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Gustavo69

Volumi letti: 7/13 --- Voto 8
Attendevo da molto la pubblicazione di questo manga in Italia, nonostante non sia uno dei più noti del sensei Tezuka. Ma pur essendo uno dei meno conosciuti all'estero, il protagonista è apparso in diverse opere di Tezuka stesso o derivate, come il videogame di Astroboy uscito su Game Boy Advance quasi 20 anni fa ormai. Inoltre avevo già visto la serie animata uscita nel 1990 ispirata a questa serie manga. Dico ispirata perché ci sono parecchie differenze, molte delle quali inevitabili, perché il manga ha una sorta di soft reboot poco dopo il terzo o quarto volume, mentre l'anime prende diverse avventure dal manga, ma poi sviluppa una storia tutta sua verso il finale. Finale che il manga non ha, nel senso che non c'è un vero e proprio finale. Probabilmente una delle cose più deludenti di questa serie, e che potrebbe scoraggiare vari lettori, ma non sarebbe la prima volta che Tezuka lascia incompleto un suo lavoro: era già successo con Dororo, il cui manga probabilmente venne sospeso probabilmente perché non vendeva abbastanza, mentre i due anime ad esso ispirato hanno entrambi finali ben precisi. L'anime di "Mitsume ga Tooru" utilizza come detto diverse storie tratte dal manga, e sicuramente sono tra le parti migliori dell'anime. Poi verso la fine introduce un personaggio originale, non presente nel manga, che funge da antagonista finale da sconfiggere in un'epica battaglia. Ecco, non c'è alcuna epica battaglia nel finale del manga, tutto si conclude nella maniera più anticlimatica possibile, come se fosse un capitolo a metà di un volume. E sì che ci sarebbero stati mille finali migliori possibili, senza per forza avere una furiosa battaglia a colpi di poteri psichici. Evidentemente Tezuka non ha avuto il tempo, o si è gradualmente disinteressato al progetto, chissà.
Parlavo prima di un soft reboot dopo il terzo o quarto volume: arrivato ad un certo punto infatti Tezuka racconta nuovamente le origini e le peculiarità del protagonista Sharaku ai lettori, come se il manga avesse cambiato rivista sulla quale veniva pubblicato, e quindi l'autore dovesse spiegare da zero, o quasi, chi fossero i protagonisti e quali poteri avessero. Come se Oda dopo 50 volumi avesse deciso di raccontare le origini della ciurma di cappello di paglia, ma in maniera lievemente differente, ed il tono della storia fosse diventato un po' più leggero. Perché nel manga "Mitsume ga Tooru" muoiono molti personaggi, come da tradizione tezukiana, così tante da non sembrare quasi uno shounen. Ma stiamo parlando di uno manga per ragazzi di quasi 50 anni fa ormai. Altri tempi, dicono.
Se dunque la prima metà del manga è caratterizzata da diverse mini-saghe piuttosto lunghe - alcune durano anche più di un volume - la seconda parte invece è caratterizzata da storie più brevi, a volte anche solo uno o 2 capitoli. Non che la seconda parte sia brutta, anzi, alcune storie sono molto buone (altre un po' meno, ma non si può pretendere), ma la prima parte è senza dubbio migliore. E' un po' spiazzante, sembra di leggere due manga con lo stesso soggetto e gli stessi personaggi, ma sviluppati da due autori differenti. Cosa sia successo esattamente forse solo Tezuka e chi ha lavorato con lui in quel periodo potrebbero dircerlo.
Ma, a parte questo spiazzamento, mi sento di consigliare questa serie in primis a tutti i fan di Tezuka, perché questo manga è sicuramente degno di stare a fianco delle sue migliori produzioni, se non altro per alcune storie piuttosto bizzarre. In secondo luogo è un manga emozionante, divertente, pieno di misteri ed avventure, con un protagonista dalla doppia personalità: una è un sempliciotto studente delle medie che sembra un bambino delle elementari, l'altra si rivela quando il cerotto sula suo terzo occhio viene levato. In tal modo Sharaku, che altri non è che il discendente della stirpe dei Tre Occhi, ottiene piena consapevolezza di sè e dei suoi poteri sovrannaturali. In quella forma non solo è molto sicuro di sè, ma è anche più propenso a compiere atti malvagi per il proprio tornaconto, per quanto Wato, la sua compagna di classe/ragazza (non ufficialmente) riesca a fermarlo prima che sia davvero troppo tardi. La peculiarità di questa serie è quindi anche che il protagonista non è un fulgido esempio di moralità, anzi. Qualcosa di simile già visto in "Black Jack", solo che in quel caso il protagonista agisce sempre con l'intento di salvare le vite umane, mentre Sharaku considera gli esseri umani inferiori, buoni solo per essere dominati. Grazie al suo intelletto (è in grado di realizzare in pochi minuti invenzioni prodigiose) e ai suoi poteri psichici il suo sogno di ricreare l'Impero dei Tre Occhi non sarebbe così impossibile, ma fortunatamente Sharaku viene sempre fermato in tempo.
Una piccola curiosità: i due protagonisti si chiamano Sharaku-kun e Wato-san, ed il loro nome ricorda molto la pronuncia giapponese di Sherlock (Holmes) e Watson: non è certo un caso, visto che alcune dinamiche tra i due personaggi ricordi quelle dei personaggi di Arthur Conan Doyle.

Che altro dire? Ah sì, c'è ancora una cosa da mettere in evidenza: "Mitsume ga Tooru" è stato chiaramente una delle principali fonti di ispirazione per un altro grande mangaka, Yuzo Takada, il cui capolavoro "3x3 Occhi" riprende chiaramente il personaggio di Sharaku, i suoi misteri, i suoi poteri, i mostri antichi e via dicendo, li frulla con la mitologia induista e crea così uno dei manga più iconici degli anni '90. Perché chiaramente "Mitsume ga Tooru" e "3x3 Occhi" possono avere alcuni punti in comune, ma sono manga completamente differenti tra loro.