Koibito Play
Non saprei bene come definire Koibito Play (gioco d’amanti). Mi verrebbe da scrivere “hentai”, ma sarebbe sbagliato. Nel manga sono presenti scene di sesso, ma non sono il fulcro della storia.
La parte fondamentale del fumetto è la travagliata storia d’amore dei due protagonisti. Un amore nato per caso, quasi più per capriccio che per altro.
I due protagonisti, la ragazza Ryoko Okuno e il ragazzo Saeki, sono due universitari che frequentano lo stesso corso all’università, entrambi molto chiusi con gli altri, non parlano molto, e non si parlano tra di loro. Questo nella vita di giorno. Di sera, Ryoko frequenta un club sadomaso, lo stesso club dove Saeki suona la chitarra.
I due s’incontrano per caso, e vinto lo stupore iniziale, iniziano a parlare come non avevano mai fatto con nessun altro, e decidono di frequentarsi.
Questo è solo l’inizio della storia. Tutto il manga racconta dei sentimenti contrastanti dei due ragazzi, che vogliono amare ma non riescono a esprimersi chiaramente, oppure Ryoko che prova piacere solo se “maltrattata” durante il sesso, ma che almeno con Saeki voleva essere “normale”. Senza contare i personaggi secondari, come gli amici del club sadomaso di Ryoko, o alcune persone che arrivano dal passato di entrambi, a portare ancora più tensione in un rapporto già complicato.
Il tutto narrato in modo calmo, con pagine quasi vuote, pensieri dei personaggi non detti ad alta voce, frasi dette a metà, seguite da lunghi silenzi. I due ragazzi si chiedono: esiste un modo giusto di amare? Perché loro non riescono a capire qual è?
Nel manga c’è abbastanza introspezione psicologica, e i due personaggi alla fine della storia, sono cresciuti, maturati, cambiati, una cosa che non succede quasi mai in un manga hentai.
I disegni sono sufficientemente buoni, lo stile del mangaka non è particolarmente raffinato. I volti non sono disegnati granché bene, mentre i corpi, specialmente quelli delle ragazze, sono troppo magri, le ragazze sono quasi scheletriche. Ma è il suo stile, chi ha letto altri suoi manga, sa riconoscere immediatamente una ragazza disegnata da Benkyo Tamaoki.
Una cosa che ho notato, è che gli sfondi sono quasi assenti. Per il 90% delle vignette ci sono solo i personaggi, con le loro espressioni preoccupate, e i loro pensieri. Forse il mangaka è scarso a disegnarli, forse no. Comunque l’assenza di tali sfondi, aiuta a focalizzare l’attenzione sui personaggi, e ad aumentare “l’intimità” delle situazioni e delle parole dette.
Ci sono scene di sesso, ma in misura minore a quello che ci si potrebbe aspettare, solo ogni tanto, neanche in tutti i capitoli, e comunque non sono la parte centrale, alcune volte sono solo di due o tre pagine, altre solo poche vignette, e non sono nemmeno tanto spinte.
Koibito Play è stata una lettura tutto sommato piacevole. Mi aspettavo un manga hentai, ma sono rimasto piacevolmente colpito da quello che il manga è realmente. Un manga che parla d’amore e sentimenti oltre che di sesso.
La parte fondamentale del fumetto è la travagliata storia d’amore dei due protagonisti. Un amore nato per caso, quasi più per capriccio che per altro.
I due protagonisti, la ragazza Ryoko Okuno e il ragazzo Saeki, sono due universitari che frequentano lo stesso corso all’università, entrambi molto chiusi con gli altri, non parlano molto, e non si parlano tra di loro. Questo nella vita di giorno. Di sera, Ryoko frequenta un club sadomaso, lo stesso club dove Saeki suona la chitarra.
I due s’incontrano per caso, e vinto lo stupore iniziale, iniziano a parlare come non avevano mai fatto con nessun altro, e decidono di frequentarsi.
Questo è solo l’inizio della storia. Tutto il manga racconta dei sentimenti contrastanti dei due ragazzi, che vogliono amare ma non riescono a esprimersi chiaramente, oppure Ryoko che prova piacere solo se “maltrattata” durante il sesso, ma che almeno con Saeki voleva essere “normale”. Senza contare i personaggi secondari, come gli amici del club sadomaso di Ryoko, o alcune persone che arrivano dal passato di entrambi, a portare ancora più tensione in un rapporto già complicato.
Il tutto narrato in modo calmo, con pagine quasi vuote, pensieri dei personaggi non detti ad alta voce, frasi dette a metà, seguite da lunghi silenzi. I due ragazzi si chiedono: esiste un modo giusto di amare? Perché loro non riescono a capire qual è?
Nel manga c’è abbastanza introspezione psicologica, e i due personaggi alla fine della storia, sono cresciuti, maturati, cambiati, una cosa che non succede quasi mai in un manga hentai.
I disegni sono sufficientemente buoni, lo stile del mangaka non è particolarmente raffinato. I volti non sono disegnati granché bene, mentre i corpi, specialmente quelli delle ragazze, sono troppo magri, le ragazze sono quasi scheletriche. Ma è il suo stile, chi ha letto altri suoi manga, sa riconoscere immediatamente una ragazza disegnata da Benkyo Tamaoki.
Una cosa che ho notato, è che gli sfondi sono quasi assenti. Per il 90% delle vignette ci sono solo i personaggi, con le loro espressioni preoccupate, e i loro pensieri. Forse il mangaka è scarso a disegnarli, forse no. Comunque l’assenza di tali sfondi, aiuta a focalizzare l’attenzione sui personaggi, e ad aumentare “l’intimità” delle situazioni e delle parole dette.
Ci sono scene di sesso, ma in misura minore a quello che ci si potrebbe aspettare, solo ogni tanto, neanche in tutti i capitoli, e comunque non sono la parte centrale, alcune volte sono solo di due o tre pagine, altre solo poche vignette, e non sono nemmeno tanto spinte.
Koibito Play è stata una lettura tutto sommato piacevole. Mi aspettavo un manga hentai, ma sono rimasto piacevolmente colpito da quello che il manga è realmente. Un manga che parla d’amore e sentimenti oltre che di sesso.