Sakuragari - All'ombra del ciliegio
E' stato per me necessario rileggere più volte quest'opera per coglierne il senso più profondo. Un'opera cruda, come afferma lo stesso editore in quarta di copertina, nella quale risulta evidente come l'intento primario di Yuu Watase fosse raccontare una storia di soprusi familiari e tragedie sociali in cui la linea di confine tra il bene e il male è davvero sottile.
Entrambi i personaggi principali sono sfaccettati, complessi, carichi di segreti, sofferenza e rimpianti, e superano rapidamente l'immagine stereotipata che il lettore si crea istintivamente di loro nelle prime pagine del racconto.
Come afferma la stessa autrice nelle note finali, quest'opera non è in alcun caso da considerarsi un BL né uno yaoi. Vi sono sì diverse scene di sesso esplicite, scene che tra l'altro riguardano entrambi i sessi anche se per esigenze di trama e ambientazione i rapporti sono principalmente tra uomini, ma si tratta in verità di un dramma familiare e sociale che tratta diversi temi pesanti tra cui violenza su minore, abuso, sopraffazione, violenza psicologica e sessuale, omicidio, emarginazione sociale.
In questo contesto Soma è vittima, in diversi e terribili modi, prima ancora che carnefice, e Masataka si ritrova ad essere "padrone" dei sentimenti di Soma contro ogni sua stessa previsione. Questo non deve dare però l'impressione che il racconto costituisca una sorta di rivisitazione della sindrome di Stoccolma, tutt'altro. Ad eccezione di una fase intermedia in cui Masataka è costretto a restare vicino a Soma con un ricatto economico, in tutte le altre fasi del loro rapporto Masataka è libero di andarsene e spesso sul punto di farlo, decidendo infine di restare solo quando intravede e decide di indagare le verità nascoste attraverso la coltre fumogena di indifferenza che Soma ha innalzato intorno a sé, travolto dall'abnegazione totale di se stesso.
Una storia di salvezza personale e di incontro di due solitudini che resta però cruda fino alla fine, in cui viene riconosciuto il perdono ai carnefici senza mai negare il male da loro commesso. La commovente scena del rapporto finale tra i due rende evidente il ruolo di Masataka nella salvezza di Soma e quale sia stato il Soma nascosto per tutto il tempo dietro questa coltre fumogena, quel Soma vittima del proprio passato a cui è stato sottoposto da una società che emargina e sevizia i più deboli se manca il coraggio, da parte delle persone intorno a loro, di fornire la protezione di cui hanno bisogno. Una poesia, questa, che Yuu Watase ci accenna già nelle prime tavole ma di cui il lettore e Masataka colgono appieno il senso solo nel finale.
La Complete Edition italiana non rende giustizia al lavoro, per via del formato troppo grande per garantire una lettura agevole e delle tavole ampie nelle quali finiscono per perdersi i particolari, che trovo avrebbero avuto maggiore impatto se compressi nel formato standard del tankobon, ma questa è in definitiva una questione di gusto personale.
Un'opera che non merita nient'altro che l'eccellenza.
Entrambi i personaggi principali sono sfaccettati, complessi, carichi di segreti, sofferenza e rimpianti, e superano rapidamente l'immagine stereotipata che il lettore si crea istintivamente di loro nelle prime pagine del racconto.
Come afferma la stessa autrice nelle note finali, quest'opera non è in alcun caso da considerarsi un BL né uno yaoi. Vi sono sì diverse scene di sesso esplicite, scene che tra l'altro riguardano entrambi i sessi anche se per esigenze di trama e ambientazione i rapporti sono principalmente tra uomini, ma si tratta in verità di un dramma familiare e sociale che tratta diversi temi pesanti tra cui violenza su minore, abuso, sopraffazione, violenza psicologica e sessuale, omicidio, emarginazione sociale.
In questo contesto Soma è vittima, in diversi e terribili modi, prima ancora che carnefice, e Masataka si ritrova ad essere "padrone" dei sentimenti di Soma contro ogni sua stessa previsione. Questo non deve dare però l'impressione che il racconto costituisca una sorta di rivisitazione della sindrome di Stoccolma, tutt'altro. Ad eccezione di una fase intermedia in cui Masataka è costretto a restare vicino a Soma con un ricatto economico, in tutte le altre fasi del loro rapporto Masataka è libero di andarsene e spesso sul punto di farlo, decidendo infine di restare solo quando intravede e decide di indagare le verità nascoste attraverso la coltre fumogena di indifferenza che Soma ha innalzato intorno a sé, travolto dall'abnegazione totale di se stesso.
Una storia di salvezza personale e di incontro di due solitudini che resta però cruda fino alla fine, in cui viene riconosciuto il perdono ai carnefici senza mai negare il male da loro commesso. La commovente scena del rapporto finale tra i due rende evidente il ruolo di Masataka nella salvezza di Soma e quale sia stato il Soma nascosto per tutto il tempo dietro questa coltre fumogena, quel Soma vittima del proprio passato a cui è stato sottoposto da una società che emargina e sevizia i più deboli se manca il coraggio, da parte delle persone intorno a loro, di fornire la protezione di cui hanno bisogno. Una poesia, questa, che Yuu Watase ci accenna già nelle prime tavole ma di cui il lettore e Masataka colgono appieno il senso solo nel finale.
La Complete Edition italiana non rende giustizia al lavoro, per via del formato troppo grande per garantire una lettura agevole e delle tavole ampie nelle quali finiscono per perdersi i particolari, che trovo avrebbero avuto maggiore impatto se compressi nel formato standard del tankobon, ma questa è in definitiva una questione di gusto personale.
Un'opera che non merita nient'altro che l'eccellenza.
Un manga che mi ha davvero stupita. E' una storia bellissima, meravigliosamente disegnata, e con una trama ben articolata e profonda.
E' il primo manga che leggo di Yuu Watase, e devo dire che ora l'ammiro tantissimo. Purtroppo temo non abbia riscosso un grande successo di vendite e la cosa mi rattrista perchè merita davvero. Felice che la Planet Manga si sia spesa molto per la serie, con sovracopertine in rilievo, molto belle, e copertine diverse per ogni fascicolo (tre in totale, è una serie breve). Pagine pulite, senza sbavature, e carta di ottima qualità.
La trama: Siamo nel primo dopoguerra, un giovane ragazzo di nome Tagami Masataka chiede lavoro nella sontuosa villa dei Saiki e lì, sotto uno splendido ciliegio, incontra il Marchese Soma, un giovane dotato di una bellezza che affascina chiunque, risvegliano istinti di brama e possesso.
Il suo passato e il passato di questa famiglia appare da subito assai misterioso e sconcertante. La matrigna del marchesino si era suicidata, e ben presto ci si chiederà chi è la piccola Sakurako, sorella del marchesino e rinchiusa in un magazzino per anni.
Tra Tagami e Soma nasce un sentimento sincero, ma ben presto Tagami scoprirà lentamente l'orrido passato del suo padrone e tentando la fuga, Soma cercherà di legarlo a sè abusando del suo corpo e ricattandolo. E' una trama ricca di colpi di scena, dalle tinte forti (ci sono molte scene di sesso e violenza fisica, infatti il manga è altamente consigliato a un pubblico adulto).
Non consiglio questo manga a tutti. Se siete in cerca di una storia yaoi dolce e smielata, Sakuragari non fa per voi.
I due protagonisti hanno subito indicibili sofferenze, a volte le tavole sono così crude da essere come un pugno nello stomaco.
L'autrice voleva entrare a fondo in questo dolore, espanderlo, e portare i protagonisti a scontrarsi con l'amore, l'affetto, il rimorso, la brama di desiderio, la violenza, l'abuso, l'ossessione morbosa, la possessione, scavando nella loro psiche per portarli a un percorso di crescita.
Le tavole sono molto accurate, dal tratto pulito, e minuziose in ogni dettaglio, sopratutto se si pensa che è anche un manga dal forte fondo storico, e i dettagli qui sono ben delineati e ti aiutano ad immergerti nel secolo trattato. Davvero notevole. Una delizia per gli occhi.
Devo dire che la personalità dei due protagonisti è molto profonda, l'autrice si è spesa molto per narrare il loro passato, le loro paure, i traumi, le sofferenze, il dolore.
In pratica consiglio questa lettura agli amanti del genere yaoi e non, ma delle storie un pò crude, altamente drammatiche, con una buona dose di mistero.
Il 9 è per la trama che mi ha presa fin da subito, e per i disegni, fantastici. Un piccolo gioiellino.
Altamente consigliato!!!!
E' il primo manga che leggo di Yuu Watase, e devo dire che ora l'ammiro tantissimo. Purtroppo temo non abbia riscosso un grande successo di vendite e la cosa mi rattrista perchè merita davvero. Felice che la Planet Manga si sia spesa molto per la serie, con sovracopertine in rilievo, molto belle, e copertine diverse per ogni fascicolo (tre in totale, è una serie breve). Pagine pulite, senza sbavature, e carta di ottima qualità.
La trama: Siamo nel primo dopoguerra, un giovane ragazzo di nome Tagami Masataka chiede lavoro nella sontuosa villa dei Saiki e lì, sotto uno splendido ciliegio, incontra il Marchese Soma, un giovane dotato di una bellezza che affascina chiunque, risvegliano istinti di brama e possesso.
Il suo passato e il passato di questa famiglia appare da subito assai misterioso e sconcertante. La matrigna del marchesino si era suicidata, e ben presto ci si chiederà chi è la piccola Sakurako, sorella del marchesino e rinchiusa in un magazzino per anni.
Tra Tagami e Soma nasce un sentimento sincero, ma ben presto Tagami scoprirà lentamente l'orrido passato del suo padrone e tentando la fuga, Soma cercherà di legarlo a sè abusando del suo corpo e ricattandolo. E' una trama ricca di colpi di scena, dalle tinte forti (ci sono molte scene di sesso e violenza fisica, infatti il manga è altamente consigliato a un pubblico adulto).
Non consiglio questo manga a tutti. Se siete in cerca di una storia yaoi dolce e smielata, Sakuragari non fa per voi.
I due protagonisti hanno subito indicibili sofferenze, a volte le tavole sono così crude da essere come un pugno nello stomaco.
L'autrice voleva entrare a fondo in questo dolore, espanderlo, e portare i protagonisti a scontrarsi con l'amore, l'affetto, il rimorso, la brama di desiderio, la violenza, l'abuso, l'ossessione morbosa, la possessione, scavando nella loro psiche per portarli a un percorso di crescita.
Le tavole sono molto accurate, dal tratto pulito, e minuziose in ogni dettaglio, sopratutto se si pensa che è anche un manga dal forte fondo storico, e i dettagli qui sono ben delineati e ti aiutano ad immergerti nel secolo trattato. Davvero notevole. Una delizia per gli occhi.
Devo dire che la personalità dei due protagonisti è molto profonda, l'autrice si è spesa molto per narrare il loro passato, le loro paure, i traumi, le sofferenze, il dolore.
In pratica consiglio questa lettura agli amanti del genere yaoi e non, ma delle storie un pò crude, altamente drammatiche, con una buona dose di mistero.
Il 9 è per la trama che mi ha presa fin da subito, e per i disegni, fantastici. Un piccolo gioiellino.
Altamente consigliato!!!!
Badate a non sorridere di alcun brano di questa storia. Se cercate un amore idealizzato, quello come le foglie degli alberi, destinato col tempo a scolorire, sbiadire e appassire, allora lasciate perdere. Se cercate quello più vicino alla natura umana, quello come le rocce ai piedi degli alberi, scarsamente visibile, a volte non piacevole, ma necessario, allora dovete leggere quest'opera. O forse no? Difficile capire quanto si avvicini alla realtà, perché Sakuragari è una storia intensa, potente, tragicamente plausibile.
L'autrice, Yuu Watase, si cimenta per la prima volta con un tipo di manga complesso. Lo yaoi è un genere relativamente recente ma che ha profonde radici nella cultura nipponica. Omosessualità e pederastia erano realtà comuni del Giappone feudale, anche se col tempo sono cambiate e continuano ancora a mutare. La Watase in genere si cimenta con opere dal gusto fantasy (non per questo meno intense) mentre qui predilige lo sfondo storico, proprio per cogliere quei profondi cambiamenti e mutamenti che la società giapponese ha affrontato e i drammi di chi ha vissuto (o meglio, subito) quei cambiamenti. Ma la mangaka afferma di voler usare il tema storico e il genere prescelto solo come pretesti per raccontare una buona storia. Il risultato è notevole.
Siamo nel Giappone subito dopo la Grande Guerra, in un periodo in cui il paese viveva grandi mutamenti già fin dai tempi della Restaurazione Meiji. I giapponesi sotto ogni aspetto, dalla cultura, alla politica, all'economia, stavano cercando affannosamente un compromesso fra le tradizioni e le peculiarità del loro passato, e l'occidentalizzazione e la modernizzazione forzate. Inevitabili i conflitti a seguito di tali stravolgimenti. Conflitti di proporzioni nazionali (crisi economica, rivolte sociali) e altri su scala più intima. In questo confuso scenario, si situano le tragedie di due vite. Un giovane di bassa estrazione sociale tenta di conquistarsi un futuro con gli studi, ma un giorno per caso la sua strada si incrocia con quella dell'erede di una potente famiglia di origine aristocratica che cerca di adattarsi al cambiamento entrando nel mondo dell'industria. E' solo l'inizio di un cammino lungo e contorto fatto di bellezza e orrore, di gioia e rancore, di affetto e violenza, di amore e morte. Un cammino che però ha per coronamento una rinascita, nonostante le cicatrici del passato, che non spariscono; soprattutto perché non si vuole che spariscano. Sono ferite troppo profonde. Un male troppo sublime e troppo necessario.
Maestra del tratto come della narrazione, la Watase ci regala uno straordinario affresco di emozioni in un'opera che è difficile catalogare. A metà fra il romanzo di formazione, l'erotico, lo storico, il romantico, questo manga è senza dubbio uno dei migliori prodotti in tutte queste categorie. Disegni eleganti e precisi, che lasciano il lettore incantato e rapito, soprattutto quando il tratto viene usato con raffinata eleganza anche per scene che richiamano la depravazione e il disgusto. Uno stile delicato con l'efferatezza. L'edizione poi è arricchita da tavole a colori se possibile ancor più suggestive e allusive di quelle dei capitoli. Anche le copertine con i petali di ciliegio a rilievo aumentano l'eleganza del tutto.
Per chi era abituato alle opere precedenti dell'autrice questo manga forse sorprenderà. Sakuragari ci ricorda che c'è sempre qualcosa di violento nella bellezza, di capriccioso nell'affetto, di artificioso nella virtù. Ma ci ricorda anche che è tutto parte dell'essere umano: la sua carne e il suo spirito, le sue aspirazioni e le sue fobie, l'angoscia e la pienezza. Ci invita ad abbandonarci alla nostra umanità. Ci ricorda che non possiamo vivere di assoluti, né possiamo vivere senza di essi.
L'autrice, Yuu Watase, si cimenta per la prima volta con un tipo di manga complesso. Lo yaoi è un genere relativamente recente ma che ha profonde radici nella cultura nipponica. Omosessualità e pederastia erano realtà comuni del Giappone feudale, anche se col tempo sono cambiate e continuano ancora a mutare. La Watase in genere si cimenta con opere dal gusto fantasy (non per questo meno intense) mentre qui predilige lo sfondo storico, proprio per cogliere quei profondi cambiamenti e mutamenti che la società giapponese ha affrontato e i drammi di chi ha vissuto (o meglio, subito) quei cambiamenti. Ma la mangaka afferma di voler usare il tema storico e il genere prescelto solo come pretesti per raccontare una buona storia. Il risultato è notevole.
Siamo nel Giappone subito dopo la Grande Guerra, in un periodo in cui il paese viveva grandi mutamenti già fin dai tempi della Restaurazione Meiji. I giapponesi sotto ogni aspetto, dalla cultura, alla politica, all'economia, stavano cercando affannosamente un compromesso fra le tradizioni e le peculiarità del loro passato, e l'occidentalizzazione e la modernizzazione forzate. Inevitabili i conflitti a seguito di tali stravolgimenti. Conflitti di proporzioni nazionali (crisi economica, rivolte sociali) e altri su scala più intima. In questo confuso scenario, si situano le tragedie di due vite. Un giovane di bassa estrazione sociale tenta di conquistarsi un futuro con gli studi, ma un giorno per caso la sua strada si incrocia con quella dell'erede di una potente famiglia di origine aristocratica che cerca di adattarsi al cambiamento entrando nel mondo dell'industria. E' solo l'inizio di un cammino lungo e contorto fatto di bellezza e orrore, di gioia e rancore, di affetto e violenza, di amore e morte. Un cammino che però ha per coronamento una rinascita, nonostante le cicatrici del passato, che non spariscono; soprattutto perché non si vuole che spariscano. Sono ferite troppo profonde. Un male troppo sublime e troppo necessario.
Maestra del tratto come della narrazione, la Watase ci regala uno straordinario affresco di emozioni in un'opera che è difficile catalogare. A metà fra il romanzo di formazione, l'erotico, lo storico, il romantico, questo manga è senza dubbio uno dei migliori prodotti in tutte queste categorie. Disegni eleganti e precisi, che lasciano il lettore incantato e rapito, soprattutto quando il tratto viene usato con raffinata eleganza anche per scene che richiamano la depravazione e il disgusto. Uno stile delicato con l'efferatezza. L'edizione poi è arricchita da tavole a colori se possibile ancor più suggestive e allusive di quelle dei capitoli. Anche le copertine con i petali di ciliegio a rilievo aumentano l'eleganza del tutto.
Per chi era abituato alle opere precedenti dell'autrice questo manga forse sorprenderà. Sakuragari ci ricorda che c'è sempre qualcosa di violento nella bellezza, di capriccioso nell'affetto, di artificioso nella virtù. Ma ci ricorda anche che è tutto parte dell'essere umano: la sua carne e il suo spirito, le sue aspirazioni e le sue fobie, l'angoscia e la pienezza. Ci invita ad abbandonarci alla nostra umanità. Ci ricorda che non possiamo vivere di assoluti, né possiamo vivere senza di essi.
<b>Attenzione, contiene spoiler</b>
Sakuragari è un manga di Yuu Watase, il suo primo di genere yaoi, anche se quest'ultimo è solo un diamante sulla preziosa corona che rappresenta quest'opera.
La storia è ambientata in Giappone nel 1920, nel dopoguerra, un periodo in bilico tra modernità e tradizione. Il diciassettenne Masataka lascia il suo paesino di campagna per andare a Tokyo a ricerca di se stesso. Ragazzo intelligente e volenteroso, viene assunto come domestico per pagarsi gli studi nella casa di un marchese molto ricco. All'ombra di un ciliegio incontra il figlio del nobile, Souma Saiki, un ragazzo dalla bellezza mozzafiato che travalica quella maschile come quella femminile. È un ragazzo inquieto, soprannominato "bambola occidentale", ed è considerato portatore di sciagure perché da quando arrivato nella famiglia sono accadute diverse disgrazie.
Masataka riesce, con la sua purezza, a scalfire il cuore impenetrabile di Souma. Ben presto però il lettore scoprirà che dietro a quella famiglia si nascondono segreti inconfessabili. Souma ha diversi amanti, due dei quali muoiono in circostanze misteriose dopo essere stati lasciati. La stessa matrigna di Souma è morta, anche lei suicida, dieci anni prima, e dopo poco tempo la sorellina muore di malattia. Proprio quest'ultima, scoprirà Masataka, ha vissuto gli ultimi nove anni rinchiusa in un magazzino per volere del padre. È a causa delle sue parole che Masataka scoprirà in quello stesso magazzino un baule pieno di foto che ritraggono Souma avere rapporti sessuali con diversi/e amanti. Così alla fine del primo volume Souma stupra Masataka, per legarlo definitivamente a lui.
La storia di "Sakuragari", almeno in questo primo volume, è molto appassionante. Diversi misteri si nascondono dietro alla famiglia Saiki, in particolare dietro a Souma, all'inquietante sorella (?) e alla misteriosa serie di suicidi di persone legate a loro. I personaggi hanno una buona caratterizzazione, i protagonisti anche se molto diversi sono in qualche modo attratti l'uno dall'altro. Masataka è un ragazzo puro e innocente, desideroso di affetto. Souma è abituato a vedere le persone perdere il controllo davanti alla sua bellezza, il solo modo che conosce per legare qualcuno a se è il sesso.
Oltre alla storia sono rimasta incantata dai disegni: eccelsi, delicati e graffianti al contempo. Uno stile di disegno che già apprezzavo, ma che posso finalmente dire maturo, impeccabile. Le inquadrature trasmettono l'intensità dei personaggi e ogni dettaglio sembra essere studiato in modo maniacale.
Do un 8 pieno a questo manga, piena di aspettative per la lettura degli altri due volumi. Se questi manterranno lo splendore del primo allora lo alzerò con soddisfazione.
Sakuragari è un manga di Yuu Watase, il suo primo di genere yaoi, anche se quest'ultimo è solo un diamante sulla preziosa corona che rappresenta quest'opera.
La storia è ambientata in Giappone nel 1920, nel dopoguerra, un periodo in bilico tra modernità e tradizione. Il diciassettenne Masataka lascia il suo paesino di campagna per andare a Tokyo a ricerca di se stesso. Ragazzo intelligente e volenteroso, viene assunto come domestico per pagarsi gli studi nella casa di un marchese molto ricco. All'ombra di un ciliegio incontra il figlio del nobile, Souma Saiki, un ragazzo dalla bellezza mozzafiato che travalica quella maschile come quella femminile. È un ragazzo inquieto, soprannominato "bambola occidentale", ed è considerato portatore di sciagure perché da quando arrivato nella famiglia sono accadute diverse disgrazie.
Masataka riesce, con la sua purezza, a scalfire il cuore impenetrabile di Souma. Ben presto però il lettore scoprirà che dietro a quella famiglia si nascondono segreti inconfessabili. Souma ha diversi amanti, due dei quali muoiono in circostanze misteriose dopo essere stati lasciati. La stessa matrigna di Souma è morta, anche lei suicida, dieci anni prima, e dopo poco tempo la sorellina muore di malattia. Proprio quest'ultima, scoprirà Masataka, ha vissuto gli ultimi nove anni rinchiusa in un magazzino per volere del padre. È a causa delle sue parole che Masataka scoprirà in quello stesso magazzino un baule pieno di foto che ritraggono Souma avere rapporti sessuali con diversi/e amanti. Così alla fine del primo volume Souma stupra Masataka, per legarlo definitivamente a lui.
La storia di "Sakuragari", almeno in questo primo volume, è molto appassionante. Diversi misteri si nascondono dietro alla famiglia Saiki, in particolare dietro a Souma, all'inquietante sorella (?) e alla misteriosa serie di suicidi di persone legate a loro. I personaggi hanno una buona caratterizzazione, i protagonisti anche se molto diversi sono in qualche modo attratti l'uno dall'altro. Masataka è un ragazzo puro e innocente, desideroso di affetto. Souma è abituato a vedere le persone perdere il controllo davanti alla sua bellezza, il solo modo che conosce per legare qualcuno a se è il sesso.
Oltre alla storia sono rimasta incantata dai disegni: eccelsi, delicati e graffianti al contempo. Uno stile di disegno che già apprezzavo, ma che posso finalmente dire maturo, impeccabile. Le inquadrature trasmettono l'intensità dei personaggi e ogni dettaglio sembra essere studiato in modo maniacale.
Do un 8 pieno a questo manga, piena di aspettative per la lettura degli altri due volumi. Se questi manterranno lo splendore del primo allora lo alzerò con soddisfazione.
Nella vita non sono solito dare dei voti assoluti - dieci nel nostro caso - perché ciò significherebbe la rappresentazione della perfezione. Questo titolo, tuttavia, potrebbe essere un candidato a tale premio.
“Sakuragari” narra di un giovane ragazzo che, cercando la propria strada, il proprio "io", incontra e si scontra con i problemi che scopriremo essere dettati da un passato sofferto e difficile. È probabilmente questo il suo punto di forza, la crescita interiore del protagonista (narratore durante i tre volumi) e, grazie a lui, una maturazione di tutti i personaggi che lo circondano.
Una storia di violenze, tradimenti e d'amore profondo, ma non puramente nel senso carnale: si tratta dell'amore per la vita, per ciò che abbiamo e non per tutto quello di cui difettiamo.
L'amore per la nostra persona che ci spinge a confrontarci con gli altri per comprendere meglio ciò che si cela nel cuore di chi ci è vicino, rinunciando a quell'egoismo che caratterizza l'essere umano.
“Sakuragari” è un titolo molto profondo, che tende dapprima a narrare una storia, ma in fondo è più un documentario - come suggerisce la Watase nella postfazione - che serve a chi lo legge per comprendere meglio determinati avvenimenti, specialmente a carattere storico.
Perché “Sakuragari” è anche questo; una rappresentazione di ciò che è o potrebbe essere stato. Per scrivere questa storia sono stati necessari tempo e studi mirati per parlare di un periodo storico nel quale il Giappone attraversava dei momenti bui nel rispetto della vita e dei minori in particolare.
Dal punto di vista tecnico, l'arte ed il disegno sono ineccepibili, illustrazioni estremamente pulite e precise, cariche di dettagli. Uno dei punti forti risiede nell'espressività, basta uno sguardo a far comprendere cosa stia provando quella determinata persona, quasi prendesse vita e ci stesse guardando dritto negli occhi, nell'anima.
L'edizione della Planet Manga è "di lusso", come usiamo definirla oggi, ma vale ogni centesimo che costa. Nota sorprendente sono le sovraccoperte, con i petali di ciliegio in rilievo.
Non mi sento di consigliare “Sakuragari” a tutti. È una storia che necessita di una maturità mentale per essere compresa appieno e di uno spirito forte per sopportare delle violenze (psicologiche e fisiche) che finiscono per colpire il lettore come un pugno allo stomaco.
Non fatevi ingannare dalla targa "yaoi", perché sì è vero che sono presenti scene ed atti omosessuali, ma non portano turbamenti eccessivi.
Sento di poter fare quest'affermazione essendo io stesso alla prima esperienza con una storia di questo genere.
Si tratta comunque di una storia per adulti come giustamente è indicato sul retro dei volumi, quindi ognuno di noi ha gli elementi giusti per prendere una decisione adeguata.
“Sakuragari” narra di un giovane ragazzo che, cercando la propria strada, il proprio "io", incontra e si scontra con i problemi che scopriremo essere dettati da un passato sofferto e difficile. È probabilmente questo il suo punto di forza, la crescita interiore del protagonista (narratore durante i tre volumi) e, grazie a lui, una maturazione di tutti i personaggi che lo circondano.
Una storia di violenze, tradimenti e d'amore profondo, ma non puramente nel senso carnale: si tratta dell'amore per la vita, per ciò che abbiamo e non per tutto quello di cui difettiamo.
L'amore per la nostra persona che ci spinge a confrontarci con gli altri per comprendere meglio ciò che si cela nel cuore di chi ci è vicino, rinunciando a quell'egoismo che caratterizza l'essere umano.
“Sakuragari” è un titolo molto profondo, che tende dapprima a narrare una storia, ma in fondo è più un documentario - come suggerisce la Watase nella postfazione - che serve a chi lo legge per comprendere meglio determinati avvenimenti, specialmente a carattere storico.
Perché “Sakuragari” è anche questo; una rappresentazione di ciò che è o potrebbe essere stato. Per scrivere questa storia sono stati necessari tempo e studi mirati per parlare di un periodo storico nel quale il Giappone attraversava dei momenti bui nel rispetto della vita e dei minori in particolare.
Dal punto di vista tecnico, l'arte ed il disegno sono ineccepibili, illustrazioni estremamente pulite e precise, cariche di dettagli. Uno dei punti forti risiede nell'espressività, basta uno sguardo a far comprendere cosa stia provando quella determinata persona, quasi prendesse vita e ci stesse guardando dritto negli occhi, nell'anima.
L'edizione della Planet Manga è "di lusso", come usiamo definirla oggi, ma vale ogni centesimo che costa. Nota sorprendente sono le sovraccoperte, con i petali di ciliegio in rilievo.
Non mi sento di consigliare “Sakuragari” a tutti. È una storia che necessita di una maturità mentale per essere compresa appieno e di uno spirito forte per sopportare delle violenze (psicologiche e fisiche) che finiscono per colpire il lettore come un pugno allo stomaco.
Non fatevi ingannare dalla targa "yaoi", perché sì è vero che sono presenti scene ed atti omosessuali, ma non portano turbamenti eccessivi.
Sento di poter fare quest'affermazione essendo io stesso alla prima esperienza con una storia di questo genere.
Si tratta comunque di una storia per adulti come giustamente è indicato sul retro dei volumi, quindi ognuno di noi ha gli elementi giusti per prendere una decisione adeguata.
Attenzione: la seguente recensione potrebbe contenere eventuali spoiler!
"E' bellissimo".
E' stato il primo pensiero che mi è passato per la mente non appena ho finito di leggere il primo volume di quest'opera contenuta in tre volumi pienissimi.
Ordunque, c'è da dire che avevo letto Sakuragari molto tempo prima, ancora sotto forma di scans inglesi, per cui a dir la verità (forse perché non mi ero soffermata più di tanto né sulla storia, né sui disegni, troppo immatura quale ero) l'avevo considerata all'epoca forse la peggiore opera della Watase-sensei, fatta solo di cose orribili, di scenari tetri e di situazioni inimmaginabili.
Ora, più matura e notevolmente più capace di comprendere il valore delle cose, mi sento di rivalutarla in pieno attribuendole (a mio parere) forse il titolo di migliore opera in assoluto della autrice.
Da dove cominciare?
Ok, partiamo dai disegni, forse punto più semplice per me da esprimere in poche, semplici, parole: sublimi. Conosciamo tutti il tratto della sensei. E' uno dei migliori tratti che l'Italia a mio parere abbia mai conosciuto e quindi non c'è assolutamente da meravigliarsi se i disegni, così lineari, cristallini e limpidi risulteranno piacevoli. Quello che veramente mi ha lasciata di stucco in Sakuragari è stato forse questo tratto così preciso, quasi varcante la perfezione. Quando sfogliavo le pagine di Sakuragari, non mi sembrava di star leggendo un manga, ma di guardare una serie di fotografie rimodellate in modo da essere inserite nel tomo. Le espressioni dei personaggi, le reazioni, i movimenti, la precisione nei dettagli di poca importanza come capelli, vestiti, luoghi, atmosfera... "No, non è un semplice manga. Questo è un vero e proprio film. Mi risucchierà e mi ritroverò ai tempi di Masataka e di Soma": lo pensavo veramente mentre andavo avanti nella storia. Dei disegni così perfetti e così accorti da travolgerti in pieno, facendoti sembrare tu stesso lettore parte integrante della storia, quasi come se facessi parte dello stesso scenario dei personaggi, quasi come se potessi interagire con loro... Una sensazione davvero strana ed al tempo stesso travolgente.
Passiamo ai dialoghi e alla storia: di indubbio scenario storico (a cui l'autrice ha dedicato parecchia e meritevole attenzione e cura) Sakuragari indossa le vesti di una storia triste, passionale e ossessiva di due protagonisti principali coinvolti nelle vicissitudini di un mondo crudele e di verità spietate.
Non mi soffermerò a raccontare la trama, spiegata ampiamente e in modo del tutto soddisfacente dal sito e da alcuni altri recensori, ma mi limiterò a guardarla dall'esterno.
Sakuragari non è un semplice yaoi: uno di quei manga in cui il rapporto carnale tra i due personaggi è la cosa, se vogliamo, fondamentale a cui aspirano i lettori e a cui poi la trama fa da cornice, per rendere, chissà, il manga più interessante o per non farlo concludere con qualche scialbo bacio, qualche carezza, o qualcosa in più.
Il rapporto carnale tra Masataka e Soma non è che un necessario anello che serve per costruire e mandare avanti la trama principale: quella, per l'appunto, dell'amore che "veste i panni dell'ossessione e sottomissione", serve per dimostrare che il povero Souma non conosce altra forma d'amore se non quella che tutti quelli che lo avevano da sempre circondato gli avevano dimostrato.
L'amore che da sempre in tutti gli anime e i manga che ho letto sino ad ora veste i panni di un sentimento candido, puro, che rende migliore le persone e che da loro forza, qui assume toni tetri e pesanti: l'amore è quasi una forma di costrizione, di gabbia che tiene rinchiusi. L'amore può portare al dolore, alla pazzia e.... anche alla morte.
Ma anche se indubbiamente il manga porterà ben pochi sorrisi al lettore, esso gli regalerà altre cose: la verità. Perché sì, è inutile prendersi in giro: l'amore non è fatto solo di belle cose. L'amore non sono solo baci, carezze, sorrisi e divertimento. L'amore può essere doloroso, può essere non ricambiato e può portare tristezza.
Questo manga volta il tema dell'amore come un calzino, mostrando al lettore sì la faccia gentile e puro dell'amore, ma anche quello oscuro di questo sentimento, che quasi mai nei manga viene uscito fuori. Questo manga dimostra come l'odio può divenire amore e come l'amore si tramuta in odio e come questi sentimenti, in fin dei conti, sembrano all'apparenza tanto diversi, ma quanto invero siano simili al punto tale da riuscire persino a confonderli tra loro.
Sakuragari. Un'opera che mi ha cambiata profondamente dopo averla letta. Un'opera che mi ha fatta maturare, da un certo punto di vista. Un'opera sublime, vera, profonda, triste, malinconica, ma che ha in sé la voglia di cambiare, di fare proprio tutto il dolore di questo mondo e tramutarlo in forza che permette di andare avanti e di cambiare. Perché cambiare non è impossibile. Perché cambiare e trovare la forza di perdonare e di far trionfare la vita sulla morte è "la cosa più bella che si possa mai vedere".
Con queste parole Souma chiude il terzo tomo di questa magnifica opera e con queste parole chiudo anch'io questa recensione.
Spero vivamente che tutte le persone che leggeranno questa recensione, donne o uomini che siano, a prescindere dal tema omosessuale della storia, leggano questo manga. Perché il vero tema di questo manga è l'amore come sentimento, incurante che l'altra persona sia un uomo o una donna. Souma si innamora di Masataka per la persona che è, non per il fatto che sia un uomo! Donna o uomo, in quest'opera non ha affatto importanza. Ciò che contano sono i sentimenti e la psicologia dei personaggi in tutte le loro minime sfaccettature. Quindi consiglio a tutti di leggere questo manga!
Perché questo manga ha da insegnare tante cose a tante persone, che forse leggendolo, potrebbero cambiare e - perché no? - forse anche migliorare.
"E' bellissimo".
E' stato il primo pensiero che mi è passato per la mente non appena ho finito di leggere il primo volume di quest'opera contenuta in tre volumi pienissimi.
Ordunque, c'è da dire che avevo letto Sakuragari molto tempo prima, ancora sotto forma di scans inglesi, per cui a dir la verità (forse perché non mi ero soffermata più di tanto né sulla storia, né sui disegni, troppo immatura quale ero) l'avevo considerata all'epoca forse la peggiore opera della Watase-sensei, fatta solo di cose orribili, di scenari tetri e di situazioni inimmaginabili.
Ora, più matura e notevolmente più capace di comprendere il valore delle cose, mi sento di rivalutarla in pieno attribuendole (a mio parere) forse il titolo di migliore opera in assoluto della autrice.
Da dove cominciare?
Ok, partiamo dai disegni, forse punto più semplice per me da esprimere in poche, semplici, parole: sublimi. Conosciamo tutti il tratto della sensei. E' uno dei migliori tratti che l'Italia a mio parere abbia mai conosciuto e quindi non c'è assolutamente da meravigliarsi se i disegni, così lineari, cristallini e limpidi risulteranno piacevoli. Quello che veramente mi ha lasciata di stucco in Sakuragari è stato forse questo tratto così preciso, quasi varcante la perfezione. Quando sfogliavo le pagine di Sakuragari, non mi sembrava di star leggendo un manga, ma di guardare una serie di fotografie rimodellate in modo da essere inserite nel tomo. Le espressioni dei personaggi, le reazioni, i movimenti, la precisione nei dettagli di poca importanza come capelli, vestiti, luoghi, atmosfera... "No, non è un semplice manga. Questo è un vero e proprio film. Mi risucchierà e mi ritroverò ai tempi di Masataka e di Soma": lo pensavo veramente mentre andavo avanti nella storia. Dei disegni così perfetti e così accorti da travolgerti in pieno, facendoti sembrare tu stesso lettore parte integrante della storia, quasi come se facessi parte dello stesso scenario dei personaggi, quasi come se potessi interagire con loro... Una sensazione davvero strana ed al tempo stesso travolgente.
Passiamo ai dialoghi e alla storia: di indubbio scenario storico (a cui l'autrice ha dedicato parecchia e meritevole attenzione e cura) Sakuragari indossa le vesti di una storia triste, passionale e ossessiva di due protagonisti principali coinvolti nelle vicissitudini di un mondo crudele e di verità spietate.
Non mi soffermerò a raccontare la trama, spiegata ampiamente e in modo del tutto soddisfacente dal sito e da alcuni altri recensori, ma mi limiterò a guardarla dall'esterno.
Sakuragari non è un semplice yaoi: uno di quei manga in cui il rapporto carnale tra i due personaggi è la cosa, se vogliamo, fondamentale a cui aspirano i lettori e a cui poi la trama fa da cornice, per rendere, chissà, il manga più interessante o per non farlo concludere con qualche scialbo bacio, qualche carezza, o qualcosa in più.
Il rapporto carnale tra Masataka e Soma non è che un necessario anello che serve per costruire e mandare avanti la trama principale: quella, per l'appunto, dell'amore che "veste i panni dell'ossessione e sottomissione", serve per dimostrare che il povero Souma non conosce altra forma d'amore se non quella che tutti quelli che lo avevano da sempre circondato gli avevano dimostrato.
L'amore che da sempre in tutti gli anime e i manga che ho letto sino ad ora veste i panni di un sentimento candido, puro, che rende migliore le persone e che da loro forza, qui assume toni tetri e pesanti: l'amore è quasi una forma di costrizione, di gabbia che tiene rinchiusi. L'amore può portare al dolore, alla pazzia e.... anche alla morte.
Ma anche se indubbiamente il manga porterà ben pochi sorrisi al lettore, esso gli regalerà altre cose: la verità. Perché sì, è inutile prendersi in giro: l'amore non è fatto solo di belle cose. L'amore non sono solo baci, carezze, sorrisi e divertimento. L'amore può essere doloroso, può essere non ricambiato e può portare tristezza.
Questo manga volta il tema dell'amore come un calzino, mostrando al lettore sì la faccia gentile e puro dell'amore, ma anche quello oscuro di questo sentimento, che quasi mai nei manga viene uscito fuori. Questo manga dimostra come l'odio può divenire amore e come l'amore si tramuta in odio e come questi sentimenti, in fin dei conti, sembrano all'apparenza tanto diversi, ma quanto invero siano simili al punto tale da riuscire persino a confonderli tra loro.
Sakuragari. Un'opera che mi ha cambiata profondamente dopo averla letta. Un'opera che mi ha fatta maturare, da un certo punto di vista. Un'opera sublime, vera, profonda, triste, malinconica, ma che ha in sé la voglia di cambiare, di fare proprio tutto il dolore di questo mondo e tramutarlo in forza che permette di andare avanti e di cambiare. Perché cambiare non è impossibile. Perché cambiare e trovare la forza di perdonare e di far trionfare la vita sulla morte è "la cosa più bella che si possa mai vedere".
Con queste parole Souma chiude il terzo tomo di questa magnifica opera e con queste parole chiudo anch'io questa recensione.
Spero vivamente che tutte le persone che leggeranno questa recensione, donne o uomini che siano, a prescindere dal tema omosessuale della storia, leggano questo manga. Perché il vero tema di questo manga è l'amore come sentimento, incurante che l'altra persona sia un uomo o una donna. Souma si innamora di Masataka per la persona che è, non per il fatto che sia un uomo! Donna o uomo, in quest'opera non ha affatto importanza. Ciò che contano sono i sentimenti e la psicologia dei personaggi in tutte le loro minime sfaccettature. Quindi consiglio a tutti di leggere questo manga!
Perché questo manga ha da insegnare tante cose a tante persone, che forse leggendolo, potrebbero cambiare e - perché no? - forse anche migliorare.
“Sakuragari” è il primo manga con protagonisti omosessuali di Yuu Watase.
Come scrive l'autrice stessa, l'idea di base l'aveva avuta molto tempo prima, ma per diversi motivi non era mai riuscita a concretizzarla, fino ad oggi. E meno male che ha deciso di portare a termine questo progetto, perché questa miniserie è davvero meravigliosa.
La ricerca storica fatta sul periodo Taisho è davvero notevole, e anche il tratto è funzionale alla storia e all'ambientazione.
Mi sono sempre piaciute le sue opere, però quest'ultima è davvero ben realizzata. La trama è intricata e coinvolgente, il disegno è curato e pulito, e le scene di sesso non sono mai messe a caso, anzi trovo che siano molto sensuali, grazie anche al fatto che i personaggi maschili della Watase sono sempre bellissimi (c'è poco da fare, ha sempre disegnato meglio gli uomini).
L'unico neo, se vogliamo trovarne uno, sta nel finale, che può essere letto in vari modi; forse era proprio questo l'intento, però a me ha lasciato un certo senso di incompiutezza, per questo non ho dato il 10 pieno.
In ogni caso, se vi piace il genere, ma anche se volete riscoprire nuovamente un'autrice al di fuori dei suoi soliti schemi, vi consiglio di leggerlo subito.
L'edizione nostrana poi è di tutto rispetto, finalmente la Planet Manga si è data da fare.
Come scrive l'autrice stessa, l'idea di base l'aveva avuta molto tempo prima, ma per diversi motivi non era mai riuscita a concretizzarla, fino ad oggi. E meno male che ha deciso di portare a termine questo progetto, perché questa miniserie è davvero meravigliosa.
La ricerca storica fatta sul periodo Taisho è davvero notevole, e anche il tratto è funzionale alla storia e all'ambientazione.
Mi sono sempre piaciute le sue opere, però quest'ultima è davvero ben realizzata. La trama è intricata e coinvolgente, il disegno è curato e pulito, e le scene di sesso non sono mai messe a caso, anzi trovo che siano molto sensuali, grazie anche al fatto che i personaggi maschili della Watase sono sempre bellissimi (c'è poco da fare, ha sempre disegnato meglio gli uomini).
L'unico neo, se vogliamo trovarne uno, sta nel finale, che può essere letto in vari modi; forse era proprio questo l'intento, però a me ha lasciato un certo senso di incompiutezza, per questo non ho dato il 10 pieno.
In ogni caso, se vi piace il genere, ma anche se volete riscoprire nuovamente un'autrice al di fuori dei suoi soliti schemi, vi consiglio di leggerlo subito.
L'edizione nostrana poi è di tutto rispetto, finalmente la Planet Manga si è data da fare.
Diciamo che parte bene, più che bene, buoni personaggi, buon intreccio di situazioni e relazioni, un'ambientazione curata e bei disegni.
Ma poi si direbbe che l'autrice si sia fatta prendere un po' la mano. La storia inizia ad andare all'eccesso, la morbosità s'infittisce sempre di più e il finale ambiguo non aiuta. Trovo che alla fine abbia un po' esagerato sia con la violenza che con gli intrighi. L'atmosfera (e la lettura) si fa decisamente pesante, e la conclusione aperta-o-forse-no un po' irrita.
Un peccato perché poteva diventare il mio manga Watase preferito.
Ma poi si direbbe che l'autrice si sia fatta prendere un po' la mano. La storia inizia ad andare all'eccesso, la morbosità s'infittisce sempre di più e il finale ambiguo non aiuta. Trovo che alla fine abbia un po' esagerato sia con la violenza che con gli intrighi. L'atmosfera (e la lettura) si fa decisamente pesante, e la conclusione aperta-o-forse-no un po' irrita.
Un peccato perché poteva diventare il mio manga Watase preferito.
Questo è il manga di genere yaoi più bello e profondo che abbia mai letto. Solitamente questo genere non ha una trama profonda ma Yuu Watase, l'autrice, affermatasi grazie a opere quali Fushigi Yugi e Ayashi no Ceres - dove però tratta un amore adolescenziale, non così maturo -, accompagna bei disegni e personaggi ben caratterizzati a una trama cupa che coinvolge e incuriosisce fino alla fine.
Metto solo 9 per un mio capriccio perché non amo in modo particolare questo genere e anche perché, a mio parere, il finale non è ben delineato.
Metto solo 9 per un mio capriccio perché non amo in modo particolare questo genere e anche perché, a mio parere, il finale non è ben delineato.
"Se avessi potuto ammirare insieme a te
i fiori dei ciliegi di montagna
finanche per un breve, fugace attimo,
ugualmente mi avrebbe lacerato
la brama di te?"
"Sakuragari - All'ombra del ciliegio" è il primo manga di genere yaoi della celeberrima Yuu Watase, autrice nota al grande pubblico per opere shoujo quali "Fushigi Yugi"e "Ayashi no Ceres".
Con questa storia la mangaka si cimenta per la prima volta in un'opera cruda e adulta, decisamente lontana dai canoni e dalle tematiche che hanno caratterizzato i suoi precedenti lavori, quelli che ne hanno decretato la fama e il successo.
La trama: Giappone, 1920 (nono anno del periodo Taisho). In un'epoca in bilico tra modernità e tradizione, il giovane Masataka lascia il suo paesino di campagna per trasferirsi a Tokyo, con l'intento di entrare nella prestigiosa università della capitale.
Per una serie di motivi del tutto casuali, il ragazzo si ritrova a lavorare per la nobile famiglia Saiki, diventando il servitore personale del giovane signore del casato: Souma Saiki.
Tra i due si instaura immediatamente un rapporto di amicizia e affetto fraterno, difatti Masataka vede in Souma una sorta di fratello maggiore ideale, un esempio da seguire e una persona da ammirare.
Mano a mano che la loro conoscenza va avanti, i sentimenti del ragazzo crescono, e il giovane signore diventa per lui una persona da salvare e proteggere da quel velo di tristezza che spesso accompagna i suoi sorrisi. Dal canto suo Souma ricambia totalmente l'affetto di Masataka, prendendosene cura come se fosse il suo stesso fratello.
L'idillio però dura ben poco; casa Saiki nasconde una serie di inquietanti misteri, primo fra tutti il suicidio della madre di Souma, avvenuto quando quest'ultimo era ancora bambino. Inoltre, in un magazzino a ridosso della residenza principale, vive in isolamento e in gran segreto un altro membro della famiglia. A causa di alcuni avvenimenti la situazione precipita e inizia una relazione di totale sottomissione fisica e psicologica del ragazzino nei confronti del giovane signore, che culminerà in un finale commovente e poetico.
Anche se questo è il suo primo manga di genere yaoi, Yuu Watase riesce a creare un'opera splendida sotto ogni punto di vista, a partire dai disegni che qui raggiungono il suo picco estetico (già evidente in "Fushigi Yugi: Genbu gaiden").
Il tratto è quello a cui la mangaka ci ha abituati: linee sinuose, cura dei dettagli e corpi dei personaggi dalle forme eleganti e di una morbidezza tale che sembra possibile poter toccare con mano. La sua abilità nel tratteggiare i corpi ci permette di distinguere immediatamente quello adulto e sessualmente maturo di Souma da quello ancora acerbo e casto di Masataka.
L'autrice, conscia della capacità espressiva di cui è pregno il suo tratto, non raramente preferisce affidarsi alle immagini anziché ai dialoghi per far parlare i suoi personaggi, lasciando intere tavole prive di parole, facendo sì che i personaggi comunichino unicamente attraverso le loro espressioni facciali portate in primo piano. Bellissimi anche i maestosi alberi di ciliegio, elemento simbolo della storia. È immediatamente evidente che Yuu Watase abbia studiato a fondo usi e costumi dell'epoca, specie per quanto riguarda l'architettura degli edifici, l'arredamento e l'abbigliamento dei personaggi, sempre curato in ogni dettaglio.
"Sakuragari - All'ombra del ciliegio" però non è solo bei disegni, difatti a questi si accosta una trama profonda, crudele, delicata e violenta allo stesso tempo.
I due protagonisti hanno personalità molto forti e ben delineate: Masataka è un ragazzo che ha vissuto molte sofferenze ma nonostante questo guarda alla vita con ottimismo, si dà molto da fare, non dimentica mai di sorridere e cerca di tirare su di morale e di aiutare tutti quelli che gli stanno accanto. Souma invece è una persona molto cupa, triste, dolce ma al contempo inquietante. È un ragazzo bellissimo, soprannominato "La bambola occidentale" grazie alla bellezza dei tratti femminei ed europei ereditati dalla madre. La storia prende piede proprio a partire dall'incontro di due esistenze totalmente diverse, e si sviluppa nel momento in cui il desiderio di amore di uno dei due diventa un oscuro insieme di emozioni contrastanti e inarrestabili, trasformando così l'affetto in un morboso desiderio di possessione e coercizione ai danni dell'altro. Quando nell'animo di Souma la sofferenza patita per anni e l'incapacità di esprimere con semplicità e purezza i propri sentimenti collidono, Masataka diventa vittima di un amore che non conosce altro modo per esprimersi, che non lascia spazio alla tenerezza e alla comprensione, che vive e prospera solo grazie al dolore e alla sofferenza. La maestria narrativa della Watase però consiste nel porre delle basi ben studiate al contorto sentimento d'amore dei due protagonisti, il cui dolore nasce da una matrice comune: la mancanza dell'affetto materno e la ricerca disperata di un amore che possa colmare quel vuoto.
Il rapporto schiavo-padrone che Souma impone con la forza su Masataka è espressione di un bisogno d'amore contorto e disperato. Pur consapevole del dolore inflitto al giovane amato, pur sapendo che le sue azioni non saranno mai perdonate, Souma non riesce a fermare l'oscuro desiderio, indulgendo in una spirale di dolore distruttiva per entrambi. Masataka invece cerca di sfuggire a tale sofferenza, ma anche nel momento di dolore più estremo non riesce ad abbandonare il giovane padrone; intrappolato in una sorta di "Sindrome di Stoccolma", la vittima non riesce ad allontanarsi dal suo aguzzino, non perché trovi piacere in quella sofferenza, ma perché la tangibile e palpabile sofferenza di Souma è specchio dello stesso dolore che Masataka porta con sé, un dolore dal quale non è mai riuscito ad affrancarsi.
Se Masataka è agli occhi di Souma l'unico squarcio di amore vero e purezza mai avuto in vita, per contrasto Souma è agli occhi del ragazzo il riflesso delle pene e della tristezza della sua stessa esistenza. Il binomio amore/dolore viene espresso attraverso queste due fragili figure che si esprimono, si toccano, si avvicinano e si allontanano nell'unico modo a loro conosciuto, ma con il desiderio di riuscire ad esprimere la gentilezza e l'affetto troppo a lungo celati nei loro animi.
Anche se la storia ruota fondamentalmente attorno ai due protagonisti di cui sopra, altre figure importanti giocano il loro ruolo nello svolgimento delle vicende, laddove anche il personaggio apparentemente più insignificante viene caratterizzato nella sua psicologia con cura e dedizione. Se l'amore romantico può essere considerato il punto focale della storia, non bisogna dimenticare che ad esso vi si affiancano altri tipi di amore, primo tra tutti quello tra madre e figlio, a cui fanno seguito l'amore tra moglie e marito e quello tra fratelli. I sentimenti di amore e affetto sono quindi inquadrati in un'ottica a 360°, come a voler dire che il modo in cui siamo amati dalla nostra famiglia influenza fortemente il modo in cui ameremo tutte le altre persone.
Leggendo la postfazione dell'autrice si intuisce un grande amore per l'opera e per le sue tematiche, nonché tutte le difficoltà affrontate durante il percorso creativo.
Yuu Watase si approccia per la prima volta al mondo dello yaoi grazie a questo manga, con professionalità, passione e dedizione, ottenendo un risultato degno della sua grande fama; una storia come "Sakuragari - All'ombra del ciliegio" non poteva essere raccontata da chiunque, solo un'autrice capace di mettersi in gioco avrebbe potuto riuscire nell'impresa di cimentarsi in un genere a lei del tutto estraneo, affrontando tematiche che vanno al di la del semplice amore, evitando al contempo di cadere nella trappola della semplificazione e dei cliché. Allontanandosi dai suo stessi canoni narrativi e discostandosi da quelli del genere a cui andava ad approcciarsi, l'autrice ha dato prova di grande coraggio e bravura.
Planet Manga ci offre al prezzo di 7,90€ un'edizione lussuosa: la sovraccoperta seppur non cartonata è abbastanza spessa e presenta in rilievo i disegni dei petali. Seppur le dimensioni dell'albo siano ridotte rispetto alla versione originale o a quella francese, il formato 13x18 consente comunque di ammirare a dovere le splendide tavole, incluse quelle a colori presenti ad inizio volume. Certosino il lavoro di adattamento e traduzione.
Yuu Watase con questa storia breve ma intensa riesce ad esprimere con profondità e maestria la miriade di sentimenti che affollano l'animo umano, anche quelli più oscuri e torbidi, quelli con cui non vorremmo mai avere a che fare ma che a volte si impossessano inevitabilmente del nostro cuore.
Il difetto che forse può essergli additato è proprio quello dell'eccessiva crudezza e della violenza espressa tramite le immagini in modo chiaro ed esplicito; ciò potrebbe portare il pubblico più sensibile ad evitare l'opera a priori e ammetto che durante la lettura, ho avuto qualche difficoltà, proprio a causa di un realismo nudo e crudo.
Allo stesso tempo, però, questo difetto potrebbe rivelarsi anche il più grande pregio di questo manga; difatti l'empatia suscitata da personaggi e situazioni è segno di grande maestria dell'autrice, che è riuscita a comunicare al lettore emozioni forti, sgradevoli ed estreme, coinvolgendone mente e cuore.
La sofferenza di Masataka, ma anche quella di Souma, è palpabile. La via scelta dall'autrice per descrivere i loro sentimenti è quella del dolore e della crudezza in fondo alla quale però vi è sempre la speranza della dolcezza e della tenerezza.
La conclusione del manga, seppur in qualche modo aperta, permette al lettore di godere di quello che considero uno dei momenti più belli mai visti in un manga sentimentale: il momento in cui, anche solo per un attimo, affetto e tenerezza riescono a lasciarsi alle spalle il dolore e la tristezza e due persone che si amano riescono infine ad abbracciare non solo i loro corpi ma tutto il loro essere.
Vorrei consigliare la lettura di questo manga a tutti, sia ragazzi che ragazze, amanti dello yaoi e non. Sarebbe bello se anche gli scettici provassero a leggere questa storia liberandosi dai preconcetti e dai pregiudizi, perché "Sakuragari - All'ombra del ciliegio" non è semplicemente "uno yaoi": questa è una storia d'amore, puro e semplice amore.
i fiori dei ciliegi di montagna
finanche per un breve, fugace attimo,
ugualmente mi avrebbe lacerato
la brama di te?"
"Sakuragari - All'ombra del ciliegio" è il primo manga di genere yaoi della celeberrima Yuu Watase, autrice nota al grande pubblico per opere shoujo quali "Fushigi Yugi"e "Ayashi no Ceres".
Con questa storia la mangaka si cimenta per la prima volta in un'opera cruda e adulta, decisamente lontana dai canoni e dalle tematiche che hanno caratterizzato i suoi precedenti lavori, quelli che ne hanno decretato la fama e il successo.
La trama: Giappone, 1920 (nono anno del periodo Taisho). In un'epoca in bilico tra modernità e tradizione, il giovane Masataka lascia il suo paesino di campagna per trasferirsi a Tokyo, con l'intento di entrare nella prestigiosa università della capitale.
Per una serie di motivi del tutto casuali, il ragazzo si ritrova a lavorare per la nobile famiglia Saiki, diventando il servitore personale del giovane signore del casato: Souma Saiki.
Tra i due si instaura immediatamente un rapporto di amicizia e affetto fraterno, difatti Masataka vede in Souma una sorta di fratello maggiore ideale, un esempio da seguire e una persona da ammirare.
Mano a mano che la loro conoscenza va avanti, i sentimenti del ragazzo crescono, e il giovane signore diventa per lui una persona da salvare e proteggere da quel velo di tristezza che spesso accompagna i suoi sorrisi. Dal canto suo Souma ricambia totalmente l'affetto di Masataka, prendendosene cura come se fosse il suo stesso fratello.
L'idillio però dura ben poco; casa Saiki nasconde una serie di inquietanti misteri, primo fra tutti il suicidio della madre di Souma, avvenuto quando quest'ultimo era ancora bambino. Inoltre, in un magazzino a ridosso della residenza principale, vive in isolamento e in gran segreto un altro membro della famiglia. A causa di alcuni avvenimenti la situazione precipita e inizia una relazione di totale sottomissione fisica e psicologica del ragazzino nei confronti del giovane signore, che culminerà in un finale commovente e poetico.
Anche se questo è il suo primo manga di genere yaoi, Yuu Watase riesce a creare un'opera splendida sotto ogni punto di vista, a partire dai disegni che qui raggiungono il suo picco estetico (già evidente in "Fushigi Yugi: Genbu gaiden").
Il tratto è quello a cui la mangaka ci ha abituati: linee sinuose, cura dei dettagli e corpi dei personaggi dalle forme eleganti e di una morbidezza tale che sembra possibile poter toccare con mano. La sua abilità nel tratteggiare i corpi ci permette di distinguere immediatamente quello adulto e sessualmente maturo di Souma da quello ancora acerbo e casto di Masataka.
L'autrice, conscia della capacità espressiva di cui è pregno il suo tratto, non raramente preferisce affidarsi alle immagini anziché ai dialoghi per far parlare i suoi personaggi, lasciando intere tavole prive di parole, facendo sì che i personaggi comunichino unicamente attraverso le loro espressioni facciali portate in primo piano. Bellissimi anche i maestosi alberi di ciliegio, elemento simbolo della storia. È immediatamente evidente che Yuu Watase abbia studiato a fondo usi e costumi dell'epoca, specie per quanto riguarda l'architettura degli edifici, l'arredamento e l'abbigliamento dei personaggi, sempre curato in ogni dettaglio.
"Sakuragari - All'ombra del ciliegio" però non è solo bei disegni, difatti a questi si accosta una trama profonda, crudele, delicata e violenta allo stesso tempo.
I due protagonisti hanno personalità molto forti e ben delineate: Masataka è un ragazzo che ha vissuto molte sofferenze ma nonostante questo guarda alla vita con ottimismo, si dà molto da fare, non dimentica mai di sorridere e cerca di tirare su di morale e di aiutare tutti quelli che gli stanno accanto. Souma invece è una persona molto cupa, triste, dolce ma al contempo inquietante. È un ragazzo bellissimo, soprannominato "La bambola occidentale" grazie alla bellezza dei tratti femminei ed europei ereditati dalla madre. La storia prende piede proprio a partire dall'incontro di due esistenze totalmente diverse, e si sviluppa nel momento in cui il desiderio di amore di uno dei due diventa un oscuro insieme di emozioni contrastanti e inarrestabili, trasformando così l'affetto in un morboso desiderio di possessione e coercizione ai danni dell'altro. Quando nell'animo di Souma la sofferenza patita per anni e l'incapacità di esprimere con semplicità e purezza i propri sentimenti collidono, Masataka diventa vittima di un amore che non conosce altro modo per esprimersi, che non lascia spazio alla tenerezza e alla comprensione, che vive e prospera solo grazie al dolore e alla sofferenza. La maestria narrativa della Watase però consiste nel porre delle basi ben studiate al contorto sentimento d'amore dei due protagonisti, il cui dolore nasce da una matrice comune: la mancanza dell'affetto materno e la ricerca disperata di un amore che possa colmare quel vuoto.
Il rapporto schiavo-padrone che Souma impone con la forza su Masataka è espressione di un bisogno d'amore contorto e disperato. Pur consapevole del dolore inflitto al giovane amato, pur sapendo che le sue azioni non saranno mai perdonate, Souma non riesce a fermare l'oscuro desiderio, indulgendo in una spirale di dolore distruttiva per entrambi. Masataka invece cerca di sfuggire a tale sofferenza, ma anche nel momento di dolore più estremo non riesce ad abbandonare il giovane padrone; intrappolato in una sorta di "Sindrome di Stoccolma", la vittima non riesce ad allontanarsi dal suo aguzzino, non perché trovi piacere in quella sofferenza, ma perché la tangibile e palpabile sofferenza di Souma è specchio dello stesso dolore che Masataka porta con sé, un dolore dal quale non è mai riuscito ad affrancarsi.
Se Masataka è agli occhi di Souma l'unico squarcio di amore vero e purezza mai avuto in vita, per contrasto Souma è agli occhi del ragazzo il riflesso delle pene e della tristezza della sua stessa esistenza. Il binomio amore/dolore viene espresso attraverso queste due fragili figure che si esprimono, si toccano, si avvicinano e si allontanano nell'unico modo a loro conosciuto, ma con il desiderio di riuscire ad esprimere la gentilezza e l'affetto troppo a lungo celati nei loro animi.
Anche se la storia ruota fondamentalmente attorno ai due protagonisti di cui sopra, altre figure importanti giocano il loro ruolo nello svolgimento delle vicende, laddove anche il personaggio apparentemente più insignificante viene caratterizzato nella sua psicologia con cura e dedizione. Se l'amore romantico può essere considerato il punto focale della storia, non bisogna dimenticare che ad esso vi si affiancano altri tipi di amore, primo tra tutti quello tra madre e figlio, a cui fanno seguito l'amore tra moglie e marito e quello tra fratelli. I sentimenti di amore e affetto sono quindi inquadrati in un'ottica a 360°, come a voler dire che il modo in cui siamo amati dalla nostra famiglia influenza fortemente il modo in cui ameremo tutte le altre persone.
Leggendo la postfazione dell'autrice si intuisce un grande amore per l'opera e per le sue tematiche, nonché tutte le difficoltà affrontate durante il percorso creativo.
Yuu Watase si approccia per la prima volta al mondo dello yaoi grazie a questo manga, con professionalità, passione e dedizione, ottenendo un risultato degno della sua grande fama; una storia come "Sakuragari - All'ombra del ciliegio" non poteva essere raccontata da chiunque, solo un'autrice capace di mettersi in gioco avrebbe potuto riuscire nell'impresa di cimentarsi in un genere a lei del tutto estraneo, affrontando tematiche che vanno al di la del semplice amore, evitando al contempo di cadere nella trappola della semplificazione e dei cliché. Allontanandosi dai suo stessi canoni narrativi e discostandosi da quelli del genere a cui andava ad approcciarsi, l'autrice ha dato prova di grande coraggio e bravura.
Planet Manga ci offre al prezzo di 7,90€ un'edizione lussuosa: la sovraccoperta seppur non cartonata è abbastanza spessa e presenta in rilievo i disegni dei petali. Seppur le dimensioni dell'albo siano ridotte rispetto alla versione originale o a quella francese, il formato 13x18 consente comunque di ammirare a dovere le splendide tavole, incluse quelle a colori presenti ad inizio volume. Certosino il lavoro di adattamento e traduzione.
Yuu Watase con questa storia breve ma intensa riesce ad esprimere con profondità e maestria la miriade di sentimenti che affollano l'animo umano, anche quelli più oscuri e torbidi, quelli con cui non vorremmo mai avere a che fare ma che a volte si impossessano inevitabilmente del nostro cuore.
Il difetto che forse può essergli additato è proprio quello dell'eccessiva crudezza e della violenza espressa tramite le immagini in modo chiaro ed esplicito; ciò potrebbe portare il pubblico più sensibile ad evitare l'opera a priori e ammetto che durante la lettura, ho avuto qualche difficoltà, proprio a causa di un realismo nudo e crudo.
Allo stesso tempo, però, questo difetto potrebbe rivelarsi anche il più grande pregio di questo manga; difatti l'empatia suscitata da personaggi e situazioni è segno di grande maestria dell'autrice, che è riuscita a comunicare al lettore emozioni forti, sgradevoli ed estreme, coinvolgendone mente e cuore.
La sofferenza di Masataka, ma anche quella di Souma, è palpabile. La via scelta dall'autrice per descrivere i loro sentimenti è quella del dolore e della crudezza in fondo alla quale però vi è sempre la speranza della dolcezza e della tenerezza.
La conclusione del manga, seppur in qualche modo aperta, permette al lettore di godere di quello che considero uno dei momenti più belli mai visti in un manga sentimentale: il momento in cui, anche solo per un attimo, affetto e tenerezza riescono a lasciarsi alle spalle il dolore e la tristezza e due persone che si amano riescono infine ad abbracciare non solo i loro corpi ma tutto il loro essere.
Vorrei consigliare la lettura di questo manga a tutti, sia ragazzi che ragazze, amanti dello yaoi e non. Sarebbe bello se anche gli scettici provassero a leggere questa storia liberandosi dai preconcetti e dai pregiudizi, perché "Sakuragari - All'ombra del ciliegio" non è semplicemente "uno yaoi": questa è una storia d'amore, puro e semplice amore.