Noritaka - Il re della distruzione!
Ho recuperato Noritaka solo recentemente, perchè l'ho trovato ad un ottimo prezzo su internet e, incuriosito dai disegni e dai commenti presenti su questo sito, mi sono buttato nell'acquisto.
All'inizio pensavo che fosse una via di mezzo tra uno spokon e un gag manga... ma alla prima lettura mi sono reso conto che non era proprio cosi: a mio parere di spokon ha molto poco, è più un battle shonen con una dignitosa quantità di risate.
E' un fumetto con degli alti e bassi clamorosi, dove i primi 4/6 volumi sono molto carini, con un buon mix tra gag e botte e si fanno leggere con piacere; dopo, invece, diventa noioso e monotono, con una meccanica catastrofica: un liceale (che diventa sempre più grande e grosso di volta in volta), forte in un'arte marziale, sbuca dal nulla in cerca del protagonista per sfidarlo sul ring; il nostro Sawamura va in crisi; si allena seguito dal coach del gruppo di shudo della scuola con metodi alquanto strani e opinabili; batte clamorosamente il suo sfidante tramite un mix di mosse folli e peti atomici; finito il match i due diventano amici. Questo è il trend per 14 dei 18 volumi. Dopo il volume 12 Hideo Murata, lo sceneggiatore, molla la serie e rimane tutto nelle mani di Takashi Hamori, che disegna e scrive... e tutto cambia: dal volume 14 la trama prende una piega completamente diversa e diventa un mix tra il torneo Tenkaichi e un B-movie americano degli anni '90 con tanto di attori, cantanti e personaggi dell'epoca. La cosa bella è che questo cambio di rotta non mi è dispiaciuto per niente, perchè ha spezzato la monotonia della trama buttando dentro qualcosa di talmente folle che alla fin fine risulta anche gradevole da leggere.
Alla fin dei conti a quest'opera non posso dare più del 6,5 perchè di più non li vale. E' stata una buona lettura passatempistica, tra una lettura e un'altra, che mi ha fatto ridere ma al contempo anche desiderare di buttare tutto nel caminetto di casa.
All'inizio pensavo che fosse una via di mezzo tra uno spokon e un gag manga... ma alla prima lettura mi sono reso conto che non era proprio cosi: a mio parere di spokon ha molto poco, è più un battle shonen con una dignitosa quantità di risate.
E' un fumetto con degli alti e bassi clamorosi, dove i primi 4/6 volumi sono molto carini, con un buon mix tra gag e botte e si fanno leggere con piacere; dopo, invece, diventa noioso e monotono, con una meccanica catastrofica: un liceale (che diventa sempre più grande e grosso di volta in volta), forte in un'arte marziale, sbuca dal nulla in cerca del protagonista per sfidarlo sul ring; il nostro Sawamura va in crisi; si allena seguito dal coach del gruppo di shudo della scuola con metodi alquanto strani e opinabili; batte clamorosamente il suo sfidante tramite un mix di mosse folli e peti atomici; finito il match i due diventano amici. Questo è il trend per 14 dei 18 volumi. Dopo il volume 12 Hideo Murata, lo sceneggiatore, molla la serie e rimane tutto nelle mani di Takashi Hamori, che disegna e scrive... e tutto cambia: dal volume 14 la trama prende una piega completamente diversa e diventa un mix tra il torneo Tenkaichi e un B-movie americano degli anni '90 con tanto di attori, cantanti e personaggi dell'epoca. La cosa bella è che questo cambio di rotta non mi è dispiaciuto per niente, perchè ha spezzato la monotonia della trama buttando dentro qualcosa di talmente folle che alla fin fine risulta anche gradevole da leggere.
Alla fin dei conti a quest'opera non posso dare più del 6,5 perchè di più non li vale. E' stata una buona lettura passatempistica, tra una lettura e un'altra, che mi ha fatto ridere ma al contempo anche desiderare di buttare tutto nel caminetto di casa.
Oggi vi parlo di Noritaka (in italiano "Noritaka il re della distruzione").
La trama parla di Noritaka Sawamura, ragazzino sfigato all'inverosimile, che andando alle superiori si innamorera' della sua prosperosa compagna Nakayama e verra' rifiutato perche' a quest'ultima non piaceranno i deboli. Quindi Noritaka si ritrovera' ad iscriversi al club di Muay Thai (considerato il piu' sfigato della scuola) e ad impegnarsi per diventare piu' forte.
Da qui in poi il nostro protagonista si ritrovera' coinvolto in incontri sempre piu' difficili contro atleti di varie discipline che sembreranno sempre piu' potenti.
La storia e' una sorta di parodia demenziale delle opere classiche sulle arti marziali, ovvero il classico cliche' del protagonista che non ha mai tirato un pugno in tutta la sua vita, ma con l'aiuto di un maestro bravissimo riuscira' ad esprimere a pieno il suo potenziale vincendo tornei e sconfiggendo il classico avversario fortissimo, ecc ecc.
I personaggi non sono per nulla iconici mancando di spessore, ad eccezione del nostro protagonista che invece ci suscitera' simpatia fin da subito, cosciente di essere un po' sfigato, che comunque s'impegnera' tantissimo per raggiungere i suoi obiettivi.
Le scene comiche saranno tante e svariate, arricchendo e rendendo molto gradevoli e divertenti le varie situazioni di questo personaggio. Noritaka sara' spudoratamente impulsivo riuscendosi a cacciare spesso nei guai, i suoi allenamenti saranno bizzarri ma funzionali ed i combattimenti saranno straordinariamente esilaranti.
Artisticamente parlando, i disegni potrebbero sembrare grezzi, ma cio' nonostante si incastrano bene con il contesto della storia. I personaggi verranno spesso deformati ed anche in momenti di tensione non mancheranno siparietti comici.
Unico tasto dolente e' un po' la ripetitivita' dell'avventura che potrebbe annoiare il lettore a lungo andare. La storia non avra' mai degli sviluppi sostanziali, e si avvertira' costantemente la mancanza di un level up specialmente nella conclusione.
Cio' nonostante le gags e le scene nonsense abbondano rendendo la lettura scorrevole e leggera. L'opera, anche se e' una parodia demenziale, non sara' affatto cattiva, e sicuramente piacera' agli amanti delle arti marziali.
La trama parla di Noritaka Sawamura, ragazzino sfigato all'inverosimile, che andando alle superiori si innamorera' della sua prosperosa compagna Nakayama e verra' rifiutato perche' a quest'ultima non piaceranno i deboli. Quindi Noritaka si ritrovera' ad iscriversi al club di Muay Thai (considerato il piu' sfigato della scuola) e ad impegnarsi per diventare piu' forte.
Da qui in poi il nostro protagonista si ritrovera' coinvolto in incontri sempre piu' difficili contro atleti di varie discipline che sembreranno sempre piu' potenti.
La storia e' una sorta di parodia demenziale delle opere classiche sulle arti marziali, ovvero il classico cliche' del protagonista che non ha mai tirato un pugno in tutta la sua vita, ma con l'aiuto di un maestro bravissimo riuscira' ad esprimere a pieno il suo potenziale vincendo tornei e sconfiggendo il classico avversario fortissimo, ecc ecc.
I personaggi non sono per nulla iconici mancando di spessore, ad eccezione del nostro protagonista che invece ci suscitera' simpatia fin da subito, cosciente di essere un po' sfigato, che comunque s'impegnera' tantissimo per raggiungere i suoi obiettivi.
Le scene comiche saranno tante e svariate, arricchendo e rendendo molto gradevoli e divertenti le varie situazioni di questo personaggio. Noritaka sara' spudoratamente impulsivo riuscendosi a cacciare spesso nei guai, i suoi allenamenti saranno bizzarri ma funzionali ed i combattimenti saranno straordinariamente esilaranti.
Artisticamente parlando, i disegni potrebbero sembrare grezzi, ma cio' nonostante si incastrano bene con il contesto della storia. I personaggi verranno spesso deformati ed anche in momenti di tensione non mancheranno siparietti comici.
Unico tasto dolente e' un po' la ripetitivita' dell'avventura che potrebbe annoiare il lettore a lungo andare. La storia non avra' mai degli sviluppi sostanziali, e si avvertira' costantemente la mancanza di un level up specialmente nella conclusione.
Cio' nonostante le gags e le scene nonsense abbondano rendendo la lettura scorrevole e leggera. L'opera, anche se e' una parodia demenziale, non sara' affatto cattiva, e sicuramente piacera' agli amanti delle arti marziali.
Noritaka Surawara è il tipico stereotipato ragazzo sfigato giapponese in cui tutto si concentra contro di lui (bruttezza, sfortuna, capacità di attirare le calamità, bullizzazione da parte dei compagni di classe).
Per fare colpo sulla sua bella vicina di banco che odia i deboli, s'iscrive allo scalcinato club di Muay thai della scuola, club gestito da un bizzarro vecchietto (che poi verrà rilevato essere una leggenda vivente) ed avente come unico altro allievo un ragazzo thailandese venuto in Giappone per scambi culturali.
Sotto la guida del maestro che lo sottoporrà a bizzarri ma efficaci allenamenti, il povero sfigato di turno diventerà un campione dei combattimenti sconfiggendo via via avversari sempre più forti.
La trama purtroppo soffre dell'eccessiva ripetitività tipica degli spokon, difetto a cui l'autore ovvia solo in parte rendendo sempre più avvincenti i combattimenti ed inserendo dettagliate spiegazioni sull'effetto delle tecniche portate dal protagonista illustrando al lettore anche alcuni principi medico/scientifico/religiosi tipici della cultura nipponica.
Il tratto forzatamente caricaturale dell'autore è piacevole da vedere e rispecchia a pieno tutti i canoni di uno sport da combattimento (avversari grandi e grossi, belle donne, espressioni stoiche del protagonista).
Ben inserite le citazioni anche se, logicamente, quasi tutte comprensibili solo al popolo autoctono e/o a chi in quegli anni (80/90) seguiva le performance degli atleti giapponesi nelle varie discipline da combattimento.
La gran pecca dell'opera è però l'assenza di un vero finale oltreché la via via più pesante mancanza di mordente e di idee da parte dell'autore che nell'ultima saga fa combattere la sua creatura contro caricature di personaggi famosi (Michael Jackson, Mr. Crocodile Dundee, etc etc) probabilmente sperando così di ottenere chissà quale visibilità.
Punto a sfavore è altre-sì l'assenza di un vero finale ed il fatto che dopo un po' l'opera non fa' più ridere (grave mancanza per una parodia).
Per fare colpo sulla sua bella vicina di banco che odia i deboli, s'iscrive allo scalcinato club di Muay thai della scuola, club gestito da un bizzarro vecchietto (che poi verrà rilevato essere una leggenda vivente) ed avente come unico altro allievo un ragazzo thailandese venuto in Giappone per scambi culturali.
Sotto la guida del maestro che lo sottoporrà a bizzarri ma efficaci allenamenti, il povero sfigato di turno diventerà un campione dei combattimenti sconfiggendo via via avversari sempre più forti.
La trama purtroppo soffre dell'eccessiva ripetitività tipica degli spokon, difetto a cui l'autore ovvia solo in parte rendendo sempre più avvincenti i combattimenti ed inserendo dettagliate spiegazioni sull'effetto delle tecniche portate dal protagonista illustrando al lettore anche alcuni principi medico/scientifico/religiosi tipici della cultura nipponica.
Il tratto forzatamente caricaturale dell'autore è piacevole da vedere e rispecchia a pieno tutti i canoni di uno sport da combattimento (avversari grandi e grossi, belle donne, espressioni stoiche del protagonista).
Ben inserite le citazioni anche se, logicamente, quasi tutte comprensibili solo al popolo autoctono e/o a chi in quegli anni (80/90) seguiva le performance degli atleti giapponesi nelle varie discipline da combattimento.
La gran pecca dell'opera è però l'assenza di un vero finale oltreché la via via più pesante mancanza di mordente e di idee da parte dell'autore che nell'ultima saga fa combattere la sua creatura contro caricature di personaggi famosi (Michael Jackson, Mr. Crocodile Dundee, etc etc) probabilmente sperando così di ottenere chissà quale visibilità.
Punto a sfavore è altre-sì l'assenza di un vero finale ed il fatto che dopo un po' l'opera non fa' più ridere (grave mancanza per una parodia).
Noritaka è un ragazzo debole che si innamora di una compagna di classe. Dopo esser stato soprannominato caccaman, aver iniziato le superiori e aver sentito dire dalla bella Nakayama che lei odia le persone deboli, egli decide di dare un svolta alla propria vita. Sceglie così di iscriversi al club di muay thai, dando vita a combattimenti esilaranti contro nemici sempre più forti.
Se solitamente nelle commedie sportive si alternano momenti comici, epici e verosimili, quì il mangaka punta tutto sulla risata. Gli allenamenti sono assurdi, così come i combattimenti. Ma il vero punto di forza sono le espressioni del protagonista. Inoltre il manga non annoia mai, risulta sempre scorrevole e i disegni sono puliti. Insomma, l'autore concentrandosi solo sulla comicità compie un grosso azzardo rendendo tutto più difficile, ma dimostra di saper affrontare l'argomento alla perfezione.
Noritaka però presenta due evidenti punti deboli. Il difetto minore sta nella pubblicazione dei 18 volumi, evidentemente troppi per questa serie. Per questo motivo una certa ripetitività è inevitabile. Ma il difetto più grande di quest'opera sta nei continui riferimenti riguardanti gli anni di pubblicazione, cioè i primi anni 90. Non mi sento di dare un voto più alto perchè un'opera di un certo livello dev'essere sempreverde, cioè potenzialmente fruibile da tutti e non solamente da una generazione (in questo caso quella dei quarantenni). Perfino i riferimenti più ovvi come quello riguardante il rapper MC Hammer, è difficilmente riconoscibile dai giovani d'oggi (e qui la cultura non c'entra). Proprio per questo, nei decenni a venire, Noritaka è destinato a finire nel dimenticatoio.
Se solitamente nelle commedie sportive si alternano momenti comici, epici e verosimili, quì il mangaka punta tutto sulla risata. Gli allenamenti sono assurdi, così come i combattimenti. Ma il vero punto di forza sono le espressioni del protagonista. Inoltre il manga non annoia mai, risulta sempre scorrevole e i disegni sono puliti. Insomma, l'autore concentrandosi solo sulla comicità compie un grosso azzardo rendendo tutto più difficile, ma dimostra di saper affrontare l'argomento alla perfezione.
Noritaka però presenta due evidenti punti deboli. Il difetto minore sta nella pubblicazione dei 18 volumi, evidentemente troppi per questa serie. Per questo motivo una certa ripetitività è inevitabile. Ma il difetto più grande di quest'opera sta nei continui riferimenti riguardanti gli anni di pubblicazione, cioè i primi anni 90. Non mi sento di dare un voto più alto perchè un'opera di un certo livello dev'essere sempreverde, cioè potenzialmente fruibile da tutti e non solamente da una generazione (in questo caso quella dei quarantenni). Perfino i riferimenti più ovvi come quello riguardante il rapper MC Hammer, è difficilmente riconoscibile dai giovani d'oggi (e qui la cultura non c'entra). Proprio per questo, nei decenni a venire, Noritaka è destinato a finire nel dimenticatoio.
La storia narra di un adolescente deriso e preso in giro da tutti i suoi compagni di classe delle medie, per la sfiga, per la pessima prestanza fisica negli sport e non solo, e perché se la fa addosso ogni volta che ha paura, per questo viene soprannominato “caccaman”. La tipica storia adolescenziale che hanno avuto molti di noi o alcuni dei nostri amici. Ma questa volta il nostro protagonista ha la possibilità di riscattarsi iniziando una nuova vita, ovvero quando cambia scuola per andare alle superiori. E lì incontra una ragazza di cui si innamora perdutamente e grazie a lei ed in particolare ad una sua frase: “io odio i deboli”, la sua vita cambierà totalmente e come si suol dire: la forza dell’amore può tutto. Così si prefigge di dover diventare forte, per cui decide di iscriversi all’unico club di arti marziali che lo accetta, a causa del suo fisico esile, ovvero quello della Muay Thay. Da qui iniziano le avventure del re della distruzione Noritaka Sawamura. Un mix di comicità, combattimenti, sport, amori, scuola ed anche leggeri tratti di ecchi, ma sempre con un pizzico di comicità. Senza tralasciare la novità e contemporaneità del fatto che è uno dei pochissimi manga incentrato su quella che io considero una tra le più belle arti marziali di tutti i tempi: la Muay Thai; dove anche io ho provato a cimentarmi qualche anno fa, anche se con scarsi risultati. Insomma un mix veramente vincente e molto piacevole da leggere, perfetto per un pubblico adolescenziale.
I primi dieci volumi sono da 10, poi però lo schema si ripete fino quasi ad annoiare e le vicende diventano ripetitive, le mosse ed i sistemi con cui il protagonista riesce a battere i suoi avversari degenerano, nel senso che diventano sempre più assurdi, quasi inverosimili, sembra che il mangaka abbia voluto per forza prolungare la storia inutilmente, perdendosi un po’ in un proseguo ripetitivo e banale delle vicende. Per tale motivo gli ultimi volumi ho fatto più fatica a leggerli e li considero poco sopra la sufficienza. Per questo nel complesso giudico il manga solo da 7,5, considerando anche che i disegni non sono eccelsi, in quanto il tratto è un po’ semplice ed infantile, ma comunque adeguato alla trama.
I volumi editi dalla “panini comics” sono sopra la media, con sovra copertina a colori e buona qualità di carta, il prezzo è adeguato all’edizione, considerato anche che rimane invariato nonostante i volumi finali siano composti da più pagine.
Consiglio la lettura del manga a tutti gli amanti del genere. Indicato per tutte le età.
I primi dieci volumi sono da 10, poi però lo schema si ripete fino quasi ad annoiare e le vicende diventano ripetitive, le mosse ed i sistemi con cui il protagonista riesce a battere i suoi avversari degenerano, nel senso che diventano sempre più assurdi, quasi inverosimili, sembra che il mangaka abbia voluto per forza prolungare la storia inutilmente, perdendosi un po’ in un proseguo ripetitivo e banale delle vicende. Per tale motivo gli ultimi volumi ho fatto più fatica a leggerli e li considero poco sopra la sufficienza. Per questo nel complesso giudico il manga solo da 7,5, considerando anche che i disegni non sono eccelsi, in quanto il tratto è un po’ semplice ed infantile, ma comunque adeguato alla trama.
I volumi editi dalla “panini comics” sono sopra la media, con sovra copertina a colori e buona qualità di carta, il prezzo è adeguato all’edizione, considerato anche che rimane invariato nonostante i volumi finali siano composti da più pagine.
Consiglio la lettura del manga a tutti gli amanti del genere. Indicato per tutte le età.
Fin da quando è nato il moderno "Spokon" - i cui capostipiti potrebbero essere, per sommi capi, "Tommy, la stella dei Giants" e "Attack No.1" - non sono mancate diverse parodie, talvolta anche autoalimentate, basate sui cliché o sulle scene più simboliche di questo genere, come le catene ai polsi di Mimì o il mai abbastanza venerato finale di Rocky Joe.
Negli anni '80 era il vivace protagonista di "Dash Kappei", più conosciuto in Italia con il nome di "Gigi la Trottola", a sovrastare la scena di tali parodie riscuotendo un caloroso consenso anche dal giovane pubblico italiano che, nel lontano 1983 tramite le reti regionali, ammirava la sua passione per le mutandine bianche di Anna.
Agli albori degli anni '90, però, i gusti del pubblico iniziavano a cambiare e le idee di Hideo Murata vennero trasposte dall'atipico stile di Takashi Hamori riscuotendo un buon successo a discapito della semplicità dell'opera stessa, portando così la serie di "Noritaka! - Il re della distruzione" a diventare l'erede spirituale del lavoro di Noboru Rokuda, con una delle commedie sportive più trash e memorabili del fumetto giapponese.
Il povero Cacca-Man non è altro che Noritaka Sawamura, un ragazzino sfigato come tanti - o anche molto più di altri - che decide di cambiare vita e riscattarsi delle umiliazioni subite. Gli eventi, purtroppo, non giocano a suo favore e presto torna ad essere preso in giro anche nella nuova scuola. Tuttavia, quando la bella e prosperosa Nakayama (della quale è innamorato) lo rifiuta dichiarando di odiare i deboli, in lui scatta una scintilla: iscrittosi al club di Muay Tahi (il più sfigato della scuola) il ragazzo si impegnerà per diventare un forte combattente.
Il difetto più grosso dell'opera è ben visibile già dai primi volumi. Il ragazzo è evidentemente sfigato all'inverosimile, spesso crea una reazione a catena di eventi talmente negativa da fare quasi compassione, nonostante ciò con tenacia si dedica ad allenamenti apparentemente assurdi e campati in aria per poi affrontare a viso aperto degli avversari contro i quali non ha speranze… almeno in apparenza.
Questo schema narrativo basilare e incredibilmente semplice è l'intera anima di "Noritaka!", si propone questa semplicissima idea in modo ciclico e continuo, mentre la storia si sviluppa con avversari sempre più forti ed "esotici" e dai diversi stili di combattimento (finiti gli asiatici inizieranno ad entrare in scena russi, americani e quant'altro), lasciando la labile e velleitaria parentesi sentimentale come forza motrice tra un combattimento e l'altro.
A rendere "Noritaka!" una lettura gradevole, anche davanti ad un minimalismo simile, è la sua demenziale e ilare commedia che lo anima, dove le gag trash e gli esilaranti combattimenti (da sottolineare come l'aumento di fiducia di Noritaka permetta sfumature comiche in continuo cambiamento) sono intervallati dalla stupidità innata del protagonista e gli assurdi allenamenti ai quali viene sottoposto, mentre i fan degli anni '90 potranno sollazzarsi con l'altissima quantità di citazioni presenti: si va dagli artisti asiatici dell'epoca ai manga, passando per i film americani, come Rocky, e personaggi dello sport da ogni disciplina, senza dimenticare qualche strizzata d'occhio ai manga, al panorama musicale (Mc Hammer con "U Can't Touch This" è una delle più epiche ed esilaranti) o varie ed eventuali (viene citato perfino Lessie!).
Essendo fondamentalmente uno Shounen il manga tenta comunque di trasmettere alcuni valori ai giovani lettori, ma i messaggi sulla forza e sulla volontà strappano più sorrisi che consensi, visto il contesto nel quale sono inseriti, ma per lo stesso motivo anche la sua frivola storia d'amore risulta più simpatica che forzata ed assurda, come le nozioni più serie sui combattimenti non appesantiscono la lettura, rendendola leggera e affine al genere.
Tutti i pregi nella serie collimano inaspettatamente dopo l'abbandono di Hideo Murata alla sceneggiatura, in quella che si rivela l'arco narrativo finale della serie dove, finalmente, la storia propone una maggiore originalità che premia anche la presenza di citazioni, andando a infondere alla serie una profonda atmosfera da b-movie americano anni '90/'80, tra motociclisti, camionisti arrabbiati e tanto altro. Purtroppo è il finale in sé ad apparire soprattutto deludente e frettoloso, con alcune trovare discutibili e di cattivo gusto, rendendo l'addio alla serie piuttosto sgradito e amaro.
Il tratto pesante e sporco di Takashi Hamori, ma soprattutto il suo stile sgraziato e volgare, donano ancor più forza alla commedia trash della serie grazie alle assurde espressioni dei personaggi, il fisico mingherlino di Sawamura che si deforma sotto i colpi nemici e, soprattutto, l'assurda passione per i dettagli che regala esilaranti soprese, come l'immancabile "pallina" di Sawamura che sbuca dai calzoncini, qualche dente che salta via dopo un pugno o il precedente pasto del combattente ben visibile nel suo vomito!
Non si può dire che sia un comparto grafico gradevole, elegante o elaborato, ma sicuramente l'autore incarna perfettamente lo spirito trash e sgraziato della serie e lo amplifica con un'efficacia essenziale per la riuscita del manga.
In Italia il manga è stato edito alla fine degli anni '90 dalla Comic Art che abbandonò il progetto a pochissimi numeri dalla fine. Solo 12 anni dopo la Panini Comics ha riproposto la serie in maniera integrale, in diciotto volumetti con sovraccoperta e di buona fattura, con carta grigiastra ma di elevata grammatura e senza trasparenze, usando materiali morbidi che rendono i volumetti maneggevoli ma resistenti anche se con un prezzo non proprio vantaggioso.
Sarebbe inutile negare i difetti di "Noritaka!", facilmente individuabili nella sua ripetitività narrativa disarmante e banale, ma nel complesso l'opera punta - e riesce, non dimentichiamolo - a divertire il lettore con la sua demenzialità dall'impronta tipicamente trash e volgare deridendo i cliché ed i luoghi comuni degli "Spokon", pur mantenendosi fedele ai precetti del genere, mentre si succedono risate, fiumi di citazioni firmate anni '90, combattimenti esilaranti tra i più disparati stili di combattimento per una commedia sportiva unica e indimenticabile.
Chiunque sia un fan dei manga sportivi non può perdersi questa demenziale parodia in grado di divertire ed appassionare, ma anche chi è poco avvezzo al genere potrà imbarcarsi con piacere in questa lettura, tenendo sempre a mente della debole componente narrativa che impone una lettura spezzata e mai continua, atta ad intervallarne altre, riuscendo così ad aggirare, almeno in parte, quel senso di ripetitività insito nell'opera.
Negli anni '80 era il vivace protagonista di "Dash Kappei", più conosciuto in Italia con il nome di "Gigi la Trottola", a sovrastare la scena di tali parodie riscuotendo un caloroso consenso anche dal giovane pubblico italiano che, nel lontano 1983 tramite le reti regionali, ammirava la sua passione per le mutandine bianche di Anna.
Agli albori degli anni '90, però, i gusti del pubblico iniziavano a cambiare e le idee di Hideo Murata vennero trasposte dall'atipico stile di Takashi Hamori riscuotendo un buon successo a discapito della semplicità dell'opera stessa, portando così la serie di "Noritaka! - Il re della distruzione" a diventare l'erede spirituale del lavoro di Noboru Rokuda, con una delle commedie sportive più trash e memorabili del fumetto giapponese.
Il povero Cacca-Man non è altro che Noritaka Sawamura, un ragazzino sfigato come tanti - o anche molto più di altri - che decide di cambiare vita e riscattarsi delle umiliazioni subite. Gli eventi, purtroppo, non giocano a suo favore e presto torna ad essere preso in giro anche nella nuova scuola. Tuttavia, quando la bella e prosperosa Nakayama (della quale è innamorato) lo rifiuta dichiarando di odiare i deboli, in lui scatta una scintilla: iscrittosi al club di Muay Tahi (il più sfigato della scuola) il ragazzo si impegnerà per diventare un forte combattente.
Il difetto più grosso dell'opera è ben visibile già dai primi volumi. Il ragazzo è evidentemente sfigato all'inverosimile, spesso crea una reazione a catena di eventi talmente negativa da fare quasi compassione, nonostante ciò con tenacia si dedica ad allenamenti apparentemente assurdi e campati in aria per poi affrontare a viso aperto degli avversari contro i quali non ha speranze… almeno in apparenza.
Questo schema narrativo basilare e incredibilmente semplice è l'intera anima di "Noritaka!", si propone questa semplicissima idea in modo ciclico e continuo, mentre la storia si sviluppa con avversari sempre più forti ed "esotici" e dai diversi stili di combattimento (finiti gli asiatici inizieranno ad entrare in scena russi, americani e quant'altro), lasciando la labile e velleitaria parentesi sentimentale come forza motrice tra un combattimento e l'altro.
A rendere "Noritaka!" una lettura gradevole, anche davanti ad un minimalismo simile, è la sua demenziale e ilare commedia che lo anima, dove le gag trash e gli esilaranti combattimenti (da sottolineare come l'aumento di fiducia di Noritaka permetta sfumature comiche in continuo cambiamento) sono intervallati dalla stupidità innata del protagonista e gli assurdi allenamenti ai quali viene sottoposto, mentre i fan degli anni '90 potranno sollazzarsi con l'altissima quantità di citazioni presenti: si va dagli artisti asiatici dell'epoca ai manga, passando per i film americani, come Rocky, e personaggi dello sport da ogni disciplina, senza dimenticare qualche strizzata d'occhio ai manga, al panorama musicale (Mc Hammer con "U Can't Touch This" è una delle più epiche ed esilaranti) o varie ed eventuali (viene citato perfino Lessie!).
Essendo fondamentalmente uno Shounen il manga tenta comunque di trasmettere alcuni valori ai giovani lettori, ma i messaggi sulla forza e sulla volontà strappano più sorrisi che consensi, visto il contesto nel quale sono inseriti, ma per lo stesso motivo anche la sua frivola storia d'amore risulta più simpatica che forzata ed assurda, come le nozioni più serie sui combattimenti non appesantiscono la lettura, rendendola leggera e affine al genere.
Tutti i pregi nella serie collimano inaspettatamente dopo l'abbandono di Hideo Murata alla sceneggiatura, in quella che si rivela l'arco narrativo finale della serie dove, finalmente, la storia propone una maggiore originalità che premia anche la presenza di citazioni, andando a infondere alla serie una profonda atmosfera da b-movie americano anni '90/'80, tra motociclisti, camionisti arrabbiati e tanto altro. Purtroppo è il finale in sé ad apparire soprattutto deludente e frettoloso, con alcune trovare discutibili e di cattivo gusto, rendendo l'addio alla serie piuttosto sgradito e amaro.
Il tratto pesante e sporco di Takashi Hamori, ma soprattutto il suo stile sgraziato e volgare, donano ancor più forza alla commedia trash della serie grazie alle assurde espressioni dei personaggi, il fisico mingherlino di Sawamura che si deforma sotto i colpi nemici e, soprattutto, l'assurda passione per i dettagli che regala esilaranti soprese, come l'immancabile "pallina" di Sawamura che sbuca dai calzoncini, qualche dente che salta via dopo un pugno o il precedente pasto del combattente ben visibile nel suo vomito!
Non si può dire che sia un comparto grafico gradevole, elegante o elaborato, ma sicuramente l'autore incarna perfettamente lo spirito trash e sgraziato della serie e lo amplifica con un'efficacia essenziale per la riuscita del manga.
In Italia il manga è stato edito alla fine degli anni '90 dalla Comic Art che abbandonò il progetto a pochissimi numeri dalla fine. Solo 12 anni dopo la Panini Comics ha riproposto la serie in maniera integrale, in diciotto volumetti con sovraccoperta e di buona fattura, con carta grigiastra ma di elevata grammatura e senza trasparenze, usando materiali morbidi che rendono i volumetti maneggevoli ma resistenti anche se con un prezzo non proprio vantaggioso.
Sarebbe inutile negare i difetti di "Noritaka!", facilmente individuabili nella sua ripetitività narrativa disarmante e banale, ma nel complesso l'opera punta - e riesce, non dimentichiamolo - a divertire il lettore con la sua demenzialità dall'impronta tipicamente trash e volgare deridendo i cliché ed i luoghi comuni degli "Spokon", pur mantenendosi fedele ai precetti del genere, mentre si succedono risate, fiumi di citazioni firmate anni '90, combattimenti esilaranti tra i più disparati stili di combattimento per una commedia sportiva unica e indimenticabile.
Chiunque sia un fan dei manga sportivi non può perdersi questa demenziale parodia in grado di divertire ed appassionare, ma anche chi è poco avvezzo al genere potrà imbarcarsi con piacere in questa lettura, tenendo sempre a mente della debole componente narrativa che impone una lettura spezzata e mai continua, atta ad intervallarne altre, riuscendo così ad aggirare, almeno in parte, quel senso di ripetitività insito nell'opera.
Se avete più di vent'anni, "Noritaka" probabilmente avrà in sé tutto ciò che cercate in una storia di arti marziali.
Scritta in Giappone nei primissimi anni '90, la storia di questo sfortunatissimo ragazzo che si iscrive a un club di kickboxing per far colpo sulla ragazza che gli piace e sarà costretto a subire allenamenti fuori di testa e scontri contro innumerevoli avversari, condensa infatti tanti di quegli archetipi, tanti di quei riferimenti, tanti di quei cliché (ribaltati e parodiati) da far sentire immediatamente a casa propria il lettore di una certa età.
Avete amato Street Fighter, Dragon Ball, Karate Kid, Virtua Fighter o Rocky? Eccovi un manga fuori di testa che riprende e/o anticipa tutto questo in versione demenziale.
Noritaka, il giovane protagonista della storia, sarà soggetto di continuo a sfortune di ogni tipo, dalle quali tenterà con ogni mezzo di tenersi alla larga, ma che, irrimediabilmente, gli piomberanno fra capo e collo, nella figura di svariati energumeni che incidentalmente offenderà e che sarà costretto ad affrontare su un ring, o in quella del suo pelato e baffuto allenatore o i suoi surrogati, che lo sottoporranno ad allenamenti apparentemente demenziali e privi di senso, ben più assurdi dell'ormai classico "Dai la cera, togli la cera", ma in realtà utilissimi per il suo fisico e la sua arte marziale.
La storia di questo povero ragazzo sarà dunque molto divertente, ammantata di gags ispirate, di allenamenti fuori di testa e di combattimenti furiosi contro avversari che si intendono di karate, judo, kickboxing, sumo, pugilato e moltissimi altri tipi di arti marziali, ma che vengono risolti sempre con una buona dose di ironia e demenzialità da parte dello sfortunato protagonista.
Il problema è che per i primi quindici numeri, "Noritaka" è solo questo. In ogni volume comparirà un nuovo bruto esperto di arti marziali che il protagonista cercherà di evitare ma che incidentalmente offenderà, finendo per sfidarlo o essere sfidato da lui ad un combattimento. Segue l'apparentemente insensato allenamento impartitogli dal suo coach o da chi per lui, che poi si rivelerà invece essere assai utile nel combattimento vero e proprio, dove il bruto di cui sopra verrà umiliato senza quasi riuscire a capire come mai.
Per quanto vari e divertenti possano essere gli allenamenti con le relative gags, per quanto disparate passano essere le arti marziali degli avversari di Noritaka, la noia alla lunga avanza, perché i suddetti avversari non hanno una caratterizzazione psicologica che li renda memorabili (sono solo una manica di sbruffoni) e il buon Noritaka, per quanto divertente, è totalmente sfortunato e costantemente perseguitato da queste sfortune. Dai suoi allenamenti otterrà soltanto tecniche che gli permettono di vincere, quasi per caso, i combattimenti, ma mai insegnamenti che lo porteranno a crescere nel corso della vicenda. Salvo rarissime eccezioni nella parte finale, rimane esattamente com'era all'inizio, uno sfigato succube degli eventi e della sfortuna, che combina di continuo disastri e non riesce mai a sbrogliarli se non tramite una sfida sul ring. Noritaka in testa, ma tutti gli altri personaggi a seguire, sono piatti e passivi, creati solo per far ridere, che mai crescono, maturano o offrono spunti di riflessione per il lettore. Il nostro protagonista non è Akira Yuki o Daniel-san: non cresce mai, ma rimane, dall'inizio alla fine della storia, una divertente vittima degli eventi.
Di buono c'è che il manga è infarcito fino al midollo di citazioni alla cultura popolare e sportiva dei primi anni '90/fine anni '80, da numerosi sportivi (di arti marziali e non) e atleti che vengono citati o imitati passando per Rocky, Guerre Stellari, i Blues Brothers, Street Fighter II ("Come farai a sconfiggere il formidabile atleta russo?" "Niente paura, io so già come combatterà, perchè in Street Fighter sul Nintendo c'è un combattente russo!"), fino ad arrivare persino a "Can't touch this", un popolarissimo pezzo dance dei primissimi anni '90 firmato dall'americano MC Hammer, che qui si fa protagonista di una delle scene più divertenti. Chi c'era in quel periodo, sicuramente apprezzerà, trasformando quella che di base è una lettura ripetitiva e a volte un po' noiosa in una divertente caccia alla citazione.
Fortunatamente, a pochi numeri dalla fine, le carte in tavola vengono completamente cambiate e la storia ci regala una saga interessantissima in cui Noritaka, in trasferta in America, si trova invischiato in un torneo di arti marziali e una sorta di road movie all'americana che sembra proprio uscito da una sala cinematografica degli anni '80 e che porta una ventata d'aria fresca ad una trama che stava già affogando nella ripetitività.
Il gusto per le citazioni viene quindi portato all'eccesso, fra le vicende affrontate dal nostro eroe e l'aspetto fisico dei personaggi da lui incontrati: Over the top, Strade di fuoco, I guerrieri della notte, Jean Reno, Willem Dafoe, Mr. Crocodile Dundee, Stan Hansen, la Venice Gold's Gym, Chris "Real Deal" Cormier, James Brown, Sting e i Police, Michael Jackson sono solo alcune fra le mille, divertentissime citazioni di questa saga americana, che fra rapimenti, tornei di arti marziali, gang di motociclisti, mastodontici camionisti, culturisti malvagi, rapine e donne con gli attributi offre numerosi spunti di interesse e, soprattutto, fa la gioia dei lettori che amano un certo tipo di cinematografia e di videogiochi. Si registra anche una piccola avvisaglia di crescita umana nel carattere di Noritaka e il lettore è dunque portato ad aspettare con gioia il climax del suo futuro scontro contro il colossale, carismatico e malvagio culturista R.D. ... solo per vedere tutte le sue aspettative risolversi in un buco nell'acqua nel giro di poche pagine, con l'improvvisa e insensata introduzione di un nuovo cattivo scarsamente caratterizzato e di nullo interesse per il lettore.
Il tanto atteso torneo di arti marziali, inoltre, viene risolto in quattro e quattr'otto, mostrando solo gli incontri di Noritaka e mai quelli dei suoi amici o del suo simpatico mentore americano, il gigantesco camionista Terry, che probabilmente alla fine non si sono neppure iscritti sebbene ne fossero intenzionati.
Noritaka, come abbiamo detto, alla lunga stufa e un po' di varietà e di spazio donato ad altri personaggi non avrebbe certo guastato, dando colore ad una saga che poteva dare molto e che si è purtroppo rivelata deludente aldilà delle ottime premesse iniziali.
Ciliegina sulla torta, dopo aver cercato di creare in fretta e furia un po' di interesse nel lettore verso lo scontro finale, quest'ultimo non viene mostrato e la storia viene conclusa con un flash-forward che ci informa degli esiti del torneo e dona ancora una volta prova di come Noritaka sia un povero stupido succube delle sue sfortune e non certo l'eroe che si poteva e doveva costruire man mano che la storia andava avanti.
Lo stile di disegno non è certo piacevole. Se, da un lato, è perfetto per rappresentare i vari omaccioni avversari di Noritaka, dall'altro il nostro eroe e gran parte dei personaggi di contorno avranno costantemente smorfie e facce orribili, al punto che, per gran parte della storia, l'unico personaggio ad essere esteticamente gradevole sarà Nakayama, l'interesse amoroso del nostro eroe, disegnata nel classico stile degli anni '80, ma anche lei col proseguire della storia perderà in bellezza, dato che si eccederà nel fanservice e nella dimensione del suo seno in maniera estremamente fastidiosa, mentre, di contro, migliorerà la resa dei personaggi maschili perché la loro quasi totalità sarà disegnata riprendendo in maniera abbastanza realistica (come faceva Tetsuo Hara in "Hokuto no Ken") i volti di personaggi famosi realmente esistenti.
Poteva essere un gran bel manga, "Noritaka", poteva essere una bella storia di formazione attraverso le arti marziali (come poi sarà, una decina d'anni più tardi, "History's strongest disciple Kenichi", che condivide una trama simile ma raccontata meglio), un bel "Karate Kid" su carta, ma il coach Maruyama non ha la saggezza del maestro Miyagi e Noritaka non ha la bontà e la crescita umana di Daniel-san. Il manga quindi rimane soltanto un divertissement che strappa qualche risata e fa brillare un pochino gli occhi agli ormai vecchi bambini degli anni '80/'90 intrattenendoli con citazioni a loro congeniali, facendoli interessare un pochino a una storia che sentono molto "loro" e poi deludendoli e dandogli la mazzata finale con una conclusione che è una presa in giro (soprattutto visto che il manga è stato proposto in un'edizione piuttosto spartana, anche se ricca di note esplicative molto utili, e inutilmente costosa per quello che offre).
E' un manga soltanto carino, che intrattiene e diverte per un po' ma viene a noia presto e si risolve in una bolla di sapone. Consiglio un'occhiata, magari fra qualche tempo quando si troverà la serie completa in offerta, ma solo agli appassionati di videogiochi da sala anni '90 e di film americani degli anni '80, che potranno andare in sollucchero per un po' prima di voler scaraventare il manga dalla finestra dopo aver letto l'ultimo volume.
I più giovani, già scoraggiati dai brutti disegni, non capirebbero le citazioni e si perderebbero quel poco di fascino che "Noritaka" può suscitare.
Scritta in Giappone nei primissimi anni '90, la storia di questo sfortunatissimo ragazzo che si iscrive a un club di kickboxing per far colpo sulla ragazza che gli piace e sarà costretto a subire allenamenti fuori di testa e scontri contro innumerevoli avversari, condensa infatti tanti di quegli archetipi, tanti di quei riferimenti, tanti di quei cliché (ribaltati e parodiati) da far sentire immediatamente a casa propria il lettore di una certa età.
Avete amato Street Fighter, Dragon Ball, Karate Kid, Virtua Fighter o Rocky? Eccovi un manga fuori di testa che riprende e/o anticipa tutto questo in versione demenziale.
Noritaka, il giovane protagonista della storia, sarà soggetto di continuo a sfortune di ogni tipo, dalle quali tenterà con ogni mezzo di tenersi alla larga, ma che, irrimediabilmente, gli piomberanno fra capo e collo, nella figura di svariati energumeni che incidentalmente offenderà e che sarà costretto ad affrontare su un ring, o in quella del suo pelato e baffuto allenatore o i suoi surrogati, che lo sottoporranno ad allenamenti apparentemente demenziali e privi di senso, ben più assurdi dell'ormai classico "Dai la cera, togli la cera", ma in realtà utilissimi per il suo fisico e la sua arte marziale.
La storia di questo povero ragazzo sarà dunque molto divertente, ammantata di gags ispirate, di allenamenti fuori di testa e di combattimenti furiosi contro avversari che si intendono di karate, judo, kickboxing, sumo, pugilato e moltissimi altri tipi di arti marziali, ma che vengono risolti sempre con una buona dose di ironia e demenzialità da parte dello sfortunato protagonista.
Il problema è che per i primi quindici numeri, "Noritaka" è solo questo. In ogni volume comparirà un nuovo bruto esperto di arti marziali che il protagonista cercherà di evitare ma che incidentalmente offenderà, finendo per sfidarlo o essere sfidato da lui ad un combattimento. Segue l'apparentemente insensato allenamento impartitogli dal suo coach o da chi per lui, che poi si rivelerà invece essere assai utile nel combattimento vero e proprio, dove il bruto di cui sopra verrà umiliato senza quasi riuscire a capire come mai.
Per quanto vari e divertenti possano essere gli allenamenti con le relative gags, per quanto disparate passano essere le arti marziali degli avversari di Noritaka, la noia alla lunga avanza, perché i suddetti avversari non hanno una caratterizzazione psicologica che li renda memorabili (sono solo una manica di sbruffoni) e il buon Noritaka, per quanto divertente, è totalmente sfortunato e costantemente perseguitato da queste sfortune. Dai suoi allenamenti otterrà soltanto tecniche che gli permettono di vincere, quasi per caso, i combattimenti, ma mai insegnamenti che lo porteranno a crescere nel corso della vicenda. Salvo rarissime eccezioni nella parte finale, rimane esattamente com'era all'inizio, uno sfigato succube degli eventi e della sfortuna, che combina di continuo disastri e non riesce mai a sbrogliarli se non tramite una sfida sul ring. Noritaka in testa, ma tutti gli altri personaggi a seguire, sono piatti e passivi, creati solo per far ridere, che mai crescono, maturano o offrono spunti di riflessione per il lettore. Il nostro protagonista non è Akira Yuki o Daniel-san: non cresce mai, ma rimane, dall'inizio alla fine della storia, una divertente vittima degli eventi.
Di buono c'è che il manga è infarcito fino al midollo di citazioni alla cultura popolare e sportiva dei primi anni '90/fine anni '80, da numerosi sportivi (di arti marziali e non) e atleti che vengono citati o imitati passando per Rocky, Guerre Stellari, i Blues Brothers, Street Fighter II ("Come farai a sconfiggere il formidabile atleta russo?" "Niente paura, io so già come combatterà, perchè in Street Fighter sul Nintendo c'è un combattente russo!"), fino ad arrivare persino a "Can't touch this", un popolarissimo pezzo dance dei primissimi anni '90 firmato dall'americano MC Hammer, che qui si fa protagonista di una delle scene più divertenti. Chi c'era in quel periodo, sicuramente apprezzerà, trasformando quella che di base è una lettura ripetitiva e a volte un po' noiosa in una divertente caccia alla citazione.
Fortunatamente, a pochi numeri dalla fine, le carte in tavola vengono completamente cambiate e la storia ci regala una saga interessantissima in cui Noritaka, in trasferta in America, si trova invischiato in un torneo di arti marziali e una sorta di road movie all'americana che sembra proprio uscito da una sala cinematografica degli anni '80 e che porta una ventata d'aria fresca ad una trama che stava già affogando nella ripetitività.
Il gusto per le citazioni viene quindi portato all'eccesso, fra le vicende affrontate dal nostro eroe e l'aspetto fisico dei personaggi da lui incontrati: Over the top, Strade di fuoco, I guerrieri della notte, Jean Reno, Willem Dafoe, Mr. Crocodile Dundee, Stan Hansen, la Venice Gold's Gym, Chris "Real Deal" Cormier, James Brown, Sting e i Police, Michael Jackson sono solo alcune fra le mille, divertentissime citazioni di questa saga americana, che fra rapimenti, tornei di arti marziali, gang di motociclisti, mastodontici camionisti, culturisti malvagi, rapine e donne con gli attributi offre numerosi spunti di interesse e, soprattutto, fa la gioia dei lettori che amano un certo tipo di cinematografia e di videogiochi. Si registra anche una piccola avvisaglia di crescita umana nel carattere di Noritaka e il lettore è dunque portato ad aspettare con gioia il climax del suo futuro scontro contro il colossale, carismatico e malvagio culturista R.D. ... solo per vedere tutte le sue aspettative risolversi in un buco nell'acqua nel giro di poche pagine, con l'improvvisa e insensata introduzione di un nuovo cattivo scarsamente caratterizzato e di nullo interesse per il lettore.
Il tanto atteso torneo di arti marziali, inoltre, viene risolto in quattro e quattr'otto, mostrando solo gli incontri di Noritaka e mai quelli dei suoi amici o del suo simpatico mentore americano, il gigantesco camionista Terry, che probabilmente alla fine non si sono neppure iscritti sebbene ne fossero intenzionati.
Noritaka, come abbiamo detto, alla lunga stufa e un po' di varietà e di spazio donato ad altri personaggi non avrebbe certo guastato, dando colore ad una saga che poteva dare molto e che si è purtroppo rivelata deludente aldilà delle ottime premesse iniziali.
Ciliegina sulla torta, dopo aver cercato di creare in fretta e furia un po' di interesse nel lettore verso lo scontro finale, quest'ultimo non viene mostrato e la storia viene conclusa con un flash-forward che ci informa degli esiti del torneo e dona ancora una volta prova di come Noritaka sia un povero stupido succube delle sue sfortune e non certo l'eroe che si poteva e doveva costruire man mano che la storia andava avanti.
Lo stile di disegno non è certo piacevole. Se, da un lato, è perfetto per rappresentare i vari omaccioni avversari di Noritaka, dall'altro il nostro eroe e gran parte dei personaggi di contorno avranno costantemente smorfie e facce orribili, al punto che, per gran parte della storia, l'unico personaggio ad essere esteticamente gradevole sarà Nakayama, l'interesse amoroso del nostro eroe, disegnata nel classico stile degli anni '80, ma anche lei col proseguire della storia perderà in bellezza, dato che si eccederà nel fanservice e nella dimensione del suo seno in maniera estremamente fastidiosa, mentre, di contro, migliorerà la resa dei personaggi maschili perché la loro quasi totalità sarà disegnata riprendendo in maniera abbastanza realistica (come faceva Tetsuo Hara in "Hokuto no Ken") i volti di personaggi famosi realmente esistenti.
Poteva essere un gran bel manga, "Noritaka", poteva essere una bella storia di formazione attraverso le arti marziali (come poi sarà, una decina d'anni più tardi, "History's strongest disciple Kenichi", che condivide una trama simile ma raccontata meglio), un bel "Karate Kid" su carta, ma il coach Maruyama non ha la saggezza del maestro Miyagi e Noritaka non ha la bontà e la crescita umana di Daniel-san. Il manga quindi rimane soltanto un divertissement che strappa qualche risata e fa brillare un pochino gli occhi agli ormai vecchi bambini degli anni '80/'90 intrattenendoli con citazioni a loro congeniali, facendoli interessare un pochino a una storia che sentono molto "loro" e poi deludendoli e dandogli la mazzata finale con una conclusione che è una presa in giro (soprattutto visto che il manga è stato proposto in un'edizione piuttosto spartana, anche se ricca di note esplicative molto utili, e inutilmente costosa per quello che offre).
E' un manga soltanto carino, che intrattiene e diverte per un po' ma viene a noia presto e si risolve in una bolla di sapone. Consiglio un'occhiata, magari fra qualche tempo quando si troverà la serie completa in offerta, ma solo agli appassionati di videogiochi da sala anni '90 e di film americani degli anni '80, che potranno andare in sollucchero per un po' prima di voler scaraventare il manga dalla finestra dopo aver letto l'ultimo volume.
I più giovani, già scoraggiati dai brutti disegni, non capirebbero le citazioni e si perderebbero quel poco di fascino che "Noritaka" può suscitare.
Noritaka Sawamura è il tipico ragazzo sempliciotto e sfigatello evitato da tutte le donzelle. Per conquistare il cuore e soprattutto il "corpo" della sua bellissima compagna di classe Nakayama (che odia i deboli) decide di intraprendere (non volendo fino in fondo) la via del combattimento. Respinto da tutti i club di arti marziali esistenti si vede costretto a iscriversi alla scalcinatissima palestra di shudo diretta dallo strambo coach Maruyama e che conta un solo frequentatore... un ragazzo di origini thailandesi di nome Tchan Puan. Nonostante abbia un fisico gracilino Noritaka dimostra un talento fuori dal comune e seguendo gli assurdi allenamenti di Maruyama sconfigge via via tutti i suoi avversari nei modi più disparati ed esilaranti.
Noritaka è un manga comico. Divertente in più punti (era da molti anni che non ridevo con un fumetto), strapieno di citazioni e stracolmo di parodie di personaggi famosi e meno conosciuti (soprattutto per noi occidentali). I combattimenti sono davvero inverosimili ed è questo il punto di forza di quest'opera. Peccato per il finale che ho trovato insoddisfacente. L'ultimo numero presenta anche due storie bonus di Hamori pressochè insulse che non hanno niente a che fare con Noritaka: L'Inarrestabile Suzu e Magic Boy. Consiglio il manga a tutti coloro che vogliono ridere (e non sorridere a denti stretti).
Noritaka è un manga comico. Divertente in più punti (era da molti anni che non ridevo con un fumetto), strapieno di citazioni e stracolmo di parodie di personaggi famosi e meno conosciuti (soprattutto per noi occidentali). I combattimenti sono davvero inverosimili ed è questo il punto di forza di quest'opera. Peccato per il finale che ho trovato insoddisfacente. L'ultimo numero presenta anche due storie bonus di Hamori pressochè insulse che non hanno niente a che fare con Noritaka: L'Inarrestabile Suzu e Magic Boy. Consiglio il manga a tutti coloro che vogliono ridere (e non sorridere a denti stretti).
Noritaka è un manga geniale. La trama è molto semplice: lui, adolescente sfigato colossale, il primo giorno di superiori si innamora della compagna di banco. Cerca di farsi notare in tutti i modi, ottenendo chiaramente l'effetto contrario. A un certo punto succede un imprevisto a seguito del quale la ragazza gli dice: "io odio le persone deboli". Per dimostrare che non è debole, Noritaka si iscrive al club di kickboxing. Da qui in poi parte la saga di uno dei protagonisti più devastati mai visti su carta stampata.
Punto di forza del manga sono le gag allucinanti (è un manga che fa veramente morire dal ridere), i super allenamenti (i più bizzarri possibili, alla dragon ball, eyeshield21 per intendersi) e i combattimenti con i vari "boss" degli altri club di arti marziali della scuola (che sono un qualcosa di fantastico).
Una particolarità è il disegno. Per quasi tutto il manga molto semplice, senza molti particolari (come si vede anche dalle copertine dei volumetti il protagonista è senza naso), poi durante i combattimenti lo stile di disegno cambia: diventa super particolareggiato, veramente bello, si vedono tutti i dettagli del pugno preso in faccia, del calcio parato, delle smorfie di dolore (quelle di Noritaka poi non ne parliamo).
In definitiva, storia non complicata che prende molto e che probabilmente avrà una conclusione visto il recupero della Planet; certo il prezzo 5,90 non è il massimo, ma ho visto prezzi più alti per edizioni da mani nei capelli. Consigliatissimo.
Punto di forza del manga sono le gag allucinanti (è un manga che fa veramente morire dal ridere), i super allenamenti (i più bizzarri possibili, alla dragon ball, eyeshield21 per intendersi) e i combattimenti con i vari "boss" degli altri club di arti marziali della scuola (che sono un qualcosa di fantastico).
Una particolarità è il disegno. Per quasi tutto il manga molto semplice, senza molti particolari (come si vede anche dalle copertine dei volumetti il protagonista è senza naso), poi durante i combattimenti lo stile di disegno cambia: diventa super particolareggiato, veramente bello, si vedono tutti i dettagli del pugno preso in faccia, del calcio parato, delle smorfie di dolore (quelle di Noritaka poi non ne parliamo).
In definitiva, storia non complicata che prende molto e che probabilmente avrà una conclusione visto il recupero della Planet; certo il prezzo 5,90 non è il massimo, ma ho visto prezzi più alti per edizioni da mani nei capelli. Consigliatissimo.
Noritaka Sawamura è uno sfigato, anzi LO sfigato.
Ha l’appeal ed il carisma di una polpetta di riso, il moccio che gli cola dal naso, una silhouette da manico di scopa, puzza come una fogna (visto che non si lava mai i piedi e se la fa spesso nei pantaloni), ma soprattutto ha una spaventosa innata abilità nel calamitare su di sé una grande quantità e varietà di colossali figure di merda; non a caso è riuscito a guadagnarsi l’appellativo di “caccaman” il primo giorno di scuola alle medie.
Ora che sta per cominciare le superiori, Sawamura ha però intenzione di sfruttare questo nuovo inizio per elevare il suo infimo status sociale, da verme strisciante oggetto di scherno, ad individuo rispettabile.
Ed all’inizio le cose sembrano andare bene; il ragazzo è determinato e ce la mette tutta, si è fatto un nuovo taglio di capelli, comincia a legare con degli amici ed addirittura si ritrova seduto accanto alla ragazza più carina della classe, che sembra ricambiare le sue attenzioni con simpatia. Ma la Legge di Murphy non perdona, e l'immancabile figuraccia è dietro l’angolo per il nostro Noritaka, che si vedrà subitaneamente negare la stima della bella e “dolce” Nakayama con un lapidario: “Io odio i deboli”.
Ma Sawamura ha cuore ed un'incrollabile determinazione. Così, dopo un momento di abbattimento, viene folgorato sulla via di Damasco dagli insegnamenti del grande Antonio Inoki! Realizza quindi di aver assoluto bisogno di temprare lo spirito ed il corpo, ma subentra un piccolo problema: nessun club sportivo è disposto ad accogliere un debole e scheletrico sfigato come lui.
L’ultima spiaggia è costituita da un disastrato club di arti marziali, lo shudo (avete presente la kickboxing?), la cui sede è una fatiscente baracca presieduta da uno strano allenatore e dal suo unico discepolo.
Iniziano qui le folli avventure di Noritaka Sawamura, con allenamenti assurdi atti a sviluppare il suo potenziale latente (molto latente), azzardate sfide ai club sportivi più quotati della scuola, ed una marea di calci e pugni, più ricevuti che dati a dirla tutta. Ma il nostro “eroe” è un portento ad incassare, ed ogni tanto le restituisce pure, perché Noritaka è un uomo con gli attributi… non che qualcuno possa metterlo in dubbio visto che i suoi gioielli di famiglia fan perennemente capolino dai calzoncini che gli stanno così larghi.
Non ci giriamo attorno: Noritaka è uno di quei manga che sfrutta abilmente il classico contesto scolastico e la tematica sportiva per creare una serie di situazioni comiche e demenziali che strappano facilmente più di una risata al lettore. Per intenderci, se avete apprezzato opere come Dash Kappei - Gigi la Trottola, avete un’idea abbastanza precisa di cosa stiamo parlando. Divertentissimi poi i rimandi alla relativa cinematografia di genere, come i film di Rocky o Bruce Lee.
Difetti? Qualcuno. Il più evidente è probabilmente la ripetitività e prevedibilità di alcune situazioni. Ad esempio il lettore sa benissimo che i piani imbastiti da Noritaka (come quando questi tenta di rimediare un appuntamento con la sua amata) sono inevitabilmente destinati a prendere una piega ironicamente disastrosa. Si tratta ovviamente di un canovaccio classico e ben collaudato, e dei difetti simili sono tutto sommato fisiologici in questo tipo di prodotto.
Prima di parlare di mancanza d’originalità, non dimentichiamo però che questo è un manga del 1991, ma indubbiamente è invecchiato molto bene.
I disegni rudi e senza tanti fronzoli, ben si fanno apprezzare dai lettori più smaliziati, vantando un’ottima dinamicità ed eloquenza.
La faccia di Noritaka poi è una perenne caricatura: che sia felice, abbattuto, determinato, spaventato o coperto di sangue, non gli si vedrà mai in faccia un’espressione “normale”. Questa abilità del gestire il lato demenziale nel disegno, permette proprio di infondere nel personaggio un'espressività fuori dal comune.
Venendo all’edizione Planet Manga, c’è innanzitutto da applaudire la casa editrice per questo recupero: Noritaka infatti era tra i tanti manga che vagano nel limbo delle serie interrotte, visto che la vecchia edizione Comic Art è rimasta incompleta a pochissimi capitoli dalla fine. Doppiamente gradita perciò questa riedizione, che conterà 18 volumi totali, seguendo quindi una paginazione fedele all'edizione giapponese.
L’adattamento non presenta particolari vizi o refusi, eccettuato il logo del manga che, nei primi due volumi, veniva apposto sulla prima tavola di ogni capitolo ricorrendo a brutali pecette. Fortunatamente dal terzo volume il problema scompare.
Le onomatopee non sono ridisegnate, ma presentano una discreta traduzione in piccolo nelle vicinanze; soluzione questa che dovrebbe far contenti sia i puristi che i neofiti.
Menzione d’onore alla bella grafica di copertina, decisamente elegante ed accattivante, valorizzata da una sovraccoperta ben plastificata (contrariamente a quella di edizioni come Battle Royale o Black Lagoon). Eccellente inoltre la sfogliabilità dei volumi, complice una carta dallo spessore giusto e dalla trasparenza trascurabile.
Unica vera nota dolente dell’edizione Planet Manga è il prezzo: 5.90€ per 200 pagine sono forse un po’ troppi considerando che la concorrenza, a questo prezzo, include anche extra come le pagine a colori; ma soprattutto son troppi considerando il target potenzialmente giovane di Noritaka, anche se in fondo non stiamo parlando di una serie prolissa.
Concludendo, Noritaka costituisce indubbiamente una bella chicca per chi vuol gustarsi un bel po’ di comicità d’altri tempi. Detto francamente, se siete solitamente allergici alle storie che presentano una certa ripetitività, allora vagliatene attentamente l’acquisto. Se invece gradite qualcosa che vi faccia fare un paio di grasse risate senza troppe pippe mentali, se siete soliti lamentarvi degli “shonen odierni tutti uguali” (affermazione comunque ampiamente confutabile), se non sopportate le opere con personaggi fighi e belli (invidiosi!) o se semplicemente non vi è mai capitato di leggere un manga di questo genere… allora non avete scusanti, potete mettere da parte ogni dubbio: il personaggio di Noritaka sarà anche tutto scemo, ma è dannatamente divertente.
Ha l’appeal ed il carisma di una polpetta di riso, il moccio che gli cola dal naso, una silhouette da manico di scopa, puzza come una fogna (visto che non si lava mai i piedi e se la fa spesso nei pantaloni), ma soprattutto ha una spaventosa innata abilità nel calamitare su di sé una grande quantità e varietà di colossali figure di merda; non a caso è riuscito a guadagnarsi l’appellativo di “caccaman” il primo giorno di scuola alle medie.
Ora che sta per cominciare le superiori, Sawamura ha però intenzione di sfruttare questo nuovo inizio per elevare il suo infimo status sociale, da verme strisciante oggetto di scherno, ad individuo rispettabile.
Ed all’inizio le cose sembrano andare bene; il ragazzo è determinato e ce la mette tutta, si è fatto un nuovo taglio di capelli, comincia a legare con degli amici ed addirittura si ritrova seduto accanto alla ragazza più carina della classe, che sembra ricambiare le sue attenzioni con simpatia. Ma la Legge di Murphy non perdona, e l'immancabile figuraccia è dietro l’angolo per il nostro Noritaka, che si vedrà subitaneamente negare la stima della bella e “dolce” Nakayama con un lapidario: “Io odio i deboli”.
Ma Sawamura ha cuore ed un'incrollabile determinazione. Così, dopo un momento di abbattimento, viene folgorato sulla via di Damasco dagli insegnamenti del grande Antonio Inoki! Realizza quindi di aver assoluto bisogno di temprare lo spirito ed il corpo, ma subentra un piccolo problema: nessun club sportivo è disposto ad accogliere un debole e scheletrico sfigato come lui.
L’ultima spiaggia è costituita da un disastrato club di arti marziali, lo shudo (avete presente la kickboxing?), la cui sede è una fatiscente baracca presieduta da uno strano allenatore e dal suo unico discepolo.
Iniziano qui le folli avventure di Noritaka Sawamura, con allenamenti assurdi atti a sviluppare il suo potenziale latente (molto latente), azzardate sfide ai club sportivi più quotati della scuola, ed una marea di calci e pugni, più ricevuti che dati a dirla tutta. Ma il nostro “eroe” è un portento ad incassare, ed ogni tanto le restituisce pure, perché Noritaka è un uomo con gli attributi… non che qualcuno possa metterlo in dubbio visto che i suoi gioielli di famiglia fan perennemente capolino dai calzoncini che gli stanno così larghi.
Non ci giriamo attorno: Noritaka è uno di quei manga che sfrutta abilmente il classico contesto scolastico e la tematica sportiva per creare una serie di situazioni comiche e demenziali che strappano facilmente più di una risata al lettore. Per intenderci, se avete apprezzato opere come Dash Kappei - Gigi la Trottola, avete un’idea abbastanza precisa di cosa stiamo parlando. Divertentissimi poi i rimandi alla relativa cinematografia di genere, come i film di Rocky o Bruce Lee.
Difetti? Qualcuno. Il più evidente è probabilmente la ripetitività e prevedibilità di alcune situazioni. Ad esempio il lettore sa benissimo che i piani imbastiti da Noritaka (come quando questi tenta di rimediare un appuntamento con la sua amata) sono inevitabilmente destinati a prendere una piega ironicamente disastrosa. Si tratta ovviamente di un canovaccio classico e ben collaudato, e dei difetti simili sono tutto sommato fisiologici in questo tipo di prodotto.
Prima di parlare di mancanza d’originalità, non dimentichiamo però che questo è un manga del 1991, ma indubbiamente è invecchiato molto bene.
I disegni rudi e senza tanti fronzoli, ben si fanno apprezzare dai lettori più smaliziati, vantando un’ottima dinamicità ed eloquenza.
La faccia di Noritaka poi è una perenne caricatura: che sia felice, abbattuto, determinato, spaventato o coperto di sangue, non gli si vedrà mai in faccia un’espressione “normale”. Questa abilità del gestire il lato demenziale nel disegno, permette proprio di infondere nel personaggio un'espressività fuori dal comune.
Venendo all’edizione Planet Manga, c’è innanzitutto da applaudire la casa editrice per questo recupero: Noritaka infatti era tra i tanti manga che vagano nel limbo delle serie interrotte, visto che la vecchia edizione Comic Art è rimasta incompleta a pochissimi capitoli dalla fine. Doppiamente gradita perciò questa riedizione, che conterà 18 volumi totali, seguendo quindi una paginazione fedele all'edizione giapponese.
L’adattamento non presenta particolari vizi o refusi, eccettuato il logo del manga che, nei primi due volumi, veniva apposto sulla prima tavola di ogni capitolo ricorrendo a brutali pecette. Fortunatamente dal terzo volume il problema scompare.
Le onomatopee non sono ridisegnate, ma presentano una discreta traduzione in piccolo nelle vicinanze; soluzione questa che dovrebbe far contenti sia i puristi che i neofiti.
Menzione d’onore alla bella grafica di copertina, decisamente elegante ed accattivante, valorizzata da una sovraccoperta ben plastificata (contrariamente a quella di edizioni come Battle Royale o Black Lagoon). Eccellente inoltre la sfogliabilità dei volumi, complice una carta dallo spessore giusto e dalla trasparenza trascurabile.
Unica vera nota dolente dell’edizione Planet Manga è il prezzo: 5.90€ per 200 pagine sono forse un po’ troppi considerando che la concorrenza, a questo prezzo, include anche extra come le pagine a colori; ma soprattutto son troppi considerando il target potenzialmente giovane di Noritaka, anche se in fondo non stiamo parlando di una serie prolissa.
Concludendo, Noritaka costituisce indubbiamente una bella chicca per chi vuol gustarsi un bel po’ di comicità d’altri tempi. Detto francamente, se siete solitamente allergici alle storie che presentano una certa ripetitività, allora vagliatene attentamente l’acquisto. Se invece gradite qualcosa che vi faccia fare un paio di grasse risate senza troppe pippe mentali, se siete soliti lamentarvi degli “shonen odierni tutti uguali” (affermazione comunque ampiamente confutabile), se non sopportate le opere con personaggi fighi e belli (invidiosi!) o se semplicemente non vi è mai capitato di leggere un manga di questo genere… allora non avete scusanti, potete mettere da parte ogni dubbio: il personaggio di Noritaka sarà anche tutto scemo, ma è dannatamente divertente.
Voglio che mi venga lasciato il numero 26 nei volumi letti perché io sono uno di quegli sfortunati (per non dire altro) che si sono letti 26 volumi dell'edizione Comic Art per poi vedersela troncare ad 1 solo numero dalla fine. Detto questo potete immaginarvi i miei salti di gioia nel vedere che qualcun altro aveva preso i mano i diritti e lo riproponeva al pubblico. I tempi sono cambiati, sono passati più di 10 anni da allora e se a quel tempo Noritaka era un manga "all'avanguardia" ora tanti altri lo hanno imitato ed è diventato uno dei tanti. Però io spero che tutti i lettori odierni possano ammirarlo ugualmente perché Noritaka è semplicemente un mito!
C'è un protagonista che mi ha fatto ridere così tanto? Io non credo, non me ne vengono in mente onestamente. Ogni numero è un susseguirsi di gag, di espressioni facciali che a me hanno fatto morire dal ridere allora e che continuano a farlo ancora adesso. La storia di base è bellina, niente di trascendentale, se ci fosse stato un altro personaggio probabilmente non avrebbe reso più di 4/5 numeri. Ma con Mr.Sawamura non ci si annoia veramente mai. Il disegno comincia ad essere "vecchiotto", si comprende ma potrebbe essere migliore. L'edizione è stata fatta bene, sono contento della scelta della Planet Manga, si poteva fare di meglio a livello di costo? Sì, però non chiedo nulla di più che vederlo portare a termine. Se per farlo devo pagare 5.90 euro a numero va bene. Voglio diventare fortissimo!
C'è un protagonista che mi ha fatto ridere così tanto? Io non credo, non me ne vengono in mente onestamente. Ogni numero è un susseguirsi di gag, di espressioni facciali che a me hanno fatto morire dal ridere allora e che continuano a farlo ancora adesso. La storia di base è bellina, niente di trascendentale, se ci fosse stato un altro personaggio probabilmente non avrebbe reso più di 4/5 numeri. Ma con Mr.Sawamura non ci si annoia veramente mai. Il disegno comincia ad essere "vecchiotto", si comprende ma potrebbe essere migliore. L'edizione è stata fatta bene, sono contento della scelta della Planet Manga, si poteva fare di meglio a livello di costo? Sì, però non chiedo nulla di più che vederlo portare a termine. Se per farlo devo pagare 5.90 euro a numero va bene. Voglio diventare fortissimo!
Bello e divertente, meriterebbe un 10 a mio parere, ma purtroppo essendo io un kickboxer, ovvero uno che pratica kick-boxing e un pò di muai thai, trovo che il poco di tempo per apprendere le tecniche e metterle in atto sia un'assurdità, questo aumenta la parte divertente del fumetto ma sminuisce lo sport, emi obbliga a togliere 2 punti dal voto complessivo. I disegni sono vecchio stile ma le tavole sono ben pulite, sembra ben tradotto e anche il lettering non è male, insomma se non vi da fastidio che prenda in giro lo sport leggetevelo.
... e pensare che mi ero lasciato sfuggire la prima edizione; fortuna che ho riscoperto questo titolo grazie alla (ladra) Planet Manga.
Noritaka è il manga che ho sempre desiderato leggere; non sto scherzando!
Iniziamo con l'illustrare la trama, non troppo complessa, ma ben ideata; Noritaka Sawamura è il classico adolescente quindicenne gracile e ingenuo che ha passato gli anni delle medie come fossero un inferno: deriso da tutti, era soprannominato cacca-man perfino dal professore. Ma giunto alle superiori, è deciso a cambiare le cose sul suo conto, a ottenere fama, rispetto e amore; ma la strada è molto più che in salita per lui. Innamorato della compagna di classe Nakayama, che lo considera un debole, farà di tutto per farle cambiare idea, anche se ciò comporterà durissimi allenamenti nell'unico club scolastico che lo accetta: quello della kick-boxing!
Perché è il manga che ho sempre sognato? Perché ha tutto. Ma proprio tutto! E tutto è spiegato in maniera impeccabile. Ma cominciamo dal principio.
Noritaka può essere considerato (è) uno shonen umoristico dei primissimi anni novanta; tuttavia le atmosfere che si respirano sono modernissime. Umorismo, tanto umorismo, ma non solo. Pensate che il primo volume l'ho letteralmente divorato alle 4 di mattina, e ho fatto una fatica immensa a trattenermi dalle risate che mi hanno provocato le tante riuscitissime gag sparse qua e là tra le pagine. Da morire dal ridere, ve lo assicuro!
Noritaka è però anche molto altro; come già detto è sport, amore, forza di volontà, crescita, riscatto, relazioni umane, e perfino introspezione: davvero niente male per uno shonen! Ho trovato in questo manga tante cose che in altri grandiosi fumetti orientali sportivi ho faticato a trovare; qui gli allenamenti si vivono quasi in prima persona, passo dopo passo, corsa dopo corsa, è una crescita continua: pensate che il protagonista, imparata una tecnica, è subito costretto a usarla in uno scontro, che affronterà interamente utilizzando unicamente proprio quella tecnica! E pian piano imparerà, crescerà... riuscirà infine a riscattare la sua condizione?
La vita scolastica è affrontata in maniera magistrale dall'autore Hideo Murata, bravissimo nello spiegare le buffissime e strampalate (per non dire imbarazzanti) situazioni in cui si trova il protagonista Noritaka, nonché quelle che si creano tra i personaggi.
Ultima nota sui disegni di Takashi Hamori, perfetti per il genere umoristico (i volti spesso acquistano espressioni spassosissime), ma ottimi anche per l'aspetto più serioso del manga; molto dettagliati, hanno uno stile leggermente retrò, che rende l'opera davvero stupenda dal punto di vista grafico.
Non voglio fare confronti con altri manga ben più famosi, ma Noritaka non ha nulla da invidiare a un qualsivoglia fumetto umoristico e non. È un misto di varie tematiche e divertimento, dove ci si può sbizzarrire nel cercare ovunque citazioni riguardanti altre opere.
Leggetelo, ve lo consiglio!
Noritaka è il manga che ho sempre desiderato leggere; non sto scherzando!
Iniziamo con l'illustrare la trama, non troppo complessa, ma ben ideata; Noritaka Sawamura è il classico adolescente quindicenne gracile e ingenuo che ha passato gli anni delle medie come fossero un inferno: deriso da tutti, era soprannominato cacca-man perfino dal professore. Ma giunto alle superiori, è deciso a cambiare le cose sul suo conto, a ottenere fama, rispetto e amore; ma la strada è molto più che in salita per lui. Innamorato della compagna di classe Nakayama, che lo considera un debole, farà di tutto per farle cambiare idea, anche se ciò comporterà durissimi allenamenti nell'unico club scolastico che lo accetta: quello della kick-boxing!
Perché è il manga che ho sempre sognato? Perché ha tutto. Ma proprio tutto! E tutto è spiegato in maniera impeccabile. Ma cominciamo dal principio.
Noritaka può essere considerato (è) uno shonen umoristico dei primissimi anni novanta; tuttavia le atmosfere che si respirano sono modernissime. Umorismo, tanto umorismo, ma non solo. Pensate che il primo volume l'ho letteralmente divorato alle 4 di mattina, e ho fatto una fatica immensa a trattenermi dalle risate che mi hanno provocato le tante riuscitissime gag sparse qua e là tra le pagine. Da morire dal ridere, ve lo assicuro!
Noritaka è però anche molto altro; come già detto è sport, amore, forza di volontà, crescita, riscatto, relazioni umane, e perfino introspezione: davvero niente male per uno shonen! Ho trovato in questo manga tante cose che in altri grandiosi fumetti orientali sportivi ho faticato a trovare; qui gli allenamenti si vivono quasi in prima persona, passo dopo passo, corsa dopo corsa, è una crescita continua: pensate che il protagonista, imparata una tecnica, è subito costretto a usarla in uno scontro, che affronterà interamente utilizzando unicamente proprio quella tecnica! E pian piano imparerà, crescerà... riuscirà infine a riscattare la sua condizione?
La vita scolastica è affrontata in maniera magistrale dall'autore Hideo Murata, bravissimo nello spiegare le buffissime e strampalate (per non dire imbarazzanti) situazioni in cui si trova il protagonista Noritaka, nonché quelle che si creano tra i personaggi.
Ultima nota sui disegni di Takashi Hamori, perfetti per il genere umoristico (i volti spesso acquistano espressioni spassosissime), ma ottimi anche per l'aspetto più serioso del manga; molto dettagliati, hanno uno stile leggermente retrò, che rende l'opera davvero stupenda dal punto di vista grafico.
Non voglio fare confronti con altri manga ben più famosi, ma Noritaka non ha nulla da invidiare a un qualsivoglia fumetto umoristico e non. È un misto di varie tematiche e divertimento, dove ci si può sbizzarrire nel cercare ovunque citazioni riguardanti altre opere.
Leggetelo, ve lo consiglio!
So già cosa state pensando: "RyOGo come al solito quando da 10 esagera, il suo 10 vale l'8 degli altri". Stavolta no.
Questo 10 vale 10, ovvero il massimo possibile sulla scala dei voti, non lo dico da fan, lo dico dopo un analisi attenta di quello che definisco il miglior mix mai visto in uno shonen... ma andiamo per ordine.
La trama parla di questo ragazzo, debole e sfigato, che vuole far colpo sulla sua compagna di scuola, sa che a lei piacciono i tipi sportivi, quindi prova ad entrare in QUALSIASI club sportivo scolastico, ma senza successo. Poi, rassegnato, trova un vecchio insegnante e un allievo coreano, e scopre di essere capitato nel "club di tecniche di combattimento miste", e ne diviene parte. Da qui, tutto ciò che adorate degli shonen, qualsiasi shonen sia, lo troverete, solo il fanservice è ridotto al minimo, essendo una serie datata, ma direi che quel poco si lascia apprezzare maggiormente.
Cosa attira di uno shonen vecchia scuola? Gli allenamenti che formano il protagonista, e qui ce ne sono una marea... solo che si mescolano con un altro genere di shonen ormai dimenticato: la parodia citazionistica. Combinate Dragon Ball con Eyeshield21 e soprattutto Dr. Slump & Arale, e otterrete una vaga idea di quanto questo manga sia fuori di testa... con una piccola nota: gli allenamenti non solo sono assurdi al solo pensiero, ma sono fattibili nella realtà, e sarebbero anche utili se qualcuno li realizzasse! Pensavate di aver visto il peggior trash con "dai la cera, togli la cera"? Preparatevi a qualcosa di decisamente più folle...
Torniamo alle gag: certo, si basano sul classico stereotipo delle incomprensioni, ma non ho mai visto tale espediente utilizzato in questo modo, soprattutto col procedere degli anni e delle letture di varie tipologie di manga, se poi contiamo che il protagonista è buffo solo a guardarlo (dai, ditemi che non vi siete messi a ridere vedendo le copertine) e che è sfigato forte, potete immaginarvi come l'allegria non manchi.
Altro elemento tipico shonen: i combattimenti. E dopo aver letto del primo, non potrete fare a meno di chiedervi che razza di trovate si inventerà l'autore dopo l'assurdità che avrete appena letto... sì, anche lì, pensate a un omino basso e gracile che combatte contro un bestione, e dopo pochissimo allenamento. Può farcela? Certo, ma qui vedrete delle cose che nemmeno il più caparbio Rock Lee farebbe mai... Col proseguire le cose non è che saranno tanto diverse, sia chiaro, ed è qui il bello: Noritaka è sempre in svantaggio contro i suoi avversari, sia per fisico che per esperienza di lotta. Unitegli elementi già descritti sopra e forse capirete perché è uno dei miei manga preferiti.
Finiamo col parlare dei disegni: è un manga datato, e in effetti come tratto può non piacere a prima vista, eppure è particolareggiato e pulito; da notare come Noritaka non è mai, dico MAI rappresentato seriamente, con un campionario di espressioni facciali da riuscire a battere addirittura One Piece... sì, è incredibile, eppure è la verità. Riguardo alla scorrevolezza, direi che si lascia leggere che è un piacere.
Insomma, se cercate uno shonen davvero valido, è un acquisto obbligato, e forse capirete perché non sono e non sarò mai un fan di Dragon Ball e di One Piece (senza nulla togliere alle due opere magne del fumetto, sia chiaro).
Questo 10 vale 10, ovvero il massimo possibile sulla scala dei voti, non lo dico da fan, lo dico dopo un analisi attenta di quello che definisco il miglior mix mai visto in uno shonen... ma andiamo per ordine.
La trama parla di questo ragazzo, debole e sfigato, che vuole far colpo sulla sua compagna di scuola, sa che a lei piacciono i tipi sportivi, quindi prova ad entrare in QUALSIASI club sportivo scolastico, ma senza successo. Poi, rassegnato, trova un vecchio insegnante e un allievo coreano, e scopre di essere capitato nel "club di tecniche di combattimento miste", e ne diviene parte. Da qui, tutto ciò che adorate degli shonen, qualsiasi shonen sia, lo troverete, solo il fanservice è ridotto al minimo, essendo una serie datata, ma direi che quel poco si lascia apprezzare maggiormente.
Cosa attira di uno shonen vecchia scuola? Gli allenamenti che formano il protagonista, e qui ce ne sono una marea... solo che si mescolano con un altro genere di shonen ormai dimenticato: la parodia citazionistica. Combinate Dragon Ball con Eyeshield21 e soprattutto Dr. Slump & Arale, e otterrete una vaga idea di quanto questo manga sia fuori di testa... con una piccola nota: gli allenamenti non solo sono assurdi al solo pensiero, ma sono fattibili nella realtà, e sarebbero anche utili se qualcuno li realizzasse! Pensavate di aver visto il peggior trash con "dai la cera, togli la cera"? Preparatevi a qualcosa di decisamente più folle...
Torniamo alle gag: certo, si basano sul classico stereotipo delle incomprensioni, ma non ho mai visto tale espediente utilizzato in questo modo, soprattutto col procedere degli anni e delle letture di varie tipologie di manga, se poi contiamo che il protagonista è buffo solo a guardarlo (dai, ditemi che non vi siete messi a ridere vedendo le copertine) e che è sfigato forte, potete immaginarvi come l'allegria non manchi.
Altro elemento tipico shonen: i combattimenti. E dopo aver letto del primo, non potrete fare a meno di chiedervi che razza di trovate si inventerà l'autore dopo l'assurdità che avrete appena letto... sì, anche lì, pensate a un omino basso e gracile che combatte contro un bestione, e dopo pochissimo allenamento. Può farcela? Certo, ma qui vedrete delle cose che nemmeno il più caparbio Rock Lee farebbe mai... Col proseguire le cose non è che saranno tanto diverse, sia chiaro, ed è qui il bello: Noritaka è sempre in svantaggio contro i suoi avversari, sia per fisico che per esperienza di lotta. Unitegli elementi già descritti sopra e forse capirete perché è uno dei miei manga preferiti.
Finiamo col parlare dei disegni: è un manga datato, e in effetti come tratto può non piacere a prima vista, eppure è particolareggiato e pulito; da notare come Noritaka non è mai, dico MAI rappresentato seriamente, con un campionario di espressioni facciali da riuscire a battere addirittura One Piece... sì, è incredibile, eppure è la verità. Riguardo alla scorrevolezza, direi che si lascia leggere che è un piacere.
Insomma, se cercate uno shonen davvero valido, è un acquisto obbligato, e forse capirete perché non sono e non sarò mai un fan di Dragon Ball e di One Piece (senza nulla togliere alle due opere magne del fumetto, sia chiaro).