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Irene Tempesta

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8
Ho acquistato questo volume unico per Hideo Yamamoto, grandissimo artista, capace di creare personaggi e trame profonde e interessanti come pochi.
Reduce dall'intenso e strepitoso Homunculus, decisi di leggere altro di questo fantastico autore.
Non sono affatto rimasta delusa.
Certo non siamo ai livelli di Homunculus, infatti “Another one bites the dust” è antecedente e più acerba come opera, eppure denota già un grande talento nel descrivere ambienti crudeli e personaggi sadici ma dalle molteplici sfaccettature.
Non sono affatto d'accordo con chi sostiene che la violenza descritta non ha un proprio scopo, che sia di pessimo gusto e gratuita.
Invece ho notato che tutto in questa trama ha un suo perché e ci porta a comprendere l'intera vicenda e il finale sopratutto.
Hideo Yamamoto ha lavorato a quattro mani a quest'opera scrivendo solo la sceneggiatura, i disegni sono di uno sconosciutissimo Tetsuya Hoshiba. Non me ne capacito, visto che Yamamoto è un disegnatore strepitoso e lo avrebbe disegnato molto, ma molto meglio.

Aya è una studentessa del liceo con una doppia vita: si vende per denaro a libidinosi vecchi. Non solo lei, ma altre ragazze nella sua stessa scuola, con cui si trova per confrontarsi e condividere tali esperienze. Mostra molto nettamente una realtà cruda e diretta. Aya, la maggior parte delle volte, disprezza a tal punto i suoi clienti che all'appuntamento si presenta in compagnia del suo ragazzo con lo scopo di derubarli, umiliarli e punirli con violenza.
La vita di Aya e delle sue compagne cambia quando Osigu, un ragazzo come tanti, decide col suo superiore di sfruttare queste ragazze per avviare una "campagna contro la prostituzione minorile".
Il progetto prevede che si presentino all'appuntamento prima dei loro clienti per abusare di loro e scappare prima di pagarle, pensando che così facendo le ragazze, tremendamente umiliate, smettano di fare questo lavoro e convincendosi di farlo per il bene del Giappone, quando in realtà il vero scopo è dare sfogo ai propri basilari istinti sessuali.

Naturalmente non tardano le ragazze a cercare vendetta. Da allora inizia una lotta a chi è più sadico e crudele. Con colpi di scena inaspettati. Le scene di sesso sono molte ed esplicite, alcune anche sadomaso. Lo stile di Yamamoto è favoloso perché scava a fondo su realtà scomode e "sporche" senza filtri o censure. Il finale mi ha sorpreso. Si capisce chiaramente che l'autore non sta né dalla parte delle ragazze, né da quella di Osigu e il suo sadico datore di lavoro con la schiena tatuata. Questi due mondi bruciano e infine si logorano a vicenda...

I disegni di Hoshiba sono mediocri, ovviamente non all'altezza dello sceneggiatore.
La Star Comics ha fatto un'edizione di scarsa qualità. Se si pensa che è uscito nel lontano 2000, considerando i volumi di allora, questo è messo bene. Confrontato con le edizioni di oggi invece il volume ha pagine sottili, ruvide, scarsa qualità inchiostro, rilegatura fragile.
Ma sono contenta che lo abbiano portato in Italia. Una volta la Star Comics portava grandi fumetti d'autore, adesso fa un po' pena...
Il mio voto è 8 per la trama, per me azzeccata e interessante, che offre spunti di riflessione.
Ancora una volta Hideo Yamamoto fa centro creando un'opera interessante, che consiglio a tutti.
Davvero un ottimo acquisto!

Utente1594

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Utente1594

Volumi letti: 1/1 --- Voto 5
Trovo Hideo Yamamoto un autore dal grande spessore, capace di disegnare e raccontare storie come nessun altro, scavando a fondo nella psicologia umana e ritraendone le più oscure e malate ossessioni, sessuali e non. Hideo m'ha colpito allo stomaco con le torture di "Ichi The Killer" e coinvolto nell'arduo cammino interiore di Nakoshi, protagonista di "Homunculus", senza mai mollare la presa dalla mia attenzione, senza mai scadere nel ridicolo, senza mai mostrarsi superficiale nelle caratterizzazioni dei personaggi del suo immaginario.
Non è stato, quindi, difficile decidere di comprare "Another One Bites The Dust": opera questa volta solo sceneggiata da Yamamoto e disegnata da uno sconosciuto Tetsuya Koshiba. Grosso errore.
Ma procediamo con calma.

Il volume non si apre nel migliore dei modi, ma nemmeno nel peggiore, mostrandosi fin dalle prime pagine come ciò che sarà: un one-shot dalle tinte adulte e crude con una sfumatura erotica malsana. La protagonista - Aya -, dissacrante e deviata come solo Hideo sa crearne, risalta, assieme al proprio compagno, come il perno su cui ruoteranno le intere vicende del manga: violentissime marachelle alle spese di vecchi alla ricerca di giovani cosce in cui dare sfogo ai piaceri carnali.
Gli ingredienti per farci un buon racconto breve c'erano tutti, ma, purtroppo vengono abbandonati al proprio destino: non vengono sfruttati adeguatamente terminando in un circolo di violenza gratuita e a disagio, e facendo scadere l'hype creatosi inizialmente nel lettore.
Se con "Ichi The Killer" l'ambiente mafioso si adattava perfettamente alle atrocità descritte, fini a se stesse e, tutto sommato, coerenti coi personaggi, qui non avviene la stessa cosa. La violenza descritta non ha un proprio scopo, o significato a dir si voglia, non possiede la stessa carica poetica di cui sono impregnate le pagine di "Homunculus", non migliora l'opera, né la impreziosisce. È una violenza - carnale e sessuale - di pessimo gusto e gratuita: regalata alla ricerca di una carica emotiva ed erotica inesistente.
Perché "Another One Bites The Dust" dovrebbe essere anche questo: un manga erotico, e come tale mostra scene di sesso purtroppo non del tutto gratificanti, condite da perversioni che si poggiano sulla ricerca del dolore, sul bondage e sul rapporto - personalmente non affascinante - che corre tra studentesse prostitute e i loro clienti.
Per chi si è imbattuto in questa scheda manga spinto dal genere di quest'ultimo (sporcaccioni), lo scrivo qui, in codice, in modo da non urtare i sentimenti dei più delicati: il cetriolo non si drizza. Ripeto e rettifico. Il cetriolo si può anche drizzare, ma non senza quel sentirsi sporchi e provare un poco di vergogna.
Perché, intuibile dopo le trenta pagine, lo scopo ultimo di questo manga non è quello riguardante l'ortaggio, ma quello di parlare di perversioni e far riflettere il lettore sulla violenza. Violenza che riguarda studentesse liceali alla ricerca di liquidi (e qui ci sta il doppio senso scabroso) per comprarsi la borsetta di Prada.
Insomma, ci mancherebbe soltanto il quote da quarta di copertina: <i>"Potrebbe essere vostra figlia"</i> firmata Yamamoto e il volume autoconclusivo deludente sarebbe servito su un piatto d'argento.

Passiamo ai disegni.
Sono felice di non aver mai incontrato un manga di Tetsuya Koshiba prima d'ora. Una linea sottile fa da cornice ad espressioni che male condiscono i, comunque ben fatti, dialoghi. L'uso eccessivo dei retini e la china quasi inesistente non convincono.
La traccia oscura della trama viene rovinata da un tratto approssimativo e a punti caricaturale che non dà forza né fiducia a giochi di chiaro/scuro secondo me più adatti alla maggior parte delle situazioni descritte.
Il depravato viene disegnato in modo tragicomico facendone perdere la forza e la crudeltà, le scene più dure ed alienanti sono smorzate drasticamente con non splendide scelte stilistiche e inquadrature, l'anatomia umana statica e legnosa non compiace la lettura, stessa cosa vale per le espressioni: anni luce distanti dalla emotività ed umanità dei volti dei personaggi di "Homunculus".
Alla seconda lettura del manga mi sono reso conto che "Another One Bites The Dust" disegnato da Yamamoto, forse, avrebbe assunto quella caratterizzazione, più profonda e decisa, necessaria per una miglior immedesimazione.
Koshiba, quindi, non tiene fede alle aspettative nate dalla copertina, facendo i conti con un tratto troppo grossolano ed inesperto per reggere le scene estreme del proprio collega. Peccato.

L'edizione della Star Comics non ha nulla d'eccezionale. Una stampa piuttosto buona nella resa dei retini; pagine grigiognole; rilegatura, sapendola di undici anni fa, tutto sommato resistente; lettura alla occidentale; nessuna rubrica ad inizio volume. Insomma: un volume della collana "Up" uscito ai tempi delle Lire e pagato cinque euro.

Globalmente lo scorrere della trama mostra alcune buone trovate, negativamente appoggiate, purtroppo, da un'ambientazione fittizia e poco credibile, da un disegnatore non in grado di reggerne la carica narrativa e dall'eccessiva violenza, questa volta non in sintonia coi characters proposti.
Un manga che sconsiglio a fronte di questi difetti, indirizzandomi maggiormente verso "Ichi The Killer": qui Yamamoto riesce a disegnare un affresco più riuscito di ciò che aveva in mente per questo one-shot.

Manga-quote:
<i>"Petardi nel sedere e parrucchini che saltano come non li avete mai visti."</i>


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Tormi

Volumi letti: 1/1 --- Voto 8
Dopo mesi e mesi di ricerca, dato che ormai questo è un volume esaurito (sì, uno dei pochi di casa Star Comics), sono riuscito a recuperare questo fatidico volume unico di Hideo Yamamoto.
Quest'ultimo è a mio parere uno dei mangaka più sottovalutati in Italia dato che perle del calibro di Ichi The Killer e Shin Nozokiya dopo anni qui ancora non stati pubblicati; inoltre l'ultimo lavoro di questo autore, nonostante sia terminato in patria, da noi viaggia con una lentezza incredibile, è addirittura un semestrale.
Questo volume unico è stato scritto e sceneggiato da Hideo Yamamoto e disegnato dal quasi sconosciuto Tetsuya Koshiba. È stato pubblicato dalla Star Comics nel lontano 2000.

Aya è una studentessa del liceo e un quasi boss in un gruppo di ragazze che, per poter aver accesso a tutti i loro sogni materiali, vanno a letto con gli anziani per fargli sborsare un bel po' di soldi. L'unica cosa è che le ragazze ad ogni appuntamento si fanno trovare, per la maggior parte delle volte, con il proprio uomo, con l'unico intento di rubare i soldi agli anziani.
Ma tutti i loro piani cambiano quando Ogisu, convinto dal suo superiore (un amante del sadomaso), va dalle ragazze e dopo il "servizio" scappa senza pagare. Ed è da qui che nasce una storia che è un misto di sesso e violenza con però venature psicologiche molto, molto interessanti. E tutto questo si conclude con un finale quasi inaspettato.

Il tratto Tetsuya Koshiba, forse per l'influenza di Yamamoto, è molto simile a quello di quest'ultimo, molto crudo e realistico. I personaggi sono ben caratterizzati e le ambientazioni sono quasi perfette, tutto è dettagliatissimo e ogni cosa è al suo posto. I retini sono ottimi e addolciscono un po' le linea del tratto, che in alcuni punti è molto sporco e graffiante.
La copertina pone, com'è giusto che sia, Aya in primo piano, e direi che tutto sommato questa sia una scelta azzeccata.

L'edizione è una di quelle pessime della Star Comics vecchio stampo: pagine trasparenti, ruvide e tendenti al giallo, rilegatura poco resistente e prezzo un po' altino - anche se comunque si parla di quasi 400 pagine.

Voto Globale 8,5
Manga direi quasi geniale e con una trama e una storia originalissima. Sicuramente si nota la mano forte, soprattutto sulle tematiche e sul modo di raccontare, di Yamamoto, ma comunque anche i designi non sono per niente male. Consigliato agli amanti dei seinen di spessore, sconsigliato agli altri.