppo, perché Jun Mochizuki ha saputo giocare le sue carte con esattezza, intelligenza e sensibilità, schierando sin dalle primissime battute, in connubio con un tratto inizialmente nella media e destinato a maturare in una festa di character design, abiti elaboratissimi ed iperespressività, nonché con una gestione delle tavole e delle inquadrature (tantissime le doppie pagine degne di essere incorniciate) sempre suggestiva ed avviluppante, personaggi incredibilmente belli, sfaccettati, interessanti, profondi, ma soprattutto, ed è qui che sta la massima forza dell'opera, spontanei in modo quasi spaventoso; perché in Pandora Hearts sembra non esistano escamotage, non si sente minimamente la presenza di espedienti: i dialoghi e le scene straripano di dettagli, piccole cose, parole e frasi che, sempre con notevole impatto, possono essere gravi e tristi, allegre e spensierate, malinconiche, affettuose, buttate lì, in un balloon in un angolino di una qualche vignetta, e destinate a tornare in modo sotteso, quasi ovvio e naturale, nelle azioni e nei comportamenti di questo o quel personaggio; Pandora Hearts non è un manga propriamente filosofico, ma i suoi personaggi riescono ad esserlo, semplicemente in quanto individui la cui personalità sorprendentemente profonda ed unica si svela ogni volta in aspetti spesso spiazzanti, eppure così maledettamente appropriati, così calzanti, convincenti, veri, che anche una scenetta comica non ha difficoltà a portare il lettore alla commozione; semplicemente da applausi la capacità della Mochizuki di rendere ogni figura del proprio cast leggibile, eppure sempre velata di umano, naturale ed intrigante mistero, semplicemente con l'uso di espressioni e linguaggio del corpo immensamente comunicativi, scambi di battute potenti ed edificanti, o magari anche sfoghi che sì, a volte potrebbero sembrare verbosi in quanto spesso espositivi di questo o quel complesso psicologico, ma che travolgono, perché sono appunto la manifestazione liberatoria dei sentimenti che ogni personaggio desidera con tutto il cuore che le persone a cui tiene recepiscano: è un egoismo emotivo fiero e libero, quello di Pandora Hearts, che viene man mano spogliato di ogni implicazione patologica e fluisce inarrestabile, bellissimo, lasciandosi del tutto andare nel tripudio di gesti affettuosi - tanti, tantissimi abbracci - che riempiono l'ultimo quarto dell'avventura.
A sostegno di tutto questo c'è anche una geniale metafisica fantasy incredibilmente riuscita, da identificare in tutto ciò che rappresenta Abyss all'interno del contesto narrativo: il lettore viene letteralmente educato dalla Mochizuki ad adattare il proprio approccio agli elementi fantastici dell'opera in accordo con essi, in modo da essere in grado di comprendere ed accettare, una volta che le rivelazioni iniziano ad impilarsi una sopra l'altra, concetti come la creazione di un'anima o una peculiare divisione in vari piani di esistenza, che risultano infine suggestivi ed appassionanti, lasciando in conclusione, pur chiudendo il cerchio, il giusto dubbio oltre il quale nessun essere umano, pur nella condizione di personaggio di finzione, potrebbe spingersi. Encomiabile.
Imprescindibile anche un cenno sul finale dell'opera, che in linea con tutto il resto del manga riesce a risultare perfettamente coerente nel suo essere contraddittoriamente naturalissimo ma sorprendente: una conclusione che si cala tranquilla come un sipario per quanto concerne lo svolgimento dei fatti, ma coronata da inattese, soddisfacenti e toccanti scoperte psicologiche per non pochi membri del cast, rese immensamente più potenti da una serie di tavole a dir poco stupefacenti per idee, disegno e disposizione.
L'unico, vero problema dell'opera risiede forse nel setting e nelle ambientazioni che, per quanto in precisi contesti della storia rivendichino la loro capitale importanza, potevano essere sfruttate meglio: in generale si viene a sapere molto poco sul mondo in cui vivono Oz ed i suoi compagni, e gli sfondi, tolte alcune, significative eccezioni, sono sovente inconsistenti o assenti, come se tutto si svolgesse in un mondo distaccato ed "altro"; se da una parte ciò è giustificato dal carattere profondamente intimistico dell'opera, è indubbio che la carne al fuoco non mancasse, e che da questo punto di vista si sarebbe potuto fare anche solo un pochino di più.
Ecco, in chiusura, una nota personale che per il sottoscritto risulta necessaria, a costo di apparire inappropriata: Pandora Hearts è per me stato una rivoluzione, e contemporaneamente ha rappresentato quel che per lungo tempo ho cercato. Sarà per il fatto che, per un caso che fatico a definire tale, mi ha accompagnato nel periodo della mia vita in cui ho potuto viverlo di più, e trarne veramente tanto, così tanto che non mi sento capace di contenerlo, e per via della massiccia presenza di concetti presenti nell'opera, immaginifici o verbali, nella forma e nel contenuto, che sembravano essere lì per essere rivolti esattamente a me. Senza dubbio, per altri lettori non sarà una lettura altrettanto significativa, e sicuramente parte di ciò che a PH ho attribuito in questo testo ad alcuni potrebbe apparire eccessivo e pretenzioso. Nondimeno, non smetterò mai di credere che Pandora Hearts sia una lettura importante e bellissima, consigliata senza riserve a chiunque.
Il cuore di Pandora Hearts, seppur multiforme, variopinto, ramificato ed incredibilmente guizzante, è identificabile, di fatto, nella ricerca interiore; Pandora Hearts è una storia mossa interamente dai suoi protagonisti, raccontata dal percorso individuale di ciascuno di essi, dal suo farsi tortuoso ed intrecciato con le strade intraprese dagli altri personaggi, e sorretta da concetti, complessi, emozioni, che ciascuna figura abitante le pagine del manga di Jun Mochizuki ha il disperato bisogno di comunicare. Volendo utilizzare un'altra frase tutto sommato limitante, ma comunque significativa, si può dire che Pandora Hearts sia proprio i suoi personaggi.
Certo, mettendola così, ci sarebbe da ritenere che il topos di PH vada a rifarsi, come accade in moltissimi altri casi, all'idea più intima ed antica di racconto, di storia narrata: appunto, la ricerca. Ed è assolutamente, profondamente, magnificamente così: Pandora Hearts è una stupenda, poliedrica e commovente lettera d'amore indirizzata ad ogni storia, e che nel suo svilupparsi dimostra tutta la sua unicità, facendosi proprietaria e portatrice di infinita, travolgente bellezza.
Oz, giovane rampollo della nobile casata dei Vessalius, si avvia a compiere quindici anni, occasione in concomitanza della quale dovrà svolgere una cerimonia di maturità dai toni in apparenza puramente formali; nel corso della stessa, tuttavia, viene attaccato da misteriose figure in rosso, i Baskerville, che, condannato il ragazzo per il peccato, netto e sfocato ad un tempo, del suo semplice esistere, lo relegano nell'inquietante e caotica dimensione di Abyss. Qui, Oz si imbatterà in Alice: lei è un Chain - così vengono chiamate le creature che si aggirano in Abyss -, non ha un solo ricordo del suo passato, ed è bloccata lì. Entrambi desiderano fuggire, ma per aprire un varco che conduca fuori, è necessario che Alice liberi i suoi poteri, inibiti, purché non stringa un patto con un essere umano. I due stipulano dunque un contratto e, lasciato Abyss, si avviano insieme, accompagnati da un cast di personaggi che crescerà gradualmente, alla cerca di risposte, Alice sul proprio passato, ed Oz sul peccato di cui è accusato.
Quella di Pandora Hearts è una trama che, almeno inizialmente, offre pochissime informazioni chiare, e confonde facilmente chiunque presti poca attenzione in corso di lettura: a prima vista si potrebbe pensare che la narrazione sia imperfetta e confusionaria, ma non è affatto così. Si percepisce sin da subito la presenza, dietro le quinte, di un disegno complesso e gigantesco, il cui sviluppo si intuisce sempre più con ogni minuscolo tassello che viene sapientemente piazzato dalla Mochizuki, capitolo dopo capitolo, assieme a nuove, martellanti domande. Il lettore capace di lasciarsi trascinare dalla promettente ed onirica atmosfera di mistero che permea la prima metà del manga sarà infatti ricompensato da un'accelerazione esplosiva dell'intreccio nelle fasi più avanzate dell'opera, caratterizzata da uno svolgimento terribilmente avvincente, ricchissimo di allucinanti capovolgimenti e bombardato di momenti dalla devastante potenza emotiva, mentre tutti i nodi vengono al pettine, sfoggiando un mosaico pressoché perfetto.
Ma non corriamo troppo, perché Jun Mochizuki ha saputo giocare le sue carte con esattezza, intelligenza e sensibilità, schierando sin dalle primissime battute, in connubio con un tratto inizialmente nella media e destinato a maturare in una festa di character design, abiti elaboratissimi ed iperespressività, nonché con una gestione delle tavole e delle inquadrature (tantissime le doppie pagine degne di essere incorniciate) sempre suggestiva ed avviluppante, personaggi incredibilmente belli, sfaccettati, interessanti, profondi, ma soprattutto, ed è qui che sta la massima forza dell'opera, spontanei in modo quasi spaventoso; perché in Pandora Hearts sembra non esistano escamotage, non si sente minimamente la presenza di espedienti: i dialoghi e le scene straripano di dettagli, piccole cose, parole e frasi che, sempre con notevole impatto, possono essere gravi e tristi, allegre e spensierate, malinconiche, affettuose, buttate lì, in un balloon in un angolino di una qualche vignetta, e destinate a tornare in modo sotteso, quasi ovvio e naturale, nelle azioni e nei comportamenti di questo o quel personaggio; Pandora Hearts non è un manga propriamente filosofico, ma i suoi personaggi riescono ad esserlo, semplicemente in quanto individui la cui personalità sorprendentemente profonda ed unica si svela ogni volta in aspetti spesso spiazzanti, eppure così maledettamente appropriati, così calzanti, convincenti, veri, che anche una scenetta comica non ha difficoltà a portare il lettore alla commozione; semplicemente da applausi la capacità della Mochizuki di rendere ogni figura del proprio cast leggibile, eppure sempre velata di umano, naturale ed intrigante mistero, semplicemente con l'uso di espressioni e linguaggio del corpo immensamente comunicativi, scambi di battute potenti ed edificanti, o magari anche sfoghi che sì, a volte potrebbero sembrare verbosi in quanto spesso espositivi di questo o quel complesso psicologico, ma che travolgono, perché sono appunto la manifestazione liberatoria dei sentimenti che ogni personaggio desidera con tutto il cuore che le persone a cui tiene recepiscano: è un egoismo emotivo fiero e libero, quello di Pandora Hearts, che viene man mano spogliato di ogni implicazione patologica e fluisce inarrestabile, bellissimo, lasciandosi del tutto andare nel tripudio di gesti affettuosi - tanti, tantissimi abbracci - che riempiono l'ultimo quarto dell'avventura.
A sostegno di tutto questo c'è anche una geniale metafisica fantasy incredibilmente riuscita, da identificare in tutto ciò che rappresenta Abyss all'interno del contesto narrativo: il lettore viene letteralmente educato dalla Mochizuki ad adattare il proprio approccio agli elementi fantastici dell'opera in accordo con essi, in modo da essere in grado di comprendere ed accettare, una volta che le rivelazioni iniziano ad impilarsi una sopra l'altra, concetti come la creazione di un'anima o una peculiare divisione in vari piani di esistenza, che risultano infine suggestivi ed appassionanti, lasciando in conclusione, pur chiudendo il cerchio, il giusto dubbio oltre il quale nessun essere umano, pur nella condizione di personaggio di finzione, potrebbe spingersi. Encomiabile.
Imprescindibile anche un cenno sul finale dell'opera, che in linea con tutto il resto del manga riesce a risultare perfettamente coerente nel suo essere contraddittoriamente naturalissimo ma sorprendente: una conclusione che si cala tranquilla come un sipario per quanto concerne lo svolgimento dei fatti, ma coronata da inattese, soddisfacenti e toccanti scoperte psicologiche per non pochi membri del cast, rese immensamente più potenti da una serie di tavole a dir poco stupefacenti per idee, disegno e disposizione.
L'unico, vero problema dell'opera risiede forse nel setting e nelle ambientazioni che, per quanto in precisi contesti della storia rivendichino la loro capitale importanza, potevano essere sfruttate meglio: in generale si viene a sapere molto poco sul mondo in cui vivono Oz ed i suoi compagni, e gli sfondi, tolte alcune, significative eccezioni, sono sovente inconsistenti o assenti, come se tutto si svolgesse in un mondo distaccato ed "altro"; se da una parte ciò è giustificato dal carattere profondamente intimistico dell'opera, è indubbio che la carne al fuoco non mancasse, e che da questo punto di vista si sarebbe potuto fare anche solo un pochino di più.
Ecco, in chiusura, una nota personale che per il sottoscritto risulta necessaria, a costo di apparire inappropriata: Pandora Hearts è per me stato una rivoluzione, e contemporaneamente ha rappresentato quel che per lungo tempo ho cercato. Sarà per il fatto che, per un caso che fatico a definire tale, mi ha accompagnato nel periodo della mia vita in cui ho potuto viverlo di più, e trarne veramente tanto, così tanto che non mi sento capace di contenerlo, e per via della massiccia presenza di concetti presenti nell'opera, immaginifici o verbali, nella forma e nel contenuto, che sembravano essere lì per essere rivolti esattamente a me. Senza dubbio, per altri lettori non sarà una lettura altrettanto significativa, e sicuramente parte di ciò che a PH ho attribuito in questo testo ad alcuni potrebbe apparire eccessivo e pretenzioso. Nondimeno, non smetterò mai di credere che Pandora Hearts sia una lettura importante e bellissima, consigliata senza riserve a chiunque.
"Padora Hearts" è un manga del 2006 dell'artista giapponese Jun Mochizuki.
La vicenda ruota attorno a Oz Vessalius, giovane rampollo di una delle quattro grandi famiglie ducali, il quale durante la cerimonia per il passaggio alla maggiore età vedrà comparire delle misteriose figure incappucciate, che lo getteranno in "Abyss", una dimensione oscura e inquietante. Qui conoscerà Alice, che lo aiuterà a tornare al mondo reale, dove però nel frattempo sono passati dieci anni. Da questo momento inizia la ricerca di Oz per scoprire la verità su Abyss e sul suo passato.
Già dalla lettura del primo volume, si colgono i pilastri su cui quest'opera si regge: fittissima presenza di misteri; enorme mole di personaggi; abbondanza di colpi di scena; umorismo che alleggerisce la tensione; momenti di riflessione più profonda.
Ebbene, quello che bisogna capire di "Pandora Hearts" è che per leggerlo ci vuole pazienza. Pazienza, non perché la storia sia noiosa - al contrario - ma perché le verità vengono fuori in maniera "irregolare": per molti volumi vengono distillate pazientemente, fino a raggiungere dei climax che hanno il sapore di un fiume in piena. Questo può a volte disorientare il lettore, che deve essere concentrato e "sul pezzo" o rischia di perdersi degli snodi fondamentali nella trama.
Tuttavia, se la pazienza non vi manca, il gioco varrà la candela: la storia non è mai banale e gli sviluppi danno vita ad un intrigo che è impossibile comprendere fin dall'inizio. Pensate ad un puzzle, o meglio ancora ad un mosaico: se avrete la tenacia di mettere al suo posto ogni singolo tassello, il risultato finale sarà spettacolare.
Questo anche perché una trama di per sé ottima e supportata da personaggi altrettanto solidi. Non vi fate ingannare: anche il character apparentemente più scialbo non è affatto sciocco come sembra e persino quella che può apparirvi come un'inutile comparsa ha un ruolo fondamentale nella storia. Possiamo dire che uno dei meriti principali che l'autrice ha è quello di costruire dei personaggi "veri", non delle macchiette, nessuno dei quali è inutile o superfluo. E difatti, molti saranno i momenti intervallati da simpatici siparietti tra i protagonisti o dalle loro riflessioni. Con riferimento a queste ultime, a volte si cade nello smielato, ma complessivamente sono ben fatte: la potenza emotiva è notevole.
Quanto al disegno, lo stile di un mangaka è molto soggettivo, ma mi pare di poter dire senza tema di smentita che il livello è molto alto. Sono doverosi però due appunti:
1) Quando ad esprimersi è un solo personaggio (quindi è l'unico a comparire sulla tavola), può risultare a volte difficile capire di chi si tratti. Credo che l'autrice, in questi casi, dovrebbe sottolinearne meglio i particolari, onde evitare confusione;
2) L'assenza di balloon o di punte nel balloon può far risultare a volte ostico l'individuazione del parlante.
Bella, infine, l'edizione Star Comics, che come al solito si caratterizza per un buon rapporto qualità-prezzo ed un eccellente lavoro di traduzione. Peccato che molte pagine a colori siano in bianco e nero.
Concludendo, se siete alla ricerca di un manga ricco di colpi di scena, ma anche impegnativo e profondo (in questo secondo aspetto, molto femminile), "Pandora Hearts" rappresenta certamente uno dei migliori prodotti sul mercato. Leggetelo e non ve ne pentirete.
La vicenda ruota attorno a Oz Vessalius, giovane rampollo di una delle quattro grandi famiglie ducali, il quale durante la cerimonia per il passaggio alla maggiore età vedrà comparire delle misteriose figure incappucciate, che lo getteranno in "Abyss", una dimensione oscura e inquietante. Qui conoscerà Alice, che lo aiuterà a tornare al mondo reale, dove però nel frattempo sono passati dieci anni. Da questo momento inizia la ricerca di Oz per scoprire la verità su Abyss e sul suo passato.
Già dalla lettura del primo volume, si colgono i pilastri su cui quest'opera si regge: fittissima presenza di misteri; enorme mole di personaggi; abbondanza di colpi di scena; umorismo che alleggerisce la tensione; momenti di riflessione più profonda.
Ebbene, quello che bisogna capire di "Pandora Hearts" è che per leggerlo ci vuole pazienza. Pazienza, non perché la storia sia noiosa - al contrario - ma perché le verità vengono fuori in maniera "irregolare": per molti volumi vengono distillate pazientemente, fino a raggiungere dei climax che hanno il sapore di un fiume in piena. Questo può a volte disorientare il lettore, che deve essere concentrato e "sul pezzo" o rischia di perdersi degli snodi fondamentali nella trama.
Tuttavia, se la pazienza non vi manca, il gioco varrà la candela: la storia non è mai banale e gli sviluppi danno vita ad un intrigo che è impossibile comprendere fin dall'inizio. Pensate ad un puzzle, o meglio ancora ad un mosaico: se avrete la tenacia di mettere al suo posto ogni singolo tassello, il risultato finale sarà spettacolare.
Questo anche perché una trama di per sé ottima e supportata da personaggi altrettanto solidi. Non vi fate ingannare: anche il character apparentemente più scialbo non è affatto sciocco come sembra e persino quella che può apparirvi come un'inutile comparsa ha un ruolo fondamentale nella storia. Possiamo dire che uno dei meriti principali che l'autrice ha è quello di costruire dei personaggi "veri", non delle macchiette, nessuno dei quali è inutile o superfluo. E difatti, molti saranno i momenti intervallati da simpatici siparietti tra i protagonisti o dalle loro riflessioni. Con riferimento a queste ultime, a volte si cade nello smielato, ma complessivamente sono ben fatte: la potenza emotiva è notevole.
Quanto al disegno, lo stile di un mangaka è molto soggettivo, ma mi pare di poter dire senza tema di smentita che il livello è molto alto. Sono doverosi però due appunti:
1) Quando ad esprimersi è un solo personaggio (quindi è l'unico a comparire sulla tavola), può risultare a volte difficile capire di chi si tratti. Credo che l'autrice, in questi casi, dovrebbe sottolinearne meglio i particolari, onde evitare confusione;
2) L'assenza di balloon o di punte nel balloon può far risultare a volte ostico l'individuazione del parlante.
Bella, infine, l'edizione Star Comics, che come al solito si caratterizza per un buon rapporto qualità-prezzo ed un eccellente lavoro di traduzione. Peccato che molte pagine a colori siano in bianco e nero.
Concludendo, se siete alla ricerca di un manga ricco di colpi di scena, ma anche impegnativo e profondo (in questo secondo aspetto, molto femminile), "Pandora Hearts" rappresenta certamente uno dei migliori prodotti sul mercato. Leggetelo e non ve ne pentirete.
Pandora Hearts è una delle prove che ogni opera andrebbe letta fino alla fine prima di essere giudicata.
Molta gente ha abbandonato la lettura a metà strada, in parte anche comprensibilmente: l'enorme mole di personaggi, e la complicata rete di relazioni tra gli stessi, unite a una generale mancanza di chiarezza nell'esposizione formano un cocktail micidiale che rischia facilmente di spazientire anche i lettori più pazienti, dando l'impressione che neppure l'autrice sappia di preciso dove voler andare a parare. Questa recensione mira in primo luogo a rassicurare su questo: non temete, in realtà l'autrice sa benissimo dove andare a parare, col senno di poi si può affermare con sicurezza che l'intera storia è ben chiara nella sua mente fin dall'inizio, nei minimi particolari... bisogna solo avere pazienza e presto (oddio, non proprio tanto presto!) tutto vi sarà chiaro.
Per capire se questo titolo farà per voi, provate a leggere i primi due volumi: a livello qualitativo possono essere considerati come un "condensato" di ciò che vi attende nel resto dell'opera: un iniziale puzzle apparentemente inestricabile di personaggi, eventi e situazioni confuse, perfettamente ricomposto in grande stile da un singolo colpo di scena finale. Purtroppo dopo il suddetto colpo di scena bisognerà attendere almeno fino al quattordicesimo volume prima di averne un altro di uguale tenore, fino ad allora il manga sarà costituito per lo più da un susseguirsi di introduzioni di nuovi personaggi, informazioni, domande irrisolte, misteri e flashback che potrebbero mettere a dura prova la vostra capacità di gestione; il problema risiede, più che nella quantità di materiale in sé, nel modo confusionario in cui viene esposto: le informazioni più importanti a livello di trama raramente vengono date in maniera chiara ed esplicita, ma per lo più lasciate intendere o nominate di sfuggita, e non c'è alcun momento in cui ci si fermi a fare "il punto della situazione"; a creare altra confusione il brutto vizio di riempire molte vignette di balloon senza punta (e a volte anche senza balloon!) al punto che spesso non si riesce a capire chi stia dicendo una determinata cosa.
Ma se riuscirete a resistere per tutto il tempo necessario, sarete abbondantemente ricompensati; i volumi 17, 18 e 19 (quelli in cui la vicenda raggiunge il climax) sono semplicemente la perfezione fatta manga per la maestria con cui, uno dopo l'altro, tutti i pezzi del puzzle iniziano a incastrarsi tra loro senza lasciare alcun dettaglio in sospeso.
Il secondo grande punto di forza di questo manga sono i personaggi: nonostante il loro numero sono tutti caratterizzati con una profondità sorprendente per uno shonen, e presto o tardi tutti troveranno il loro posto nella vicenda; anzi a volte è proprio quando si inizia a pensare che un certo personaggio sia stato dimenticato per strada, che tale personaggio entrerà prepotentemente in scena mostrando il suo valore.
Un paio di parole meritano di essere spese anche sul gran valore estetico dei disegni, dove ad eccellere sono sicuramente le espressioni dei personaggi e l'incredibile cura nella realizzazione del vestiario.
In definitiva, Pandora Hears è senza dubbio uno dei titoli migliori del suo genere, che ci ricordano che shonen non significa solo "storie" banali e interminabili piene di filler e di stereotipi, ma anche trame ben pensate in cui tutto ha uno scopo e nulla è lasciato al caso.
Molta gente ha abbandonato la lettura a metà strada, in parte anche comprensibilmente: l'enorme mole di personaggi, e la complicata rete di relazioni tra gli stessi, unite a una generale mancanza di chiarezza nell'esposizione formano un cocktail micidiale che rischia facilmente di spazientire anche i lettori più pazienti, dando l'impressione che neppure l'autrice sappia di preciso dove voler andare a parare. Questa recensione mira in primo luogo a rassicurare su questo: non temete, in realtà l'autrice sa benissimo dove andare a parare, col senno di poi si può affermare con sicurezza che l'intera storia è ben chiara nella sua mente fin dall'inizio, nei minimi particolari... bisogna solo avere pazienza e presto (oddio, non proprio tanto presto!) tutto vi sarà chiaro.
Per capire se questo titolo farà per voi, provate a leggere i primi due volumi: a livello qualitativo possono essere considerati come un "condensato" di ciò che vi attende nel resto dell'opera: un iniziale puzzle apparentemente inestricabile di personaggi, eventi e situazioni confuse, perfettamente ricomposto in grande stile da un singolo colpo di scena finale. Purtroppo dopo il suddetto colpo di scena bisognerà attendere almeno fino al quattordicesimo volume prima di averne un altro di uguale tenore, fino ad allora il manga sarà costituito per lo più da un susseguirsi di introduzioni di nuovi personaggi, informazioni, domande irrisolte, misteri e flashback che potrebbero mettere a dura prova la vostra capacità di gestione; il problema risiede, più che nella quantità di materiale in sé, nel modo confusionario in cui viene esposto: le informazioni più importanti a livello di trama raramente vengono date in maniera chiara ed esplicita, ma per lo più lasciate intendere o nominate di sfuggita, e non c'è alcun momento in cui ci si fermi a fare "il punto della situazione"; a creare altra confusione il brutto vizio di riempire molte vignette di balloon senza punta (e a volte anche senza balloon!) al punto che spesso non si riesce a capire chi stia dicendo una determinata cosa.
Ma se riuscirete a resistere per tutto il tempo necessario, sarete abbondantemente ricompensati; i volumi 17, 18 e 19 (quelli in cui la vicenda raggiunge il climax) sono semplicemente la perfezione fatta manga per la maestria con cui, uno dopo l'altro, tutti i pezzi del puzzle iniziano a incastrarsi tra loro senza lasciare alcun dettaglio in sospeso.
Il secondo grande punto di forza di questo manga sono i personaggi: nonostante il loro numero sono tutti caratterizzati con una profondità sorprendente per uno shonen, e presto o tardi tutti troveranno il loro posto nella vicenda; anzi a volte è proprio quando si inizia a pensare che un certo personaggio sia stato dimenticato per strada, che tale personaggio entrerà prepotentemente in scena mostrando il suo valore.
Un paio di parole meritano di essere spese anche sul gran valore estetico dei disegni, dove ad eccellere sono sicuramente le espressioni dei personaggi e l'incredibile cura nella realizzazione del vestiario.
In definitiva, Pandora Hears è senza dubbio uno dei titoli migliori del suo genere, che ci ricordano che shonen non significa solo "storie" banali e interminabili piene di filler e di stereotipi, ma anche trame ben pensate in cui tutto ha uno scopo e nulla è lasciato al caso.
Attenzione: contiene leggeri spoiler sulla trama
Trama: Oz Vessalius è il giovane rampollo della nobile famiglia dei Vessalius e il giorno del suo quindicesimo compleanno, complice l'intervento di una oscura famiglia rivale, si ritrova intrappolato in Abyss, luogo totalmente diverso dal mondo degli esseri umani e popolato da strani demoni noti come Chain. Oz, per poter tornare nel proprio mondo, sarà costretto a stringere un patto illegale con un Alice, nota anche come B-Rabbit, uno dei Chain più potenti; tuttavia Oz, una volta tornato nel suo mondo, scoprirà che la faccenda è solo all'inizio...
Commento: se devo fare una recensione di solito aspetto di aver letto fino all'ultima pagina dell'ultimo volume di una serie, in modo da avere un quadro completo e il più obiettivo possibile di tale opera; sinceramente con Pandora Hearts proprio non ce la faccio, ho già compiuto uno sforzo immane per arrivare fino al decimo volume (molta gente che conosco si è fermata ben prima), dopo che inizialmente ero stato invogliato a leggerlo sia per le critiche positive che mi è capitato di leggere sia per la "curiosa" vicenda legata ai diritti del manga in Italia, dato che inizialmente l'annuncio della sua pubblicazione venne dato dalla Planet Manga (annuncio in seguito smentito), mentre poi i diritti sono passati definitivamente alla Star Comics.
Cosa c'è di sbagliato in Pandora Hearts? Tutto, o quasi... La cosa a mio papere più allarmante è la trama: se nei primi volumi ci può stare un'iniziale incertezza su quelli che saranno i temi portanti di una serie, nei volumi successivi assistiamo a un vero e proprio minestrone di idee prese da più manga diversi e inserite alla rinfusa, senza nessuna spiegazione su come queste varie tematiche possano coesistere, e la cosa non è ammissibile, specialmente se si protrae per tutto il resto dell'opera. In sostanza, possiamo riassumere questo manga con una sola parola, confusione. Evidentemente l'autrice aveva ben poco chiaro fin dall'inizio quali sarebbero state le fondamenta della storia, dato che con il procedere dei volumi le vicende vengono narrate in modo sempre più caotico e confuso (e attenzione, c'è una differenza enorme tra narrare una storia in modo misterioso e narrare una storia in modo chiaro); basti pensare che dopo dieci volumi letti mi è ancora poco (molto poco) chiaro cosa devono fare concretamente i protagonisti, quale sia il loro scopo finale in tutta la vicenda, contro chi combattono (combattono?!?!), cosa sia a tutti gli effetti l'associazione Pandora, anche questo spiegato rapidamente e male... Addirittura si parla di confusione anche a livello grafico, dato che in certi momenti non è nemmeno ben chiaro come si svolgono certe azioni, del tipo "chi" dice "cosa" e "a chi"!
La cosa più brutta è che probabilmente sarebbero bastate un po' più di certezze da parte dell'autrice sui punti cardine della storia per rendere il tutto più gradevole: alcune delle idee utilizzate, per quanto non originalissime, non erano completamente da buttare via, come ad esempio l'idea di rivisitare i personaggi e le vicende di Alice nel Paese delle Meraviglie, oppure l'idea della discronia esistente tra il mondo degli umani e Abyss per cui il tempo passato in un mondo corrisponde a maggior tempo trascorso nell'altro, ecc.; un'altra cosa che mi ha fatto fare una risata amara è stata la lettura del capitolo one-shot originale alla fine di uno dei volumi, storia che, seppur abbozzata, era decisamente più interessante e coinvolgente della storia sviluppata in seguito nel manga vero e proprio... Ed è tutto dire!
Per quanto riguarda i personaggi siamo sullo stesso livello della trama, l'unico che salvo parzialmente è Gilbert (l'amico/servitore da bambino prima e da adulo poi di Oz) e su cui personalmente avrei approfondito di più il suo rapporto con il protagonista, su come questo sia cambiato nel corso dei dieci anni della sua assenza, ecc., mentre per quanto riguarda tutti gli altri mi riesce davvero difficile farmene piacere qualcuno, uno su tutti Oz stesso, fin troppo "falso" con la sua idea buonista che nessuno deve fare del male a nessuno e che tutti devono saper essere amici. E anche volendo "ignorare" il discorso delle loro personalità, i dialoghi che i personaggi si scambiano tra di loro sono talmente criptici, talmente ricolmi di una filosofia spicciola da risultare solo irritanti più che misteriosi: se devo fare una dura critica mi viene da pensare che in realtà Pandora Hearts sia solo un "finto shonen", ovvero che sia un manga rivolto ad un pubblico maschile solo "di facciata", mentre in realtà è palesemente letto e seguito più da un pubblico femminile, generalmente lo stesso pubblico che segue shonen-ai, dato che non solo il manga è straripante di ragazzi tutti fin troppo bellocci (fatta eccezione per le uniche due ragazze degne di nota, Alice e Sharon) ma anche perché è poco importante quale sia la loro personalità, basta che le ragazze siano attratte dal loro aspetto e dal comportamento. Non credo di essere troppo lontano nel paragonare i personaggi di Pandora Hearts a quelli di un Twilight (altro aborto di "opera", ma in questo caso era necessario citarla), dove poco importa quale sia la trama, cosa dicano/pensino i personaggi (maschi), l'importante è che siano ammiccanti e fighi, tutto per compiacere schiere di fangirl.
Per quanto riguarda il disegno siamo su un livello leggermente migliore, anche se non troppo: nonostante la sovrabbondanza di retini, i personaggi sono disegnati bene, in particolar modo i loro abiti, ma paragonando il livello grafico complessivo del manga ad altre opere siamo ad un livello fin troppo nella norma, dato che i fondali in questo manga praticamente non esistono e, come già accennato prima, a volte la confusione che permea questo manga la troviamo anche nell'impostazione delle vignette stesse.
In definitiva è un'opera che non trasmette nulla, sia a livello di messaggio (ammesso che ci sia), sia a livello di personaggi, sia a livello grafico.
Edizione: è la classica edizione degli shonen Star Comics, sia come volumetti che come adattamento, senza infamia e senza lode; da segnalare che, nonostante sia uno dei loro titoli più venduti negli ultimi tempi, nella mia fumetteria il manga vende pochissimo e i pochi lettori che l'hanno proseguito in seguito hanno riportato indietro alla fumetteria tutti i volumi acquistati (mi domando il perché!).
Giudizio finale: l'unico voto che mi sento di dare a quest'opera è 4: avrei potuto essere più severo, ma non ho dato un voto più basso solo per alcune delle miliardi di idee che a mio modo di vedere sarebbero potute essere interessanti se sviluppate in altro modo, cosa che purtroppo non è avvenuta, e che di conseguenza mi dà come unica certezza il fatto che questa serie è ben lungi dalla sufficienza; lo sconsiglio caldamente a tutti/e gli/le appassionati/e di shonen d'avventura/di combattimento, evitate di spendere tempo e denaro per un manga per ragazze vuoto e confuso fintamente mascherato e spacciato come shonen.
Trama: Oz Vessalius è il giovane rampollo della nobile famiglia dei Vessalius e il giorno del suo quindicesimo compleanno, complice l'intervento di una oscura famiglia rivale, si ritrova intrappolato in Abyss, luogo totalmente diverso dal mondo degli esseri umani e popolato da strani demoni noti come Chain. Oz, per poter tornare nel proprio mondo, sarà costretto a stringere un patto illegale con un Alice, nota anche come B-Rabbit, uno dei Chain più potenti; tuttavia Oz, una volta tornato nel suo mondo, scoprirà che la faccenda è solo all'inizio...
Commento: se devo fare una recensione di solito aspetto di aver letto fino all'ultima pagina dell'ultimo volume di una serie, in modo da avere un quadro completo e il più obiettivo possibile di tale opera; sinceramente con Pandora Hearts proprio non ce la faccio, ho già compiuto uno sforzo immane per arrivare fino al decimo volume (molta gente che conosco si è fermata ben prima), dopo che inizialmente ero stato invogliato a leggerlo sia per le critiche positive che mi è capitato di leggere sia per la "curiosa" vicenda legata ai diritti del manga in Italia, dato che inizialmente l'annuncio della sua pubblicazione venne dato dalla Planet Manga (annuncio in seguito smentito), mentre poi i diritti sono passati definitivamente alla Star Comics.
Cosa c'è di sbagliato in Pandora Hearts? Tutto, o quasi... La cosa a mio papere più allarmante è la trama: se nei primi volumi ci può stare un'iniziale incertezza su quelli che saranno i temi portanti di una serie, nei volumi successivi assistiamo a un vero e proprio minestrone di idee prese da più manga diversi e inserite alla rinfusa, senza nessuna spiegazione su come queste varie tematiche possano coesistere, e la cosa non è ammissibile, specialmente se si protrae per tutto il resto dell'opera. In sostanza, possiamo riassumere questo manga con una sola parola, confusione. Evidentemente l'autrice aveva ben poco chiaro fin dall'inizio quali sarebbero state le fondamenta della storia, dato che con il procedere dei volumi le vicende vengono narrate in modo sempre più caotico e confuso (e attenzione, c'è una differenza enorme tra narrare una storia in modo misterioso e narrare una storia in modo chiaro); basti pensare che dopo dieci volumi letti mi è ancora poco (molto poco) chiaro cosa devono fare concretamente i protagonisti, quale sia il loro scopo finale in tutta la vicenda, contro chi combattono (combattono?!?!), cosa sia a tutti gli effetti l'associazione Pandora, anche questo spiegato rapidamente e male... Addirittura si parla di confusione anche a livello grafico, dato che in certi momenti non è nemmeno ben chiaro come si svolgono certe azioni, del tipo "chi" dice "cosa" e "a chi"!
La cosa più brutta è che probabilmente sarebbero bastate un po' più di certezze da parte dell'autrice sui punti cardine della storia per rendere il tutto più gradevole: alcune delle idee utilizzate, per quanto non originalissime, non erano completamente da buttare via, come ad esempio l'idea di rivisitare i personaggi e le vicende di Alice nel Paese delle Meraviglie, oppure l'idea della discronia esistente tra il mondo degli umani e Abyss per cui il tempo passato in un mondo corrisponde a maggior tempo trascorso nell'altro, ecc.; un'altra cosa che mi ha fatto fare una risata amara è stata la lettura del capitolo one-shot originale alla fine di uno dei volumi, storia che, seppur abbozzata, era decisamente più interessante e coinvolgente della storia sviluppata in seguito nel manga vero e proprio... Ed è tutto dire!
Per quanto riguarda i personaggi siamo sullo stesso livello della trama, l'unico che salvo parzialmente è Gilbert (l'amico/servitore da bambino prima e da adulo poi di Oz) e su cui personalmente avrei approfondito di più il suo rapporto con il protagonista, su come questo sia cambiato nel corso dei dieci anni della sua assenza, ecc., mentre per quanto riguarda tutti gli altri mi riesce davvero difficile farmene piacere qualcuno, uno su tutti Oz stesso, fin troppo "falso" con la sua idea buonista che nessuno deve fare del male a nessuno e che tutti devono saper essere amici. E anche volendo "ignorare" il discorso delle loro personalità, i dialoghi che i personaggi si scambiano tra di loro sono talmente criptici, talmente ricolmi di una filosofia spicciola da risultare solo irritanti più che misteriosi: se devo fare una dura critica mi viene da pensare che in realtà Pandora Hearts sia solo un "finto shonen", ovvero che sia un manga rivolto ad un pubblico maschile solo "di facciata", mentre in realtà è palesemente letto e seguito più da un pubblico femminile, generalmente lo stesso pubblico che segue shonen-ai, dato che non solo il manga è straripante di ragazzi tutti fin troppo bellocci (fatta eccezione per le uniche due ragazze degne di nota, Alice e Sharon) ma anche perché è poco importante quale sia la loro personalità, basta che le ragazze siano attratte dal loro aspetto e dal comportamento. Non credo di essere troppo lontano nel paragonare i personaggi di Pandora Hearts a quelli di un Twilight (altro aborto di "opera", ma in questo caso era necessario citarla), dove poco importa quale sia la trama, cosa dicano/pensino i personaggi (maschi), l'importante è che siano ammiccanti e fighi, tutto per compiacere schiere di fangirl.
Per quanto riguarda il disegno siamo su un livello leggermente migliore, anche se non troppo: nonostante la sovrabbondanza di retini, i personaggi sono disegnati bene, in particolar modo i loro abiti, ma paragonando il livello grafico complessivo del manga ad altre opere siamo ad un livello fin troppo nella norma, dato che i fondali in questo manga praticamente non esistono e, come già accennato prima, a volte la confusione che permea questo manga la troviamo anche nell'impostazione delle vignette stesse.
In definitiva è un'opera che non trasmette nulla, sia a livello di messaggio (ammesso che ci sia), sia a livello di personaggi, sia a livello grafico.
Edizione: è la classica edizione degli shonen Star Comics, sia come volumetti che come adattamento, senza infamia e senza lode; da segnalare che, nonostante sia uno dei loro titoli più venduti negli ultimi tempi, nella mia fumetteria il manga vende pochissimo e i pochi lettori che l'hanno proseguito in seguito hanno riportato indietro alla fumetteria tutti i volumi acquistati (mi domando il perché!).
Giudizio finale: l'unico voto che mi sento di dare a quest'opera è 4: avrei potuto essere più severo, ma non ho dato un voto più basso solo per alcune delle miliardi di idee che a mio modo di vedere sarebbero potute essere interessanti se sviluppate in altro modo, cosa che purtroppo non è avvenuta, e che di conseguenza mi dà come unica certezza il fatto che questa serie è ben lungi dalla sufficienza; lo sconsiglio caldamente a tutti/e gli/le appassionati/e di shonen d'avventura/di combattimento, evitate di spendere tempo e denaro per un manga per ragazze vuoto e confuso fintamente mascherato e spacciato come shonen.
Pandora Hearts viene pubblicato da Novembre 2012 dalla Star Comics a 4.30, con cadenza mensile ed un edizione standard con qualche pagina a colori. Attualmente siamo a cinque volumi in italia, deve uscire il sesto, mentre in giappone il mese prossimo dovrebbe uscire il ventesimo.
La storia di Pandora Hearts all'inizio può sembrare assai confusa.. Oz Vessalius, erede al titolo di Duca di uno dei quattro casati più importanti dell'epoca, alla sua cerimonia per la maggiore età, che si svolge quando si compie 15 anni, viene spedito un uno strano luogo, chiamato Abisso, da degli uomini incappucciati completamente vestiti di rosso, che poi si scopriranno appartenere al casato dei Baskerville. Questi ultimi hanno una storia contorta, piena di sangue ed enigmi alle loro spalle. Nell'abisso il nostro protagonista incontrerà creature in grado di condividere il loro potere con un umano tramite un contratto, legale oppure illegale, fra queste il chain B-Rabbit, noto per essere il più temuto e potente, farà un contratto con il nostro protagonista, promettendo di farlo così uscire da quel posto, come in realtà succede.
Questa è, in sintesi, la trama dei primi volumi, che man mano che si va avanti andrà arricchendosi sempre più. Io seguo le scan giapponesi del manga, e vi posso assicurare che di volume in volume questo manga migliora a vista d'occhio, sia per la storia che per il disegno.
I personaggi sono caratterizzati benissimo, tutti diversi, tutti particolari e nessuno stereotipato. Anzi, secondo me l'unico personaggio che cade nel banale è Alice, è la classica tsundere degli shojo, di personaggi come lei se ne possono trovare a palate in qualunque manga. Comunque questo non basta per togliere punti ad un manga splendido come questo. Lo consiglio a chiunque voglia leggere un manga ben disegnato e ben strutturato, pieno di enigmi, mai ripetitivo, e soprattutto un manga dove si può imparare veramente qualcosa. Da ognuno dei personaggi di Pandora Hearts si può imparare qualcosa. Dal fedele Gilbert, dall'apparentemente spensierato Break, dal giovane Oz, e la lista è ancora lunga.
Davvero, lo consiglio, e consiglio anche di non dropparlo subito al primo volume.
Consiglio a chiunque di andare avanti almeno fino al volume quattro, perchè è più o meno da lì che la storia inizia a muoversi, per poi diventare sempre più bella.
Pandora Hearts è il mio manga preferito, un manga che insegna molto, che trasmette molte emozioni, che ti fa crescere assieme ai protagonisti, e che, personalmente, non mi stancherei mai di rileggere.
La storia di Pandora Hearts all'inizio può sembrare assai confusa.. Oz Vessalius, erede al titolo di Duca di uno dei quattro casati più importanti dell'epoca, alla sua cerimonia per la maggiore età, che si svolge quando si compie 15 anni, viene spedito un uno strano luogo, chiamato Abisso, da degli uomini incappucciati completamente vestiti di rosso, che poi si scopriranno appartenere al casato dei Baskerville. Questi ultimi hanno una storia contorta, piena di sangue ed enigmi alle loro spalle. Nell'abisso il nostro protagonista incontrerà creature in grado di condividere il loro potere con un umano tramite un contratto, legale oppure illegale, fra queste il chain B-Rabbit, noto per essere il più temuto e potente, farà un contratto con il nostro protagonista, promettendo di farlo così uscire da quel posto, come in realtà succede.
Questa è, in sintesi, la trama dei primi volumi, che man mano che si va avanti andrà arricchendosi sempre più. Io seguo le scan giapponesi del manga, e vi posso assicurare che di volume in volume questo manga migliora a vista d'occhio, sia per la storia che per il disegno.
I personaggi sono caratterizzati benissimo, tutti diversi, tutti particolari e nessuno stereotipato. Anzi, secondo me l'unico personaggio che cade nel banale è Alice, è la classica tsundere degli shojo, di personaggi come lei se ne possono trovare a palate in qualunque manga. Comunque questo non basta per togliere punti ad un manga splendido come questo. Lo consiglio a chiunque voglia leggere un manga ben disegnato e ben strutturato, pieno di enigmi, mai ripetitivo, e soprattutto un manga dove si può imparare veramente qualcosa. Da ognuno dei personaggi di Pandora Hearts si può imparare qualcosa. Dal fedele Gilbert, dall'apparentemente spensierato Break, dal giovane Oz, e la lista è ancora lunga.
Davvero, lo consiglio, e consiglio anche di non dropparlo subito al primo volume.
Consiglio a chiunque di andare avanti almeno fino al volume quattro, perchè è più o meno da lì che la storia inizia a muoversi, per poi diventare sempre più bella.
Pandora Hearts è il mio manga preferito, un manga che insegna molto, che trasmette molte emozioni, che ti fa crescere assieme ai protagonisti, e che, personalmente, non mi stancherei mai di rileggere.
"Pandora Hearts" è una serie anime di 25 episodi e un manga attualmente composto da 16 volumetti ancora in corso, ideati dall'autrice Jun Mochizuki.
La storia prende spunto dal famoso libro "Alice nel Paese delle Meraviglie" di Lewis Carroll ma, a differenza di moltissimi altri manga, "Pandora Hearts" non ne segue fedelmente le tracce, traendo il meglio della storia da sé, così da adattarla al proprio contenuto e, alla fine, da ottenere un prodotto unico nel suo genere.
Oz Vessalius, appartenente a una delle quattro famiglie di duchi, sta per compiere quindici anni e tale evento, considerato di relativa importanza, verrà festeggiato tramite una cerimonia di famiglia.
Purtroppo, l'unico fattore mancante da sempre a Oz è stato il padre, che avendolo sempre maltrattato e considerato meno di un servo, se ne andò quando Oz era solo un bambino, lasciandolo alle cure dello zio Oscar.
Poco prima della cerimonia del suo quindicesimo compleanno, Oz, assieme al suo inseparabile amico e servitore Gilbert, sentono la melodia di un carillon provenire da qualche parte del giardino, e cercando di trovare la fonte del suono. Il neo-adulto cade in una buca: davanti a lui si presenta una lapide con attorno appeso un orologio da tasca. Sfiorando lo strumento, Oz si ritrova improvvisamente di fronte a una bella ragazza che giura di ucciderlo. Il tutto però, pare solo una mera allucinazione, infatti, è grazie a Gilbert che Oz si risveglia dal suo strano incontro con la giovane fanciulla.
Procedendo così verso i festeggiamenti, trovandosi Oz di fronte all'orologio dei cent'anni, per qualche misteriosa ragione esso riprende a suonare. Leggenda voleva che solamente il "prescelto" sarebbe stato in grado di farlo funzionare, così che il suono avrebbe rotto il silenzio.
I guai paiono non finire quando, subito dopo l'accaduto, Oz viene assalito da tre personaggi incappucciati, che avendo manipolato Gilbert, erano riusciti a infiltrarsi nella villa, e pugnalando Oz lasciano sgorgare il suo sangue sul suolo, aprendo così la via per l'Abisso.
Successivamente, la fanciulla del precedente incontro di Oz appare, salvando così la vita al ragazzo e trasportandolo negli Abissi assieme a lei, poiché lui ha ciò che a lei "manca". I tre misteriosi assassini emettono una sentenza secondo la quale Oz Vessalius avrebbe commesso il peccato d'esistere, ergo loro decideranno di ucciderlo per il bene comune. Risvegliatosi dal brusco scontro, Oz si ritrova in un luogo oscuro, in cui oggetti di diverse misure fluttuano a mezz'aria senza logica, e su uno di essi siede Alice, ovvero, la stessa ragazza che lo aveva, sì, minacciato, ma anche salvato. Lei non pare saperne nulla, anzi, ammette di aver udito una voce maschile chiamarla, che somigliava molto a quella del ragazzo, e afferma che tale richiamo l'avrebbe risvegliata dal suo lungo sonno.
Alice, in realtà, è una "chain" e racchiude in sé un terribile potere. Infatti, stringendo un patto con Oz, riesce a trasformarsi in un enorme coniglio nero dagli occhi insanguinati, e come arma possiede una grande falce nera. Facendo un patto con un chain, sul proprio petto appare un marchio ricordante un orologio, le cui lancette, se s'incontrano, segnerebbero la fine per quell'individuo.
Inizia quindi una corsa di Oz contro il tempo per salvarsi la vita, per uscire dall'Abisso, e per aiutare Alice a riacquistare le proprie memorie. Infine Oz dovrà svelare i misteri celati dietro alle famiglie Nightray e Baskerville.
"Pandora Hearts" ha una trama già di primo impatto particolare, nuova, celante misteri che possono facilmente indurre chiunque a volerne scoprire le risposte. Se questa non vi dicesse molto, vi assicuro che dopo avere letto i primi due volumi potrete esserne soddisfatti e certi di non avere sprecato tempo.
I personaggi sono ben strutturati, dotati di una profondità d'animo che va subito a colpire il lettore. Inoltre, la crescita interiore che ciascuno di loro subisce man mano che procede l'avventura è strepitosa.
"Pandora Hearts" è un continuo colpo di scena, in cui la suspense regna sovrana sulla storia, e il fattore dominante è il mistero venutosi a creare attorno alle famiglie, a tutti i vari personaggi, e soprattutto alle vere relazioni presenti fra questi ultimi.
Secondo me, "Pandora Hearts" ha di sensazionale soprattutto i personaggi a cui viene data - seppure secondari e magari di più - altrettanta importanza e sviluppo quanto ai protagonisti.
In conclusione, "Pandora Hearts", è una serie meritante il massimo dei voti ed è consigliata a tutti, poiché merita d'essere conosciuta e apprezzata.
La storia prende spunto dal famoso libro "Alice nel Paese delle Meraviglie" di Lewis Carroll ma, a differenza di moltissimi altri manga, "Pandora Hearts" non ne segue fedelmente le tracce, traendo il meglio della storia da sé, così da adattarla al proprio contenuto e, alla fine, da ottenere un prodotto unico nel suo genere.
Oz Vessalius, appartenente a una delle quattro famiglie di duchi, sta per compiere quindici anni e tale evento, considerato di relativa importanza, verrà festeggiato tramite una cerimonia di famiglia.
Purtroppo, l'unico fattore mancante da sempre a Oz è stato il padre, che avendolo sempre maltrattato e considerato meno di un servo, se ne andò quando Oz era solo un bambino, lasciandolo alle cure dello zio Oscar.
Poco prima della cerimonia del suo quindicesimo compleanno, Oz, assieme al suo inseparabile amico e servitore Gilbert, sentono la melodia di un carillon provenire da qualche parte del giardino, e cercando di trovare la fonte del suono. Il neo-adulto cade in una buca: davanti a lui si presenta una lapide con attorno appeso un orologio da tasca. Sfiorando lo strumento, Oz si ritrova improvvisamente di fronte a una bella ragazza che giura di ucciderlo. Il tutto però, pare solo una mera allucinazione, infatti, è grazie a Gilbert che Oz si risveglia dal suo strano incontro con la giovane fanciulla.
Procedendo così verso i festeggiamenti, trovandosi Oz di fronte all'orologio dei cent'anni, per qualche misteriosa ragione esso riprende a suonare. Leggenda voleva che solamente il "prescelto" sarebbe stato in grado di farlo funzionare, così che il suono avrebbe rotto il silenzio.
I guai paiono non finire quando, subito dopo l'accaduto, Oz viene assalito da tre personaggi incappucciati, che avendo manipolato Gilbert, erano riusciti a infiltrarsi nella villa, e pugnalando Oz lasciano sgorgare il suo sangue sul suolo, aprendo così la via per l'Abisso.
Successivamente, la fanciulla del precedente incontro di Oz appare, salvando così la vita al ragazzo e trasportandolo negli Abissi assieme a lei, poiché lui ha ciò che a lei "manca". I tre misteriosi assassini emettono una sentenza secondo la quale Oz Vessalius avrebbe commesso il peccato d'esistere, ergo loro decideranno di ucciderlo per il bene comune. Risvegliatosi dal brusco scontro, Oz si ritrova in un luogo oscuro, in cui oggetti di diverse misure fluttuano a mezz'aria senza logica, e su uno di essi siede Alice, ovvero, la stessa ragazza che lo aveva, sì, minacciato, ma anche salvato. Lei non pare saperne nulla, anzi, ammette di aver udito una voce maschile chiamarla, che somigliava molto a quella del ragazzo, e afferma che tale richiamo l'avrebbe risvegliata dal suo lungo sonno.
Alice, in realtà, è una "chain" e racchiude in sé un terribile potere. Infatti, stringendo un patto con Oz, riesce a trasformarsi in un enorme coniglio nero dagli occhi insanguinati, e come arma possiede una grande falce nera. Facendo un patto con un chain, sul proprio petto appare un marchio ricordante un orologio, le cui lancette, se s'incontrano, segnerebbero la fine per quell'individuo.
Inizia quindi una corsa di Oz contro il tempo per salvarsi la vita, per uscire dall'Abisso, e per aiutare Alice a riacquistare le proprie memorie. Infine Oz dovrà svelare i misteri celati dietro alle famiglie Nightray e Baskerville.
"Pandora Hearts" ha una trama già di primo impatto particolare, nuova, celante misteri che possono facilmente indurre chiunque a volerne scoprire le risposte. Se questa non vi dicesse molto, vi assicuro che dopo avere letto i primi due volumi potrete esserne soddisfatti e certi di non avere sprecato tempo.
I personaggi sono ben strutturati, dotati di una profondità d'animo che va subito a colpire il lettore. Inoltre, la crescita interiore che ciascuno di loro subisce man mano che procede l'avventura è strepitosa.
"Pandora Hearts" è un continuo colpo di scena, in cui la suspense regna sovrana sulla storia, e il fattore dominante è il mistero venutosi a creare attorno alle famiglie, a tutti i vari personaggi, e soprattutto alle vere relazioni presenti fra questi ultimi.
Secondo me, "Pandora Hearts" ha di sensazionale soprattutto i personaggi a cui viene data - seppure secondari e magari di più - altrettanta importanza e sviluppo quanto ai protagonisti.
In conclusione, "Pandora Hearts", è una serie meritante il massimo dei voti ed è consigliata a tutti, poiché merita d'essere conosciuta e apprezzata.
Non ho molto da aggiungere alle recensioni di chi ha già commentato questo meraviglioso manga prima di me: sappiate solo che io normalmente non ne leggo, ma dopo aver visto l'anime di "Pandora Hearts", che copre solo una parte del manga, ho dovuto farlo, per lo spasmodico bisogno di sapere come sarebbe proseguita la storia.
Ho una mia teoria su come l'autrice abbia tirato fuori una trama simile: prendete "Alice nel Paese delle Meraviglie", preferibilmente nella versione originale inglese, e scrivete su dei bigliettini ogni singolo nome ed elemento che compare nel romanzo. Fatto? Mescolate il tutto, tirate fuori come viene e costruiteci una trama da far impallidire il nonsense di Carroll. Perché non c'è solo il nome Alice, non c'è solo il coniglio, non ci sono solo il Cappellaio Matto e il Gatto del Cheshire - e per quest'ultimo piangerete calde lacrime, ve l'assicuro.
Ada e Lacie, tanto per fare un esempio, sono nomi che compaiono nel libro, come gli orologi, la gatta Dinah e il corvo ("Why is a raven like a writing-desk?"), e una miriade di altri elementi che non sto qui a tirarvi fuori... E, no, non ho dimenticato l'Abisso.
Tra l'altro, se dopo una trentina di capitoli pensate di aver ormai più o meno "classificato" i personaggi, lasciate perdere: dieci capitoli più tardi verrà ribaltato tutto.
Più si prosegue nella lettura, e più "Pandora Hearts" si fa ambiguo: niente è come sembra, e quando pensi di aver ottenuto un frammento di verità salterà fuori qualcos'altro che ti farà completamente ricredere.
Nota di merito e un po' di pubblicità all'anime, che copre il manga in modo incredibilmente fedele fino al capitolo 32, all'incirca. Io lo raccomando perché è riuscito dare una vera e propria fisicità al manga, prima fra tutti la famosa melodia dell'orologio.
Qualcuno commentando una puntata dell'anime diceva che "questa è la vera storia di Alice nel Paese delle Meraviglie". Non potrei essere più d'accordo.
Ho una mia teoria su come l'autrice abbia tirato fuori una trama simile: prendete "Alice nel Paese delle Meraviglie", preferibilmente nella versione originale inglese, e scrivete su dei bigliettini ogni singolo nome ed elemento che compare nel romanzo. Fatto? Mescolate il tutto, tirate fuori come viene e costruiteci una trama da far impallidire il nonsense di Carroll. Perché non c'è solo il nome Alice, non c'è solo il coniglio, non ci sono solo il Cappellaio Matto e il Gatto del Cheshire - e per quest'ultimo piangerete calde lacrime, ve l'assicuro.
Ada e Lacie, tanto per fare un esempio, sono nomi che compaiono nel libro, come gli orologi, la gatta Dinah e il corvo ("Why is a raven like a writing-desk?"), e una miriade di altri elementi che non sto qui a tirarvi fuori... E, no, non ho dimenticato l'Abisso.
Tra l'altro, se dopo una trentina di capitoli pensate di aver ormai più o meno "classificato" i personaggi, lasciate perdere: dieci capitoli più tardi verrà ribaltato tutto.
Più si prosegue nella lettura, e più "Pandora Hearts" si fa ambiguo: niente è come sembra, e quando pensi di aver ottenuto un frammento di verità salterà fuori qualcos'altro che ti farà completamente ricredere.
Nota di merito e un po' di pubblicità all'anime, che copre il manga in modo incredibilmente fedele fino al capitolo 32, all'incirca. Io lo raccomando perché è riuscito dare una vera e propria fisicità al manga, prima fra tutti la famosa melodia dell'orologio.
Qualcuno commentando una puntata dell'anime diceva che "questa è la vera storia di Alice nel Paese delle Meraviglie". Non potrei essere più d'accordo.
Vorrei premettere dicendo che questa è l'unica opera a cui ho dato un voto tanto alto quanto il 10.
Partiamo dal principio. 'Pandora Hearts' vede come protagonista un giovane ragazzo di 15 anni di nome Oz Vesallius, pronunciato dai Giapponesi in modo diverso e quindi molte volte frainteso come Oz Bezarius. Il giovane fa parte di una delle quattro grandi famiglie ducali che sono Vesallius, Barma, Nightray e Rainsworth. Il suo passato è stato segnato dal padre quasi assente. Come ogni altro giovane duca che si rispetti è costretto a partecipare alla cerimonia per la maggior età che lo catapulterà nel mondo adulto. Il ragazzo non darà tanto peso a questo evento visto che per il giovane le cose più importanti sono la sua sorellina minore, Ada Bezarius, e il suo servo e amico Gil. Durante la cerimonia il giovane Vesallius viene condotto dinanzi a un orologio fermo con molte leggende dietro. Non appena Oz pronuncia il giuramento la lancetta comincia a muoversi. In quel momento entrano in scena nuove figure chiamate "Baskerville", che è la quinta famiglia ducale che scatenò 100 anni fa la tragedia di Sabrie. Da quel momento la vita del ragazzo cambia radicalmente. Avverrà l'incontro tra lui e Alice nell'abisso, un luogo oscuro e misterioso dove i Baskerville lo hanno imprigionato. Da lì cominciano a sorgere le prime domande: cos'è l'abisso? Che cosa vuole Alice da lui? A cosa mira l'associazione Pandora e i Baskerville? Qual è il peccato di cui Oz è stato accusato?
Preciso che ho spiegato la trama molto a grandi linee e lasciando grossi buchi solo per evitare degli spoiler, che trovo personalmente odiosi e irritanti. Io questo manga lo consiglierei a quelli che amano le storie dove nulla è mai scontato, cioè dove ogni capitolo può sconvolgere l'intera storia e cambiare completamente le carte in tavola. Questo è uno dei motivi che mi ha portato ad amare questo manga.
Ogni personaggio è caratterizzato da un proprio carattere, che cambierà o si rafforzerà a seconda delle situazioni che verranno affrontate. Un'atmosfera gotica e disegni via via sempre più accurati danno all'opera uno splendore tutto suo, che ho avuto il piacere di vedere in pochissimi altri manga.
Non viene lasciato nulla al caso sia in fatto di storia sia in fatto di carattere dei personaggi.
Per concludere, dico solo che Pandora è un manga che o ti piace o non ti piace, non sono tante le cose. Consigliato a chi cerca una storia impegnativa che sa sorprendere in ogni singolo capitolo.
Partiamo dal principio. 'Pandora Hearts' vede come protagonista un giovane ragazzo di 15 anni di nome Oz Vesallius, pronunciato dai Giapponesi in modo diverso e quindi molte volte frainteso come Oz Bezarius. Il giovane fa parte di una delle quattro grandi famiglie ducali che sono Vesallius, Barma, Nightray e Rainsworth. Il suo passato è stato segnato dal padre quasi assente. Come ogni altro giovane duca che si rispetti è costretto a partecipare alla cerimonia per la maggior età che lo catapulterà nel mondo adulto. Il ragazzo non darà tanto peso a questo evento visto che per il giovane le cose più importanti sono la sua sorellina minore, Ada Bezarius, e il suo servo e amico Gil. Durante la cerimonia il giovane Vesallius viene condotto dinanzi a un orologio fermo con molte leggende dietro. Non appena Oz pronuncia il giuramento la lancetta comincia a muoversi. In quel momento entrano in scena nuove figure chiamate "Baskerville", che è la quinta famiglia ducale che scatenò 100 anni fa la tragedia di Sabrie. Da quel momento la vita del ragazzo cambia radicalmente. Avverrà l'incontro tra lui e Alice nell'abisso, un luogo oscuro e misterioso dove i Baskerville lo hanno imprigionato. Da lì cominciano a sorgere le prime domande: cos'è l'abisso? Che cosa vuole Alice da lui? A cosa mira l'associazione Pandora e i Baskerville? Qual è il peccato di cui Oz è stato accusato?
Preciso che ho spiegato la trama molto a grandi linee e lasciando grossi buchi solo per evitare degli spoiler, che trovo personalmente odiosi e irritanti. Io questo manga lo consiglierei a quelli che amano le storie dove nulla è mai scontato, cioè dove ogni capitolo può sconvolgere l'intera storia e cambiare completamente le carte in tavola. Questo è uno dei motivi che mi ha portato ad amare questo manga.
Ogni personaggio è caratterizzato da un proprio carattere, che cambierà o si rafforzerà a seconda delle situazioni che verranno affrontate. Un'atmosfera gotica e disegni via via sempre più accurati danno all'opera uno splendore tutto suo, che ho avuto il piacere di vedere in pochissimi altri manga.
Non viene lasciato nulla al caso sia in fatto di storia sia in fatto di carattere dei personaggi.
Per concludere, dico solo che Pandora è un manga che o ti piace o non ti piace, non sono tante le cose. Consigliato a chi cerca una storia impegnativa che sa sorprendere in ogni singolo capitolo.
Bello, anzi bellissimo. Non so come esprimere le mie opinioni in merito perché mi piace troppo e rischierei di sembrare un' esaltata, ma è così.
Cominciamo dal tratto dell'autrice che è davvero molto pulito, elegante, delicato; insomma, bravissima. I costumi dei personaggi, le acconciature, le ricostruzioni, tutto è ben curato e strutturato. Le ambientazioni gotiche sono equilibrate, evitando di riempire con eccessivi fronzoli gli sfondi e di appesantire la lettura. Un disegno che si fa più sicuro e maturo di volume in volume.
La storia poi è fantastica: questa libera ispirazione alla storia di Alice nel Paese delle Meraviglie ha dato buoni frutti, risultando una mossa vincente; di fatto, tra l'altro, se non fosse per i nomi di alcuni personaggi e alcune loro caratteristiche, non avrebbe nulla a che vedere con l'originale.
Una narrazione veloce e frizzante tiene desta l'attenzione del lettore, coinvolgendolo appieno, trovandosi al centro di enigmi e segreti che si susseguono l'un l'altro. Tutti i personaggi poi, ognuno a modo suo, comunicano qualcosa, sembrano quasi materializzarsi data la superba caratterizzazione messa in atto.
L'autrice sa alternare momenti seri a tratti malinconici e nostalgici, con scene divertenti ed esilaranti.
Uno shonen dai tratti shojo, atipico e consigliabilissimo.
L'unico difetto è che in Italia non sia preso nella giusta considerazione, oltre al fatto che l'uscita dei capitoli è lenta (leggerne uno al mese è un vero calvario).
Tuttavia, io faccio il tifo per questa opera che mi si è presentata come una boccata di aria fresca in un periodo in cui nessun titolo riesce a colpirmi veramente. Una piccola perla.
Cominciamo dal tratto dell'autrice che è davvero molto pulito, elegante, delicato; insomma, bravissima. I costumi dei personaggi, le acconciature, le ricostruzioni, tutto è ben curato e strutturato. Le ambientazioni gotiche sono equilibrate, evitando di riempire con eccessivi fronzoli gli sfondi e di appesantire la lettura. Un disegno che si fa più sicuro e maturo di volume in volume.
La storia poi è fantastica: questa libera ispirazione alla storia di Alice nel Paese delle Meraviglie ha dato buoni frutti, risultando una mossa vincente; di fatto, tra l'altro, se non fosse per i nomi di alcuni personaggi e alcune loro caratteristiche, non avrebbe nulla a che vedere con l'originale.
Una narrazione veloce e frizzante tiene desta l'attenzione del lettore, coinvolgendolo appieno, trovandosi al centro di enigmi e segreti che si susseguono l'un l'altro. Tutti i personaggi poi, ognuno a modo suo, comunicano qualcosa, sembrano quasi materializzarsi data la superba caratterizzazione messa in atto.
L'autrice sa alternare momenti seri a tratti malinconici e nostalgici, con scene divertenti ed esilaranti.
Uno shonen dai tratti shojo, atipico e consigliabilissimo.
L'unico difetto è che in Italia non sia preso nella giusta considerazione, oltre al fatto che l'uscita dei capitoli è lenta (leggerne uno al mese è un vero calvario).
Tuttavia, io faccio il tifo per questa opera che mi si è presentata come una boccata di aria fresca in un periodo in cui nessun titolo riesce a colpirmi veramente. Una piccola perla.
Atmosfera gotico-vittoriana. Abiti magnifici. Sfondi eccelsi. Intrecci di fondo da capogiro. Personaggi semplicemente indimenticabili. Un'introspezione psicologica che raramente ho avuto occasione di vedere in altre opere. E per finire tanta, tanta amicizia. Questo è Pandora Hearts, questo è il mio manga preferito.
Il fatto che non dia mai 10, neanche alle mie opere predilette, è dato dal fatto che fondamentalmente credo che la perfezione non esista. È un discorso molto sciocco probabilmente, ma credo anche che possa trasformarsi in sapienza e quindi in bene, perché dopotutto 9 non è un voto per niente da buttare. Dunque la recensione nulla toglie alle altre due, anzi, per come la vedo io potrebbe anche rivelarsi più entusiasta di quest'ultime. Ma andiamo con ordine.
Fondamentalmente, la trama di Pandora Hearts è un crescendo continuo, un climax che inizia nel primo capitolo e che sembra non avere mai fine. Non c'è, almeno per me, un modo corretto di esplicarla, proprio in virtù del suo costante sviluppo. Riassumendo, si potrebbe parlare di una "guerra" fra quattro casate nobili - Vessalius, Nightray, Rainsworth e Baskerville -, che possiedono, ognuna di queste, un accesso a una misteriosa dimensione chiamata "Abisso" in cui il tempo viene distorto, e dell'azione di una misteriosa associazione chiamata "Pandora" le cui intenzioni, almeno all'inizio, si riducono al voler eliminare tutto ciò che da questo Abisso può fuggire, i cosiddetti "Chain", creature che stipulando un contratto illegale con gli esseri umani (i quali vengono poi definiti "contraenti illegali") sono capaci di liberare completamente il loro potere. Oz Vessalius, il personaggio principale, viene coinvolto in una serie di avvenimenti, finendo per diventare anche lui un contraente illegale stipulando un contratto con B Rabbit, il coniglio nero con gli occhi di sangue, la quale non solo possiede le fattezze di una ragazza ma sembra anche alla ricerca delle sue memorie terrene, ricordi che finiranno per intrecciarsi con gli obiettivi già di per sé ambigui di Pandora. Come potete vedere, la trama in sé non è affatto chiara, ma questo è quello che si riesce ad assorbire a una prima, attenta lettura. Sono al capitolo 43 e meno della metà dei misteri sono stati svelati. E quando ciò avviene un altro grattacapo viene a far compagnia al lettore, tanto che questi sembrano non finire mai. E non si può dire, almeno in questo caso, che sia una brutta cosa. Affatto.
Io credo di non aver visto mai, in nessun manga, una regia più curata di questa. Il modo in cui vengono a svolgersi i fatti può essere definito in una sola maniera: magistrale. Non esistono altre parole per definire la maniera pressoché perfetta in cui si alternano momenti comici, drammatici, introspettivi e inquietanti, le atmosfere dipinte con rara maestria, come pennellate delicate che sono capaci di dipingere un mondo a colori anche se in bianco e nero. Non ho mai visto niente di più colorato in vita mia, e cogliete la metafora, perché se mi permetto di parlare di colori in un manga allora c'è qualcosa che deve far riflettere. Tanto calore forse potrebbe "vanificare" l'aggettivo "gotico" che ho affibbiato a quest'opera, dato che i manga di questo tipo solitamente si distinguono per le atmosfere cupe e spaventose. Ma in Pandora Hearts queste non mancano affatto, semplicemente l'autrice riesce a passare dal colore all'oscurità con quella sua, appunto, maestria che tanto inneggio in questo momento. Perché il gotico può fare anche bene, ma un sorriso caloroso, un prato verde e bagliori dati dal sole o dall'atmosfera (?) fanno pure bene e non vanno dimenticati.
Parlando più specificatamente dei disegni, all'inizio non li reputavo così belli, semplicemente nella media, forse appena più su. Ma mi sono dovuta ricredere: il tratto è straordinariamente pulito, curato e ricchissimo di dettagli. Non siamo a capello per capello, ma ci avviciniamo molto. Le espressioni facciali sono semplicemente LA MERAVIGLIA, sono espressione del sentimento nella forma più pura del termine, riescono a dirti tutto, a farti ridere, piangere, riflettere, intenerire, spaventare. In rari casi si va nel deformed, ma quando succede è una gioia, perché la Mochizuki ci riesce da Dio. I personaggi maschili sono quanto di più bello io abbia mai visto, sia fisicamente che caratterialmente. L'abilità che ha questa autrice di creare personaggi così veri e autentici (sempre e comunque rientrando nella categoria dello shounen e non dei seinen) è una cosa rarissima, e chi ce l'ha ha praticamente vinto su tutti: puoi non capire niente o quasi della storia (e questo ne è il caso), ma quando i personaggi sono così belli, quando riescono a trascinarti con il loro impressionante carisma, allora li seguirai per sempre, qualunque sia il risvolto della storia, ammesso che tu lo capisca o meno. Un carisma del genere l'avevo visto soltanto in Bleach (di cui peraltro prenderei solo i personaggi, per l'appunto), ma a differenza di quest'ultimo qui c'è una storia che funziona, che lentamente mette in moto gli ingranaggi e semplicemente ti porta con sé. Il carisma ok, ma non basiamoci solo su quello, prima o poi bisogna pure arrivare al sodo, e il sodo in Pandora Hearts c'è a ogni capitolo, anche se criptato in una maniera da far quasi male al cervello.
I capitoli sono relativamente pochi, ma ognuno di essi vale per tre, perché sono davvero lunghi. E questo spiega il motivo per cui ne esce uno al mese. L'attesa è straziante, io ancora non l'ho provata e sto cercando in tutti i modi di posticipare il momento in cui rimpiangerò di non avere un altro capitolo da leggere; infatti i capitoli disponibili in lingua italiana sono 60 (in inglese 62, se non sbaglio), io sono al 43 e non oso andare avanti proprio per questo motivo. Mi stupisco sinceramente del fatto che questo manga sia praticamente sconosciuto, ha tutto quello che serve per fare successo, ma come sempre gli editori italiani girano la testa dall'altra parte dedicandosi ad affari più mediocri che finiranno per mandarli in malora. Contenti loro, contenti tutti. O forse no, dato che avere questi volumetti nella mia libreria è una soddisfazione che desidero ardentemente provare, a costo di comprarli in inglese.
Il fatto che non dia mai 10, neanche alle mie opere predilette, è dato dal fatto che fondamentalmente credo che la perfezione non esista. È un discorso molto sciocco probabilmente, ma credo anche che possa trasformarsi in sapienza e quindi in bene, perché dopotutto 9 non è un voto per niente da buttare. Dunque la recensione nulla toglie alle altre due, anzi, per come la vedo io potrebbe anche rivelarsi più entusiasta di quest'ultime. Ma andiamo con ordine.
Fondamentalmente, la trama di Pandora Hearts è un crescendo continuo, un climax che inizia nel primo capitolo e che sembra non avere mai fine. Non c'è, almeno per me, un modo corretto di esplicarla, proprio in virtù del suo costante sviluppo. Riassumendo, si potrebbe parlare di una "guerra" fra quattro casate nobili - Vessalius, Nightray, Rainsworth e Baskerville -, che possiedono, ognuna di queste, un accesso a una misteriosa dimensione chiamata "Abisso" in cui il tempo viene distorto, e dell'azione di una misteriosa associazione chiamata "Pandora" le cui intenzioni, almeno all'inizio, si riducono al voler eliminare tutto ciò che da questo Abisso può fuggire, i cosiddetti "Chain", creature che stipulando un contratto illegale con gli esseri umani (i quali vengono poi definiti "contraenti illegali") sono capaci di liberare completamente il loro potere. Oz Vessalius, il personaggio principale, viene coinvolto in una serie di avvenimenti, finendo per diventare anche lui un contraente illegale stipulando un contratto con B Rabbit, il coniglio nero con gli occhi di sangue, la quale non solo possiede le fattezze di una ragazza ma sembra anche alla ricerca delle sue memorie terrene, ricordi che finiranno per intrecciarsi con gli obiettivi già di per sé ambigui di Pandora. Come potete vedere, la trama in sé non è affatto chiara, ma questo è quello che si riesce ad assorbire a una prima, attenta lettura. Sono al capitolo 43 e meno della metà dei misteri sono stati svelati. E quando ciò avviene un altro grattacapo viene a far compagnia al lettore, tanto che questi sembrano non finire mai. E non si può dire, almeno in questo caso, che sia una brutta cosa. Affatto.
Io credo di non aver visto mai, in nessun manga, una regia più curata di questa. Il modo in cui vengono a svolgersi i fatti può essere definito in una sola maniera: magistrale. Non esistono altre parole per definire la maniera pressoché perfetta in cui si alternano momenti comici, drammatici, introspettivi e inquietanti, le atmosfere dipinte con rara maestria, come pennellate delicate che sono capaci di dipingere un mondo a colori anche se in bianco e nero. Non ho mai visto niente di più colorato in vita mia, e cogliete la metafora, perché se mi permetto di parlare di colori in un manga allora c'è qualcosa che deve far riflettere. Tanto calore forse potrebbe "vanificare" l'aggettivo "gotico" che ho affibbiato a quest'opera, dato che i manga di questo tipo solitamente si distinguono per le atmosfere cupe e spaventose. Ma in Pandora Hearts queste non mancano affatto, semplicemente l'autrice riesce a passare dal colore all'oscurità con quella sua, appunto, maestria che tanto inneggio in questo momento. Perché il gotico può fare anche bene, ma un sorriso caloroso, un prato verde e bagliori dati dal sole o dall'atmosfera (?) fanno pure bene e non vanno dimenticati.
Parlando più specificatamente dei disegni, all'inizio non li reputavo così belli, semplicemente nella media, forse appena più su. Ma mi sono dovuta ricredere: il tratto è straordinariamente pulito, curato e ricchissimo di dettagli. Non siamo a capello per capello, ma ci avviciniamo molto. Le espressioni facciali sono semplicemente LA MERAVIGLIA, sono espressione del sentimento nella forma più pura del termine, riescono a dirti tutto, a farti ridere, piangere, riflettere, intenerire, spaventare. In rari casi si va nel deformed, ma quando succede è una gioia, perché la Mochizuki ci riesce da Dio. I personaggi maschili sono quanto di più bello io abbia mai visto, sia fisicamente che caratterialmente. L'abilità che ha questa autrice di creare personaggi così veri e autentici (sempre e comunque rientrando nella categoria dello shounen e non dei seinen) è una cosa rarissima, e chi ce l'ha ha praticamente vinto su tutti: puoi non capire niente o quasi della storia (e questo ne è il caso), ma quando i personaggi sono così belli, quando riescono a trascinarti con il loro impressionante carisma, allora li seguirai per sempre, qualunque sia il risvolto della storia, ammesso che tu lo capisca o meno. Un carisma del genere l'avevo visto soltanto in Bleach (di cui peraltro prenderei solo i personaggi, per l'appunto), ma a differenza di quest'ultimo qui c'è una storia che funziona, che lentamente mette in moto gli ingranaggi e semplicemente ti porta con sé. Il carisma ok, ma non basiamoci solo su quello, prima o poi bisogna pure arrivare al sodo, e il sodo in Pandora Hearts c'è a ogni capitolo, anche se criptato in una maniera da far quasi male al cervello.
I capitoli sono relativamente pochi, ma ognuno di essi vale per tre, perché sono davvero lunghi. E questo spiega il motivo per cui ne esce uno al mese. L'attesa è straziante, io ancora non l'ho provata e sto cercando in tutti i modi di posticipare il momento in cui rimpiangerò di non avere un altro capitolo da leggere; infatti i capitoli disponibili in lingua italiana sono 60 (in inglese 62, se non sbaglio), io sono al 43 e non oso andare avanti proprio per questo motivo. Mi stupisco sinceramente del fatto che questo manga sia praticamente sconosciuto, ha tutto quello che serve per fare successo, ma come sempre gli editori italiani girano la testa dall'altra parte dedicandosi ad affari più mediocri che finiranno per mandarli in malora. Contenti loro, contenti tutti. O forse no, dato che avere questi volumetti nella mia libreria è una soddisfazione che desidero ardentemente provare, a costo di comprarli in inglese.
La trama inizia con Oz Besarius, figlio di una delle 4 casate ducali, che sta per compiere 15 anni. La sua vita si svolgeva tranquillamente con sua sorella Ada e il suo servo Gilbert. Per il rito di passaggio di età vanno in una vecchia villa ristrutturata. Oz si diverte ad esplorarla e trova un carillon, sentendo la sua melodia viene portato in un'altra dimensione dove incontra una ragazza. Viene riportato alla realtà da Gil e crede che sia stato un sogno. Durante la cerimonia, mentre Oz sta pronunciando il giuramento, l'orologio risuona dopo 100 anni ed il ragazzo viene attaccato da tre persone che lo mandano nell'Abisso, accusandolo che la sua stessa esistenza è un peccato.
Questo è solo l'inizio per una trama ben più complessa ed articolata che verrà fuori piano piano e che vi farà venir voglia di sapere come va a finire.
Troppo bello per essere ancora inedito in Italia. L'ho conosciuto per caso vedendo l'anime e ho continuato a leggere il manga, che è diventato subito il mio preferito. La trama ti prende fin da subito, è ricca di intrighi e misteri. I personaggi sono caratterizzati divinamente e crescono col susseguire della storia. Ognuno ha la sua storia, un suo carattere tutto particolare. I disegni sono stupendi e devo dire che sono molto migliorati dall'inizio.
È un manga che consiglio vivamente e che è fin troppo sconosciuto, merita davvero.
Questo è solo l'inizio per una trama ben più complessa ed articolata che verrà fuori piano piano e che vi farà venir voglia di sapere come va a finire.
Troppo bello per essere ancora inedito in Italia. L'ho conosciuto per caso vedendo l'anime e ho continuato a leggere il manga, che è diventato subito il mio preferito. La trama ti prende fin da subito, è ricca di intrighi e misteri. I personaggi sono caratterizzati divinamente e crescono col susseguire della storia. Ognuno ha la sua storia, un suo carattere tutto particolare. I disegni sono stupendi e devo dire che sono molto migliorati dall'inizio.
È un manga che consiglio vivamente e che è fin troppo sconosciuto, merita davvero.
E mentre in Giappone esce il 12esimo volume, in Italia questo manga resta inedito!
<b>[Attenzione, spoiler!]</b>
La storia del manga ovviamente sta procedendo alla grande: Oz cerca ancora di capire il perché è stato gettato nell'abisso e qual è il suo peccato sopportando il fatto di essere continuamente scambiato per Jack Bezarius; Alice cerca ancora i suoi ricordi; Gilbert comincia a ricordare qualcosa della sua infanzia; Vincent, che collabora con i Baskerville, vuole "usare" Ada per poter arrivare ad Oscar e ottenere la porta dell'abisso che è in possesso della famiglia Bezarius; Break continua ad investigare su ciò che è accaduto 100 anni prima a Sabrie, perde la vista dopo uno scontro contro Zai Bezarius, il padre di Oz e scopre qualcosa sulla nascita di Oz; Sharon capisce che deve diventare più forte se vuole essere ai suoi amici e Break; Echo in realtà è Zwei (doppia personalità); i Baskerville cercano di rompere i cinque sigilli formati dal corpo di Jack Bezarius con il quale egli ha imprigionato l'anima di Glen Baskerville, suo migliore amico; comincia a farsi luce sulla storia di Glen Baskerville e Lacie, la ragazza della quale è innamorato Glen; ci viene illustrata l'inizio dell'amicizia tra Leo ed Eliot e si viene a scoprire che Eliot aveva altri fratelli più grandi di lui che vengono uccisi dal cacciatore di teste ossia la Regina di cuori che ora è ritornata per cercare altre teste...
Onestamente la trama mi sta prendendo molto! Perché Glen ha ordinato lo sterminio di Sabrie? Cos'è successo alla nascita di Oz? Chi è Lacie? Perché la Regina di cuori ce l'ha con i Nightray?
<b>[Fine spoiler.]</b>
Queste e molte altre domande mi spingono a leggere questo fantastico manga, mi ha incuriosito tantissimo! I disegni poi sono fantastici, ogni dettaglio è ben curato. Davvero un bel manga, io ve lo straconsiglio!
PS: spero di avervi incuriosito un po' con questa recensione! :)
<b>[Attenzione, spoiler!]</b>
La storia del manga ovviamente sta procedendo alla grande: Oz cerca ancora di capire il perché è stato gettato nell'abisso e qual è il suo peccato sopportando il fatto di essere continuamente scambiato per Jack Bezarius; Alice cerca ancora i suoi ricordi; Gilbert comincia a ricordare qualcosa della sua infanzia; Vincent, che collabora con i Baskerville, vuole "usare" Ada per poter arrivare ad Oscar e ottenere la porta dell'abisso che è in possesso della famiglia Bezarius; Break continua ad investigare su ciò che è accaduto 100 anni prima a Sabrie, perde la vista dopo uno scontro contro Zai Bezarius, il padre di Oz e scopre qualcosa sulla nascita di Oz; Sharon capisce che deve diventare più forte se vuole essere ai suoi amici e Break; Echo in realtà è Zwei (doppia personalità); i Baskerville cercano di rompere i cinque sigilli formati dal corpo di Jack Bezarius con il quale egli ha imprigionato l'anima di Glen Baskerville, suo migliore amico; comincia a farsi luce sulla storia di Glen Baskerville e Lacie, la ragazza della quale è innamorato Glen; ci viene illustrata l'inizio dell'amicizia tra Leo ed Eliot e si viene a scoprire che Eliot aveva altri fratelli più grandi di lui che vengono uccisi dal cacciatore di teste ossia la Regina di cuori che ora è ritornata per cercare altre teste...
Onestamente la trama mi sta prendendo molto! Perché Glen ha ordinato lo sterminio di Sabrie? Cos'è successo alla nascita di Oz? Chi è Lacie? Perché la Regina di cuori ce l'ha con i Nightray?
<b>[Fine spoiler.]</b>
Queste e molte altre domande mi spingono a leggere questo fantastico manga, mi ha incuriosito tantissimo! I disegni poi sono fantastici, ogni dettaglio è ben curato. Davvero un bel manga, io ve lo straconsiglio!
PS: spero di avervi incuriosito un po' con questa recensione! :)