K - Racconti
"Il corpo umano è dotato di due braccia e due gambe, a malapena può sostenersi su una parete rocciosa. Lui muoveva uno alla volta i quattro arti che sostengo il corpo. L'arto trovava l'appiglio per le mani o l'appoggio per i piedi e portava il corpo sempre più in alto... tutto qui è nient'altro, ma... anche K era un essere umano."
"K-Racconti" è un'opera ideata da Shiro Tosaki e disegnata dal maestro Jiro Taniguchi e con le illustrazioni del maestro Tottori. La storia è racchiusa in un volume unico edito in Italia da Planet Manga.
Prima di analizzare e recensire quest'opera, che ritengo quasi un capolavoro, voglio precisare due punti: questa è la prima opera che leggo di Jiro Taniguchi e pertanto non posso fare paragoni con le altre; secondo punto, sono un appassionato di montagna ma cercherò di essere il più obbiettivo possibile.
Il manga racchiude cinque storie autoconclusive dove a far da collante ci sono le vette più alte del mondo e il nostro misterioso e audace protagonista: K.
In questi racconti K affronta le vette più alte del mondo per portare a termine salvataggi, recuperi e scalate. In ogni racconto le situazioni affrontate dal nostro protagonista sono umanamente al limite del possibile. Proprio per questo motivo a parer mio l'opera ti tiene incollato fino all'ultima pagina e cerca di farti immedesimare nei personaggi.
Di per sé non è molto complesso capire quale sia l'obbiettivo del protagonista, ma ci possono essere dei termini o dei concetti che le persone non appassionate di questo "sport" possono non capire, ma anche per questo nei racconti secondo me non ci sono problemi dato che è spiegato tutto in modo abbastanza chiaro e semplice e anche i termini tecnici sono spiegati, quindi è un manga assolutamente alla portata di tutti.
I disegni del maestro Jiro Taniguchi sono delle vere e proprie opere d'arte. Disegnare dei panorami stupendi come queste vette è molto difficile, ma lui ci riesce molto bene e riesce pure a far capire le sensazioni dei personaggi solo attraverso il disegno.
Ovviamente un altro motivo per considerare questa opera un capolavoro sono i personaggi, o meglio il personaggio principale: K.
K risulta un uomo abbastanza misterioso e chiuso con una forte passione e un gran rispetto per la natura e la montagna. Vediamo attraverso i racconti che K si rivelerà uno scalatore esperto e affidabile e un uomo che cerca sempre di aiutare il prossimo essendo però sempre molto razionale e obbiettivo.
L'edizione di Planet Manga è secondo me un altro punto forte del manga; grazie al formato grande i disegni riescono a esprimersi pienamente e a dar vita alle tavole. Il prezzo è di €16,90 ma in casi come questo il prezzo non va nemmeno considerato.
Una vera e propria opera d'arte che consiglio a tutti!
Apprezzato in pieno!
Storie: 9
Disegni: 10
Personaggi: 10
Edizione: 9
"K-Racconti" è un'opera ideata da Shiro Tosaki e disegnata dal maestro Jiro Taniguchi e con le illustrazioni del maestro Tottori. La storia è racchiusa in un volume unico edito in Italia da Planet Manga.
Prima di analizzare e recensire quest'opera, che ritengo quasi un capolavoro, voglio precisare due punti: questa è la prima opera che leggo di Jiro Taniguchi e pertanto non posso fare paragoni con le altre; secondo punto, sono un appassionato di montagna ma cercherò di essere il più obbiettivo possibile.
Il manga racchiude cinque storie autoconclusive dove a far da collante ci sono le vette più alte del mondo e il nostro misterioso e audace protagonista: K.
In questi racconti K affronta le vette più alte del mondo per portare a termine salvataggi, recuperi e scalate. In ogni racconto le situazioni affrontate dal nostro protagonista sono umanamente al limite del possibile. Proprio per questo motivo a parer mio l'opera ti tiene incollato fino all'ultima pagina e cerca di farti immedesimare nei personaggi.
Di per sé non è molto complesso capire quale sia l'obbiettivo del protagonista, ma ci possono essere dei termini o dei concetti che le persone non appassionate di questo "sport" possono non capire, ma anche per questo nei racconti secondo me non ci sono problemi dato che è spiegato tutto in modo abbastanza chiaro e semplice e anche i termini tecnici sono spiegati, quindi è un manga assolutamente alla portata di tutti.
I disegni del maestro Jiro Taniguchi sono delle vere e proprie opere d'arte. Disegnare dei panorami stupendi come queste vette è molto difficile, ma lui ci riesce molto bene e riesce pure a far capire le sensazioni dei personaggi solo attraverso il disegno.
Ovviamente un altro motivo per considerare questa opera un capolavoro sono i personaggi, o meglio il personaggio principale: K.
K risulta un uomo abbastanza misterioso e chiuso con una forte passione e un gran rispetto per la natura e la montagna. Vediamo attraverso i racconti che K si rivelerà uno scalatore esperto e affidabile e un uomo che cerca sempre di aiutare il prossimo essendo però sempre molto razionale e obbiettivo.
L'edizione di Planet Manga è secondo me un altro punto forte del manga; grazie al formato grande i disegni riescono a esprimersi pienamente e a dar vita alle tavole. Il prezzo è di €16,90 ma in casi come questo il prezzo non va nemmeno considerato.
Una vera e propria opera d'arte che consiglio a tutti!
Apprezzato in pieno!
Storie: 9
Disegni: 10
Personaggi: 10
Edizione: 9
Sfidando i propri limiti, l'uomo dialoga con Dio. Se esiste qualcosa che spinge un essere umano a rischiare la vita per scalare le vette più alte del mondo, non può che essere il bisogno di infinito. La strada verso il divino rasenta l'abisso della morte. Cosa si chiede all'uomo che voglia percorrerla?"
Non sono mai stato particolarmente attratto da storie con protagonisti gli scalatori di montagne: ho tentato di affrontare l'argomento con qualche opera a fumetti, ma il recente The Climber non ha sortito l'effetto sperato. A farmi riconsiderare le mie posizioni è stato innanzitutto La ragazza scomparsa, thriller scritto e disegnato da Jirō Taniguchi; in secondo luogo, il merito per la mia rivalutazione del "genere" lo devo a K - Racconti (pronuncia inglese "kei"), opera in cui, con i testi di Shiro Tosaki e le illustrazioni del maestro di Tottori, vengono narrate le scalate e i salvataggi al limite dell'impossibile per mano di un "facchino delle montagne" dall'identità incerta che tutti, tra le montagne dell'Himalaya, conoscono per l'appunto come "K". Dopo aver letto una buona fetta dei suoi lavori, ormai Taniguchi rappresenta per me quasi un marchio di garanzia; nondimeno, però, ho notato che l'autore ricade spesso in stilemi costanti che rischiano di sottoporre a dura prova la pazienza del lettore. Tuttavia e al di là di ogni aspettativa, K mi ha talmente sorpreso in positivo che l'ho letto tutto d'un fiato nel giro di due ore.
L'opera consta di cinque racconti diversi tra loro il cui unico collante è la figura misteriosa di K: il primo, il quarto e l'ultimo, quasi alla maniera di una ringkomposition, riguardano un'operazione di salvataggio; il secondo è una spy story che narra una scalata impossibile e il terzo illustra un recupero. A colpirmi maggiormente in positivo sono state proprio le prime tre storie, sia per tematiche che risvolti narrativi. Gli ultimi due racconti mi sono piaciuti un po' di meno a causa di una sceneggiatura parzialmente ripetitiva - si tratta degli stilemi costanti a cui mi riferivo poc'anzi, ma in linea di massima li ho graditi ugualmente: il quarto perché getta una luce sul misterioso passato del protagonista; il quinto perché è l'ennesima riprova della forza della natura e della piccolezza dell'uomo di fronte ad essa. Ed è proprio questo il fulcro dei racconti: il rapporto tra l'uomo e le montagne del cosiddetto "tetto del mondo", viste dalla popolazione locale come la più pura espressione, o addirittura incarnazione, della potenza divina. Dal canto suo K, quando scala pareti rocciose impossibili, agisce d'istinto proprio come gli animali che ha osservato durante tutta la sua vita; ciò però non preclude una conoscenza ottimale delle proprie possibilità e dell'ambiente montano, con le sue repentine variazioni climatiche. Un personaggio enigmatico e carismatico al punto giusto e, perché no, anche un po' bizzarro: infatti, ogni volta che deve affrontare una vera sfida, K ha la singolare abitudine di radersi completamente la barba.
E chi meglio di Taniguchi poteva raffigurare le montagne in modo realistico e pregnante? Infatti, il maestro non delude neanche questa volta, eppure in questo caso in particolare i suoi disegni sono davvero impressionanti: prospettive da urlo e inquadrature straordinariamente profonde fanno quasi provare le vertigini, tanto che in alcune tavole sembra di effettuare realmente una scalata insieme a K. In Italia l'opera è pubblicata dalla Planet Manga sotto forma di volume unico brossurato con alette, in un formato gigante - lo stesso con cui è stato edito Sky Hawk - che si adatta perfettamente alle ampie vedute montane. Pur avendo tra le mani ottimi materiali, una nota di demerito va senza dubbio ai testi: troviamo infatti qualche imprecisione grossolana ("inbreve", tutto attaccato) ed errori abbastanza ridicoli ("La gente ti chiama K... Allora facciamo che tu puoi chiamarmi.", frase priva di senso compiuto che avrebbe dovuto essere "Allora facciamo che tu puoi chiamarmi A", come si evince dai successivi balloon). Inoltre, si sente la mancanza di un apparato redazionale o quanto meno di un'intervista agli autori in appendice. Ad ogni modo, K - Racconti vale tutti i soldi spesi e non dovrebbe mancare nella libreria di ogni fan di Taniguchi che si rispetti, così come in quella di ogni appassionato di fumetti in generale.
Non sono mai stato particolarmente attratto da storie con protagonisti gli scalatori di montagne: ho tentato di affrontare l'argomento con qualche opera a fumetti, ma il recente The Climber non ha sortito l'effetto sperato. A farmi riconsiderare le mie posizioni è stato innanzitutto La ragazza scomparsa, thriller scritto e disegnato da Jirō Taniguchi; in secondo luogo, il merito per la mia rivalutazione del "genere" lo devo a K - Racconti (pronuncia inglese "kei"), opera in cui, con i testi di Shiro Tosaki e le illustrazioni del maestro di Tottori, vengono narrate le scalate e i salvataggi al limite dell'impossibile per mano di un "facchino delle montagne" dall'identità incerta che tutti, tra le montagne dell'Himalaya, conoscono per l'appunto come "K". Dopo aver letto una buona fetta dei suoi lavori, ormai Taniguchi rappresenta per me quasi un marchio di garanzia; nondimeno, però, ho notato che l'autore ricade spesso in stilemi costanti che rischiano di sottoporre a dura prova la pazienza del lettore. Tuttavia e al di là di ogni aspettativa, K mi ha talmente sorpreso in positivo che l'ho letto tutto d'un fiato nel giro di due ore.
L'opera consta di cinque racconti diversi tra loro il cui unico collante è la figura misteriosa di K: il primo, il quarto e l'ultimo, quasi alla maniera di una ringkomposition, riguardano un'operazione di salvataggio; il secondo è una spy story che narra una scalata impossibile e il terzo illustra un recupero. A colpirmi maggiormente in positivo sono state proprio le prime tre storie, sia per tematiche che risvolti narrativi. Gli ultimi due racconti mi sono piaciuti un po' di meno a causa di una sceneggiatura parzialmente ripetitiva - si tratta degli stilemi costanti a cui mi riferivo poc'anzi, ma in linea di massima li ho graditi ugualmente: il quarto perché getta una luce sul misterioso passato del protagonista; il quinto perché è l'ennesima riprova della forza della natura e della piccolezza dell'uomo di fronte ad essa. Ed è proprio questo il fulcro dei racconti: il rapporto tra l'uomo e le montagne del cosiddetto "tetto del mondo", viste dalla popolazione locale come la più pura espressione, o addirittura incarnazione, della potenza divina. Dal canto suo K, quando scala pareti rocciose impossibili, agisce d'istinto proprio come gli animali che ha osservato durante tutta la sua vita; ciò però non preclude una conoscenza ottimale delle proprie possibilità e dell'ambiente montano, con le sue repentine variazioni climatiche. Un personaggio enigmatico e carismatico al punto giusto e, perché no, anche un po' bizzarro: infatti, ogni volta che deve affrontare una vera sfida, K ha la singolare abitudine di radersi completamente la barba.
E chi meglio di Taniguchi poteva raffigurare le montagne in modo realistico e pregnante? Infatti, il maestro non delude neanche questa volta, eppure in questo caso in particolare i suoi disegni sono davvero impressionanti: prospettive da urlo e inquadrature straordinariamente profonde fanno quasi provare le vertigini, tanto che in alcune tavole sembra di effettuare realmente una scalata insieme a K. In Italia l'opera è pubblicata dalla Planet Manga sotto forma di volume unico brossurato con alette, in un formato gigante - lo stesso con cui è stato edito Sky Hawk - che si adatta perfettamente alle ampie vedute montane. Pur avendo tra le mani ottimi materiali, una nota di demerito va senza dubbio ai testi: troviamo infatti qualche imprecisione grossolana ("inbreve", tutto attaccato) ed errori abbastanza ridicoli ("La gente ti chiama K... Allora facciamo che tu puoi chiamarmi.", frase priva di senso compiuto che avrebbe dovuto essere "Allora facciamo che tu puoi chiamarmi A", come si evince dai successivi balloon). Inoltre, si sente la mancanza di un apparato redazionale o quanto meno di un'intervista agli autori in appendice. Ad ogni modo, K - Racconti vale tutti i soldi spesi e non dovrebbe mancare nella libreria di ogni fan di Taniguchi che si rispetti, così come in quella di ogni appassionato di fumetti in generale.