Il fiore millenario
Splendido.
Ho trovato per caso questo titolo cercando manga romantic fantasy, ma questa serie più che altro è simil-storica, di magico non ha niente, se non le atmosfere.
Praticamente è una storia da leggere tutta d'un fiato, avvincente, con personaggi talmente approfonditi da farli sembrare veramente esistenti (compresi quelli secondari).
Per chi cerca tanto romance, rimarrà un pochino deluso, la storia non si basa su quello. Io per prima sono rimasta sopresa di averla adorata così tanto, pur avendo appunto poca parte dedicata al romance. C'è molta strategia militare, molte tattiche, ma amerete la protagonista Aki, una ragazza intelligente e acuta, che decide di sobbarcarsi responabilità immense per il bene del suo amato regno.
Che dire, leggetelo assolutamente, vi rimarrà nel cuore.
Ho appena finito di leggerlo e non mi sono ancora ripresa, ti lascia dentro tanta roba.
PS. Per chi non lo sapesse, esiste un finale alternativo pubblicato dall'autrice stessa su una rivista. Se cercate si trova una descrizione in giapponese con qualche tavola (è molto breve). Con Google translate si capisce abbastanza.
Ho trovato per caso questo titolo cercando manga romantic fantasy, ma questa serie più che altro è simil-storica, di magico non ha niente, se non le atmosfere.
Praticamente è una storia da leggere tutta d'un fiato, avvincente, con personaggi talmente approfonditi da farli sembrare veramente esistenti (compresi quelli secondari).
Per chi cerca tanto romance, rimarrà un pochino deluso, la storia non si basa su quello. Io per prima sono rimasta sopresa di averla adorata così tanto, pur avendo appunto poca parte dedicata al romance. C'è molta strategia militare, molte tattiche, ma amerete la protagonista Aki, una ragazza intelligente e acuta, che decide di sobbarcarsi responabilità immense per il bene del suo amato regno.
Che dire, leggetelo assolutamente, vi rimarrà nel cuore.
Ho appena finito di leggerlo e non mi sono ancora ripresa, ti lascia dentro tanta roba.
PS. Per chi non lo sapesse, esiste un finale alternativo pubblicato dall'autrice stessa su una rivista. Se cercate si trova una descrizione in giapponese con qualche tavola (è molto breve). Con Google translate si capisce abbastanza.
Personalmente non sopporto il sistema di distinzione fra categorie di manga (ma non solo) basato sul genere del pubblico a cui sono rivolti, distinzione marcata al punto da arrivare a dare alle due categorie più diffuse i nomi “ragazzo” e “ragazza”. I motivi per cui non sopporto questo sistema sono principalmente due.
Il primo è che una simile distinzione non ha senso all’atto pratico. Se non avessimo imparato ad associare un certo tipo di tematiche e contenuti alle categorie “shounen” e “shoujo”, queste due parole, “ragazzo” e “ragazza”, non direbbero nulla in merito a ciò che si può leggere in un manga, non si potrebbe in alcun modo sapere se ci saranno combattimenti, storie d’amore, riferimenti politici, tematiche di morte, fantasy, sketch comici e via dicendo.
Il secondo, ben più spiacevole, è che questa distinzione porta inevitabilmente la maggior parte dei lettori a evitare il “genere per l’altro genere” (per motivi spesso opinabili), troncando sul nascere la possibilità di conoscere qualcosa che sta al difuori dalla zona sicura, qualcosa che magari si ha vergogna di dirlo, ma ci emoziona, ci fa commuovere e ci permette di conoscere punti di vista che sembrano diversi dal nostro.
Tutta questa premessa, apparentemente generica e non relazionata con un manga in particolare, secondo me è invece doverosa, in quanto se “Il fiore millenario” avesse visto i ruoli dei due protagonisti invertiti (e, conoscendo i giapponesi, fosse stato scritto da un uomo) probabilmente sarebbe ricaduto nella categoria seinen.
L’ambientazione è un mondo assimilabile al periodo dei tre regni cinese, con l’unica differenza che in questa opera i regni sono quattro (Ko, So, A e Do, come le particelle della lingua giapponese).
La storia racconta di A-ki, giovane, intelligente e coraggiosa principessa del regno di A, ripudiata dopo un’infanzia segnata dalle vessazioni ad opera della perfida e spietata Do-hi, seconda consorte del padre, il re di A. Al suo fianco c’è il secondo protagonista, Hakusei, giovane schiavo straniero dalle origini probabilmente europee, biondo e con gli occhi azzurri, da tutti visto come un mostro e un demonio e passato di padrone in padrone fino al suo incontro con A-ki, avvenuto quando ancora erano bambini. In questa occasione lei gli si avvicina e gli parla senza timore, ammaliata dalla bellezza dei suoi occhi e dei suoi capelli, e lui, a sua volta affascinato dalla bellezza, dal coraggio e dalla gentilezza della bambina, le fa dono della propria vita promettendo che sarà per l’eternità il suo Fiore millenario, il fiore magico che si racconta sbocci una volta ogni mille anni e possa esaudire qualsiasi desiderio.
In seguito al loro incontro i due ragazzi diventano inseparabili e nonostante il divario sociale invalicabile si instaura un rapporto stretto, di sostegno reciproco, che tuttavia, seppur non trattandosi di un rapporto dichiaratamente amoroso, non incontra mai il favore delle altre persone e anzi viene sempre travisato e osteggiato apertamente, creando grande sofferenza nei due ragazzi e ostacolando la già rischiosa ricerca di vendetta di A-ki nei confronti di Do-hi, causa oltre che del suo esilio anche della morte di sua madre, prima consorte del re di A.
Ma A-ki non accetta di separarsi da Hakusei e nonostante l’avversione dell’intera società nei confronti del loro insolito rapporto padrone-servo, non si arrende mai e si batte, riuscendo sempre grazie alle proprie insuperabili doti intellettive, al proprio carisma e a una forza di volontà inarrestabile, a guadagnarsi la fiducia, la stima e il rispetto di tutti quelli che la conoscono, dagli umili cittadini agli alti funzionari.
Di contro Hakusei diventa spada e scudo di A-ki, proteggendola da tutte le minacce alla sua incolumità, ma rimanendo al contempo anche il suo più grande confidente e supporto emotivo, l’unico capace di sostenerla nella sua strada di vendetta e di impedirle di venire consumata dall’odio.
A questo punto non penso si possano dare altri dettagli della storia senza rischiare fastidiosi spoiler. Mi limito a dire che personalmente ho apprezzato molto la trama di questo fumetto, lunga e articolata, ma sempre dinamica e soprattutto mai banale, non è scontato avere tra le mani una storia in cui non si è in grado di intuire come si evolveranno gli eventi. Pur iniziando come una storia abbastanza lineare con una ragazza in cerca di vendetta, ben presto il panorama si amplia, entrano in gioco nuovi personaggi e la protagonista, grazie alle sue indiscutibili capacità, viene messa di fronte a nuove responsabilità, conosce la guerra, la carestia, la diplomazia, le faccende di corte e, pur rimanendo sempre forte in lei il desiderio di vendetta, nascono anche nuovi obiettivi e nuove strade per perseguirli.
E questo ampliamento dei suoi orizzonti e delle sue possibilità la porta a cambiare e ad assumere ruoli inaspettati ai suoi occhi ma anche a quelli del lettore. Ma durante questa evoluzione risulta fondamentale ai fini del racconto la presenza dell’altro protagonista che, costantemente al suo fianco, la vede attraversare tutte queste fasi di mutamento rimanendo dal canto suo in una condizione praticamente invariata, di cui ha consapevolezza e che lo porta a sviluppare considerazioni e interrogativi riguardo il loro futuro, trasmesse dall’autrice attraverso frequenti monologhi interiori del ragazzo, nei confronti del quale si finisce inevitabilmente per provare una grande empatia.
Si crea così una sensazione strana nel lettore, che percepisce allo stesso tempo sia un allontanamento che un avvicinamento progressivi fra i due protagonisti, ritrovandosi incapace di prevedere cosa accadrà e bramoso di sapere di più.
Un fattore interessante nella narrazione è proprio il fatto che guardando Hakusei è chiaro da subito il sentimento che nutre nei confronti di A-ki, ma non è ugualmente vero il contrario, anzi, l’autrice è abile nel rendere non lineare l’interpretazione dei sentimenti e delle intenzioni di A-ki verso il ragazzo.
Altra nota di merito va poi a tutti i personaggi secondari della storia, sempre caratterizzati con attenzione e in modo approfondito. Ognuno di questi viene “spiegato” dettagliatamente raccontandone la storia, il pensiero e il carattere. In questo racconto non esistono comparse, personaggi di cui si sarebbe potuto fare a meno, ognuno ha la sua importanza e un suo sviluppo caratteristico.
Ritengo che in questo fumetto “shoujo” l’attenzione sia rivolta, più che al fattore sentimentale, a quello emotivo, grazie al grande interesse e alla cura riposti nello sviluppo delle personalità e delle interiorità dei due protagonisti e di tutti i personaggi in generale.
Infine, per quanto riguarda il comparto tecnico, i disegni sono molto gradevoli, il tratto è delicato e i personaggi sono curati e dettagliati, non sono presenti caratteristiche fisiche innaturali, proporzioni esasperate, tratti somatici standardizzati, ma anzi è notevole l’attenzione nel cercare di riprodurre tutte quelle differenze nell’aspetto derivanti dall’etnia, dal genere, ma anche dal contesto sociale di provenienza e dalle esperienze di vita passate dei personaggi, così come è per le persone reali.
Ho apprezzato molto la varietà dei personaggi, tutti perfettamente riconoscibili, resi estremamente belli o brutti solo quando espressamente richiesto dalla trama, come nel caso degli stessi Hakusei e A-ki (quest’ultima è probabilmente uno dei personaggi più belli che abbia trovato in un manga grazie alle incredibili delicatezza e dolcezza che trasmette).
Nel complesso la sensazione generale che si prova guardando il succedersi dei personaggi è di grande armonia visiva.
Differente è il discorso per quanto riguarda le ambientazioni, che spesso sono totalmente assenti nei riquadri e quando presenti sono comunque piuttosto semplici e lineari, sebbene con i giusti dettagli e ben collocate nel contesto. Ma ritengo che questo non sia un punto a sfavore dell’opera in quanto anzi permette di concentrare completamente l’attenzione sui personaggi.
Tirando le somme, mi sento di assegnare a questo manga la valutazione massima, poiché l’ho apprezzato moltissimo in ogni suo contenuto. La trama è accattivante e dinamica e i dialoghi sono ben scritti e piacevoli, oltre che per i contenuti anche per la forma. Ho voluto bene ai due protagonisti che con le loro gioie e sofferenze mi hanno fatto commuovere innumerevoli volte (ammetto senza alcuna vergogna che per quante volte io rilegga l’ultimo volume non riesco mai ad evitare di piangere) e mi sono affezionato anche a tutti gli altri personaggi che si sono susseguiti nella storia.
Ma ciò che più del resto mi ha fatto innamorare di questo manga è stato il filo conduttore, ossia la storia di due ragazzi che senza mai arrendersi continuano costantemente a lottare solo per poter restare vicini, in un mondo in cui tutte le persone, amiche e nemiche, e l’intera società cercano di impedirglielo, reputando irrealizzabile e inaccettabile una simile vicinanza fra due persone di estrazione sociale diametralmente opposta. Tematica questa più che mai attuale e che dovrebbe farci seriamente pensare a quanto insensato possa essere forzare la separazione di due persone che vorrebbero stare vicine, ma appartengono a due contesti sociali differenti e per volontà di altri inconciliabili.
Il primo è che una simile distinzione non ha senso all’atto pratico. Se non avessimo imparato ad associare un certo tipo di tematiche e contenuti alle categorie “shounen” e “shoujo”, queste due parole, “ragazzo” e “ragazza”, non direbbero nulla in merito a ciò che si può leggere in un manga, non si potrebbe in alcun modo sapere se ci saranno combattimenti, storie d’amore, riferimenti politici, tematiche di morte, fantasy, sketch comici e via dicendo.
Il secondo, ben più spiacevole, è che questa distinzione porta inevitabilmente la maggior parte dei lettori a evitare il “genere per l’altro genere” (per motivi spesso opinabili), troncando sul nascere la possibilità di conoscere qualcosa che sta al difuori dalla zona sicura, qualcosa che magari si ha vergogna di dirlo, ma ci emoziona, ci fa commuovere e ci permette di conoscere punti di vista che sembrano diversi dal nostro.
Tutta questa premessa, apparentemente generica e non relazionata con un manga in particolare, secondo me è invece doverosa, in quanto se “Il fiore millenario” avesse visto i ruoli dei due protagonisti invertiti (e, conoscendo i giapponesi, fosse stato scritto da un uomo) probabilmente sarebbe ricaduto nella categoria seinen.
L’ambientazione è un mondo assimilabile al periodo dei tre regni cinese, con l’unica differenza che in questa opera i regni sono quattro (Ko, So, A e Do, come le particelle della lingua giapponese).
La storia racconta di A-ki, giovane, intelligente e coraggiosa principessa del regno di A, ripudiata dopo un’infanzia segnata dalle vessazioni ad opera della perfida e spietata Do-hi, seconda consorte del padre, il re di A. Al suo fianco c’è il secondo protagonista, Hakusei, giovane schiavo straniero dalle origini probabilmente europee, biondo e con gli occhi azzurri, da tutti visto come un mostro e un demonio e passato di padrone in padrone fino al suo incontro con A-ki, avvenuto quando ancora erano bambini. In questa occasione lei gli si avvicina e gli parla senza timore, ammaliata dalla bellezza dei suoi occhi e dei suoi capelli, e lui, a sua volta affascinato dalla bellezza, dal coraggio e dalla gentilezza della bambina, le fa dono della propria vita promettendo che sarà per l’eternità il suo Fiore millenario, il fiore magico che si racconta sbocci una volta ogni mille anni e possa esaudire qualsiasi desiderio.
In seguito al loro incontro i due ragazzi diventano inseparabili e nonostante il divario sociale invalicabile si instaura un rapporto stretto, di sostegno reciproco, che tuttavia, seppur non trattandosi di un rapporto dichiaratamente amoroso, non incontra mai il favore delle altre persone e anzi viene sempre travisato e osteggiato apertamente, creando grande sofferenza nei due ragazzi e ostacolando la già rischiosa ricerca di vendetta di A-ki nei confronti di Do-hi, causa oltre che del suo esilio anche della morte di sua madre, prima consorte del re di A.
Ma A-ki non accetta di separarsi da Hakusei e nonostante l’avversione dell’intera società nei confronti del loro insolito rapporto padrone-servo, non si arrende mai e si batte, riuscendo sempre grazie alle proprie insuperabili doti intellettive, al proprio carisma e a una forza di volontà inarrestabile, a guadagnarsi la fiducia, la stima e il rispetto di tutti quelli che la conoscono, dagli umili cittadini agli alti funzionari.
Di contro Hakusei diventa spada e scudo di A-ki, proteggendola da tutte le minacce alla sua incolumità, ma rimanendo al contempo anche il suo più grande confidente e supporto emotivo, l’unico capace di sostenerla nella sua strada di vendetta e di impedirle di venire consumata dall’odio.
A questo punto non penso si possano dare altri dettagli della storia senza rischiare fastidiosi spoiler. Mi limito a dire che personalmente ho apprezzato molto la trama di questo fumetto, lunga e articolata, ma sempre dinamica e soprattutto mai banale, non è scontato avere tra le mani una storia in cui non si è in grado di intuire come si evolveranno gli eventi. Pur iniziando come una storia abbastanza lineare con una ragazza in cerca di vendetta, ben presto il panorama si amplia, entrano in gioco nuovi personaggi e la protagonista, grazie alle sue indiscutibili capacità, viene messa di fronte a nuove responsabilità, conosce la guerra, la carestia, la diplomazia, le faccende di corte e, pur rimanendo sempre forte in lei il desiderio di vendetta, nascono anche nuovi obiettivi e nuove strade per perseguirli.
E questo ampliamento dei suoi orizzonti e delle sue possibilità la porta a cambiare e ad assumere ruoli inaspettati ai suoi occhi ma anche a quelli del lettore. Ma durante questa evoluzione risulta fondamentale ai fini del racconto la presenza dell’altro protagonista che, costantemente al suo fianco, la vede attraversare tutte queste fasi di mutamento rimanendo dal canto suo in una condizione praticamente invariata, di cui ha consapevolezza e che lo porta a sviluppare considerazioni e interrogativi riguardo il loro futuro, trasmesse dall’autrice attraverso frequenti monologhi interiori del ragazzo, nei confronti del quale si finisce inevitabilmente per provare una grande empatia.
Si crea così una sensazione strana nel lettore, che percepisce allo stesso tempo sia un allontanamento che un avvicinamento progressivi fra i due protagonisti, ritrovandosi incapace di prevedere cosa accadrà e bramoso di sapere di più.
Un fattore interessante nella narrazione è proprio il fatto che guardando Hakusei è chiaro da subito il sentimento che nutre nei confronti di A-ki, ma non è ugualmente vero il contrario, anzi, l’autrice è abile nel rendere non lineare l’interpretazione dei sentimenti e delle intenzioni di A-ki verso il ragazzo.
Altra nota di merito va poi a tutti i personaggi secondari della storia, sempre caratterizzati con attenzione e in modo approfondito. Ognuno di questi viene “spiegato” dettagliatamente raccontandone la storia, il pensiero e il carattere. In questo racconto non esistono comparse, personaggi di cui si sarebbe potuto fare a meno, ognuno ha la sua importanza e un suo sviluppo caratteristico.
Ritengo che in questo fumetto “shoujo” l’attenzione sia rivolta, più che al fattore sentimentale, a quello emotivo, grazie al grande interesse e alla cura riposti nello sviluppo delle personalità e delle interiorità dei due protagonisti e di tutti i personaggi in generale.
Infine, per quanto riguarda il comparto tecnico, i disegni sono molto gradevoli, il tratto è delicato e i personaggi sono curati e dettagliati, non sono presenti caratteristiche fisiche innaturali, proporzioni esasperate, tratti somatici standardizzati, ma anzi è notevole l’attenzione nel cercare di riprodurre tutte quelle differenze nell’aspetto derivanti dall’etnia, dal genere, ma anche dal contesto sociale di provenienza e dalle esperienze di vita passate dei personaggi, così come è per le persone reali.
Ho apprezzato molto la varietà dei personaggi, tutti perfettamente riconoscibili, resi estremamente belli o brutti solo quando espressamente richiesto dalla trama, come nel caso degli stessi Hakusei e A-ki (quest’ultima è probabilmente uno dei personaggi più belli che abbia trovato in un manga grazie alle incredibili delicatezza e dolcezza che trasmette).
Nel complesso la sensazione generale che si prova guardando il succedersi dei personaggi è di grande armonia visiva.
Differente è il discorso per quanto riguarda le ambientazioni, che spesso sono totalmente assenti nei riquadri e quando presenti sono comunque piuttosto semplici e lineari, sebbene con i giusti dettagli e ben collocate nel contesto. Ma ritengo che questo non sia un punto a sfavore dell’opera in quanto anzi permette di concentrare completamente l’attenzione sui personaggi.
Tirando le somme, mi sento di assegnare a questo manga la valutazione massima, poiché l’ho apprezzato moltissimo in ogni suo contenuto. La trama è accattivante e dinamica e i dialoghi sono ben scritti e piacevoli, oltre che per i contenuti anche per la forma. Ho voluto bene ai due protagonisti che con le loro gioie e sofferenze mi hanno fatto commuovere innumerevoli volte (ammetto senza alcuna vergogna che per quante volte io rilegga l’ultimo volume non riesco mai ad evitare di piangere) e mi sono affezionato anche a tutti gli altri personaggi che si sono susseguiti nella storia.
Ma ciò che più del resto mi ha fatto innamorare di questo manga è stato il filo conduttore, ossia la storia di due ragazzi che senza mai arrendersi continuano costantemente a lottare solo per poter restare vicini, in un mondo in cui tutte le persone, amiche e nemiche, e l’intera società cercano di impedirglielo, reputando irrealizzabile e inaccettabile una simile vicinanza fra due persone di estrazione sociale diametralmente opposta. Tematica questa più che mai attuale e che dovrebbe farci seriamente pensare a quanto insensato possa essere forzare la separazione di due persone che vorrebbero stare vicine, ma appartengono a due contesti sociali differenti e per volontà di altri inconciliabili.
Ho appena finito di rileggere questo manga per la quarta o forse quinta volta, e credo che già questo possa farvi capire quanto l'ho amato. Non vi racconterò la trama, potete trovarla in molte altre recensioni, quindi mi limiterò semplicemente a spiegarvi i motivi che me l'hanno fatto adorare. Iniziamo dai personaggi: impossibile non affezionarsi ai protagonisti. Aki non è una principessa viziata, al contrario. Si impegna duramente per raggiungere i suoi obiettivi (la vendetta) e soddisfare le aspettative di coloro che si sono sacrificati per lei. E sarà capace di metterci questo impegno nonostante si renda bene conto, dal principio, che la porterà a dover seguire una strada che non è ciò che vuole, e a dover rinunciare a qualcosa di estremamente importante per lei. Hakusei, il suo servo, la sua ombra, è da sempre innamorato della principessa, ma a causa della sua posizione sociale e dei pregiudizi dell'epoca (lui non è orientale, bensì biondo e con gli occhi azzurri) non avrà vita facile, incapace di liberarsi da un sentimento che sembra impossibile da soddisfare. Questi sono i due protagonisti, punti cardine della storia, ma anche i personaggi secondari hanno i loro momenti di gloria. In particolare ho adorato Seitetsu, maestro di Aki e Hakusei.
La storia è ben fatta, incalzante, scorrevole nonostante parecchie nozioni sulle strategie di guerra (cosa strana in uno shoujo, ma che personalmente ho apprezzato). Io non amo particolarmente le serie brevi, anzi, cerco sempre manga abbastanza sostanziosi, perciò anche la lunghezza della storia (quindici volumi) per me è stata motivo di acquisto, all'inizio, ma sono stata attratta anche dallo stile grafico, che a me è piaciuto parecchio a parte qualche piccolo dettaglio (ad esempio quando vengono rappresentate le espressioni dei personaggi in chiave un po' più comica). Per concludere, la trama è ben fatta e appassionante, la storia d'amore è spettacolare, i personaggi sono intelligenti e ben caratterizzati, e alla fine... Beh, difficile che non scenda la lacrimuccia. Al quindicesimo volume io ero praticamente una fontana! E a proposito del finale, è a causa di quello che non ho messo 10, anche se un po' a malincuore. Leggetelo, ne vale la pena!
La storia è ben fatta, incalzante, scorrevole nonostante parecchie nozioni sulle strategie di guerra (cosa strana in uno shoujo, ma che personalmente ho apprezzato). Io non amo particolarmente le serie brevi, anzi, cerco sempre manga abbastanza sostanziosi, perciò anche la lunghezza della storia (quindici volumi) per me è stata motivo di acquisto, all'inizio, ma sono stata attratta anche dallo stile grafico, che a me è piaciuto parecchio a parte qualche piccolo dettaglio (ad esempio quando vengono rappresentate le espressioni dei personaggi in chiave un po' più comica). Per concludere, la trama è ben fatta e appassionante, la storia d'amore è spettacolare, i personaggi sono intelligenti e ben caratterizzati, e alla fine... Beh, difficile che non scenda la lacrimuccia. Al quindicesimo volume io ero praticamente una fontana! E a proposito del finale, è a causa di quello che non ho messo 10, anche se un po' a malincuore. Leggetelo, ne vale la pena!
Era da molto che desideravo avere questa opera tra le mie mani e devo dire che ho potuto godere a pieno di queste pagine così sapientemente disegnate.
La storia, ambientata in una presumibile antica Cina divisa in quattro regni: “A”, “Ko”, “Do” e “So”, tratta le vicende della principessa A-ki, figlia del re del regno di “A” e della bellissima principessa del regno di “Ko”, Ko-hi. Il re, tuttavia, decide di prendere in moglie una seconda principessa, del regno di “Do”, che darà alla luce un erede maschio per il trono.
La presenza di Do-Hi a corte farà patire molte sofferenze alla giovane ma risoluta A-ki e sarà grazie a lei che avrà l’opportunità di conoscere un ragazzo davvero particolare Hakusei, uno schiavo.
La ragazza sarà allontanata da palazzo e spedita come ostaggio dal re di “Ko”, suo nonno. Da qui partirà l’avventura che porterà A-ki alla riconquista di ciò che le è dovuto.
Le vicende sono ben intrecciate tra loro, la storia è plausibile, senza forzature e ho avuto modo idi apprezzare molto lo stile narrativo di Kaneyoshi Izumi.
Le spiegazioni delle tattiche di guerra sono espresse in modo semplice e lineare (io le trovo sempre un po' ostiche, ma devo dire che l’autrice ha fatto davvero un lavoro eccellente, non si perde mai il filo del discorso).
I disegni sono ricchi di particolari, così come i primi primi piani, che trasmettono tutto ciò che il personaggio prova: felicità, dolore, allegria, tristezza e rabbia; anche i fondali sono sempre dettagliatissimi e nulla è mai lasciato al caso…delle tavole davvero molto curate.
I personaggi lasciano un segno indelebile nel lettore, la loro caratterizzazione ti arriva fino al midollo e ne riesci a vedere l’anima.
La protagonista indiscussa è sicuramente la bella e fiera principessa A-ki. Iniziamo a conoscerla da bambina, intenta a combattere per la sopravvivenza della sua amata madre, sempre malata, e la vediamo crescere e imparare ad affrontare tutte le vicissitudini che si trova ad affrontare durante il corso della storia.
La sua crescita interiore è ben tratteggiata, ti fa apprezzare davvero il personaggio e sembra “uscir fuori” dalle pagine per quanto sembri reale. Le sue paure, le sue gioie e tutte le sue emozioni ti travolgono come un fiume in piena. Tutto quello a cui deve rinunciare per arrivare al suo obiettivo, lo perdi con lei.
Al suo fianco c’è sempre il suo Fiore Millenario, il ragazzo “con i capelli color del grano e gli occhi color del cielo”, Hakusei uno schiavo con caratteristiche fisiche tipiche delle “genti straniere” che lo portano a essere sfruttato, isolato e deriso. Per Hakusei, A-ki è l’ancora di salvezza, la luce del sole, la sua stessa ragione di vita, per proteggerla lui farebbe di tutto.
Il loro rapporto si evolve nel tempo: Hakusei da schiavo diviene compagno di marachelle, confidente, amico e infine amante. I due infatti, non tardano a scoprirsi innamorati l’uno dell’altro. Un amore, ahimè, sofferto per la differenza di posizione sociale, lei erede di un gran regno e lui un semplice schiavo.
Un amore travolgente che ha degli alti e bassi, tra la consapevolezza dei due di doversi separare e la voglia di stare insieme per sempre; anche qui il lettore soffre e gioisce con loro.
L’antagonista è Do-hi, spietata e arrivista, seconda moglie del re di “A” che farà di tutto per far insediare sul trono il suo figlio inetto. Sacrificherà tutto e tutti pur di arrivare all’obiettivo e, ovviamente, cercherà di uccidere A-ki.
Anche Do-hi è ben costruita, si capiscono quali sono i sentimenti che determinano le sue azioni, per quanto spregevoli esse siano, e alla fine portano a farti percepire pena e compassione nei suoi confronti.
Ci sono poi altri personaggi che giocano un ruolo fondamentale: tra loro spicca Seitetsu, il maestro di A-ki e Hakusei (sarà lui ad educare i due ragazzi alla vita e ad insegnare loro come far fronte ad ogni eventualità) e il primo principe di “So” (del quale non scriverò il nome perché nel manga se ne viene a conoscenza solo in seguito) che si innamorerà della principessa e le chiederà la mano in modo estenuante, ma che alla fine risulterà un suo importante alleato.
Il finale del manga è ovviamente prevedibile e mi è parso scritto in maniera affrettata, quasi come se l’autrice volesse chiudere per forza entro 15 volumi.
Questo, a mio avviso, porta a dei buchi che riguardano il passato di Hakusei (come ci è arrivato in Cina dalle terre dell’ovest? Come è stato fatto schiavo?) e quello che gli succede in seguito alla separazione da A-ki, ma forse è perché mi sono affezionata così tanto a lui che avrei voluto saperne di più…chissà. Nonostante questo il finale comunque strappa un sorriso sulle labbra.
L’edizione della Panini, in 15 volumetti, è in formato standard con delle belle pagine spesse che portano con loro un bell’odore di carta stampata.
A chi posso consigliare la lettura di questo manga?
Sicuramente a tutti coloro che cercano uno shojo manga con un’eroina forte, delle belle ambientazioni storiche e colpi di scena, il giusto mix per una storia che non passerà di certo inosservata.
La storia, ambientata in una presumibile antica Cina divisa in quattro regni: “A”, “Ko”, “Do” e “So”, tratta le vicende della principessa A-ki, figlia del re del regno di “A” e della bellissima principessa del regno di “Ko”, Ko-hi. Il re, tuttavia, decide di prendere in moglie una seconda principessa, del regno di “Do”, che darà alla luce un erede maschio per il trono.
La presenza di Do-Hi a corte farà patire molte sofferenze alla giovane ma risoluta A-ki e sarà grazie a lei che avrà l’opportunità di conoscere un ragazzo davvero particolare Hakusei, uno schiavo.
La ragazza sarà allontanata da palazzo e spedita come ostaggio dal re di “Ko”, suo nonno. Da qui partirà l’avventura che porterà A-ki alla riconquista di ciò che le è dovuto.
Le vicende sono ben intrecciate tra loro, la storia è plausibile, senza forzature e ho avuto modo idi apprezzare molto lo stile narrativo di Kaneyoshi Izumi.
Le spiegazioni delle tattiche di guerra sono espresse in modo semplice e lineare (io le trovo sempre un po' ostiche, ma devo dire che l’autrice ha fatto davvero un lavoro eccellente, non si perde mai il filo del discorso).
I disegni sono ricchi di particolari, così come i primi primi piani, che trasmettono tutto ciò che il personaggio prova: felicità, dolore, allegria, tristezza e rabbia; anche i fondali sono sempre dettagliatissimi e nulla è mai lasciato al caso…delle tavole davvero molto curate.
I personaggi lasciano un segno indelebile nel lettore, la loro caratterizzazione ti arriva fino al midollo e ne riesci a vedere l’anima.
La protagonista indiscussa è sicuramente la bella e fiera principessa A-ki. Iniziamo a conoscerla da bambina, intenta a combattere per la sopravvivenza della sua amata madre, sempre malata, e la vediamo crescere e imparare ad affrontare tutte le vicissitudini che si trova ad affrontare durante il corso della storia.
La sua crescita interiore è ben tratteggiata, ti fa apprezzare davvero il personaggio e sembra “uscir fuori” dalle pagine per quanto sembri reale. Le sue paure, le sue gioie e tutte le sue emozioni ti travolgono come un fiume in piena. Tutto quello a cui deve rinunciare per arrivare al suo obiettivo, lo perdi con lei.
Al suo fianco c’è sempre il suo Fiore Millenario, il ragazzo “con i capelli color del grano e gli occhi color del cielo”, Hakusei uno schiavo con caratteristiche fisiche tipiche delle “genti straniere” che lo portano a essere sfruttato, isolato e deriso. Per Hakusei, A-ki è l’ancora di salvezza, la luce del sole, la sua stessa ragione di vita, per proteggerla lui farebbe di tutto.
Il loro rapporto si evolve nel tempo: Hakusei da schiavo diviene compagno di marachelle, confidente, amico e infine amante. I due infatti, non tardano a scoprirsi innamorati l’uno dell’altro. Un amore, ahimè, sofferto per la differenza di posizione sociale, lei erede di un gran regno e lui un semplice schiavo.
Un amore travolgente che ha degli alti e bassi, tra la consapevolezza dei due di doversi separare e la voglia di stare insieme per sempre; anche qui il lettore soffre e gioisce con loro.
L’antagonista è Do-hi, spietata e arrivista, seconda moglie del re di “A” che farà di tutto per far insediare sul trono il suo figlio inetto. Sacrificherà tutto e tutti pur di arrivare all’obiettivo e, ovviamente, cercherà di uccidere A-ki.
Anche Do-hi è ben costruita, si capiscono quali sono i sentimenti che determinano le sue azioni, per quanto spregevoli esse siano, e alla fine portano a farti percepire pena e compassione nei suoi confronti.
Ci sono poi altri personaggi che giocano un ruolo fondamentale: tra loro spicca Seitetsu, il maestro di A-ki e Hakusei (sarà lui ad educare i due ragazzi alla vita e ad insegnare loro come far fronte ad ogni eventualità) e il primo principe di “So” (del quale non scriverò il nome perché nel manga se ne viene a conoscenza solo in seguito) che si innamorerà della principessa e le chiederà la mano in modo estenuante, ma che alla fine risulterà un suo importante alleato.
Il finale del manga è ovviamente prevedibile e mi è parso scritto in maniera affrettata, quasi come se l’autrice volesse chiudere per forza entro 15 volumi.
Questo, a mio avviso, porta a dei buchi che riguardano il passato di Hakusei (come ci è arrivato in Cina dalle terre dell’ovest? Come è stato fatto schiavo?) e quello che gli succede in seguito alla separazione da A-ki, ma forse è perché mi sono affezionata così tanto a lui che avrei voluto saperne di più…chissà. Nonostante questo il finale comunque strappa un sorriso sulle labbra.
L’edizione della Panini, in 15 volumetti, è in formato standard con delle belle pagine spesse che portano con loro un bell’odore di carta stampata.
A chi posso consigliare la lettura di questo manga?
Sicuramente a tutti coloro che cercano uno shojo manga con un’eroina forte, delle belle ambientazioni storiche e colpi di scena, il giusto mix per una storia che non passerà di certo inosservata.
Trattandosi di uno shojo storico si da spazio ai conflitti intestini tra le nazioni, parte integrante della trama, ma questo non disturba la lettura, anzi accresce il pathos e la tensione emotiva del lettore portato a condividere desideri e preoccupazioni dei personaggi. L'ambientazione storica innalza lo spessore del racconto e accresce la profondità delle emozioni. La trama pur non essendo per ora particolarmente originale si dimostra coinvolgente sin dalle prime pagine. Diventa così immediato calarci nei panni dei protagonisti per i quali non si può che provare un'immediata simpatia.
La protagonista femminile è un'eroina determinata e coraggiosa, ben lontana dal prototipo femminile fragile e remissivo che rende fastidiosi molti shojo. La principessa Aki, la cui vita non è di certo stata facile, riesce a convincere il lettore che ne segue affascinato la crescita e si prepara a vederla sbocciare come uno splendido fiore.
Il protagonista maschile ha carattere e la sua lealtà alla principessa si tinge di una dolcezza che tocca il cuore senza sconfinare nell'eccesso da carie ai denti.
Le pagine ci lasciano grandi speranze sull'evolversi del loro rapporto grazie ad evidenti indizi. Questo non banalizza però la storia grazie all'inserimento di nuovi personaggi e situazioni che promettono di scardinare gli equilibri e aggiungono suspense e curiosità.
Tutti i personaggi in generale sono ben caratterizzati sia che abbiano un ruolo ben definito sia che le ragioni delle loro azioni siano per ora celate (d'altronde siamo ancora all'inizio della storia).
L'ambientazione ci conduce in un immaginario paese dell'estremo oriente le cui atmosfere si respirano a pieno grazie ad una grafica curata e dettagliata. Maestosi palazzi, petali fluttuanti e campi da battaglia fanno da sfondo alla vicenda. Il character design ha un tratto morbido e realistico, le espressioni dei personaggi prendono vita staccandosi dalla carta per toccarci fin nel profondo. Non mancano neanche i bishounen, primo fra tutti il protagonista, sebbene abbiano delle fattezze più virili che le amanti degli shojo non potranno non apprezzare.
L'atmosfera funestata dagli eventi bellici non è affatto cupa come potrebbe sembrare, anzi è il terreno adatto che permette alla freschezza e solarità di Aki di germogliare con tutta la sua forza alleggerendo la tensione. Non mancano momenti divertenti e scene romantiche, in ogni caso la voglia di vivere dei personaggi riesce a illuminare anche le pagine più buie. C'è forza nella debolezza, determinazione nelle difficoltà ed una profondità di sentimenti che cattura e non lascia indifferenti. La lettura di questo manga lascia una sensazione positiva di grande attesa e speranza per le future evoluzioni.
Il mio voto per ora è un 9, non raggiunge il 10 perché siamo ancora all'inizio ma la fiducia che ripongo nei prossimi volumi è tanta. Consiglierei questo titolo alle lettrici di shojo che desiderano immergersi anima e corpo in un mondo lontano e affascinante, in cui i sentimenti hanno radici profonde che la superficialità del vento non può scuotere. Lettrici pronte a innamorarsi di questo piacevole ed emozionante viaggio che ha le caratteristiche di un'avventura vissuta con tutte le sfumature possibili. I protagonisti, lontani dalle macchiette caricaturali viste e riviste negli shojo, sapranno convincervi con la loro spontaneità a seguirli per molti e molti capitoli!
La protagonista femminile è un'eroina determinata e coraggiosa, ben lontana dal prototipo femminile fragile e remissivo che rende fastidiosi molti shojo. La principessa Aki, la cui vita non è di certo stata facile, riesce a convincere il lettore che ne segue affascinato la crescita e si prepara a vederla sbocciare come uno splendido fiore.
Il protagonista maschile ha carattere e la sua lealtà alla principessa si tinge di una dolcezza che tocca il cuore senza sconfinare nell'eccesso da carie ai denti.
Le pagine ci lasciano grandi speranze sull'evolversi del loro rapporto grazie ad evidenti indizi. Questo non banalizza però la storia grazie all'inserimento di nuovi personaggi e situazioni che promettono di scardinare gli equilibri e aggiungono suspense e curiosità.
Tutti i personaggi in generale sono ben caratterizzati sia che abbiano un ruolo ben definito sia che le ragioni delle loro azioni siano per ora celate (d'altronde siamo ancora all'inizio della storia).
L'ambientazione ci conduce in un immaginario paese dell'estremo oriente le cui atmosfere si respirano a pieno grazie ad una grafica curata e dettagliata. Maestosi palazzi, petali fluttuanti e campi da battaglia fanno da sfondo alla vicenda. Il character design ha un tratto morbido e realistico, le espressioni dei personaggi prendono vita staccandosi dalla carta per toccarci fin nel profondo. Non mancano neanche i bishounen, primo fra tutti il protagonista, sebbene abbiano delle fattezze più virili che le amanti degli shojo non potranno non apprezzare.
L'atmosfera funestata dagli eventi bellici non è affatto cupa come potrebbe sembrare, anzi è il terreno adatto che permette alla freschezza e solarità di Aki di germogliare con tutta la sua forza alleggerendo la tensione. Non mancano momenti divertenti e scene romantiche, in ogni caso la voglia di vivere dei personaggi riesce a illuminare anche le pagine più buie. C'è forza nella debolezza, determinazione nelle difficoltà ed una profondità di sentimenti che cattura e non lascia indifferenti. La lettura di questo manga lascia una sensazione positiva di grande attesa e speranza per le future evoluzioni.
Il mio voto per ora è un 9, non raggiunge il 10 perché siamo ancora all'inizio ma la fiducia che ripongo nei prossimi volumi è tanta. Consiglierei questo titolo alle lettrici di shojo che desiderano immergersi anima e corpo in un mondo lontano e affascinante, in cui i sentimenti hanno radici profonde che la superficialità del vento non può scuotere. Lettrici pronte a innamorarsi di questo piacevole ed emozionante viaggio che ha le caratteristiche di un'avventura vissuta con tutte le sfumature possibili. I protagonisti, lontani dalle macchiette caricaturali viste e riviste negli shojo, sapranno convincervi con la loro spontaneità a seguirli per molti e molti capitoli!