Mai la ragazza psichica
Attenzione, possibili spoiler
Quando mi trovo di fronte a opere come "Mai la ragazza psichica" non posso fare a meno di provare imbarazzo per tutte le persone coinvolte nella loro realizzazione, al punto che recensirle diventa quasi una forma di accanimento terapeutico. Se adesso sto scrivendo queste righe è perché ritengo che siffatto pastrocchio si sarebbe potuto evitare con piccoli e semplici accorgimenti che dovrebbero essere alla portata di qualsiasi autore e che invece Kazuya Kudo parrebbe non aver mai sentito nominare, manco fosse uno dei lamantini a cui, secondo "South Park", dobbiamo le gag de "I Griffin". Solo che "I Griffin" si ripropone di far ridere, mentre questo manga no.
Mai Kuju è una "normale ragazza psichica" dei giorni nostri, che si diverte a utilizzare i propri poteri per rompere la monotonia della sua vita da adolescente tutta casa, amiche e scuola. Quando una sera a cena racconta al padre Shuichi dello strano test di intelligenza a cui è stata sottoposta e degli uomini che l'hanno seguita quello stesso pomeriggio, quest'ultimo capisce subito che i due fatti sono collegati e che occorre impedire a chiunque si celi dietro a questa congiura di sfruttare le sue straordinarie capacità per il proprio tornaconto. A Mai, ignara di tutto, non pare vero che il suo adorato papà abbia deciso improvvisamente di portarla in vacanza; ben presto, tuttavia, scoprirà di essere finita nel mirino della Wisdom Alliance, una potentissima, misteriosa organizzazione che mira a fare di lei e degli altri esper di tutto il mondo la progenie di una nuova razza illuminata.
Non ho i poteri di Mai, ma posso assicurarvi che la maggior parte delle vostre domande riguardo alla trama ha come risposta "perché sì" o "va' a capire". Perché Shuichi è sicurissimo che dietro a tutto vi sia la Wisdom Alliance, di cui peraltro conosce vita, morte e miracoli senza apparente motivo? Perché sì. Perché quest'ultima si riunisce in un tetro castello sul Massiccio del Giura che ricorda il Quartier Generale del Partito Repubblicano di Springfield quando potrebbe usufruire dell'anonimato molto chic di un grattacielo newyorkese? E perché pur essendo così influente da fare da tramite nelle più delicate faccende di politica estera non riesce a catturare una ragazzina che invece di usare i suoi poteri per salvarsi fa fare tutto al padre "babbano" - ma profondo conoscitore delle arti marziali, comprese quelle cadute in disuso da secoli - e ai vari amici incontrati lungo la strada? Va' a capire. E ancora: se questo è un manga di esper cosa c'entrano i mutanti, ivi presenti nella persona (?) di Tsukiro, lo yeti/bodyguard/spaventapasseri da passeggio sul libro paga di un'agenzia affiliata alla W.A.?
Potrei andare avanti così per un pezzo, ma mi pare di aver reso l'idea. Tra sequenze convulse, botte da orbi, occasioni sprecate, "narm" che si taglia a fette (ovvero scene drammatiche rese in maniera tale da risultare involontariamente ridicole), odiosissimi "info-rigurgiti", buchi narrativi e quello che dev'essere uno dei finali più tirati via della storia, più che una sceneggiatura quella di Kudo sembra un retino da pesca per bambini dalle maglie ormai ridotte a un colabrodo, buono a raccogliere soltanto alghe e rifiuti di vario genere.
Con simili premesse è lecito presumere che anche la psicologia dei personaggi lasci piuttosto a desiderare, difatti la maggior parte di loro è tristemente non pervenuta; Mai, invece, così idealista ed ingenua da sconfinare talvolta nell'imbecillità, viene calata a forza in un ruolo da Mary Sue che non le appartiene. Tra gli antagonisti - tre dei quali addirittura introdotti nell'ultimo volume con le conseguenze che potete immaginare - si distingue soltanto Turm Garten, enfant terrible della Germania dell'Est che, al contrario della nostra eroina, non si fa il minimo scrupolo nel servirsi dei propri poteri per scopi puramente personali.
Come si poteva fare per impedire al manga di prendere una simile piega? Innanzitutto sarebbe stata auspicabile una gestione più funzionale del ritmo da imporre alla storia, che parte di gran carriera senza neppure sapere dov'è diretta per poi trascinarsi fino alla fine giocando a campana tra un cratere e l'altro. Dopodiché si sarebbe potuto rendere la sceneggiatura più interessante grazie a un miglior utilizzo del mostrato e del raccontato e di tecniche narrative quali l'analessi e la prolessi, in modo da garantire una tensione costante.
A fronte di un simile guazzabuglio un Ryoichi Ikegami ancora implume fa del suo meglio per distogliere l'attenzione del lettore dalla farraginosità del concept, cercando di comprarselo a suon di bei paesaggi e di fanservice; inutile dire che non attacca. Le tavole, inoltre, risultano molto mal costruite, circostanza che non aiuta di certo a capire cosa sta succedendo. Poi analizzi il tutto con calma e ti rendi conto che si tratta dell'ennesima fuga con tanto di scazzottata alla Bud Spencer e Terence Hill e che, non essendo un esper, devi accontentarti di esprimere il tuo disappunto per mezzo di inusuali e pittoreschi epiteti inventati sul momento o di una recensione. Per tutti questi motivi il mio voto è 5, con un calcio nel sedere come unica buonuscita.
Quando mi trovo di fronte a opere come "Mai la ragazza psichica" non posso fare a meno di provare imbarazzo per tutte le persone coinvolte nella loro realizzazione, al punto che recensirle diventa quasi una forma di accanimento terapeutico. Se adesso sto scrivendo queste righe è perché ritengo che siffatto pastrocchio si sarebbe potuto evitare con piccoli e semplici accorgimenti che dovrebbero essere alla portata di qualsiasi autore e che invece Kazuya Kudo parrebbe non aver mai sentito nominare, manco fosse uno dei lamantini a cui, secondo "South Park", dobbiamo le gag de "I Griffin". Solo che "I Griffin" si ripropone di far ridere, mentre questo manga no.
Mai Kuju è una "normale ragazza psichica" dei giorni nostri, che si diverte a utilizzare i propri poteri per rompere la monotonia della sua vita da adolescente tutta casa, amiche e scuola. Quando una sera a cena racconta al padre Shuichi dello strano test di intelligenza a cui è stata sottoposta e degli uomini che l'hanno seguita quello stesso pomeriggio, quest'ultimo capisce subito che i due fatti sono collegati e che occorre impedire a chiunque si celi dietro a questa congiura di sfruttare le sue straordinarie capacità per il proprio tornaconto. A Mai, ignara di tutto, non pare vero che il suo adorato papà abbia deciso improvvisamente di portarla in vacanza; ben presto, tuttavia, scoprirà di essere finita nel mirino della Wisdom Alliance, una potentissima, misteriosa organizzazione che mira a fare di lei e degli altri esper di tutto il mondo la progenie di una nuova razza illuminata.
Non ho i poteri di Mai, ma posso assicurarvi che la maggior parte delle vostre domande riguardo alla trama ha come risposta "perché sì" o "va' a capire". Perché Shuichi è sicurissimo che dietro a tutto vi sia la Wisdom Alliance, di cui peraltro conosce vita, morte e miracoli senza apparente motivo? Perché sì. Perché quest'ultima si riunisce in un tetro castello sul Massiccio del Giura che ricorda il Quartier Generale del Partito Repubblicano di Springfield quando potrebbe usufruire dell'anonimato molto chic di un grattacielo newyorkese? E perché pur essendo così influente da fare da tramite nelle più delicate faccende di politica estera non riesce a catturare una ragazzina che invece di usare i suoi poteri per salvarsi fa fare tutto al padre "babbano" - ma profondo conoscitore delle arti marziali, comprese quelle cadute in disuso da secoli - e ai vari amici incontrati lungo la strada? Va' a capire. E ancora: se questo è un manga di esper cosa c'entrano i mutanti, ivi presenti nella persona (?) di Tsukiro, lo yeti/bodyguard/spaventapasseri da passeggio sul libro paga di un'agenzia affiliata alla W.A.?
Potrei andare avanti così per un pezzo, ma mi pare di aver reso l'idea. Tra sequenze convulse, botte da orbi, occasioni sprecate, "narm" che si taglia a fette (ovvero scene drammatiche rese in maniera tale da risultare involontariamente ridicole), odiosissimi "info-rigurgiti", buchi narrativi e quello che dev'essere uno dei finali più tirati via della storia, più che una sceneggiatura quella di Kudo sembra un retino da pesca per bambini dalle maglie ormai ridotte a un colabrodo, buono a raccogliere soltanto alghe e rifiuti di vario genere.
Con simili premesse è lecito presumere che anche la psicologia dei personaggi lasci piuttosto a desiderare, difatti la maggior parte di loro è tristemente non pervenuta; Mai, invece, così idealista ed ingenua da sconfinare talvolta nell'imbecillità, viene calata a forza in un ruolo da Mary Sue che non le appartiene. Tra gli antagonisti - tre dei quali addirittura introdotti nell'ultimo volume con le conseguenze che potete immaginare - si distingue soltanto Turm Garten, enfant terrible della Germania dell'Est che, al contrario della nostra eroina, non si fa il minimo scrupolo nel servirsi dei propri poteri per scopi puramente personali.
Come si poteva fare per impedire al manga di prendere una simile piega? Innanzitutto sarebbe stata auspicabile una gestione più funzionale del ritmo da imporre alla storia, che parte di gran carriera senza neppure sapere dov'è diretta per poi trascinarsi fino alla fine giocando a campana tra un cratere e l'altro. Dopodiché si sarebbe potuto rendere la sceneggiatura più interessante grazie a un miglior utilizzo del mostrato e del raccontato e di tecniche narrative quali l'analessi e la prolessi, in modo da garantire una tensione costante.
A fronte di un simile guazzabuglio un Ryoichi Ikegami ancora implume fa del suo meglio per distogliere l'attenzione del lettore dalla farraginosità del concept, cercando di comprarselo a suon di bei paesaggi e di fanservice; inutile dire che non attacca. Le tavole, inoltre, risultano molto mal costruite, circostanza che non aiuta di certo a capire cosa sta succedendo. Poi analizzi il tutto con calma e ti rendi conto che si tratta dell'ennesima fuga con tanto di scazzottata alla Bud Spencer e Terence Hill e che, non essendo un esper, devi accontentarti di esprimere il tuo disappunto per mezzo di inusuali e pittoreschi epiteti inventati sul momento o di una recensione. Per tutti questi motivi il mio voto è 5, con un calcio nel sedere come unica buonuscita.
La Wisdom Alliance è un'organizzazione così potente che è riuscita a convincere lo stato di Israele a rinunciare per sempre al diritto di utilizzare le sue cinque bombe atomiche come strumento di attacco preventivo, impresa nella quale avevano già fallito in passato sia gli Stati Uniti che l'Unione Sovietica. Un'organizzazione segreta internazionale che controlla da dietro le quinte l'ordine mondiale.
Ebbene, signore e signori, questa fantomatica Wisdom Alliance non riesce a catturare una stramaledettissima 14enne. The show must go on, la trama deve avanzare e il lettore tralascia questa imbarazzante situazione per continuare la lettura. Riecco gli uomini in nero circondare la mocciosa! Ma lei riesce a salvarsi grazie all'intervento del padre, Shuichi Kuji, un'importante impresario spesso in viaggio per il mondo, esperto di una potente tecnica di combattimento. Basterebbe un singolo proiettile per levarselo di torno ma no, tutti i tizi della Wisdom gli vanno incontro a mani nude, con la vana speranza di poter vincere.
Perché i signori del Nuovo Ordine Mondiale cercano di catturare una ragazzina? Perché Mai Kuju possiede dei poteri psicocinetici che le derivano dall'essere l'ultima discendente di una stirpe di donne cresciute per preservare, grazie alle loro facoltà, la pace nel mondo. Ebbene, i potenti della Terra vogliono utilizzare tali poteri in ambito militare, creano quindi un database che registra l'indice psicocinetico di ogni individuo sulla faccia del pianeta, e quelli che totalizzano i punteggi migliori (ottenuti tramite finti test per calcolare il quoziente intellettivo) vengono rapiti e studiati.
Iniziate la lettura di questo manga con un ampio respiro, perché l'autore ci trasporta fin da subito nell'azione, tra fughe e scazzottate. Fughe e scazzottate, potrebbe essere un esauriente riassunto. In questo manga chiunque conosce le arti marziali, e per quanto riguarda gli antagonisti, qualcuno potrebbe avanzare l'ipotesi che non utilizzino armi da fuoco per evitare di uccidere la preziosa esper, ma in tal caso non si poteva risolvere la faccenda con un taser o dello spray al peperoncino? No, al massimo un arco e un tirapugni chiodato.
Strano sia stata scelta questa strada, perché Kazuya Kudo dà il meglio di sé nelle scene lente, prive di azione. I combattimenti tolgono credibilità all'opera, certe scene sono talmente esagerate che sembra di rivedere "Ken il guerriero", inoltre anche il disegnatore Ryoichi Ikegami ci mette del suo con dei combattimenti confusi. Ma poi si pente e ci regala degli splendidi paesaggi. Comunque niente a che vedere con "Sanctuary", per esempio.
"Mai la ragazza psichica" doveva giocare su una maggiore introspezione psicologica dei personaggi. Per esempio offre una riuscita rappresentazione della fragilità di un'adolescente, e inoltre, cosa non dico unica ma quantomeno rara, gli altri personaggi trattano una ragazzina da ragazzina.
I rapporti tra i personaggi trasportano il lettore, ma il problema è che ci sono pochi momenti per approfondirli. Un posto di riguardo lo ha la psiche di Mai, ma anche qua non si scende eccessivamente nei dettagli.
Certi aspetti della trama vengono sviluppati ma non conclusi, oppure ciò avviene ma in modo frettoloso e sbrigativo, e la sensazione che ti raggiunge durante gli ultimi capitoli è quella di una conclusione prematura, tutto ciò che è stato precedentemente costruito esplode in una bolla di sapone, lasciando con il nulla cosmico tra le mani. Non è una lettura che arricchisce, non è una lettura che appassiona, è un "qualcosa" di informe: avrebbe potuto far leva su questo, avrebbe potuto approfondire quello, avrebbe potuto sottolineare il rapporto tra tizio e caio, il festival dei potrebbe.
Troppe coincidenze: la trama si presenta in modo molto spesso inverosimile, per sfociare poi in una situazione stile "da grandi poteri derivano grandi responsabilità" con scene alla "X-Men" con gli occhi a mandorla. Laddove il climax dovrebbe cominciare a svolgere il suo ruolo, l'interesse del lettore viene meno, rendendo la lettura faticosa e noiosa. Sebbene possa sembrare duro, non è un'opera da buttare in toto, ma di certo si rivela un'occasione mancata.
Ebbene, signore e signori, questa fantomatica Wisdom Alliance non riesce a catturare una stramaledettissima 14enne. The show must go on, la trama deve avanzare e il lettore tralascia questa imbarazzante situazione per continuare la lettura. Riecco gli uomini in nero circondare la mocciosa! Ma lei riesce a salvarsi grazie all'intervento del padre, Shuichi Kuji, un'importante impresario spesso in viaggio per il mondo, esperto di una potente tecnica di combattimento. Basterebbe un singolo proiettile per levarselo di torno ma no, tutti i tizi della Wisdom gli vanno incontro a mani nude, con la vana speranza di poter vincere.
Perché i signori del Nuovo Ordine Mondiale cercano di catturare una ragazzina? Perché Mai Kuju possiede dei poteri psicocinetici che le derivano dall'essere l'ultima discendente di una stirpe di donne cresciute per preservare, grazie alle loro facoltà, la pace nel mondo. Ebbene, i potenti della Terra vogliono utilizzare tali poteri in ambito militare, creano quindi un database che registra l'indice psicocinetico di ogni individuo sulla faccia del pianeta, e quelli che totalizzano i punteggi migliori (ottenuti tramite finti test per calcolare il quoziente intellettivo) vengono rapiti e studiati.
Iniziate la lettura di questo manga con un ampio respiro, perché l'autore ci trasporta fin da subito nell'azione, tra fughe e scazzottate. Fughe e scazzottate, potrebbe essere un esauriente riassunto. In questo manga chiunque conosce le arti marziali, e per quanto riguarda gli antagonisti, qualcuno potrebbe avanzare l'ipotesi che non utilizzino armi da fuoco per evitare di uccidere la preziosa esper, ma in tal caso non si poteva risolvere la faccenda con un taser o dello spray al peperoncino? No, al massimo un arco e un tirapugni chiodato.
Strano sia stata scelta questa strada, perché Kazuya Kudo dà il meglio di sé nelle scene lente, prive di azione. I combattimenti tolgono credibilità all'opera, certe scene sono talmente esagerate che sembra di rivedere "Ken il guerriero", inoltre anche il disegnatore Ryoichi Ikegami ci mette del suo con dei combattimenti confusi. Ma poi si pente e ci regala degli splendidi paesaggi. Comunque niente a che vedere con "Sanctuary", per esempio.
"Mai la ragazza psichica" doveva giocare su una maggiore introspezione psicologica dei personaggi. Per esempio offre una riuscita rappresentazione della fragilità di un'adolescente, e inoltre, cosa non dico unica ma quantomeno rara, gli altri personaggi trattano una ragazzina da ragazzina.
I rapporti tra i personaggi trasportano il lettore, ma il problema è che ci sono pochi momenti per approfondirli. Un posto di riguardo lo ha la psiche di Mai, ma anche qua non si scende eccessivamente nei dettagli.
Certi aspetti della trama vengono sviluppati ma non conclusi, oppure ciò avviene ma in modo frettoloso e sbrigativo, e la sensazione che ti raggiunge durante gli ultimi capitoli è quella di una conclusione prematura, tutto ciò che è stato precedentemente costruito esplode in una bolla di sapone, lasciando con il nulla cosmico tra le mani. Non è una lettura che arricchisce, non è una lettura che appassiona, è un "qualcosa" di informe: avrebbe potuto far leva su questo, avrebbe potuto approfondire quello, avrebbe potuto sottolineare il rapporto tra tizio e caio, il festival dei potrebbe.
Troppe coincidenze: la trama si presenta in modo molto spesso inverosimile, per sfociare poi in una situazione stile "da grandi poteri derivano grandi responsabilità" con scene alla "X-Men" con gli occhi a mandorla. Laddove il climax dovrebbe cominciare a svolgere il suo ruolo, l'interesse del lettore viene meno, rendendo la lettura faticosa e noiosa. Sebbene possa sembrare duro, non è un'opera da buttare in toto, ma di certo si rivela un'occasione mancata.
Vi è mai capitato di leggere una serie che sarebbe potuta diventare un capolavoro e invece, per colpa di qualche difetto, non è stato così? Beh, a me è capitato proprio con "Mai la ragazza psichica".
La trama, ad esempio, era parecchio interessante. Ma quello che conta e che rende una serie memorabile o meno non è tanto l'originalità della storia, quanto i dettagli. Purtroppo in questo manga i dettagli sono stati piuttosto deludenti, e quindi tutta la serie ne ha risentito. Passi per qualche piccola ingenuità, come l'approssimazione con cui si parla di informatica, o l'alto numero di esperti in arti marziali... ma non si può passare sopra ad un ritmo troppo veloce. La prima parte ne è l'emblema: già dal secondo capitolo, più o meno, il lettore viene catapultato nell'azione senza neanche aver inquadrato bene i protagonisti. La divisione in volumi della Planet Manga migliora la situazione: per una volta il problema di fondo non è della casa editrice quanto, purtroppo, del prodotto stesso. In seguito, con l'introduzione del personaggio di Garten, il lettore può tirare il fiato; ma verso il finale la situazione precipita di nuovo. Gli autori vogliono sintetizzare tutto quanto, ma così tralasciano l'introspezione psicologica. Non si ha il tempo di affezionarsi ai personaggi, di provare empatia per loro, perché potrebbero sparire con la stessa velocità con cui sono arrivati. Soltanto i cosiddetti antagonisti hanno un buon livello di introspezione psicologica, ma devo dire che ho visto di meglio.
A leggere questa recensione sembra che il manga abbia un sacco di difetti; e ne ha, infatti. Eppure il voto è abbastanza alto: perché? Per prima cosa perché è un prodotto interessante: essendo una serie vecchia, ideata e ambientata negli anni '80, si può vedere la mentalità dell'epoca. Ad esempio si vede la paura nei confronti della DDR (Garten, la maggiore antagonista, viene guarda caso da lì), di una guerra nucleare tra le due superpotenze, oppure la speranza nei confronti dell'informatica. Inoltre i disegni sono molto belli e realistici, e anche "psichedelici" al punto giusto. Insomma, non tutto in questa serie è brutto o difettoso. Il problema che ciò che è brutto o difettoso rovina tutto il resto, e azzoppa quella che, seriamente, poteva diventare un piccolo grande capolavoro dei manga.
La trama, ad esempio, era parecchio interessante. Ma quello che conta e che rende una serie memorabile o meno non è tanto l'originalità della storia, quanto i dettagli. Purtroppo in questo manga i dettagli sono stati piuttosto deludenti, e quindi tutta la serie ne ha risentito. Passi per qualche piccola ingenuità, come l'approssimazione con cui si parla di informatica, o l'alto numero di esperti in arti marziali... ma non si può passare sopra ad un ritmo troppo veloce. La prima parte ne è l'emblema: già dal secondo capitolo, più o meno, il lettore viene catapultato nell'azione senza neanche aver inquadrato bene i protagonisti. La divisione in volumi della Planet Manga migliora la situazione: per una volta il problema di fondo non è della casa editrice quanto, purtroppo, del prodotto stesso. In seguito, con l'introduzione del personaggio di Garten, il lettore può tirare il fiato; ma verso il finale la situazione precipita di nuovo. Gli autori vogliono sintetizzare tutto quanto, ma così tralasciano l'introspezione psicologica. Non si ha il tempo di affezionarsi ai personaggi, di provare empatia per loro, perché potrebbero sparire con la stessa velocità con cui sono arrivati. Soltanto i cosiddetti antagonisti hanno un buon livello di introspezione psicologica, ma devo dire che ho visto di meglio.
A leggere questa recensione sembra che il manga abbia un sacco di difetti; e ne ha, infatti. Eppure il voto è abbastanza alto: perché? Per prima cosa perché è un prodotto interessante: essendo una serie vecchia, ideata e ambientata negli anni '80, si può vedere la mentalità dell'epoca. Ad esempio si vede la paura nei confronti della DDR (Garten, la maggiore antagonista, viene guarda caso da lì), di una guerra nucleare tra le due superpotenze, oppure la speranza nei confronti dell'informatica. Inoltre i disegni sono molto belli e realistici, e anche "psichedelici" al punto giusto. Insomma, non tutto in questa serie è brutto o difettoso. Il problema che ciò che è brutto o difettoso rovina tutto il resto, e azzoppa quella che, seriamente, poteva diventare un piccolo grande capolavoro dei manga.