Happiness
“Perché è cosi bella la neve che cade su questo mondo folle?”
“Happiness”, che verrebbe quasi da storpiare in “HappiLess”, dato che non racconta come si ottiene la felicità, ma come la si perde, è la summa dei temi più scomodi e disturbanti trattabili in un fumetto, dal satanismo agli abusi sessuali, dal suicidio all’incesto, dal bullismo alla depressione, messi insieme e raccontati dalla voce gelida e penetrante di Usamaru Furuya.
L’estro creativo del sensei è stavolta rinchiuso negli argini di racconti slice of life più ordinari in termini di mera messinscena, e risulta meno esplosivo che in altre sue opere.
Il volume parte un po’ in sordina, con i primi racconti sottotono e meno sconvolgenti emotivamente parlando di quello che è lecito attendersi dall’autore, migliorando sensibilmente negli atti finali con storie più centrate e coinvolgenti, che però non sempre lasciano il segno sperato, nonostante l’impatto degli argomenti trattati.
La storia più riuscita delle otto scelte dall’autore è quella che da il titolo al manga, “Happiness”, un’agghiacciante racconto in bilico tra vita e morte che graffia l’animo del lettore, risultando l’amaro ritratto di una società alla deriva.
Tra i punti più alti dell’opera cito la toccante “E se…“ che in pochissime pagine riesce a commuovere con estrema dolcezza, mostrandoci il post-mortem da una prospettiva originale.
Meritevole di menzione anche “Una stanza piena di nuvole”, il più visionario dei racconti in raccolta, dove una giovane affittuaria truffata dipinge la propria stanza a mo' di cielo per avere la vista che gli era stata inverosimilmente promessa dal locatore.
I personaggi protagonisti, spesso giovani ragazze smarrite e in crisi esistenziale, passano al vaglio di un Furuya disilluso e rabbioso, che ci vomita addosso tutto il suo disprezzo per l’umanità senza la minima remora, ricordandoci Inio Asano all’apice del suo masochismo. Purtroppo manca un fil rouge che leghi concettualmente e simbolicamente i capitoli, che risultano piuttosto scorporati l’uno dall’altro, la follia umana presente in ogni racconto non basta a rendere le storie tasselli di un mosaico più grande. Il tipico ermetismo criptico dell’autore risulta quasi del tutto assente in questo volume (o meglio è presente solo in minima parte), non ci sono infatti le classiche decostruzioni e sperimentazioni a cui il sensei ci ha abituato, tuttavia non manca spazio all’interpretazione del lettore, che come in altre sue opere gioca un ruolo importante, specialmente in certi paragrafi.
Il tratto di Furuya, sottile ed espressivo, consegna all’occhio la solita ineccepibile resa grafica, dalle linee psichedeliche e angoscianti de “La Canzone del Diavolo” al surrealismo pittorico di “Indigo Elegy”; il disegno leggero e al contempo dettagliato dell’autore si lascia apprezzare per tutto il volume, pur non toccando le vette visive espressioniste degli esercizi di stile di “Palepoli”, né la forza visionaria delle incantevoli splash page di “La musica di Marie”. Le tavole, costruite minuziosamente soppesando tutti gli elementi che le compongono, rivelano un equilibrio di dettagli armonico e perfettamente ponderato, che ci regala una consecutio-immagini sempre fluente e godibile. La passione per l’erotismo del sensei si evince dalla sensualità delle scene di nudo,
da cui emergono gli istinti sessuali dell’uomo, nella loro forma più ferale e primitiva.
“Happiness” è un’opera controversa, una raccolta dalla qualità narrativa altalenante come spesso accade nei volumi antologici, differenziandosi dall’agglomerato grazie a temi forti ed anticonvenzionali, e all’inconfondibile firma di un virtuoso del manga, che, con un approccio più pragmatico, pur non al culmine della sua fervida ispirazione, conferma invidiabili dote artistiche.
“Happiness”, che verrebbe quasi da storpiare in “HappiLess”, dato che non racconta come si ottiene la felicità, ma come la si perde, è la summa dei temi più scomodi e disturbanti trattabili in un fumetto, dal satanismo agli abusi sessuali, dal suicidio all’incesto, dal bullismo alla depressione, messi insieme e raccontati dalla voce gelida e penetrante di Usamaru Furuya.
L’estro creativo del sensei è stavolta rinchiuso negli argini di racconti slice of life più ordinari in termini di mera messinscena, e risulta meno esplosivo che in altre sue opere.
Il volume parte un po’ in sordina, con i primi racconti sottotono e meno sconvolgenti emotivamente parlando di quello che è lecito attendersi dall’autore, migliorando sensibilmente negli atti finali con storie più centrate e coinvolgenti, che però non sempre lasciano il segno sperato, nonostante l’impatto degli argomenti trattati.
La storia più riuscita delle otto scelte dall’autore è quella che da il titolo al manga, “Happiness”, un’agghiacciante racconto in bilico tra vita e morte che graffia l’animo del lettore, risultando l’amaro ritratto di una società alla deriva.
Tra i punti più alti dell’opera cito la toccante “E se…“ che in pochissime pagine riesce a commuovere con estrema dolcezza, mostrandoci il post-mortem da una prospettiva originale.
Meritevole di menzione anche “Una stanza piena di nuvole”, il più visionario dei racconti in raccolta, dove una giovane affittuaria truffata dipinge la propria stanza a mo' di cielo per avere la vista che gli era stata inverosimilmente promessa dal locatore.
I personaggi protagonisti, spesso giovani ragazze smarrite e in crisi esistenziale, passano al vaglio di un Furuya disilluso e rabbioso, che ci vomita addosso tutto il suo disprezzo per l’umanità senza la minima remora, ricordandoci Inio Asano all’apice del suo masochismo. Purtroppo manca un fil rouge che leghi concettualmente e simbolicamente i capitoli, che risultano piuttosto scorporati l’uno dall’altro, la follia umana presente in ogni racconto non basta a rendere le storie tasselli di un mosaico più grande. Il tipico ermetismo criptico dell’autore risulta quasi del tutto assente in questo volume (o meglio è presente solo in minima parte), non ci sono infatti le classiche decostruzioni e sperimentazioni a cui il sensei ci ha abituato, tuttavia non manca spazio all’interpretazione del lettore, che come in altre sue opere gioca un ruolo importante, specialmente in certi paragrafi.
Il tratto di Furuya, sottile ed espressivo, consegna all’occhio la solita ineccepibile resa grafica, dalle linee psichedeliche e angoscianti de “La Canzone del Diavolo” al surrealismo pittorico di “Indigo Elegy”; il disegno leggero e al contempo dettagliato dell’autore si lascia apprezzare per tutto il volume, pur non toccando le vette visive espressioniste degli esercizi di stile di “Palepoli”, né la forza visionaria delle incantevoli splash page di “La musica di Marie”. Le tavole, costruite minuziosamente soppesando tutti gli elementi che le compongono, rivelano un equilibrio di dettagli armonico e perfettamente ponderato, che ci regala una consecutio-immagini sempre fluente e godibile. La passione per l’erotismo del sensei si evince dalla sensualità delle scene di nudo,
da cui emergono gli istinti sessuali dell’uomo, nella loro forma più ferale e primitiva.
“Happiness” è un’opera controversa, una raccolta dalla qualità narrativa altalenante come spesso accade nei volumi antologici, differenziandosi dall’agglomerato grazie a temi forti ed anticonvenzionali, e all’inconfondibile firma di un virtuoso del manga, che, con un approccio più pragmatico, pur non al culmine della sua fervida ispirazione, conferma invidiabili dote artistiche.
“Happiness”. L'opera è una raccolta di otto storie brevi, che -a dispetto del titolo- saranno tutt'altro che allegre e felici. Al contrario l'autore vuole mostrare in una maniera triste e talvolta cruenta come l'essere umano abbia bisogno della felicità seppur per brevi momenti. Ed è proprio per tentare di raggiungere questo agognato stato d'animo, seppur fugace e vago, che l'autore ci propone diversi punti di vista e situazioni, cercando di scandagliare l'animo umano nelle sue mille sfaccettature ed esplorandone a fondo i piaceri e i desideri più profondi.
Le tematiche sono tristi e cupe, e principalmente verranno trattate da un punto completamente nipponico, verranno infatti "esagerate" situazioni di bullismo e suicidio. I personaggi non sono particolarmente carismatici, questo dovuto principalmente dalla brevità e dalle tematiche gotiche dell'opera. Bisogna comunque menzionare la bravura dell'autore a rendere i soggetti molto umani approfondendo e variegando la psiche di ognuno di loro. Non ci sarà mai nulla di inspiegabile o ultra terreno che smuoverà la trama, ma unicamente i sentimenti e l'attitudine dei personaggi stessi.
Mi sento anche di dover aggiungere che quasi tutti i protagonisti hanno una personalità debole che spesso li porterà ad alienarsi rispetto agli altri individui e quasi a lasciarsi trascinare dagli eventi, evidenziando un constante senso di evasione e fuga dalla realtà di un mondo sadico e marcio.
Artisticamente parlando, il protagonista sembra quasi voglia dare una lezione di fumetto, rendendo le tavole pulite e chiare. Un particolare semplice ma da non sottovalutare, pensando anche al leggero cambio di stile tra una novella e l'altra. In conclusione, l'opera è scorrevole, anche se non la considererei assolutamente leggera. Le otto narrazioni cercheranno di affrontare tematiche differenti ma principalmente con un singolo comune denominatore, la ricerca della fugace felicità. Quest'opera non mi sentirei di consigliarla a chiunque, ma per gli amanti del genere psicologico e introspettivo probabilmente sarebbe molto ben apprezzata. Il mio voto è basato su una media di tutti i racconti, anche se ognuno è a sé stante.
Le tematiche sono tristi e cupe, e principalmente verranno trattate da un punto completamente nipponico, verranno infatti "esagerate" situazioni di bullismo e suicidio. I personaggi non sono particolarmente carismatici, questo dovuto principalmente dalla brevità e dalle tematiche gotiche dell'opera. Bisogna comunque menzionare la bravura dell'autore a rendere i soggetti molto umani approfondendo e variegando la psiche di ognuno di loro. Non ci sarà mai nulla di inspiegabile o ultra terreno che smuoverà la trama, ma unicamente i sentimenti e l'attitudine dei personaggi stessi.
Mi sento anche di dover aggiungere che quasi tutti i protagonisti hanno una personalità debole che spesso li porterà ad alienarsi rispetto agli altri individui e quasi a lasciarsi trascinare dagli eventi, evidenziando un constante senso di evasione e fuga dalla realtà di un mondo sadico e marcio.
Artisticamente parlando, il protagonista sembra quasi voglia dare una lezione di fumetto, rendendo le tavole pulite e chiare. Un particolare semplice ma da non sottovalutare, pensando anche al leggero cambio di stile tra una novella e l'altra. In conclusione, l'opera è scorrevole, anche se non la considererei assolutamente leggera. Le otto narrazioni cercheranno di affrontare tematiche differenti ma principalmente con un singolo comune denominatore, la ricerca della fugace felicità. Quest'opera non mi sentirei di consigliarla a chiunque, ma per gli amanti del genere psicologico e introspettivo probabilmente sarebbe molto ben apprezzata. Il mio voto è basato su una media di tutti i racconti, anche se ognuno è a sé stante.
Happiness è il Garden di un Furuya oramai affermatosi. Di nuovo storie brevi, per la seconda volta, ma con la percezione che qualcosa si è perso per strada. Il precedente Litchi Hikari Club presentava un tema crudo e violento, ma con una sperimentazione minore e un impatto minore rispetto al Furuya di dieci anni prima. In modo simile, i 9 slice-of-life di Happiness scivolan via in modo molto tranquillo. Troppo tranquillo, parlando di Furuya. Le storie sono varie, ma presentano generalmente un protagonista impacciato o sfruttato, ma mai in aperto conflitto col circostante, che tramite varie vicende giunge, in modo placato, a guadare il fiume della vita. In ogni senso: con o senza finale positivo. Questo è di certo un ottimo punto dell'opera, le cui storie sono storie con varî esiti, ma che mai si arenano nella banale e titanica rivincita. Qui non vince nessuno. Leggermente differente il breve "E se...?", che funge da amaro intermezzo.
La percezione è, comunque, di avere a che fare con un Furuya più placato, ma assolutamente ancora superiore alla media. Capace di viaggiare dal tema della pedofilia a quello del satanismo allucinatorio a quello del bullismo, passando per i classici spettri nipponici, Furuya non sconvolge, ma tocca ancora una corda dell'animo.
La percezione è, comunque, di avere a che fare con un Furuya più placato, ma assolutamente ancora superiore alla media. Capace di viaggiare dal tema della pedofilia a quello del satanismo allucinatorio a quello del bullismo, passando per i classici spettri nipponici, Furuya non sconvolge, ma tocca ancora una corda dell'animo.
"La felicità non esiste. Di conseguenza non ci resta che provare ad essere felici senza." (Jerry Lewis)
Happiness. Felicità.
Una condizione, uno stato emotivo di benessere e appagamento, la cui fonte tuttavia è assai vaga e indefinita, variabile da persona a persona, impossibile da imprigionare in una semplice definizione da vocabolario. Filosofi e psicologi si sono a lungo interrogati nel cercare di fornirci una spiegazione su come e in qual modo l'uomo possa essere "felice", considerando diversi punti di vista e situazioni, scandagliando l'animo umano nelle sue mille sfaccettature ed esplorandone a fondo i piaceri e i desideri più profondi.
Usamaru Furuya, uno dei (relativamente) giovani autori più promettenti nel panorama fumettistico giapponese degli ultimi anni, nel 2006 presenta, sulle pagine della rivista Ikki di Shogakukan, una serie di otto racconti brevi successivamente raccolti in un volume unico, che prenderà il nome di uno degli episodi più interessanti e ispirati, nonché dal titolo alquanto evocativo: Happiness. Un volumetto che, come dice il nome, si fa carico di un compito effettivamente problematico e non certo immediato: descrivere la felicità.
Questo semplice concetto, tuttavia, potrebbe fin da subito generare qualche giustificata perplessità; i sopracitati racconti, a dispetto del poetico titolo, di felice hanno ben poco. Furuya rappresenta infatti una realtà incredibilmente buia e desolata: i protagonisti, spesso giovanissime ragazze, sono persone disperate e sofferenti, dalla psiche fragile, che - a causa della meschinità umana - toccano il fondo per poi cercare, debolmente, gradualmente, di risalire. Scordatevi dunque grasse risate o storielle d'amore a lieto fine; lo sconforto, il completo vuoto esistenziale, l'assenza di valori morali e di affetto regnano sovrani nei racconti in questione, così come nell'animo marcio e sporco dei loro personaggi.
E allora, dov'è la felicità? La felicità è varia, sfuggente. La si può trovare in tante cose, in diverse situazioni: un barlume di speranza, una persona che tiene a noi, un desiderio distorto. Furuya non si vuole soffermare sulla condizione di felicità, ma tratteggia invece casi per cui essa sia necessaria, nonostante gli stessi ne siano tristemente privi. Anche in mezzo a sofferenza, depravazione, sfruttamento e umiliazioni, c'è la necessità di essere felici, che sia essa felicità reale e tangibile, o apparente e deviata.
"Perché è così bella la neve che cade su questo mondo folle?", recita la canzone presente nel racconto Happiness.
Dal punto di vista grafico, il volume è sensazionale. Furuya ci delizia con una vera e propria lezione di fumetto, fondendo arte e narrazione in un connubio elegantissimo e ispirato. Dal cielo che si sgretola nello splendido La Stanza delle Nuvole, all'estro artistico ma finemente angosciante dimostrato in La Canzone del Diavolo, ai dipinti di ispirazione vagamente surrealista in Indigo Elegy: la parte grafica (e simbolistica) si attesta su livelli altissimi per tutto il volume, regalando diverse immagini di rara espressività. Il tratto del maestro è sottile e pulito, pervaso da un realismo moderno ma incredibilmente attraente. Da notare, inoltre, la sua capacità nel costruire tavole soppesando efficacemente dettagli e leggerezza del tratto, al fine di rendere la lettura il più scorrevole possibile.
Un volume immancabile per tutti gli amanti di Furuya e del fumetto d'autore. Purtroppo i primissimi episodi non raggiungono gli altissimi livelli dei racconti successivi - l'agghiacciante Happiness, il brevissimo E se..., il desolante Underground Doll e il toccante La Stanza delle Nuvole su tutti - ma il risultato è ugualmente una lettura forte, di grande spessore e intensità emotiva.
Happiness. Felicità.
Una condizione, uno stato emotivo di benessere e appagamento, la cui fonte tuttavia è assai vaga e indefinita, variabile da persona a persona, impossibile da imprigionare in una semplice definizione da vocabolario. Filosofi e psicologi si sono a lungo interrogati nel cercare di fornirci una spiegazione su come e in qual modo l'uomo possa essere "felice", considerando diversi punti di vista e situazioni, scandagliando l'animo umano nelle sue mille sfaccettature ed esplorandone a fondo i piaceri e i desideri più profondi.
Usamaru Furuya, uno dei (relativamente) giovani autori più promettenti nel panorama fumettistico giapponese degli ultimi anni, nel 2006 presenta, sulle pagine della rivista Ikki di Shogakukan, una serie di otto racconti brevi successivamente raccolti in un volume unico, che prenderà il nome di uno degli episodi più interessanti e ispirati, nonché dal titolo alquanto evocativo: Happiness. Un volumetto che, come dice il nome, si fa carico di un compito effettivamente problematico e non certo immediato: descrivere la felicità.
Questo semplice concetto, tuttavia, potrebbe fin da subito generare qualche giustificata perplessità; i sopracitati racconti, a dispetto del poetico titolo, di felice hanno ben poco. Furuya rappresenta infatti una realtà incredibilmente buia e desolata: i protagonisti, spesso giovanissime ragazze, sono persone disperate e sofferenti, dalla psiche fragile, che - a causa della meschinità umana - toccano il fondo per poi cercare, debolmente, gradualmente, di risalire. Scordatevi dunque grasse risate o storielle d'amore a lieto fine; lo sconforto, il completo vuoto esistenziale, l'assenza di valori morali e di affetto regnano sovrani nei racconti in questione, così come nell'animo marcio e sporco dei loro personaggi.
E allora, dov'è la felicità? La felicità è varia, sfuggente. La si può trovare in tante cose, in diverse situazioni: un barlume di speranza, una persona che tiene a noi, un desiderio distorto. Furuya non si vuole soffermare sulla condizione di felicità, ma tratteggia invece casi per cui essa sia necessaria, nonostante gli stessi ne siano tristemente privi. Anche in mezzo a sofferenza, depravazione, sfruttamento e umiliazioni, c'è la necessità di essere felici, che sia essa felicità reale e tangibile, o apparente e deviata.
"Perché è così bella la neve che cade su questo mondo folle?", recita la canzone presente nel racconto Happiness.
Dal punto di vista grafico, il volume è sensazionale. Furuya ci delizia con una vera e propria lezione di fumetto, fondendo arte e narrazione in un connubio elegantissimo e ispirato. Dal cielo che si sgretola nello splendido La Stanza delle Nuvole, all'estro artistico ma finemente angosciante dimostrato in La Canzone del Diavolo, ai dipinti di ispirazione vagamente surrealista in Indigo Elegy: la parte grafica (e simbolistica) si attesta su livelli altissimi per tutto il volume, regalando diverse immagini di rara espressività. Il tratto del maestro è sottile e pulito, pervaso da un realismo moderno ma incredibilmente attraente. Da notare, inoltre, la sua capacità nel costruire tavole soppesando efficacemente dettagli e leggerezza del tratto, al fine di rendere la lettura il più scorrevole possibile.
Un volume immancabile per tutti gli amanti di Furuya e del fumetto d'autore. Purtroppo i primissimi episodi non raggiungono gli altissimi livelli dei racconti successivi - l'agghiacciante Happiness, il brevissimo E se..., il desolante Underground Doll e il toccante La Stanza delle Nuvole su tutti - ma il risultato è ugualmente una lettura forte, di grande spessore e intensità emotiva.
"Happiness" è una raccolta di Usamaru Furuya (Marie no Kanaderu Ongaku, Jisatsu Circle, Garden) pubblicata da Shogakugan nel 2006, e successivamente da Goen in Italia nei primi mesi del 2011.
Lo trovo uno dei volumi unici più intensi che abbia letto in tutta la mia collezione e l'artwork si può considerare uno specchio universale in cui si riflette l'anima dei personaggi che verranno presentati dall'eclettico e insidioso autore. Il titolo Happiness dovrebbe esser spiegato con cautela, in quanto in apparenza, le storie trattate non sembrano assolutamente "felici". Io sono fermamente convinto che egli abbia voluto farci riflettere sul significato di questo stato d'animo, non a caso infatti il lettore potrà assaporare la felicità esclusivamente a fine lettura, per via della sua presenza non immediatamente comprensibile.
La separazione che Furuya vuole attuare tra le otto diverse storie che compongono il volumetto è lampante, ed egli si sforza -ottenendo risultati eccellenti- di cambiare per ben altrettante otto volte la veste grafica delle stesse, diversificando ulteriormente il composto artistico. Potrei parlare delle singole storie in ogni dettaglio, ma rovinarvi il piacere di questo scrigno della nona arte mi sembra un crimine, quindi sarebbe opportuno fermarvi qui, leggere "Happiness" e tornare per confrontare le riflessioni partorite alla fine.
1.Maltrattato e calpestato, sboccia il fiore della passione.
Furuya sceglie di aprire Happiness con questa storia che tratta della passione corrisposta e proibita, tra allieva e insegnante. Nonostante le premesse non siano esaltanti, il mangaka riesce ad esprimere una visione insolita e artistica, grazie ad una sceneggiatura ben calibrata.
L'insegnante in questione, è anche il gestore del club di fotografia, conduce una relazione segreta e lussuriosa con una disinibita studentessa, che ne è completamente soggiogata.
Questo rapporto non si basa solo sul sesso, ma vi è qualcosa di più. Lei funge da modella per i suoi scatti erotici e lui le impartisce interessanti lezioni di vita. L'innocenza della ragazza è occultata da un'inaspettata malizia, ma qualcosa sembra rovinare il rapporto tra i due amanti. Il professore infatti, probabilmente sovrappensiero commette un errore che rivela il rapporto alle alte sfere, ed egli è costretto a lasciare l'istituto, e di conseguenza anche la sua alunna.
Ma il gesto inaspettato del finale si ricollega bene alla vicenda, perché la ragazza dimostrerà al professore di aver assimilato le sue parole con cura, rendendolo felice.
2. Lolita 7
Questa seconda storia ci narra le vicende di Mashima, una bellissima ragazza delle superiori alla quale viene richiesto l'obiettivo di far ritornare a scuola un professore, suo parente, un hikikomori che si è segregato in casa a causa delle ripetute prese in giro da parte degli studenti.
All'interno dell'appartamento del professore, la sensazione di degrado e alienazione colpisce il lettore come se fosse un elemento concreto.
La figura dell' hikikomori non lascia spazio all'immaginazione. Esteticamente è disgustoso, viscido, putrescente e Furuya lo caratterizza negativamente non solo nel tratto, ma anche nell'aspetto del comportamento. Egli è infatti frutto delle sue morbose ossessioni che lo hanno estraniato dalla realtà, partorendo una proiezione della versione infantile di sua cugina, denominata Lolita 7, che non fa che disegnare freneticamente su un foglio.
Lolita 7 è vista come l'innocenza pura, incontaminata che ormai Mashima non rispecchia più, e questa incapacità di vedere il riflesso di sua cugina è quello che lo spinge ad agire come un verme, arrivando a ricattare la ragazza di non tornare a scuola se questa non si fosse spogliata davanti a lui come faceva da bambina.
Riuscendo a capire quanto sia malato il professore, la ragazza riluttante esegue, ma egli, vedendo quel corpo d'adolescente entra in crisi, poiché in questo momento ha la conferma che Lolita 7 è scomparsa per sempre e non rivivrà più.
Con un gesto simbolico, lei gli comproverà il contrario.
Trovo questa storia agghiacciante, nonostante non succeda nulla di così scabroso.
Il mangaka, con un tratto veramente superbo che richiama i suoi lavori moderni, riesce a caratterizzare efficacemente i protagonisti, dandogli uno spessore solido.
Ciò che mi ha colpito è la perversione dell'individuo, e la gentilezza con cui Mashima asseconda la sua innaturale necessità. Sembra quasi che l'hikikomori voglia farle pesare il fatto di esser cresciuta, e -probabilmente di aver perso l'innocenza. E questo è SBAGLIATO, perché non è esser cresciuti l'errore, ma l'esser ancora incatenati ai ricordi sospesi nel passato. In questa storia la ragazza, che pare semplicemente agire come un burattino nelle mani di un bambino viziato, è in realtà mossa a compassione per le condizioni del cugino al quale voleva e vuole bene, e farà di tutto pur di aiutarlo, sacrificando una parte di sé per renderlo felice.
Furuya con questa storia riesce a toccare temi delicati e attuali nella società giapponese, raffigurandoli in modo non scontato, poiché risulta difficile se non impossibile provare empatia. Io per primo nei panni di Mashima, non sarei sottostato ai capricci di quell'irritante figura ma l'avrei abbandonato al suo tragico destino.
3.Akuma no Uta
Tra le storie che ho apprezzato di più di Happiness.
Mika e Tomoko sono due amiche, e fin qui tutto normale, se non fosse che Mika è una satanista.
Il satanismo che rappresenta Furuya è abbastanza stereotipato e non ha nulla a che vedere con le frange più filosofiche ed elaborate, ma si rifà spesso all'idea comune che la gente ha di tale culto, ossia sangue di vergini, demoni e rituali sacrificali.
Il tutto è sfacciatamente cartoonesco e poco serio, fattore che sta ad evidenziare quanto l'atteggiamento dell'amica di Tomoko sia più che altro un'evasione dalla realtà deludente.
Mika è stata abbandonata a se stessa dal padre, che le ha lasciato una montagna di debiti (father of the year) e la madre e il fratello, dopo una lunga lettera, se ne sono andati non interessandosi più di lei.
Sola, in una casa enorme e perseguitata dai creditori, la ragazza inizia a isolarsi e deprimersi, così trova questa comoda soluzione.
Tomoko percepisce che c'è qualcosa che non va; di punto in bianco vede la sua amica cambiata e innaturalmente felice e spensierata riguardo al futuro.
L'alienazione inibisce le richieste d'aiuto dell'inconscio, e questa maschera le si incolla metaforicamente sul volto fino all'abisso in cui precipita nella splendida fine.
Sotto questo velo "Signore Lucifero, portami via da qui" si trasforma in "Aiutatemi, stringetemi e salvatemi da questa schifosa realtà".
Tra le fiamme dell'inferno si compie il matrimonio tra Mika e Lucifero, finalmente liberata dal dolore terreno.
Da spettatori possiamo solo assistere a tutta la fantasia e la vena artistica sprigionata dalla mano dell'artista. Non esagero nel dire che all'interno di questa storia si trovano alcune tra le più belle illustrazioni fatte nella carriera del sensei. Veramente d'impatto, equilibrata sotto ogni punto di vista, tratto delizioso, sceneggiatura avvenente.
Sublime.
4. E se
Episodio veramente breve che narra le vicende di due ragazze, le quali per passare il tempo fanno un giochino sedute sulla metro.
"E se" non è altro che il classico gioco d'infanzia fondato sull'ipotesi di avvenimenti dallo schema sempre uguale : "cosa faresti se …" e qui viene proposto con una sceneggiatura che inspessisce progressivamente il legame tra le protagoniste, sfociando in un gradevole fanservice yuri.
Viene adoperato uno stile piacevole e vagamente comico, che tra l'altro vede due guest in una tavola: Maki Kusumoto(Kiss XXXX) e Sensha Hoshida (Utsurun Desu).
Il clima disteso non facilita l'intuizione del finale, che tramite una sola immagine rivela un'amara sorpresa.
Non me lo aspettavo del tutto, brillante.
5. Happiness
Alla pari di Akuma no Uta, probabilmente il racconto più efficace.
Il bullismo è sempre stato una piaga, e da tempo immemore i più deboli ne hanno sempre sofferto.
Ma cosa succede quando due anime fragili si incontrano ed entrano in sintonia?
Stanco dei continui maltrattamenti subiti, delle lesioni ed estorsioni di denaro adoperate dai compagni di classe, Takuya è in una situazione orribile.
Mentre è ancora dolorante, fa la conoscenza di Ruka, una bella ragazza che purtroppo sembra avere lo stesso problema. Per la prima volta Takuya si sente compreso, e fa di tutto per avvicinarsi alla ragazza.
Tramite qualche parola di conforto vicendevole, tra i due nasce un rapporto speciale.
Emerge nella ragazza un forte apprezzamento, che si può considerare un'ossessione, per un gruppo, il quale cantante ha commesso un suicidio gettandosi dal ponte della ferrovia. Tramite questa band, la ragazza cerca di tessere un legame con Takuya per un obiettivo comune.
Quando sembra che ormai nessuno riesca più uscire dal baratro, un plot-twist inaspettato- e per i più sensibili gradito- mescola le carte.
Il tratto, in questa storia non è dei migliori, ma questa ovviamente è solo una scelta stilistica, poiché è fatto apposta per esaltare idoneamente le emozioni e le differenti caratterizzazioni dei personaggi. Egli per esempio viene reso in maniera abbastanza patetica, e il suo chara semplice favorisce l'ideale del "ragazzino qualunque che subisce violenza".
Il finale è geniale, velenoso ,Furuya qui sembra quasi parodizzare quelle conclusioni felici dove tutto si risolve magicamente. La sceneggiatura del mangaka qui punta a sbilanciare la coscienza del lettore, dato che ogni singolo elemento desiderato va storto.
L'assenza di felicità è dura, ma la vera felicità del protagonista è raccapricciante. Una coltellata.
6. La Stanza di Nuvole
Oltre ad esser il capitolo più lungo è quello sicuramente più particolare.
Tratta la storia di Yama -chan , ragazza con leggero deficit cognitivo, la quale dopo aver appreso la notizia che con gli attuali voti non riuscirà mai ad entrare all'università, decide di scappare di casa utilizzando i fondi dei genitori e tentare una disperata nuova vita.
La sua profonda ingenuità la metterà nel corso dell'opera di fronte a situazioni difficili e sofferenti, che tramite la sua evasione mentale riuscirà a sopportare.
Per fortuna fa la conoscenza di Hikaru , un coinquilino che riuscirà a comprenderla e a farle vedere un po' di luce nel buio che gli altri le avevano forzatamente imposto. Particolarmente memorabile è la scena che li vede assieme nella stanza di lei, è simbolica ed esprime al meglio l'intero capitolo.
Il disegno utilizzato per alcuni personaggi è leggermente meno dettagliato del normale, ma questa scelta stilistica non è altro che un modo per delineare utilmente l'ingenuità che permea nella protagonista e la bontà e genuinità di Hikaru.
Nonostante lo sviluppo della trama riservi svolte crude e cruente, rispetto alle altre vicende La Stanza di Nuvole si chiude regalando una più immediata comprensione del significato attribuibile alla parola "felicità". Rasserenante.
7. Indigo Elegy
Iku e Shingo sono due grandi amici che condividono un'adorazione totale per la senpai Kaho, attraente ragazza che però non li tiene molto in considerazione.
Iku è un bravissimo disegnatore, ma ha il difetto di non possedere creatività.
La sua anima si potrebbe metaforicamente raffigurare come un pregiato rivestimento che non contiene assolutamente nulla.
A questa mancanza sopperiscono gli occhi di Shingo, capaci di cogliere essenze surreali e di donare qualcosa di unico ai dipinti di Iku.
Un giorno, per puro caso, la senpai Kaho scopre i quadri di Iku, e osservandoli realizza inaspettatamente di essere il soggetto delle opere. Innamorata del talento artistico (falso e incompleto) del ragazzo, se ne invaghisce e gli propone di diventare la sua musa ispiratrice.
Da qui la trama si dirama portando all'esasperazione questo equivoco, scelta che pur non risplendendo per l'atipicità, si sofferma sulle reazioni dei personaggi.
Il finale non è qualcosa di spiazzante o rivelatore, ma è una buona conclusione. Mi ha fatto vedere una felicità che avevo già intuito, però la sceneggiatura rimane meritevole e qui l'autore si è sbizzarrito con delle tavole parecchio creative. Una bella storia d'amicizia.
8. Underground Doll.
Quest'ultimo racconto parla di Harumaki, un'insicura ragazza che tenta di trovare una sua identità, ma finisce in mani pericolosamente sbagliate, dato che il suo talent-scout è un farabutto disgustoso che la sfrutta come idol pagandola una miseria e abusando ripetutamente del suo corpo.
Harumaki lavora nel settore underground, fornendo spettacoli improvvisati a posti limitati, dove intrattiene i clienti con canzoni stonate e impacciate pose hot. Ottima scelta l'ambientazione urbana che ne evidenzia il degrado e la malinconia delle realtà analoghe, nascoste ma presenti.
Una storia dai toni delicati e ruvidi nello stesso tempo, che mi è piaciuta parecchio per la delicatezza e i temi trattati tutt'altro che banali. Il tutto è supportato da una lodevole prestazione visiva.Alla fine, magari Harumaki non sarà riuscita a diventare "un'adulta come si deve", ma è probabile che abbia inaspettatamente trovato la felicità.
Il finale conclude degnamente la raccolta, dando al lettore un'amabile sensazione di risveglio cerebrale.
Cosa hanno in comune i racconti di Happiness tra di loro?
Io ci ho trovato un costante senso di evasione, una fuga dalla realtà destinata a terminare solo e unicamente nel modo scelto dai protagonisti di queste vicende.
Non c'è alcuna presenza sovrannaturale,e questo favorisce un legame empatico tra noi e i personaggi.
Happiness è questo. Un intenso, toccante spaccato di vite realistiche dissimili che cercano costantemente di raggiungere ciò che credono la felicità.
Lo consiglio a chiunque voglia passare un'ora piena d'emozioni, e anche per staccare dalle solite letture.
Di certo non vi lascerà indifferenti.
Lo trovo uno dei volumi unici più intensi che abbia letto in tutta la mia collezione e l'artwork si può considerare uno specchio universale in cui si riflette l'anima dei personaggi che verranno presentati dall'eclettico e insidioso autore. Il titolo Happiness dovrebbe esser spiegato con cautela, in quanto in apparenza, le storie trattate non sembrano assolutamente "felici". Io sono fermamente convinto che egli abbia voluto farci riflettere sul significato di questo stato d'animo, non a caso infatti il lettore potrà assaporare la felicità esclusivamente a fine lettura, per via della sua presenza non immediatamente comprensibile.
La separazione che Furuya vuole attuare tra le otto diverse storie che compongono il volumetto è lampante, ed egli si sforza -ottenendo risultati eccellenti- di cambiare per ben altrettante otto volte la veste grafica delle stesse, diversificando ulteriormente il composto artistico. Potrei parlare delle singole storie in ogni dettaglio, ma rovinarvi il piacere di questo scrigno della nona arte mi sembra un crimine, quindi sarebbe opportuno fermarvi qui, leggere "Happiness" e tornare per confrontare le riflessioni partorite alla fine.
1.Maltrattato e calpestato, sboccia il fiore della passione.
Furuya sceglie di aprire Happiness con questa storia che tratta della passione corrisposta e proibita, tra allieva e insegnante. Nonostante le premesse non siano esaltanti, il mangaka riesce ad esprimere una visione insolita e artistica, grazie ad una sceneggiatura ben calibrata.
L'insegnante in questione, è anche il gestore del club di fotografia, conduce una relazione segreta e lussuriosa con una disinibita studentessa, che ne è completamente soggiogata.
Questo rapporto non si basa solo sul sesso, ma vi è qualcosa di più. Lei funge da modella per i suoi scatti erotici e lui le impartisce interessanti lezioni di vita. L'innocenza della ragazza è occultata da un'inaspettata malizia, ma qualcosa sembra rovinare il rapporto tra i due amanti. Il professore infatti, probabilmente sovrappensiero commette un errore che rivela il rapporto alle alte sfere, ed egli è costretto a lasciare l'istituto, e di conseguenza anche la sua alunna.
Ma il gesto inaspettato del finale si ricollega bene alla vicenda, perché la ragazza dimostrerà al professore di aver assimilato le sue parole con cura, rendendolo felice.
2. Lolita 7
Questa seconda storia ci narra le vicende di Mashima, una bellissima ragazza delle superiori alla quale viene richiesto l'obiettivo di far ritornare a scuola un professore, suo parente, un hikikomori che si è segregato in casa a causa delle ripetute prese in giro da parte degli studenti.
All'interno dell'appartamento del professore, la sensazione di degrado e alienazione colpisce il lettore come se fosse un elemento concreto.
La figura dell' hikikomori non lascia spazio all'immaginazione. Esteticamente è disgustoso, viscido, putrescente e Furuya lo caratterizza negativamente non solo nel tratto, ma anche nell'aspetto del comportamento. Egli è infatti frutto delle sue morbose ossessioni che lo hanno estraniato dalla realtà, partorendo una proiezione della versione infantile di sua cugina, denominata Lolita 7, che non fa che disegnare freneticamente su un foglio.
Lolita 7 è vista come l'innocenza pura, incontaminata che ormai Mashima non rispecchia più, e questa incapacità di vedere il riflesso di sua cugina è quello che lo spinge ad agire come un verme, arrivando a ricattare la ragazza di non tornare a scuola se questa non si fosse spogliata davanti a lui come faceva da bambina.
Riuscendo a capire quanto sia malato il professore, la ragazza riluttante esegue, ma egli, vedendo quel corpo d'adolescente entra in crisi, poiché in questo momento ha la conferma che Lolita 7 è scomparsa per sempre e non rivivrà più.
Con un gesto simbolico, lei gli comproverà il contrario.
Trovo questa storia agghiacciante, nonostante non succeda nulla di così scabroso.
Il mangaka, con un tratto veramente superbo che richiama i suoi lavori moderni, riesce a caratterizzare efficacemente i protagonisti, dandogli uno spessore solido.
Ciò che mi ha colpito è la perversione dell'individuo, e la gentilezza con cui Mashima asseconda la sua innaturale necessità. Sembra quasi che l'hikikomori voglia farle pesare il fatto di esser cresciuta, e -probabilmente di aver perso l'innocenza. E questo è SBAGLIATO, perché non è esser cresciuti l'errore, ma l'esser ancora incatenati ai ricordi sospesi nel passato. In questa storia la ragazza, che pare semplicemente agire come un burattino nelle mani di un bambino viziato, è in realtà mossa a compassione per le condizioni del cugino al quale voleva e vuole bene, e farà di tutto pur di aiutarlo, sacrificando una parte di sé per renderlo felice.
Furuya con questa storia riesce a toccare temi delicati e attuali nella società giapponese, raffigurandoli in modo non scontato, poiché risulta difficile se non impossibile provare empatia. Io per primo nei panni di Mashima, non sarei sottostato ai capricci di quell'irritante figura ma l'avrei abbandonato al suo tragico destino.
3.Akuma no Uta
Tra le storie che ho apprezzato di più di Happiness.
Mika e Tomoko sono due amiche, e fin qui tutto normale, se non fosse che Mika è una satanista.
Il satanismo che rappresenta Furuya è abbastanza stereotipato e non ha nulla a che vedere con le frange più filosofiche ed elaborate, ma si rifà spesso all'idea comune che la gente ha di tale culto, ossia sangue di vergini, demoni e rituali sacrificali.
Il tutto è sfacciatamente cartoonesco e poco serio, fattore che sta ad evidenziare quanto l'atteggiamento dell'amica di Tomoko sia più che altro un'evasione dalla realtà deludente.
Mika è stata abbandonata a se stessa dal padre, che le ha lasciato una montagna di debiti (father of the year) e la madre e il fratello, dopo una lunga lettera, se ne sono andati non interessandosi più di lei.
Sola, in una casa enorme e perseguitata dai creditori, la ragazza inizia a isolarsi e deprimersi, così trova questa comoda soluzione.
Tomoko percepisce che c'è qualcosa che non va; di punto in bianco vede la sua amica cambiata e innaturalmente felice e spensierata riguardo al futuro.
L'alienazione inibisce le richieste d'aiuto dell'inconscio, e questa maschera le si incolla metaforicamente sul volto fino all'abisso in cui precipita nella splendida fine.
Sotto questo velo "Signore Lucifero, portami via da qui" si trasforma in "Aiutatemi, stringetemi e salvatemi da questa schifosa realtà".
Tra le fiamme dell'inferno si compie il matrimonio tra Mika e Lucifero, finalmente liberata dal dolore terreno.
Da spettatori possiamo solo assistere a tutta la fantasia e la vena artistica sprigionata dalla mano dell'artista. Non esagero nel dire che all'interno di questa storia si trovano alcune tra le più belle illustrazioni fatte nella carriera del sensei. Veramente d'impatto, equilibrata sotto ogni punto di vista, tratto delizioso, sceneggiatura avvenente.
Sublime.
4. E se
Episodio veramente breve che narra le vicende di due ragazze, le quali per passare il tempo fanno un giochino sedute sulla metro.
"E se" non è altro che il classico gioco d'infanzia fondato sull'ipotesi di avvenimenti dallo schema sempre uguale : "cosa faresti se …" e qui viene proposto con una sceneggiatura che inspessisce progressivamente il legame tra le protagoniste, sfociando in un gradevole fanservice yuri.
Viene adoperato uno stile piacevole e vagamente comico, che tra l'altro vede due guest in una tavola: Maki Kusumoto(Kiss XXXX) e Sensha Hoshida (Utsurun Desu).
Il clima disteso non facilita l'intuizione del finale, che tramite una sola immagine rivela un'amara sorpresa.
Non me lo aspettavo del tutto, brillante.
5. Happiness
Alla pari di Akuma no Uta, probabilmente il racconto più efficace.
Il bullismo è sempre stato una piaga, e da tempo immemore i più deboli ne hanno sempre sofferto.
Ma cosa succede quando due anime fragili si incontrano ed entrano in sintonia?
Stanco dei continui maltrattamenti subiti, delle lesioni ed estorsioni di denaro adoperate dai compagni di classe, Takuya è in una situazione orribile.
Mentre è ancora dolorante, fa la conoscenza di Ruka, una bella ragazza che purtroppo sembra avere lo stesso problema. Per la prima volta Takuya si sente compreso, e fa di tutto per avvicinarsi alla ragazza.
Tramite qualche parola di conforto vicendevole, tra i due nasce un rapporto speciale.
Emerge nella ragazza un forte apprezzamento, che si può considerare un'ossessione, per un gruppo, il quale cantante ha commesso un suicidio gettandosi dal ponte della ferrovia. Tramite questa band, la ragazza cerca di tessere un legame con Takuya per un obiettivo comune.
Quando sembra che ormai nessuno riesca più uscire dal baratro, un plot-twist inaspettato- e per i più sensibili gradito- mescola le carte.
Il tratto, in questa storia non è dei migliori, ma questa ovviamente è solo una scelta stilistica, poiché è fatto apposta per esaltare idoneamente le emozioni e le differenti caratterizzazioni dei personaggi. Egli per esempio viene reso in maniera abbastanza patetica, e il suo chara semplice favorisce l'ideale del "ragazzino qualunque che subisce violenza".
Il finale è geniale, velenoso ,Furuya qui sembra quasi parodizzare quelle conclusioni felici dove tutto si risolve magicamente. La sceneggiatura del mangaka qui punta a sbilanciare la coscienza del lettore, dato che ogni singolo elemento desiderato va storto.
L'assenza di felicità è dura, ma la vera felicità del protagonista è raccapricciante. Una coltellata.
6. La Stanza di Nuvole
Oltre ad esser il capitolo più lungo è quello sicuramente più particolare.
Tratta la storia di Yama -chan , ragazza con leggero deficit cognitivo, la quale dopo aver appreso la notizia che con gli attuali voti non riuscirà mai ad entrare all'università, decide di scappare di casa utilizzando i fondi dei genitori e tentare una disperata nuova vita.
La sua profonda ingenuità la metterà nel corso dell'opera di fronte a situazioni difficili e sofferenti, che tramite la sua evasione mentale riuscirà a sopportare.
Per fortuna fa la conoscenza di Hikaru , un coinquilino che riuscirà a comprenderla e a farle vedere un po' di luce nel buio che gli altri le avevano forzatamente imposto. Particolarmente memorabile è la scena che li vede assieme nella stanza di lei, è simbolica ed esprime al meglio l'intero capitolo.
Il disegno utilizzato per alcuni personaggi è leggermente meno dettagliato del normale, ma questa scelta stilistica non è altro che un modo per delineare utilmente l'ingenuità che permea nella protagonista e la bontà e genuinità di Hikaru.
Nonostante lo sviluppo della trama riservi svolte crude e cruente, rispetto alle altre vicende La Stanza di Nuvole si chiude regalando una più immediata comprensione del significato attribuibile alla parola "felicità". Rasserenante.
7. Indigo Elegy
Iku e Shingo sono due grandi amici che condividono un'adorazione totale per la senpai Kaho, attraente ragazza che però non li tiene molto in considerazione.
Iku è un bravissimo disegnatore, ma ha il difetto di non possedere creatività.
La sua anima si potrebbe metaforicamente raffigurare come un pregiato rivestimento che non contiene assolutamente nulla.
A questa mancanza sopperiscono gli occhi di Shingo, capaci di cogliere essenze surreali e di donare qualcosa di unico ai dipinti di Iku.
Un giorno, per puro caso, la senpai Kaho scopre i quadri di Iku, e osservandoli realizza inaspettatamente di essere il soggetto delle opere. Innamorata del talento artistico (falso e incompleto) del ragazzo, se ne invaghisce e gli propone di diventare la sua musa ispiratrice.
Da qui la trama si dirama portando all'esasperazione questo equivoco, scelta che pur non risplendendo per l'atipicità, si sofferma sulle reazioni dei personaggi.
Il finale non è qualcosa di spiazzante o rivelatore, ma è una buona conclusione. Mi ha fatto vedere una felicità che avevo già intuito, però la sceneggiatura rimane meritevole e qui l'autore si è sbizzarrito con delle tavole parecchio creative. Una bella storia d'amicizia.
8. Underground Doll.
Quest'ultimo racconto parla di Harumaki, un'insicura ragazza che tenta di trovare una sua identità, ma finisce in mani pericolosamente sbagliate, dato che il suo talent-scout è un farabutto disgustoso che la sfrutta come idol pagandola una miseria e abusando ripetutamente del suo corpo.
Harumaki lavora nel settore underground, fornendo spettacoli improvvisati a posti limitati, dove intrattiene i clienti con canzoni stonate e impacciate pose hot. Ottima scelta l'ambientazione urbana che ne evidenzia il degrado e la malinconia delle realtà analoghe, nascoste ma presenti.
Una storia dai toni delicati e ruvidi nello stesso tempo, che mi è piaciuta parecchio per la delicatezza e i temi trattati tutt'altro che banali. Il tutto è supportato da una lodevole prestazione visiva.Alla fine, magari Harumaki non sarà riuscita a diventare "un'adulta come si deve", ma è probabile che abbia inaspettatamente trovato la felicità.
Il finale conclude degnamente la raccolta, dando al lettore un'amabile sensazione di risveglio cerebrale.
Cosa hanno in comune i racconti di Happiness tra di loro?
Io ci ho trovato un costante senso di evasione, una fuga dalla realtà destinata a terminare solo e unicamente nel modo scelto dai protagonisti di queste vicende.
Non c'è alcuna presenza sovrannaturale,e questo favorisce un legame empatico tra noi e i personaggi.
Happiness è questo. Un intenso, toccante spaccato di vite realistiche dissimili che cercano costantemente di raggiungere ciò che credono la felicità.
Lo consiglio a chiunque voglia passare un'ora piena d'emozioni, e anche per staccare dalle solite letture.
Di certo non vi lascerà indifferenti.
"Happiness" di Usamaru Furuya è un volume unico edito da Goen nel 2012, che raccoglie varie storie brevi disegnate dall'autore nel corso della sua carriera. Il prezzo della Goen è circa 6 €, l'edizione è abbastanza curata e l'impaginazione è ben fatta. Parlando dell'opera: questo è il suo secondo lavoro che leggo (il primo è stato Jisatsu Circle), e anche in questo caso ho avuto i brividi più di una volta. Furuya non è famoso per le sue storie allegre o per le sue opere dalla trama felice e con l'happy ending, quindi comincerei col dire che questa "Happiness"è un opera che si mantiene più o meno su quella linea. Ma, ha una particolarità: Happiness rende l'idea di come Furuya vede l'essere felici. E, in tutta sincerità, la sua è un idea davvero atipica, rispetto ai canoni normali.
Comunque, la raccolta contiene 8 short stories, di cui potete trovare i titoli in descrizione. La prima, che fa da apertura al tankobon, già ci dà un scorcio sull'idea di felicità che l'autore ha: una ragazza innamorata del suo professore fa di tutto per legarlo a se, seguendo letteralmente le sue citazioni. La storie si rivela delicata e affatto volgare seppur ci troviamo davanti a scene di nudo e alla classica coppia proibita alunna-insegnante. La seconda storia, Lolita #7, è la narrazione di come due cugini con almeno 15 anni di differenza vivano un intricata relazione, malata e che va degenerando, e che sul finale ci dà un punto di vista un po' estremo. La terza storia, Song of the devil, è la storia che fra tutte mi ha fatto più rabbrividire e mi ha più impressionata: le protagoniste sono due amiche, di cui una votata a Satana, che nel corso della storia mostrerà fino a che punto la fede "religiosa" possa portare alla follia, e come anche nell'autodistruzione possa esserci una qualche forma di felicità. What if? è a più corta delle storie, e parte in modo leggero e scherzoso per poi sbaragliare la situazione in una pagina mostrando una trite realtà. Toccante e impressiva per essere racchiusa in 10 pagine. Happiness è invece la storia di due giovani perseguitati da bulli che casualmente si incontrano e prendono un estrema decisione La cosa particolare è che poi le loro strade si divideranno, almeno così sembra fino alla fine,anche se.... La sesta storia, A Room of Clouds, è divisa in due capitoli ed è la più lunga e toccante. Una ragazza che si sente una stupida buona a nulla lascia la casa per non essere di peso ai genitori, ma si ritroverà ad avere dei debiti per uno spudorato uomo di mezz'età che non si farà remore nei suoi confronti. Ma nella sua vita c'è anche qualcosa che le porta appunto felicità. Questa storia mi è piaciuta moltissimo, peccato per il finale, che sinceramente poteva migliorare, ma comunque il risultato resta ottimo. Indigo Elegy non è stata la le mie preferite, è una storia di arte e amicizia, e di come l'amore spesso non è come ce lo immaginiamo. Forse è la storia con il finale migliore, a livello di positività. Infine Underground Doll è la storia di una Idol "per pochi" ovvero una ragazza con un ristretto gruppo di fan che la ammirano e fotografano, in particolare uno di loro le fa regali che lei sembra apprezzare. Ma anche lei non ha vita facile e questo la renderà insicura e indifesa. Anche in questa storia decisamente torbida l'autore ci mostra come ormai il rispetto per la vita e per l'integrità viene dopo i soldi e il guadagno, o semplicemente il bisogno di avere qualcuno che si prenda cura di noi.
Nel complesso, a livello di trame e personaggi il manga è molto buono, perchè riesce a presentarci e farci conoscere i personaggi e la loro psiche in una trentina di pagine (fa eccezione solo Una stanza di Nuvole, ma non di molto), riesce a creare delle atmosfere interessanti e coinvolgenti intorno ad ogni avvenimento, e cosa importante non scade mai nel "già visto" oppure nel cliché. A livello grafico e tavole non sono male, pulite, dettagliate, ottime le espressioni, i paesaggi e la luce. Unica pecca forse sono i personaggi un po' inquietanti (stesso problema che ho avuto nella lettura di Jisatsu Circle, che ancora oggi solo a sentirlo nominare mi vengono i brividi), soprattutto il fan della Idol nell'ultima storia, e il "cugino" della 2a storia. Comunque vorrei sottolineare che non mi aspettavo di leggere belle e allegre storielle iniziando questo volume unico, e quindi non fatelo nemmeno voi. Sono intenzionata a leggere altro di Furaya, ma secondo me non è un autore per tutti. Assolutamente sconsigliato (almeno nel caso di Happiness e del già citato Suicide Club) a lettrici di shojo romantici, soprattutto se in cerca di storie d'amore, e a chi in generale è facilmente impressionabile. Consigliato invece a tutti coloro che vogliono leggere qualcosa di serio, e soprattutto che fa riflettere. In totale do un 8: darei di più per i e le ottime atmosfere che le storie creano, ma forse alcuni temi (come la pedofilia in Lolita #7 e gli abusi sessuali in A Room of Clouds) sono trattati in modo fin troppo leggero. Ripeto: consigliato solo a chi vuole leggere qualcosa di profondo ma anche pesante, e che può diventare memorabile in senso negativo.
Comunque, la raccolta contiene 8 short stories, di cui potete trovare i titoli in descrizione. La prima, che fa da apertura al tankobon, già ci dà un scorcio sull'idea di felicità che l'autore ha: una ragazza innamorata del suo professore fa di tutto per legarlo a se, seguendo letteralmente le sue citazioni. La storie si rivela delicata e affatto volgare seppur ci troviamo davanti a scene di nudo e alla classica coppia proibita alunna-insegnante. La seconda storia, Lolita #7, è la narrazione di come due cugini con almeno 15 anni di differenza vivano un intricata relazione, malata e che va degenerando, e che sul finale ci dà un punto di vista un po' estremo. La terza storia, Song of the devil, è la storia che fra tutte mi ha fatto più rabbrividire e mi ha più impressionata: le protagoniste sono due amiche, di cui una votata a Satana, che nel corso della storia mostrerà fino a che punto la fede "religiosa" possa portare alla follia, e come anche nell'autodistruzione possa esserci una qualche forma di felicità. What if? è a più corta delle storie, e parte in modo leggero e scherzoso per poi sbaragliare la situazione in una pagina mostrando una trite realtà. Toccante e impressiva per essere racchiusa in 10 pagine. Happiness è invece la storia di due giovani perseguitati da bulli che casualmente si incontrano e prendono un estrema decisione La cosa particolare è che poi le loro strade si divideranno, almeno così sembra fino alla fine,anche se.... La sesta storia, A Room of Clouds, è divisa in due capitoli ed è la più lunga e toccante. Una ragazza che si sente una stupida buona a nulla lascia la casa per non essere di peso ai genitori, ma si ritroverà ad avere dei debiti per uno spudorato uomo di mezz'età che non si farà remore nei suoi confronti. Ma nella sua vita c'è anche qualcosa che le porta appunto felicità. Questa storia mi è piaciuta moltissimo, peccato per il finale, che sinceramente poteva migliorare, ma comunque il risultato resta ottimo. Indigo Elegy non è stata la le mie preferite, è una storia di arte e amicizia, e di come l'amore spesso non è come ce lo immaginiamo. Forse è la storia con il finale migliore, a livello di positività. Infine Underground Doll è la storia di una Idol "per pochi" ovvero una ragazza con un ristretto gruppo di fan che la ammirano e fotografano, in particolare uno di loro le fa regali che lei sembra apprezzare. Ma anche lei non ha vita facile e questo la renderà insicura e indifesa. Anche in questa storia decisamente torbida l'autore ci mostra come ormai il rispetto per la vita e per l'integrità viene dopo i soldi e il guadagno, o semplicemente il bisogno di avere qualcuno che si prenda cura di noi.
Nel complesso, a livello di trame e personaggi il manga è molto buono, perchè riesce a presentarci e farci conoscere i personaggi e la loro psiche in una trentina di pagine (fa eccezione solo Una stanza di Nuvole, ma non di molto), riesce a creare delle atmosfere interessanti e coinvolgenti intorno ad ogni avvenimento, e cosa importante non scade mai nel "già visto" oppure nel cliché. A livello grafico e tavole non sono male, pulite, dettagliate, ottime le espressioni, i paesaggi e la luce. Unica pecca forse sono i personaggi un po' inquietanti (stesso problema che ho avuto nella lettura di Jisatsu Circle, che ancora oggi solo a sentirlo nominare mi vengono i brividi), soprattutto il fan della Idol nell'ultima storia, e il "cugino" della 2a storia. Comunque vorrei sottolineare che non mi aspettavo di leggere belle e allegre storielle iniziando questo volume unico, e quindi non fatelo nemmeno voi. Sono intenzionata a leggere altro di Furaya, ma secondo me non è un autore per tutti. Assolutamente sconsigliato (almeno nel caso di Happiness e del già citato Suicide Club) a lettrici di shojo romantici, soprattutto se in cerca di storie d'amore, e a chi in generale è facilmente impressionabile. Consigliato invece a tutti coloro che vogliono leggere qualcosa di serio, e soprattutto che fa riflettere. In totale do un 8: darei di più per i e le ottime atmosfere che le storie creano, ma forse alcuni temi (come la pedofilia in Lolita #7 e gli abusi sessuali in A Room of Clouds) sono trattati in modo fin troppo leggero. Ripeto: consigliato solo a chi vuole leggere qualcosa di profondo ma anche pesante, e che può diventare memorabile in senso negativo.
Happiness è una raccolta di otto storie brevi con al centro dei giovani ragazzi, quasi tutti con dei problemi e disagi sulle spalle, che cercano un proprio posto nel mondo o delle persone che li accettino e li sostengano (finendo, alle volte, per dipendere totalmente da queste). L'esito di questa ricerca è eterogeneo a seconda della storia, ma in generale lascia posto sia alla tragedia sia a piccoli momenti di felicità.
Collegato a ciò, le varie storie affrontano delle tematiche sociali non indifferenti che contraddistinguono la realtà giapponese, come il bullismo o il suicidio.
Come tutte le raccolte di storie brevi vi sono storie realizzate meglio e altre meno; personalmente ho particolarmente apprezzato La Canzone del Diavolo, Happiness e Indigo Elegy, mentre invece Lolita 7 non mi è piaciuta molto, a parte il finale. Tuttavia nel complesso ogni storia risulta interessante e coinvolgente.
La lettura di questo manga non è certo leggera o adatta a persone impressionabili, poiché le tematiche trattate sono serie e spesso crude, ma in compenso credo che lascerà qualcosa, fosse anche solo una riflessione o un piccolo pensiero, in chiunque lo leggerà con attenzione.
Collegato a ciò, le varie storie affrontano delle tematiche sociali non indifferenti che contraddistinguono la realtà giapponese, come il bullismo o il suicidio.
Come tutte le raccolte di storie brevi vi sono storie realizzate meglio e altre meno; personalmente ho particolarmente apprezzato La Canzone del Diavolo, Happiness e Indigo Elegy, mentre invece Lolita 7 non mi è piaciuta molto, a parte il finale. Tuttavia nel complesso ogni storia risulta interessante e coinvolgente.
La lettura di questo manga non è certo leggera o adatta a persone impressionabili, poiché le tematiche trattate sono serie e spesso crude, ma in compenso credo che lascerà qualcosa, fosse anche solo una riflessione o un piccolo pensiero, in chiunque lo leggerà con attenzione.
Happiness è un volume unico edito da Usamaru Furuya che adirla tutta mi ha colpito ben poco.
A portarlo in Italia ci ha pensato la Goen proponendolo in una versione con sovraccoperta ma priva di pagine a colori al prezzo di 5.95.
Le storie contenute nel volume sono:
Maltrattato e calpestato...Nasce il fiore della passione.
La storia dell'amore tra una studentessa liceale e il suo professore di letteratura.
Questo racconto, che riesce a non essere volgare nonostante le varie scene di nudi, è forse il meglio riuscito nell'intera raccolta grazie alla sua profonda artisticità. Il finale seppur prevedibile risulta di grandissimo impatto.
Voto: 9
Lolita 7
Questo breve racconto parla del malato rapporto tra due cugini di età molto diversa.
Questa storia mi ha lasciato sconvolto in un misto di orrore e stupore. Vengono infatti trattato in modo troppo leggero il tema della pedofilia. In compenso il finale veramente imprevedibile e shoccante riesce a far guadagnare molti punti a questo episodio.
Voto: 6
La canzone del Diavolo
Due compagne di classe sono molto amiche. Una è una ragazza molto carina e semplice mentre l'altra sembra essere una satanista parecchio interessata dal fatto di voler diventare la sposa di Satana.
Il racconto è molto delirante e, per me, poco comprensibile. Non capisco perché l'autore abbia voluto trattare questo tema in modo così particolare non in modo artistico ma anzi volgare.
La storia ha uno sviluppo sicuramente imprevedibile ma comunque di cattivo gusto.
Non sono minimamente riuscito ad apprezzare questa storia.
Voto: 4
E se...
Una brevissima storia che punta tutto sul finale a sorpresa particolarmente azzeccato.
Per la sua brevità di questo episodio non si possono giudicare i personaggi o la trama si può semplicemente considerare la conclusione gradevole o meno.
Voto: 7
Happiness
Un ragazzo è stato maltrattato dai suoi compagni di classe e mentre guarda un fiume fa la conoscenza di una bella ragazza che gli propone...di suicidarsi insieme a lei.
Quando ho letto il titolo ho immediatamente alimentato le mie speranze dato che questa dovrebbe essere la storia più importante della raccolta ma sono rimasto completamente deluso.
Il protagonista sembra cambiare personalità nel finale, lo scorrere degli eventi non convince e il finale non è assolutamente piacevole. Vengono giustificati atti di pura follia in un racconto decisamente pessimo.
Voto: 3 ½
La stanza di nuvole.
Una ragazza è ritardata. Non riesce a seguire bene le lezioni, i suoi voti sono terribili e tutti riescono ad abbindolarla. Un giorno la liceale fugge di casa per andare a vivere in un appartamento minuscolo e completamente sprovvisto di ogni servizio.
La storia è abbastanza ben riuscita. Si tratta di un qualcosa di piuttosto crudo e a volte anche volgare che ci propone personaggi espressamente odiosi, eccezion fatta per uno o due.
Il tutto risulta abbastanza piacevole seppur il finale sia piuttosto banale.
Voto: 7
Indigo Elegy
La storia di due ragazzi:uno è un grande pittore che però non ha una grande immaginazione; l'altro è un teppista che riesce a pensare a immagini magnifiche.
I personaggi di questo racconto sono sicuramente i più simpatici e carismatici di tutto il volume.
La storia è piuttosto veloce e riesce a piacere anche perché è estremamente strampalata.
Voto: 7
Underground doll
L'ultimo racconto tratta le vicende di una Idol che lavora di notte in edifici dove chiacchiera con un ristretto gruppo di suoi fan che dopo la fotograferanno.
Un racconto piuttosto odioso eretto in modo da far risultare poco piacevoli quasi tutti i personaggi.
Il finale è forse la parte più interessante ma nel complesso "Undergound Doll" è una storia che racconta ben poco.
Il tratto di Osamaru Furuya sembra parecchio più immaturo rispetto ai tempi di "Genkaku Picasso".
Le espressioni risultano troppo finte e alcune pose un po' innaturali. Nonostante tutto "Happiness" rimane comunque disegnato in modo piuttosto piacevole.
A portarlo in Italia ci ha pensato la Goen proponendolo in una versione con sovraccoperta ma priva di pagine a colori al prezzo di 5.95.
Le storie contenute nel volume sono:
Maltrattato e calpestato...Nasce il fiore della passione.
La storia dell'amore tra una studentessa liceale e il suo professore di letteratura.
Questo racconto, che riesce a non essere volgare nonostante le varie scene di nudi, è forse il meglio riuscito nell'intera raccolta grazie alla sua profonda artisticità. Il finale seppur prevedibile risulta di grandissimo impatto.
Voto: 9
Lolita 7
Questo breve racconto parla del malato rapporto tra due cugini di età molto diversa.
Questa storia mi ha lasciato sconvolto in un misto di orrore e stupore. Vengono infatti trattato in modo troppo leggero il tema della pedofilia. In compenso il finale veramente imprevedibile e shoccante riesce a far guadagnare molti punti a questo episodio.
Voto: 6
La canzone del Diavolo
Due compagne di classe sono molto amiche. Una è una ragazza molto carina e semplice mentre l'altra sembra essere una satanista parecchio interessata dal fatto di voler diventare la sposa di Satana.
Il racconto è molto delirante e, per me, poco comprensibile. Non capisco perché l'autore abbia voluto trattare questo tema in modo così particolare non in modo artistico ma anzi volgare.
La storia ha uno sviluppo sicuramente imprevedibile ma comunque di cattivo gusto.
Non sono minimamente riuscito ad apprezzare questa storia.
Voto: 4
E se...
Una brevissima storia che punta tutto sul finale a sorpresa particolarmente azzeccato.
Per la sua brevità di questo episodio non si possono giudicare i personaggi o la trama si può semplicemente considerare la conclusione gradevole o meno.
Voto: 7
Happiness
Un ragazzo è stato maltrattato dai suoi compagni di classe e mentre guarda un fiume fa la conoscenza di una bella ragazza che gli propone...di suicidarsi insieme a lei.
Quando ho letto il titolo ho immediatamente alimentato le mie speranze dato che questa dovrebbe essere la storia più importante della raccolta ma sono rimasto completamente deluso.
Il protagonista sembra cambiare personalità nel finale, lo scorrere degli eventi non convince e il finale non è assolutamente piacevole. Vengono giustificati atti di pura follia in un racconto decisamente pessimo.
Voto: 3 ½
La stanza di nuvole.
Una ragazza è ritardata. Non riesce a seguire bene le lezioni, i suoi voti sono terribili e tutti riescono ad abbindolarla. Un giorno la liceale fugge di casa per andare a vivere in un appartamento minuscolo e completamente sprovvisto di ogni servizio.
La storia è abbastanza ben riuscita. Si tratta di un qualcosa di piuttosto crudo e a volte anche volgare che ci propone personaggi espressamente odiosi, eccezion fatta per uno o due.
Il tutto risulta abbastanza piacevole seppur il finale sia piuttosto banale.
Voto: 7
Indigo Elegy
La storia di due ragazzi:uno è un grande pittore che però non ha una grande immaginazione; l'altro è un teppista che riesce a pensare a immagini magnifiche.
I personaggi di questo racconto sono sicuramente i più simpatici e carismatici di tutto il volume.
La storia è piuttosto veloce e riesce a piacere anche perché è estremamente strampalata.
Voto: 7
Underground doll
L'ultimo racconto tratta le vicende di una Idol che lavora di notte in edifici dove chiacchiera con un ristretto gruppo di suoi fan che dopo la fotograferanno.
Un racconto piuttosto odioso eretto in modo da far risultare poco piacevoli quasi tutti i personaggi.
Il finale è forse la parte più interessante ma nel complesso "Undergound Doll" è una storia che racconta ben poco.
Il tratto di Osamaru Furuya sembra parecchio più immaturo rispetto ai tempi di "Genkaku Picasso".
Le espressioni risultano troppo finte e alcune pose un po' innaturali. Nonostante tutto "Happiness" rimane comunque disegnato in modo piuttosto piacevole.
Una delle novità per me più attese è stato Happiness, volume unico di Usamaru Furuya (51 Modi Per Salvarla, Genkaku Picasso), edito in Giappone dalla Shogakukan nel 2006 e arrivato da noi targato GOEN, in cui si affrontano le profondità della psiche umana in otto storie autoconclusive.
Da come presagisce la copertina, la parola "Happiness" nasce dalla lacrima di una fanciulla, quindi per chi si aspetta che questo manga sia "happy", lo lasci dov'è, il signor Furuya non è amante dei lieto fine.
ll tema trattato nelle otto storie è quello della felicità certo, ma di come dei giovani ragazzi problematici affrontano questa tanto agognata chimera. E sicuramente non lo fanno pensando alle rose e alle farfalle. Le protagoniste sono quasi sempre delle ragazzine che non si sentono amate e confortate tanto dagli sconosciuti quanto dalle persone più care e si lasciano andare ad azioni miserabili e, per i più, ingiustificate nate dal pensiero di non avere altra scelta, di non essere utili a nessuno, di raggiungere uno scopo più alto. Sto parlando di annullazione di sé, assoggettamento, ossessione, arrendevolezza ai soprusi e a ogni cosa venga fatta loro, bullismo, scarsissima autostima di sé, enorme vuoto incolmabile che porta alla follia, suicidio e, solo in un caso, speranza. Tutti argomenti trattati senza nascondere quasi nulla agli occhi del lettore, che si troverà a provare un senso di angoscia, di pietà, di schifo.
A questo proposito, una nota sul disegno. Non mi sono ancora abituata a certi visi, mi lasciano un po' perplessa, ma nel complesso Furuya è un ottimo disegnatore, in particolare gli sfondi, la caratterizzazione dei personaggi e delle loro emozioni e il capitolo La Canzone Del Diavolo.
La trama di ogni storia è ben curata, a parte qualcuna narrata con un po' meno zelo e più frettolosità, ma nel complesso ho trovato ogni capitolo interessante, alcuni mi hanno lasciata veramente a bocca aperta grazie ai colpi di scena, soprattutto E se... e La Canzone Del Diavolo.
L'edizione è ben fatta, non ha magagne, una bella sovraccoperta, le pagine bianche con poca trasparenza, nessuna perdita di inchiostro, quasi 300 pagine. Insomma, è ok anche per quanto riguarda il prezzo.
Lo consiglio a chi vuole staccarsi da quello che sta leggendo attualmente (anche perchè si legge in un ora) per buttarsi in un altro tipo di realtà, di sicuro non leggere da digerire, e per chi ancora non conosce Furuya, come me, e si vuole avvicinare a questo autore senza dover comprare altri numeri. Essendo io amante delle storie che lasciano un qualcosa, posso assicurare che questo è un manga che di emozioni ne lascia parecchie.
Da come presagisce la copertina, la parola "Happiness" nasce dalla lacrima di una fanciulla, quindi per chi si aspetta che questo manga sia "happy", lo lasci dov'è, il signor Furuya non è amante dei lieto fine.
ll tema trattato nelle otto storie è quello della felicità certo, ma di come dei giovani ragazzi problematici affrontano questa tanto agognata chimera. E sicuramente non lo fanno pensando alle rose e alle farfalle. Le protagoniste sono quasi sempre delle ragazzine che non si sentono amate e confortate tanto dagli sconosciuti quanto dalle persone più care e si lasciano andare ad azioni miserabili e, per i più, ingiustificate nate dal pensiero di non avere altra scelta, di non essere utili a nessuno, di raggiungere uno scopo più alto. Sto parlando di annullazione di sé, assoggettamento, ossessione, arrendevolezza ai soprusi e a ogni cosa venga fatta loro, bullismo, scarsissima autostima di sé, enorme vuoto incolmabile che porta alla follia, suicidio e, solo in un caso, speranza. Tutti argomenti trattati senza nascondere quasi nulla agli occhi del lettore, che si troverà a provare un senso di angoscia, di pietà, di schifo.
A questo proposito, una nota sul disegno. Non mi sono ancora abituata a certi visi, mi lasciano un po' perplessa, ma nel complesso Furuya è un ottimo disegnatore, in particolare gli sfondi, la caratterizzazione dei personaggi e delle loro emozioni e il capitolo La Canzone Del Diavolo.
La trama di ogni storia è ben curata, a parte qualcuna narrata con un po' meno zelo e più frettolosità, ma nel complesso ho trovato ogni capitolo interessante, alcuni mi hanno lasciata veramente a bocca aperta grazie ai colpi di scena, soprattutto E se... e La Canzone Del Diavolo.
L'edizione è ben fatta, non ha magagne, una bella sovraccoperta, le pagine bianche con poca trasparenza, nessuna perdita di inchiostro, quasi 300 pagine. Insomma, è ok anche per quanto riguarda il prezzo.
Lo consiglio a chi vuole staccarsi da quello che sta leggendo attualmente (anche perchè si legge in un ora) per buttarsi in un altro tipo di realtà, di sicuro non leggere da digerire, e per chi ancora non conosce Furuya, come me, e si vuole avvicinare a questo autore senza dover comprare altri numeri. Essendo io amante delle storie che lasciano un qualcosa, posso assicurare che questo è un manga che di emozioni ne lascia parecchie.
Happiness è una raccolta che vi permetterà di leggere otto storie brevi firmate da Usamaru Furuya che hanno come tema la felicità. Se pensate a qualcosa di radioso e solare vi state tuttavia sbagliando, visto che il mangaka non è certamente popolare per essere un'inguaribile ottimista e anzi riesce a dare il meglio di se stesso quando tratta tematiche dai risvolti oscuri e drammatici. Furuya prova a ritrarre, grazie a questi racconti, un dipinto della "felicità" che contraddistingue l'attuale società nipponica e si concentra sui suoi aspetti più controversi. L'esito in genere è, e non può essere altrimenti, tragico. Offre spazio al disagio giovanile e alle pressioni che questi sono costretti a subire, in una società che permette ben poca compassione anche da parte delle persone più care. Protagonisti di queste vicende sono ragazzi svuotati di valori, sogni e ideali, senza prospettive per il futuro e che non possono nemmeno contare su qualcuno in grado di dare loro un genuino e sincero calore umano. In queste situazioni non sempre i protagonisti riescono a ritagliarsi un piccolo angolo nel quale coltivare una seppur effimera e sfuggevole felicità e talvolta decidono tragicamente di rinunciarvi. Altre volte viene invece inaspettatamente trovata, grazie a piccoli gesti, in situazioni di gran degrado. Curioso il finale del racconto in cui Furuya ritrae due ragazze che sembrano divertirsi fra loro in metropolitana, probabilmente uno dei meglio riusciti della raccolta. E se in sette casi su otto non si può certo parlare di happy ending, inaspettatamente troverete anche quello in un racconto che comunque ha le sue aree grigie.
Senza stare ad elencare ed esprimere un'opinione su ogni storia breve, vi basti sapere che la raccolta risulta ben amalgamata e che è, secondo la mia opinione, interessante. Troverete lavori con un tratto ricercato, ispirato e curato, altri decisamente meno elaborati. Alcuni si dimostrano nell'idea e nella narrazione un po' superficiali e frettolosi, altri sono incisivi e d'effetto. Non è certamente una lettura spensierata e che vi lascerà con un sorriso sulle labbra. Ma d'altronde già la copertina è chiaramente esplicativa di quello che troverete: l'"Happiness" che da il titolo all'opera fuoriesce come lacrima dal viso di una ragazza.
Senza stare ad elencare ed esprimere un'opinione su ogni storia breve, vi basti sapere che la raccolta risulta ben amalgamata e che è, secondo la mia opinione, interessante. Troverete lavori con un tratto ricercato, ispirato e curato, altri decisamente meno elaborati. Alcuni si dimostrano nell'idea e nella narrazione un po' superficiali e frettolosi, altri sono incisivi e d'effetto. Non è certamente una lettura spensierata e che vi lascerà con un sorriso sulle labbra. Ma d'altronde già la copertina è chiaramente esplicativa di quello che troverete: l'"Happiness" che da il titolo all'opera fuoriesce come lacrima dal viso di una ragazza.
L'acquisto di "Happiness" di Usamaru Furuya è stato un azzardo da parte mia.
Leggo manga solo da un paio di anni, seguendo per lo più serie leggere e commerciali, e ho acquistato questo volume proprio per sperimentare qualcosa di nuovo e diverso.
Da subito, ho capito che questo era una manga molto diverso da quello a cui ero abituata, non solo per il disegno, ma soprattutto per le tematiche.
La prima storia, ahimè, non mi ha fatto per niente una buona impressione: ho apprezzato da subito il disegno, ma la storia mi è parsa veramente debole e scontata, senza alcuna nota particolare. Voto 4
La seconda, "Lolita 7", l'ho trovata invece qualitativamente superiore alla prima, ma ancora non mi è piaciuta soprattutto a causa del finale: sembra che la ragazza si senta in colpa per lo stato in cui si è ridotto il cugino (e per questo ritorna quindi a vestire i panni di "Lolita 7", con un risultato piuttosto grottesco), quando in realtà il comportamento scorretto è proprio quello di lui, morbosamente ossessionato da una bambina, o meglio ancora da un modello, che nella realtà non esiste. Voto 6
La terza storia, "La canzone del diavolo", l'ho invece apprezzata appieno, per il modo in cui gioca con verità e finzione, mescolando realtà e fantasia. Il disegno qui è veramente eccezionale, a mio parere. Voto 7.5
La quarta storia, "E se" è la più breve ma anche la più bella, per il mio gusto. Inizia in maniera leggera e divertente ma con una sola vignetta l'autore inverte di botto l'atmosfera, trasformandola nell'esatto opposto. Voto 9
La quinta storia, "Happiness", pure ha riscontrato la mia approvazione. Come le altre storie, tocca temi forti, quali il bullismo e il suicidio. L'atmosfera è angosciante, ma ad un certo punto tutto sembra volgere per il meglio, eppure...con il finale, l'autore sembra proprio non voler dare spazio ad un briciolo di ottimismo. Voto 7.5
La sesta storia, "La stanza di nuvole", racconta in modo magistrale il senso di vuoto che prova la protagonista; anche qui ci sono delle immagini davvero evocative. Voto 8
La settima storia, "Indigo Elegy" pure ha il suo punto di forza negli incredibili disegni. Questa volta la storia è più leggera, e - finalmente - abbiamo un happy ending. Voto 7.5
L'ultima storia, "Underground doll", mi è sembrato un mix di "La stanza delle nuvole", per la somiglianza tra le due protagoniste, ed "Happiness", per il tema del suicidio degli amanti, eccetto che si differenzia da quest'ultima proprio per il finale, nettamente votato alla speranza. Voto 8.
Leggo manga solo da un paio di anni, seguendo per lo più serie leggere e commerciali, e ho acquistato questo volume proprio per sperimentare qualcosa di nuovo e diverso.
Da subito, ho capito che questo era una manga molto diverso da quello a cui ero abituata, non solo per il disegno, ma soprattutto per le tematiche.
La prima storia, ahimè, non mi ha fatto per niente una buona impressione: ho apprezzato da subito il disegno, ma la storia mi è parsa veramente debole e scontata, senza alcuna nota particolare. Voto 4
La seconda, "Lolita 7", l'ho trovata invece qualitativamente superiore alla prima, ma ancora non mi è piaciuta soprattutto a causa del finale: sembra che la ragazza si senta in colpa per lo stato in cui si è ridotto il cugino (e per questo ritorna quindi a vestire i panni di "Lolita 7", con un risultato piuttosto grottesco), quando in realtà il comportamento scorretto è proprio quello di lui, morbosamente ossessionato da una bambina, o meglio ancora da un modello, che nella realtà non esiste. Voto 6
La terza storia, "La canzone del diavolo", l'ho invece apprezzata appieno, per il modo in cui gioca con verità e finzione, mescolando realtà e fantasia. Il disegno qui è veramente eccezionale, a mio parere. Voto 7.5
La quarta storia, "E se" è la più breve ma anche la più bella, per il mio gusto. Inizia in maniera leggera e divertente ma con una sola vignetta l'autore inverte di botto l'atmosfera, trasformandola nell'esatto opposto. Voto 9
La quinta storia, "Happiness", pure ha riscontrato la mia approvazione. Come le altre storie, tocca temi forti, quali il bullismo e il suicidio. L'atmosfera è angosciante, ma ad un certo punto tutto sembra volgere per il meglio, eppure...con il finale, l'autore sembra proprio non voler dare spazio ad un briciolo di ottimismo. Voto 7.5
La sesta storia, "La stanza di nuvole", racconta in modo magistrale il senso di vuoto che prova la protagonista; anche qui ci sono delle immagini davvero evocative. Voto 8
La settima storia, "Indigo Elegy" pure ha il suo punto di forza negli incredibili disegni. Questa volta la storia è più leggera, e - finalmente - abbiamo un happy ending. Voto 7.5
L'ultima storia, "Underground doll", mi è sembrato un mix di "La stanza delle nuvole", per la somiglianza tra le due protagoniste, ed "Happiness", per il tema del suicidio degli amanti, eccetto che si differenzia da quest'ultima proprio per il finale, nettamente votato alla speranza. Voto 8.
Questo manga mi è stato consigliato da un' amica e devo ringraziarla moltissimo perché è un manga fantastico. È un manga che merita moltissimo e che ti riempie l'anima durante e dopo la lettura.
Sarà davvero difficile scrivere una recensione degna di quest'opera. Mi farò una scaletta con gli aspetti che più mi hanno colpita e interessata.
Prima di tutto il mangaka è il grande Furuya: un mito a mio parere. Le sue storie riescono a farti riflettere ed emozionare, anche in poche pagine e parole. Vieni rapito dalla lettura e dai suoi disegni, così realistici che a volte pensavo fossero fotografie. Le opere di Furuya che ho letto finora hanno un qualcosa di magico: mi hanno colpita sia per la loro originalità, per gli argomenti trattati, oltre ai disegni meravigliosi e reali.
Ora finalmente mi soffermerò a parlare di "Happiness".
Questo manga a volume unico non possiede solo una storia. Infatti è formato da 8 racconti brevi.
E non so quale sia stata la mia storia preferita perché le ho trovate tutte meravigliose.
Non mi metterò a parlare delle trame, visto che sono brevi mi sembra inutile e scocciante per coloro che vorrebbero leggerlo.
La prima storia si intitola: "Maltrattato e calpestato. Sboccia il fiore della passione". Non è una delle mie preferite, ma è sorprendente vedere come il Sensei riesca a trattare argomenti normali o scontati in un modo così profondo, caratterizzando benissimo i personaggi in poche pagine e battute.
La seconda storia si intitola: " Lolita 7". Secondo me l'argomento trattato qui è abbastanza serio, anche se inizialmente mi è parso vago e confuso. Il bello di questi racconti è che alla fine ti fanno riflettere molto sulla situazione dei protagonisti, la trama e i problemi che i personaggi hanno affrontato, poi alcuni problemi sono comuni alla vita di tutti i giorni.
La terza storia si chiama: " La canzone del Diavolo". Questa storia è un misto di realtà e fantasia. È bello vedere come le trame trattate siano reali, ma allo stesso tempo abbiano un qualcosa di irreale che ci fa riflettere su aspetti della vita che magari prima ignoravamo (aspetti bizzarri e strani). Devo ammettere che questa storia alla fine mi ha fatto con una leggera suspense.
La quarta storia è: " E se…". Questa è stata davvero carina e divertente, soprattutto per il gioco che fanno le due protagoniste. I finali sono sempre particolari ed inaspettati.
La quinta storia si intitola: "Happiness", come il manga stesso. Questa non è stata una delle mie preferite a dire la verità. Forse le vicende sono troppo frettolose e precipitose, soprattutto quelle del protagonista. Ma non vi dico cosa perché non mi va di spoilerare.
La sesta storia è: "La stanza delle nuvole". Secondo me è una delle più realistiche, perché affronta uno dei problemi della vita sociale, non solo giapponese, visto che è un problema che c'è anche qui in Italia. Mi è molto piaciuta.
La settima si chiama: " Indigo Elegy". Questa è una bellissima storia di amicizia ma anche di un sogno, che senza l'amico non potrebbe essere realizzato. È davvero molto dolce.
L'ultimo è: "Underground Doll". Questa anche tratta un episodio comune nella vita giapponese. Le storie del sensei sono belle perché trattano aspetti diversi di temi che ci sembrano positivi ed innocui. Ci fa vedere la realtà e ciò che è nascosto.
Ho dato 10 perché il manga mi è piaciuto sotto tutti i punti di vista. Anche l'edizione è ottima e lodevole. Il prezzo, anche se alto, vale il manga. Quindi vale la pena comprarlo.
Consiglio questo manga ai fans di Furuya e a coloro che amano i manga seri e soprattutto profondi, immemorabili, che ti lasciano un marchio per sempre.
Sarà davvero difficile scrivere una recensione degna di quest'opera. Mi farò una scaletta con gli aspetti che più mi hanno colpita e interessata.
Prima di tutto il mangaka è il grande Furuya: un mito a mio parere. Le sue storie riescono a farti riflettere ed emozionare, anche in poche pagine e parole. Vieni rapito dalla lettura e dai suoi disegni, così realistici che a volte pensavo fossero fotografie. Le opere di Furuya che ho letto finora hanno un qualcosa di magico: mi hanno colpita sia per la loro originalità, per gli argomenti trattati, oltre ai disegni meravigliosi e reali.
Ora finalmente mi soffermerò a parlare di "Happiness".
Questo manga a volume unico non possiede solo una storia. Infatti è formato da 8 racconti brevi.
E non so quale sia stata la mia storia preferita perché le ho trovate tutte meravigliose.
Non mi metterò a parlare delle trame, visto che sono brevi mi sembra inutile e scocciante per coloro che vorrebbero leggerlo.
La prima storia si intitola: "Maltrattato e calpestato. Sboccia il fiore della passione". Non è una delle mie preferite, ma è sorprendente vedere come il Sensei riesca a trattare argomenti normali o scontati in un modo così profondo, caratterizzando benissimo i personaggi in poche pagine e battute.
La seconda storia si intitola: " Lolita 7". Secondo me l'argomento trattato qui è abbastanza serio, anche se inizialmente mi è parso vago e confuso. Il bello di questi racconti è che alla fine ti fanno riflettere molto sulla situazione dei protagonisti, la trama e i problemi che i personaggi hanno affrontato, poi alcuni problemi sono comuni alla vita di tutti i giorni.
La terza storia si chiama: " La canzone del Diavolo". Questa storia è un misto di realtà e fantasia. È bello vedere come le trame trattate siano reali, ma allo stesso tempo abbiano un qualcosa di irreale che ci fa riflettere su aspetti della vita che magari prima ignoravamo (aspetti bizzarri e strani). Devo ammettere che questa storia alla fine mi ha fatto con una leggera suspense.
La quarta storia è: " E se…". Questa è stata davvero carina e divertente, soprattutto per il gioco che fanno le due protagoniste. I finali sono sempre particolari ed inaspettati.
La quinta storia si intitola: "Happiness", come il manga stesso. Questa non è stata una delle mie preferite a dire la verità. Forse le vicende sono troppo frettolose e precipitose, soprattutto quelle del protagonista. Ma non vi dico cosa perché non mi va di spoilerare.
La sesta storia è: "La stanza delle nuvole". Secondo me è una delle più realistiche, perché affronta uno dei problemi della vita sociale, non solo giapponese, visto che è un problema che c'è anche qui in Italia. Mi è molto piaciuta.
La settima si chiama: " Indigo Elegy". Questa è una bellissima storia di amicizia ma anche di un sogno, che senza l'amico non potrebbe essere realizzato. È davvero molto dolce.
L'ultimo è: "Underground Doll". Questa anche tratta un episodio comune nella vita giapponese. Le storie del sensei sono belle perché trattano aspetti diversi di temi che ci sembrano positivi ed innocui. Ci fa vedere la realtà e ciò che è nascosto.
Ho dato 10 perché il manga mi è piaciuto sotto tutti i punti di vista. Anche l'edizione è ottima e lodevole. Il prezzo, anche se alto, vale il manga. Quindi vale la pena comprarlo.
Consiglio questo manga ai fans di Furuya e a coloro che amano i manga seri e soprattutto profondi, immemorabili, che ti lasciano un marchio per sempre.