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Aminako

Volumi letti: 1/1 --- Voto 9
"Oltre la porta" è un manga disegnato dall'autrice Keiko Ichiguchi per l'Italia ed è stato presentato in copertina come primo vero "manga italiano", essendo la sceneggiatura curata da italiani. Si tratta di una raccolta di quattro storie autoconclusive che si sviluppano tutte all'interno di un albergo di una città misteriosa che fa pensare a Bologna.

Il volume si presenta con l'apertura di una porta, forse quella dell'hotel, e accompagna il lettore a conoscere a turno le sue stanze attraverso le storie di quattro ospiti. Ciascun cliente - reduce dai disagi della sua esistenza - varca le soglie di questo luogo con dei sentimenti che si trascinano dal momento in cui riceve la chiave fino alla porta della camera assegnata. L'arrivo all'interno di questo nuovo spazio rappresenterà per i protagonisti un trampolino verso una situazione nuova, un percorso di autoscoperta e risveglio di nuove consapevolezze. Non voglio andare oltre per non anticipare dei contenuti, preferendo affidarmi alla presentazione della stessa casa editrice:

"C'era un pittore che voleva qualcosa che non poteva avere.
C'era un indeciso che vide ciò che non voleva vedere.
C'era un ribelle che visse dove non poteva esistere.
C'era un giovane che si credeva chi non poteva essere.
Poi qualcuno consegnò loro una chiave"

Da lettrice ho interpretato questa chiave come un passaporto per svelarsi a sé stessi, le proprie brutture, i confini della propria umanità. E il gestore dell'albergo con un gesto di consegna innocente, quasi maieutica, rappresenta la linea di demarcazione tra la realtà e l'inizio di un viaggio personale sgradito, molesto e non così ospitale come la morbidezza dei materassi delle camere. Quando ci si immerge nella lettura, occorre essere preparati a lasciarsi travolgere dalla sensazione di tensione abbinata ai drammi dei suoi protagonisti e accettare l'epilogo delle loro vicende. Nonostante i temi proposti, l'introspezione non è smoderata. La narrazione è incalzante e mantiene alta l'attenzione grazie a dialoghi non ingolfati e alla dinamicità delle scene. Il numero associato ad ogni porta racchiude un significato che attiva alla fine del capitolo la ricerca di un senso nella storia e suona come una amara sentenza, in una vita dove quando ci si appropria finalmente di un insegnamento è forse già tardi per metterlo in pratica.

Ho trovato quest'opera intensa, geniale e originale. Mi è piaciuta l'idea di insieme scandita da quattro storie che tengono alta la curiosità e offrono dei colpi di scena. Mi è piaciuto il modo di raccontare l'imperfezione dei suoi protagonisti, accompagnando il lettore a svelarne le ammaccature senza fretta. Mi sono piaciute le metafore grafiche adottate per raccontare l'emozione e il suo attraversamento. Ciò che potrebbe piacere meno è un tratto grafico di Keiko Ichiguchi ancora acerbo ma senz'altro precursore delle bellissime opere che ha offerto successivamente. A questo si aggiunge uno stile grafico e narrativo anni '90 al quale, forse, i nuovi lettori non sono abituati. Potrebbe valere la pena riproporla ed essere l'occasione per un restyling? A distanza di anni dalla prima lettura sostengo ancora di possedere un piccolo gioiello, adatto per tutti i tempi e per tutti i lettori amanti del mistero e dei labirinti tra le camere della complessità umana.