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Utente61949

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Utente61949

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
"Kagemusha - Il terzo guerriero ombra" è un'opera scritta da Norio Nanjō e disegnata da Hirotaka Kurofuji, composta solamente da due volumi, ma che riesce ugualmente a soddisfare pienamente il lettore a mio parere.
La trama si sviluppa in un Giappone feudale, attorno a un semplice contadino che per la sua somiglianza estetica al signore del feudo verrà condotto al castello dove egli dimora per usarlo come sua ombra, un kagemusha appunto, cioè una persona che sostituisce e imita in tutto e per tutto il signore feudale. Il manga in questione mostra dettagliatamente cosa significava al tempo svolgere questo arduo "lavoro", includendo i vantaggi e sopratutto i svantaggi che questo compito, all'apparenza molto redditizio, comportava. Infatti il protagonista inizialmente apprezza particolarmente il denaro, il potere, e i piaceri derivanti dall'essere un kagemusha, ma ben presto si renderà conto di quanto sia problematico diventare completamente un'altra persona, arrivando addirittura a perdere la cognizione del proprio io.
I disegni sono realistici e ben dettagliati, anche se nel secondo volume avviene un piccolo calo nella precisione del tratto e nella gestione delle vignette.
L'edizione italiana, edita da Magic Press, è provvista di sovraccoperta e la carta di stampa utilizzata è di buona qualità. Consiglio vivamente questo breve manga, specialmente a chiunque ami il genere storico oppure chi cerca vicende interessanti estranee alla nostra cultura occidentale.


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Slanzard

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
In una delle ambientazioni più apprezzate e caratteristiche della narrativa disegnata giapponese, il Giappone feudale, si svolgono le vicende di Kagemusha, opera ispirata al ben più noto romanzo di Norio Nanjou da cui trasse ispirazione lo stesso Kurosawa per il suo film omonimo. Ninomiya Kyonosuke è un contadino figlio di nobili decaduti che sogna un giorno di elevarsi socialmente, cosa che effettivamente succede; il ragazzo, infatti, viene notato da un samurai di passaggio e portato al cospetto del suo signore. Quel che Ninomiya non s'aspettava, era che il suo compito sarebbe stato... diventare l'ombra del suo signore. Fulcro dell'opera è quindi l'allenamento di Ninomiya per assomigliare in ogni minimo dettaglio al suo signore, così da poterlo sostituire all'occorrenza, nel modo in cui mangiare, parlare, camminare e persino amare, nonché la contrapposizione tra la psicologia autentica di Ninomiya e quella del suo signore impostagli dall'altro. Una storia per certi versi abbastanza classica, e che fa propri molti dei topoi narrativi del dramma storico giapponese, che dopo un'ottima partenza finisce per chiudersi in modo forse un po' troppo affrettato, senza dar tempo alle varie vicende di prendersi tutto il tempo a loro necessario ma premendo più volte sull'acceleratore. Ottimo, nonostante tutto, il finale.


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Murse94

Volumi letti: 2/2 --- Voto 10
Parliamo di un manga storico da cui è stato tratto un ottimo live action (film) diretto da Kurosawa premio oscar e miglior regista di film sulla cultura medio-orientale. Parlo inanzitutto sul fatto che io adoro questi generi,storici, cultura orientale samurai e arti marziali,ma questo è principalmente storico e cultura orientale, una storia anch'essa realistica come il famosissimo Vagabond di Takehiko, che ovviamente faccio per forza di cose sui generi che amo, è un ottimo manga kagemusha, ottima storia disegni e trama.

-Personaggi: qui si prende in esame le vicende di un ragazzo di campagna che viene preso per essere "un'ombra" dell'imperatore di un villaggio vicino(cerco di non dare troppo spoiler apposta per chi non ha letto)ovvero emularlo in tutto per tutto,voce, aspetto (è dalla nascita questo ma si conta nei vestiti) comportamento, amare una donna e tutto quello che si può emulare di una persona. Il personaggio con la trama viena affrontato ottimamente per vicende reali ma soppratutto si propone come un'ottima realtà di una cultura orientale che da al mondo di tutto e di più ma che tiene nascosto certe cose, ovvero che sempre e comunque l'imperatore era sopra a tutti e non poteva nemmeno morire, se morire doveva,doveva essere uno identico a lui mai lui in persona, sarebbe stata la decadenza dell'impero altrimenti.

-Trama: come già accennato nei personaggi la trama riguarda questo ragazzo protagonista di vicende in cui rimane all'oscuro inizialmente ma nè entra a conoscenza quando vede l'imperatore del villaggio ovvero il fatto per cui è stato chiamato e assoldato dall'imperatore, il tutto è condito da desideri del personaggio ma anche di altri perchè come da titolo il nostro principale protagonista è il "Terzo guerriero d'ombra" cè nè sono altri due uguale e identici ma più diciamo "veterani" del loro compito è che insegnano e danno consigli e si confidano uno con l'altro. Ottima la fine e le vicende in cui si vedono i nostri protagonisti in guerra insieme all'imperatore e sortire le stesse diciamo disgrazie e vicende in tutto e per tutto, e bisogna stare attenti, perchè il tradimento all'impero non è contemplato!

-I disegni: ottimo punto a favore del manga sono i disegni,condito ottimamente da disegni più belli della media che si vede in giro,ottimi i tagli delle scene,le tavole e la rispettabilità per i personaggi,certo essere attinenti su certe cose ovvero, costumi,personaggi,ideali e molto altro è di base e scontato per un lavoro di sto tipo, ma la caraterirazzione del viso il modo in cui sono le espressioni le ombreggiature e gli sfondi sono stupendi.

In conclusione ottimo sotto ogni punto di vista ho amato questi due volumi e capisco anche il perchè non poteva andare più in là, ma comunque contentissimo di com'è stato confezionato il tutto,d'avvero consigliabile a chi legge principalmente manga storici e di conseguenza storia del giappone feudale e cultura di base orientale, ma anche storie più serie di samurai o di personaggi di rilievo esistiti sul serio.


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Evangelion0189

Volumi letti: 2/2 --- Voto 7
Memore di quel capolavoro del cinema nipponico a colori datato 1980 che è "Kagemusha" di Akira Kurosawa, qualche mese fa ha attirato la mia attenzione un manga in due volumi intitolato in modo molto simile: "Kagemusha - Il terzo guerriero ombra", scritto dal defunto romanziere Norio Nanjō, che nel 1963 ne sceneggiò una pellicola in bianco e nero dal titolo "Daisan no kagemusha", e abilmente disegnato dal praticamente sconosciuto Hirotaka Kurofuji. Aspettandomi una sorta di versione a fumetti del film kurosawiano, devo dirmi piacevolmente sorpreso dal fatto che in realtà, per quanto l'idea del guerriero ombra sia di base la stessa, il racconto elaborato da Nanjō è piuttosto diverso in termini di sviluppo dei personaggi e della narrazione.

Siamo nell'epoca Sengoku, "l'era degli stati combattenti", nella seconda metà del XVI secolo: il giovane contadino Kyonosuke Ninomiya sogna di diventare un "bushi" da cento koku, un samurai prestigioso, e l'occasione gli si presenta per caso quando gli viene riconosciuta una straordinaria somiglianza con il signore della zona Yasutaka. Kyonosuke diventa così il terzo "kagemusha" del feudatario, il terzo sosia il cui unico scopo è quello di servire da copertura al padrone imitandolo in modo credibile in tutto e per tutto (sia nel combattimento, che nella voce, che nelle prestazioni sessuali, sia infine, nella tragica eventualità che Yasutaka venga ferito...). Nonostante alcuni successi, per Kyonosuke e i suoi colleghi kagemusha la situazione è destinata a peggiorare sempre di più...

A livello di narrazione, "Kagemusha" scorre rapidamente: non mi sono annoiato un secondo e nonostante prevedessi già determinati risvolti di trama, di volta in volta ho provato comunque un certo stupore per le disgrazie occorse al protagonista. Il finale mi ha convinto solo in parte, ma rientra perfettamente nel dramma vissuto dai personaggi. Per quanto riguarda i disegni, Kurofuji se la cava egregiamente e conferisce alle figure e alle tavole una marcata sensazione di "antico", complice anche l'uso di pennelli larghi tipici della stesura dei kanji su carta. L'effetto è di per sé molto ricercato, ma potrebbe causare un po' di confusione nelle sequenze più concitate. L'eccellente edizione italiana è a cura della Magic Press, che al prezzo di poco più di sei euro a volume ci offre delle sovraccoperte semi-lucide, un'ottima carta e un utile glossario in explicit. Tuttavia, per quanto capisca le ragioni dei traduttori, non ho gradito l'uso di termini scurrili in alcuni monologhi interiori del protagonista all'inizio del primo volume: comprendo bene che potrebbe essere un linguaggio consono a quello di un contadino del periodo, ma a mio avviso in una storia di questo tipo stonano parecchio parolacce che meglio si adattano ai teppistelli di oggi. Al di là di questo, "Kagemusha - Il terzo guerriero ombra" è un manga piuttosto discreto che intrattiene bene e senza troppe pretese, sia che cerchiate un racconto storico d'azione o una storia di samurai.


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tobi.kun

Volumi letti: 2/2 --- Voto 10
Il giovane Kyonosuke aspira a diventare un grande e ricco guerriero. Un giorno gli si presenta l' occasione di realizzare il suo sogno, diventando il kagemusha (un sosia combattente) di un signore feudale; ma un tragico destino attende lo sfortunato ragazzo.

Un magnifico manga, i cui punti di forza sono la storia, piena di risvolti psicologici ben costruiti (le personalità dei 3 kagemusha sono coinvolgenti ed umane) ed ambientata nel Giappone feudale, uno sfondo adatto ad una storia drammatica; il secondo punto di forza è il tratto del disegnatore, Hirotaka Kurofuji, che riesce ad esprimersi soprattutto nei ritratti dei volti (bravi i traduttori italiani che hanno deciso di non traslitterare le onomatopee). Il tutto appare come un grande affresco di un periodo storico importante del Giappone. Lo consiglio a tutti coloro che amano le storie drammatiche, condite da battaglie e passioni ardenti.


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oberon

Volumi letti: 2/2 --- Voto 7
"La vita è solo un'ombra che cammina, un povero attorello sussiegoso che si dimena sopra un palcoscenico per il tempo assegnato alla sua parte, e poi di lui nessuno udrà più nulla."

[Shakespeare]

Il Giappone feudale rappresenta indubbiamente uno dei contesti più affascinanti e fertili della narrativa disegnata e non: tra vicende intrise d'onore, coraggio e dedizione, giochi di potere, duelli mortali, situazioni ai limiti del fantastico ed una peculiare ed incontaminata filosofia di vita, nata da secoli di isolamento geografico e culturale quasi assoluto, vi è un gran mole di materiale a cui poter attingere. Kagemusha - il terzo guerriero ombra, possiamo dire subito sia un valido esponente del genere, soprattutto in virtù del suo focalizzarsi su una figura particolarmente intrigante di tale sorta di "immaginario storico".
I più navigati non tarderanno di sicuro a richiamare alla mente l'omonimo capolavoro cinematografico del 1980 diretto da Akira Kurosawa, che comunque si attesta su ben più auliche ed irraggiungibili vette di solennità e complessità psicologica visto che, tolto il tema principale e pochi altri sprazzi narrativi, il manga in esame se ne discosta abbondantemente; se non negli intenti, di sicuro nella sostanza.

Siamo in Epoca Sengoku ("stati combattenti"), lasso storico intercorso tra il XV e il XVI sec. caratterizzato da un gran fermento bellico.
Ninomiya Kyonosuke, il protagonista, vive ad Hida, un paese nascosto dalle montagne mai toccato, fino ad ora, dai tumulti bellici. Il ragazzo è figlio di un goshi decaduto, e sogna di elevarsi socialmente diventando un ricco bushi (guerriero). Il fato presto gli arriderà (?) quando un giorno dei messi del feudatario locale lo noteranno mentre lavora nei campi. A Kyonosuke viene quindi chiesto di trasferirsi dietro lauto compenso a corte, per vestire un non ben precisato importantissimo ruolo.

Il racconto inizia in maniera classica quindi, col tipico poveraccio ambizioso che inaspettatamente (ed apparentemente) viene baciato dal fato. Ma la storia non tarda a mostrare dei risvolti interessanti quando compare in scena Ikemoto Yasutaka, signore del castello Mitaya, a cui Kyonosuke somiglia in maniera impressionante; ed infatti il suo ruolo da oggi in poi sarà proprio quello di interpretare il ruolo di terzo kagemusha (vi sono già altri due sosia al castello), un guerriero ombra incaricato di affiancare ed eventualmente sostituire segretamente il suo signore in caso di necessità.
Inizia così un particolare addestramento col quale il nuovo kagemusha dovrà imparare a imitare alla perfezione il suo signore in ogni frangente, emulandone la mimica, l'imponente e impetuosa aura, il modo di combattere, di mangiare… e perfino di amare.

Ed è da qui in poi che il lettore potrà apprezzare l'intima natura di Kyonosuke. Egli è in realtà un debole, vittima tanto delle macchinazioni altrui quanto della propria stupidità. Non poteva essere diversamente in fondo trattandosi di un ingenuo ed ambizioso villico, introdotto da un giorno all'altro in un nido di serpi.
Con il procedere del racconto si può tuttavia notare anche una certa evoluzione del protagonista, inizialmente è un sempliciotto che svolge con diligenza, ma non senza perplessità, il suo compito. Ma presto fiorisce un interessante conflitto - purtroppo, complice sicuramente la brevità dell'opera, sviluppato solo superficialmente - tra la maschera che l'ombra si vede costretta ad indossare ed il proprio io, il suo (leggendo capirete perché) istinto di conservazione.
Purtroppo risultano in gran parte molto meno approfonditi i comprimari; gli "antagonisti" soprattutto paiono poco sviluppati soprattutto nelle ragioni che li muovono.

Kagemusha è però un'opera che fa, oltre che dell'interessante richiamo storico, della componente grafica la propria cifra stilistica.
Lo stile disegnativo di Hirotaka Kurofuji è una riuscita ibridazione tra classico e moderno. Classico è il tratto da vecchia scuola e la componente segnica molto istintiva e virile, complice l'ampio utilizzo del pennello in fase di inchiostrazione. Moderno è il chara design, che idealizza con moderazione pur restando ancorato ad un certo realismo. Molto accorto è anche l'uso dei retini.
Anche le onomatopee, che saggiamente non sono state adattate, sono in tema con il sapore antico dell'opera, visto che sembrano più il risultato di un sapiente esercizio calligrafico.

Proprio in merito all'adattamento, da segnalare la presenza di un breve glossario a fine volume.
Apprezzabile poi il lavoro fatto per conservare la differenziazione tra il registro formale dei nobili, e quello spicciolo e volgare delle classi meno abbienti. Onestamente però il sottoscritto - pur premettendo di non aver alcuna competenza linguistica che gli permetta di valutare se e quanto la cosa sia mutuata dal testo originale - ammette di aver storto il naso dinnanzi a locuzioni come "figa incredibile", utilizzate in un paio di scambi verbali tra i contadini: davvero troppo anacronistico per un manga ambientato del XVI secolo. Ovviamente si tratta di un appunto sostanzialmente trascurabile, ma resto dell'avviso che un qualche sinonimo lievemente meno contemporaneo, avrebbe probabilmente stonato meno.
Il confezionamento dei volumi Magic Press MX è, come al solito, ottimo: rilegatura robusta, impeccabile qualità di stampa, carta bianca e flessibile che garantisce una buonissima sfogliabilità, sovraccoperta e illustrazione alternativa sulla sottostante cover. Una manciata di tavole (in origine a colori) son state mantenute in scala di grigio come nei volumi giapponesi.

In conclusione c'è da riconoscere che in Kagemusha non vi è, ad esempio, traccia dell'acutezza delle opere di Kazuo Koike e Goseki Kojima, e l'impressione è che Norio Nanjo ceda spesso alle lusinghe del facile colpo di scena, finendo per accantonare in gran parte tutto quell'approfondimento pirandelliano, dal quale un'opera simile non poteva prescindere; componente riacciuffata solo in ultima istanza, col classico tema della follia vista come rinvenimento dell'identità.
Passaggi solo a tratti ispirati, ed alcune forzature (il protagonista sembra davvero troppo in balia degli eventi, indipendentemente da qualsiasi suo sforzo) portano ad un discreto finale, forse scontato, con una morale quasi in stile racconto popolare, che rivanga il classico principio shakesperiano dell'uomo che è chiamato a recitare la sua particina sul vasto palcoscenico del mondo, restando subordinato a eventi ineluttabili appartenenti ad un quadro storico più vasto.
Indubbiamente Kagemusha - Il terzo guerriero ombra resta un manga storico apprezzabilissimo, soprattutto perché riesce a far respirare un'atmosfera genuinamente classica e credibile, cosa in realtà tutt'altro che scontata visti i natali estremamente recenti di quest'opera. Una miniserie in due volumi che, fosse anche solo per il tema trattato, merita indubbiamente un posticino nella libreria di ogni appassionato di storie ambientate nel Giappone feudale.


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Tacchan

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
Kagemusha è un manga ambientato nel Giappone feudale in un’epoca in cui i signori locali davano vita ad una serie interminabile di conflitti nel tentativo di aumentare la propria influenza, acquisire nuovo potere o semplicemente sopravvivere. Non è un’ambientazione poi molto insolita, ma quest’opera si focalizza su un ruolo in genere snobbato ed utilizzato solo come pretestuoso deus ex machina per facili colpi di scena. I kagemusha, in occidente sosia, sembrano invece delle figure piuttosto rilevanti nella cultura nipponica e venivano ricercati, scelti e addestrati per divenire indistinguibili dal proprio signore e coprirlo in caso di necessità o pericolo. Devo ammettere che ho trovato la lettura di questo manga, soprattutto il primo volumetto, estremamente interessante. L’essere simile ad un signore non sembra affatto essere una fortuna, forse potrebbe avere salvato qualcuno dalla fame e avergli donato temporanea agiatezza, tuttavia tale individuo si vedrà privato della propria libertà e diverrà affetto da una maledizioni che lo legherà per sempre alle sorti del proprio signore e probabilmente lo porterà ad una prematura fine.

Come accennavo, il primo volumetto si dimostra maggiormente enciclopedico e denota un dettagliato lavoro di ricostruzione storica: introduce il protagonista e la sua vita, ma si sofferma soprattutto sui dettagli relativi al suo addestramento e sulle prove che dovrà affrontare, offrendoci un quadro realistico di come veniva formato un kagemusha. Nel secondo viene invece dedicato maggiore spazio al protagonista e a come questo cada totalmente in balia degli eventi che lo circondano. Probabilmente in questa parte il manga denota qualche lacuna, visto che non è riuscito ad appassionarsi come avrei ipotizzato.

Kagemusha inoltre si dimostra un po’ debole nei personaggi e manca di una figura carismatica con cui sia possibile identificarsi. Probabilmente è a causa di questa particolarità che, togliendo la parte storica e di ricostruzione, gli eventi narrati non riescono a coinvolgere il lettore come avrebbero potuto. Viene raccontato il modo in cui il protagonista subisce quasi passivamente, o perlomeno impotente, gli eventi, mentre avrei gradito vederlo alzare davvero la testa e opporsi al suo destino. Eppure, se questo fosse accaduto, sicuramente il manga ne avrebbe perso in realismo, visto che alla fine l’iter raccontato è verisimile ed efficace nel creare un profilo realistico di quello che era senza ombra di dubbio un ruolo molto scomodo.

Per concludere l’autore si concentra soprattutto nel creare una storia che preferisce sollecitare la curiosità e la sete di conoscenza del lettore. Per farlo decide di sacrificare altri aspetti, creando comunque un’opera piacevole da leggere e a tutti gli effetti interessante. Tra l’altro è anche piuttosto breve, visto che è raccolta in soltanto due volumetti.

Graficamente ho trovato Kagemusha altrettanto efficace e curato. Pertanto, complice la buona edizione italiana, mi sento di consigliarvelo senza alcun indugio.


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Turboo Stefo

Volumi letti: 2/2 --- Voto 8
Dopo Shigurui arriva in Italia una nuova opera ideata da Norio Nanjo accompagnato da Hirotaka Kurofuji, un autore semi sconosciuto che unisce il dramma storico alla saggistica con una storia ambientata durante le dure e numerose guerre vissute nel periodo feudale giapponese, illustrando ampiamente il ruolo chiave dei Kagemusha.

Kyonosuke è un ragazzo come tanti altri nel suo tranquillo paese, figlio di un contadino e destinato a proseguire la vita dei genitori, ma il suo sogno è riuscire a diventare un “Bushi da 100 Koku” per avere denaro, potere e soprattutto donne. È per inseguire questo sogno che abbandona tutto, sia la famiglia che la fidanzata, quando gli viene offerto un lavoro al castello di Mitaya. Il ragazzo accetta senza pensarci due volte ma quello che lo aspetta è un lavoro duro che richiede un grande addestramento, ovvero diventare un Kagemusha, un sosia del Signore preciso in ogni cosa, dall’aspetto al comportamento.
Il primo volumetto si apre così, con un ragazzo desideroso che insegue i suoi sogni arrivando ad ottenere un lavoro duro che, dopo il faticoso inizio, sembra riservare anche lati piacevoli, per poi essere riportato alla brusca realtà.

L’opera si rivela ben congegnata e mostra perfettamente al lettore tutto quello che c’è da sapere sui “guerrieri ombra” anche se la trama risulta solo un gradevole contorno, ma proseguendo non è più così. Appena le nozioni sui Kagemusha arrivano a naturale conclusione l’opera si concentra sulla trama che si macchia di numerose forzature, atte solo a far prendere tinte drammatiche ad ogni evento, cercando anche di inserire pseudo storie d’amore. Dopo queste ultime battute arriva un finale malinconico e triste che cerca di risultare profondo parlando anche della vita, anche se in modo velleitario.
Inutile parlare della caratterizzazione dei personaggi, oltre al protagonista che risulta fumoso e superficiale gli altri si possono definire vuoti o piatti. Visto che la narrazione si basa sui Kagemusha, sulle guerre feudali e sugli eventi storici ovviamente non richiede protagonisti profondi, che servono solo come mezzo per le spiegazioni e per incatenare gli eventi, però sarebbero stati graditi.

I disegni di Kurofuji sono perfetti per la natura dell’opera. Il tratto è mutevole, si passa a delicate linee per i volti a brusche pennellate forti ed energiche nei combattimenti o in particolari momenti drammatici, che regalano un’atmosfera pesante e cupa che trasporta il lettore all’interno del Giappone antico, sensazione nata anche dalla cura dell’autore negli sfondi che recuperano perfettamente le antiche architetture. Si evince l’accurata ricostruzione storica anche dalle capigliature, dai vestiti, senza dimenticare le armature e le armi. Tutto è preziosamente studiato.
Il character design è vario e ben associato ai personaggi ed i volti sono talmente espressivi che spesso e volentieri parlano più delle scarse parole usate.

L’edizione della Magic Press conferma lo standard qualitativo dell’editore. I volumetti sono compatti e flessibili, resistenti ai maltrattamenti, e offrono l’immancabile sovraccoperta, mentre i disegni son stampati perfettamente su carta bianca senza trasparenze evidenti.
L’adattamento è stato curato attentamente, i dialoghi delle battute iniziali son stati impostati in modo da ricreare l’effetto dialettale originale usato dai “plebei”. Le tavole invece sono state lasciate il più intatte possibile, per fare questo è stato sacrificato l’adattamento delle onomatopee, presenti quindi solo in ideogrammi anche se in poche occasioni, e soprattutto le didascalie esplicative a bordo pagina, però in fondo ad ogni volumetto trova posto un piccolo ed utile glossario.

Un’opera che risulta molto accurata sotto il profilo storico che riporta il lettore in mezzo alle guerre feudali, incentrandosi principalmente sulla spiegazione dei Kagemusha, il tutto grazie ai disegni cupi dominati dalle pennellate decise e forti dell’autore. Quindi se cercate un saggio storico diverso dal solito potreste trovare veramente una piccola perla, ignorando però completamente i personaggi piatti e lo straccio di trama piena di forzature che va a definirsi nel finale.