I am a Hero
"I am a Hero" è un’opera di Kengo Hanazawa composta di 22 volumi che, in italia ha diverse edizioni da varie case editrici, ma la più recente è quella di JPop.
Questa sarà una recensione in cui paradossalmente parlerò pochissimo dell’opera in sé, ma più di quello che trasmette questo capolavoro con la C maiuscola.
Ho avuto la fortuna di leggere "I am a Hero" nel periodo giusto della mia vita, un periodo grigio, annoiato, apatico, non negativo ma neanche positivo; l’ho letto a scatola chiusa e, volume dopo volume, ho trovato dentro delle "vibes" che mi hanno lasciato quest’opera nel cuore, ogni volta in cui penso a questo manga penso al cielo grigio di una giornata spenta e priva di eventi, in cui c’è un piccolo bagliore di speranza che ti emoziona, sì, perché "I am a Hero" è il manga della speranza. Nel primo volume introduce il protagonista, un personaggio assolutamente atipico e unico, che sogna di fare il mangaka, ma non gli riesce benissimo però, nonostante ciò, si impegna per dimostrare di essere l’ “Hero” di se stesso.
Dal secondo volume l’opera viene stravolta, già dalla prima pagina ci troviamo all’interno di un’apocalisse zombie e non ci viene spiegato nulla, e rimarrà così fino alla fine; il protagonista è ormai abbattuto dalla vita e non si aspetta più niente, non gli resta che cercare di sopravvivere.
La sua sopravvivenza in questa avventura sarà narrata per i successivi 20 volumi fino alla fine, ma io credo che non è quello che conta in questo manga.
I disegni di Hanazawa, l’espressività dei personaggi e la loro psicologia spettacolare, condita da un’ambientazione e circostanze da capolavoro assoluto. Questo è quello che rimane di "I am a Hero". Quest’opera, soprattutto in italia, non è molto conosciuta, ma spero che prima o poi dia le stesse emozioni a molta più gente.
Ripeto, in questa recensione non ho voluto parlare appositamente del manga in senso stretto, ma spero che ancora i lettori facciano scelte guidate solo dalle emozioni di un lettore e non dallo streamer che valuta le cose tassativamente in maniera oggettiva, detto questo, spero che le mie emozioni vi abbiano invogliato a leggerlo, gustatevi un capolavoro.
Questa sarà una recensione in cui paradossalmente parlerò pochissimo dell’opera in sé, ma più di quello che trasmette questo capolavoro con la C maiuscola.
Ho avuto la fortuna di leggere "I am a Hero" nel periodo giusto della mia vita, un periodo grigio, annoiato, apatico, non negativo ma neanche positivo; l’ho letto a scatola chiusa e, volume dopo volume, ho trovato dentro delle "vibes" che mi hanno lasciato quest’opera nel cuore, ogni volta in cui penso a questo manga penso al cielo grigio di una giornata spenta e priva di eventi, in cui c’è un piccolo bagliore di speranza che ti emoziona, sì, perché "I am a Hero" è il manga della speranza. Nel primo volume introduce il protagonista, un personaggio assolutamente atipico e unico, che sogna di fare il mangaka, ma non gli riesce benissimo però, nonostante ciò, si impegna per dimostrare di essere l’ “Hero” di se stesso.
Dal secondo volume l’opera viene stravolta, già dalla prima pagina ci troviamo all’interno di un’apocalisse zombie e non ci viene spiegato nulla, e rimarrà così fino alla fine; il protagonista è ormai abbattuto dalla vita e non si aspetta più niente, non gli resta che cercare di sopravvivere.
La sua sopravvivenza in questa avventura sarà narrata per i successivi 20 volumi fino alla fine, ma io credo che non è quello che conta in questo manga.
I disegni di Hanazawa, l’espressività dei personaggi e la loro psicologia spettacolare, condita da un’ambientazione e circostanze da capolavoro assoluto. Questo è quello che rimane di "I am a Hero". Quest’opera, soprattutto in italia, non è molto conosciuta, ma spero che prima o poi dia le stesse emozioni a molta più gente.
Ripeto, in questa recensione non ho voluto parlare appositamente del manga in senso stretto, ma spero che ancora i lettori facciano scelte guidate solo dalle emozioni di un lettore e non dallo streamer che valuta le cose tassativamente in maniera oggettiva, detto questo, spero che le mie emozioni vi abbiano invogliato a leggerlo, gustatevi un capolavoro.
«I am a hero» è un’opera di Kengo Hanazawa, composta da 22 volumi, la serie è stata inizialmente edita da GP e successivamente portata a termine dalla JPop.
La storia narra le vicissitudini di Hideo Suzuki, che cerca disperatamente di sopravvivere durante una catastrofica epidemia che tramuta le persone in creature che si rifanno allo stereotipo dello zombi, riuscendo peraltro ad aggiungere interessanti caratteristiche che innovano la folkloristica rappresentazione del non-morto.
Il titolo del manga gioca con il nome del protagonista, che ricalca la parola inglese Hero, cioè eroe.
Questo particolare alla fine si rivelerà essere la chiave di volta per comprendere il punto di vista del mangaka.
«I am a hero», tradotto “io sono un’eroe”, si può anche interpretare come un’opera biografica, che racconta la vita di Hideo e la sua crescita interiore; trasfigurando il senso del titolo, alla fine si può arrivare a comprenderne un’ulteriore accezione “io sono Hideo”.
Oltrepassando ulteriormente sia la traduzione letteraria che il significato “nascosto” del titolo si può arrivare ad un livello più profondo dell’opera, che vuole sottolineare come qualsiasi essere umano può essere un’eroe.
Un’eroe non solo per gli altri, ma per se stessi, mettendosi in gioco affrontando le proprie paure
Dopo questo breve escurso su quello che per me è la morale di questa serie, passiamo al lato più “tecnico”.
I disegni dell’autore personalmente mi sono sempre piaciuti, riesce a essere molto preciso e minuzioso nei dettagli, con uno stile spesso realistico, che ben si adatta a questo genere di storie; durante la narrazione troviamo tavole di paesaggi a doppia pagina, che permettono al lettore di prendere fiato dagli avvenimenti e, per la loro bellezza, spesso riescono addirittura a mozzarlo.
Oltre ai paesaggi, l’autore si dimostra molto bravo nel raffigurare i propri personaggi in modo buffo, riuscendo a dare una nota di humor nella narrazione a tinte gore.
Infine il secondo punto di forza dopo i disegni sono per l’appunto i personaggi.
Durante la narrazione sono presenti svariati personaggi, taluni descritti sommariamente che però risultano essere molto funzionali alla trama, in quanto riescono a mettere in luce un’altro aspetto dell’opera; cioè il rapporto con l’altro in un mondo dove l’umanità, a seguito di eventi drammatici, cambia e fa cambiare le persone.
L’edizione non è male, con sovracoperte e pagine abbastanza spesse e non tendenti all’ingiallimento.
Da segnalare solo l’iniziale scelta dell’editore Gp, di rappresentare il testo in lingua straniera con delle note a fine del volume, escamotage non troppo riuscito, perché non farà altro che interrompere il ritmo degli eventi, con il passaggio di editore, JPop userà il già ben rodato “testo fra virgolette” già tradotto.
Concludendo la serie inizia con il rappresentare la vita quotidiana del protagonista, andando man mano in crescendo con avvenimenti che terranno incollato i lettori, tra azione e misteri che giungeranno alla loro catarsi come sono iniziati, cioè con il raggiungimento della storia di una vita.
La vita di un’eroe qualsiasi, che nessuno ha chiesto o di cui nessuno ha bisogno se non noi stessi.
La storia narra le vicissitudini di Hideo Suzuki, che cerca disperatamente di sopravvivere durante una catastrofica epidemia che tramuta le persone in creature che si rifanno allo stereotipo dello zombi, riuscendo peraltro ad aggiungere interessanti caratteristiche che innovano la folkloristica rappresentazione del non-morto.
Il titolo del manga gioca con il nome del protagonista, che ricalca la parola inglese Hero, cioè eroe.
Questo particolare alla fine si rivelerà essere la chiave di volta per comprendere il punto di vista del mangaka.
«I am a hero», tradotto “io sono un’eroe”, si può anche interpretare come un’opera biografica, che racconta la vita di Hideo e la sua crescita interiore; trasfigurando il senso del titolo, alla fine si può arrivare a comprenderne un’ulteriore accezione “io sono Hideo”.
Oltrepassando ulteriormente sia la traduzione letteraria che il significato “nascosto” del titolo si può arrivare ad un livello più profondo dell’opera, che vuole sottolineare come qualsiasi essere umano può essere un’eroe.
Un’eroe non solo per gli altri, ma per se stessi, mettendosi in gioco affrontando le proprie paure
Dopo questo breve escurso su quello che per me è la morale di questa serie, passiamo al lato più “tecnico”.
I disegni dell’autore personalmente mi sono sempre piaciuti, riesce a essere molto preciso e minuzioso nei dettagli, con uno stile spesso realistico, che ben si adatta a questo genere di storie; durante la narrazione troviamo tavole di paesaggi a doppia pagina, che permettono al lettore di prendere fiato dagli avvenimenti e, per la loro bellezza, spesso riescono addirittura a mozzarlo.
Oltre ai paesaggi, l’autore si dimostra molto bravo nel raffigurare i propri personaggi in modo buffo, riuscendo a dare una nota di humor nella narrazione a tinte gore.
Infine il secondo punto di forza dopo i disegni sono per l’appunto i personaggi.
Durante la narrazione sono presenti svariati personaggi, taluni descritti sommariamente che però risultano essere molto funzionali alla trama, in quanto riescono a mettere in luce un’altro aspetto dell’opera; cioè il rapporto con l’altro in un mondo dove l’umanità, a seguito di eventi drammatici, cambia e fa cambiare le persone.
L’edizione non è male, con sovracoperte e pagine abbastanza spesse e non tendenti all’ingiallimento.
Da segnalare solo l’iniziale scelta dell’editore Gp, di rappresentare il testo in lingua straniera con delle note a fine del volume, escamotage non troppo riuscito, perché non farà altro che interrompere il ritmo degli eventi, con il passaggio di editore, JPop userà il già ben rodato “testo fra virgolette” già tradotto.
Concludendo la serie inizia con il rappresentare la vita quotidiana del protagonista, andando man mano in crescendo con avvenimenti che terranno incollato i lettori, tra azione e misteri che giungeranno alla loro catarsi come sono iniziati, cioè con il raggiungimento della storia di una vita.
La vita di un’eroe qualsiasi, che nessuno ha chiesto o di cui nessuno ha bisogno se non noi stessi.
Premessa: leggendo questo manga ho avuto la sensazione, come già accaduto durante la lettura di Homunculus, che stessi per leggere/recensire qualcosa di troppo "elevato" per poter essere giudicato da me, e non lo dico solo per i premi che ha(nno) vinto, ma per la stessa sensazione che si ha leggendo manga simili: disegni semplici, l'animo umano e le sue assurdità presentate nero su bianco, atmosfera serafica, una grande sensibilità in generale. Ho deciso di scrivere ciò che penso a riguardo perché, mentre molti più esperti di me tendono da queste esperienze e da certi personaggi a trarre conclusioni su pensieri e messaggi dell'autore, io mi limito semplicemente a descrivere ciò che per me è stata la lettura, e cosa ho/non ho apprezzato in generale. Specifico che questo manga è un tipico ed ulteriore esempio di opera che, se non avessi letto fino alla fine avrei giudicato molto, ma molto diversamente, visto come muta nel corso della narrazione, ovviamente spiegherò il perché.
Detto ciò: I am a Hero parla di Hideo, mangaka decisamente strambo e non proprio sano mentalmente, che vive in un mondo tutto suo e, improvvisamente, si trova nel bel mezzo di un'invasione di zombie a Tokyo, che lo porterà a scappare, incontrare nuove persone e a vivere esperienze uniche. In tutto questo la narrazione si sposta poi su altri personaggi e vicende nel bel mezzo della storia, cosa che ho apprezzato perché aumentava sia il ritmo che l'azione in generale. Ho inoltre molto apprezzato questo connubio tra la demenzialità mostrata in un momento, nient'altro che la pura descrizione dell'essere umano, e l'avventura molto piacevole narrata in un altro. Non amo né l'horror, né i vampiri, né gli zombie, ma questo genere post-apocalittico ha il pregio assoluto di narrare vicende in cui i personaggi si trovano soli, devono sopravvivere con le loro forze, non sono disturbati (in linea di massima) dal caos a cui siamo abituati "24h su 24", e sono costretti ad ingegnarsi. Ribadisco che tutto questo abbinato alla sporadica imbecillità che viene rappresentata e alle gag comiche mi è veramente piaciuto. Anche il disegno di Hanazawa è una cosa che ho molto apprezzato, c'è poco da dire: preciso e dettagliato in alcuni momenti, demenziale nella rappresentazione di certi personaggi/situazioni, serio ed affascinante in altri, senza mai smentirsi.
Limitandoci a questo pare che il manga sia semplicemente fantastico e degno di un 10. Ci sono però fondamentalmente due motivi che mi hanno impedito di ritenerlo degno di tale voto.
Uno di questi due difetti, che ha frenato la mia euforia, sono stati i vari momenti di pausa posti nella narrazione. Ciò è dovuto sia a momenti in cui si mostrano sequenze di chat su forum in cui scrivono personaggi anonimi, che non sono altro che comuni mortali spaventati per l'accaduto e che chattano pubblicamente, sia a brevi sequenze in cui si mostra la situazione fuori dal Giappone, che da un lato sarebbero anche interessanti, ma che purtroppo ho trovate noiose, specie perché sono scritte nella lingua del paese in cui ci si trovava e la traduzione di tutti i baloons si trova a fine volume (il che comunque non è stato il problema principale). Insomma non ho apprezzato questo spostamento di focus da un punto di vista all'altro, tranne nel caso del gruppo di Kurusu, che comunque svolge una funzione molto importante e non paragonabile alle altre sequenze.
Quello che invece ha proprio smontato il mio ottimismo, facendomi iniziare e proseguire il manga col sorriso ma portandomi a finirlo col broncio, è l'evoluzione finale della storia. Da un momento all'altro le cose peggiorano di per sé, ed al tutto si aggiunge l'atto finale, che prende gli ultimi quattro volumi circa. Quest'ultimo atto non l'ho veramente apprezzato, completamente discostato dal resto, completamente fuori luogo e assolutamente privo di ogni tipo d'intrattenimento o divertimento, dal mio punto di vista. Il finale, poi, diciamo che più che non averlo capito, ed è vero, da un lato, che non ci abbia capito tanto, semplicemente non mi è piaciuto: triste ed abbastanza noioso.
Alla fine della fiera critiche a parte queste non ce ne sono, o meglio qualcosina ci sarebbe ma finirei inevitabilmente per spoilerare lievi dettagli/scelte della storia che ho poco apprezzato, e non ne vale la pena (nonostante si tratti di poche sciocchezze). Per quanto il finale mi abbia lasciato di sasso, rimane il fatto che due terzi della storia me li sono goduti a pieno, e che dopotutto se si considera che l'autore abbia fatto delle scelte per trasmetterci un messaggio (che non mi sono preoccupato e tuttora non mi preoccupo assolutamente di cogliere, perché tutto ciò che mi interessa è se la vicenda mi soddisfi o meno), un 8 glielo si può concedere, non tanto per il gusto di dargli un voto medio/alto, ma per rendersi conto se ne sia valsa la pena acquistarlo. E sì, per me che sono un semplice lettore imparziale senza particolari preferenze per generi o autori, ne vale la pena.
Detto ciò: I am a Hero parla di Hideo, mangaka decisamente strambo e non proprio sano mentalmente, che vive in un mondo tutto suo e, improvvisamente, si trova nel bel mezzo di un'invasione di zombie a Tokyo, che lo porterà a scappare, incontrare nuove persone e a vivere esperienze uniche. In tutto questo la narrazione si sposta poi su altri personaggi e vicende nel bel mezzo della storia, cosa che ho apprezzato perché aumentava sia il ritmo che l'azione in generale. Ho inoltre molto apprezzato questo connubio tra la demenzialità mostrata in un momento, nient'altro che la pura descrizione dell'essere umano, e l'avventura molto piacevole narrata in un altro. Non amo né l'horror, né i vampiri, né gli zombie, ma questo genere post-apocalittico ha il pregio assoluto di narrare vicende in cui i personaggi si trovano soli, devono sopravvivere con le loro forze, non sono disturbati (in linea di massima) dal caos a cui siamo abituati "24h su 24", e sono costretti ad ingegnarsi. Ribadisco che tutto questo abbinato alla sporadica imbecillità che viene rappresentata e alle gag comiche mi è veramente piaciuto. Anche il disegno di Hanazawa è una cosa che ho molto apprezzato, c'è poco da dire: preciso e dettagliato in alcuni momenti, demenziale nella rappresentazione di certi personaggi/situazioni, serio ed affascinante in altri, senza mai smentirsi.
Limitandoci a questo pare che il manga sia semplicemente fantastico e degno di un 10. Ci sono però fondamentalmente due motivi che mi hanno impedito di ritenerlo degno di tale voto.
Uno di questi due difetti, che ha frenato la mia euforia, sono stati i vari momenti di pausa posti nella narrazione. Ciò è dovuto sia a momenti in cui si mostrano sequenze di chat su forum in cui scrivono personaggi anonimi, che non sono altro che comuni mortali spaventati per l'accaduto e che chattano pubblicamente, sia a brevi sequenze in cui si mostra la situazione fuori dal Giappone, che da un lato sarebbero anche interessanti, ma che purtroppo ho trovate noiose, specie perché sono scritte nella lingua del paese in cui ci si trovava e la traduzione di tutti i baloons si trova a fine volume (il che comunque non è stato il problema principale). Insomma non ho apprezzato questo spostamento di focus da un punto di vista all'altro, tranne nel caso del gruppo di Kurusu, che comunque svolge una funzione molto importante e non paragonabile alle altre sequenze.
Quello che invece ha proprio smontato il mio ottimismo, facendomi iniziare e proseguire il manga col sorriso ma portandomi a finirlo col broncio, è l'evoluzione finale della storia. Da un momento all'altro le cose peggiorano di per sé, ed al tutto si aggiunge l'atto finale, che prende gli ultimi quattro volumi circa. Quest'ultimo atto non l'ho veramente apprezzato, completamente discostato dal resto, completamente fuori luogo e assolutamente privo di ogni tipo d'intrattenimento o divertimento, dal mio punto di vista. Il finale, poi, diciamo che più che non averlo capito, ed è vero, da un lato, che non ci abbia capito tanto, semplicemente non mi è piaciuto: triste ed abbastanza noioso.
Alla fine della fiera critiche a parte queste non ce ne sono, o meglio qualcosina ci sarebbe ma finirei inevitabilmente per spoilerare lievi dettagli/scelte della storia che ho poco apprezzato, e non ne vale la pena (nonostante si tratti di poche sciocchezze). Per quanto il finale mi abbia lasciato di sasso, rimane il fatto che due terzi della storia me li sono goduti a pieno, e che dopotutto se si considera che l'autore abbia fatto delle scelte per trasmetterci un messaggio (che non mi sono preoccupato e tuttora non mi preoccupo assolutamente di cogliere, perché tutto ciò che mi interessa è se la vicenda mi soddisfi o meno), un 8 glielo si può concedere, non tanto per il gusto di dargli un voto medio/alto, ma per rendersi conto se ne sia valsa la pena acquistarlo. E sì, per me che sono un semplice lettore imparziale senza particolari preferenze per generi o autori, ne vale la pena.
Da cultore del genere, avevo, inizialmente, qualche perplessità sulla natura dei mostri (non chiamiamoli zombie, non lo sono), proprio perché l'idea era quella che si distanziassero troppo dagli originali creati dal compianto George A. Romero. Andando avanti con la lettura ho cambiato totalmente prospettiva arrivando alla conclusione che il loro punto di forza fosse proprio il fatto che si discostassero così tanto dagli stilemi classici. I "ZQN" sono il riuscitissimo risultato della combinazione di diverse tipologie di creature orrorifiche che partono, appunto, dai morti viventi romeriani, passano per le creature di "Resident Evil" e "28 Giorni dopo" ed arrivano alle magnifiche tradizioni giapponesi di Oni e spiriti maligni. Il tutto è condito da dei personaggi perfettamente caratterizzati, mai, pur nei loro eccessi, ridotti a macchiette, un ritmo che ti tiene incollato alle pagine, un finale che arriva al momento giusto ed una critica alla società moderna (soprattutto giapponese) che è alla base di qualsiasi opera horror che si rispetti.
Promosso a pienissimi voti.
Promosso a pienissimi voti.
Semplicemente stupendo. Trama davvero coinvolgente, con un protagonista fantastico che ti rende partecipe in prima persona di tutto ciò che accade: eventi imprevedibili, momenti commoventi misti a pura azione, splatter, horror... L'unica cosa che spezza la magia sono le reazioni a volte troppo calme e indifferenti dei personaggi, specie delle comparse, ma questo non influisce assolutamente sul mio giudizio finale.
E che dire della "regia"? Vignette a dir poco artistiche, un tratto unico... Si può desiderare forse di più? Non mi dilungo su trama e altro, dico solo che è nella mia Top-5 manga (e ne ho letti, di manga). Stra-stra-straconsigliato.
E che dire della "regia"? Vignette a dir poco artistiche, un tratto unico... Si può desiderare forse di più? Non mi dilungo su trama e altro, dico solo che è nella mia Top-5 manga (e ne ho letti, di manga). Stra-stra-straconsigliato.
Credo sia di vitale importanza cominciare questa recensione sottolineando una cosa, cioè che non sono minimamente un fan del genere zombie o di quello splatter. Una cosa alla volta posso anche sopportarla, ma mettete le due cose insieme e di sicuro la mia attenzione si rivolgerà altrove molto rapidamente.
Per molto tempo ho sentito parlare davvero bene di questo "I am a hero", ma per i motivi sovraesposti me ne sono sempre tenuto alla larga. Allora sorge spontanea la domanda: perché ho cominciato a leggerlo? Non lo nascondo, semplicissima noia. Quella sera, mentre leggevo il primo numero disteso a letto, continuavo a ripetermi: "Cosa lo leggo a fare, tanto non mi piacerà". Morale della favola, il giorno successivo sono andato di corsa in fumetteria per comprare i numeri restanti e li ho divorati in mezza giornata.
Vorrei evitare il più possibile spoiler, quindi, dopo una breve descrizione del contesto di questo manga, mi soffermerò sui punti che mi hanno colpito maggiormente.
Il nostro "eroe" è Hideo Suzuki, un trentacinquenne assistente mangaka fallito. Fallito perchè ritenuto troppo vecchio per sfondare nel mondo dei manga; fallito perché ha avuto una sua serie pubblicata, ma chiusa immediatamente. Si capisce subito che Hideo non è una persona "normale" (e non a causa dei suoi fallimenti), infatti è un paranoico complessato che ha bisogno di un cerchio magico, improvvisato con oggetti a caso, per difendersi dagli spiriti maligni durante la notte. Il manga comincia come se fosse uno slice of life (anzi, praticamente tutto il primo volume lo è) sulla vita di Hideo, ma qualcosa di strano sta succedendo. Il tutto ha inizio una mattina in cui Hideo esce di casa con il suo fucile per andare al poligono di tiro: da qui in poi il suo vecchio mondo non esisterà più.
La narrazione procede abbastanza rapidamente, mai noiosa e sempre piena di colpi di scena che tengono il lettore attaccato al volumetto.
Parlando del personaggio principale, devo ammettere che Hideo mi piace davvero tanto. Un tipo davvero strano (tanto strano) ma non mi ha mai dato l'impressione di essere falso o grottesco, al contrario sembra molto reale. A volte i suoi atteggiamenti causano ilarità, altre volte ho provato una tenerezza e un dispiacere infiniti per questo personaggio (ubriaco, dopo un ennesimo rifiuto dal solito editore, terrorizzato dal fatto che la sua ragazza se la faccia con il suo ex, dice "[ ... ] non devo essere per forza un eroe, ma vorrei almeno essere il protagonista della mia vita"; oppure, quando si vedono alcune sue foto ai tempi della scuola, si vede chiaramente che nelle foto di gruppo era allontanato suoi compagni). Per affrontare le difficoltà (sia della vecchia che della nuova vita), deve continuare a ripetersi, come se fosse un mantra, "I am a hero". Ma a volte i suoi comportamenti non sono da eroe, ma più da codardo, creando un interessante contrasto tra pensieri e azioni di Hideo. Insomma, non sarà mai possibile prevedere le azioni del nostro eroe.
La cosa che mi ha colpito di più di questo manga è la regia di Hanazawa. A tratti sembra quasi di osservare fotogrammi estratti dalla pellicola di un film. Tante tavole senza balloons che occupano l'intera pagina forniscono al lettore momenti di riflessione e danno enfasi a particolari situazioni, contribuendo ad aumentare il senso di angoscia generale che fa da sfondo al manga.
Molto interessante è stata la scelta di mostrare immagini del caos che dilaga nel Giappone affiancate a discussioni, in chat, tra otaku sparsi in tutto il paese. Il contrasto che ne risulta (tra la violenza e disperazione delle strade e il divertito cinismo della rete virtuale) è davvero forte.
Riguardo i disegni, questi sono, a mio parere, gradevoli e realistici. Unica nota negativa, a volte Hanazawa calca la mano su situazioni davvero splatter, rendendole grottesche all'inverosimile. Credo che il tutto sia voluto, giusto per sottolineare l'insensatezza di alcuni comportamenti, ma il risultato è che bisogna avere uno stomaco forte per leggere il tutto.
Insomma, titolo consigliatissimo. Se siete in dubbio, dategli un'occasione, non ve ne pentirete.
Per molto tempo ho sentito parlare davvero bene di questo "I am a hero", ma per i motivi sovraesposti me ne sono sempre tenuto alla larga. Allora sorge spontanea la domanda: perché ho cominciato a leggerlo? Non lo nascondo, semplicissima noia. Quella sera, mentre leggevo il primo numero disteso a letto, continuavo a ripetermi: "Cosa lo leggo a fare, tanto non mi piacerà". Morale della favola, il giorno successivo sono andato di corsa in fumetteria per comprare i numeri restanti e li ho divorati in mezza giornata.
Vorrei evitare il più possibile spoiler, quindi, dopo una breve descrizione del contesto di questo manga, mi soffermerò sui punti che mi hanno colpito maggiormente.
Il nostro "eroe" è Hideo Suzuki, un trentacinquenne assistente mangaka fallito. Fallito perchè ritenuto troppo vecchio per sfondare nel mondo dei manga; fallito perché ha avuto una sua serie pubblicata, ma chiusa immediatamente. Si capisce subito che Hideo non è una persona "normale" (e non a causa dei suoi fallimenti), infatti è un paranoico complessato che ha bisogno di un cerchio magico, improvvisato con oggetti a caso, per difendersi dagli spiriti maligni durante la notte. Il manga comincia come se fosse uno slice of life (anzi, praticamente tutto il primo volume lo è) sulla vita di Hideo, ma qualcosa di strano sta succedendo. Il tutto ha inizio una mattina in cui Hideo esce di casa con il suo fucile per andare al poligono di tiro: da qui in poi il suo vecchio mondo non esisterà più.
La narrazione procede abbastanza rapidamente, mai noiosa e sempre piena di colpi di scena che tengono il lettore attaccato al volumetto.
Parlando del personaggio principale, devo ammettere che Hideo mi piace davvero tanto. Un tipo davvero strano (tanto strano) ma non mi ha mai dato l'impressione di essere falso o grottesco, al contrario sembra molto reale. A volte i suoi atteggiamenti causano ilarità, altre volte ho provato una tenerezza e un dispiacere infiniti per questo personaggio (ubriaco, dopo un ennesimo rifiuto dal solito editore, terrorizzato dal fatto che la sua ragazza se la faccia con il suo ex, dice "[ ... ] non devo essere per forza un eroe, ma vorrei almeno essere il protagonista della mia vita"; oppure, quando si vedono alcune sue foto ai tempi della scuola, si vede chiaramente che nelle foto di gruppo era allontanato suoi compagni). Per affrontare le difficoltà (sia della vecchia che della nuova vita), deve continuare a ripetersi, come se fosse un mantra, "I am a hero". Ma a volte i suoi comportamenti non sono da eroe, ma più da codardo, creando un interessante contrasto tra pensieri e azioni di Hideo. Insomma, non sarà mai possibile prevedere le azioni del nostro eroe.
La cosa che mi ha colpito di più di questo manga è la regia di Hanazawa. A tratti sembra quasi di osservare fotogrammi estratti dalla pellicola di un film. Tante tavole senza balloons che occupano l'intera pagina forniscono al lettore momenti di riflessione e danno enfasi a particolari situazioni, contribuendo ad aumentare il senso di angoscia generale che fa da sfondo al manga.
Molto interessante è stata la scelta di mostrare immagini del caos che dilaga nel Giappone affiancate a discussioni, in chat, tra otaku sparsi in tutto il paese. Il contrasto che ne risulta (tra la violenza e disperazione delle strade e il divertito cinismo della rete virtuale) è davvero forte.
Riguardo i disegni, questi sono, a mio parere, gradevoli e realistici. Unica nota negativa, a volte Hanazawa calca la mano su situazioni davvero splatter, rendendole grottesche all'inverosimile. Credo che il tutto sia voluto, giusto per sottolineare l'insensatezza di alcuni comportamenti, ma il risultato è che bisogna avere uno stomaco forte per leggere il tutto.
Insomma, titolo consigliatissimo. Se siete in dubbio, dategli un'occasione, non ve ne pentirete.
Parto col presupposto che il primo numero l'ho acquistato durante una fiera completamente ignaro del contenuto, attirato per lo più da una copertina ben fatta, ben illustrata, carta di qualità e dall'importante riconoscimento avuto da questo manga (vincitore del shogakukan manga award). Beh devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso. Nonostante la tipologia Horror piuttosto diffusa di questi tempi, nati tutti solo l'astro di the walking dead, quel che più mi sorprende è che questo manga si presenti sin da subito come uno slice of life. Non si ha la minima sensazione di poter essere catapultati in un'atmosfera horror. Questo non sta a significare che l' atmosfera sia leggera e quindi poco adatta a questo genere, classificando il manga come carente, al contrario: la suspense è ben costruita, pronta a condurre il lettore in un punto preciso e prestabilito dall'autore. I disegni rappresentano poi qualcosa di davvero innovativo e degno del premio che rappresentano. Le inquadrature poi hanno un'andatura quasi cinematografica, un piacere per gli occhi.
Insomma, un manga vivamente consigliato.
Insomma, un manga vivamente consigliato.
Forse uno dei manga migliori che sto leggendo e che ho letto.
Uno di quei fumetti che appena finisci un volume le uniche parole che escono dalla bocca sono: "ok, datemi il prossimo".
Manga di Kengo Hanazawa, pubblicato da GP Publishing, iniziato nel 2009.
La storia segue il buffo e a volte bizzarro protagonista, Hideo Suzuki, che si ritrova in un mondo ogni giorno sempre più invaso da persone infette da un virus che crea esseri simili a morti viventi.
Storia che lasca incollati alle pagine in un modo a dir poco imbarazzante, le pagine scorrono via senza neanche accorgersene, disegni favolosi, che esprimono sentimenti e paure di ogni singolo personaggio.
Se ve lo state chiedendo o vorreste chiedermelo, sì, mi piace di più di The Walking Dead. Quest'opera e The Walking Dead non sono da mettere a paragone (sento spesso paragonarli), sono opere al tempo stesso uguali ma diverse, trattano, bene o male, dello stesso tema ma prendono due strade completamente differenti che volume dopo volume si sviluppano in maniera diversa.
Che dire, manga che consiglio davvero a tutti quanti (anche se è un po difficile da trovare in fumetteria), non fatevi fermare dal prezzo, 5.90 € non sono per niente pochi per un volume, è un opera che vale davvero la pena di essere letta.
Detto questo mi scuso ma la scrittura non è e non è mai stata il mio forte, ma avevo davvero voglia di parlare di questo fumetto che ancora molti non conoscono.
Buona Lettura !
Uno di quei fumetti che appena finisci un volume le uniche parole che escono dalla bocca sono: "ok, datemi il prossimo".
Manga di Kengo Hanazawa, pubblicato da GP Publishing, iniziato nel 2009.
La storia segue il buffo e a volte bizzarro protagonista, Hideo Suzuki, che si ritrova in un mondo ogni giorno sempre più invaso da persone infette da un virus che crea esseri simili a morti viventi.
Storia che lasca incollati alle pagine in un modo a dir poco imbarazzante, le pagine scorrono via senza neanche accorgersene, disegni favolosi, che esprimono sentimenti e paure di ogni singolo personaggio.
Se ve lo state chiedendo o vorreste chiedermelo, sì, mi piace di più di The Walking Dead. Quest'opera e The Walking Dead non sono da mettere a paragone (sento spesso paragonarli), sono opere al tempo stesso uguali ma diverse, trattano, bene o male, dello stesso tema ma prendono due strade completamente differenti che volume dopo volume si sviluppano in maniera diversa.
Che dire, manga che consiglio davvero a tutti quanti (anche se è un po difficile da trovare in fumetteria), non fatevi fermare dal prezzo, 5.90 € non sono per niente pochi per un volume, è un opera che vale davvero la pena di essere letta.
Detto questo mi scuso ma la scrittura non è e non è mai stata il mio forte, ma avevo davvero voglia di parlare di questo fumetto che ancora molti non conoscono.
Buona Lettura !
Kengo Hanazawa è un mangaka davvero brillante. Oltre ad essere un bravo sceneggiatore, che rifugge le soluzioni banali e i cliché, è anche un ottimo disegnatore. Adoro il suo stile iperrealistico, che riesce a rendere questo manga ancora più inquietante.
Questa non è una semplice storia di zombie in cui l'unico scopo del protagonista è difendere l'umanità dalla minaccia dei mostri, anzi, gli esseri umani della storia sono quasi più spaventosi di loro. (Del resto nella storia non viene mai pronunciata la parola "zombie", quindi chissà...)
Inoltre il protagonista, nonostante il titolo, è tutto fuorché un eroe. Non è neanche un antieroe di quelli che spopolano ultimamente: è soltanto un uomo molto insicuro, non molto coraggioso, tormentato da paranoie disturbanti. Può sembrare un idiota, anche se in realtà a ben guardare è un uomo abbastanza colto e intelligente... Io trovo che sia il personaggio più interessante della storia, di gran lunga, anche perché nonostante tutto credo riesca a catturare le simpatie dei lettori. Il suo eroismo sta nel non perdere la testa di fronte alla società civile che crolla, nel non perdere di vista i suoi principi e il suo rispetto, un po' ossessivo, delle regole - non nella sua abilità nel combattere.
All'inizio del manga l'autore dissemina pian piano degli indizi che fanno capire al lettore che qualcosa di orribile sta per succedere, e che le paure di Hideo non sono del tutto infondate... Riesce a mantenere alta la tensione. "I am a hero" è un horror coi fiocchi, che da una trama apparentemente scontata riesce a creare una storia sorprendente, di grande impatto emotivo.
I dialoghi della storia lasciano una forte impressione di realtà: anche quelli che potrebbero parere più assurdi stranamente sembrano del tutto verosimili.
Il comportamento straniante e allucinato della maggior parte dei personaggi è un altro elemento horror della storia. La maggior parte degli esseri umani sembrano essere mossi soltanto da motivazioni egoistiche, o addirittura non rendersi bene conto della gravità di ciò che sta succedendo al mondo che finora hanno conosciuto, come ad esempio i ragazzi nelle chat.
Gli "zombie" che disegna Hanazawa sono davvero repellenti, non avrebbe potuto idearli meglio.
Questo manga costa un po', ma il rapporto qualità-prezzo è buono, e credetemi, è un'ottima maniera per spendere i vostri soldi se siete amanti dei seinen manga e degli splatter. Consigliato soprattutto se non vi infastidiscono i contenuti sessualmente espliciti.
Questa non è una semplice storia di zombie in cui l'unico scopo del protagonista è difendere l'umanità dalla minaccia dei mostri, anzi, gli esseri umani della storia sono quasi più spaventosi di loro. (Del resto nella storia non viene mai pronunciata la parola "zombie", quindi chissà...)
Inoltre il protagonista, nonostante il titolo, è tutto fuorché un eroe. Non è neanche un antieroe di quelli che spopolano ultimamente: è soltanto un uomo molto insicuro, non molto coraggioso, tormentato da paranoie disturbanti. Può sembrare un idiota, anche se in realtà a ben guardare è un uomo abbastanza colto e intelligente... Io trovo che sia il personaggio più interessante della storia, di gran lunga, anche perché nonostante tutto credo riesca a catturare le simpatie dei lettori. Il suo eroismo sta nel non perdere la testa di fronte alla società civile che crolla, nel non perdere di vista i suoi principi e il suo rispetto, un po' ossessivo, delle regole - non nella sua abilità nel combattere.
All'inizio del manga l'autore dissemina pian piano degli indizi che fanno capire al lettore che qualcosa di orribile sta per succedere, e che le paure di Hideo non sono del tutto infondate... Riesce a mantenere alta la tensione. "I am a hero" è un horror coi fiocchi, che da una trama apparentemente scontata riesce a creare una storia sorprendente, di grande impatto emotivo.
I dialoghi della storia lasciano una forte impressione di realtà: anche quelli che potrebbero parere più assurdi stranamente sembrano del tutto verosimili.
Il comportamento straniante e allucinato della maggior parte dei personaggi è un altro elemento horror della storia. La maggior parte degli esseri umani sembrano essere mossi soltanto da motivazioni egoistiche, o addirittura non rendersi bene conto della gravità di ciò che sta succedendo al mondo che finora hanno conosciuto, come ad esempio i ragazzi nelle chat.
Gli "zombie" che disegna Hanazawa sono davvero repellenti, non avrebbe potuto idearli meglio.
Questo manga costa un po', ma il rapporto qualità-prezzo è buono, e credetemi, è un'ottima maniera per spendere i vostri soldi se siete amanti dei seinen manga e degli splatter. Consigliato soprattutto se non vi infastidiscono i contenuti sessualmente espliciti.
Hideo Suzuki, 35 anni, è il protagonista di questa storia ed è praticamente un fallito. Lavora come assistente per un autore di manga hentai e non è in grado di pubblicarne uno suo. E' insicuro, paranoico ed è convinto che la sua ragazza sia troppo per lui. La sua vita è tanto vuota quanto insignificante. Una serie inaspettata di eventi gliela stravolgerà. Il suo fragile mondo e tutto ciò che aveva costruito con tanta fatica finirà miseramente in pezzi. Che si tratti di un virus o di chissà cos'altro non importa, ma sta di fatto che l'intera città è ora invasa da zombie e Hideo dovrà fuggire abbandonando tutto quanto di buono (ben poco) aveva costruito. Il fucile sarà il suo unico e inseparabile compagno di viaggio...
Hideo è tutto fuorché il solito eroe a cui siamo abituati ed è un personaggio che o si ama o si odia. Io sono tra quelli che lo adorano. In un mondo popolato da zombie le domande che l'autore si fa è chi siano i veri mostri: sono davvero loro o lo siamo noi uomini? E' questo uno dei punti di forza di quest'opera: l'autore analizza in modo magistrale il comportamento umano durante i momenti di disperazione. Gli uomini sono viscidi e le leggi che avevano regolato il mondo fino ad ora non esistono più. Le persone non esiteranno a imporre la legge del più forte e ad approfittare delle debolezze altrui. Intere pagine dove si vedono ragazzi chattare tra di loro indifferenti a tutto ciò che gli sta succedendo intorno, anzi, diversi di loro ci scherzano addirittura su... La risposta alla domanda di prima probabilmente è proprio questa: i veri mostri siamo noi uomini, viscidi, indifferenti, approfittatori, vigliacchi...
Hideo Suzuki sembra immune a tutto questo: rubare in un supermercato abbandonato resta comunque illegale, come lo è uccidere; le leggi per lui non son cambiate nonostante tutto... nonostante la disperazione, nonostante ora sia solo e non gli sia rimasto più niente. Hideo Suzuki è il vero eroe perchè nonostante sia impedito, fragile e insicuro non ha mai perso la sua umanità. Se non fosse così sarebbe la fine.. una volta sterminati tutti gli zombie cosa rimarrebbe, altrimenti?
I am a Hero non è solo questo, perché è anche e, soprattutto, un manga horror. Gli albi si lascian leggere tutto d'un fiato riuscendo a tenere il lettore incollato alle pagine. La tensione è sempre alle stelle e il ritmo di narrazione è elevatissimo! Insomma... adrenalinici al massimo!
E che dire dei disegni? Tratto assolutamente realistico e qualità grafica sorprendente. Anche la regia delle tavole è magistrale e tra le più belle che abbia mai potuto apprezzare in un manga. Hanno la capacità di coinvolgere il lettore in maniera sorprendente! Intere scene viste in prima persona... sembra di essere lì circondati da zombie, e tutto questo è stupefacente!
Anche l'edizione GP con sovraccoperta è ottima come sempre.
I am Hero se non è il mio manga preferito poco ci manca. Siamo solo all'ottavo numero e quindi è prematuro definirlo un capolavoro ma, indubbiamente, siamo sulla buona strada.
Hideo è tutto fuorché il solito eroe a cui siamo abituati ed è un personaggio che o si ama o si odia. Io sono tra quelli che lo adorano. In un mondo popolato da zombie le domande che l'autore si fa è chi siano i veri mostri: sono davvero loro o lo siamo noi uomini? E' questo uno dei punti di forza di quest'opera: l'autore analizza in modo magistrale il comportamento umano durante i momenti di disperazione. Gli uomini sono viscidi e le leggi che avevano regolato il mondo fino ad ora non esistono più. Le persone non esiteranno a imporre la legge del più forte e ad approfittare delle debolezze altrui. Intere pagine dove si vedono ragazzi chattare tra di loro indifferenti a tutto ciò che gli sta succedendo intorno, anzi, diversi di loro ci scherzano addirittura su... La risposta alla domanda di prima probabilmente è proprio questa: i veri mostri siamo noi uomini, viscidi, indifferenti, approfittatori, vigliacchi...
Hideo Suzuki sembra immune a tutto questo: rubare in un supermercato abbandonato resta comunque illegale, come lo è uccidere; le leggi per lui non son cambiate nonostante tutto... nonostante la disperazione, nonostante ora sia solo e non gli sia rimasto più niente. Hideo Suzuki è il vero eroe perchè nonostante sia impedito, fragile e insicuro non ha mai perso la sua umanità. Se non fosse così sarebbe la fine.. una volta sterminati tutti gli zombie cosa rimarrebbe, altrimenti?
I am a Hero non è solo questo, perché è anche e, soprattutto, un manga horror. Gli albi si lascian leggere tutto d'un fiato riuscendo a tenere il lettore incollato alle pagine. La tensione è sempre alle stelle e il ritmo di narrazione è elevatissimo! Insomma... adrenalinici al massimo!
E che dire dei disegni? Tratto assolutamente realistico e qualità grafica sorprendente. Anche la regia delle tavole è magistrale e tra le più belle che abbia mai potuto apprezzare in un manga. Hanno la capacità di coinvolgere il lettore in maniera sorprendente! Intere scene viste in prima persona... sembra di essere lì circondati da zombie, e tutto questo è stupefacente!
Anche l'edizione GP con sovraccoperta è ottima come sempre.
I am Hero se non è il mio manga preferito poco ci manca. Siamo solo all'ottavo numero e quindi è prematuro definirlo un capolavoro ma, indubbiamente, siamo sulla buona strada.
Questo titolo lo sto seguendo dal primo numero. Non ho "recuperato" la serie ma ho atteso pazientemente di vedermelo uscire in fumetteria, così come ho aspettato pazientemente di scrivere questa serie di piccole riflessioni (di fare recensioni proprio non ne sono capace, mi spiace!). Perché ho aspettato con così tanta calma? Semplicemente ritenevo, e ritengo tutt'ora che gettarsi e scrivere ciò che si pensa "a caldo" su questo manga sia veramente rischioso. E' un titolo difficile ed a tratti disturbante, ma di sicuro uno dei più brillanti degli ultimi anni. Non voglio parlare di trama, "il riassunto della storiella" lo si faceva in terza elementare, per cui leggete questo testo come riflessioni fra "me e me medesimo".
Il genere di base è sicuramente "slice of life" e tramite il totale realismo (a volte così reale da diventare inverosimile e quindi simbolico) l'autore rende portavoce del suo pensiero il protagonista principale. Per rendere più facile questo processo ecco che il protagonista viene caratterizzato da una fragilissima personalità con dei tratti inquietanti di pazzia ed parziale estraniamento dalla realtà.
Quando poi la piccola oasi felice (o apatica?) del protagonista verrà stravolta, ecco che il manga si innalza a livelli secondo me ottimi. L'autore riesce ad inquadrare alcune sfaccettature del comportamento umano che, sebbene non nuove, poco sono state analizzate.
Alla fine mi ritrovo, come sempre, ad avere detto tutto senza dire niente. Questo è un manga per chi vuole divertirsi ma con un occhio critico. Bisogna avere un po' di humor, ma humor maturo date le battute o gli avvenimenti spinti, sia dal punto sessuale sia dal punto di vista fisico-violento.
E' perfetto per chi vuole un opera "no sense" che di senso invece ne ha molto di più di quel che da a vedere, secondo me.
Il genere di base è sicuramente "slice of life" e tramite il totale realismo (a volte così reale da diventare inverosimile e quindi simbolico) l'autore rende portavoce del suo pensiero il protagonista principale. Per rendere più facile questo processo ecco che il protagonista viene caratterizzato da una fragilissima personalità con dei tratti inquietanti di pazzia ed parziale estraniamento dalla realtà.
Quando poi la piccola oasi felice (o apatica?) del protagonista verrà stravolta, ecco che il manga si innalza a livelli secondo me ottimi. L'autore riesce ad inquadrare alcune sfaccettature del comportamento umano che, sebbene non nuove, poco sono state analizzate.
Alla fine mi ritrovo, come sempre, ad avere detto tutto senza dire niente. Questo è un manga per chi vuole divertirsi ma con un occhio critico. Bisogna avere un po' di humor, ma humor maturo date le battute o gli avvenimenti spinti, sia dal punto sessuale sia dal punto di vista fisico-violento.
E' perfetto per chi vuole un opera "no sense" che di senso invece ne ha molto di più di quel che da a vedere, secondo me.
I am a hero è un manga di Kengo Hanazawa del 2009. Su questo manga non c'è niente da dire: se uso la parola 'Orrendo' suonerebbe come un complimento. Il protagonista di questa storia è un ragazzo, Hideo Suzuki. Un ragazzo che non si capisce se ci è o ci fa. Esempio? Dopo le pagine a colori possiamo ammirarlo mentre compie un balletto. Tutto il primo volume è assolutamente soporifero perché, soltanto alla fine si capisce il vero intento dell'autore. Certo che arrivare a scrivere un manga che si chiama 'Uncut Penis' (Pene non tagliato) è proprio da pazzi. Risultato? Avrete una storia che non si merita né il genere 'Slice of Life' né il genere 'Horror. Il vero genere che descrive questo manga è 'Demenziale. Per curiosità, ho provato a leggere anche il secondo volume ma, la storia sembra proprio non volersi riprendere. Nemmeno lo stile del disegno mi piace molto perché è fatto piuttosto male. Peccato però per l'ottima edizione della GP che ha una sovraccoperta e tante belle pagine a colori: l'unica cosa decente di questo manga. Perciò, se volete seguire un bel manga horror, questo non ve lo consiglio assolutamente.
Un capolavoro! (almeno fino al secondo numero)
Non mi viene in mente altro. Ho letto il primo numero non sapendo cosa avessi tra le mani, non avendo letto recensioni ne sentito parlare di questo manga, ma semplicemente perché la copertina e il titolo mi avevano attirato, ma una volta arrivato a casa in realtà, dopo averlo preso per iniziarne la lettura, mi aspettavo un'opera deludente.
Tutt'altro! I am a hero non è un manga qualsiasi, non è stereotipato, non ha nulla di già visto, appare tutto così reale e perfetto, tutto così finto e distorto, da farti arrivare alla penultima pagina senza la capacità di intendere e di volere, con il volto impallidito ed impassibile, poi volti pagina, scusate il gioco di parole, e ti ritrovi con la bocca spalancata e la mandibola ribassata di almeno 30cm.
Dopo di che ho acquistato anche il secondo volume che mi è piaciuto ancora di più del primo. Non vorrei esagerare ma forse è stato uno dei volumi più fighi che abbia mai letto, con situazioni assurde correlati da disegni iperealistici e non so se riesco a rendere l'idea dell'accostamento strambo. Così sono venuto su Animeclick per leggere qualche recensione e vedendo che la valutazione si aggirava intorno al 7,5 ho deciso di dare il mio contributo affinché quest'opera non resti nell'ombra, anche se probabilmente sta già avendo il successo che merita, in fumetteria mi dicono sempre che è esaurito e per prendere un numero devo andare almeno due volte.
Non mi sento di dare 10 solo perché sono ancora al secondo numero.
Non mi viene in mente altro. Ho letto il primo numero non sapendo cosa avessi tra le mani, non avendo letto recensioni ne sentito parlare di questo manga, ma semplicemente perché la copertina e il titolo mi avevano attirato, ma una volta arrivato a casa in realtà, dopo averlo preso per iniziarne la lettura, mi aspettavo un'opera deludente.
Tutt'altro! I am a hero non è un manga qualsiasi, non è stereotipato, non ha nulla di già visto, appare tutto così reale e perfetto, tutto così finto e distorto, da farti arrivare alla penultima pagina senza la capacità di intendere e di volere, con il volto impallidito ed impassibile, poi volti pagina, scusate il gioco di parole, e ti ritrovi con la bocca spalancata e la mandibola ribassata di almeno 30cm.
Dopo di che ho acquistato anche il secondo volume che mi è piaciuto ancora di più del primo. Non vorrei esagerare ma forse è stato uno dei volumi più fighi che abbia mai letto, con situazioni assurde correlati da disegni iperealistici e non so se riesco a rendere l'idea dell'accostamento strambo. Così sono venuto su Animeclick per leggere qualche recensione e vedendo che la valutazione si aggirava intorno al 7,5 ho deciso di dare il mio contributo affinché quest'opera non resti nell'ombra, anche se probabilmente sta già avendo il successo che merita, in fumetteria mi dicono sempre che è esaurito e per prendere un numero devo andare almeno due volte.
Non mi sento di dare 10 solo perché sono ancora al secondo numero.
Esordisco immediatamente con una doverosa e colloquiale premessa: questa recensione mi ha fatto tribolare per lungo tempo, perché nel ponderarne l'impostazione son nati in me una serie di atroci dilemmi morali.
Perché? Semplice: spoilerare, anche solo vagamente, il primo volume di questo manga sarebbe un ignobile crimine verso l'umanità tutta, visto che dal punto di vista narrativo si tratta di una delle cose più geniali e sorprendenti che abbia letto da un paio di anni a questa parte, complice un gioco di suggerimenti e falsi indizi che accompagnano il lettore fin quasi alla fine del primo volume, per poi sorprenderti con un colpo di scena di quelli tosti e slogamascella nell'ultima dozzina di pagine.
Facciamo così: io mi limiterò davvero all'essenziale nello spoilerare, ma se gradite il genere psicologico-horror e, soprattutto, se avete uno stomaco d'acciaio, non fate i tirchi ed intanto andate a comprare il primo volume di I am a Hero sulla fiducia. Io nel frattempo comincio.
Il manga di Kengo Hanazawa -un autore quasi esordiente, che proprio grazie al titolo in esame ha riscosso un improvviso e notevole apprezzamento in patria- fin dalle primissime pagine ci introduce nella quotidianità di questo strano ragazzo di nome Hideo. E che Hideo non abbia proprio tutte le rotelle a posto, lo si capisce da subito. Ad esempio la gente normale prima di prendere sonno conta le pecorelle, lui invece deve approntare una sorta di cerchio mistico/esoterico per tenere lontani gli spiriti, o qualsiasi cosa egli creda lo perseguiti al calare delle tenebre.
Ecco appunto, "credere". Si perché Hideo crede di vedere o fare molte cose, ma queste il più delle volte hanno atto solo nella sua testa.
Allo stesso modo, Hideo crede di essere un eroe, o almeno è ciò che si ripete nei momenti difficili per acquistare fiducia in sé stesso. E tale fissa nasce dal fatto che gli ideogrammi del suo nome, letti diversamente, significano "hero".
E già così di spunti ce ne sarebbero abbastanza per un manga curioso. E difatti, per gran parte del primo volume, il lettore può pensare di avere tra le mani uno slice of life psicologico simile ad Homunculus (citazione non casuale), che vede come protagonista questo tizio e la sua sfigatissima vita da assistente mangaka, desideroso di sfondare, ma costretto a fare i conti con le sue insicurezze patologiche.
Poi però arriva la megasorpresona, e il lettore capisce che forse forse non è solo Hideo ad essere tutto scemo (perché scemo lo è di sicuro, eh), ma attorno a lui sta succedendo un gran casino, e l'uomo nero che mangia i bambini forse esiste davvero…
Da qui in poi il maga cambia radicalmente registro, e ci vorrà un po' prima di rinsavire assieme al nostro Hideo, che inizialmente fatica a rendersi conto della situazione, tanto da preoccuparsi di cose di secondaria importanza come pagare diligentemente la metropolitana, quando nel contempo si sta scatenando l'apocalisse attorno a lui, ed ognuno è intento a salvare la pellaccia.
Dicevamo che ci vuole uno stomaco d'acciaio per leggere I am a Hero; questo perché vi è un ampio ricorso a visioni grandguignolesche, scene splatter e situazioni così esageratamente disgustose e/o ai limiti del surreale da risultare grottesche.
Forse in questo è possibile evidenziare un difetto dell'opera, che infatti sembra calcare troppo la mano in molti frangenti, tanto da poter probabilmente risultare per alcuni addirittura disturbante o semplicemente insensata. Certo non vi è involontarietà in ciò, e lo si nota anche in un certo humor nero di cui spesso si vela l'opera.
Uno degli elementi più interessanti che Kengo Hanazawa però ci regala, è sicuramente la regia. Inquadrature originali e tutta una serie di sapienti espedienti dal sapore cinematografico che aggiungono brio e notevole coinvolgimento alla narrazione. Emblematica la fuga nel bosco del quarto volume, dove l'autore sembra quasi omaggiare John Landis ricorrendo all'espediente del far vivere direttamente allo spettatore l'inseguimento, tramite gli occhi dell'ignoto cacciatore.
I disegni di Kengo Hanazawa sono dettagliati e ben leggibili, in particolar modo gli ambienti si distinguono per la resa praticamente fotografica. Tale stile iperrealista è ancor più evidente nelle (poche) pagine a colori che ogni tanto l'autore ci regala; davvero pregne di atmosfera.
Il chara design è mediamente abbastanza realistico, forse fanno storcere il naso alcuni visi ed espressioni sempre tendenti al grottesco; anche se palesemente la cosa è voluta, visto che han il compito di sottolineare ed enfatizzare la bizzarria di molti momenti.
I am a Hero viene pubblicato in Italia da GP Publishing, che propone una classica edizione da fumetteria a 5.90€ con sovracoperta, un paio di pagine a colori per volume (quando disponibili), carta bianca e liscia dalla trasparenza trascurabile.
I volumi si presentano nel complesso ben confezionati, robusti e facilmente sfogliabili; anche l'adattamento è ben fatto e durante la lettura non si notano refusi o discorsi poco chiari.
L'unica lacuna è costituita da un evidente difetto nella resa dei retini che appaiono spesso "a quadrettoni". A onor del vero GP Publishing è però intervenuta riuscendo a risolvere il problema; e dal volume 4 il manga presenta una resa di stampa largamente soddisfacente.
Pur non essendo un titolo adatto a tutti, I am a Hero merita certamente attenzione: riesce a toccare i familiari tòpoi del filone horror in maniera molto intrigante, divertente ed inconsueta, con indiscutibili sprazzi di genialità.
Fra splatter e digressioni psicologiche, i volumi scorrono veloci ed erratici, senza che in realtà siano sopraggiunte molte svolte clamorose, o che il protagonista abbia apparentemente risolto qualcosa. Ma il piacere della lettura e la fame di sviluppi futuri sicuramente non scemano mai.
Stiamo a vedere quindi se l'odissea di Hideo rappresenterà quella svolta esistenziale inconsapevolmente tanto attesa, l'opportunità per sciogliere quel nodo gordiano che vincola la sua indole sociopatica; o se la sua sarà una semplice fuga per la sopravvivenza in un inferno in cui l'unica via di scampo è, appunto, diventare un eroe… o almeno credersi tali.
Perché? Semplice: spoilerare, anche solo vagamente, il primo volume di questo manga sarebbe un ignobile crimine verso l'umanità tutta, visto che dal punto di vista narrativo si tratta di una delle cose più geniali e sorprendenti che abbia letto da un paio di anni a questa parte, complice un gioco di suggerimenti e falsi indizi che accompagnano il lettore fin quasi alla fine del primo volume, per poi sorprenderti con un colpo di scena di quelli tosti e slogamascella nell'ultima dozzina di pagine.
Facciamo così: io mi limiterò davvero all'essenziale nello spoilerare, ma se gradite il genere psicologico-horror e, soprattutto, se avete uno stomaco d'acciaio, non fate i tirchi ed intanto andate a comprare il primo volume di I am a Hero sulla fiducia. Io nel frattempo comincio.
Il manga di Kengo Hanazawa -un autore quasi esordiente, che proprio grazie al titolo in esame ha riscosso un improvviso e notevole apprezzamento in patria- fin dalle primissime pagine ci introduce nella quotidianità di questo strano ragazzo di nome Hideo. E che Hideo non abbia proprio tutte le rotelle a posto, lo si capisce da subito. Ad esempio la gente normale prima di prendere sonno conta le pecorelle, lui invece deve approntare una sorta di cerchio mistico/esoterico per tenere lontani gli spiriti, o qualsiasi cosa egli creda lo perseguiti al calare delle tenebre.
Ecco appunto, "credere". Si perché Hideo crede di vedere o fare molte cose, ma queste il più delle volte hanno atto solo nella sua testa.
Allo stesso modo, Hideo crede di essere un eroe, o almeno è ciò che si ripete nei momenti difficili per acquistare fiducia in sé stesso. E tale fissa nasce dal fatto che gli ideogrammi del suo nome, letti diversamente, significano "hero".
E già così di spunti ce ne sarebbero abbastanza per un manga curioso. E difatti, per gran parte del primo volume, il lettore può pensare di avere tra le mani uno slice of life psicologico simile ad Homunculus (citazione non casuale), che vede come protagonista questo tizio e la sua sfigatissima vita da assistente mangaka, desideroso di sfondare, ma costretto a fare i conti con le sue insicurezze patologiche.
Poi però arriva la megasorpresona, e il lettore capisce che forse forse non è solo Hideo ad essere tutto scemo (perché scemo lo è di sicuro, eh), ma attorno a lui sta succedendo un gran casino, e l'uomo nero che mangia i bambini forse esiste davvero…
Da qui in poi il maga cambia radicalmente registro, e ci vorrà un po' prima di rinsavire assieme al nostro Hideo, che inizialmente fatica a rendersi conto della situazione, tanto da preoccuparsi di cose di secondaria importanza come pagare diligentemente la metropolitana, quando nel contempo si sta scatenando l'apocalisse attorno a lui, ed ognuno è intento a salvare la pellaccia.
Dicevamo che ci vuole uno stomaco d'acciaio per leggere I am a Hero; questo perché vi è un ampio ricorso a visioni grandguignolesche, scene splatter e situazioni così esageratamente disgustose e/o ai limiti del surreale da risultare grottesche.
Forse in questo è possibile evidenziare un difetto dell'opera, che infatti sembra calcare troppo la mano in molti frangenti, tanto da poter probabilmente risultare per alcuni addirittura disturbante o semplicemente insensata. Certo non vi è involontarietà in ciò, e lo si nota anche in un certo humor nero di cui spesso si vela l'opera.
Uno degli elementi più interessanti che Kengo Hanazawa però ci regala, è sicuramente la regia. Inquadrature originali e tutta una serie di sapienti espedienti dal sapore cinematografico che aggiungono brio e notevole coinvolgimento alla narrazione. Emblematica la fuga nel bosco del quarto volume, dove l'autore sembra quasi omaggiare John Landis ricorrendo all'espediente del far vivere direttamente allo spettatore l'inseguimento, tramite gli occhi dell'ignoto cacciatore.
I disegni di Kengo Hanazawa sono dettagliati e ben leggibili, in particolar modo gli ambienti si distinguono per la resa praticamente fotografica. Tale stile iperrealista è ancor più evidente nelle (poche) pagine a colori che ogni tanto l'autore ci regala; davvero pregne di atmosfera.
Il chara design è mediamente abbastanza realistico, forse fanno storcere il naso alcuni visi ed espressioni sempre tendenti al grottesco; anche se palesemente la cosa è voluta, visto che han il compito di sottolineare ed enfatizzare la bizzarria di molti momenti.
I am a Hero viene pubblicato in Italia da GP Publishing, che propone una classica edizione da fumetteria a 5.90€ con sovracoperta, un paio di pagine a colori per volume (quando disponibili), carta bianca e liscia dalla trasparenza trascurabile.
I volumi si presentano nel complesso ben confezionati, robusti e facilmente sfogliabili; anche l'adattamento è ben fatto e durante la lettura non si notano refusi o discorsi poco chiari.
L'unica lacuna è costituita da un evidente difetto nella resa dei retini che appaiono spesso "a quadrettoni". A onor del vero GP Publishing è però intervenuta riuscendo a risolvere il problema; e dal volume 4 il manga presenta una resa di stampa largamente soddisfacente.
Pur non essendo un titolo adatto a tutti, I am a Hero merita certamente attenzione: riesce a toccare i familiari tòpoi del filone horror in maniera molto intrigante, divertente ed inconsueta, con indiscutibili sprazzi di genialità.
Fra splatter e digressioni psicologiche, i volumi scorrono veloci ed erratici, senza che in realtà siano sopraggiunte molte svolte clamorose, o che il protagonista abbia apparentemente risolto qualcosa. Ma il piacere della lettura e la fame di sviluppi futuri sicuramente non scemano mai.
Stiamo a vedere quindi se l'odissea di Hideo rappresenterà quella svolta esistenziale inconsapevolmente tanto attesa, l'opportunità per sciogliere quel nodo gordiano che vincola la sua indole sociopatica; o se la sua sarà una semplice fuga per la sopravvivenza in un inferno in cui l'unica via di scampo è, appunto, diventare un eroe… o almeno credersi tali.
"Kengo Hanazawa", autore debuttante, entra nel mondo dei manga con una storia di genere seinen horror, essa è intitolata "I am a hero". Opera pubblicata in patria dalla casa editrice "Shogakukan" e in Italia dalla ormai famosa "Gp publishing".
La storia di questo manga è assai complicata.
Racconta di un uomo, Hideo Suzuki, assistente mangaka senza molte aspettative, fidanzato con una donna che ama un altro e sempre preso in giro dai suoi colleghi di lavoro.
[Attenzione, spoiler]
Ma un giorno il mondo cambia. Si diffonde dal nulla un'epidemia dove le persone venendo morse impazziscono e diventano delle specie di morti viventi o i cosiddetti zombie e a loro volta attaccano altre persone. Ma stranamente, l' unico che non viene contagiato è proprio il nostro protagonista.
Se l' epidemia fosse solo un sogno di Hideo?
Sinceramente questa trama mi ricorda molto quella di "Highschool of the dead", e anche come si sviluppa.
Forse la cosa in cui si differenziano e che un "I am a hero" non ha per niente fanservice mentre l'altro un po' troppo.
Passando alle mie considerazioni personali, credo che questo manga sia veramente molto bello e psicologico, la storia appassiona sempre di più ogni volume che passa, e proprio quando ne finisci uno ti viene una voglia matta di sapere cosa succederà nel volume successivo.
Forse l'unica cosa che non adoro alla follia del manga è che i personaggi, oltre a non essere caratterizzati troppo bene, sono tutti degli stupidi che, vedendo delle persone impazzire e morderne altre non alzano un dito, e fanno come se non fosse successo nulla. Forse l'autore l'ha fatto apposta (anche se ne dubito), ma comunque a me non piace.
Ma, saltando questi particolari, il manga mi è piaciuto molto. Ci sarà un motivo se è uno dei miei preferiti!
[Fine spoiler]
Per finire consiglio il manga agli amanti del genere psicologico che vogliono provare una bellissima storia disegnata anche divinamente e a delle persone a cui piacciono le storie oscure e con molti colpi di scena ed emozioni (ci sarà un motivo se dal Giappone questa seria è arrivata fino in Italia!).
La storia di questo manga è assai complicata.
Racconta di un uomo, Hideo Suzuki, assistente mangaka senza molte aspettative, fidanzato con una donna che ama un altro e sempre preso in giro dai suoi colleghi di lavoro.
[Attenzione, spoiler]
Ma un giorno il mondo cambia. Si diffonde dal nulla un'epidemia dove le persone venendo morse impazziscono e diventano delle specie di morti viventi o i cosiddetti zombie e a loro volta attaccano altre persone. Ma stranamente, l' unico che non viene contagiato è proprio il nostro protagonista.
Se l' epidemia fosse solo un sogno di Hideo?
Sinceramente questa trama mi ricorda molto quella di "Highschool of the dead", e anche come si sviluppa.
Forse la cosa in cui si differenziano e che un "I am a hero" non ha per niente fanservice mentre l'altro un po' troppo.
Passando alle mie considerazioni personali, credo che questo manga sia veramente molto bello e psicologico, la storia appassiona sempre di più ogni volume che passa, e proprio quando ne finisci uno ti viene una voglia matta di sapere cosa succederà nel volume successivo.
Forse l'unica cosa che non adoro alla follia del manga è che i personaggi, oltre a non essere caratterizzati troppo bene, sono tutti degli stupidi che, vedendo delle persone impazzire e morderne altre non alzano un dito, e fanno come se non fosse successo nulla. Forse l'autore l'ha fatto apposta (anche se ne dubito), ma comunque a me non piace.
Ma, saltando questi particolari, il manga mi è piaciuto molto. Ci sarà un motivo se è uno dei miei preferiti!
[Fine spoiler]
Per finire consiglio il manga agli amanti del genere psicologico che vogliono provare una bellissima storia disegnata anche divinamente e a delle persone a cui piacciono le storie oscure e con molti colpi di scena ed emozioni (ci sarà un motivo se dal Giappone questa seria è arrivata fino in Italia!).
Sin dall'uscita del primo volume questo manga mi ispirava parecchio ma decisi di non comprarlo per non aggiungere un'altra serie a quelle che avevo in corso. Ma, avendo disponibili un po' più di soldi a Natale, e vedendo i primi 3 numeri in fumetteria, ho deciso di prenderlo (della "serie a volte ritornano").
Com'è intuibile dalle copertine, I am a hero è un manga Horror/Slice of life.
Il protagonista è Hideo che sogna da sempre di poter diventare un famoso mangaka ma che allo stato attuale dei fatti non è che un assistente fumettista che si potrebbe tranquillamente definire come fallito. Hideo (personaggio atipico e bizzarro ma che l'autore riesce a caratterizzare al meglio rappresentando molto bene il suo profilo psicologico) vive la sua quotidianità tra lavoro, insoddisfazioni, paranoie e la strana storia con la sua fidanzata.
Con il primo volume "I am a hero" si apre come un qualsiasi Slice of life presentandoci i vari personaggi e soprattutto il protagonista e la routine che vive nella continua delusione per la vita e la paura del paranormale. Nonostante il manga diventi un vero e proprio horror soltanto nelle ultime pagine mutando durante la lettura, il sensei Hanazawa ci offre qualche piccolo frammento di terrore sin dall'inizio del volume. Ma la natura horror vera e propria della storia si sviluppa dal secondo volume in poi, in cui vedremo Hideo avere a che fare con "strani esseri" e veder sconvolta la propria piatta vita da tantissimi avvenimenti, morti e situazioni estreme e sconvolgenti. Riuscirà Hideo a diventare un eroe e superare le ostilità gli si parano davanti?
Trovo che il tratto dell'autore somigli vagamente a quello di Inio Asano, anche se quello di quest'ultimo è molto più bello. E' un tratto realistico e pulito e adattissimo all'atmosfera horror.
L'edizione GP Publishing è molto buona: carta bianca, buona rilegatura, sovraccoperta e tante pagine a colori che vengono però a mancare nel terzo volume.
Ho apprezzato molto questo manga che ho trovato avvincente e spesso terrificante. Trovo il protagonista veramente molto strano, come ho già detto precedentemente, e sono rimasta spesso basita di fronte ad alcuni suoi comportamenti come il voler rispettare la legge anche in situazioni estreme o nell'ultima scena con la fidanzata. <b>
Per il resto lo consiglio, ovviamente a chi piace il genere, e non vedo l'ora di poter leggere i prossimi volumi e vedere come si evolverà la storia.
Com'è intuibile dalle copertine, I am a hero è un manga Horror/Slice of life.
Il protagonista è Hideo che sogna da sempre di poter diventare un famoso mangaka ma che allo stato attuale dei fatti non è che un assistente fumettista che si potrebbe tranquillamente definire come fallito. Hideo (personaggio atipico e bizzarro ma che l'autore riesce a caratterizzare al meglio rappresentando molto bene il suo profilo psicologico) vive la sua quotidianità tra lavoro, insoddisfazioni, paranoie e la strana storia con la sua fidanzata.
Con il primo volume "I am a hero" si apre come un qualsiasi Slice of life presentandoci i vari personaggi e soprattutto il protagonista e la routine che vive nella continua delusione per la vita e la paura del paranormale. Nonostante il manga diventi un vero e proprio horror soltanto nelle ultime pagine mutando durante la lettura, il sensei Hanazawa ci offre qualche piccolo frammento di terrore sin dall'inizio del volume. Ma la natura horror vera e propria della storia si sviluppa dal secondo volume in poi, in cui vedremo Hideo avere a che fare con "strani esseri" e veder sconvolta la propria piatta vita da tantissimi avvenimenti, morti e situazioni estreme e sconvolgenti. Riuscirà Hideo a diventare un eroe e superare le ostilità gli si parano davanti?
Trovo che il tratto dell'autore somigli vagamente a quello di Inio Asano, anche se quello di quest'ultimo è molto più bello. E' un tratto realistico e pulito e adattissimo all'atmosfera horror.
L'edizione GP Publishing è molto buona: carta bianca, buona rilegatura, sovraccoperta e tante pagine a colori che vengono però a mancare nel terzo volume.
Ho apprezzato molto questo manga che ho trovato avvincente e spesso terrificante. Trovo il protagonista veramente molto strano, come ho già detto precedentemente, e sono rimasta spesso basita di fronte ad alcuni suoi comportamenti come il voler rispettare la legge anche in situazioni estreme o nell'ultima scena con la fidanzata. <b>
Attenzione :: Spoiler! (clicca per visualizzarlo)
</b> Ho trovato strani anche i comportamenti di alcuni personaggi secondari: perché non si accorgono di avere a che fare con zombie? Spesso anche lo stesso protagonista sembra non accorgersene e credere di avere a che fare con persone comuni... Eppure è evidente che non sono più comuni esseri umani dagli strani occhi, le vene evidenti sul corpo e il sangue sempre presente, nonché le strane espressioni psicopatiche. Bah, questo non l'ho proprio capito. <b>[Fine Spoiler]</b>Per il resto lo consiglio, ovviamente a chi piace il genere, e non vedo l'ora di poter leggere i prossimi volumi e vedere come si evolverà la storia.
"I am a hero", la prima volta che ho letto questo titolo in fumetteria rimasi colpito dalla frase scritta dietro il primo numero: "L'inizio della fine"! Un ossimoro molto usato nei film, che diventa quasi banale per la ripetitività con la quale viene usata... Durante la lettura del primo numero il manga sembrava interminabile, non mi stava piacendo per niente ed ero tentato di lasciar perdere, ma continuai a leggerlo fino a quando le ultime dieci pagine mi hanno lasciato senza parole! Tanti punti interrogativi, non capivo cosa stava succedendo, senza averlo capito avevo tra le mani un horror... Dopo il secondo ed il terzo volume fantastici, veloci, pieni d'azione e molto originali! Consigliato per tutti gli amanti dei manga di nicchia, horror e mistero!
Trama: questa è la storia di Hideo Suzuki, assistente di un mangaka che vorrebbe sfondare con una serie tutta sua e diventare un mito del fumetto giapponese; ha già all'attivo una serie interrotta dopo però pochi capitoli, ma ormai ha trentacinque anni, una storia piatta con una ragazza, il lavoro è sempre tutto uguale e le sue giornate trascorrono nella normalità, scandite però da una serie di ossessioni/manie compulsive che lo rendono molto strano ed eccentrico (o anche peggio!). Questa diciamo routine si interrompe quando un giorno all'improvviso dopo aver fatto tardi la sera, si risveglia e la sua città è in preda al caos, attaccata da una non precisata forma di epidemia…
Grafica: come manga lo accosterei in resa grafica con "Gantz", se non altro per gli ambienti iperrealistici (e ci mancherebbe è ambientato al giorno d'oggi!) e per l'uso del computer in "aiuto" al disegno. Quindi come si è detto il realismo può non piacere a tutti, ma in un Seinen ci sta bene, se non altro per le scene violente o che rientrano nella normalità (senza stare a scomodare le visioni che ha il protagonista). Insomma per me la grafica è promossa a pieni voti.
Valutazione: allora la storia se ci si ferma al secondo volume può essere anche archiviata in un Survival/Horror, ma già con il primo volumetto ed il terzo, si capisce che c'è di più e che il lato horror è solo un contorno (almeno per ora) per far vedere tutte le manie compulsive/ossessive del protagonista, e per sentirlo parlare della situazione degli anime e manga attuali, e di come andrebbero cambiati (secondo lui). Il lato survival poi per ora non è ancora cominciato, visto che il protagonista cosi preso dalle sue elucubrazioni, sembra (o non vuole) rendersi conto del caos e della morte che gli sta succedendo intorno, praticamente per lui ha importanza solo tornare a casa al più presto, per continuare con la sua quotidianità. Per fare un esempio, il protagonista sono quasi due volumetti che si porta dietro un fucile (per il suo hobby, il tiro al piattello), ma anche di fronte ad un momento di estremo pericolo non lo vuole utilizzare, perché sarebbe contro le regole del porto d'armi tirare fuori un'arma in un luogo pubblico!
Insomma un manga molto strano, ma perché proprio cosi strano tiene incollati alle pagine, per vedere cosa succederà ancora di più grottesco e weird.
Pro:
-Realistico
-Weird
-Elemento Horror
CONTRO:
-Troppo Weird
-Disegni che possono sembrare strani per un manga (io dico realistici)
-Violenza e Horror (ad alcuni possono non piacere)
Grafica: come manga lo accosterei in resa grafica con "Gantz", se non altro per gli ambienti iperrealistici (e ci mancherebbe è ambientato al giorno d'oggi!) e per l'uso del computer in "aiuto" al disegno. Quindi come si è detto il realismo può non piacere a tutti, ma in un Seinen ci sta bene, se non altro per le scene violente o che rientrano nella normalità (senza stare a scomodare le visioni che ha il protagonista). Insomma per me la grafica è promossa a pieni voti.
Valutazione: allora la storia se ci si ferma al secondo volume può essere anche archiviata in un Survival/Horror, ma già con il primo volumetto ed il terzo, si capisce che c'è di più e che il lato horror è solo un contorno (almeno per ora) per far vedere tutte le manie compulsive/ossessive del protagonista, e per sentirlo parlare della situazione degli anime e manga attuali, e di come andrebbero cambiati (secondo lui). Il lato survival poi per ora non è ancora cominciato, visto che il protagonista cosi preso dalle sue elucubrazioni, sembra (o non vuole) rendersi conto del caos e della morte che gli sta succedendo intorno, praticamente per lui ha importanza solo tornare a casa al più presto, per continuare con la sua quotidianità. Per fare un esempio, il protagonista sono quasi due volumetti che si porta dietro un fucile (per il suo hobby, il tiro al piattello), ma anche di fronte ad un momento di estremo pericolo non lo vuole utilizzare, perché sarebbe contro le regole del porto d'armi tirare fuori un'arma in un luogo pubblico!
Insomma un manga molto strano, ma perché proprio cosi strano tiene incollati alle pagine, per vedere cosa succederà ancora di più grottesco e weird.
Pro:
-Realistico
-Weird
-Elemento Horror
CONTRO:
-Troppo Weird
-Disegni che possono sembrare strani per un manga (io dico realistici)
-Violenza e Horror (ad alcuni possono non piacere)
Premetto che non amo particolarmente il genere horror/thriller, anzi, mi è parecchio "indigesto".
Premetto però anche che a me "I am a hero" è piaciuto da impazzire.
Fatte queste due premesse passiamo a descrivere il manga di Kengo Hanazawa; la storia è incentrata su Hideo Suzuki, un ragazzo ultratrentenne sociopatico, leggermente (ma neanche tanto leggermente) maniaco, visionario, fidanzato che vive da solo ed è un mangaka assistente, apparentemente senza aspirazioni a causa dello scarso successo dei pochi manga da lui realizzati. La sua vita scorre tranquilla tra insoddisfazioni, paure e dubbi esistenziali, finché accade ciò che nessuno si sarebbe aspettato; ciò che era percepibile inizialmente solo da piccoli indizi e lievi incongruenze, viene a presentarsi sempre in maniera più chiara e più sconcertante (come in un terribile climax psicologico): un incombente pericolo. E bisognerà a tutti i costi salvarsi la pelle.
La mia reazione è stata inevitabile: a bocca aperta mentre leggevo tutto d'un fiato i primi due tankobon di "I am a hero", pensando "... e io che ero convinto di aver comprato uno slice of life. Wow". Effettivamente avevo ragione; fino a un certo punto.
Il primo volume era semplicemente introduttivo a tutta la trama che si sarebbe poi venuta a diramare in seguito. Duecento pagine di "rodaggio", per porre delle basi solide e consistenti a una storia che da slice of life si è tramutata d'un lampo in un geniale thriller. Da tempo cercavo un manga che avesse delle precise fondamenta, spiegazioni estremamente dettagliate della vita sociale, lavorativa, psicologica e sentimentale del protagonista (pazzo. Da legare); e sembra proprio che io l'abbia trovato ora. Tutto in questo manga è realistico, e al contempo perfettamente surreale, vero punto di forza della storia. Senza contare poi i numerosi colpi di scena, l'approfondita analisi dei personaggi e il disegno dettagliatissimo che calza a pennello al genere trattato dall'autore.
Degne di nota sono le pagine finali del primo volume; terrificanti e meravigliose, hanno il pregio di farti piombare di colpo nella realtà da quella che credevi fosse solo una semplice commedia, ma che ti saresti presto accordo sarebbe diventato un inferno; mentre tutto ciò che avevi appena letto appare inevitabilmente come un lontano ricordo.
Nel secondo volume prende effettivamente vita la vera trama, orchestrata parecchio bene seppur in maniera lineare, come ci si aspetta da una qualsivoglia opera horror.
È questo sostanzialmente 'I am a hero': un intreccio piacevole e davvero innovativo di uno splendido slice of life con una sottospecie di thriller... con ospiti indesiderati.
Premetto però anche che a me "I am a hero" è piaciuto da impazzire.
Fatte queste due premesse passiamo a descrivere il manga di Kengo Hanazawa; la storia è incentrata su Hideo Suzuki, un ragazzo ultratrentenne sociopatico, leggermente (ma neanche tanto leggermente) maniaco, visionario, fidanzato che vive da solo ed è un mangaka assistente, apparentemente senza aspirazioni a causa dello scarso successo dei pochi manga da lui realizzati. La sua vita scorre tranquilla tra insoddisfazioni, paure e dubbi esistenziali, finché accade ciò che nessuno si sarebbe aspettato; ciò che era percepibile inizialmente solo da piccoli indizi e lievi incongruenze, viene a presentarsi sempre in maniera più chiara e più sconcertante (come in un terribile climax psicologico): un incombente pericolo. E bisognerà a tutti i costi salvarsi la pelle.
La mia reazione è stata inevitabile: a bocca aperta mentre leggevo tutto d'un fiato i primi due tankobon di "I am a hero", pensando "... e io che ero convinto di aver comprato uno slice of life. Wow". Effettivamente avevo ragione; fino a un certo punto.
Il primo volume era semplicemente introduttivo a tutta la trama che si sarebbe poi venuta a diramare in seguito. Duecento pagine di "rodaggio", per porre delle basi solide e consistenti a una storia che da slice of life si è tramutata d'un lampo in un geniale thriller. Da tempo cercavo un manga che avesse delle precise fondamenta, spiegazioni estremamente dettagliate della vita sociale, lavorativa, psicologica e sentimentale del protagonista (pazzo. Da legare); e sembra proprio che io l'abbia trovato ora. Tutto in questo manga è realistico, e al contempo perfettamente surreale, vero punto di forza della storia. Senza contare poi i numerosi colpi di scena, l'approfondita analisi dei personaggi e il disegno dettagliatissimo che calza a pennello al genere trattato dall'autore.
Degne di nota sono le pagine finali del primo volume; terrificanti e meravigliose, hanno il pregio di farti piombare di colpo nella realtà da quella che credevi fosse solo una semplice commedia, ma che ti saresti presto accordo sarebbe diventato un inferno; mentre tutto ciò che avevi appena letto appare inevitabilmente come un lontano ricordo.
Nel secondo volume prende effettivamente vita la vera trama, orchestrata parecchio bene seppur in maniera lineare, come ci si aspetta da una qualsivoglia opera horror.
È questo sostanzialmente 'I am a hero': un intreccio piacevole e davvero innovativo di uno splendido slice of life con una sottospecie di thriller... con ospiti indesiderati.
Molto si è parlato di questo "I Am A Hero", la maggior parte delle volte in modo positivo, elevandolo a capolavoro. Dopo due volumi sinceramente non vedo dove sia questo capolavoro.
<b>[Attenzione, spoiler sul primo volume]</b>
La trama sembra una versione più "matura" di Highschool of the dead ovvero un'invasione di zombie, scatenata da non si sa cosa e non si sa dove, con il protagonista che non capisce cosa sta succedendo attorno a sé e che cerca di sopravvivere scappando verso una meta sconosciuta.
La narrazione è molto lenta, difatti ci vuole 1 volume intero solo per capire dove andrà a parare la storia (e solo nelle ultime pagine) mentre nel secondo volume non succede assolutamente nulla. Diciamo che si può riassumere questo volume con le parole "zombie ovunque".
<b>[Fine spoiler]</b>
Il protagonista è un'incognita in questo manga: a volte sembra paranoico, a volte sembra apatico, a volte sembra completamente scemo (e spesso una cosa non esclude le altre) mentre i personaggi secondari hanno il ruolo di semplici comparse.
I disegni sono l'unico punto di forza di questo manga, capaci di proiettare il lettore nell'atmosfera horror che si viene a creare nel corso dell'opera.
Ultima nota positiva è l'edizione di GP Publishing con pagine a colori, sovracoperta, ottima carta e ottima rilegatura.
Sarà che l'horror non è il mio genere, ma mi sa che il problema non è solo questo.
<b>[Attenzione, spoiler]</b>
Ok, la storia è raccapricciante, il secondo volume è stato un susseguirsi continuo di persone mostruose che cercavano di mangiarsi altre persone. Ma, beh, fin là è questione di gusti, se ti piacciono i manga truculenti o no.
Il problema è che non si capiva niente, tavole e tavole dedicate solo ai 'mostri' che si masticavano porte, braccia e gambe; teste che saltano, 'mostri' che attaccano altri 'mostri', persone che si difendono a colpi di mazza da baseball. E basta.
<b>[Fine spoiler]</b>
A lasciarmi davvero allibita è stato comunque il protagonista, che reagisce in maniera piuttosto moderata considerato quello che sta accadendo. Non so se fosse sotto shock o semplicemente scemo. Comunque l'inadeguatezza delle reazioni dei personaggi dava un tocco ancora più surreale al tutto.
Ammetto di non averlo letto con particolare attenzione (come ho detto, ci vuole un bello stomaco), ma in ogni caso l'impressione che ne ho avuto è stata del tutto negativa.
<b>[Attenzione, spoiler]</b>
Ok, la storia è raccapricciante, il secondo volume è stato un susseguirsi continuo di persone mostruose che cercavano di mangiarsi altre persone. Ma, beh, fin là è questione di gusti, se ti piacciono i manga truculenti o no.
Il problema è che non si capiva niente, tavole e tavole dedicate solo ai 'mostri' che si masticavano porte, braccia e gambe; teste che saltano, 'mostri' che attaccano altri 'mostri', persone che si difendono a colpi di mazza da baseball. E basta.
<b>[Fine spoiler]</b>
A lasciarmi davvero allibita è stato comunque il protagonista, che reagisce in maniera piuttosto moderata considerato quello che sta accadendo. Non so se fosse sotto shock o semplicemente scemo. Comunque l'inadeguatezza delle reazioni dei personaggi dava un tocco ancora più surreale al tutto.
Ammetto di non averlo letto con particolare attenzione (come ho detto, ci vuole un bello stomaco), ma in ogni caso l'impressione che ne ho avuto è stata del tutto negativa.
Sono le 4 di mattina. Ho spento il pc un'ora fa e mi sono messo nel letto a leggere, aspettando che Morfeo mi cogliesse, cosa che solitamente accade abbastanza in fretta. Il primo volumetto nella pila di quelli da leggere era "I am a hero". Tanto per cominciare vi basti sapere che appena ho finito la lettura non ho potuto fare a meno di alzarmi, riaccendere il computer e scrivere questa recensione.
Erano anni che non mi capitava una tale folgorazione! Tralasciamo gli aspetti tecnici, da quel che ho potuto vedere l'edizione è ottima. Passiamo oltre anche sulla grafica, lo stile può o non può piacere, ma è assolutamente adatto al tipo di storia, e a me personalmente piace. Tratto maturo e realistico, molto particolareggiato. Passiamo alle "emozioni", vero fulcro di questa lettura, quelle che mi hanno spinto a dormire 2 ore in meno stanotte.
Il racconto parte in prima, un seinen come tanti altri, un protagonista un po' fuori dagli schemi, paranoico, complessato. Per i primi capitoli la storia prosegue senza accelerazioni, pagina dopo pagina facciamo conoscenza di Hideo, del piccolo mondo in cui si muove, delle persone che lo circondano. Si può pure dire che il tutto sia poco interessante, se non fosse che l'autore ci mette un pizzico di genialità, inserendo elementi sporadici e ben mascherati che cominciano a preannunciare qualcosa di grande. L'inquietudine sale piano ma inesorabilmente, mano a mano che si procede nella lettura. Sempre più ci si accorge che qualcosa ha smesso di funzionare nel mondo di Hideo.
Per renderla con una metafora la sensazione è quella di un motore che parte normalmente, e poco a poco comincia a stridere, come se qualche piccolo ingranaggio secondario si fosse rotto, innescando la reazione a catena che porterà lo stridore a farsi sempre più assordante.
Verso la fine del volume la bolla di apparente normalità scoppia, rovesciandoci addosso in meno di 10 pagine l'aberrazione in atto.
Finito il volume ci ho messo alcuni secondi a riprendermi. Do a questo volume un 10 pieno, non so come si evolverà l'opera, ma se si manterrà su questi livelli allora avremo un capolavoro. Non vedo l'ora di avere tra le mani il numero 2!
Erano anni che non mi capitava una tale folgorazione! Tralasciamo gli aspetti tecnici, da quel che ho potuto vedere l'edizione è ottima. Passiamo oltre anche sulla grafica, lo stile può o non può piacere, ma è assolutamente adatto al tipo di storia, e a me personalmente piace. Tratto maturo e realistico, molto particolareggiato. Passiamo alle "emozioni", vero fulcro di questa lettura, quelle che mi hanno spinto a dormire 2 ore in meno stanotte.
Il racconto parte in prima, un seinen come tanti altri, un protagonista un po' fuori dagli schemi, paranoico, complessato. Per i primi capitoli la storia prosegue senza accelerazioni, pagina dopo pagina facciamo conoscenza di Hideo, del piccolo mondo in cui si muove, delle persone che lo circondano. Si può pure dire che il tutto sia poco interessante, se non fosse che l'autore ci mette un pizzico di genialità, inserendo elementi sporadici e ben mascherati che cominciano a preannunciare qualcosa di grande. L'inquietudine sale piano ma inesorabilmente, mano a mano che si procede nella lettura. Sempre più ci si accorge che qualcosa ha smesso di funzionare nel mondo di Hideo.
Per renderla con una metafora la sensazione è quella di un motore che parte normalmente, e poco a poco comincia a stridere, come se qualche piccolo ingranaggio secondario si fosse rotto, innescando la reazione a catena che porterà lo stridore a farsi sempre più assordante.
Verso la fine del volume la bolla di apparente normalità scoppia, rovesciandoci addosso in meno di 10 pagine l'aberrazione in atto.
Finito il volume ci ho messo alcuni secondi a riprendermi. Do a questo volume un 10 pieno, non so come si evolverà l'opera, ma se si manterrà su questi livelli allora avremo un capolavoro. Non vedo l'ora di avere tra le mani il numero 2!
È qualcosa di incredibile.
Parto in quarta, sia perché concorde con le recensioni positive che mi precendono, sia perché non so trattenermi. Il manga è uno di quelli che più leggi più ti incolla, quando è finito il primo volume quasi ci sono rimasto male, non mi capitava da tantissimo.
I primi 2 capitoli sembravano "strani" e alquanto ostici, non mi era per nulla chiaro cosa volesse rappresentare l'autore: la suggestione? La paura? La pazzia? Più leggevo più apprezzavo.
Trovo moltissimi elementi del classico tratto seinen ma di classico ha ben poco.
La cosa che ho apprezzato di più è che il primo volume è quasi completamente slice of life! Slice of life di ottima qualità, a me tutto sembra molto vissuto, reale e possibile, altro che frutto di immaginazione, sembra che l'autore provi, o abbia provato per davvero, quei sentimenti che rappresenta disegnando.
Tutto ciò garantisce che in futuro non vi saranno inutili salti temporali nel passato per comprendere il punto di vista del protagonista, nessun ricordo vago che lo rende ora maturo, nessun dejavù che lo proietta in un'evoluzione improvvisa dello spirito. Tutto ciò che è, lo è perché ci viene presentato immediatamente. L'evoluzione del personaggio, se ve ne sarà una, sarà tutta contemporanea e lo svolgimento dell'opera si prospetta fluida. A mio parere è una qualità dell'autore che rende il manga davvero eccezionale.
Parto in quarta, sia perché concorde con le recensioni positive che mi precendono, sia perché non so trattenermi. Il manga è uno di quelli che più leggi più ti incolla, quando è finito il primo volume quasi ci sono rimasto male, non mi capitava da tantissimo.
I primi 2 capitoli sembravano "strani" e alquanto ostici, non mi era per nulla chiaro cosa volesse rappresentare l'autore: la suggestione? La paura? La pazzia? Più leggevo più apprezzavo.
Trovo moltissimi elementi del classico tratto seinen ma di classico ha ben poco.
La cosa che ho apprezzato di più è che il primo volume è quasi completamente slice of life! Slice of life di ottima qualità, a me tutto sembra molto vissuto, reale e possibile, altro che frutto di immaginazione, sembra che l'autore provi, o abbia provato per davvero, quei sentimenti che rappresenta disegnando.
Tutto ciò garantisce che in futuro non vi saranno inutili salti temporali nel passato per comprendere il punto di vista del protagonista, nessun ricordo vago che lo rende ora maturo, nessun dejavù che lo proietta in un'evoluzione improvvisa dello spirito. Tutto ciò che è, lo è perché ci viene presentato immediatamente. L'evoluzione del personaggio, se ve ne sarà una, sarà tutta contemporanea e lo svolgimento dell'opera si prospetta fluida. A mio parere è una qualità dell'autore che rende il manga davvero eccezionale.
"I am a Hero" è una manga, edito in Italia dalla GP Publishing, che porta la firma di Kengo Hanazawa, artista che ha vissuto il suo primo approdo nel fantastico ma duro mondo dei manga solo nel 2009, ma che, visto il suo successo, ci ha raggiunto anche nel nostro paese. I volumi sono forniti di sovraccoperta e di moltissime pagine a colori. Le pagine potrebbero risultare trasparenti, ma la cosa non darà molto fastidio vista l'alta qualità dei contenuti. Il manga in questione rientra pienamente nella tipologia seinen, per svariati aspetti.
La storia è in sé banale e forse già vista, ma comunque piacevole. La trama narra di Hideo Suzuki, uomo di trentacinque anni assistente di un mangaka che sogna di sfondare nel difficile mondo dei fumetti Giapponesi. Egli sogna infatti di diventare un mito - o meglio un eroe - nel mondo dei manga con una nuova e formidabile serie. La sua vita è ricca di delusioni: a partire dalla sua carriera fino alla vita sentimentale. Ma ben presto un evento terribile e inaspettato sconvolgerà, forse anche in senso positivo per il protagonista, il mondo. Quindi ben presto sarà necessaria la presenza di un eroe, proprio ciò che lui era ostento a diventare. Ce la farà Hideo a coronare il suo sogno senza rimetterci la vita?
Personalmente lo trovo di una genialità assurda e accattivante. È qualcosa di mai visto e alla quale i lettori non sono pronti mentalmente, visto che, a giudicare dalla trama, risulterebbe il solito horror già visto che si lascia intuire da poche e semplici righe: in realtà è tutt'altro. Il protagonista è a dir poco geniale quanto pazzo, e saprà far evolvere la storia in un modo inaspettato e sconvolgente. Gli elementi seinen sono davvero molti, e questo non riguarda solo il lato violento e cupo, ma anche quello di atti sessuali abbastanza espliciti, però sempre rigorosamente "coperti". La follia del protagonista è davvero su livelli mai visti; i suoi comportamenti attuati nella quotidianità sono governati da manie e ossessioni assurde e stupide, che però assumono un ruolo molto serio (nonostante non lo siano affatto per chiunque) nei confronti di Hideo. Spesso però questa apparente stupidità viene celata dietro un livello di cultura molto elevato ed alternativo che esporrà l'ormai non più giovane assistente mangaka all'opera.
I disegni sono l'unica cosa che non mi soddisfa pienamente, però devo ammettere che nel contempo sono adatti al genere della serie ma soprattutto molto realistici. Le abitazioni sono ricostruite in un modo assolutamente credibile, così come tutti gli elementi tipici della cultura Giapponese moderna (a partire da cibi, abiti ma soprattutto le città viste esternamente). Ammetto di essere nel complesso davvero soddisfatto e compiaciuto di questo nuovo acquisto, all'inizio sottovalutato, ma che si rivelerà il manga più innovativo ed alternativo degli ultimi tempi.
La storia è in sé banale e forse già vista, ma comunque piacevole. La trama narra di Hideo Suzuki, uomo di trentacinque anni assistente di un mangaka che sogna di sfondare nel difficile mondo dei fumetti Giapponesi. Egli sogna infatti di diventare un mito - o meglio un eroe - nel mondo dei manga con una nuova e formidabile serie. La sua vita è ricca di delusioni: a partire dalla sua carriera fino alla vita sentimentale. Ma ben presto un evento terribile e inaspettato sconvolgerà, forse anche in senso positivo per il protagonista, il mondo. Quindi ben presto sarà necessaria la presenza di un eroe, proprio ciò che lui era ostento a diventare. Ce la farà Hideo a coronare il suo sogno senza rimetterci la vita?
Personalmente lo trovo di una genialità assurda e accattivante. È qualcosa di mai visto e alla quale i lettori non sono pronti mentalmente, visto che, a giudicare dalla trama, risulterebbe il solito horror già visto che si lascia intuire da poche e semplici righe: in realtà è tutt'altro. Il protagonista è a dir poco geniale quanto pazzo, e saprà far evolvere la storia in un modo inaspettato e sconvolgente. Gli elementi seinen sono davvero molti, e questo non riguarda solo il lato violento e cupo, ma anche quello di atti sessuali abbastanza espliciti, però sempre rigorosamente "coperti". La follia del protagonista è davvero su livelli mai visti; i suoi comportamenti attuati nella quotidianità sono governati da manie e ossessioni assurde e stupide, che però assumono un ruolo molto serio (nonostante non lo siano affatto per chiunque) nei confronti di Hideo. Spesso però questa apparente stupidità viene celata dietro un livello di cultura molto elevato ed alternativo che esporrà l'ormai non più giovane assistente mangaka all'opera.
I disegni sono l'unica cosa che non mi soddisfa pienamente, però devo ammettere che nel contempo sono adatti al genere della serie ma soprattutto molto realistici. Le abitazioni sono ricostruite in un modo assolutamente credibile, così come tutti gli elementi tipici della cultura Giapponese moderna (a partire da cibi, abiti ma soprattutto le città viste esternamente). Ammetto di essere nel complesso davvero soddisfatto e compiaciuto di questo nuovo acquisto, all'inizio sottovalutato, ma che si rivelerà il manga più innovativo ed alternativo degli ultimi tempi.