Soul Messenger
Soul Messenger può vantare la collaborazione di DUE artisti rinomati, ovvero Tohru Fujisawa di GTO e Shou Kitagawa di Death Sweeper, e finisce per essere, secondo la mia opinione, un prodotto più che buono e che avrebbe meritato di proseguire. In effetti trovo che abbia un solo e grassissimo problema: si interrompe proprio quando le cose si stavano facendo più interessanti. I due volumetti hanno come protagonisti un'aspirante giornalista, che ha il potere di entrare in comunicazione con gli spiriti, e un investigatore con un carattere difficile. I due si troveranno a investigare insieme su una strana serie di omicidi e suicidi. La trama non necessita ulteriori approfondimenti, tuttavia segnalo che proprio verso la fine dell'opera subentra un intrigante ulteriore aspetto soprannaturale che introduce alcuni antagonisti che avrebbero meritato più spazio.
Tra i difetti va segnalato un protagonista un po' piatto e stereotipato, ma a parte questo il resto è ben strutturato e raccontato, sebbene i casi non siano così articolati o innovativi. Soul Messenger vede probabilmente il motivo della sua soppressione nell'incapacità di farsi notare e proporre qualcosa in grado di stupire. Va registrato come un lavoro diligente e che si legge con piacere, ma che non vi terrà incollati al volumetto in attesa del volumetto successivo. Proprio alla fine del secondo numero si intravede una trama orizzontale, con antagonisti e vicende che ero curioso di conoscere, peccato che tutto rimarrà troncato sul più bello.
Nonostante questo, non mi sento di bocciarlo: i due casi sono completi e li ho trovati piacevoli e discretamente costruiti.
Rimane una lettura che non mi pento di avere affrontato, anzi.
Tra i difetti va segnalato un protagonista un po' piatto e stereotipato, ma a parte questo il resto è ben strutturato e raccontato, sebbene i casi non siano così articolati o innovativi. Soul Messenger vede probabilmente il motivo della sua soppressione nell'incapacità di farsi notare e proporre qualcosa in grado di stupire. Va registrato come un lavoro diligente e che si legge con piacere, ma che non vi terrà incollati al volumetto in attesa del volumetto successivo. Proprio alla fine del secondo numero si intravede una trama orizzontale, con antagonisti e vicende che ero curioso di conoscere, peccato che tutto rimarrà troncato sul più bello.
Nonostante questo, non mi sento di bocciarlo: i due casi sono completi e li ho trovati piacevoli e discretamente costruiti.
Rimane una lettura che non mi pento di avere affrontato, anzi.
Questa mini del sensei Fujisawa non può andare oltre la sufficienza: ottime idee sfruttate abbastanza male che ne fanno un lavoro per nulla eccellente. La storia, infatti, se nel primo volume coinvolge e incuriosisce, nel secondo peggiora e lascia allibiti per come si conclude.
Nel dettaglio abbiamo Kei Misaki, giornalista di un giornale di terza fascia dotata di poteri paranormali, che si troverà coinvolta inevitabilmente in alcune indagini del detective Nishima, tipo alquanto di mano pesante. I personaggi sono interessanti e ben integrati come duo; il loro passato andrebbe approfondito per un maggiore fascino sia loro che della storia, ed invece vi sono solo accenni da parte dell'autore. Ad esempio del perché lei sia in possesso di questa abilità visionaria delle anime e del come mai queste parlino a tratti, fornendo solo indizi mai chiari, o di lui nelle vesti di poliziotto alle prime armi, del quale vedremo solo una piccola parentesi del passato.
Aldilà di ciò la prima indagine, come detto in apertura, risulta interessante e rende il primo volume molto buono, con risvolti che fanno pensare ad una serie perlomeno di cinque numeri per i contenuti proposti. Nel secondo avremo invece un'indagine un po' più macabra e perversa, che non dà nulla in più a quanto era stato sviluppato ed infatti si arriva alle ultime dieci pagine con l'interrogativo di come Fujisawa possa in così poco spiegare i vari quesiti. Purtroppo il tutto sarà poco chiaro e per nulla soddisfacente, facendo precipitare la valutazione.
I disegni sono simili al tratto inconfondibile di G.T.O. pur non essendo i suoi suppongo ma di Kitagawa, quindi di buon livello comunque. Complessivamente quindi sarebbe un cinque e mezzo aggiustato per eccesso a sei: si poteva fare molto di più.
Nel dettaglio abbiamo Kei Misaki, giornalista di un giornale di terza fascia dotata di poteri paranormali, che si troverà coinvolta inevitabilmente in alcune indagini del detective Nishima, tipo alquanto di mano pesante. I personaggi sono interessanti e ben integrati come duo; il loro passato andrebbe approfondito per un maggiore fascino sia loro che della storia, ed invece vi sono solo accenni da parte dell'autore. Ad esempio del perché lei sia in possesso di questa abilità visionaria delle anime e del come mai queste parlino a tratti, fornendo solo indizi mai chiari, o di lui nelle vesti di poliziotto alle prime armi, del quale vedremo solo una piccola parentesi del passato.
Aldilà di ciò la prima indagine, come detto in apertura, risulta interessante e rende il primo volume molto buono, con risvolti che fanno pensare ad una serie perlomeno di cinque numeri per i contenuti proposti. Nel secondo avremo invece un'indagine un po' più macabra e perversa, che non dà nulla in più a quanto era stato sviluppato ed infatti si arriva alle ultime dieci pagine con l'interrogativo di come Fujisawa possa in così poco spiegare i vari quesiti. Purtroppo il tutto sarà poco chiaro e per nulla soddisfacente, facendo precipitare la valutazione.
I disegni sono simili al tratto inconfondibile di G.T.O. pur non essendo i suoi suppongo ma di Kitagawa, quindi di buon livello comunque. Complessivamente quindi sarebbe un cinque e mezzo aggiustato per eccesso a sei: si poteva fare molto di più.
Oops, I did it again!
Fu il titolo di un famoso album di Britney Spears e in italiano si potrebbe tradurre con un "Mannaggia, l'ho fatto ancora una volta". È una semplice frase che mi piace abbinare all'immaginario di un Tohoru Fujisawa che per l'ennesima volta sforna un'opera interessante, ben congeniata, ben disegnata, intrigante e che, nel vivo del suo corso, "improvvisamente"... finisce! Ma come? Siamo giunti al punto di svolta principale della storia, si aprono risvolti non solo interessanti ma addirittura fondamentali e... cosa accade? L'autore decide di mettere la parola fine alla serie. Assurdo! Ingiustificabile, e per l'appunto non si tratta del primo caso di questo tipo.
Tohru Fujisawa è il mangaka autore del famosissimo Great Teacher Onizuka (GTO), di tutti i sui relativi sequel, prequel e spin-off nonché di una discreta serie di opere "minori" tra le quali possiamo annoverare Soul Messenger e Rose Hip Rose, due esempi lampanti del problema sopra esposto: trame che raggiungono il loro punto di maggior interesse e che invece di progredire vengono terminate senza nessunissimo senso logico. Non sto parlando di opere sospese, no! Magari si trattasse di questo! Potremmo perlomeno conservare la speranza che l'autore ci possa tornare sopra, presto o tardi. E invece no. L'autore ha deciso che la serie debba essere terminata così, aprendo risvolti centralissimi proprio poco prima di scrivere la parola "fine". Così facendo non si può assolutamente parlare di un finale aperto: si deve necessariamente parlare di opere brutalmente mozzate fatte passare per storie concluse. Ai fortunati che non hanno mai avuto la sfortuna d'imbattersi in questo tipo di opere posso assicurare che la delusione alla fine è tanta, specie se il manga sino a quel punto ti era piaciuto e ti cominciava a piacere ancora di più.
Quale che sia la "logica" dell'autore dietro questi bruttissimi esperimenti francamente mi sfugge, voglio solo augurarmi che perda questa malsana abitudine prima di perdere tutti i suoi fans.
Per completezza e per correttezza è giusto precisare che Soul Messenger è nato da una collaborazione di Toru Fujisawa (che curava la storia) e Sho Kitagawa ad occuparsi del lato tecnico. È quindi possibile che lo stop prematuro dell'opera non sia attribuibile al solo Fujisawa che, tuttavia, come precedentemente accennato, ci ha già abituati a brutte sorprese come questa.
La trama era semplice, tanto da poter sembrare persino banale ad una prima occhiata.
Avremo a che fare con una neo fotoreporter dotata del potere di vedere e interagire con gli spiriti dei defunti che, grazie ad un incontro fortuito, finirà per collaborare con un giovane ispettore di polizia sulla soluzione di due avvincenti casi di omicidio. Ci sarebbe stato spazio anche il terzo fondamentale caso sul quale indagare ma, come riportato in precedenza, arrivati a questo punto l'autore decide di "imbandire per bene la tavola" per poi "spegnere la luce ed andarsene a spasso".
Contrariamente a ciò che poteva sembrare, a primo acchito la trama non era affatto banale; sicuramente non brillava di originalità, ma era capacissima di tenere alto l'interesse del lettore sfruttando lo stile grafico di Sho Kitagawa, che è semplice, chiaro e pulito. Anche i due protagonisti principali in breve tempo cominceranno ad esserci simpatici, convincenti e molto ben abbinati.
Ma tutto questo si perde in un "The end" bugiardo e oserei dire "trolloso", una vera presa in giro per i lettori. Con un finale degno di questo nome la valutazione sarebbe stata senza alcun dubbio molto più elevata, ma così come stanno le cose assegnare un 6 è quasi eccessivo - è figlio del fatto che l'opera, fino a quel punto, era risultata molto più che gradevole.
L'edizione della J.Pop è sui suoi soliti standard qualitativi, gode di ottima carta, sovraccopertina e una rilegatura robusta.
Fu il titolo di un famoso album di Britney Spears e in italiano si potrebbe tradurre con un "Mannaggia, l'ho fatto ancora una volta". È una semplice frase che mi piace abbinare all'immaginario di un Tohoru Fujisawa che per l'ennesima volta sforna un'opera interessante, ben congeniata, ben disegnata, intrigante e che, nel vivo del suo corso, "improvvisamente"... finisce! Ma come? Siamo giunti al punto di svolta principale della storia, si aprono risvolti non solo interessanti ma addirittura fondamentali e... cosa accade? L'autore decide di mettere la parola fine alla serie. Assurdo! Ingiustificabile, e per l'appunto non si tratta del primo caso di questo tipo.
Tohru Fujisawa è il mangaka autore del famosissimo Great Teacher Onizuka (GTO), di tutti i sui relativi sequel, prequel e spin-off nonché di una discreta serie di opere "minori" tra le quali possiamo annoverare Soul Messenger e Rose Hip Rose, due esempi lampanti del problema sopra esposto: trame che raggiungono il loro punto di maggior interesse e che invece di progredire vengono terminate senza nessunissimo senso logico. Non sto parlando di opere sospese, no! Magari si trattasse di questo! Potremmo perlomeno conservare la speranza che l'autore ci possa tornare sopra, presto o tardi. E invece no. L'autore ha deciso che la serie debba essere terminata così, aprendo risvolti centralissimi proprio poco prima di scrivere la parola "fine". Così facendo non si può assolutamente parlare di un finale aperto: si deve necessariamente parlare di opere brutalmente mozzate fatte passare per storie concluse. Ai fortunati che non hanno mai avuto la sfortuna d'imbattersi in questo tipo di opere posso assicurare che la delusione alla fine è tanta, specie se il manga sino a quel punto ti era piaciuto e ti cominciava a piacere ancora di più.
Quale che sia la "logica" dell'autore dietro questi bruttissimi esperimenti francamente mi sfugge, voglio solo augurarmi che perda questa malsana abitudine prima di perdere tutti i suoi fans.
Per completezza e per correttezza è giusto precisare che Soul Messenger è nato da una collaborazione di Toru Fujisawa (che curava la storia) e Sho Kitagawa ad occuparsi del lato tecnico. È quindi possibile che lo stop prematuro dell'opera non sia attribuibile al solo Fujisawa che, tuttavia, come precedentemente accennato, ci ha già abituati a brutte sorprese come questa.
La trama era semplice, tanto da poter sembrare persino banale ad una prima occhiata.
Avremo a che fare con una neo fotoreporter dotata del potere di vedere e interagire con gli spiriti dei defunti che, grazie ad un incontro fortuito, finirà per collaborare con un giovane ispettore di polizia sulla soluzione di due avvincenti casi di omicidio. Ci sarebbe stato spazio anche il terzo fondamentale caso sul quale indagare ma, come riportato in precedenza, arrivati a questo punto l'autore decide di "imbandire per bene la tavola" per poi "spegnere la luce ed andarsene a spasso".
Contrariamente a ciò che poteva sembrare, a primo acchito la trama non era affatto banale; sicuramente non brillava di originalità, ma era capacissima di tenere alto l'interesse del lettore sfruttando lo stile grafico di Sho Kitagawa, che è semplice, chiaro e pulito. Anche i due protagonisti principali in breve tempo cominceranno ad esserci simpatici, convincenti e molto ben abbinati.
Ma tutto questo si perde in un "The end" bugiardo e oserei dire "trolloso", una vera presa in giro per i lettori. Con un finale degno di questo nome la valutazione sarebbe stata senza alcun dubbio molto più elevata, ma così come stanno le cose assegnare un 6 è quasi eccessivo - è figlio del fatto che l'opera, fino a quel punto, era risultata molto più che gradevole.
L'edizione della J.Pop è sui suoi soliti standard qualitativi, gode di ottima carta, sovraccopertina e una rilegatura robusta.
Nato dalla collaborazione tra due noti mangaka, "Soul Messenger" si basa sull'occulto per dar vita ad un thriller dai toni di denuncia e critica, dando così vita ad un Noir moderno ed accattivante nella sua forma e nei suoi contenuti.
La storia, firmata da Toru "G.T.O." Fujisawa, è stata elaborata dai disegni di Sho Kitagawa, già conosciuto dal popolo italico con il manga "Death Sweeper".
Fin dalla nascita Kei Misaki ha il dono di vedere gli spiriti dei morti e, per dar giustizia alle anime in pena, decide di diventare una giornalista in modo da rivelare le verità nascoste. Tuttavia nel giornale di infima categoria per il quale lavora non riesce a trovare spazio, fino a quando non si trova a collaborare - per forza di cose - con l'eccentrico ispettore Nishijima.
Nei due volumetti che compongono la serie trovano posto solamente due diversi casi la cui struttura è similare a quella dei più famosi serial televisivi americani, giocando efficacemente sulle caratterizzazioni dei personaggi - e di conseguenza sul loro misterioso passato - solo all'inizio delle storie per poi andare ad creare una narrazione scorrevole e sostenuta fino alla conclusione delle stesse. In questo modo la lettura tiene efficacemente incollato il lettore alle pagine, dando vita a casi interessanti ed avvincenti eccellentemente strutturati, con colpi di scena, rivelazioni ed una leggera vena di violenza.
Ad arricchire il tutto ci pensano le ricercate tematiche moderne, nelle quali vengono insidiati toni di critica e denuncia. Muovendosi tra aborti e sette religiose tocca diversi tasti dolenti per l'opinione pubblica, ma la più riuscita è sicuramente l'approfondimento sulle Idol ed i duri retroscena del mondo dello spettacolo, fan ossessivi compresi.
Purtroppo la struttura narrativa scelta è efficace, ma è del tipo che richiede tempo per far affezionare il lettore ai personaggi, le cui caratterizzazioni vengono approfondite poco alla volta. Questo purtroppo ricade sulla popolarità dell'opera che, in questo modo, nella sua serializzazione ha incontrato una fine precoce ed acerba portando ad un finale aperto che non è da definirsi nemmeno tale, visto che si tratta dell'inizio della vera storia e lascia in sospeso tutti i diversi spunti creati.
Sho Kitagawa sfoggia uno stile moderno, pulito e sobrio, senza particolari pregi ma nel complesso equilibrato ed ordinato, dando un comparto grafico elegante e curato senza però spiccare, pur incarnando eccellentemente la storia in modo efficace.
In diverse occasioni si nota, nei disegni ed ancor più nella regia, un forte rimando allo stile di Toru Fujisawa, il che potrebbe significare un maggior coinvolgimento dello stesso nella stesura degli storyboard o un gradito omaggio da parte di Sho Kitagawa.
Un comparto grafico ben fatto e curato che ben si confà all'opera nelle sue diverse sfumature, da quelle comiche a quelle drammatiche comprese le scene più cupe legate all'occulto.
I due corposi volumi editi dalla Jpop sono di ottima qualità ad un prezzo più che giusto, proponendo l'immancabile sovraccoperta ed una carta bianca di elevata grammatura, rilegata in modo saldo e resistente. Una qualità materiale affine a quella di stampa, quindi elevata in entrambi i campi.
Il manga "Soul Messenger", pur non risultando un capolavoro, si rivela una lettura gradevole e ben costruita, in grado di catturare facilmente il lettore grazie ai suoi intriganti casi e le ricercate tematiche moderne, offrendo un buon thriller contaminato dall'occulto che i fan del genere apprezzeranno.
Tuttavia pecca proprio dove la sua breve serializzazione lo va a colpire maggiormente, ovvero nelle caratterizzazioni dei personaggi e le loro storie che necessitavano di maggior tempo per essere sfruttati - anche un solo volume - ma che in questo modo risultano effimeri e soprattutto inutili, visto anche il finale praticamente inesistente che lascia il tutto senza risoluzione.
Se un giorno il duo riuscirà a tornare sulla serie e proporre un sequel, o almeno una conclusione, senza dubbio il valore di "Soul messenger" sarebbe molto maggiore. Per ora riesce a raggiungere una sufficienza stirata solo per i fan del genere, grazie alla sua riuscita struttura dei suoi avvincenti casi.
La storia, firmata da Toru "G.T.O." Fujisawa, è stata elaborata dai disegni di Sho Kitagawa, già conosciuto dal popolo italico con il manga "Death Sweeper".
Fin dalla nascita Kei Misaki ha il dono di vedere gli spiriti dei morti e, per dar giustizia alle anime in pena, decide di diventare una giornalista in modo da rivelare le verità nascoste. Tuttavia nel giornale di infima categoria per il quale lavora non riesce a trovare spazio, fino a quando non si trova a collaborare - per forza di cose - con l'eccentrico ispettore Nishijima.
Nei due volumetti che compongono la serie trovano posto solamente due diversi casi la cui struttura è similare a quella dei più famosi serial televisivi americani, giocando efficacemente sulle caratterizzazioni dei personaggi - e di conseguenza sul loro misterioso passato - solo all'inizio delle storie per poi andare ad creare una narrazione scorrevole e sostenuta fino alla conclusione delle stesse. In questo modo la lettura tiene efficacemente incollato il lettore alle pagine, dando vita a casi interessanti ed avvincenti eccellentemente strutturati, con colpi di scena, rivelazioni ed una leggera vena di violenza.
Ad arricchire il tutto ci pensano le ricercate tematiche moderne, nelle quali vengono insidiati toni di critica e denuncia. Muovendosi tra aborti e sette religiose tocca diversi tasti dolenti per l'opinione pubblica, ma la più riuscita è sicuramente l'approfondimento sulle Idol ed i duri retroscena del mondo dello spettacolo, fan ossessivi compresi.
Purtroppo la struttura narrativa scelta è efficace, ma è del tipo che richiede tempo per far affezionare il lettore ai personaggi, le cui caratterizzazioni vengono approfondite poco alla volta. Questo purtroppo ricade sulla popolarità dell'opera che, in questo modo, nella sua serializzazione ha incontrato una fine precoce ed acerba portando ad un finale aperto che non è da definirsi nemmeno tale, visto che si tratta dell'inizio della vera storia e lascia in sospeso tutti i diversi spunti creati.
Sho Kitagawa sfoggia uno stile moderno, pulito e sobrio, senza particolari pregi ma nel complesso equilibrato ed ordinato, dando un comparto grafico elegante e curato senza però spiccare, pur incarnando eccellentemente la storia in modo efficace.
In diverse occasioni si nota, nei disegni ed ancor più nella regia, un forte rimando allo stile di Toru Fujisawa, il che potrebbe significare un maggior coinvolgimento dello stesso nella stesura degli storyboard o un gradito omaggio da parte di Sho Kitagawa.
Un comparto grafico ben fatto e curato che ben si confà all'opera nelle sue diverse sfumature, da quelle comiche a quelle drammatiche comprese le scene più cupe legate all'occulto.
I due corposi volumi editi dalla Jpop sono di ottima qualità ad un prezzo più che giusto, proponendo l'immancabile sovraccoperta ed una carta bianca di elevata grammatura, rilegata in modo saldo e resistente. Una qualità materiale affine a quella di stampa, quindi elevata in entrambi i campi.
Il manga "Soul Messenger", pur non risultando un capolavoro, si rivela una lettura gradevole e ben costruita, in grado di catturare facilmente il lettore grazie ai suoi intriganti casi e le ricercate tematiche moderne, offrendo un buon thriller contaminato dall'occulto che i fan del genere apprezzeranno.
Tuttavia pecca proprio dove la sua breve serializzazione lo va a colpire maggiormente, ovvero nelle caratterizzazioni dei personaggi e le loro storie che necessitavano di maggior tempo per essere sfruttati - anche un solo volume - ma che in questo modo risultano effimeri e soprattutto inutili, visto anche il finale praticamente inesistente che lascia il tutto senza risoluzione.
Se un giorno il duo riuscirà a tornare sulla serie e proporre un sequel, o almeno una conclusione, senza dubbio il valore di "Soul messenger" sarebbe molto maggiore. Per ora riesce a raggiungere una sufficienza stirata solo per i fan del genere, grazie alla sua riuscita struttura dei suoi avvincenti casi.
Kei Misaki lavora presso il tabloid Shukan World. Anche se nel suo giornale ha il ruolo di factotum, Kei approfitta di qualsiasi occasione per fiondarsi in strada a ricercare lo scoop che potrebbe cambiarle la vita. Kei, però, è una Soul Messenger, ovvero una persona che riesce a parlare con i morti. Questo potere le procurerà non pochi grattacapi. Sarà affiancata da Ryo Nishijima un poliziotto che dopo un'iniziale diffidenza non potrà più fare a meno del "dono" di Kei.
Due assi sono gli autori di questo particolare manga: Toru Fujisawa (G.T.O., Shonan Junai Gumi, etc.) ai testi e Shou Kitagawa (Death Sweeper) ai disegni.
Secondo me, a meno di un'idea veramente innovativa, due volumi non possono bastare a sviluppare nel migliore dei modi una trama del genere ed è questo il vero difetto dell'opera. Anche il capitolo finale dà una conclusione "appesa"... sembra quasi che il tutto debba continuare in un terzo volume che, come tutti sappiamo, non ci sarà mai. Perciò è l'eccessiva esiguità, sempre a parer mio, a relegarla nel meraviglioso mondo (popolatissimo) dei fumetti mediocri.
Soul Messenger rimane comunque un manga gradevole e lo consiglio a collezionisti e appassionati del genere poliziesco/soprannaturale.
Due assi sono gli autori di questo particolare manga: Toru Fujisawa (G.T.O., Shonan Junai Gumi, etc.) ai testi e Shou Kitagawa (Death Sweeper) ai disegni.
Secondo me, a meno di un'idea veramente innovativa, due volumi non possono bastare a sviluppare nel migliore dei modi una trama del genere ed è questo il vero difetto dell'opera. Anche il capitolo finale dà una conclusione "appesa"... sembra quasi che il tutto debba continuare in un terzo volume che, come tutti sappiamo, non ci sarà mai. Perciò è l'eccessiva esiguità, sempre a parer mio, a relegarla nel meraviglioso mondo (popolatissimo) dei fumetti mediocri.
Soul Messenger rimane comunque un manga gradevole e lo consiglio a collezionisti e appassionati del genere poliziesco/soprannaturale.
“Soul Messenger” è un Seinen manga scritto da Tohru Fujisawa (GTO) e disegnato da Shou Kitagawa ( Death Sweeper), portato in Italia da J-pop al costo di 6,00 euro.
Ho acquistato quest'opera per curiosità e a scatola chiusa, dato che conosco i 2 mangaka e ho letto tutte le loro opere. Dopo aver letto questo primo volume posso dire che ne sono rimasto soddisfatto, sicuramente si trova qualche pecca nella storia che poi esporrò, ma nel complesso lo trovo molto gradevole e accattivante.
La trama si incentra su Kei Misaki, una giovane reporter che riesce a capire cosa dicono le anime dei morti, e Ryo Nishima, un poliziotto dal grilletto facile che deve superare la morte della propria partner.
Un giorno Kei si trova sulla scena di un crimine e proprio li incontra Nishima e da qui cominceranno a collaborare per risolvere il caso.
La trama è molto accattivante, si tratta di un poliziesco con il tocco soprannaturale mi attira molto. Purtroppo però la storia è gestita un po’ troppo frettolosamente, infatti a leggere il volume ci vuole veramente poco e, inoltre, non sono d'accordo sulla scelta di suddividere i 2 volumetti in 2 casi distinti, mentre sarebbe stato sicuramente più accattivante fare un unico caso che avrebbe sicuramente aumentato la suspense (anche se di misteri c'è ne saranno comunque).
I disegni sono molto belli (in effetti non mi stupisco vedendo il nome dell'autore) e anche i personaggi sono ben caratterizzati anche se spero in un maggiore approfondimento psicologico dei 2.
L'edizione è ottima con sovraccoperta, la prima pagina a colori e una carta molto bianca, in sostanza la solita buona edizione della J-pop a un costo nella media (sopratutto in questo periodo di aumenti).
In sostanza il mio voto è un bel 7 e consiglio l'opera a tutti gli amanti dei polizieschi o che cercano un Seinen fresco e gradevole.
Ho acquistato quest'opera per curiosità e a scatola chiusa, dato che conosco i 2 mangaka e ho letto tutte le loro opere. Dopo aver letto questo primo volume posso dire che ne sono rimasto soddisfatto, sicuramente si trova qualche pecca nella storia che poi esporrò, ma nel complesso lo trovo molto gradevole e accattivante.
La trama si incentra su Kei Misaki, una giovane reporter che riesce a capire cosa dicono le anime dei morti, e Ryo Nishima, un poliziotto dal grilletto facile che deve superare la morte della propria partner.
Un giorno Kei si trova sulla scena di un crimine e proprio li incontra Nishima e da qui cominceranno a collaborare per risolvere il caso.
La trama è molto accattivante, si tratta di un poliziesco con il tocco soprannaturale mi attira molto. Purtroppo però la storia è gestita un po’ troppo frettolosamente, infatti a leggere il volume ci vuole veramente poco e, inoltre, non sono d'accordo sulla scelta di suddividere i 2 volumetti in 2 casi distinti, mentre sarebbe stato sicuramente più accattivante fare un unico caso che avrebbe sicuramente aumentato la suspense (anche se di misteri c'è ne saranno comunque).
I disegni sono molto belli (in effetti non mi stupisco vedendo il nome dell'autore) e anche i personaggi sono ben caratterizzati anche se spero in un maggiore approfondimento psicologico dei 2.
L'edizione è ottima con sovraccoperta, la prima pagina a colori e una carta molto bianca, in sostanza la solita buona edizione della J-pop a un costo nella media (sopratutto in questo periodo di aumenti).
In sostanza il mio voto è un bel 7 e consiglio l'opera a tutti gli amanti dei polizieschi o che cercano un Seinen fresco e gradevole.
Kei Misaki è una giovane giornalista dal triste passato con la capacità di capire cosa dicono i morti. Nishima detective dalla testa calda, poco incline alle regole della polizia scosso dalla perdita della sua collega. Questi i due protagonisti di questo seinen soprannaturale poliziesco.
I disegni sono ben realizzati, piacevoli alla vista. Sono del parere che i disegni rispettano la pacatezza della storia, priva di scene truculente, classico poliziesco tipo NeroWolf per intenderci.
La caratterizzazione dei personaggi più che buona, l'unico neo e che la trama fluisce velocemente arrivando subito alla conclusione del caso. Già a metà dell'opera mi era chiaro chi fosse l'assassino, ma ciò può anche dipendere dal fato che sono un divoratore di tal genere. Secondo me questo neo è dato dal fatto che la storia termini in soli due volumi, e comunque non capisco del perché di questa scelta da parte dell'autore. In parole povere trama senza infamia né lode.
Il manga si presenta ben curato con sopraccoperta, alcune pagine a colori, fogli ben spessi e bianchi. Qualità J-pop per intenderci. Prezzo sulla media.
Consiglio questo manga per gli amanti del poliziesco, non è un capolavoro ma considerando che l'acquisto riguarda due soli numeri ne vale comunque la pena, andrà senz'altro ad arricchire la nostra collezione. Peccato che l'autore non abbia deciso di farne una serie tipo “Conan”.
I disegni sono ben realizzati, piacevoli alla vista. Sono del parere che i disegni rispettano la pacatezza della storia, priva di scene truculente, classico poliziesco tipo NeroWolf per intenderci.
La caratterizzazione dei personaggi più che buona, l'unico neo e che la trama fluisce velocemente arrivando subito alla conclusione del caso. Già a metà dell'opera mi era chiaro chi fosse l'assassino, ma ciò può anche dipendere dal fato che sono un divoratore di tal genere. Secondo me questo neo è dato dal fatto che la storia termini in soli due volumi, e comunque non capisco del perché di questa scelta da parte dell'autore. In parole povere trama senza infamia né lode.
Il manga si presenta ben curato con sopraccoperta, alcune pagine a colori, fogli ben spessi e bianchi. Qualità J-pop per intenderci. Prezzo sulla media.
Consiglio questo manga per gli amanti del poliziesco, non è un capolavoro ma considerando che l'acquisto riguarda due soli numeri ne vale comunque la pena, andrà senz'altro ad arricchire la nostra collezione. Peccato che l'autore non abbia deciso di farne una serie tipo “Conan”.
Ho atteso molto l'uscita di questo titolo, e ovviamente quando l'attesa è carica di aspettative si rimane spesso (ampiamente) delusi.
Kei Misaki, giovane reporter un po' frustrata dalla monotonia del suo lavoro, ha il dono di vedere e ascoltare le anime dei defunti, dote che le permetterà di aiutare un burbero poliziotto a far luce su alcuni omicidi.
La trama in sé è interessante, però purtroppo si sviluppa in maniera molto frettolosa e semplicistica, come se fosse buttata lì.
Non c'è modo di entrare nella psicologia dei personaggi, nessun approfondimento o spiegazione, al contrario si sorvola velocemente una storia che viene fortemente banalizzata.
Il fatto che siano 2 volumi e 2 storie auto-conclusive non mi piace molto, ed è probabilmente la causa di questo mezzo flop: sarebbe stato meglio puntare su una storia unica, in modo da sfruttare l'ampiezza di due volumi per dare corpo e peso allo sviluppo delle vicende dei due protagonisti, anche personali.
I disegni sono belli, molto eleganti, forse anche troppo eleganti e delicati per una storia che parla di omicidi e anime; avrei preferito toni più scuri e marcati, probabilmente sarebbero stati utili a digerire questo primo volume che alla fin della fiera non ha né capo né coda.
Kei Misaki, giovane reporter un po' frustrata dalla monotonia del suo lavoro, ha il dono di vedere e ascoltare le anime dei defunti, dote che le permetterà di aiutare un burbero poliziotto a far luce su alcuni omicidi.
La trama in sé è interessante, però purtroppo si sviluppa in maniera molto frettolosa e semplicistica, come se fosse buttata lì.
Non c'è modo di entrare nella psicologia dei personaggi, nessun approfondimento o spiegazione, al contrario si sorvola velocemente una storia che viene fortemente banalizzata.
Il fatto che siano 2 volumi e 2 storie auto-conclusive non mi piace molto, ed è probabilmente la causa di questo mezzo flop: sarebbe stato meglio puntare su una storia unica, in modo da sfruttare l'ampiezza di due volumi per dare corpo e peso allo sviluppo delle vicende dei due protagonisti, anche personali.
I disegni sono belli, molto eleganti, forse anche troppo eleganti e delicati per una storia che parla di omicidi e anime; avrei preferito toni più scuri e marcati, probabilmente sarebbero stati utili a digerire questo primo volume che alla fin della fiera non ha né capo né coda.