Limit
"Limit" è l'opera successiva a "Life", capolavoro di regia e sceneggiatura di Keiko Suenobu, e per me non è assolutamente al livello di quest'ultimo e anzi, ci mostra una Suenobu particolarmente sottotono.
Durante il viaggio per la gita scolastica un incidente causa la morte di quasi tutta la classe della protagonista, Konno, una ragazzina all'apparenza superficiale e poco attenta agli altri. All'improvviso Konno sarà costretta a lottare per la propria sopravvivenza e a convivere coi pochi sopravvissuti, tra i quali la ragazza che lei e gli altri hanno sempre ignorato...Convivenza che porterà alle più drammatiche conseguenze...
Analogamente a "Life" troviamo la "vera" protagonista, sfortunata ma coraggiosa e incrollabile, la ragazzina che si fa trascinare dagli altri (Konno), la vittima di bullismo (che stavolta si rivelerà carnefice) e come al solito tutti personaggi che sono ben diversi da come sembrano in realtà.
Non mi è piaciuta la cornice e le tematiche: troppo simili a un altro capolavoro immortale: "Battle Royale" di Koushin Takami, in cui la lotta per la sopravvivenza di una scolaresca obbligata a partecipare a un gioco crudele veniva innalzato a metafora della società moderna.
Tematica qui assolutamente banalizzata e ridotta a volte a una crudezza fine a sé stessa.
"Limit" può essere comunque un manga piacevole, ma è troppo lontano dal lavoro eccellente che la Suenobu ci ha consegnato in passato, con "Life" e a suo modo anche con "Vitamin".
I disegni come sempre sono ottimi e più evoluti rispetto a "Life", con una retinatura pesante ogni volta che serve. Ma ovviamente da soli non bastano a far fare il salto di qualità al manga.
L'edizione italiana della Planet Manga è ottima e presenta una bella sovraccoperta fedele all'originale, presentando un'edizione di lusso.
Durante il viaggio per la gita scolastica un incidente causa la morte di quasi tutta la classe della protagonista, Konno, una ragazzina all'apparenza superficiale e poco attenta agli altri. All'improvviso Konno sarà costretta a lottare per la propria sopravvivenza e a convivere coi pochi sopravvissuti, tra i quali la ragazza che lei e gli altri hanno sempre ignorato...Convivenza che porterà alle più drammatiche conseguenze...
Analogamente a "Life" troviamo la "vera" protagonista, sfortunata ma coraggiosa e incrollabile, la ragazzina che si fa trascinare dagli altri (Konno), la vittima di bullismo (che stavolta si rivelerà carnefice) e come al solito tutti personaggi che sono ben diversi da come sembrano in realtà.
Non mi è piaciuta la cornice e le tematiche: troppo simili a un altro capolavoro immortale: "Battle Royale" di Koushin Takami, in cui la lotta per la sopravvivenza di una scolaresca obbligata a partecipare a un gioco crudele veniva innalzato a metafora della società moderna.
Tematica qui assolutamente banalizzata e ridotta a volte a una crudezza fine a sé stessa.
"Limit" può essere comunque un manga piacevole, ma è troppo lontano dal lavoro eccellente che la Suenobu ci ha consegnato in passato, con "Life" e a suo modo anche con "Vitamin".
I disegni come sempre sono ottimi e più evoluti rispetto a "Life", con una retinatura pesante ogni volta che serve. Ma ovviamente da soli non bastano a far fare il salto di qualità al manga.
L'edizione italiana della Planet Manga è ottima e presenta una bella sovraccoperta fedele all'originale, presentando un'edizione di lusso.
Limit è un manga composto da sei volumi con un numero di pagine che, secondo me, non è sufficiente per il tema trattato.
Attenzione: presenza di spoiler.
La storia parla di una classe che deve recarsi in un campeggio e durante il viaggio in pullman, a causa della stanchezza dell'autista che tra l'altro ha bevuto, il pullman precipita causando la morte di quasi tutti gli studenti, dell' insegnante e dell'autista.
Solo pochi studenti si salvano da questa tragedia:
Konno che è la protagonista della storia, e che faceva parte del gruppo delle ragazze "popolari" che trascorrevano il loro tempo a fare le bulle e prendere in giro altre compagne; Kamiya che è una studentessa silenziosa, che però non si è mai lasciata sottomettere dalle compagne; Haru, anche lei faceva parte del gruppetto e segretamente nutriva dell'astio nei confronti di Konno, che era riuscita ad entrare nelle grazie di Sakura (deceduta), il capo del gruppo; Usui, una ragazza debole che riesce solo a pensare alla mamma e al papà nel momento di difficoltà; Morishige, una delle vittime preferite del gruppetto di Konno, che veniva derisa in continuazione e mortificata davanti a tutti.
Una volta che si rendono conto di ciò che è accaduto, la situazione si capovolge, e sarà Morishige a prendere il controllo delle compagne, minacciandole e istituendo una nuova gerarchia di cui lei sarà a capo, e lasciando gli ultimi due posti a una serva e una schiava. Saranno Konno e Haru che dovranno decidere combattendo, chi delle due sarà la schiava e quindi, come deciso da Morishige, senza cibo.
Questo manga mi ha appassionata molto, almeno fino ai primi cinque numeri, perché anche se come dicevo prima, le pagine sembrano poche per entrare esattamente nella psicologia di questi personaggi, la storia scorre abbastanza fluida e tiene abbastanza con il fiato sospeso. Il problema secondo me arriva alla fine del volume 5, quando con l'arrivo di Hinata il mistero (che non dirò per non spoilerare) viene svelato, e ciò che accade infine nel sesto volume dell'opera non è all'altezza dei numeri precedenti.
Personalmente credo che magari avrebbero fatto meglio ad unificare il quinto e il sesto volume e farli uscire come unico numero, perché è vero che ci sta una risoluzione della storia, ma la conclusione sembra che mandi all'aria tutto ciò che è precedente al volume finale...
Per quanto riguarda il tratto, l'ho adorato: l'autrice è bravissima a rendere con il disegno stati di angoscia che caratterizzano i personaggi.
Detto questo, e valutando l'opera nel suo insieme quindi non soffermandomi al volume conclusivo, il mio voto è 7. Certo, se il finale mi avesse conquistata avrei anche dato un voto molto più alto, però in questo caso non me la sento di farlo, anche perché... Limit è stato classificato come shoujo, ma per quanto mi riguarda ho avuto difficoltà all'inizio a collocarlo in questo genere, e devo dire che alla fine credo sia la collocazione giusta, soltanto dopo aver letto il numero 6.
Concludendo: lo consiglio? Sì, se non avete letto altri manga di questo tipo; inoltre, non sono troppi volumi ed è una spesa che si può affrontare e avere in poco tempo l'opera completa.
Attenzione: presenza di spoiler.
La storia parla di una classe che deve recarsi in un campeggio e durante il viaggio in pullman, a causa della stanchezza dell'autista che tra l'altro ha bevuto, il pullman precipita causando la morte di quasi tutti gli studenti, dell' insegnante e dell'autista.
Solo pochi studenti si salvano da questa tragedia:
Konno che è la protagonista della storia, e che faceva parte del gruppo delle ragazze "popolari" che trascorrevano il loro tempo a fare le bulle e prendere in giro altre compagne; Kamiya che è una studentessa silenziosa, che però non si è mai lasciata sottomettere dalle compagne; Haru, anche lei faceva parte del gruppetto e segretamente nutriva dell'astio nei confronti di Konno, che era riuscita ad entrare nelle grazie di Sakura (deceduta), il capo del gruppo; Usui, una ragazza debole che riesce solo a pensare alla mamma e al papà nel momento di difficoltà; Morishige, una delle vittime preferite del gruppetto di Konno, che veniva derisa in continuazione e mortificata davanti a tutti.
Una volta che si rendono conto di ciò che è accaduto, la situazione si capovolge, e sarà Morishige a prendere il controllo delle compagne, minacciandole e istituendo una nuova gerarchia di cui lei sarà a capo, e lasciando gli ultimi due posti a una serva e una schiava. Saranno Konno e Haru che dovranno decidere combattendo, chi delle due sarà la schiava e quindi, come deciso da Morishige, senza cibo.
Questo manga mi ha appassionata molto, almeno fino ai primi cinque numeri, perché anche se come dicevo prima, le pagine sembrano poche per entrare esattamente nella psicologia di questi personaggi, la storia scorre abbastanza fluida e tiene abbastanza con il fiato sospeso. Il problema secondo me arriva alla fine del volume 5, quando con l'arrivo di Hinata il mistero (che non dirò per non spoilerare) viene svelato, e ciò che accade infine nel sesto volume dell'opera non è all'altezza dei numeri precedenti.
Personalmente credo che magari avrebbero fatto meglio ad unificare il quinto e il sesto volume e farli uscire come unico numero, perché è vero che ci sta una risoluzione della storia, ma la conclusione sembra che mandi all'aria tutto ciò che è precedente al volume finale...
Per quanto riguarda il tratto, l'ho adorato: l'autrice è bravissima a rendere con il disegno stati di angoscia che caratterizzano i personaggi.
Detto questo, e valutando l'opera nel suo insieme quindi non soffermandomi al volume conclusivo, il mio voto è 7. Certo, se il finale mi avesse conquistata avrei anche dato un voto molto più alto, però in questo caso non me la sento di farlo, anche perché... Limit è stato classificato come shoujo, ma per quanto mi riguarda ho avuto difficoltà all'inizio a collocarlo in questo genere, e devo dire che alla fine credo sia la collocazione giusta, soltanto dopo aver letto il numero 6.
Concludendo: lo consiglio? Sì, se non avete letto altri manga di questo tipo; inoltre, non sono troppi volumi ed è una spesa che si può affrontare e avere in poco tempo l'opera completa.
Dopo "Vitamin" e "Life" la Suenobu ritorna con "Limit".
E io, da buona appassionata quale sono diventata, ho subito comprato tutti i sei volumi che compongono questa storia.
Sei volumi a cui, con grande dispiacere, do un voto analogo.
La trama si presenta bene nel primo volume. L'autrice vuole di nuovo parlare del bullismo ma stavolta lo racconta dalla parte della "tormentatrice". Tale ragazza è Konno Mitsuki. Dopo il tradimento della sua migliore amica alle medie, ha deciso di "nuotare sempre dalla parte giusta" e per questo è diventata amica della popolarissima Sakura e delle altre del suo gruppo: Haru e Megumi. Le quattro si divertono in tanti modi, inclusa l'attività di prendere in giro Arisa Morshige, una ragazza cicciottella e silenziosa, e Chima Kamiya, occhialuta e solitaria, dall'aria fredda ma che viene sorpresa da Konno ad aiutare un ubriaco sulla strada.
Un giorno arriva il momento della gita scolastica ma il conducente muore e il veicolo precipita in un crepaccio. Sakura e Megumi rimangono uccise. Konno e Haru si scoprono le uniche sopravvissute insieme a Chima e Arisa, oltre che a una terza compagna, Usui, fragile e ferita ad una gamba. La situazione prende da subito delle pieghe inquietanti e grottesche, riaffiorano vecchi rancori e nuove verità...
Un ottimo incipit che però inizia da subito a mostrare svariati buchi di trama. Intanto è difficilissimo riuscire a capire quando è giorno e quando è notte (graficamente parlando) e sopratutto quanto tempo passa. Secondo, salvo in qualche modo Konno e Arisa, tutti i personaggi sono resi malissimo: Chima è troppo adulta, Haru e il suo rancore verso Konno sono troppo poco esplorati, Usui è piatta e il "perchè" sia stata inserita si capisce praticamente da subito (chi è esperto del genere capirà).
ATTENZIONE SPOILER
Altra cosa che mi ha infastidito moltissimo è l'improvviso inserimento di un sesto personaggio che compare dal nulla e che Konno conosceva da prima ma di cui non si preoccupa minimamente nè prima nè dopo l'incidente. E anche lui è stato messo "apposta" (però per capirlo dovrete leggere il manga).
FINE SPOILER
La cosa più "brutta" di questo manga è il finale intriso di buonismo e di un ottimismo eccessivo. Anche se questo genere di cose non sono errori tanto estranei all'autrice.
Al di là di ciò non ho voluto dare un voto sotto la sufficenza per svariate ragioni. Il tratto continua ad essere intenso nella rappresentazione delle emozioni, il fatto che la tematica del bullismo sia trattata in maniera più morbida, ma non per questo meno realistica, e dalla parte di una delle bulle e non della vittima mi sembra un passo avanti da parte dell'autrice. L'animo ambiguo di Arisa (vittima che però ha un profondo lato oscuro) anche se non è stato approfondito mi è piaiciuto molto. Ammetto di aver tifato per lei dall'inizio.
Se siete amanti come me dell'autrice, questo manga non può mancare nella vostra libreria e potrà comunque regalarvi qualche emozione forte. Non al livello di Life e Vitamin ma nessuno è perfetto.
Se invece non la conoscete potete anche iniziare con questo, pur non essendo il migliore riuscito è quello che ancora può essere trovato in fumetteria, però vi avverto che non è assolutamente la sua opera migliore anzi...
E io, da buona appassionata quale sono diventata, ho subito comprato tutti i sei volumi che compongono questa storia.
Sei volumi a cui, con grande dispiacere, do un voto analogo.
La trama si presenta bene nel primo volume. L'autrice vuole di nuovo parlare del bullismo ma stavolta lo racconta dalla parte della "tormentatrice". Tale ragazza è Konno Mitsuki. Dopo il tradimento della sua migliore amica alle medie, ha deciso di "nuotare sempre dalla parte giusta" e per questo è diventata amica della popolarissima Sakura e delle altre del suo gruppo: Haru e Megumi. Le quattro si divertono in tanti modi, inclusa l'attività di prendere in giro Arisa Morshige, una ragazza cicciottella e silenziosa, e Chima Kamiya, occhialuta e solitaria, dall'aria fredda ma che viene sorpresa da Konno ad aiutare un ubriaco sulla strada.
Un giorno arriva il momento della gita scolastica ma il conducente muore e il veicolo precipita in un crepaccio. Sakura e Megumi rimangono uccise. Konno e Haru si scoprono le uniche sopravvissute insieme a Chima e Arisa, oltre che a una terza compagna, Usui, fragile e ferita ad una gamba. La situazione prende da subito delle pieghe inquietanti e grottesche, riaffiorano vecchi rancori e nuove verità...
Un ottimo incipit che però inizia da subito a mostrare svariati buchi di trama. Intanto è difficilissimo riuscire a capire quando è giorno e quando è notte (graficamente parlando) e sopratutto quanto tempo passa. Secondo, salvo in qualche modo Konno e Arisa, tutti i personaggi sono resi malissimo: Chima è troppo adulta, Haru e il suo rancore verso Konno sono troppo poco esplorati, Usui è piatta e il "perchè" sia stata inserita si capisce praticamente da subito (chi è esperto del genere capirà).
ATTENZIONE SPOILER
Altra cosa che mi ha infastidito moltissimo è l'improvviso inserimento di un sesto personaggio che compare dal nulla e che Konno conosceva da prima ma di cui non si preoccupa minimamente nè prima nè dopo l'incidente. E anche lui è stato messo "apposta" (però per capirlo dovrete leggere il manga).
FINE SPOILER
La cosa più "brutta" di questo manga è il finale intriso di buonismo e di un ottimismo eccessivo. Anche se questo genere di cose non sono errori tanto estranei all'autrice.
Al di là di ciò non ho voluto dare un voto sotto la sufficenza per svariate ragioni. Il tratto continua ad essere intenso nella rappresentazione delle emozioni, il fatto che la tematica del bullismo sia trattata in maniera più morbida, ma non per questo meno realistica, e dalla parte di una delle bulle e non della vittima mi sembra un passo avanti da parte dell'autrice. L'animo ambiguo di Arisa (vittima che però ha un profondo lato oscuro) anche se non è stato approfondito mi è piaiciuto molto. Ammetto di aver tifato per lei dall'inizio.
Se siete amanti come me dell'autrice, questo manga non può mancare nella vostra libreria e potrà comunque regalarvi qualche emozione forte. Non al livello di Life e Vitamin ma nessuno è perfetto.
Se invece non la conoscete potete anche iniziare con questo, pur non essendo il migliore riuscito è quello che ancora può essere trovato in fumetteria, però vi avverto che non è assolutamente la sua opera migliore anzi...
Comprai Limit pensando di trovarmi di fronte ad un bel survival, genere (come il nome lascia facilmente intuire) dove i protagonisti devono letteralmente sopravvivere alla situazione in cui vengono trascinati dalle circostanze narrate. Caratteristica di questo tipo di opere è una certa crudezza dei fatti, non per niente di sopravvissuti generalmente ne rimangono pochi; potremmo quindi parlare di manga dove saremo ad affrontare tante morti, solitamente di natura violenta e il primo nome da portare ad esempio di tale genere potrebbe tranquillamente essere lo splendido Battle Royale. Quando mi avvicino ad un nuovo "survival" Battle Royale è una sorta di modello al quale inevitabilmente appoggiarsi, mi aspetto qualcosa che riesca, il più possibile, a trasmettermi le stesse emozioni ma, ovviamente, non è cosa facile, men che mai lo era per LIMIT che, solo in seguito, venni a scoprire si trattasse di uno shoujo in stile survival, pubblicato in origine su una rivista per ragazze. Cosa cambia questo? Presto detto! Cambia lo stile narrativo che troviamo essere troppo "vellutato" (concedetemi il termine) per un'opera di questo tipo. Può risultare piacevole ma personalmente lo considero un difetto più che un pregio, perlomeno in questo genere.
Le circostanze che daranno il via al vivo della storia sono ben congeniate, parecchio interessanti, mentre la caratterizzazione dei personaggi non è abbastanza forte, lascia alquanto a desiderare e risulterà spesso ridicola e comunque e innaturale.
Poco dopo l'evento "cardine" della storia l'interesse comincia gradualmente a calare e attribuisco tale sgradevole effetto principalmente al comportamento dei personaggi, come accennato precedentemente, ma perlomeno uno sviluppo diverso degli eventi avrebbe giovato moltissimo ad una trama che parte bene e va via via sgretolandosi perdendo consistenza e mostrando una serie di innumerevoli lacune, particolarmente mal riuscite le fasi conclusive che si riveleranno deludenti a 360 gradi.
Il tratto del disegno è gradevole, "morbido" in stile shoujo ma capace di farsi più "duro" e dettagliato nei momenti opportuni. E' un buon connubio, piuttosto gradevole che difficilmente potrà lasciare delusi, almeno sotto questo punto di vista Limit se la cava egregiamente.
L'edizione è della Planet Manga, munita di sovraccopertina e sufficientemente curata e (una volta tanto) robusta per quanto concerne la rilegatura.
Cosa dire riguardo al voto? Potrebbe anche meritarsi un 5 vista la buona idea di partenza, il tratto del disegno piacevole e l'edizione soddisfacente, purtroppo devo mettere sul piatto della bilancia elementi ben più rilevanti quali la caratterizzazione mediocre dei personaggi e degli sviluppi davvero deludenti, specialmente nel finale.
Le circostanze che daranno il via al vivo della storia sono ben congeniate, parecchio interessanti, mentre la caratterizzazione dei personaggi non è abbastanza forte, lascia alquanto a desiderare e risulterà spesso ridicola e comunque e innaturale.
Poco dopo l'evento "cardine" della storia l'interesse comincia gradualmente a calare e attribuisco tale sgradevole effetto principalmente al comportamento dei personaggi, come accennato precedentemente, ma perlomeno uno sviluppo diverso degli eventi avrebbe giovato moltissimo ad una trama che parte bene e va via via sgretolandosi perdendo consistenza e mostrando una serie di innumerevoli lacune, particolarmente mal riuscite le fasi conclusive che si riveleranno deludenti a 360 gradi.
Il tratto del disegno è gradevole, "morbido" in stile shoujo ma capace di farsi più "duro" e dettagliato nei momenti opportuni. E' un buon connubio, piuttosto gradevole che difficilmente potrà lasciare delusi, almeno sotto questo punto di vista Limit se la cava egregiamente.
L'edizione è della Planet Manga, munita di sovraccopertina e sufficientemente curata e (una volta tanto) robusta per quanto concerne la rilegatura.
Cosa dire riguardo al voto? Potrebbe anche meritarsi un 5 vista la buona idea di partenza, il tratto del disegno piacevole e l'edizione soddisfacente, purtroppo devo mettere sul piatto della bilancia elementi ben più rilevanti quali la caratterizzazione mediocre dei personaggi e degli sviluppi davvero deludenti, specialmente nel finale.
Limit è uno shoujo pubblicato in Italia da Planet Manga in 6 tankobon. Storia e disegni sono di Keiko Suenobu.
La storia è molto semplice ma dà spesso punti di riflessione su quello che può succedere in una "situazione limite" come quella della nostra protagonista, Konno, e di altri compagni di classe.
Questi si metteranno uno contro l'altro rivedendo la loro visione dell'amicizia, della loro vita e del mondo stesso.
Molto brava Suenobu a rendere molto bene questo cambiamento nei personaggi e molto belli i disegni soprattutto degli occhi che sanno rispecchiare gli stati d'animo dei protagonisti.
Ho molto apprezzato il parallelismo tra le persone e i pesci che nuotano seguendo o meno la corrente e anche come esso si sviluppa durante il corso della storia nella mente della protagonista.
Molto buone sono anche le tempistiche del manga che alterna momenti discorsivi ,dove i personaggi confrontano le proprie idee, momenti più movimentati e d'azione, e altri momenti ricchi di paranoia e follia quasi.
Bisogna dire che il messaggio che voleva dare,l'autrice l'ha fatto intendere benissimo e la storia si sviluppa molto bene, ma secondo me cala un po' nel finale che ho trovato un po' prevedibile per i miei gusti e non mi ha suscitato più di tanto.
Purtroppo a me interessa molto il finale di una storia e perciò questo manga non può arrivare all'8.
La storia è molto semplice ma dà spesso punti di riflessione su quello che può succedere in una "situazione limite" come quella della nostra protagonista, Konno, e di altri compagni di classe.
Questi si metteranno uno contro l'altro rivedendo la loro visione dell'amicizia, della loro vita e del mondo stesso.
Molto brava Suenobu a rendere molto bene questo cambiamento nei personaggi e molto belli i disegni soprattutto degli occhi che sanno rispecchiare gli stati d'animo dei protagonisti.
Ho molto apprezzato il parallelismo tra le persone e i pesci che nuotano seguendo o meno la corrente e anche come esso si sviluppa durante il corso della storia nella mente della protagonista.
Molto buone sono anche le tempistiche del manga che alterna momenti discorsivi ,dove i personaggi confrontano le proprie idee, momenti più movimentati e d'azione, e altri momenti ricchi di paranoia e follia quasi.
Bisogna dire che il messaggio che voleva dare,l'autrice l'ha fatto intendere benissimo e la storia si sviluppa molto bene, ma secondo me cala un po' nel finale che ho trovato un po' prevedibile per i miei gusti e non mi ha suscitato più di tanto.
Purtroppo a me interessa molto il finale di una storia e perciò questo manga non può arrivare all'8.
Per l'ennesima volta l'ormai ben nota Keiko Suenobu ci propone un manga che ha come tematica la psicologia delle ragazze adolescenti in chiave drammatica.
Questa volta la protagonista sarà Konno, una normale ragazza che pensa che nella vita sia unicamente necessario seguire la corrente.
La ragazza vedrà come un semplice viaggio in corriera diretto al campeggio scolastico possa trasformarsi nella causa di una profonda tragedia. Infatti, in seguito ad un incidente stradale che ha coinvolto l'intera classe, Konno si troverà a dover tentare di sopravvivere in mezzo ai boschi aspettando i soccorsi in compagnia di altre quattro ragazze che mostreranno il loro vero carattere. La simpatica Ichinose mostrerà tutto il rancore che cova verso la protagonista, la psicotica Morishighe impazzirà, la giovane Usui cadrà preda della paura di essere esclusa e la gentile Kamya dimostrerà di avere ben poca sensibilità essendo disposta a tutto pur di sopravvivere.
Questa opera ci mostrerà come questi caratteri si scontreranno nel tentativo di riuscire a resistere aspettando quei soccorsi che tardano ad arrivare.
Il disegno proposto dall'autrice è molto curato specialmente per quanto riguarda capelli e occhi. Bocca e naso vengono disegnati solo come abbozzati e questo può dare fastidio quando si vedono tavole esclusivamente incentrate sulla parte inferiore del viso.
Tutto sommato si tratta di un tratto che potrebbe non essere gradito da coloro che vivono a pane e shonen moderni e che non riescono ad adattarsi ad un tratto più simile a quello dei vecchi shojo. La regia delle tavole non è nulla di straordinario.
I personaggi si muovono molto bene sul palcoscenico imbastito dalla Suenobu, o almeno questo è ciò che fanno per i primi 3-4 volumi. Verrà poi lasciato lo spazio ad un giallo del quale né la conduzione che la risoluzione sembreranno realistici (ma sicuramente scontati).
Il finale di per sé non è assolutamente nulla di ché, essendo caratterizzato da una vena eccessivamente buonista. Mentre durante lo svolgimento delle vicende non vediamo che persone in condizioni impossibili, nel finale c'è chi si salverà miracolosamente e chi si redimerà introducendo novità un po' ridicole.
La psicologia dei vari personaggi è piuttosto particolareggiata (in fondo il manga si basa quasi unicamente su quello!). Inoltre il perchè delle azioni di ciascuno ci viene detto tramite flashback più o meno lunghi.
L'edizione Planet Manga risulta piuttosto curata. Non vi sono le pagine a colori e la sovracopertina non è più come quelle plasticose, ma molto più piacevole al tatto. La carta è piuttosto bianca.
In conclusione Keiko Suenobu ci presenta un'opera che non riesce a raggiungere lo stesso splendore dei vari "Life" e "Vitamin" in quanto negli ultimi volumi quello che era un appassionante seinen diventa uno shojo con elementi classici della letteratura giallistica .
Questa volta la protagonista sarà Konno, una normale ragazza che pensa che nella vita sia unicamente necessario seguire la corrente.
La ragazza vedrà come un semplice viaggio in corriera diretto al campeggio scolastico possa trasformarsi nella causa di una profonda tragedia. Infatti, in seguito ad un incidente stradale che ha coinvolto l'intera classe, Konno si troverà a dover tentare di sopravvivere in mezzo ai boschi aspettando i soccorsi in compagnia di altre quattro ragazze che mostreranno il loro vero carattere. La simpatica Ichinose mostrerà tutto il rancore che cova verso la protagonista, la psicotica Morishighe impazzirà, la giovane Usui cadrà preda della paura di essere esclusa e la gentile Kamya dimostrerà di avere ben poca sensibilità essendo disposta a tutto pur di sopravvivere.
Questa opera ci mostrerà come questi caratteri si scontreranno nel tentativo di riuscire a resistere aspettando quei soccorsi che tardano ad arrivare.
Il disegno proposto dall'autrice è molto curato specialmente per quanto riguarda capelli e occhi. Bocca e naso vengono disegnati solo come abbozzati e questo può dare fastidio quando si vedono tavole esclusivamente incentrate sulla parte inferiore del viso.
Tutto sommato si tratta di un tratto che potrebbe non essere gradito da coloro che vivono a pane e shonen moderni e che non riescono ad adattarsi ad un tratto più simile a quello dei vecchi shojo. La regia delle tavole non è nulla di straordinario.
I personaggi si muovono molto bene sul palcoscenico imbastito dalla Suenobu, o almeno questo è ciò che fanno per i primi 3-4 volumi. Verrà poi lasciato lo spazio ad un giallo del quale né la conduzione che la risoluzione sembreranno realistici (ma sicuramente scontati).
Il finale di per sé non è assolutamente nulla di ché, essendo caratterizzato da una vena eccessivamente buonista. Mentre durante lo svolgimento delle vicende non vediamo che persone in condizioni impossibili, nel finale c'è chi si salverà miracolosamente e chi si redimerà introducendo novità un po' ridicole.
La psicologia dei vari personaggi è piuttosto particolareggiata (in fondo il manga si basa quasi unicamente su quello!). Inoltre il perchè delle azioni di ciascuno ci viene detto tramite flashback più o meno lunghi.
L'edizione Planet Manga risulta piuttosto curata. Non vi sono le pagine a colori e la sovracopertina non è più come quelle plasticose, ma molto più piacevole al tatto. La carta è piuttosto bianca.
In conclusione Keiko Suenobu ci presenta un'opera che non riesce a raggiungere lo stesso splendore dei vari "Life" e "Vitamin" in quanto negli ultimi volumi quello che era un appassionante seinen diventa uno shojo con elementi classici della letteratura giallistica .
L'inizio di "Limit" è molto bello, peccato che il resto della storia non ne sia stato all'altezza. Il finale è deludente, non vi anticipo nulla ma devo dire che l'ho trovato alquanto stupido oltre che poco realistico. Sembra la conclusione di una storiellina edulcorata, a dirla tutta... è fin troppo buonista.
L'idea da cui parte la trama del manga è piuttosto intrigante : mostrare ciò che avviene quando le persone sono costrette ad affrontare una situazione al limite. Inoltre l'autrice ha scelto come protagoniste tutte ragazze molto diverse fra loro, partendo appunto da quest'idea : "Cosa accadrebbe se delle persone che non hanno nulla a che fare l'una con l'altra si trovassero in una situazione in cui non possono evitare di interagire?" (queste sono parole di Keiko Suenobu, non le mie). Come spunto per una storia è molto stimolante, però l'autrice non ha saputo sfruttarlo appieno.
La scelta di inserire nel manga una ragazza vessata dai compagni e desiderosa di vendetta, oltre che con un equilibrio mentale traballante, non è male, ma non è nemmeno granché innovativa. Chiunque avrebbe potuto inventare un personaggio simile, si tratta soltanto del cliché della disadattata - in questo caso è originale il suo interesse per i tarocchi e l'occulto, ma è tutto lì -. Kamiya in un certo senso è un personaggio interessante (e insieme a Konno ha un ruolo dominante nella storia), ma è il classico stereotipo della ragazza sempre fredda e razionale, che si adatta a tutte le situazioni (si, la tipica cooldere che non mostra quasi mai coinvolgimento emotivo.) L'autrice ha esagerato un tantino a esaltare le sue capacità di sopravvivenza nella foresta, sembra quasi che si tratti di Bear Grylls in gonnella...
Mi sembra un po' irreale anche l'improvviso cambiamento di Konno, per renderlo più plausibile l'autrice avrebbe potuto renderlo un cambiamento graduale. Non è facile che una persona rinneghi su due piedi tutta la propria ideologia di vita... anche se quella di Konno era una visione del mondo piuttosto insensibile e limitata. Anche Hinata è un personaggio molto poco realistico, non penso proprio che esistano ragazzi di quel tipo. Haru e Usui sono due personaggi un pò piatti.
Il genere shojo è quello che mi piace di meno, per questo non riesco ad apprezzare del tutto i disegni di questo manga (mi sembra che non si abbinino bene ad una trama cupa come questa). Gli sfondi in particolare spesso sono fin troppo vaporosi per i miei gusti. Il tema dell'amore per fortuna non è trattato molto, ma alla fine della storia risulta chiaro che questo manga rimane comunque uno shojo...
Detto ciò, mi piace che sia un manga del genere survival e che la storia parta con un incidente stradale, sottolineando come in qualunque momento le sicurezze che abbiamo nella vita possano essere messe in discussione e quanto facilmente tutto possa cambiare in peggio. Mi piace anche la riflessione della protagonista sull'ingiustizia della società, in cui lotte e favoritismi sono comuni e vale soltanto la legge del più forte, per cui chi vuole sopravvivere dovrebbe solo adeguarsi a questo stato di cose.
Peccato che l'autrice non abbia sviluppato la storia come avrebbe potuto. "Limit" aveva molte potenzialità che sono andate sprecate, in alcuni casi questa storia scade nella banalità. A mio parere avrebbero dovuto esserci molte più scene di violenza, molte meno forzature.
L'edizione della Panini è un pò costosa per la qualità dell'albo, visto che non è poi così pregiata e si tratta anche di volumi molto piccoli.
Vi consiglio comunque di comprare almeno il primo numero per vedere se vi piace, anche se è di gran lunga migliore di quelli seguenti...non è certo tutto da buttare. Le idee sono buone e fino a un certo punto è anche una lettura stimolante. Dubito che il finale sarà di vostro gradimento, ma del resto i gusti sono gusti.
L'idea da cui parte la trama del manga è piuttosto intrigante : mostrare ciò che avviene quando le persone sono costrette ad affrontare una situazione al limite. Inoltre l'autrice ha scelto come protagoniste tutte ragazze molto diverse fra loro, partendo appunto da quest'idea : "Cosa accadrebbe se delle persone che non hanno nulla a che fare l'una con l'altra si trovassero in una situazione in cui non possono evitare di interagire?" (queste sono parole di Keiko Suenobu, non le mie). Come spunto per una storia è molto stimolante, però l'autrice non ha saputo sfruttarlo appieno.
La scelta di inserire nel manga una ragazza vessata dai compagni e desiderosa di vendetta, oltre che con un equilibrio mentale traballante, non è male, ma non è nemmeno granché innovativa. Chiunque avrebbe potuto inventare un personaggio simile, si tratta soltanto del cliché della disadattata - in questo caso è originale il suo interesse per i tarocchi e l'occulto, ma è tutto lì -. Kamiya in un certo senso è un personaggio interessante (e insieme a Konno ha un ruolo dominante nella storia), ma è il classico stereotipo della ragazza sempre fredda e razionale, che si adatta a tutte le situazioni (si, la tipica cooldere che non mostra quasi mai coinvolgimento emotivo.) L'autrice ha esagerato un tantino a esaltare le sue capacità di sopravvivenza nella foresta, sembra quasi che si tratti di Bear Grylls in gonnella...
Mi sembra un po' irreale anche l'improvviso cambiamento di Konno, per renderlo più plausibile l'autrice avrebbe potuto renderlo un cambiamento graduale. Non è facile che una persona rinneghi su due piedi tutta la propria ideologia di vita... anche se quella di Konno era una visione del mondo piuttosto insensibile e limitata. Anche Hinata è un personaggio molto poco realistico, non penso proprio che esistano ragazzi di quel tipo. Haru e Usui sono due personaggi un pò piatti.
Il genere shojo è quello che mi piace di meno, per questo non riesco ad apprezzare del tutto i disegni di questo manga (mi sembra che non si abbinino bene ad una trama cupa come questa). Gli sfondi in particolare spesso sono fin troppo vaporosi per i miei gusti. Il tema dell'amore per fortuna non è trattato molto, ma alla fine della storia risulta chiaro che questo manga rimane comunque uno shojo...
Detto ciò, mi piace che sia un manga del genere survival e che la storia parta con un incidente stradale, sottolineando come in qualunque momento le sicurezze che abbiamo nella vita possano essere messe in discussione e quanto facilmente tutto possa cambiare in peggio. Mi piace anche la riflessione della protagonista sull'ingiustizia della società, in cui lotte e favoritismi sono comuni e vale soltanto la legge del più forte, per cui chi vuole sopravvivere dovrebbe solo adeguarsi a questo stato di cose.
Peccato che l'autrice non abbia sviluppato la storia come avrebbe potuto. "Limit" aveva molte potenzialità che sono andate sprecate, in alcuni casi questa storia scade nella banalità. A mio parere avrebbero dovuto esserci molte più scene di violenza, molte meno forzature.
L'edizione della Panini è un pò costosa per la qualità dell'albo, visto che non è poi così pregiata e si tratta anche di volumi molto piccoli.
Vi consiglio comunque di comprare almeno il primo numero per vedere se vi piace, anche se è di gran lunga migliore di quelli seguenti...non è certo tutto da buttare. Le idee sono buone e fino a un certo punto è anche una lettura stimolante. Dubito che il finale sarà di vostro gradimento, ma del resto i gusti sono gusti.
Era il 1954 quando "Il signore delle mosche" di William Golding debuttava nel mondo letterario, dando vita ad un filone di opere - come il famoso "Battle Royale" - strettamente legato alle meccaniche di sopravvivenza della mente umana, portate in situazioni al limite.
Proprio da qui, probabilmente, prende il nome "Limit" di Keiko Suenobu (già conosciuta in Italia con "Life" e "Vitamin"), un manga serializzato inaspettatamente su Bessatsu Friends, una rivista per ragazze affine a storie drammatiche anche se raramente a tali livelli.
La giovane Konno è una ragazza amareggiata dalla tristezza che permea la società moderna, un mondo fatto di cattiverie ed egoismi senza fine. Tuttavia non trova la forza per differenziarsi dagli altri e finisce per essere come la gente comune, cercando di rimanere a galla senza affaticarsi inutilmente. Il giorno della gita scolastica però accade una tragedia che porterà lei e le compagne di classe ad una dura lotta per la sopravvivenza, che scaverà nella loro visione della vita.
Sorprende in positivo l'esordio dell'opera, usando una brutale e cinica cattiveria per descrivere efficacemente il degrado sociale moderno con il quale conviviamo ogni giorno, attraverso riuscite metafore e lampanti esempi, dando così una immediatezza invidiabile. Una violenza verbale schietta e diretta che solitamente si trova in opere dedicate ad un pubblico maturo, ma soprattutto difficilmente riscontrabili su una rivista pensata per ragazze.
Proseguendo la storia risulta ben costruita, inserendo tra una tavola e l'altra piccole spiegazioni sul motivo per cui i soccorsi tardino ad arrivare - trattandosi comunque di sfortunate coincidenze - mentre la ricerca di una storia dagli sviluppi rapidi conduce inevitabilmente a reazioni e cambiamenti psicologici fin troppo repentini e radicati, ma si tratta di una forzatura comune per le opere di questo genere.
Le caratterizzazioni non ne risentono in negativo di queste forzature, inoltre permettono di arrivare in tempi brevi alle introspezioni più importanti e alle rivelazioni dei background psicologici, mostrando diversi spaccati su situazioni familiari comuni. Nel complesso si confermano figure ben studiate ed assemblate, anche se volutamente estremizzate per non portare troppi personaggi nella storia e, come detto, forzate nello sviluppo e nelle loro reazioni in tempi ristretti.
<b>[Attenzione, osservazioni spoiler sul finale]</b>
Proseguendo però "Limit" sembra perdere quel freddo e distaccato cinismo che lo contraddistingue, accantonando gli approfondimenti dei personaggi e puntando eccessivamente sui classici giochi di sospetti che si generano in situazioni delicate, andando ad intessere principalmente una comune storia di sopravvivenza. Purtroppo questo netto calo anticipa l'aspetto meno riuscito del manga: la conclusione.
L'autrice è stata abile ad ottenere spazio con un opera così dura su una rivista per ragazze, tuttavia nel finale questo deve aver influenzato non poco le scelte editoriali. Ecco che così si arriva ad una sequenza raffazzonata dove si susseguono in sequenza le ultime introspezioni con cambi di umore insensati e forzati, ma a pesare maggiormente e l'eccessiva presenza di buoni sentimenti e una forte volontà di dare un finale felice, con annesso messaggio piuttosto debole e scarno, dando un che di banale al tutto.
L'autrice si dimostra incredibilmente abile nello sfoggiare un tratto cupo e pesante, accompagnando così la storia con un'ottima atmosfera di elevato spessore e rendendo il tutto di maggiore impatto grazie agli abbondanti neri e le forti pennellate, oltre ad uno stile sporco che decora il tutto.
Notevole ed importante anche l'elevata espressività dei volti, frutto di anni d'esperienza in opere sentimentali e drammatiche.
La Panini Comics offre 6 volumi di buona qualità, con sovraccoperta e una rilegatura fin troppo rigida. Ottima soprattutto la carta, bianca e di elevata grammatura, che non presenta problemi di trasparenze o sbavature di stampa nemmeno con le tavole più pesanti.
Per chi ha avuto modo di apprezzare opere come "L'isola Prigione" o "Battle Royale" potrà trovare in "Limit" un ottimo prodotto da affiancargli nella libreria, seppur meno violento, grazie anche alle tante e profonde critiche alla società moderna, mosse da un freddo e spietato cinismo.
Anche chi è a digiuno di tali opere potrà comunque rimanere piacevolmente colpito dalla lettura se si è alla ricerca di una storia appassionate in grado di offrire discrete profondità psicologiche nate da caratterizzazioni eccellentemente assemblate, prendendo però anticipatamente atto di come alcune forzature sono necessarie a non appesantire o dilungare eccessivamente la storia.
In entrambi i casi però si rimarrà delusi dall'inaspettato calo che precede una velleitaria conclusione - indipendentemente che sia colpa di limitazioni editoriali o di pessime scelte dell'autrice - perché viene sprecato quello che veniva offerto inizialmente, lasciando spazio ad un eccessivo buonismo che mal si lega al tutto.
Proprio da qui, probabilmente, prende il nome "Limit" di Keiko Suenobu (già conosciuta in Italia con "Life" e "Vitamin"), un manga serializzato inaspettatamente su Bessatsu Friends, una rivista per ragazze affine a storie drammatiche anche se raramente a tali livelli.
La giovane Konno è una ragazza amareggiata dalla tristezza che permea la società moderna, un mondo fatto di cattiverie ed egoismi senza fine. Tuttavia non trova la forza per differenziarsi dagli altri e finisce per essere come la gente comune, cercando di rimanere a galla senza affaticarsi inutilmente. Il giorno della gita scolastica però accade una tragedia che porterà lei e le compagne di classe ad una dura lotta per la sopravvivenza, che scaverà nella loro visione della vita.
Sorprende in positivo l'esordio dell'opera, usando una brutale e cinica cattiveria per descrivere efficacemente il degrado sociale moderno con il quale conviviamo ogni giorno, attraverso riuscite metafore e lampanti esempi, dando così una immediatezza invidiabile. Una violenza verbale schietta e diretta che solitamente si trova in opere dedicate ad un pubblico maturo, ma soprattutto difficilmente riscontrabili su una rivista pensata per ragazze.
Proseguendo la storia risulta ben costruita, inserendo tra una tavola e l'altra piccole spiegazioni sul motivo per cui i soccorsi tardino ad arrivare - trattandosi comunque di sfortunate coincidenze - mentre la ricerca di una storia dagli sviluppi rapidi conduce inevitabilmente a reazioni e cambiamenti psicologici fin troppo repentini e radicati, ma si tratta di una forzatura comune per le opere di questo genere.
Le caratterizzazioni non ne risentono in negativo di queste forzature, inoltre permettono di arrivare in tempi brevi alle introspezioni più importanti e alle rivelazioni dei background psicologici, mostrando diversi spaccati su situazioni familiari comuni. Nel complesso si confermano figure ben studiate ed assemblate, anche se volutamente estremizzate per non portare troppi personaggi nella storia e, come detto, forzate nello sviluppo e nelle loro reazioni in tempi ristretti.
<b>[Attenzione, osservazioni spoiler sul finale]</b>
Proseguendo però "Limit" sembra perdere quel freddo e distaccato cinismo che lo contraddistingue, accantonando gli approfondimenti dei personaggi e puntando eccessivamente sui classici giochi di sospetti che si generano in situazioni delicate, andando ad intessere principalmente una comune storia di sopravvivenza. Purtroppo questo netto calo anticipa l'aspetto meno riuscito del manga: la conclusione.
L'autrice è stata abile ad ottenere spazio con un opera così dura su una rivista per ragazze, tuttavia nel finale questo deve aver influenzato non poco le scelte editoriali. Ecco che così si arriva ad una sequenza raffazzonata dove si susseguono in sequenza le ultime introspezioni con cambi di umore insensati e forzati, ma a pesare maggiormente e l'eccessiva presenza di buoni sentimenti e una forte volontà di dare un finale felice, con annesso messaggio piuttosto debole e scarno, dando un che di banale al tutto.
L'autrice si dimostra incredibilmente abile nello sfoggiare un tratto cupo e pesante, accompagnando così la storia con un'ottima atmosfera di elevato spessore e rendendo il tutto di maggiore impatto grazie agli abbondanti neri e le forti pennellate, oltre ad uno stile sporco che decora il tutto.
Notevole ed importante anche l'elevata espressività dei volti, frutto di anni d'esperienza in opere sentimentali e drammatiche.
La Panini Comics offre 6 volumi di buona qualità, con sovraccoperta e una rilegatura fin troppo rigida. Ottima soprattutto la carta, bianca e di elevata grammatura, che non presenta problemi di trasparenze o sbavature di stampa nemmeno con le tavole più pesanti.
Per chi ha avuto modo di apprezzare opere come "L'isola Prigione" o "Battle Royale" potrà trovare in "Limit" un ottimo prodotto da affiancargli nella libreria, seppur meno violento, grazie anche alle tante e profonde critiche alla società moderna, mosse da un freddo e spietato cinismo.
Anche chi è a digiuno di tali opere potrà comunque rimanere piacevolmente colpito dalla lettura se si è alla ricerca di una storia appassionate in grado di offrire discrete profondità psicologiche nate da caratterizzazioni eccellentemente assemblate, prendendo però anticipatamente atto di come alcune forzature sono necessarie a non appesantire o dilungare eccessivamente la storia.
In entrambi i casi però si rimarrà delusi dall'inaspettato calo che precede una velleitaria conclusione - indipendentemente che sia colpa di limitazioni editoriali o di pessime scelte dell'autrice - perché viene sprecato quello che veniva offerto inizialmente, lasciando spazio ad un eccessivo buonismo che mal si lega al tutto.
Un mondo paradisiaco che diviene, a causa di uno scherzo del destino, l'inferno sceso in terra. Una situazione da cui è inutile tentare di fuggire, da cui è impossibile evadere e dove bisogna contare soprattutto sulle proprie forze. Questo è "Limit". In un mondo frivolo, normale all'apparenza, dove la semplicità d'animo, la poca bellezza e i voti bassi a scuola non sono ammessi, la classe della protagonista Konno e delle sue amiche sembra essere lo stereotipo di una società in miniatura. "Il mondo è freddo con le stupide e con le racchie" afferma Sakura, la migliore amica di Konno, come se tale frase fosse la regola di vita più importante del mondo. Ma tutte quelle frivolezze, l'apparente normalità e l'ottenere tutto ciò di cui si necessita senza alcuno sforzo diventeranno presto sogni lontani; il giorno della gita scolastica, tanto attesa da ogni studente, da piccolo momento di convivenza tra i compagni e di allontanamento dagli impegni scolastici si trasforma in un incubo. La corriera su cui gli alunni viaggiano si ribalta e finisce in un dirupo. Il mondo perfetto, futile e paziente si frantuma in mille pezzi, come una lastra di vetro sottile che crolla in mille frammenti. Rivelando ciò che stava al di là di essa, ossia la freddezza e la crudeltà delle persone che abitavano quel piccolo e falso mondo perfetto. Konno è una delle pochissime sopravvissute e dovrà presto confrontarsi con questa dura realtà che andrà a ribaltarle la vita, da rosea e spensierata a terrificante e malvagia. Tra le pochissime sopravvissute, vi sono Konno, la protagonista della serie, e Haru, un ragazza amica di Konno e Sakura che però riserva parecchio rancore nei confronti della prima; Usui, l'ingenua ansiosa terrorizzata dalla situazione in cui è finita; Morishige, l'emarginata che dopo l'incidente instaurerà un vero e proprio regime di terrore all'interno del ristretto gruppo di studentesse sopravvissute; Kamiya, fredda e riflessiva che non ha alcuna pietà nei confronti di nessuno. Cinque ragazze costrette a convivere in una situazione al limite. Ma il manga non si incentra prevalentemente sulla loro sopravvivenza; parla più che altro di come la psiche umana possa vacillare in situazioni estreme come questa, di come le persone siano in realtà, senza che portino addosso quella maschera chiamata "quotidianità".
Il tratto dell'autrice nelle prime pagine del primo capitolo è fine e delicato, tante linee leggere che danno alle tavole un aspetto fresco e leggero. Peccato che da un certo punto in poi qui esse vengano usate in una maniera totalmente diversa: dalla scena dell'incidente in poi, le linee diventano fredde, distaccate, trasmettendo l'angoscia che le ragazze provano col passare del tempo, suggeriscono un senso di schiacciamento, di inquietudine. Trasmettono orrore, sfiducia nei confronti delle altre persone costrette a convivere con te, a sopportare gli stessi attimi di terrore che stai vivendo anche tu. E' questo il nocciolo, il fulcro della serie: disegni e trama si sposano alla perfezione in un miscuglio di ansia, crudeltà e agitazione.
Sono stata molto timorosa, alla sua uscita, di prendere il primo volume: conosco Keiko Suenobu di fama (giusto recentemente ho letto il suo volume unico "Vitamin") , e temevo di ritrovarmi di fronte a qualcosa di poco adatto a me. Fortunatamente sono rimasta piacevolmente sorpresa, in quando "Limit" è un piccolo gioiellino davvero riflessivo, che si gioca, non tanto sulla parte macabra delle vicende, ma su quella psicologica delle sopravvissute. Ecco perché "Limit" è "consigliato a un pubblico maturo" secondo la Panini: perché non si incentra sulla freddezza crudele della trama ma della psicologia, che è mutante e inquietante (non poco) nel corso dei capitoli. Interessante è il punto di vista di quelle che sono le dominanti nella classe, e non delle sottomesse.
Punto di vista che non sempre è più roseo e delicato di quello delle vittime.
Il manga vanta una buonissima ed efficace capacità di stupire durante la lettura tramite un colpo di scena dopo l'altro: mai bisogna dar qualcosa per scontato, durante la lettura, perché ogni più piccola cosa all'apparenza irrilevante è in realtà di grande rilevanza per il susseguirsi delle vicende.
Il manga ha un'edizione abbastanza buona, tenendo conto della sovraccoperta e del numero di pagine. La qualità della carta sembra lievemente migliorata ma l'inchiostro rimane ancora sulle dita. In sostanza il rapporto qualità-prezzo non è eccelso.
Il tratto dell'autrice nelle prime pagine del primo capitolo è fine e delicato, tante linee leggere che danno alle tavole un aspetto fresco e leggero. Peccato che da un certo punto in poi qui esse vengano usate in una maniera totalmente diversa: dalla scena dell'incidente in poi, le linee diventano fredde, distaccate, trasmettendo l'angoscia che le ragazze provano col passare del tempo, suggeriscono un senso di schiacciamento, di inquietudine. Trasmettono orrore, sfiducia nei confronti delle altre persone costrette a convivere con te, a sopportare gli stessi attimi di terrore che stai vivendo anche tu. E' questo il nocciolo, il fulcro della serie: disegni e trama si sposano alla perfezione in un miscuglio di ansia, crudeltà e agitazione.
Sono stata molto timorosa, alla sua uscita, di prendere il primo volume: conosco Keiko Suenobu di fama (giusto recentemente ho letto il suo volume unico "Vitamin") , e temevo di ritrovarmi di fronte a qualcosa di poco adatto a me. Fortunatamente sono rimasta piacevolmente sorpresa, in quando "Limit" è un piccolo gioiellino davvero riflessivo, che si gioca, non tanto sulla parte macabra delle vicende, ma su quella psicologica delle sopravvissute. Ecco perché "Limit" è "consigliato a un pubblico maturo" secondo la Panini: perché non si incentra sulla freddezza crudele della trama ma della psicologia, che è mutante e inquietante (non poco) nel corso dei capitoli. Interessante è il punto di vista di quelle che sono le dominanti nella classe, e non delle sottomesse.
Punto di vista che non sempre è più roseo e delicato di quello delle vittime.
Il manga vanta una buonissima ed efficace capacità di stupire durante la lettura tramite un colpo di scena dopo l'altro: mai bisogna dar qualcosa per scontato, durante la lettura, perché ogni più piccola cosa all'apparenza irrilevante è in realtà di grande rilevanza per il susseguirsi delle vicende.
Il manga ha un'edizione abbastanza buona, tenendo conto della sovraccoperta e del numero di pagine. La qualità della carta sembra lievemente migliorata ma l'inchiostro rimane ancora sulle dita. In sostanza il rapporto qualità-prezzo non è eccelso.
Dopo "Vitamin" e "Life" ecco la nuova fatica della Suenobu, direttamente in Italia per mano della Panini, casa editrice che ha già pubblicato tutti gli altri manga dell'autrice.
"Limit" è incentrato, coerentemente con l'usuale stile della mangaka, sulle psicologie pulsanti, distorte e in questo caso addirittura tendenti alla pazzia dei suoi protagonisti. Ci troviamo di fronte ad un manga che di shoujo ha ben poco, se non il fatto che la maggior parte dei protagonisti sono di sesso femminile e vestono l'uniforme alla marinara tipica delle studentesse liceali giapponesi. Ci sono tuttavia notevoli e fondamentali differenze con i precedenti lavori della Suenobu. Infatti in "Limit" sono eventi tragici e traumatici a scatenare reazioni psicologiche e comportamentali estreme che altrimenti non si sarebbero apertamente manifestate. Durante il viaggio in corriera che avrebbe condotto i ragazzi verso la meta della loro gita scolastica, una negligenza dell'autista si dimostra tragicamente fatale: nel bel mezzo di sentieri di montagna la corriera transita oltre le protezioni e finisce giù per una scarpata, trascinando con sé tutti gli studenti oltre agli insegnanti e all'autista stesso. Dopo un violento volo di svariati metri, la protagonista principale, Konno, andrà alla ricerca di altri sopravvissuti. Scopre che solo una manciata di studenti è riuscita a cavarsela, tutti gli altri fra compagni, professori ed autista, sono morti. Si creerà quindi un gruppo di 5-6 studentesse che poco potranno fare se non cercare di sopravvivere in un ambiente ostile in piena landa boschiva, senza mezzi di comunicazione, contando solo sul supporto reciproco e la mutua collaborazione, in attesa dei tanto agognati soccorsi. Altro punto di discontinuità è lo stile dell'opera; se finora l'autrice aveva preferito un'ambientazione scolastica e domestica per le sue protagoniste, adesso ci troviamo nel bel mezzo di un survival psicologico senza pietà in cui le ragazze non esiteranno ad adottare misure drastiche anche a scapito degli altri pur di salvare la pelle. Come in tutte le opere della Suenobu, anche in "Limit" rimane come asse portante una notevole e dettagliatissima caratterizzazione psicologica dei personaggi, di cui ci vengono narrate vicende legate al loro passato o alla loro infanzia, le quali aprono ad una maturazione degli stessi dettata dalla forzata convivenza e dagli eventi incalzanti che mineranno le fondamenta del gruppo.
Il manga si assesta su alti livelli qualitativi; in particolare la sceneggiatura si rivela di prim'ordine, non tralasciando nulla e dipanando via via i misteri ed i complotti che nasceranno all'interno del gruppo.
Come già detto, la caratterizzazione dei personaggi è magistrale e la componente psicologica è quella principale del manga; vedremo forzate a collaborare ragazze che fino a poco tempo prima non potevano neanche vedersi tanto si odiavano, oltre a situazioni al limite dell'assurdo e della pazzia che si presenteranno nel corso del loro sforzo per la sopravvivenza. Il volume finale è un inno al buon senso e ad una rinnovata vitalità e consapevolezza.
Passando al lato tecnico, il disegno dimostra l'avvenuta maturità artistica della Suenobu. Credo che finora "Limit" sia la sua opera col miglior tratto. Potremo godere di tavole anche meravigliose, ricche di dettagli grafici fittissimi e nitidi. Ovviamente le peculiarità del disegno dell'autrice rimangono: primi piani intensi dalle linee sottili e nasi appena abbozzati, volti maschili efebici e ragazze dal volto spigoloso.
Un mezzo plauso anche all'edizione Planet che tanto mi ha fatto imbestialire di recente. Sono presenti una sovraccoperta di qualità e una carta ottima, per nulla trasparente e bianchissima. Note di demerito per quanto riguarda le onomatopee, non adattate con una piccola traduzione a margine (io sono della corrente di pensiero che le onomatopee vadano tradotte ed adattate sempre e comunque), la mancanza di pagine a colori (che nei volumi originali giapponesi ci sono) e la copertina che si piega permanentemente in maniera troppo facile. Alla fine per questa miniserie di 6 volumi a 5,90 € l'uno non è uno scandalo spendere i soldi che costa, perché non solo la storia raccontata li vale tutti ma è anche accompagnata da una buona edizione della scuderia Panini.
"Limit" è incentrato, coerentemente con l'usuale stile della mangaka, sulle psicologie pulsanti, distorte e in questo caso addirittura tendenti alla pazzia dei suoi protagonisti. Ci troviamo di fronte ad un manga che di shoujo ha ben poco, se non il fatto che la maggior parte dei protagonisti sono di sesso femminile e vestono l'uniforme alla marinara tipica delle studentesse liceali giapponesi. Ci sono tuttavia notevoli e fondamentali differenze con i precedenti lavori della Suenobu. Infatti in "Limit" sono eventi tragici e traumatici a scatenare reazioni psicologiche e comportamentali estreme che altrimenti non si sarebbero apertamente manifestate. Durante il viaggio in corriera che avrebbe condotto i ragazzi verso la meta della loro gita scolastica, una negligenza dell'autista si dimostra tragicamente fatale: nel bel mezzo di sentieri di montagna la corriera transita oltre le protezioni e finisce giù per una scarpata, trascinando con sé tutti gli studenti oltre agli insegnanti e all'autista stesso. Dopo un violento volo di svariati metri, la protagonista principale, Konno, andrà alla ricerca di altri sopravvissuti. Scopre che solo una manciata di studenti è riuscita a cavarsela, tutti gli altri fra compagni, professori ed autista, sono morti. Si creerà quindi un gruppo di 5-6 studentesse che poco potranno fare se non cercare di sopravvivere in un ambiente ostile in piena landa boschiva, senza mezzi di comunicazione, contando solo sul supporto reciproco e la mutua collaborazione, in attesa dei tanto agognati soccorsi. Altro punto di discontinuità è lo stile dell'opera; se finora l'autrice aveva preferito un'ambientazione scolastica e domestica per le sue protagoniste, adesso ci troviamo nel bel mezzo di un survival psicologico senza pietà in cui le ragazze non esiteranno ad adottare misure drastiche anche a scapito degli altri pur di salvare la pelle. Come in tutte le opere della Suenobu, anche in "Limit" rimane come asse portante una notevole e dettagliatissima caratterizzazione psicologica dei personaggi, di cui ci vengono narrate vicende legate al loro passato o alla loro infanzia, le quali aprono ad una maturazione degli stessi dettata dalla forzata convivenza e dagli eventi incalzanti che mineranno le fondamenta del gruppo.
Il manga si assesta su alti livelli qualitativi; in particolare la sceneggiatura si rivela di prim'ordine, non tralasciando nulla e dipanando via via i misteri ed i complotti che nasceranno all'interno del gruppo.
Come già detto, la caratterizzazione dei personaggi è magistrale e la componente psicologica è quella principale del manga; vedremo forzate a collaborare ragazze che fino a poco tempo prima non potevano neanche vedersi tanto si odiavano, oltre a situazioni al limite dell'assurdo e della pazzia che si presenteranno nel corso del loro sforzo per la sopravvivenza. Il volume finale è un inno al buon senso e ad una rinnovata vitalità e consapevolezza.
Passando al lato tecnico, il disegno dimostra l'avvenuta maturità artistica della Suenobu. Credo che finora "Limit" sia la sua opera col miglior tratto. Potremo godere di tavole anche meravigliose, ricche di dettagli grafici fittissimi e nitidi. Ovviamente le peculiarità del disegno dell'autrice rimangono: primi piani intensi dalle linee sottili e nasi appena abbozzati, volti maschili efebici e ragazze dal volto spigoloso.
Un mezzo plauso anche all'edizione Planet che tanto mi ha fatto imbestialire di recente. Sono presenti una sovraccoperta di qualità e una carta ottima, per nulla trasparente e bianchissima. Note di demerito per quanto riguarda le onomatopee, non adattate con una piccola traduzione a margine (io sono della corrente di pensiero che le onomatopee vadano tradotte ed adattate sempre e comunque), la mancanza di pagine a colori (che nei volumi originali giapponesi ci sono) e la copertina che si piega permanentemente in maniera troppo facile. Alla fine per questa miniserie di 6 volumi a 5,90 € l'uno non è uno scandalo spendere i soldi che costa, perché non solo la storia raccontata li vale tutti ma è anche accompagnata da una buona edizione della scuderia Panini.
Questo manga parte con dei presupposti davvero interessanti e originali (almeno per quanto riguardo uno Shoujo manga...)
L'ho preso senza pensarci due volte perchè mi sono innamorato di "Life", stessa autrice e stessa garanzia.
Andava tutto bene, il voto poteva oscillare anche verso il 9 fino al volume 5. Ma poi che delusione è stato il finale.
Ma andiamo con ordine. Konno è una ragazza abbastanza superficiale che ha una cerchia ristretta di amiche elitarie in classe, che prendono in giro le ragazze piu' problematiche.
Konno, che alle medie è stata a sua volta vittima di bullismo, vuole che al Liceo questo fatto non si ripeta piu' e si prodiga per stare sempre piu' in alto nella "gerarchia" nella scuola, facendo buon viso a cattivo gioco.
Poi c'è la classica gita al campeggio di giugno. Tutta la classe parte con un bus per la destinazione, ma purtroppo l'autista, che era stanchissimo al caso del troppo lavoro, si addormenta e la corriera precipita in un luogo semi isolato. Konno sopravvive ma la sua amica -leader- e un'altra sua amica della combriccola muoiono, cosi' come tutti/e i compagni di classe, l'insegnante e l'autista, eccetto altre quattro persone.
Uscendo dalla corriera Konno trova Kamiya, una ragazza di poche parole e molto pratica, che veniva presa in giro ogni tanto dal suo (ormai) ex gruppo di amiche. Ma trova anche Morishige, una ragazza sovrappeso da sempre vittima delle angherie delle compagne di classe, che si dimostrerà subito molto ostile; da ragazza che subiva, diventerà una specie di leader. Insomma la situazione si ribalta.
Sopravvivono anche Ichinose, amica di Konno che faceva parte dell'"elite" e Usui, una ragazza spaventatissima e molto ordinaria.
Come faranno le 5 persone a sopravvivere, in un luogo impervio, con i soccorsi che tardano ad arrivare e il cibo che inizia a scarseggiare. E poi come si comporteranno tra di loro, visti i precedenti sentimenti di odio che c'erano all interno della scuola?
E poi siamo proprio sicuri che loro siano le uniche sopravvissute?
Il finale poteva essere orchestrato molto meglio, senza lieto fine a tutti i costi, giocando per lo piu' sul fatto che la Suenobu aveva creato una specie di "survival"... invece bah, il sesto volume e ultimo, mi ha lasciato l'amaro in bocca. Fino al quinto volume c'erano i presupposti per creare una storia atipica per gli Shoujo manga e anche piuttosto cruda, invece l'autrice ha voluto a tutti i costi giocare la carta della "morale" e dell "happy ending".
Comunque è un manga che mi sento di consigliare a tutti, i primi 5 volumi sono sceneggiati davvero molto bene. I disegni poi li ho trovati davvero ottimi.
Per una volta l'edizione Planet mi ha conquistato appieno. 5,90 sovra copertina deliziosa, pagine <b>mai viste pagine così belle</b> per quanto riguarda un'edizione Planet, bianche al punto giusto, senza trasparenze. Ottima traduzione e lettering. Stavolta promuovo la Planet a pieni voti, anche per aver portato questo manga in Italia.
L'ho preso senza pensarci due volte perchè mi sono innamorato di "Life", stessa autrice e stessa garanzia.
Andava tutto bene, il voto poteva oscillare anche verso il 9 fino al volume 5. Ma poi che delusione è stato il finale.
Ma andiamo con ordine. Konno è una ragazza abbastanza superficiale che ha una cerchia ristretta di amiche elitarie in classe, che prendono in giro le ragazze piu' problematiche.
Konno, che alle medie è stata a sua volta vittima di bullismo, vuole che al Liceo questo fatto non si ripeta piu' e si prodiga per stare sempre piu' in alto nella "gerarchia" nella scuola, facendo buon viso a cattivo gioco.
Poi c'è la classica gita al campeggio di giugno. Tutta la classe parte con un bus per la destinazione, ma purtroppo l'autista, che era stanchissimo al caso del troppo lavoro, si addormenta e la corriera precipita in un luogo semi isolato. Konno sopravvive ma la sua amica -leader- e un'altra sua amica della combriccola muoiono, cosi' come tutti/e i compagni di classe, l'insegnante e l'autista, eccetto altre quattro persone.
Uscendo dalla corriera Konno trova Kamiya, una ragazza di poche parole e molto pratica, che veniva presa in giro ogni tanto dal suo (ormai) ex gruppo di amiche. Ma trova anche Morishige, una ragazza sovrappeso da sempre vittima delle angherie delle compagne di classe, che si dimostrerà subito molto ostile; da ragazza che subiva, diventerà una specie di leader. Insomma la situazione si ribalta.
Sopravvivono anche Ichinose, amica di Konno che faceva parte dell'"elite" e Usui, una ragazza spaventatissima e molto ordinaria.
Come faranno le 5 persone a sopravvivere, in un luogo impervio, con i soccorsi che tardano ad arrivare e il cibo che inizia a scarseggiare. E poi come si comporteranno tra di loro, visti i precedenti sentimenti di odio che c'erano all interno della scuola?
E poi siamo proprio sicuri che loro siano le uniche sopravvissute?
Il finale poteva essere orchestrato molto meglio, senza lieto fine a tutti i costi, giocando per lo piu' sul fatto che la Suenobu aveva creato una specie di "survival"... invece bah, il sesto volume e ultimo, mi ha lasciato l'amaro in bocca. Fino al quinto volume c'erano i presupposti per creare una storia atipica per gli Shoujo manga e anche piuttosto cruda, invece l'autrice ha voluto a tutti i costi giocare la carta della "morale" e dell "happy ending".
Comunque è un manga che mi sento di consigliare a tutti, i primi 5 volumi sono sceneggiati davvero molto bene. I disegni poi li ho trovati davvero ottimi.
Per una volta l'edizione Planet mi ha conquistato appieno. 5,90 sovra copertina deliziosa, pagine <b>mai viste pagine così belle</b> per quanto riguarda un'edizione Planet, bianche al punto giusto, senza trasparenze. Ottima traduzione e lettering. Stavolta promuovo la Planet a pieni voti, anche per aver portato questo manga in Italia.
"Limit" affronta tematiche molto reali nelle quali ognuno potrebbe ritrovarsi. L'autrice mette in risalto i risvolti sia negativi che positivi di ogni individuo, non sempre quello che si crede di essere poi è tale nella realtà. Infatti, le difficoltà che i protagonisti affrontano mettono a dura prova le loro convinzioni, tutto cambia quando si è in pericolo, la tensione e la paura prendono il sopravvento, non si riflette e si agisce quasi istintivamente.
La storia inizia presentando alcuni personaggi, sembra tutto normale, come ogni giorno, ma poi inizia l'incubo, non è più un gioco, che se va male, al massimo perdi, qui il rischio è di non tornare più dalle persone care, in gioco c'è la propria vita, e per molti di loro la fine è arrivata prima del previsto.
Mi ha colpito molto questo manga e il tratto dell'autrice mi piace. Attraverso i disegni, che sono molto dettagliati, riesce perfettamente a far cogliere l'inquietudine dei personaggi. È difficile essere se stessi e mantenere la calma in una situazione rischiosa. La storia è molto coinvolgente e mi sono immersa totalmente nella lettura.
"Limit" è un titolo che mi sento di consigliare a tutti voi perché merita di essere letto, la storia non è scontata, è molto inquietante, ricca di tensione, insomma, è una storia che ti sa coinvolgere e appassionare.
Personalmente giudico quest'opera in modo favorevole e si merita un bel 9 pieno, per chi non lo avesse ancora acquistato, consiglio di recuperare i volumi che sono usciti, sono sicura che non vi deluderà.
La storia inizia presentando alcuni personaggi, sembra tutto normale, come ogni giorno, ma poi inizia l'incubo, non è più un gioco, che se va male, al massimo perdi, qui il rischio è di non tornare più dalle persone care, in gioco c'è la propria vita, e per molti di loro la fine è arrivata prima del previsto.
Mi ha colpito molto questo manga e il tratto dell'autrice mi piace. Attraverso i disegni, che sono molto dettagliati, riesce perfettamente a far cogliere l'inquietudine dei personaggi. È difficile essere se stessi e mantenere la calma in una situazione rischiosa. La storia è molto coinvolgente e mi sono immersa totalmente nella lettura.
"Limit" è un titolo che mi sento di consigliare a tutti voi perché merita di essere letto, la storia non è scontata, è molto inquietante, ricca di tensione, insomma, è una storia che ti sa coinvolgere e appassionare.
Personalmente giudico quest'opera in modo favorevole e si merita un bel 9 pieno, per chi non lo avesse ancora acquistato, consiglio di recuperare i volumi che sono usciti, sono sicura che non vi deluderà.
"Limit" è uno shoujo manga di Keiko Suenobu, autrice conosciuta in Italia per "Life" e "Vitamin". Limit si è concluso da poco in Giappone con il sesto numero.
La protagonista di questo manga è Mizuki Konno, una ragazza che sembra avere una vita perfetta: ha buoni voti a scuola ed è amica della ragazza più popolare di tutta la scuola, Sakura Himezawa. In realtà a Konno non importa molto, a lei basta "seguire la corrente". Sakura adoro prendere in giro Arisa Morishige, una delle ragazze meno popolari dell'istutito. E dato che Konno segue la "corrente", la massa insomma, anche lei inizia a prendere in giro Morishige. Destino vuole che, mentre la loro classe parte per un campeggio, avvenga un incidente, causando la morte della maggior parte della classe: una delle vittime è Sakura. Konno è disperata, pensando che sia la sola ad essere sopravvissuta, ma poi troverà altre sue compagne di classe superstite: Haru Ichinose, amica di Konno solo perché anche lei era amica di Sakura, Chieko Kamiya, ragazza razionale e con la quale Konno non ha mai parlato, Chikage Usui, ragazza molto silenziosa e, anche se sopravvissuta, si è ferita ad una gamba e non può muoversi e l'ultima ad essere sopravvissuta all'incidente è Morishige, che pare contentissima per la morte di Sakura. Konno è intorno a persone con la quale non ha avuto mai buoni rapporti, e presto arriveranno ad una situazione "limite", da qui il nome del manga. Cosa farà Konno? Riuscirà a sopravvivere ed a tornare a casa sana e salva?
Non capisco come possa avere questo manga dei voti così bassi. Secondo me è molto diverso dai soliti manga che si trovano in circolazione: la trama è originale per essere quella di uno shoujo manga, e i disegni li trovo stupendi. Seppur shoujo, questo manga non tratta molto dell'amore, a quanto vedo. Tratta invece dei rapporti di amicizia, e il bullismo. E la novità è che questa volta la protagonista non è la vittima, ma una delle ragazze più popolari della scuola. La mangaka vuole farci vedere anche i punti di vista di coloro che prendono in giro le persone, e soprattutto perché la gente "segue la corrente". Credo che sia davvero un manga per niente banale.
Lo stile della mangaka lo adoro, è bellissimo, molto moderno ed espressivo. E' uno stile tipico degli shoujo, ma che a me fa impazzire.
Voto finale: 9. La storia e i disegni sono veramente eccezionali, ma un 10 per una serie che non ho ancora letto tutta è troppo azzardato.
Concludendo... Cercate uno shoujo manga diverso dai soliti? Adorate lo stile degli shoujo? Vorreste leggere un manga profondo e significativo, che fa riflettere? Allora "Limit" fa per voi.
La protagonista di questo manga è Mizuki Konno, una ragazza che sembra avere una vita perfetta: ha buoni voti a scuola ed è amica della ragazza più popolare di tutta la scuola, Sakura Himezawa. In realtà a Konno non importa molto, a lei basta "seguire la corrente". Sakura adoro prendere in giro Arisa Morishige, una delle ragazze meno popolari dell'istutito. E dato che Konno segue la "corrente", la massa insomma, anche lei inizia a prendere in giro Morishige. Destino vuole che, mentre la loro classe parte per un campeggio, avvenga un incidente, causando la morte della maggior parte della classe: una delle vittime è Sakura. Konno è disperata, pensando che sia la sola ad essere sopravvissuta, ma poi troverà altre sue compagne di classe superstite: Haru Ichinose, amica di Konno solo perché anche lei era amica di Sakura, Chieko Kamiya, ragazza razionale e con la quale Konno non ha mai parlato, Chikage Usui, ragazza molto silenziosa e, anche se sopravvissuta, si è ferita ad una gamba e non può muoversi e l'ultima ad essere sopravvissuta all'incidente è Morishige, che pare contentissima per la morte di Sakura. Konno è intorno a persone con la quale non ha avuto mai buoni rapporti, e presto arriveranno ad una situazione "limite", da qui il nome del manga. Cosa farà Konno? Riuscirà a sopravvivere ed a tornare a casa sana e salva?
Non capisco come possa avere questo manga dei voti così bassi. Secondo me è molto diverso dai soliti manga che si trovano in circolazione: la trama è originale per essere quella di uno shoujo manga, e i disegni li trovo stupendi. Seppur shoujo, questo manga non tratta molto dell'amore, a quanto vedo. Tratta invece dei rapporti di amicizia, e il bullismo. E la novità è che questa volta la protagonista non è la vittima, ma una delle ragazze più popolari della scuola. La mangaka vuole farci vedere anche i punti di vista di coloro che prendono in giro le persone, e soprattutto perché la gente "segue la corrente". Credo che sia davvero un manga per niente banale.
Lo stile della mangaka lo adoro, è bellissimo, molto moderno ed espressivo. E' uno stile tipico degli shoujo, ma che a me fa impazzire.
Voto finale: 9. La storia e i disegni sono veramente eccezionali, ma un 10 per una serie che non ho ancora letto tutta è troppo azzardato.
Concludendo... Cercate uno shoujo manga diverso dai soliti? Adorate lo stile degli shoujo? Vorreste leggere un manga profondo e significativo, che fa riflettere? Allora "Limit" fa per voi.
Sarà che non riesco mai ad apprezzare appieno il genere shoujo. Sarà che "Limit" ha un illustre predecessore nel suo genere in "Battle Royale" da cui tenta vanamente di scopiazzare le tematiche. Ma questo manga non mi ha per nulla convinto e perciò non continuerò questa serie, peraltro molto costosa.
I disegni non dispiacciono, la grafica di copertina è interessante, ma la trama non convince. Spiegherò il perché.
Essa sarà anche originale rispetto a "Battle Royale", in quanto il motivo dell'incidente che catapulta le ragazze protagoniste in un gioco di sopravvivenza è dovuto all'accidentalità (il pulmino scolastico finisce fuoristrada), ma la banalità la fa da padrona: le ragazze si accapigliano per motivi futili che non possono essere completamente ricondotti agli screzi e alla gerarchia che vigeva nella loro classe. E' senz'altro buona l'idea della studentessa vessata dagli scherzi delle compagne che anela a una rivalsa in un mondo dove il possesso di un'arma (un misero falcetto) basta a garantire la leadership del gruppo.
Ma la caratterizzazione degli altri personaggi è molle e banale: la protagonista è piatta e non si capisce come possa passare in poche ore da un atteggiamento discriminatorio verso tutto ciò che è estraneo al suo universo concettuale a un discorso degno dell'eloquenza shakespeariana, e qui mi riferisco al tentativo di convincimento da parte della protagonista nei confronti della sua compagna che medita la fuga.
Insomma, non convince quest'immediata redenzione dall'infantile atteggiamento scolastico vessatorio per abbracciare subito una teoria della sopravvivenza.
Per non parlare della violenza e dell'azione, che mancano. Se "Battle Royale" a mio parere è un mezzo capolavoro, lo è in quanto si riesce a equilibrare benissimo azione, violenza, e sentimenti. Qui mancano tutte e tre, o perlomeno sono molto sbiadite, quasi irrintracciabili.
I disegni non dispiacciono, la grafica di copertina è interessante, ma la trama non convince. Spiegherò il perché.
Essa sarà anche originale rispetto a "Battle Royale", in quanto il motivo dell'incidente che catapulta le ragazze protagoniste in un gioco di sopravvivenza è dovuto all'accidentalità (il pulmino scolastico finisce fuoristrada), ma la banalità la fa da padrona: le ragazze si accapigliano per motivi futili che non possono essere completamente ricondotti agli screzi e alla gerarchia che vigeva nella loro classe. E' senz'altro buona l'idea della studentessa vessata dagli scherzi delle compagne che anela a una rivalsa in un mondo dove il possesso di un'arma (un misero falcetto) basta a garantire la leadership del gruppo.
Ma la caratterizzazione degli altri personaggi è molle e banale: la protagonista è piatta e non si capisce come possa passare in poche ore da un atteggiamento discriminatorio verso tutto ciò che è estraneo al suo universo concettuale a un discorso degno dell'eloquenza shakespeariana, e qui mi riferisco al tentativo di convincimento da parte della protagonista nei confronti della sua compagna che medita la fuga.
Insomma, non convince quest'immediata redenzione dall'infantile atteggiamento scolastico vessatorio per abbracciare subito una teoria della sopravvivenza.
Per non parlare della violenza e dell'azione, che mancano. Se "Battle Royale" a mio parere è un mezzo capolavoro, lo è in quanto si riesce a equilibrare benissimo azione, violenza, e sentimenti. Qui mancano tutte e tre, o perlomeno sono molto sbiadite, quasi irrintracciabili.
Manga eccezionale questo "Limit", non mi sarei mai aspettato una simile trama, anche se dovrò leggere anche i successivi numeri per dare un giudizio serio.
Fin da subito comunque mi ha fatto un'ottima impressione, anche al solo toccarlo: è la prima volta che prendo in mano un manga Panini così ben fatto (forse si saranno stufati delle lamentele delle copertine non robuste?); un'ottima sovracoperta a colori e copertina interna in bianco e nero in cartoncino rigido stile libro con immagine invertita.
La storia è ben strutturata e i dialoghi sono facili da comprendere, questo manga mette in chiaro la vera crudeltà del mondo; lo suggerisco vivamente a un pubblico maturo a partire dai 17-18 anni per capirlo nella sua interezza, comunque lo stile shoujo si fa sentire molto.
Fin da subito comunque mi ha fatto un'ottima impressione, anche al solo toccarlo: è la prima volta che prendo in mano un manga Panini così ben fatto (forse si saranno stufati delle lamentele delle copertine non robuste?); un'ottima sovracoperta a colori e copertina interna in bianco e nero in cartoncino rigido stile libro con immagine invertita.
La storia è ben strutturata e i dialoghi sono facili da comprendere, questo manga mette in chiaro la vera crudeltà del mondo; lo suggerisco vivamente a un pubblico maturo a partire dai 17-18 anni per capirlo nella sua interezza, comunque lo stile shoujo si fa sentire molto.