Fusuma Land 4.5
''Fasuma Land 4.5'' è una storia datata 1984 dell'autrice Waki Yamato, inedita in Italia.
Kachiko Udagawa non è ''una semplice liceale un pò troppo studiosa''. L'istituto dove studia ed abita ha rigide regole che, con il passare degli anni e dell'allentarsi dell'inflessibile moralità, sono andate via via diventando semplicemente regole, senza l'aggettivo rigide. A questi antichi valori smarriti tiene ancora molto la personcina di Kachiko. La sua inugualità sta nell'essere d'aspetto caricaturale e dal comportamento simile a quello di comuni anziani. Difatti, è piccola piccola, non è esteticamente curata e tiene particolarmente all'educazione, alla moralità e ad uno stile di vita tutt'altro che mondano. Una puritana, insomma.
Seya Makimura è un diligentissimo studente belloccio che dedica attenzioni e sorrisi alla piccola Kachiko attirando a questa ire e gelosie di fidanzata e amiche.
La storia prende la sua piega quando Kachiko scopre che nell'unica stanza in stile giapponese dell'istituto v'è presente un ripostiglio la cui porta (il fasuma) conduce ad un mondo dove si diventa ciò che si vuol essere. Quando si varca la soglia, il corpo assume le fattezze di quel che la mente desidera e questo accade solo se l'interessato è insoddisfatto del suo aspetto attuale. Quando Kachiko varca le soglie di Fasuma Land, prende l'aspetto di una bellissima ragazza dai lunghi capelli mossi ed il volto angelico.
Qui fa la conoscenza di quattro uomini tutt'altro che normali. Il primo ha le sembianze di Seya, in quanto è (nel mondo reale) un gatto ed è proprio lui ad aver condotto Kachiko dinanzi al fasuma. Il secondo è Ariwara No Narihira (aristocratico e poeta giapponese nell'era Heian). Il terzo è il conte Dracula, biondo e con la passione per il surf, ed il quarto è Hikoboshi, che può incontrare la moglie (gelosissima che nell'attesa dell'incontro fa maglioni senza successo) solo una volta l'anno.
In compagnia di questi quattro personaggi, ogniqualvolta Kachiko fa (involontariamente) visita a Fasuma Land, scopre le particolarità di questa realtà e dei suoi abitanti.
Dopo una serie di ordinarie sviste s'entrerà nel pieno del momento clou della vicenda. Per poi finire in un finale rosato e fiorito...
I personaggi sono incentrati in stereotipi fin troppo perfetti per far sembrare che questa storia abbia una certa importanza sia per l'autrice che per il lettore affezionato, portando a pensare che sia unicamente un capriccio della Yamato, un modo d'interpretare la famosissima storia di Alice. Infatti anche senza aver letto la storia a priori si paragona, solo leggendo la trama, quest'opera all'altra più famosa. L'omaggio, chiamiamolo così, è così evidente che l'autrice per non farla sembrare una mancanza d'originalità, introduce Alice in un cammeo di sé stessa, facendola essere addirittura ''Alice Capone'' in arresto per traffico illegale di the...
Il personaggio di Kachiko è interessante anche se noioso, non sotto un punto di vista romanzato ma concreto. Insolito, capace, è il suo personaggio ed è proprio questo che la rende innocua e piatta come tutti gli altri, se questo tipo di personaggio fosse l'abitante di un'altra storia avrebbe avuto una rilevanza maggiore e l'essere quel che è sarebbe sembrato addirittura interessante. Seya è il bel ragazzo perfetto, corteggiato e silenzioso, segretamente complessato. La sua compagna di stanza, Hasumi Mayoko, è carina e ribelle, la quale una volta varcato il fasuma troverà di avere il suo solito aspetto, segno dell'essere soddisfatta di quello reale. Di questo Kachiko si stupisce in quanto pur negando di essere insoddisfatta della sua persona, non credeva possibile che qualcuno potesse, invece, esserne soddisfatto. Il personaggio di Hasumi come quello di Seya non spicca, in nulla. Intorno a questi ruotano personaggi di contorno se pur essenziali che valgono meno dei protagonisti.
Il tema è sempre quel trita e ritrita della bellezza interiore, dell'accettazione di sé, del piacersi senza far filtrare agli occhi unicamente lo spettro della carne. Qui la Yamato vuol mostrare magnanimamente come anche ai ''belli'' sia data la non accettazione di sè, chiaro esempio Seya, e di come anche solo avendo un po' più d'autostima ci si può vedere in modo migliore...
Lo stile è quello tipico dell'autrice, la quale oltre ad inserire i personaggi negli stereotipi caratteriali, li inserisce anche in quelli grafici portandoci anche semplicemente guardando un personaggio a capire che ruolo e personalità abbia. Graficamente il personaggio più interessante è proprio la protagonista nella sua forma reale, in quella di fasuma diventa sì bella ma anche standard, senza nulla che la renda realmente una bellezza.
Gli altri personaggi sono piuttosto tipici con le loro caratteristiche che permettono una scorrevole lettura delle tavole senza cercare di capire a chi ci si rivolge o chi sia l' interessato.
Le architetture sono tipiche dello stile della Yamato che creano uno spaccato mite tra i personaggi e questi, portando comunque un'attenzione maggiore alle ambientazioni e ai paesaggi. Questi sono piuttosto fantasiosi, ma un fantasioso pacchiano, violento e tutt'altro che originale, sembra quasi il concentrarsi di un adulto nel creare qualcosa di bambinesco... E' quasi triste vedere come non si riesca più a raggiungere punte di estrema bellezza tramite uno scarabocchio, mentre ci si perde e ci si mastica più volte in qualcosa che , tecnicamente è superbo, ma espressivamente è insignificante.
L'opera è inedita in Italia.
Nonostante io abbia dato una visione piuttosto negativa dell'opera, considero il mio voto tutt'altro che negativo. Semplicemente nonostante l'opera sia piacevole nella lettura (se questa superficiale), divertente (anche se il sarcasmo è banale) e simpatica, non mi è piaciuta. Una volta conclusa il volume ho trovato d'aver espresso tutto nel termine ''insignificante''. Io non ricerco tematiche profonde, livelli di scrittura alti, o comunque il ''dare un senso a tutto'', per dirla tutta, non ricerco la borghese concretizzazione delle cose, il darle una funzionalità, non fare cose inutili, dire cose sensate. Anzi, trovo che la bellezza risieda nell'inutilità, ma quest'opera va oltre (forse è un bel traguardo) ogni forma di inutilità scritta sotto forma di estro artistico. Il suo unico moto è quello di utilizzare un'idea come quella del regno di Fasuma Land e trovare una morale a caso per renderla vendibile, non leggibile, vendibile. Questa superficialità di fondo la si respira tutta anche per la durata così breve del volume, che raccoglie dentro sé tutto un compresso mondo che anche se allungato o trattato in modo differente sarebbe stato banale. Insignificante.
Consiglio l'opera, dopotutto ha una sua piacevolezza ed un suo carattere, essendo questa una delle poche opere inedite della Yamato reperibili tradotte.
Kachiko Udagawa non è ''una semplice liceale un pò troppo studiosa''. L'istituto dove studia ed abita ha rigide regole che, con il passare degli anni e dell'allentarsi dell'inflessibile moralità, sono andate via via diventando semplicemente regole, senza l'aggettivo rigide. A questi antichi valori smarriti tiene ancora molto la personcina di Kachiko. La sua inugualità sta nell'essere d'aspetto caricaturale e dal comportamento simile a quello di comuni anziani. Difatti, è piccola piccola, non è esteticamente curata e tiene particolarmente all'educazione, alla moralità e ad uno stile di vita tutt'altro che mondano. Una puritana, insomma.
Seya Makimura è un diligentissimo studente belloccio che dedica attenzioni e sorrisi alla piccola Kachiko attirando a questa ire e gelosie di fidanzata e amiche.
La storia prende la sua piega quando Kachiko scopre che nell'unica stanza in stile giapponese dell'istituto v'è presente un ripostiglio la cui porta (il fasuma) conduce ad un mondo dove si diventa ciò che si vuol essere. Quando si varca la soglia, il corpo assume le fattezze di quel che la mente desidera e questo accade solo se l'interessato è insoddisfatto del suo aspetto attuale. Quando Kachiko varca le soglie di Fasuma Land, prende l'aspetto di una bellissima ragazza dai lunghi capelli mossi ed il volto angelico.
Qui fa la conoscenza di quattro uomini tutt'altro che normali. Il primo ha le sembianze di Seya, in quanto è (nel mondo reale) un gatto ed è proprio lui ad aver condotto Kachiko dinanzi al fasuma. Il secondo è Ariwara No Narihira (aristocratico e poeta giapponese nell'era Heian). Il terzo è il conte Dracula, biondo e con la passione per il surf, ed il quarto è Hikoboshi, che può incontrare la moglie (gelosissima che nell'attesa dell'incontro fa maglioni senza successo) solo una volta l'anno.
In compagnia di questi quattro personaggi, ogniqualvolta Kachiko fa (involontariamente) visita a Fasuma Land, scopre le particolarità di questa realtà e dei suoi abitanti.
Dopo una serie di ordinarie sviste s'entrerà nel pieno del momento clou della vicenda. Per poi finire in un finale rosato e fiorito...
I personaggi sono incentrati in stereotipi fin troppo perfetti per far sembrare che questa storia abbia una certa importanza sia per l'autrice che per il lettore affezionato, portando a pensare che sia unicamente un capriccio della Yamato, un modo d'interpretare la famosissima storia di Alice. Infatti anche senza aver letto la storia a priori si paragona, solo leggendo la trama, quest'opera all'altra più famosa. L'omaggio, chiamiamolo così, è così evidente che l'autrice per non farla sembrare una mancanza d'originalità, introduce Alice in un cammeo di sé stessa, facendola essere addirittura ''Alice Capone'' in arresto per traffico illegale di the...
Il personaggio di Kachiko è interessante anche se noioso, non sotto un punto di vista romanzato ma concreto. Insolito, capace, è il suo personaggio ed è proprio questo che la rende innocua e piatta come tutti gli altri, se questo tipo di personaggio fosse l'abitante di un'altra storia avrebbe avuto una rilevanza maggiore e l'essere quel che è sarebbe sembrato addirittura interessante. Seya è il bel ragazzo perfetto, corteggiato e silenzioso, segretamente complessato. La sua compagna di stanza, Hasumi Mayoko, è carina e ribelle, la quale una volta varcato il fasuma troverà di avere il suo solito aspetto, segno dell'essere soddisfatta di quello reale. Di questo Kachiko si stupisce in quanto pur negando di essere insoddisfatta della sua persona, non credeva possibile che qualcuno potesse, invece, esserne soddisfatto. Il personaggio di Hasumi come quello di Seya non spicca, in nulla. Intorno a questi ruotano personaggi di contorno se pur essenziali che valgono meno dei protagonisti.
Il tema è sempre quel trita e ritrita della bellezza interiore, dell'accettazione di sé, del piacersi senza far filtrare agli occhi unicamente lo spettro della carne. Qui la Yamato vuol mostrare magnanimamente come anche ai ''belli'' sia data la non accettazione di sè, chiaro esempio Seya, e di come anche solo avendo un po' più d'autostima ci si può vedere in modo migliore...
Lo stile è quello tipico dell'autrice, la quale oltre ad inserire i personaggi negli stereotipi caratteriali, li inserisce anche in quelli grafici portandoci anche semplicemente guardando un personaggio a capire che ruolo e personalità abbia. Graficamente il personaggio più interessante è proprio la protagonista nella sua forma reale, in quella di fasuma diventa sì bella ma anche standard, senza nulla che la renda realmente una bellezza.
Gli altri personaggi sono piuttosto tipici con le loro caratteristiche che permettono una scorrevole lettura delle tavole senza cercare di capire a chi ci si rivolge o chi sia l' interessato.
Le architetture sono tipiche dello stile della Yamato che creano uno spaccato mite tra i personaggi e questi, portando comunque un'attenzione maggiore alle ambientazioni e ai paesaggi. Questi sono piuttosto fantasiosi, ma un fantasioso pacchiano, violento e tutt'altro che originale, sembra quasi il concentrarsi di un adulto nel creare qualcosa di bambinesco... E' quasi triste vedere come non si riesca più a raggiungere punte di estrema bellezza tramite uno scarabocchio, mentre ci si perde e ci si mastica più volte in qualcosa che , tecnicamente è superbo, ma espressivamente è insignificante.
L'opera è inedita in Italia.
Nonostante io abbia dato una visione piuttosto negativa dell'opera, considero il mio voto tutt'altro che negativo. Semplicemente nonostante l'opera sia piacevole nella lettura (se questa superficiale), divertente (anche se il sarcasmo è banale) e simpatica, non mi è piaciuta. Una volta conclusa il volume ho trovato d'aver espresso tutto nel termine ''insignificante''. Io non ricerco tematiche profonde, livelli di scrittura alti, o comunque il ''dare un senso a tutto'', per dirla tutta, non ricerco la borghese concretizzazione delle cose, il darle una funzionalità, non fare cose inutili, dire cose sensate. Anzi, trovo che la bellezza risieda nell'inutilità, ma quest'opera va oltre (forse è un bel traguardo) ogni forma di inutilità scritta sotto forma di estro artistico. Il suo unico moto è quello di utilizzare un'idea come quella del regno di Fasuma Land e trovare una morale a caso per renderla vendibile, non leggibile, vendibile. Questa superficialità di fondo la si respira tutta anche per la durata così breve del volume, che raccoglie dentro sé tutto un compresso mondo che anche se allungato o trattato in modo differente sarebbe stato banale. Insignificante.
Consiglio l'opera, dopotutto ha una sua piacevolezza ed un suo carattere, essendo questa una delle poche opere inedite della Yamato reperibili tradotte.