Wild Boy - Un amore che viene dalla giungla
Wild boy - un amore che viene dalla giungla è un manga di Natsumi Andou, prodotto nel 2003 e composto, grazie al cielo, da soli tre volumi.
Lo stile di disegno sembra un brutto incrocio fra lo stile di Arina Tanemura - autrice che ha regalato i noti Full moon wo sagashite o Kamikaze Kaitou Jeanne - e Pink Hanamori, famosa soprattutto per la fortunata serie Mermaid Melody. Il tratto è incerto e talvolta i visi non son ben proporzionati-allineati. Ho storto un poco il naso per questo: se l'avessi letto ai tempi delle superiori forse non l'avrei giudicato così seriamente, di certo può risultare più godibile per uno che adora gli shojo con protagoniste con gli occhi grandi quasi tutta la faccia e una trama spiccia, povera e senza grosse pretese.
La storia che ci viene proposta è quella di Chino, figlia di una parrucchiera e di un esploratore che riporta a casa, dopo l'ennesimo viaggio, un Tarzan di nuova generazione. Il ragazzo, Hyou, pare da subito interessato alla protagonista, che per i modi invadenti di lui (ovviamente avendo vissuto nella giungla ha comportamenti insoliti - chiamiamoli così ) lo rifiuterà malamente. Nei tre volumi vedremo l'evolversi della loro relazione, con anche alcuni chiarimenti sul passato del ragazzo.
Onestamente ho trovato il tutto sviluppato frettolosamente, e talvolta anche in maniera tutt'altro che credibile. Va bene che uno legge anche per spaziare, per incontrare mondi nuovi e distaccarsi dalla realtà, ma il modo in cui son state gestite determinate situazioni non mi è piaciuto. Non mi hanno regalato emozioni, cosa che invece mi aspetterei da uno shojo.
I personaggi non mi hanno lasciato nulla. La protagonista l'ho trovata piatta e lui il classico ragazzo che è un po', come dire, sprovveduto dato che non è pratico dell'ambiente civilizzato, che però si rivela essere sempre pronto a salvare la bella da ogni pasticcio. Né il character design né la caratterizzazione mi hanno colpita.
Son buona e regalo un 5 a questo lavoro, ma solo perché son convinta che per un pubblico più giovane e senza pretese potrebbe rivelarsi un buon titolo.
Lo stile di disegno sembra un brutto incrocio fra lo stile di Arina Tanemura - autrice che ha regalato i noti Full moon wo sagashite o Kamikaze Kaitou Jeanne - e Pink Hanamori, famosa soprattutto per la fortunata serie Mermaid Melody. Il tratto è incerto e talvolta i visi non son ben proporzionati-allineati. Ho storto un poco il naso per questo: se l'avessi letto ai tempi delle superiori forse non l'avrei giudicato così seriamente, di certo può risultare più godibile per uno che adora gli shojo con protagoniste con gli occhi grandi quasi tutta la faccia e una trama spiccia, povera e senza grosse pretese.
La storia che ci viene proposta è quella di Chino, figlia di una parrucchiera e di un esploratore che riporta a casa, dopo l'ennesimo viaggio, un Tarzan di nuova generazione. Il ragazzo, Hyou, pare da subito interessato alla protagonista, che per i modi invadenti di lui (ovviamente avendo vissuto nella giungla ha comportamenti insoliti - chiamiamoli così ) lo rifiuterà malamente. Nei tre volumi vedremo l'evolversi della loro relazione, con anche alcuni chiarimenti sul passato del ragazzo.
Onestamente ho trovato il tutto sviluppato frettolosamente, e talvolta anche in maniera tutt'altro che credibile. Va bene che uno legge anche per spaziare, per incontrare mondi nuovi e distaccarsi dalla realtà, ma il modo in cui son state gestite determinate situazioni non mi è piaciuto. Non mi hanno regalato emozioni, cosa che invece mi aspetterei da uno shojo.
I personaggi non mi hanno lasciato nulla. La protagonista l'ho trovata piatta e lui il classico ragazzo che è un po', come dire, sprovveduto dato che non è pratico dell'ambiente civilizzato, che però si rivela essere sempre pronto a salvare la bella da ogni pasticcio. Né il character design né la caratterizzazione mi hanno colpita.
Son buona e regalo un 5 a questo lavoro, ma solo perché son convinta che per un pubblico più giovane e senza pretese potrebbe rivelarsi un buon titolo.
Questo manga lo comprai all'età di 12 anni, mi ricordo mi fosse piaciuto molto, anzi aspettavo con ansia le uscite. Sinceramente ieri l'ho riletto e ci ho ripensato.
È un manga non troppo impegnativo, studiato per un target di preadolescenti che appena vedono due personaggi che si sfiorano partono i mille viaggi, ma per un adolescente che legge manga da quasi 10 anni? Ecco, la storia mi è sembrata troppo liscia: nessun colpo di scena né nulla di particolare.
L'unica cosa che mi è piaciuta parecchio (e che mi piace di questa autrice) è il tratto molto kawaii, pieno di stelline, cuoricini e occhioni grandi.
Il mio voto è un sei scarso, poiché non è un manga impegnativo, consigliabile alle ragazzine sotto i 14 anni.
È un manga non troppo impegnativo, studiato per un target di preadolescenti che appena vedono due personaggi che si sfiorano partono i mille viaggi, ma per un adolescente che legge manga da quasi 10 anni? Ecco, la storia mi è sembrata troppo liscia: nessun colpo di scena né nulla di particolare.
L'unica cosa che mi è piaciuta parecchio (e che mi piace di questa autrice) è il tratto molto kawaii, pieno di stelline, cuoricini e occhioni grandi.
Il mio voto è un sei scarso, poiché non è un manga impegnativo, consigliabile alle ragazzine sotto i 14 anni.
Wild Boy di Natsumi Ando è una miniserie shojo composta da 3 volumetti, edita dalla deceduta Play Press intorno al 2003 e poi ristampata alla maniera "PlayRiciclo", ovvero togliendo le vecchie copertine ai volumetti rimasti invenduti, parecchi pure, e attaccandoci nuove copertine con una nuova data di pubblicazione. Ciò fa sembrare i volumetti delle ristampe che si inseriscono nella collana "Manga Classic" come dice la nuova copertina; espediente inutile e che non frega nessuno dato il fatto che dentro al tankbon rimangono le pagine con le novità dell'anno e del mese effettivo di pubblicazione del volumetto.
Comunque, parlando dell'opera, Wild Boy è un tipico manga shojo improntato verso il genere sentimentale, adolescenziale e con dei tratti anche un po' comici. Per chi avesse precedentemente letto qualcosa di Natsumi Andou (unica altra opera qui in italia è Zodiac Detective, ma sul web qua e là si trova anche altro) sa già che stiamo parlando di un'autrice tutta "retini con fiorellini, stelline e cuoricini", specializzata in grandi occhioni e acconciature kawaii e amante dei finali "tutto è bene quel che finisce bene", perciò, si capisce, il target della serie è: ragazzine dai 12 ai 14 anni che cercano fumetti non impegnativi e pieni di romanticherie.
E la storia, guarda caso, offre proprio questo: lei è una ragazzina che vive la sua vita nelle routine giornaliera, finché un giorno suo padre, avventuriero ed esploratore, le riporta a casa da uno dei suoi viaggi non una pelliccia o un souvenir esotico, ma bensì un ragazzo in carne ed ossa che proviene dalla giungla. Chino, la nostra lei, si ritroverà così a dover imparare a Hyo (il piccolo Tarzan, per capire) come muoversi e vivere nella civiltà. Pian piano questo piccolo selvaggio si scoprirà essere un ragazzo dolce e gentile che, com'è facile prevedere, ruberà il cuore di Chino.
Certo, logicamente non sarà facile per Chino tenersi stretto Hyo, perché la Andou, pur di allungare un po' il brodo, ha inserito qualche piccolo espediente che creerà scompiglio nella storia, ma nulla di preoccupante o che la coppietta non possa affrontare senza venirne fuori vittoriosa.
La narrazione è abbastanza regolare, senza troppi colpi di scena né grandi scombussolamenti della trama, i personaggi sono caratterizzati il giusto per capire il loro modo di essere, e la storia è abbastanza allegra e scanzonata.
Wild Boy in sé non è un'opera che dà grandi emozioni (anche se nel terzo tankbon un po' di commozione esce fuori) o che lascia chissà quale profondo segno nel lettore, ma di ottimo direi che ha il fatto di essere un'opera adattissima al suo target, che non di dilunga inutilmente (3 tankbon per un'opera di questo genere è il numero perfetto) e soprattutto che per chi cerca un po' di romanticismo è perfetta, perché sotto questo punto di vista può regalare molte emozioni.
Darei un 6 e mezzo, però voglio abbondare e do 7 perché comunque come opera è carina e ottima per riempire due-tre ore estive magari sotto l'ombrellone, e perché è decisamente un lavoro meglio riuscito rispetto a "Zodiac Detective", precedente opera della mangaka. Se magari trovate tutti e tre i numeri a qualche fiera con un prezzo adeguato e cercate storie così io un pensierino ce lo farei.
Comunque, parlando dell'opera, Wild Boy è un tipico manga shojo improntato verso il genere sentimentale, adolescenziale e con dei tratti anche un po' comici. Per chi avesse precedentemente letto qualcosa di Natsumi Andou (unica altra opera qui in italia è Zodiac Detective, ma sul web qua e là si trova anche altro) sa già che stiamo parlando di un'autrice tutta "retini con fiorellini, stelline e cuoricini", specializzata in grandi occhioni e acconciature kawaii e amante dei finali "tutto è bene quel che finisce bene", perciò, si capisce, il target della serie è: ragazzine dai 12 ai 14 anni che cercano fumetti non impegnativi e pieni di romanticherie.
E la storia, guarda caso, offre proprio questo: lei è una ragazzina che vive la sua vita nelle routine giornaliera, finché un giorno suo padre, avventuriero ed esploratore, le riporta a casa da uno dei suoi viaggi non una pelliccia o un souvenir esotico, ma bensì un ragazzo in carne ed ossa che proviene dalla giungla. Chino, la nostra lei, si ritroverà così a dover imparare a Hyo (il piccolo Tarzan, per capire) come muoversi e vivere nella civiltà. Pian piano questo piccolo selvaggio si scoprirà essere un ragazzo dolce e gentile che, com'è facile prevedere, ruberà il cuore di Chino.
Certo, logicamente non sarà facile per Chino tenersi stretto Hyo, perché la Andou, pur di allungare un po' il brodo, ha inserito qualche piccolo espediente che creerà scompiglio nella storia, ma nulla di preoccupante o che la coppietta non possa affrontare senza venirne fuori vittoriosa.
La narrazione è abbastanza regolare, senza troppi colpi di scena né grandi scombussolamenti della trama, i personaggi sono caratterizzati il giusto per capire il loro modo di essere, e la storia è abbastanza allegra e scanzonata.
Wild Boy in sé non è un'opera che dà grandi emozioni (anche se nel terzo tankbon un po' di commozione esce fuori) o che lascia chissà quale profondo segno nel lettore, ma di ottimo direi che ha il fatto di essere un'opera adattissima al suo target, che non di dilunga inutilmente (3 tankbon per un'opera di questo genere è il numero perfetto) e soprattutto che per chi cerca un po' di romanticismo è perfetta, perché sotto questo punto di vista può regalare molte emozioni.
Darei un 6 e mezzo, però voglio abbondare e do 7 perché comunque come opera è carina e ottima per riempire due-tre ore estive magari sotto l'ombrellone, e perché è decisamente un lavoro meglio riuscito rispetto a "Zodiac Detective", precedente opera della mangaka. Se magari trovate tutti e tre i numeri a qualche fiera con un prezzo adeguato e cercate storie così io un pensierino ce lo farei.
Io ho letto tutti i volumi e devo dire che è un manga molto carino. Mi piace molto lo stile della mangaka, e dato che adoro gli shojo questo manga mi piace molto! I disegni sono molto "shojo", quindi se vi piacciono gli shojo ve lo consiglio. La trama è abbastanza originale secondo me, un ragazzo che viene dalla giungla va a vivere nella casa di una comune liceale, e così fra i due inizia a nascere qualcosa (questo era ovvio). Non so perché ma dal secondo volume la storia comincia ad annoiarmi. Cioè, può essere interessante per alcuni e per altri no, e io sono una di quelle. Però è una parte importante della storia. Quindi, se siete degli/lle amanti degli shojo ve lo consiglio, però se non volete una storia che vi annoi forse è meglio di no. Ma dura solo tre volumi, quindi tocca a voi decidere!
